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Fallimenti

Sovraindebitamento, boom di domande in tutta la Lombardia

in Economia/Fallimenti/Finanza/Tendenze by

Negli ultimi mesi i media hanno riportato numerosi casi di personaggi famosi i quali, per uscire da una situazione economica difficile, hanno utilizzato strumenti come la legge sul Sovraindebitamento. Questo strumento permette a privati cittadini “meritevoli”, ma anche a piccoli imprenditori, di ridurre i debiti in base alle proprie capacità economiche.

Quanto è diffusa in Lombardia? Secondo l’analisi dello Studio Legale dell’avvocato Pasquale Lacalandra, specializzato in diritto fallimentare e crisi da sovraindebitamento e consulente esperto dello Sportello Sovraindebitamento attivato dall’Unione Artigiani di Milano e di Monza-Brianza, considerando esclusivamente l’Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC) della Camera Arbitrale di Milano, che opera per conto della rete delle Camere di commercio lombarde, le istanze presentate da imprenditori e consumatori da novembre 2016 a inizio dicembre 2019 sono state 528.

In particolare si evidenzia che le richieste di accesso alla procedura del 2019 (252 istanze) sono aumentate del +33% rispetto allo stesso periodo del 2018 (189 istanze) e del +200% rispetto al 2017 (84 istanze). I valori, anche se in forte crescita, sono molto lontani dal bacino potenziale che la legge potrebbe raggiungere.

“La Legge sul Sovraidebitamento rappresenta una valida soluzione per chi si trova ad affrontare una situazione di difficoltà economica – commenta l’Avv. Pasquale Lacalandra -. L’obiettivo della legge è, infatti, quello di ridare a queste persone un ruolo attivo nella società, aiutandoli in un momento particolare della loro vita. I numeri, però, confermano come questa proceduta sia ancora poco utilizzata, nonostante sia in crescita. È importante che si faccia una maggiore comunicazione su questo tema, per mettere a conoscenza dei cittadini e dei piccoli imprenditori dell’esistenza di un’alternativa in grado di aiutarli a risolvere i loro problemi. Ma su questo punto bisogna fare chiarezza. Non è una legge per i “furbi”, bisogna essere meritevoli altrimenti non è possibile accedervi. Inoltre, non bisogna dimenticare che questa procedura risulta vantaggiosa anche per il creditore, poiché, senza la ristrutturazione del debito, correrebbe il rischio di perdere totalmente ogni possibilità di recupero.”

“Questi dati – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero – dimostrano quanto ancora la crisi finanziaria attanagli le imprese, determinata per giunta pure dalle restrizioni verso l’accesso al credito delle pmi. La legge sul Sovraindebitamento pare rispondere in maniera crescente a tante urgenze degli imprenditori medio piccoli e il successo del nostro Sportello Sovraindebitamento dimostra la necessità di assistenza e supporto.”

SCHEDA SOVRAINDEBITAMENTO 

Legge n.3 del 27 gennaio 2012

Cos’è il sovraindebitamento:

è la situazione di squilibrio economico tra i debiti scaduti e il patrimonio del debitore.

Chi può attivare la procedura:

le procedure riguardano i debitori non soggetti al fallimento (consumatori, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi in genere, ecc.). Il procedimento per la composizione della crisi da sovraindebitamento permette di rivolgersi, tramite l’OCC, al tribunale con una proposta che, se accolta, diventerà vincolante per i creditori, anche se non si prevede il pagamento integrale di tutti i debiti.

Tribunale competente:

tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza o la sede principale.

Vantaggi:

riduzione del debito in base alle proprie capacità economiche

Tecnoservice verso il fallimento? La Cisl: 94 posti di lavoro a rischio

in Cisl/Economia/Fallimenti/Partner 2/Sindacati by
Crisi

La Tecnoservice srl – azienda specializzata nella logistica di prodotti siderurgici che ha il centro direzionale e amministrativo a Ghedi, terminal operativi a Ospitaletto, Verona e Valdaro in provincia di Mantova, e una filiale a Marghera (Ve) – ha depositato giovedì scorso in Tribunale il ricorso per la dichiarazione di fallimento in proprio.

Grande la preoccupazione tra i lavoratori dell’impresa – 24 nel bresciano, 50 a Verona e 20 nel mantovano – ancora in attesa del pagamento dello stipendio del mese di marzo e che ora potrebbero essere oggetto di un provvedimento di licenziamento collettivo da parte del curatore fallimentare.

SVOLTA INATTESA

Venerdì scorso, quindici lavoratori del terminal bresciano di Tecnoservice si sono riuniti in assemblea qui nella nostra sede – spiegano Mario Bresciani, segretario generale della Fit Cisl, e Fabrizio Baresi, componente della Segreteria – e con loro abbiamo esaminato la situazione ricostruendo i passaggi che hanno portato alla richiesta di fallimento. Lavoreremo in sinergia con i colleghi delle altre due province per prospettare come alternativa al licenziamento collettivo il ricorso al Fondo di integrazione salariale istituito con la riforma del mercato del lavoro del 2015. Ne sapremo sicuramente di più il prossimo 9 maggio, data in cui il curatore fallimentare ha convocato tutte le parti in causa“.

DAI FRATELLI PROVEZZA AI FRATELLI COSULICH

Fondata dai fratelli Provezza, nel maggio 2018 la Tecnoservice ha ceduto il 50% della società alla genovese Fratelli Cosulich, un colosso dei servizi alle spedizioni (fatturato che sfiora 1 miliardo di euro, quasi 1.000 dipendenti in 45 società in Italia e all’estero). “Alla presidenza della ‘nuova Tecnoservice’ – scrive il sindacato – era arrivato un manager di fiducia dei Cosulich, mentre la gestione era rimasta in mano ai fratelli Provezza. Questi ultimi si sono però improvvisamente dimessi nel marzo scorso, lasciando in eredità ai soci una situazione finanziaria molto grave”.

MONITORAGGIO COSTANTE E ASSISTENZA AI LAVORATORI

Ai lavoratori abbiamo assicurato il monitoraggio costante della situazione – conclude Mario Bresciani – l’assistenza necessaria in tutti i passaggi che si andranno a determinare, l’azione di tutela e di garanzia dei loro interessi e dei loro diritti. Agiremo di concerto con i colleghi di Verona per chiedere che si faccia ogni sforzo nell’individuare soluzioni che salvaguardino l’attività e l’occupazione”.

(fonte comunicato stampa Cisl Trasporti)

Carnevali, 100 famiglie a rischio. La Loggia: serve una soluzione

in Abbigliamento/Comune di Brescia/Crisi/Economia/Evidenza/Fallimenti/Istituzioni by
La sede di Carnevali Abbigliamento a Brescia

Dopo quasi 80 anni di storia volge al termine la storia del Gruppo Carnevali abbigliamento. Le società che fanno riferimento ai fratelli Federico e Francesco Bani, infatti – come anticipato nelle scorse settimane – sono state sciolte con la loro conseguente messa in liquidazione lo scorso 25 settembre.

I lavoratori coinvolti dal crac sono circa un centinaio. L’Amministrazione comunale, con una nota, “esprime vicinanza ai lavoratori e alla proprietà del gruppo Bani Carnevali e della sua controllata Carnevali Spa, messe in liquidazione dopo il rigetto del concordato preventivo”.

“L’azienda, nata a Brescia nel 1940, ha contribuito allo sviluppo commerciale della città vestendo generazioni di bresciani. – si legge ancora – La scomparsa di questo storico brand, messo in difficoltà dalla pesante crisi del comparto abbigliamento, rappresenterebbe una perdita grave per l’intero tessuto economico cittadino. L’Amministrazione comunale – conclude il testo – si augura quindi che, in questa fase critica, possa essere trovata presto una soluzione affinché non scompaia un pezzo importante della storia imprenditoriale bresciana”.

La Boglioli ammessa al concordato preventivo

in Aziende/Crisi/Economia/Fallimenti by

Boglioli comunica che il Tribunale di Brescia, con provvedimento depositato lunedì 25 settembre 2017, ha ammesso la società alla procedura di concordato preventivo convocando inoltre l’adunanza dei creditori per il 18 gennaio 2018. L’ammissione da parte del tribunale è un passo fondamentale nell’ambito del rilancio dell’azienda – si legge nella nota ufficiale -, attraverso il quale gli organi della procedura hanno ritenuto il piano presentato, supportato dal nuovo azionista PHI Industrial Acquisitions, meritevole di essere sottoposto al voto dei creditori, che avranno l’ultima parola al riguardo.

I nuovi fondi per il rilancio dell’azienda, già impegnati da parte del nuovo socio, saranno sbloccati e messi a disposizione dell’azienda non appena intervenuta l’omologa del concordato. Inoltre, la società rende noto che tutte le deleghe operative sono state conferite al nuovo Presidente, Francesco Russo, come naturale avvicendamento con Andrea Perrone (chiamato dal precedente azionista WISE Sgr a gestire l’azienda nel difficile momento), in seguito al cambio di azionariato (100%) avvenuto lo scorso mese di luglio, quando PHI Industrial Acquisitions è subentrato nella veste di nuovo azionista di controllo della società.

“In questi primi mesi di lavoro abbiamo già potuto toccare con mano l’enorme potenziale che Boglioli ha nei principali mercati mondiali, grazie alla forza del suo brand e all’eccellenza del suo prodotto, e siamo entusiasti di lavorare con tutte le nostre forze ed energie per riportare l’azienda tra i leader nel mondo nel capospalla e nell’eleganza maschile”. Francesco Russo dal 2014 fa parte del team del fondo PHI Industrial Acquisitions in Italia, ed ha una forte esperienza manageriale nel campo della moda e del tessile, avendo recentemente ricoperto, tra l’altro, i ruoli di direttore generale di La Perla, e di Presidente e Amministratore Delegato di Mascioni. Andrea Perrone, in accordo con i nuovi azionisti che lo ringraziano per il suo operato, continuerà a sedere nel Consiglio di Amministrazione di Boglioli, proseguendo così il suo contributo per la società.

Mercatone Uno, si va alla trattativa privata

in Aziende/Commercio/Economia/Fallimenti/Lavoro by
Punto vendita Mercatone Uno

Mercatone Uno, si va alla trattativa privata. Alla gara del 16 giugno sono pervenute tre offerte vincolanti, ma nessuna di queste è risultata conforme al disciplinare di gara o in linea con gli obiettivi della procedura. I commissari straordinari Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari hanno preso atto che non si sono verificate le condizioni per l’aggiudicazione.

Conseguentemente i Commissari sono stati autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico, con provvedimento dell’11 luglio 2017, ad avviare una procedura di cessione dei complessi aziendali mediante trattativa privata con i soggetti interessati.

La trattativa diretta consentirà ai Commissari una maggiore flessibilità, unitamente ad una più efficace e rapida valutazione economica delle offerte, in funzione della miglior tutela degli interessi dei dipendenti e dei creditori.
A supporto di questa nuova fase, i Commissari Straordinari hanno già sottoposto agli Organi di Vigilanza un nuovo piano economico-finanziario a tutela della continuità aziendale, che verrà presentato alle Organizzazioni Sindacali ed agli Enti Locali nella riunione fissata dal Ministero dello Sviluppo Economico per il 19 luglio.

Duferco Sviluppo di Antonio Gozzi compra l’ultimo pezzo della Stefana

in Aziende/Crisi/Economia/Fallimenti by
Antonio Gozzi Duferco

Duferco acquista la Stefana. Anche l’ultimo pezzo dell’azienda di via Bologna a Nave è stato aggiudicato: la Duferco Sviluppo – controllata dal Gruppo Duferco di Antonio Gozzi, leader di Federacciai – ha vinto l’asta battendo altre tre concorrenti rialzando il prezzo fino a 11 milioni di euro (dai 5 di partenza).

Con 11 milioni di euro Duferco Sviluppo ha acquisito il laminatoio, gli impianti annessi e tutta l’area circostante, dove sono stoccate anche 26 tonnellate di materiali. Dopo due anni, dunque, e le lettere di licenziamento già partite, anche i 139 dipendenti dell’ultimo ramo di azienda Stefana possono tirare un sospiro di sollievo. Il resto dell’azienda era già stata smembrata e venduta negli ultimi 24 mesi: al Gruppo Esselunga è andato il Ramo di Ospitaletto, al Gruppo Feralpi il sito di via Brescia a Nave, e all’alfa Acciai quello di Montirone.

L’ultimo passo è il raggiungimento di un accordo con i sindacati, ma non dovrebbe essere un ostacolo viste le parole a caldo del leader della Fiom-Cgil Francesco Bertoli riportate dal Giornale di Brescia: “Ora ci si confronterà con una nuova proprietà, però esprimiamo soddisfazione per il risultato raggiunto: tutti i 700 dipendenti del gruppo Stefana, ora hanno una prospettiva di lavoro. Per cui siamo contenti”.

Fallimento Samos, dieci mesi di carcere per i due amministratori

in Economia/Evidenza/Fallimenti/Guardia di Finanza by

Dieci mesi di carcere per i due amministratori di fatto del gruppo, D.R. E B.C. Quattro assoluzioni per tutti gli altri Giancarlo Filippini, Corrado Rezzuto, Maurizio Murolo e Aldo Gentile. Si è chiuso così il primo atto del processo Samos, la società di costruzioni dichiarata fallita il 24 dicembre 2012. Gli amministratori e il collegio sindacale dell’azienda (i tre professionisti sono tra gli assolti) vennero arrestati dalla Guardia di Finanza nel 2015 per bancarotta documentale, patrimoniale, preferenziale e impropria. In sostanza l’accusa era quella di essersi appropriati di beni dell’azienda per un totale di 4 milioni di euro a fronte di un passivo di 6, distribuendo invece 1,5 ad alcuni creditori che sarebbero stati illegittimamente favoriti rispetto ad altri.

E’ ufficiale: fallisce la Garman. Vestì diversi campioni, tra cui Baggio

in Bassa/Economia/Fallimenti/manerbio/Tessile/Zone by

Ha vestito i grandi campioni dello sport, non ultimo il mitico Roberto Baggio. Ma ora la Garman è ufficialmente fallita. A decretarlo è stato il Tribunale di Brescia, che ha così messo l’ultima parola sulla società nata nel 1985 per produrre e vendere abbigliamento sportivo, che aveva tra i soci – oltre a Luigi Stroppa e Angelo Vitale Mantelli (accomandatari) – gli ex calciatori Giovanni Stroppa e Filippo Galli (accomandanti).

Inutili i tentativi di salvataggio, compresa la cessione del ramo d’azienda alla Garman Group guidata da Osvaldo Scalvenzi (nel 2006) . Il passaggio successivo (2007) è stato il concordato preventivo, ma le cose non sono migliorate. Nell’ultimo bilancio presentato dal commissario, infatti, la società manerbiese aveva crediti verso la Garman Group per oltre 700mila euro (soprattutto affitti). Contestualmente il contratto di affitto del ramo d’azienda è stato disdettato.

Nel frattempo – secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia – la banca Monte dei Paschi di Siena (che ha un’ipoteca sull’immobile di via Porzano a Manerbio e un credito di oltre un milione di euro) ha avanzato in Tribunale istanza di fallimento verso Garman. I giudici hanno accolto la richiesta nei giorni scorsi: la prima udienza dei creditori è fissata al 7 marzo.

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