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Banca Valsabbina, utile netto a 50 mln con Roe al 13% 

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Nel corso della seduta del 22 Aprile 2024, che si è svolta attraverso il Rappresentante Designato, l’Assemblea Ordinaria di Banca Valsabbina ha approvato a larghissima maggioranza il Bilancio di esercizio chiuso al 31 Dicembre 2023.

Sulla base di quanto previsto dal Decreto “Cura Italia” e successive modifiche, la Banca – al fine di agevolare la partecipazione all’Assemblea anche da parte dei soci geograficamente più distanti, tenuto conto della più ampia articolazione territoriale ormai raggiunta dall’Istituto – ha quindi svolto i lavori assembleari presso la propria Direzione Generale. La partecipazione dei soci è pertanto avvenuta attraverso un rappresentante designato che ha raccolto le deleghe e le istruzioni di voto per ogni singolo punto all’ordine del giorno.

Oltre all’approvazione del Bilancio di esercizio 2023, l’Assemblea, sempre a larghissima maggioranza, ha provveduto:

  • ad incrementare da 10 a 12 il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione;
  • a confermare i consiglieri Fiori Eliana e Niboli Pier Andreino e a nominare i due nuovi consiglieri Caradonna Marcella (Presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti di Milano) e Fornari Tonino (ex dirigente Bancario);
  • a determinare il compenso annuo da riconoscere al Consiglio di Amministrazione;
  • alla conferma per il triennio 2024-2026 di Vivenzi Mauro Giorgio in qualità di Presidente del Collegio Sindacale, nominando Apostoli Patrizia, Dorici Donatella, Mazzari Filippo e Pozzi Federico come sindaci effettivi, nonché Gazzorelli Andrea e Lorandi Daniela sindaci supplenti;
  • a determinare l’emolumento annuale spettante ai Sindaci per il triennio 2024-2026;
  • a deliberare l’autorizzazione all’acquisto e alienazione di azioni proprie, a norma di legge, mediante utilizzo del Fondo acquisto azioni proprie.

Nell’ambito dell’Assemblea inoltre è stata data informativa sull’applicazione delle Politiche di Remunerazione nell’esercizio 2023, approvando – a larga maggioranza – la nuova versione delle stesse, provvedendo infine ad approvare la proposta di variazione del compenso accordato alla Società di revisione, a seguito dell’estensione dell’incarico di revisione legale al bilancio consolidato.

L’Assemblea ha altresì approvato la distribuzione di un Dividendo unitario in denaro di € 0,50 per azione, in linea con l’erogazione dello scorso esercizio ed in conformità ai principi di prudenza che contraddistinguono la strategia aziendale, nell’ambito di un contesto che presenta ancora elementi di incertezza.

Dal bilancio 2023 emerge un Utile ante imposte di € 72 milioni (+25%) ed un Utile netto di € 50,1 milioni (ex € 41,4 milioni, +21%). L’indicatore di redditività (“ROE”) è pari al 13,4% ed attesta continuità di risultato, stabilità nella performance e capacità concreta di creare valore.

Il risultato netto, in progressiva e continua crescita, è ancora una volta positivo e di rilievo, a conferma della concreta efficacia delle strategie di sviluppo adottate dalla Banca negli ultimi anni”, ha dichiarato Renato Barbieri, Presidente di Banca Valsabbina.

“I dati, gli indicatori e le iniziative delineano una Banca indipendente e sana, che sta crescendo – sia per linee interne che per linee esterne – e che intende continuare a traguardare obiettivi sfidanti, creando valore e riconfermandosi quale interlocutore di riferimento per il territorio. Stiamo ampliando il nostro perimetro di attività nell’ambito di un programma di investimenti e di sviluppo, contando su indicatori in progresso e su una base patrimoniale sempre più solida, a sostegno della crescita”, ha aggiunto Barbieri.

Aggregati ed indici patrimoniali della Banca al 31 Dicembre 2023

 Dati in € migliaiadic-23dic-22Variaz. %
AttivoTotale attivo7.029.8326.985.9400,6%
RaccoltaRaccolta diretta5.234.4934.905.5416,7%
Raccolta indiretta3.126.0882.745.22713,9%
   di cui gestita2.033.8081.870.0538,8%
Raccolta complessiva8.360.5817.650.7689,3%
ImpieghiImpieghi alla clientela3.778.5003.893.522-3,0%
  di cui in bonis3.684.0453.791.602-2,8%
  di cui deteriorati94.455101.920-7,3%
Masse in gestioneMasse amministrate (Raccolta + Impieghi)12.139.08111.544.2905,2%
     
  dic-23dic-22Variaz.
Qualità del CreditoNPL Ratio netto
(Crediti deteriorati netti/impieghi netti)
2,5%2,6%
  di cui sofferenze nette/impieghi netti1,1%1,2%
NPL Ratio lordo
(Crediti deteriorati lordi/impieghi lordi)
4,7%4,6%
Copertura Crediti Deteriorati49%45%
Texas Ratio (crediti deteriorati netti/patrimonio netto)21,5%27,0%
     
dic-23dic-22Variaz.
LiquiditàLCR (liquidità breve termine – Limite Reg. 100%) 220% 190%
NSFR (liquidità medio/lungo termine – Limite Reg. 100%) 140% 140%
dic-23dic-22Variaz.
Patrimonio/SoliditàFondi Propri473.267426.31111,0%
Cet 1 Ratio14,70%14,03%
Tier Total Ratio16,80%15,33%
Leva Finanziaria (Limite Reg. 3%)5,6%4,9% 
Patrimonio netto450.236388.10716,0%
UtileUtile netto50.07141.42120,9%
     
  dic-23dic-22Variaz. %
Alcuni
Numeri
N. Soci e Azionisti 42,9 mila42,2 mila1,7%
N. Conti Correnti105 mila102 mila2,9%
N. Dipendenti8458045,1%
N. Clienti121 mila118 mila2,5%
N. Filiali (in 5 regioni)7170
        

A fine esercizio la Raccolta Diretta si è attestata ad € 5.234 milioni in aumento del 6,7% principalmente per effetto della crescita di forme di raccolta a scadenza, garantendo adeguati livelli di liquidità. La Raccolta Indiretta si è attestata ad € 3.126 milioni, in aumento di € 381 milioni, con una crescita del 13,9%. Si conferma importante il contributo del risparmio “gestito” che ammonta ad € 2.034 milioni (+ 9%). La Raccolta Complessiva ammonta ad € 8.361 milioni, in crescita del 9,3%, nell’ambito di un positivo trend di consolidamento delle risorse raccolte e gestite, a valere su una rete commerciale che, ad oggi, conta 71 filiali, dislocate in 5 regioni.

Gli Impieghi a clientela sono pari ad € 3.778 milioni. Nell’anno appena concluso la Banca ha sostenuto il territorio erogando circa 4.400 finanziamenti per un totale di € 686 milioni, di cui € 350 milioni rappresentati da mutui ad imprese assistiti da garanzie statali. Il sostegno alle famiglie per l’acquisto della casa si è invece concretizzato attraverso la concessione di mutui ipotecari a privati per circa € 170 milioni. Prosegue, infine, l’attività della Banca nell’ambito del credito al consumo, anche attraverso il perfezionamento dell’acquisizione del 100% di “Prestiamoci” (Novembre 2023), realtà fintech specializzata nei prestiti personali e nel finanziamento digitale.

Lo stock di Crediti deteriorati lordi (NPL) è diminuito da € 186 milioni ad € 184 milioni, sia nell’ambito delle attività di gestione ordinaria e interna del credito, che tramite il perfezionamento di operazioni di cessione di NPL. L’NPL Ratio Lordo, pari al 4,7%, è pressoché stabile, pur a fronte di un fisiologico calo degli impieghi. La “copertura” media dei NPL migliora e passa dal 45,2% (2022) al 48,7%, con un totale dei Crediti deteriorati netti in ulteriore riduzione (€ 94 milioni) ed un NPL Ratio Netto al 2,5% (in lieve miglioramento). L’andamento di tali dati conferma l’attenzione posta sulla “qualità del credito” dalla Banca, che può contare su un indicatore “Texas Ratio” pari al 21,5% ed in ulteriore miglioramento.

I Fondi Propri ammontano ad € 473 milioni (ex € 426 milioni), in sensibile crescita anche per effetto dell’autofinanziamento connesso ai positivi risultati conseguiti. Relativamente ai Coefficienti Patrimoniali di Vigilanza, gli stessi comprovano la solidità patrimoniale dell’Istituto, con un Cet 1 Ratio al 14,7% ed un Tier Total Ratio al 16,8%, superiori rispetto alle richieste della Vigilanza ed in linea con gli indici di Sistema. Il Patrimonio Netto è pari a € 450 milioni (+16%) e comprende l’intero utile netto del 2023 di € 50,1 milioni.

Soci ed Azionisti sono pari a circa 43 mila (41 mila i “Soci”), i rapporti di conto corrente ammontano invece a quasi 105 mila, in crescita del 3%.

Risultati ed indici economici della Banca al 31 Dicembre 2023

 Dati in € migliaiadic-23dic-22Variaz. %
Conto EconomicoMargine d’interesse153.157141.8458,0%
Commissioni nette60.49655.0579,9%
Margine di intermediazione243.170212.67514,3%
Rettifiche nette di valore per rischio di credito su A.F.-35.019-31.9369,7%
Risultato netto della gestione finanziaria207.994180.63615,2%
Costi operativi-133.993-122.8869,0%
Utile ante imposte72.03157.80824,6%
Imposte dell’esercizio-21.960-16.38734,0%
Utile netto50.07141.42120,9%
  dic-23dic-22
Indicatori di efficienza e redditivitàCost/Income (Costi operativi/Margine intermediazione)55%58%
ROE” (Return On Equity) – al netto utile di pertinenza13,40%11,70%
Dividendo0,50 €0,50 €

Il Margine d’interesse raggiunge € 153,2 milioni (+8%), sia per il contributo dell’operatività della gestione caratteristica verso la clientela che per l’aumento dei tassi di riferimento, che già aveva parzialmente e positivamente inciso sul precedente esercizio. Le Commissioni nette evidenziano anch’esse una sensibile crescita (+ € 5,4 milioni) raggiungendo € 60,5 milioni (+10%).

Il Margine di intermediazione risulta pari ad € 243,2 milioni, in incremento del 14,3% (+ € 30,5 milioni), raggiungendo il più alto livello di ricavi di sempre, anche per il positivo contributo della gestione finanziaria del portafoglio titoli e per l’attività di “negoziazione”. Le Rettifiche di valore su attività finanziarie, al netto delle riprese, ammontano ad € 35 milioni (ex € 31,9 milioni), a conferma dell’atteggiamento prudenziale dell’Istituto, con un costo del credito pari allo 0,87% su base annua. Il Risultato netto della gestione finanziaria si attesta, pertanto, ad € 208 milioni (+ 15%, + € 27 milioni).

I Costi operativi ammontano ad € 134 milioni e registrano un incremento del 9%, riconducibile alla crescita dimensionale ed operativa della Banca, che sta investendo anche in risorse (845 i dipendenti) ed infrastrutture per uno sviluppo continuo, anche nell’ambito dell’integrazione delle “controllate”. Il Cost Income – indicatore di efficienza aziendale dato dal rapporto tra costi operativi e margine d’intermediazione – si è attestato al 55%, in miglioramento di 3 punti percentuali rispetto al 2022.

L’Utile ante imposte ammonta ad € 72 milioni (+ 14,2 milioni), mentre l’Utile Netto si attesta ad € 50,1 milioni, con un aumento di oltre € 8,6 milioni (+ 21%), scontando imposte per € 22 milioni. Il ROE, rapporto tra l’utile netto ed il patrimonio netto medio scorporando l’utile di pertinenza, si attesta quindi al 13,4%, in ulteriore miglioramento rispetto all’11,7% registrato nello scorso anno.

Nel mese di novembre 2023, in attuazione del Piano Ampliamento Rete Territoriale 2023-2025, è stata aperta la filiale di Alessandria, consolidando la presenza in Piemonte e portando la rete a 71 presidi territoriali. E’ quindi previsto il raggiungimento di 75 filiali entro il 2025, con conseguente attesa di incremento delle masse gestite e del numero di clienti serviti.

E’ in corso il processo di integrazione delle controllate “Integrae Sim”, realtà milanese leader nella strutturazione di operazioni di “equity capital market” sul mercato “EGM” di Borsa Italiana, e “Prestiamoci”, una delle principali piattaforme italiane di “Digital consumer lending”.

Tali operazioni hanno consentito di allargare il perimetro del Gruppo che fa capo alla Banca, nell’ambito di una riconfigurazione societaria e strategica già in atto. Tenuto conto dell’integrazione di tali realtà, il totale dell’Attivo è pari ad € 7.067 milioni, con Patrimonio Netto del Gruppo di € 452,3 milioni, Utile Lordo di € 74,5 milioni ed Utile netto di pertinenza della Capogruppo di € 52,2 milioni. L’organico complessivo, a fine anno, conta 900 risorse.

“Vogliamo confermarci un player dinamico e autonomo sul territorio, un interlocutore di riferimento per famiglie ed imprese, in grado di operare come un gruppo articolato e sempre più integrato, anche nell’ambito di un contesto sfidante ed in costante evoluzione.

Rivolgo quindi un particolare augurio per i nuovi incarichi ai consiglieri Caradonna Marcella, Fornari Tonino ed al nuovo sindaco effettivo Apostoli Patrizia, nonché un sentito ringraziamento per il lavoro svolto al sindaco uscente Garzoni Bruno”, ha quindi concluso Barbieri.

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A2A, l’utile netto vola a 654 milioni (+64%)

in A2A/Economia/Partecipate e controllate/Partner by

Il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A., sotto la Presidenza di Roberto Tasca, ha esaminato e approvato i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2023. E a festeggiare è soprattutto il Comune di Brescia, che godrà di dividendi per circa 75 milioni di euro, contro i 70,8 dell’anno precedente.

“Grazie al contributo di tutte le Business Unit e Aziende del Gruppo, abbiamo concluso il 2023 con i risultati migliori di sempre e un utile netto in aumento del 64% rispetto al 2022” – commenta Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – “Nel corso dell’anno abbiamo accelerato sugli investimenti per il miglioramento e il potenziamento delle reti elettriche di distribuzione, la crescita della produzione rinnovabile -in particolare da eolico e fotovoltaico-, la flessibilità degli impianti di generazione e il recupero di materia ed energia. Abbiamo proposto un dividendo di 0,0958 euro per azione, pari a 300 milioni di euro, con una crescita del 6%. Sono traguardi importanti che è stato possibile raggiungere grazie al lavoro e alla dedizione di tutte le nostre persone. Siamo pronti a proseguire con lo stesso impegno per contribuire a dotare il Paese di infrastrutture strategiche per la transizione ecologica”.

Nel 2023 A2A ha conseguito eccellenti risultati economico-finanziari grazie alle ottime performance delle Business Units Generazione & Trading e Mercato e al contributo positivo delle altre Business Unit.

Nel 2023 i Ricavi del Gruppo sono risultati pari a 14.758 milioni di euro, in contrazione del 36% rispetto all’anno precedente (23.156 milioni di euro). La variazione è sostanzialmente riconducibile per oltre l’80% al calo dei prezzi energetici e per la restante parte ai minori volumi venduti ed intermediati sui mercati all’ingrosso parzialmente compensati dalle maggiori quantità vendute nel settore retail.

I costi operativi si sono attestati a 11.972 milioni di euro, in riduzione del 43% rispetto all’anno precedente: in linea con l’andamento dei ricavi, la contrazione è legata al trend in calo dei prezzi che ha caratterizzato il mercato delle commodities del 2023 rispetto ad un trend fortemente rialzista dell’anno precedente.

Il costo del personale è aumentato di 50 milioni di euro (+7%), attestandosi a 815 milioni: la variazione è legata per circa il 50% al maggior numero di FTE (Full-Time Equivalent) del 2023 rispetto al 2022 (+402 FTE, +3%) a seguito dell’ acquisizione di nuove società, dell’assegnazione di gare nel comparto dell’igiene urbana e di assunzioni per l’avvio di nuovi impianti e il potenziamento di alcune strutture e aree di attività, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Gruppo. La parte restante dell’incremento è ascrivibile principalmente agli aumenti retributivi per rinnovi contrattuali (CCNL Igiene Urbana, Elettrico, Gas Acqua) e di merito.

Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 1.971 milioni di euro, in crescita del 32%, +473 milioni rispetto all’esercizio precedente (1.498 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+41 milioni nel 2023, +10 milioni di euro nel 2022), il Margine Operativo Lordo Ordinario è risultato pari a 1.930 milioni di euro in aumento del 30% rispetto al 2022 (1.488 milioni di euro) grazie alle ottime performance della Business Unit Generazione & Trading e della Business Unit Mercato.

Il Risultato Operativo Netto si attesta a 1.017 milioni di euro, +49% rispetto al 2022. Tale variazione è riconducibile all’aumento del Margine Operativo Lordo e a: incremento degli ammortamenti, 79 milioni di euro, relativi principalmente agli investimenti effettuati dal Gruppo nel 2023; maggiori accantonamenti netti per 59 milioni di euro. La variazione è riconducibile ai maggiori accantonamenti netti a fondo rischi prevalentemente per i minori rilasci del 2023 (nel 2022 erano stati effettuati rilasci per 41 milioni di euro a seguito dell’aumento dei tassi di attualizzazione), in parte compensati da minori accantonamenti a fondo svalutazione crediti.

Gli oneri finanziari netti risultano pari a 139 milioni di euro, in aumento di 49 milioni rispetto al 2022. La variazione è dovuta principalmente ai nuovi prestiti obbligazionari emessi nel 2022 e 2023, anche con l’obiettivo di pre-funding per anticipare la crescita della curva dei tassi di interesse. Le Imposte si attestano a 221 milioni di euro, in crescita di 47 milioni rispetto all’anno precedente per l’aumento della base imponibile. Nel 2023, inoltre, si registra una contrazione dell’utile di pertinenza di terzi (24 milioni di euro rispetto ai 47 milioni di euro dell’anno precedente).

Per le dinamiche sopra esposte, l’Utile Netto Ordinario di pertinenza del Gruppo risulta pari a 635 milioni di euro, in crescita del 67% rispetto all’esercizio precedente (380 milioni di euro al 31 dicembre 2022). L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo risulta pari a 659 milioni di euro in aumento di 258 milioni rispetto all’anno precedente (401 milioni di euro). Le poste straordinarie hanno interessato: l’anno in esame per 24 milioni di euro, relativi prevalentemente all’effetto dell’affrancamento dei maggiori valori fiscali di parte dell’avviamento delle società operanti nel settore delle energie rinnovabili; l’anno precedente per complessivi 21 milioni di euro per l’effetto di plusvalenze, al netto della tassazione, sulla cessione di alcuni asset (vendita immobili e ATEM gas ritenuti non strategici) pari a 143 milioni di euro, parzialmente compensate dagli oneri per contributi straordinari sui risultati economici delle società energetiche previsti dai provvedimenti legislativi (DL Taglia Prezzi ex DL 21/2022 e Contributo di solidarietà ex L.197/2022) pari a 122 milioni di euro.

Gli Investimenti effettuati nel 2023 sono stati pari a 1.376 milioni di euro (+11%, rispetto all’anno precedente) e hanno riguardato per oltre il 60% interventi di sviluppo finalizzati al miglioramento della qualità e al potenziamento delle reti di distribuzione elettricità a supporto di una progressiva elettrificazione dei consumi, alla crescita degli impianti eolici e fotovoltaici, allo sviluppo degli impianti di generazione (nuovo impianto a ciclo combinato – CCGT – di Monfalcone, realizzazione del peaker di Cassano e upgrade della centrale a ciclo combinato di Piacenza), contribuendo all’adeguatezza e alla sicurezza della rete elettrica nazionale, al recupero di energia e materia, al potenziamento delle reti idriche e fognarie, allo sviluppo degli impianti di depurazione e alla digitalizzazione del Gruppo.

Le operazioni di M&A sono state pari a 38 milioni di euro, principalmente relative all’acquisizione di veicoli societari finalizzati allo sviluppo di nuovi parchi fotovoltaici in Friuli Venezia Giulia (VGE05 – Santo Stefano) e in Veneto (Juwi Development 12 S.r.l. e Juwi Development 13 S.r.l.) per complessivi 80MW. Per un corrispettivo di pari importo è stato ceduto ad Acque Bresciane s.r.l. il ramo d’azienda di ASVT S.p.A relativo al Servizio Idrico Integrato. La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2023 risulta pari a 4.683 milioni di euro (4.258 milioni di euro al 31 dicembre 2022), dopo investimenti per 1.376 milioni di euro e pagamento di dividendi per 283 milioni di euro.

L’assorbimento di cassa registrato di 425 milioni di euro al netto delle variazioni di perimetro, è riconducibile all’espansione della base clienti di A2A Energia (in particolare nei segmenti Salvaguardia e Tutele Graduali – Microimprese), a una riduzione dei contratti bilaterali OTC per gli acquisti di commodities e al pagamento di imposte one off legate alla tassazione extra profitti 2022.

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Imprese artigiane, il 2022 si chiude in positivo… ma con molte incertezze

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Partner/Tendenze by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Si chiude un anno in crescita per le MPI manifatturiere lombarde, ma crescono le incertezze sul prossimo trimestre per l’artigianato.

«La crescita registrata nel 2022 si sta raffreddando a causa del perpetuarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticità. Se è vero che si iniziano a registrare segnali di miglioramento come il ridursi dell’inflazione, in generale, e del prezzo del gas e dell’energia, nello specifico, tali aspetti non sono ancora sufficienti. Naturalmente ci si augura che questi trend di contrazione prezzi continuino nei prossimi mesi, riportando livelli ragionevoli per imprese e famiglie. Una preoccupazione su tutte, che spinge a leggere gli ultimi dati con estrema cautela riguarda l’inasprimento delle condizioni di politica monetaria, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese. Tale scenario allarma in particolare le piccole realtà produttive che sostengono, da sempre, costi del credito più elevati. Stando ai rialzi già effettuati dalla BCE, le MPI lombarde hanno pagato tra luglio 2022 e febbraio 2023 un extra-costo 726 milioni di euro».

Così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti commenta gli ultimi dati congiunturali lombardi, presentati insieme a Unioncamere Lombardia nel corso del consueto appuntamento trimestrale che fotografa lo stato di salute della manifattura lombarda. Il presidente di Confartigianato Lombardia ha rappresentato le organizzazioni dell’artigianato lombardo, commentando le evidenze del comparto affiancando il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio e la prof.ssa Maria Garbelli del Dipartimento di Economia dell’Università Milano Bicocca.

I DATI DELL’ANALISI CONGIUNTURALE SULL’ARTIGIANATO MANIFATTURIERO

L’analisi prende in considerazione le MPI dell’artigianato manifatturiero lombardo. Stiamo parlando di 48.178 Imprese artigiane manifatturiere lombarde e dei loro 173.108 addetti: MPI artigiane che hanno chiuso positivamente il 2022. Risultati col segno più in tutte le dinamiche tendenziali in crescita: la variazione della produzione annua registra +6,9%, il fatturato +8,9%, gli ordini interni +4,9% stessa crescita per quelli esteri. Tra i settori con le migliori performance pelli e calzature (+17,5%), lavorazione di minerali non metallici (+9,1%), abbigliamento (+8,9%), legno e mobilio (+7,7%), carta e stampa (+7,2%), meccanica (+6,6%). Trend sostenuti dalla tenuta della domanda domestica, principale traino della produzione artigiana. Inoltre, questa decisa spinta positiva porta l’indice di produzione oltre il valore soglia (100), valore che negli anni precedenti è sempre sembrato un lontano traguardo.

È negativo il saldo delle aspettative per il campione del mondo dell’artigianato considerato dal rapporto: se per l’industria si vede in negativo solo la domanda interna, per le MPI artigiane lombarde del comparto manifatturiero, il saldo nelle aspettative per il prossimo trimestre (II del 2023) peggiora nella produzione, nella domanda interna e in quella estera.

Portano inoltre a riflettere e a porsi domande, in merito agli sviluppi futuri del comparto dell’artigianato manifatturiero, i dati riferiti alle giacenze e alla produzione assicurata. Le prime si riducono in modo sostenuto, sia quelle di prodotti finiti
(-10,2%) che quelle di materie prime (-11,4%), mentre la produzione assicurata sale sostenuta da una domanda ancora ‘vivace’ (dalle 49,4 giornate del III trimestre alle 53,4 giornate del IV trimestre 2022); situazione questa che implica che l’artigianato coprirà l’attività futura accingendo da un magazzino sempre meno fornito.

«Per quanto riguarda il mondo dell’artigianato, finalmente registriamo dati positivi sia quanto a produzione che fatturato, ordini interni ed esterni. I risultati di fine anno ci rincuorano, ma non possiamo gioirne a pieno, perché intravediamo all’orizzonte nubi che si addensano e invitano alla cautela. Nonostante queste criticità, la domanda di lavoro tiene nei primi mesi di questo 2023, ma a tale trend positivo si affianca la crescente difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie al ‘fare impresa’. Problematica più sentita dalle imprese artigiane lombarde per le quali la quota di “introvabili” sale al 52,8%, dato superiore (+12,8%) rispetto a quello rilevato per le imprese non-artigiane (40%) e di 8,9 punti sopra rispetto a un anno fa. In questo scenario, torniamo a chiedere sostegno all’artigianato con politiche per le aziende a partire dalla loro dimensione e dalle loro caratteristiche precise, come sempre abbiamo sostenuto “No alla taglia unica”. Altro aspetto centrale è quello di istituire misure stabili, che permettano alle imprese una pianificazione a medio termine, con un orizzonte abbastanza ampio per investimenti di autentica crescita, con innovazioni di processo e adeguamento di prodotto e servizio alle esigenze di mercato» conclude il presidente Massetti.

Lavoro in somministrazione: +11% nel Bresciano

in Economia/Lavoro/Partner by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

 Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel complesso del 2022 le richieste di lavoratori in somministrazione registrano una crescita dell’11% sul 2021, mentre il confronto con l’anno 2019, preso a riferimento come “normalità pre-Covid”, segna un valore negativo (-4%), a certificazione di un processo di recupero non ancora del tutto concluso.

A evidenziarlo (secondo quanto riferisce BsNews.it) sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Per quanto riguarda il solo 4° trimestre 2022, la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+8% tendenziale), in lieve accelerazione rispetto alla rilevazione precedente (+4%). La seconda parte dell’anno mostra quindi un’evoluzione positiva, ma relativamente meno pronunciata nei confronti di quanto sperimentato nel primo semestre del 2022.

Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020. Allo stesso tempo, la suddetta dinamica rifletterebbe il rallentamento del settore industriale locale rilevato tra luglio e dicembre.

“Il processo di ripresa del lavoro in somministrazione a Brescia è proseguito anche nel 2022, per quanto non possa definirsi ancora concluso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Se i dati sullo scorso anno sono infatti positivi, il gap con il periodo pre-pandemia non è ancora del tutto colmato. Vorrei però sottolineare che si tratta di dati incoraggianti, a maggior ragione se letti alla luce delle vicissitudini che hanno caratterizzato l’anno da poco concluso, legate in particolare al caro energia e alle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Per quanto riguarda le aree professionali maggiormente richieste, la nostra provincia continua a distinguersi per la necessità di trovare conduttori d’impianti e operai specializzati: un altro tema su cui, come Associazione, stiamo lavorando. L’obiettivo resta quello di indirizzare sempre più i nostri giovani verso percorsi professionali in grado di garantirgli un futuro lavorativo solido e riconosciuto”.

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (41,5%), seguiti dal personale non qualificato (16,5%), dagli operai specializzati (13,5%) e dagli addetti al commercio (13,5%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (20,5% della domanda complessiva), non qualificati in imprese industriali (6,1%), addetti macchine lavorazioni metalliche (5,0%), addetti consegna merci (4,7%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,7%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della distribuzione commerciale e i tecnici della produzione), agli addetti al commercio (esercenti di ristoranti, fast food, pizzerie e simili), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

IL CRM diventa empatico: nuova acquisizione strategica per Neosperience

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Il gruppo Neosperience, player di riferimento nell’Intelligenza Artificiale quotato su Euronext Growth Milan, si rafforza ulteriormente acquisendo il controllo (51%) di Rhei S.r.l. Rhei, con una consolidata esperienza nella realizzazione di soluzioni per il CRM, è nota in Italia per essere partner di riferimento di HubSpot, una delle piattaforme CRM di maggior successo al mondo. L’integrazione delle soluzioni di Rhei basate su HubSpot con Neosperience Cloud, già sperimentata con successo con numerosi progetti e clienti, rafforza l’offerta di Neosperience dando vita alla prima proposta di CRM empatico al mondo. 

Oltre ai benefici derivanti da questa integrazione, l’acquisizione di Rhei porta a Neosperience un incremento dei ricavi di circa 1.8 milioni di Euro, un EBITDA margin superiore al 20%, unitamente a un team di talenti specializzati nel CRM e un portafoglio di clienti eccellenti, fra cui Dainese, Folli Follie, Marchiol, MCZ, PhotoSì, Santoni, Simes, Tecniche Nuove, Uretek, TeamSystem, Velux, Viessmann, Woolrich. “Siamo entusiasti di avviare questa partnership strategica che fa nascere un nuovo paradigma di relazioni con il cliente attraverso il CRM empatico. Recenti ricerche hanno rilevato che il 72% dei clienti si aspetta che le aziende comprendano e supportino in modo più profondo le loro esigenze e obiettivi. Grazie all’unione della psicologia cognitiva, comportamentale e sociale con il CRM, attraverso l’Intelligenza Artificiale, eleviamo il nostro ecosistema di soluzioni rivolte alle imprese. – dichiara Dario Melpignano, Presidente di Neosperience – Il risultato è un approccio rivoluzionario al CRM, con cui le aziende possono stabilire relazioni durature e creare più valore per i clienti finali. Grazie all’integrazione di HubSpot e delle tante specializzazioni verticali costruite nell’ultimo decennio da Rhei, abbiamo l’opportunità di mantenere la promessa originale del CRM: incorporare il fattore umano nel digitale, fondendo l’empatia nell’esperienza.” 

Con questa operazione strategica, i manager e tutti i collaboratori di Rhei – partecipando all’azionariato e al piano di stock option della Società – rafforzano l’offerta di Neosperience a beneficio di tutti i clienti del gruppo e apportano competenze ed esperienze CRM sulla piattaforma HubSpot, in fortissima crescita a livello globale e con una capitalizzazione di circa 38 miliardi di USD. 

“Rhei vede in questa operazione la naturale prosecuzione del suo progetto di business: la nostra offerta di prodotti e servizi completa e potenzia quella di Neosperience. – sottolinea Graziano Greco, CEO di Rhei – Arriviamo da anni di crescita a doppia cifra. Con l’ingresso in Neosperience diventiamo da subito il maggior Diamond Partner di HubSpot in Italia con l’obiettivo di affermarci in breve tempo come il partner strategico di riferimento di HubSpot in Europa.” Razionale dell’operazione Rhei S.r.l. è una società specializzata nel disegno e implementazione di soluzioni digitali con un focus nella costruzione di sistemi di Customer Relationship Management innovativi. Con un team di specialisti e grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie, Rhei assiste le aziende nell’aumentare la redditività dei propri canali di vendita e migliorare la relazione con i clienti, introducendo processi che allineano marketing, vendite e customer service. Con sedi a Milano e Vicenza, dal 2017 Rhei è il primo HubSpot Diamond Partner in Italia. 

Si prevede che Rhei chiuda l’esercizio 2021 con ricavi pari a circa 1.8 milioni di Euro, un EBITDA margin superiore al 20% e una PFN positiva dell’ordine di 600.000 Euro. 

I principali fattori di creazione di valore per gli azionisti di Neosperience a seguito dell’integrazione con Rhei sono:

> Un supporto più esteso ai clienti, che, nei rispettivi settori industriali, potranno:                

– Rafforzare la capacità di veicolare i valori distintivi del loro brand;               

– Superare i limiti dei sistemi CRM attuali, che hanno privilegiato l’efficienza a discapito dell’efficacia di una relazione profonda e autentica con i clienti;               

– Incrementare, in conseguenza, i tassi di conversione, i ricavi e i margini di vendita;
> Aumento della capacità di attrazione di nuovi clienti e talenti; 

> Ampliamento del portafoglio clienti e delle opportunità di cross-selling e upselling, sia facendo leva sulle soluzioni Neosperience, sia integrando la base clienti e il portafoglio prodotti di tutte le società del gruppo; 

> Rafforzamento del Management Team, grazie al coinvolgimento di una squadra di imprenditori e professionisti con un track record unico in Europa; 

> Presenza internazionale con clienti in UK, Germania, Benelux, Francia, Spagna e Svizzera.

La Customer Data Platform (CDP): lo strumento che rivoluziona le vendite nei processi Business to Business

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Negli ultimi anni ha preso piede una sigla che – almeno inizialmente – ha creato non poche incomprensioni tra addetti al marketing e alle vendite: CDP, ovvero Customer Data Platform, è una nuova tipologia di piattaforma – dedicata sia al Business to Business (B2B) sia al Business to Consumer (B2C) – che va a sostituire, e in parte si integra, con le piattaforme per il CRM (anche se ormai sono così diverse le une dalle altre, che una definizione di CRM nella pratica non esiste).

Sia un sistema CRM, sia una CDP raccolgono i dati di clienti e prospect per uso commerciale e di marketing ma ci sono delle differenze.
Il CRM organizza e gestisce le interazioni che la tua azienda rivolge ai clienti: i dati presenti in un CRM saranno il nome del cliente, la cronologia delle sue interazioni con il team di vendita. La CDP invece raccoglie i dati sul comportamento dei tuoi clienti relativamente al prodotto/servizio che hai offerto loro: per esempio, una CDP ti permette di comprendere ogni interazione che il tuo cliente ha posto in essere da quando ha iniziato a interagire con la tua azienda (ad esempio, scoprirai qual è il canale tramite cui ti ha individuato). Inoltre una CDP – per funzionare e offrire un’analisi veramente a 360° del cliente/utente – ha bisogno di avere come fondamenta un buon sistema di analisi e recupero delle info: ovvero, deve necessariamente utilizzare l’Intelligenza Artificiale.

Vediamo però nel dettaglio come funzionano CRM e Customer Data Platform nel B2B. Per esempio, un CRM aiuta i commerciali a rendere più semplice la gestione delle relazioni con i singoli clienti. Come? Sfruttando tutte le informazioni inserite per accelerare, studiare e migliorare i tentativi posti in essere per avvicinarsi al cliente ed instaurare con lui una relazione.
Una CDP invece ti permette di gestire e comprendere tutti i dati dei tuoi clienti (potrai godere di una Single Customer View). In particolare, capirai come, dove e perché i tuoi clienti interagiscono con il tuo business: grazie a questi dati riuscirai a ottimizzare, giorno dopo giorno, le tue decisioni aziendali. Una CDP supporta prevalentemente tutte quelle funzioni lavorative che non si interfacciano direttamente con il cliente. Ad esempio, una CDP potrà essere utilizzato dai membri del team marketing, che possono così utilizzare le sue informazioni per individuare tattiche maggiormente efficaci o per personalizzare le campagne, o per esempio dai membri del team sviluppo, che in grazie a una CDP possono comprendere come gli utenti utilizzano il prodotto dando priorità a determinate funzionalità rispetto ad altre.
In un mercato sempre più ricco di proposte in competizione, riuscire a comunicare in modo efficace con il cliente e vincere tra i competitor è il primo obiettivo. Per fare questo è necessario offrire non solamente un prodotto o un servizio, ma una vera e propria esperienza: da una semplice richiesta di informazioni, alla pagina social, fino alla fornitura di un servizio post vendita attraverso un meccanismo di sottoscrizione.
Per far ciò è necessario avere a disposizione uno strumento in grado di offrire una visione unificata – e intelligente – dell’esperienza cliente, che permetta di ottenere una Single Customer View con tutte i dati essenziali: per questo motivo avere a disposizione una CDP è diventato di anno in anno sempre più importante.
Un sistema di questo tipo è certamente di grande valore per i grandi Brand B2C, ma nel tempo si è dimostrato importantissimo anche nel settore Business to Business, e nelle medie aziende. Il fatto che una CDP unisca molteplici fonti di dati permette di conoscere nel dettaglio qualsiasi tipo di interazione, anche tra professionisti. Vediamo qualche esempio.

Lead Generation per il B2B

Con la prossima “morte” dei cookie, sono diventati sempre più famosi e utilizzati i sistemi di IP Tracking, che ora sono in grado di identificare e analizzare il comportamento delle persone giuridiche che visitano il proprio touchpoint digitale, ancora prima che venga compilato un form di contatto.
Per fare un esempio, uno strumento di questo tipo ti sa dire che la Marco Rossi Srl ha visitato il tuo sito, quali pagine ha visto e per quanto tempo ci è rimasto. Inoltre ti fornisce tutte le informazioni finanziarie e commerciali sull’azienda stessa.
Questo sistema di analisi ti permette di ottenere informazioni su audience ed efficacia delle comunicazioni come mai prima: un’ottima notizia per qualsiasi reparto marketing.  
Noi ad esempio oggi utilizziamo una nostra piattaforma proprietaria – Lead Champion – che è indubbiamente la migliore per quanto riguarda il panorama italiano.  

Voice of Customer
Piattaforme per la Voice of Customer che siano in grado di arricchire realmente le operations di insight sui clienti e gli stakeholders son ben poche, ma quelle che invece danno risultati sono in grado di rivoluzionare l’approccio al cliente e al partner. Raccogliere i feedback degli utenti e degli stakeholder in tempo reale e lungo tutto il funnel di vendita è da sempre un desiderio di ogni marketer: avere a disposizione una Customer Data Platform – in particolare dedicata al B2B – dove poter vedere e analizzare questi dati – e altri – per singolo cliente e partner è il coronamento di questo sogno. Attraverso una piattaforma come NeosVoc gli utenti possono fornire il loro feedback in completa libertà, nei formati e con i canali che fanno già parte delle loro abitudini di comunicazione e in ogni fase del Customer Journey. La rilevazione avviene nello stesso momento dell’interazione e grazie alla dashboard e a modelli di analisi basati sull’intelligenza artificiale.

Analisi Competitor

Un’altra funzionalità interessante della CDP è la possibilità di inserire nella piattaforma qualsiasi tipologia di dato, per esempio anche i cataloghi dei competitor. I dati sui concorrenti che provengono dall’esterno dell’azienda possono essere utilizzati per verificare quali sono le opportunità di successo prima di spedire la propria offerta. In questo caso il collegamento avviene tra utente, prodotti  del nostro catalogo e prodotti sostitutivi offerti dai competitor.

Visione Storica e Dati di ServizioUna CDP permette di mettere insieme e correlare dati operazionali – come quelli logistici di consegna – e tutto ciò che è legato al servizio stesso, per verificarne l’utilizzo o eventuali problemi in modo da reagire tempestivamente. Essenziale è anche la memorizzazione delle compilazioni dei form, dell’invio delle mail e le registrazioni delle chiamate.

Le 3 strategie che una Customer Data Platform (CDP) permette di realizzare nel B2B sono:> Avere una visione concreta, a 360° e in tempo reale, di ogni cliente o stakeholder che entra in contatto con l’azienda, in modo da destinare una comunicazione specifica per ogni cluster di clienti o anche per ogni cliente: la single customer view;
> Comprendere la tipologia di “interlocutore business” anche dal punto di vista personale: cosa caratterizza la sua personalità e quali sono le leve che comandano il suo acquisto. Limitarsi ai dati socio-demografici non è funzionale: bisogna individuare alcuni tratti psicometrici per trovare sempre il miglior “tone di voice”;
> Studiare il proprio contesto in tempo reale realizzando una ricerca di mercato continua in modo da aggiornare la propria offerta. Il mercato cambia con velocità e avere dei sensori sulle proprie relazioni è fondamentale.
Se un tempo l’imprenditore poteva avere una sensazione istintiva corretta di “come sta andando il business”, oggi anche se le variabili sono diventate molteplici la CDP permette di estendere la sua sensorialità a nuovi livelli di precisione e visione.

Neosperience Lab, il laboratorio per la trasformazione digitale delle imprese italiane – Parla il nuovo CEO Luca Lesignoli

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Luca Lesignoli è un manager con lunga esperienza sul mercato. Da più di vent’anni imprenditore nei settori della tecnologia, della consulenza e del marketing è stato dirigente di importanti gruppi industriali tra cui il Gruppo Infracom di Verona e il Gruppo Artoni di Reggio Emilia. In questi gruppi industriali ha ricoperto la carica di Direttore Commerciale e Marketing di gruppo sviluppando esperienze sia in ambito nazionale che internazionale. Oggi Luca Lesignoli è il CEO di Neosperience Lab, società del gruppo Neosperience. Neosperience Lab gestisce gli aspetti direzionali e strategici della trasformazione digitale che devono essere di ogni progetto innovativo. Neosperience Lab è in grado di prevedere i possibili risultati di un nuovo posizionamento digitale dell’azienda, fornendo nuove strategie e criteri quantitativi per misurare il ritorno degli investimenti attraverso la redazione di un vero e proprio business plan per la digitalizzazione dell’azienda o di un dipartimento aziendale. Neosperience Lab, infatti, garantisce la messa in opera di persone, strumenti e processi funzionali alla strategia, abilitando la successiva fase di sperimentazione che può avvenire anche mediante costituzione congiunta di una Startup Innovativa. Neosperience Lab si pone l’obiettivo di seguire le imprese in tutte le fasi di sviluppo e tecnologizzazione, senza mettere a rischio il loro business tradizionale e dando loro l’appoggio finanziario di istituti bancari particolarmente attenti al mondo imprenditoriale e alle loro necessità.

Rivolgiamo ora alcune domande direttamente a Luca Lesignoli

Qual è la mission di Neosperience Lab?

L’evoluzione del mercato e il desiderio di gestire la crescita sono alcuni dei più importanti elementi che devono caratterizzare il sistema delle imprese italiane.

In questo contesto, l’innovazione digitale diventa il principale fattore competitivo. Il sistema imprenditoriale italiano è prevalentemente costituito da un insieme di piccole e medie imprese flessibili e specializzate la cui proposta differenziale sul mercato si caratterizza spesso per l’eccellenza nelle “operations”, ma non sempre possono avere a disposizione strumenti evoluti e risorse tipiche dei “grandi”. Neosperience Lab con i suoi servizi vuole supportare l’evoluzione delle imprese italiane in questa sfida. 

Qual è il primo passo che deve essere intrapreso dalle imprese italiane?

Prima di pensare a utilizzare tecnologie innovative come Intelligenza Artificiale e Blockchain, un’impresa deve fare una riflessione profonda sul suo posizionamento rispetto al mondo digitale: questo è il primo passo. Il posizionamento, nel marketing, è un’analisi utile a studiare un mercato, per individuare come comunicare una caratteristica distintiva di un brand, un prodotto o – come in questo caso – un’impresa: in poche parole, un elemento che renda più visibile il messaggio in una situazione di elevata concorrenza. L’obiettivo consiste nel trovare al prodotto una collocazione di rilievo nella mente del potenziale cliente sia nel “business to consumer” sia nel “business to business”. Non si tratta quindi di definire solo delle caratteristiche distintive, ma il modello di business ed il suo modus operandi sulla piazza digitale, ripensando in modo coerente anche la piazza tradizionale.

Quali processi è necessario innovare?

Se nel passato si è sempre cercato di lavorare sul sistema produttivo e sull’innovazione del prodotto, dato che poi le vendite sarebbero state una conseguenza, oggi bisogna sempre più ragionare sui processi di ingaggio e la conoscenza dei clienti. Amazon, Google e i social network sono da un lato un’opportunità, ma dall’altro diventano un muro che si contrappone tra un’azienda ed i suoi clienti potenziali. Bisogna quindi usare queste piazze per entrare in contatto con i potenziali clienti, per poi gestirli però in modo diretto. In tal senso è anche opportuno rivisitare dove possibile il proprio rapporto con il canale di distribuzione – che spesso è in difficoltà a causa dei grandi operatori e-commerce – sviluppando in esso e grazie a esso un’iniziativa di ingaggio, o pensare a nuovi modelli che permettano di costruire una relazione one to one con il consumatore.

Stiamo parlando di utilizzare i dati dei clienti, ma come si può fare?

Una media impresa non può avere la stessa strategia di raccolta dati di un grande operatore digitale che lavora sui “big data”, ma deve concentrarsi sui dati che in concreto gli servono, ossia gli “small data”, sia che essi provengano dai social network – per capire come profilare l’offerta – sia che arrivino – per fare un esempio settoriale – dal mondo Health, con le caratteristiche biometriche che possono segnalare una possibile esigenza.

Cosa costituirà valore nell’azienda del futuro?

Il presidio diretto e fidelizzato di una comunità di clienti e la capacità di sviluppare questo network. Se in passato si valutava il valore dell’azienda dai cespiti e dal numero dei dipendenti, ora anche la gestione di questo processo, in apparenza molto in linea con una startup digitale, diventa fondamentale anche per il mondo manifatturiero.

Il presidio della relazione diretta con i clienti permetta a un’impresa di costruire addirittura nuovi prodotti specifici. A questo importantissimo tassello vanno poi aggiunti, e gestiti sempre più in modo digitale per erogare i servizi e consegnare i prodotti come oggi il mercato richiede, le persone dell’azienda, i fornitori, i sistemi informativi tradizionali. Infine anche la formazione giocherà un ruolo chiave nello sviluppo aziendale dei prossimi anni.

La maggior parte delle piccole medie imprese italiane sono business to business: quali dati servono in questo caso?

Queste aziende si muovono spesso con contatti diretti ed iniziative come le fiere, ma queste modalità stanno perdendo di giorno in giorno efficacia. Direi prima di tutto che bisogna cercare di capire chi sta reagendo positivamente allo storytelling del proprio prodotto e perché, in modo da fornire in automatico contenuti sugli aspetti più rilevanti per ogni singolo cliente potenziale. In poche parole è necessario realizzare un progetto di Customer Generation Digitale con strumenti evoluti che sappiano ascoltare il mercato in ogni istante mettendo le aziende nelle condizioni di prendere le decisioni corrette.

Come cambierà il prodotto manifatturiero?

Il trend è legato alla sua trasformazione in un servizio indipendente o aggregato a dei servizi digitali, in modo da poter diventare funzionale alla gestione continuativa della relazione con i clienti.

Così come i grandi produttori di smartphone non vendono più solo un oggetto fisico ma un ecosistema di servizi, anche un prodotto manifatturiero come un macchinario industriale deve arricchirsi di queste componenti. Alla fine le aziende di maggior successo assomiglieranno in futuro a un’operatore software che vende in abbonamento i propri pacchetti. Del resto si dice già ora negli Stati Uniti: “every company is a software company”.

In questo scenario dove la tecnologia sarà determinante, quanto contano le persone?

L’indubbia complessità di tutte queste dinamiche richiede la presenza in azienda di figure con conoscenze e capacità di operare in un ambito in costante evoluzione e che portino nella struttura aziendale flessibilità e nuovi punti di vista. Spesso queste figure sono dei giovani che vivono sulla loro pelle l’innovazione tecnologica. Si tratta di una grande opportunità di lavoro per loro. Per questo Neosperience Lab unisce alla costruzione di una macchina digitale la presenza di un “pilota” o di una “struttura pilota”, che possa portare il progetto fino al traguardo.

Lavoro in somministrazione, nel secondo trimestre 2021 cresce la domanda a Brescia

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Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 2° trimestre 2021 la domanda di lavoratori in somministrazione in provincia di Brescia mostra un deciso e inedito incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al +106% (tendenziale). L’entità dell’aumento è legata al confronto con l’analogo intervallo del 2020, ovvero con la fase più acuta della crisi economica scoppiata in concomitanza con la pandemia, quando molte attività produttive e commerciali operavano a regime ridotto, se non addirittura chiuse.

A evidenziarlo è il tradizionale Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il Lavoro, riferito al 2° trimestre 2020.

Il confronto con la “normalità pre-Covid”, identificata nel 2° trimestre del 2019, registra una contrazione delle richieste nell’ordine del 13%, stando a indicare che quanto perduto durante l’emergenza del 2020 è stato solo parzialmente recuperato. Per quanto riguarda i macro gruppi professionali analizzati nell’Osservatorio, il confronto con il 2° trimestre 2019 offre una prospettiva particolarmente diversificata, con i profili tecnici in forte sviluppo (+67%), seguiti a distanza dal personale non qualificato (+10%) e dai conduttori d’impianti (+6%). Variazioni negative riguardano invece gli impiegati esecutivi (-14%), gli operai specializzati (-37%) e, in particolare, gli addetti al commercio (-65%), che si conferma come la categoria più penalizzata dalla pandemia.

Dal punto di vista della composizione della domanda, si evidenzia la prevalenza di conduttori d’impianti (39,6%), seguiti dal personale non qualificato (23,5%), dagli operai specializzati (11,7%) e dagli addetti al commercio (9,0%). Più contenuta è la domanda di tecnici (8,9%) e impiegati esecutivi (7,3%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, tecnici informatici), agli impiegati esecutivi (addetti logistica e impiegati contabili), agli addetti al commercio (addetti fast food e addetti assistenza pazienti) e agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori, fabbri).

Tecnologia e design, possono coesistere nel mondo contemporaneo?

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Leviant Design Experience è l’idea studiata da tre giovani bresciani con l’ambizione di coniugare design/architettura e innovazione. Pubblichiamo, nell’ambito della rubrica di Innovation Club, il loro comunicato.

DOVE NASCE L’IDEA

L’idea nasce dall’esigenza di Giordano, designer d’interni e libero professionista, che da tempo riscontra il problema di acquisire clienti che sappiano apprezzare la qualità del proprio lavoro e che siano “in target”. Il tutto concentrandosi sulle esigenze del cliente, cosicché possa ritenersi davvero soddisfatto.

QUAL È LA SOLUZIONE

La soluzione è creare una community fatta di professionisti nel settore dell’architettura d’interni da un lato e di clienti dall’altro. Grazie al contributo altamente tecnologico dell’intelligenza artificiale la piattaforma consiglierà al cliente il miglior professionista per lui. Questa soluzione ripropone le dinamiche del passaparola molto presente nel settore del design.

COM’È NATA

La soluzione è nata grazie al contributo di Neosperience e degli altri membri: Ivan Faustini (ingegnere edile- architetto) e Gentian Dedej (informatico specializzato).Il team è stato costituito a gennaio 2020 nel percorso Clab dell’ Università degli Studi di Brescia.

COME FUNZIONA?

La piattaforma consentirà appunto di profilare i clienti tramite una serie di domande sottoposta da una intelligenza artificiale che ti guida nelle scelte iniziali.Gli utenti dovranno interrogarsi sullo stile predefinito, sulla metratura quadrata dell’abitazione, la tipologia e il budget messo a disposizione.Grazie alla geolocalizzazione inoltre, i clienti hanno la possibilità di incontrare i propri professionisti già nel raggio di pochi kilometri. Questa opzione é stata dettata dalla volontà di valorizzare il lavoro dei professionisti locali, con un occhio rivolto al green.I professionisti iscritti alla piattaforma non dovranno fare altro che rispondere ad alcune semplici domande, indicando preferenza a loro più affini avendo cura di specificare servizi e mansioni da loro svolte.Leviant, grazie alla tecnologia, dona a tutti una possibilità di poterti far incontrare la persona che ti aiuta a sviluppare un’ambiente salubre.

Uno sguardo al futuro Leviant oltre a far incontrare domanda ed offerta, vuole sviluppare qualcosa di più. Pensato per un’economia circolare, il team sta sviluppando un Marketplace che coinvolge più attori; quali consumatori, progettisti e rivenditori d’arredo.La piattaforma é ideata per vendere pezzi di arredo “seconda mano”, invenduti o che cercano semplicemente una nuova casa.Leviant si occupa di tutto, dal trasporto al montaggio direttamente nella vostra abitazione e, qualora ci fosse bisogno, di un piccolo restauro.

“Un ringraziamento – precisa il team di Leviant – va a Matteo Linotto, co-founder ed Enterprise Sales Manager di Neosperience SpA, il cui supporto ci infonde fiducia e voglia di crescere”.

Diagnosticare di infezioni da Covid 19 attraverso un colpo di tosse grazie all’Intelligenza Artificiale

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Neosperience (https://www.neosperience.com/it/), quotata all’Aim Italia, ha realizzato un nuovo sistema per aiutare la diagnosi di infezioni da Covid attraverso l’analisi dei suoni e l’elaborazione di dati audio come i colpi di tosse di un paziente o lo stress durante un dialogo.Il nuovo test di diagnosi è in grado di valutare dati come la frequenza della respirazione, lo stress durante un dialogo – il cosiddetto fiato corto – e i colpi di tosse dei pazienti, contribuendo in modo determinante alla diagnosi di infezioni da Covid 19. Analizzando un flusso audio contenente una breve conversazione, oppure alcuni colpi di tosse, il sistema è in grado infatti di individuare le persone che presentano i suoni caratteristici dell’infezione.Si tratta, come spiega l’azienda in una nota, di valutare attraverso sistemi tecnologici di intelligenza artificiale i segnali fisiologici tradizionalmente registrati con l’auscultazione manuale, elaborandoli attraverso l’impiego di dispositivi personali individuali (smartphone, tablet e computer) e rendendo possibile la loro elaborazione automatica.
Un risultato, viene spiegato, che rappresenta al contempo un evento trasformativo che apre alla possibilità di coadiuvare la diagnosi del Covid 19 a sistemi come Capsula Health Pod, partner di Neosperience insieme al laboratorio TeDH (Technology and Design for Healthcare) del Politecnico di Milano. “È solo l’inizio di un progetto che ha un potenziale incredibile perché le elaborazioni di questi dati possono essere impiegate efficacemente come segnali di pre-screening” sottolineano Alessandro Nizardo Chailly e Giuseppe Andreoni, rispettivamente ceo e founder di Capsula e professore del Politecnico di Milano e scientific advisor di Capsula.

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