Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 59

Moda, export lombardo da 6 miliardi. Brescia su del 6,9 per cento

in Economia/Export/Manifatturiero/Tendenze by
Moda a Brescia

L’export lombardo nel settore moda vale 6 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2016, con un +4% rispetto all’anno precedente, un quarto del totale italiano. Capitale della moda è Milano con un export di abbigliamento e accessori di 2,9 miliardi (+6,6%), seguita da Como con 773 milioni (+1,4%). Raggiungono quasi il mezzo miliardo di euro Bergamo e Varese. Le crescite più consistenti le registrano Cremona (+15,3%), Sondrio (+8,1%) e Brescia (+6,9%). Ma dove va la moda lombarda nel mondo? Raggiunge soprattutto la Francia (10,8% del totale) e gli Stati Uniti (8,6%). In forte crescita Hong Kong, prima destinazione in particolare per la moda milanese (pesa per l’11,4% sul totale, +9,3%). Tra i primi 10 partner anche Cina, Giappone e Corea del Sud. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi sei mesi del 2016 e 2015.

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Credito, 24mila imprese in Lombardia, +2,7%. A Brescia sono 3mila

in Banche/Economia/Tendenze by

Sono 24 mila le imprese attive nel settore finanziario e assicurativo in Lombardia nel 2016 e crescono del 2,7% in un anno (+621 imprese tra settembre 2015 e 2016). Pesano un quinto (20,5%) sul totale nazionale (116 mila) e danno lavoro a 111 mila addetti. Si tratta soprattutto di imprese attive nelle attività ausiliarie dei servizi finanziari come broker, promotori finanziari, gestione fondi (18.759) e le attività finanziarie vere e proprie (4.830). Milano è prima a livello regionale e nazionale con 11 mila imprese (42,3% lombardo e 8,7% italiano) e oltre 68 mila addetti, seguita in Lombardia da Brescia (con 3 mila imprese e 10 mila addetti) e Bergamo (2.223 imprese e 11 mila addetti) mentre in Italia è seguita da Roma, seconda con 9.800 imprese ma prima per numero di addetti (circa 87 mila), e Torino (5.287 imprese) e Napoli (4.822). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro delle imprese al terzo trimestre 2016 e 2015.

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Redditi, il 64% dei bresciani è sotto quota 30mila euro all’anno

in Cgil/Cisl/Economia/Partner/Sindacati/Tendenze/Uil by

Sono 867.205 i contribuenti con residenza fiscale in uno dei 206 comuni della nostra provincia che hanno presentato la dichiarazione dei redditi Irpef. In 350 mila hanno dichiarato redditi inferiori ai 15.000 euro (40%), poco più di 300mila tra i 15.000 e i 26.000 euro (34%), oltre 172 mila tra i 26.000 e i 55.000 (20%); sopra questo importo si trovano solo 35 mila persone fisiche (4%), di cui 6 mila dichiarano più di 120.000 euro.

E’ questa la cornice numerica di fondo sulla quale si sviluppa un’approfondita analisi dei redditi dei bresciani nel 2015 promossa da Cgil Cisl Uil Brescia al centro di un convegno intitolato: “Disuguaglianza, evasione. La questione fiscale a Brescia”, che verrà presentato lunedì alla stampa – nella sede Cisl – alla presenza di Damiano Galletti (segretario generale Cgil Brescia), Francesco Diomaiuta (segretario generale Cisl Brescia) e Mario Bailo (segretario generale Uil Brescia).

Scambi con gli Stati Uniti, Bergamo è davanti a Brescia

in Economia/Export/Tendenze by

2.200 cittadini americani residenti e 5,5 miliardi di euro di import-export nei primi sei mesi del 2016, sono alcuni dei numeri dei rapporti tra Lombardia e Stati Uniti all’alba dell’elezione presidenziale. Milano è al centro di questi rapporti con oltre 1.200 residenti (57% del totale) e circa 3 miliardi di euro di scambi (53,6% del totale), unico territorio lombardo, insieme a Lecco, il cui l’export verso gli Stati Uniti cresce nel 2016 (+1,2% in un anno, da 1,78 miliardi a 1,8 miliardi, contro -6,1% regionale e -0,4% italiano). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Istat.

*La Lombardia negli scambi con gli Stati Uniti*. Con 1,6 miliardi di import e 3,8 miliardi di export la Lombardia pesa il 23% dell’import nazionale verso l’America e il 21,2% dell’export. Esporta soprattutto macchinari (941 milioni di euro), moda (517 milioni di euro) e metalli e prodotti in metallo (503 milioni) mentre importa articoli farmaceutici (434 milioni), sostanze e prodotti chimici (237 milioni), computer ed apparecchi elettronici (182 milioni). Importante anche la presenza di cittadini americani, la Lombardia da sola ospita il 15,1% degli statunitensi residenti in Italia.

*Le province lombarde*: Milano è prima per interscambio (53,6% dell’import-export regionale nel 2016), seguita da Bergamo (10%), Brescia (9,2%), Monza e Brianza (8,1%) e Varese (6%). A fronte di un rallentamento degli scambi nel 2016, registra un boom Mantova, che triplica l’import (+300%), seguita da Sondrio (+36,4%) e Pavia (+16,8%). Export in crescita a Lecco (+6,7%) e Milano (+1,2%). Milano è anche prima per numero di residenti (57% regionale) seguita da Varese (8,5%), Monza e Brianza (7,3%), Como (6,2%) e Brescia (5,8%).

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Fallimenti, analisi Apindustria: Brescia meglio dell’Italia

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Il Centro Studi Apidustria Brescia ha analizzato il trend dei fallimenti in Italia e a Brescia, confrontandone le dinamiche con i dati sullo sviluppo di nuove imprese. In particolare i numeri dei fallimenti sono analizzati nei singoli trimestri e poi a livello annuo (dati aggregati).

La Lombardia presenta un triste primato: nonostante le 958.464 imprese attive al 30 settembre 2016 (dati Unioncamere) vi si trova quasi il 21% dei fallimenti italiani per il 2016 (i dati si fermano al terzo trimestre), seguita a distanza dal Lazio (al secondo posto come numero di imprese attive, contandone 641.646 unità, ed il 11,5%c. delle procedure fallimentari).

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Fonte: rielaborazione Centro Studi Apindustria Brescia su dati Unioncamere

Complessivamente nel Nord Italia si localizza il 45% delle imprese attive ed il 38%c. dei fallimenti italiani.

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Fonte: rielaborazione Centro Studi Apindustria Brescia su dati CRIBIS

Messi a sistema, i dati italiani e i dati bresciani declinati sul singolo trimestre presentano un diverso trend di sviluppo.

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La dinamica dei fallimenti per l’Italia si presenta in netta crescita, con un asse previsionale che si sviluppa decisamente verso l’alto.
Al contrario, i dati su Brescia presentano un andamento stabile, con un trend in termini previsionali positivo ma in modo molto contenuto.
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Nel grafico che segue si confrontano i dati aggregati relativi ai primi due trimestri dell’anno (non sono ancora disponibili i dati del terzo trimestre sulla provincia di Brescia).

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Nella tabella che segue, i dati sui fallimenti del primo semestre 2016 sono confrontati con i corrispettivi degli anni precedenti, evidenziando come rispetto al 2009 (anno di riferimento per la nostra analisi), l’anno in corso presenti un incremento di forte rilievo delle procedure, sia a livello italiano (+60% rispetto al 2009) quanto sulla nostra provincia (+43%).

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Anche in termini di variazioni su singolo trimestre, gli andamenti bresciani presentano una variabilità maggiore rispetto a quanto evidenzi il territorio italiano (vedi tabella finale).

I dati riportati vanno tuttavia inseriti nel vivo contesto imprenditoriale italiano, in cui le nuove imprese del 2016, registrate in Camera di Commercio, sfiorano le 42mila unità nei primi nove mesi dell’anno (+0,7% rispetto allo stesso anno del 2015). I dati Unioncamere italiani, lombardi e provinciali relativi al solo terzo trimestre sono così riassunti (comunicato stampa del 20 ottobre 2016):
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Fonte: rielaborazione Centro Studi Apindustria Brescia su dati Unioncamere

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Imprese femminili, nel Bresciano il boom è iniziato negli anni Ottanta

in Economia/Tendenze by

È degli ultimi 6 anni il boom delle imprese guidate da una donna, con 62 mila imprese femminili nate in questo periodo in Italia. A cui si aggiungono le 49 mila che hanno circa 10 anni e le 24 mila che ne hanno circa 20. Sono 2807 le imprese femminili ultracinquantenni, nate prima del 1966.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al terzo trimestre 2016. Sono 156 mila le imprese femminili in Lombardia su un totale italiano di 1,2 milioni. 1503 in più di un anno fa ma 17 mila in meno di cinque anni fa. Sono 52 mila a Milano, 22 mila a Brescia, 17 mila a Bergamo, 12 mila a Varese e 11 mila a Monza.

Il dato bresciano è esattamente di 21.848 imprese, 47 in più dello scorso anno, ma ben 1.744 in meno del 2011. Un dato (purtroppo) in linea con la tendenza negativa di tutta Italia.

Delle imprese attive 2.128 sono quelle nate tra il 1980 e il 1989, 3.978 tra il 1990 e il 1999, 6.604 tra il 2000 e il 2009, 8.349 dal 2010. Meno di mille quelle nate prima degli anni Ottanta.

Confindustria, segnali preoccupanti dal terzo trimestre delle imprese lombarde

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Il 3° trimestre del 2016, in generale rallentamento, fornisce una serie di campanelli d’allarme da non sottovalutare. In particolare i dati emersi dall’analisi congiunturale di Unioncamere e Confindustria Lombardia evidenziano una variazione negativa della produzione industriale manifatturiera (- 0,2%), ordini interni piatti (0%) e saldo occupazionale negativo (-0,2%) rispetto al trimestre precedente. Positivi ordini esteri (+1,6%) e fatturato (+0,8%).

Un discorso a parte merita il quadro occupazionale: nonostante il calo del ricorso alla CIG per il 4° trimestre consecutivo rappresenti un buon segnale, preoccupa il saldo negativo (-0,2%), frutto della parziale riduzione dello stimolo fiscale per le assunzioni ma anche di una mancanza di fiducia.

“Lo scenario di incertezza globale – scrive il presidente Ribolla in una nota – dovuto ai non chiari esiti della gestione della Brexit ma anche all’incerto esito delle elezioni americane, alle tensioni geopolitiche generate dal conflitto siriano e al calo del prezzo delle materie prime, rappresenta un elemento di preoccupazione per il commercio internazionale che, come emerge dai dati del Fondo Monetario Internazionale, nel 2016 ha toccato il suo punto più basso degli ultimi 7 anni (2,3%).

A fronte di questo contesto, assistiamo a Stati ma anche a Regioni (da manuale il caso della Vallonia) che agiscono a tutela dei propri interessi, coltivando il mercato interno con decisioni che spesso si scontrano con l’interesse generale: in questo quadro, si vedano le negoziazioni su TTIP e CETA, l’Unione Europea è il vero malato del mondo.

In Italia e in Lombardia, senza cercare alibi nella stagionalità storicamente anomala rispetto agli altri trimestri, il rallentamento della produzione, parallelamente allo stallo degli ordini interni, confermano quanto Confindustria Lombardia sostiene da tempo: è giusto puntare sull’internazionalizzazione delle nostre imprese, porsi l’obiettivo di conquistare nuovi mercati e crescere dimensionalmente, ma alla base di questo vi deve essere un mercato interno forte che garantisca solidità alle aziende senza esporle ai rischi di shock esterni non facilmente gestibili.

E’ quindi fondamentale che il nostro Paese agisca in modo da supportare il mercato interno, usando la leva del credito e la leva fiscale. Come dichiarato dal CsC di Confindustria, la Legge di bilancio fornisce un buon impulso, ricorrendo a maggior deficit e facendo potentemente leva sugli investimenti privati ma lo stimolo potrebbe essere maggiore se i sostegni fiscali generassero acquisti di macchinari e impianti aggiuntivi.

Un’occasione per far ripartire gli investimenti delle imprese è senza dubbio rappresentata dal Piano nazionale Industria 4.0, opportunità che le imprese, soprattutto le più piccole, devono cogliere al volo (i 10 miliardi messi a disposizione del MISE saranno mobilitati da subito) per non perdere il treno della competitività.

In proposito abbiamo accolto positivamente la volontà del Governatore Maroni di declinare a livello regionale il Piano Industria 4.0, con un allineamento dei fondi FESR agli incentivi del Piano Calenda, anche al fine di rendere l’attuazione più tailor-made sui territori lombardi.

Il dato emerso dall’analisi congiunturale sul calo delle imprese manifatturiere attive (-0,1%) testimonia infatti che la selezione naturale del mercato è in corso e bisogna agire in fretta per garantire innovazione e competitività.

Anche in Lombardia – conclude Ribolla – c’è molto da lavorare, partendo dai nostri punti di forza: la Lombardia come perno di un grande hub economico e grande regione manifatturiera. È imprescindibile rilanciare con forza una grande alleanza tra pubblico e privato sui temi dell’innovazione e del capitale umano, per presentare la nostra regione come luogo ideale nel quale insediarsi. Insediarsi in Lombardia significa avere accesso ad un unico grande sistema economico fortemente legato all’Europa. All’interno di questo quadro di grandezza dimensionale ed economica, la Lombardia risalta come regione leader con il suo sistema di eccellenza nella produzione, nell’innovazione, nella ricerca e nella formazione che la rendono, un luogo ideale nel quale vivere e lavorare”.

 

 

Il caro estinto non conosce crisi: a Brescia 309 attività

in Economia/Evidenza/Servizi/Tendenze by

Ricorrenza dei defunti: festività religiosa che coinvolge un settore d’impresa diffuso sul territorio. Tra sedi di impresa e unità locali, sono 1.836 le imprese funebri attive in Lombardia nel 2016 su 12.540 presenti in Italia, il 14,6% del totale nazionale. Sono soprattutto pompe funebri (1.485 attività) ma ci sono anche 351 attività nel commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali. Un comparto che cresce in Lombardia del +1,5% tra 2015 e 2016 e del +2,2% in Italia. Milano è prima in regione con 503 attività, +3,3% in un anno, e un peso del 27,4% sul totale regionale. Seguono Brescia (309 attività, 16,8%), Bergamo (195, +2,6%) e Varese (158), Sopra le cento attività anche Monza e Brianza, Pavia e Mantova. In un anno è il territorio di Monza e Brianza a registrare la crescita più elevata, +6,5%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese a giugno 2016 e 2015 relativi alle localizzazioni.

Fiori: si conferma la stabilità nei prezzi. Come da tradizione, il fiore più acquistato per questa ricorrenza è il crisantemo (si confermano prezzi stabili compresi tra 1,50 e 2,50 euro). Lo rilevano l’Associazione giardinieri, floricoltori, fiorai e pulitori dei cimiteri e l’Associazione dettaglianti fiori e piante aderenti a Confcommercio Milano. Secondo la qualità, il prezzo di un mazzo di crisantemi (7 rami) può variare dai 10 ai 30 euro.

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Brescia, a ottobre torna la deflazione? Tasso congiunturale -0,1% e tasso tendenziale -0,1

in Economia/Tendenze by

A ottobre, dopo che il mese scorso erano giunti segnali di ripresa dell’inflazione (da sette mesi con segno negativo), si ripresenta il rischio di deflazione. Il tasso tendenziale registra infatti una variazione pari a -0,1, nonostante gli effetti inflattivi dell’inflazione ereditata da ottobre 2015. Il tasso congiunturale (variazione sul mese precedente), registra un -0,1%. L’indicatore di trend torna a far registrare una tendenza, sia pur lieve, alla deflazione.

L’analisi per tipologia di beni e servizi, evidenzia come restino solo i prodotti a media frequenza di acquisto quelli ancora interessati dalla deflazione, ancora una volta a causa della componente energetica, ma anche le altre componenti vedono un calo delle tendenze inflazionistiche. Il tasso tendenziale senza la componente energetica sarebbe a +0,3%. Le divisioni con andamento inflativo sono solo “Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili” (+0,5%), e “Servizi sanitari” (+0,1%).Le divisioni in diminuzione sono: “Abbigliamento e calzature” (-0,5%), “Trasporti” (-0,5%), “Comunicazioni” (-0,4%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,2%), “Prodotti alimentari” (-0,1%), “Ricreazione, spettacolo, cultura” (-0,1%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,1%).

Variazione nulla per “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Istruzione” e Altri beni e servizi”.

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Halloween, a Brescia un business per 7mila imprese (ecco i dati)

in Economia/Evidenza/Tendenze/Turismo by

Lombardi pronti a festeggiare Halloween: oltre 50 mila le imprese coinvolte nella festa in Lombardia tra bar, ristoranti, locali e negozi di giocattoli, il 15,2% delle imprese italiane attive nel comparto. Milano raccoglie quasi il 40% delle imprese attive in regione, 17.573, Brescia (7.176), Bergamo (5.238) e Varese (3.966). Emerge da un’elaborazione dalla Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese a giugno 2016. A Milano affari per un milione di euro secondo una stima della Camera di commercio di Milano sugli operatori.

Dalla Cina gli oggetti per le feste. Per oltre 12 milioni di euro di import, la Cina è l’anima delle feste italiane, rappresentando il 57,2% del totale di importazione del settore; poi Germania e Paesi Bassi per circa 1 milione e mezzo di euro, pesando rispettivamente il 7,4% e il 7%. L’oggettistica italiana invece va in Francia, per un valore di 3 milioni di euro in export, negli Stati Uniti con esportazioni per 2 milioni di euro e in Germania per 1 milione e 800 mila euro. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi sei mesi del 2016.

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