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Agricoltura e allevamento

Emergenza peste suina, ecco la posizione di Coldiretti

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Sono saliti a 19 i focolai di peste suina africana (PSA) negli allevamenti lombardi, l’ultimo confermato proprio oggi in provincia di Lodi, che si aggiunge agli altri accertati dal 26 luglio scorso a Milano, Pavia e la stessa Lodi. A livello europeo – precisa Coldiretti Brescia su fonti EFSA – Nel 2023 sono stati 14 gli stati membri dell’UE interessati dalla peste suina africana (PSA), che, in rapporto all’anno precedente, ha fatto quintuplicare i focolai infettivi nei suini domestici. Il virus fu introdotto per la prima volta in Svezia e Croazia diffondendosi poi a nuove aree in Italia, riapparve anche in Grecia dopo una pausa di due anni.

Cresce la preoccupazione tra gli allevatori bresciani – precisa Coldiretti Brescia – la nostra provincia non è ricompresa tra le zone di restrizione, assoggettate a grossi vincoli agli spostamenti degli animali, ma il “fronte” della malattia si sta pericolosamente avvicinando: “il nostro impegno resta costante – precisa Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia –  tutti gli allevatori colpiti e anche quelli che si trovano nelle aree interessate devono avere tutta l’attenzione istituzionale necessaria; vigileremo e reagiremo al fianco dei nostri soci suinicoltori affinché gli interventi necessari non rimangano lettera morta, ma si proceda nel più breve tempo possibile a copertura del mancato reddito”

Il problema principale – ancora da risolvere – per la diffusione del virus, rimangono i cinghiali – precisa Coldiretti Brescia – in questa fase fondamentali diventano anche le misure di biosicurezza che gli allevatori stanno mettendo in campo per proteggere ogni allevamento.

“La peste suina interessa unicamente gli animali – aggiunge in conclusione la presidente Facchetti – per cui non ci deve essere nessuna preoccupazione per la sanità e la salubrità dei prodotti che finiscono sulle tavole dei cittadini consumatori. La malattia viaggia sulle gambe dei cinghiali ed è urgente attivare tutte quelle misure utili a contenere e bloccare la diffusione del virus a partire da piani concreti di abbattimento dei selvatici”. 

I Giovani di Coldiretti puntano sull’innovazione

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“Ci stiamo impegnando a creare una squadra forte e compatta, noi giovani dobbiamo imparare ad essere i dirigenti di domani, ci serve consapevolezza e conoscenza di tutte le possibilità che il nostro settore offre, all’interno di Coldiretti noi siamo la linfa, dobbiamo avere la lungimiranza per portare avanti le nostre aziende con un imprenditorialità innovativa, abbiamo coinvolto anche i giovani della Lombardia perché il confronto è  un punto fondamentale del nostro lavoro“. Queste le parole di Alessandro Scartapacchio, delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Brescia in occasione dell’Assemblea annuale del gruppo – che si è svolta presso l’agriturismo Cascina Rezzadella a Ciliverghe di Mazzano –  alla presenza di numerosi giovani imprenditori bresciani e lombardi, del delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa Lombardia Giovanni Bellei, del segretario del gruppo Davide Baldassare, del vicedirettore di Coldiretti Brescia  Mauro Belloli e della presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti.

Una serata di convivialità che ha visto una prima fase di confronto e di condivisione, dove sono stati affrontati numerosi temi legati alle attività svolte dai giovani e alla programmazione del gruppo: “in questo mio primo anno abbiamo cercato di fare rete con il numeroso gruppo di giovani imprenditori bresciani –  racconta il delegato provinciale Alessandro Scartapacchio – sono state tante le attività che abbiamo messo in campo, dal Brennero a Bruxelles, fino agli incontri dedicati al credito e in tutti gli uffici  della provincia di Brescia.  Ora è il momento di continuare a lavorare in gruppo solo come noi giovani sappiamo fare, siamo pronti a contrastare gli attacchi e combattere tutte le battaglie intraprese da Coldiretti per tutelare noi giovani agricoltori e tutto il nostro settore”.

Alcuni numeri significativi del settore giovani a livello nazionale precisando che in Lombardia le imprese under 35 sono 3287 (Elaborazioni Ismea-RRN su dati Istituto Tagliacarne- Infocamere): le aziende condotte da giovani agricoltori under 35 anni sono il 7,5% del totale delle 703.975 imprese agricole italiane censite al 31 dicembre 2023 ma concorrono però al 15% dell’economia del settore. La ricchezza generata mediamente da un’impresa agricola giovanile è pari a 82.500 euro, valore superiore del 65% rispetto alla media di tutte le aziende che è pari a 50.000. Le aziende giovanili sono infatti più grandi e con un maggior grado di innovazione rispetto alla media nazionale con una maggior propensione ad investire dei giovani agricoltori con una quota che è salita al 48% nel 2023.

In un mondo che viaggia a velocità mai sperimentate prima, i giovani rappresentano una risorsa preziosa da coinvolgere sempre di più perché fonte di energia e di idee innovative: “Grazie per quello che avete fatto quest’anno– conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti –  grazie per l’esempio e la carica che ci date, sono certa che siete pronti per le sfide future che vedono al centro economia, ambiente e mercato”.

Fondo eccellenze enogastronomiche, Confartigianato: click day? Altro flop day

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Dopo un’attesa di due anni, da oggi le imprese dovevano poter iniziare ad accedere al Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano, l’incentivo rivolto alle aziende dei settori ristorazione, pasticceria e gelateria, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano. E, invece, è arrivato puntuale il blocco della piattaforma informatica per l’accesso al Fondo, con l’impossibilità di inserire le domande ed utilizzare la misura introdotta dal Ministero delle risorse agricole e sovranità alimentare.

Per il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti: «La strada dei click day è lastricata di tanti, troppi altrettanti fallimenti, accumulati negli anni, a danno delle imprese che utilizzano questa modalità telematica per presentare richieste di rimborso, di incentivi o di finanziamenti, fino all’esaurimento dei fondi disponibili. Tutto questo finisce per generare un’irragionevole ed illegittima disparità di trattamento ai danni di alcune imprese, soprattutto micro e piccole, a favore di altre aziende che ne risultano avvantaggiate mediante una selezione che finisce con l’essere “puramente casuale».

Da tempo le imprese aspettavano che i 76 milioni stanziati venissero resi disponibili e Confartigianato ha, nel frattempo, preparato e assistito chi avrebbe voluto accedere all’incentivo. Lo sportello, gestito da Invitalia, è stato aperto oggi, senza alcuna preventiva assistenza, e dalle prime ore si è capito che nulla avrebbe funzionato, con grave disappunto di chi una speranza in un click day funzionante l’aveva riposta. Aspettative ben presto deluse: la piattaforma ha sostanzialmente impedito l’inserimento dei dati di accesso, inchiodandosi subito dopo senza dare alcun tipo di indicazione all’utente sui tempi di attesa o sull’esito futuro.

Conclude Massetti: «Il blocco del sistema rende ora indispensabile l’annullamento della procedura e la previsione di un aggiornamento dello sportello Ma soprattutto, ancora una volta, denunciamo l’inadeguatezza dello strumento del click day per la gestione delle agevolazioni pubbliche. Anche in quest’ultimo caso, a nulla è valsa prima una segnalazione all’Antitrust, poi una lettera da parte di Confartigianato Imprese, all’Amministratore Delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, per evitare la frustrazione di quanti questa mattina, di buon’ora, hanno sfidato la sorte sperando nel miracolo!».

Comunicazione e interazione per la scuola: oltre cento imprenditrici agricole al corso Donne Impresa

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Un percorso formativo per migliorare la comunicazione e l’interazione con i bambini. È quello promosso dal gruppo Donne Impresa di Coldiretti Lombardia, che ha riscosso un grande successo con la partecipazione di oltre centro di imprenditrici agricole provenienti da tutta la regione.

Il corso – precisa Donne Impresa Coldiretti Brescia – si è sviluppato in tre diverse tappe tra Milano, Como e Brescia, con l’ultimo appuntamento che si è svolto ieri, mercoledì 28 febbraio, presso l’agriturismo Roccolo a Bedizzole (BS). Tenuto da Paola Bassoli, ex designer e pittrice esperta di laboratori d’arte per bambini, ha avuto come obiettivo quello di fornire strumenti teorici e pratici per migliorare la comunicazione con i bambini e per catturare la loro attenzione e curiosità attraverso attività specifiche.

Tutte competenze utili per l’ impegno nelle scuole – spiega Donne Impresa Coldiretti Brescia – dove ogni anno grazie all’impegno delle imprenditrici agricole riusciamo ad incontrare migliaia di bambini e ragazzi, per promuovere l’educazione al cibo e la conoscenza del mondo agricolo.

“Grazie a Coldiretti l’educazione alimentare sta diventando sempre più centrale nelle scuole del nostro territorio – conclude Nadia Turelli responsabile di Donne Impresa Brescia  –le imprenditrici agricole promuovono lezioni e attività con gli alunni, sia in classe che in fattoria, per trasmettere loro l’importanza di una dieta sana, completa ed equilibrata, che tenga conto della stagionalità, della distintività e biodiversità dei nostri prodotti contro l’omologazione a tavola. Attraverso gli incontri i bambini e i ragazzi possono toccare con mano la realtà del lavoro agricolo, che non solo produce cibo di qualità ma tutela e presidia il territorio”.

Ue, Prandini contro la legge ripristino-natura: è senza logica

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“Quella sul ripristino natura è una legge senza logica che, tra le altre cose, diminuisce la produzione agricola – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l’approvazione del regolamento da parte del Parlamento europeo – Un compromesso al ribasso rispetto alla proposta del Parlamento, anche se meno negativa della prima proposta della Commissione europea”.

Prandini, in una nota, sottolinea anche quanto fatto insieme agli europarlamentari “per far cadere una serie di vincoli – come ad esempio l’abbandono del 10% delle superfici agricole e disincentivi alla manutenzione del territorio. Tutte misure che avrebbero ulteriormente ridotto la capacità produttiva. La legge – ribadisce il presidente della Coldiretti – resta però un controsenso perché mette in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale. Non è allontanando gli agricoltori dalla terra che si preserva l’ambiente”.

E – prosegue il testo – ci sarebbe un’altra questione significativa su cui porre l’accento: “Mentre continuiamo a chiedere e a spingere sul tema della semplificazione come ribadito anche ieri a Bruxelles – conclude Prandini – questa legge va ad appesantire gli aspetti burocratici e i piani nazionali per le misure di ripristino che sarebbero molto complicati”.

Montichiari, a marzo torna la fiera dedicata alla campagna

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Vita in Campagna è la Fiera di riferimento per tutti gli appassionati del verde e gli hobby farmer italiani, che aprirà le porte alla sua undicesima edizione, in programma i prossimi 15-17 marzo 2024 a Montichiari (BS).

In un mondo sempre più urbanizzato, la gestione e la cura del proprio spazio verde sono diventate tematiche fondamentali per la salute e il benessere delle persone, oltre che per la sostenibilità ambientale. 

Cresce il numero degli italiani che adottano uno stile di vita green, eco-sostenibile, sia in città che in campagna, improntato alla cura dell’orto (anche sui balconi delle grandi città), del giardino o degli animali.

A tutti loro è rivolta la Fiera di Vita in Campagna che, con oltre 150 corsi pratici gratuiti e più di 200 espositori qualificati su 24.000 mq di superficie, è pronta a superare ogni aspettativa.

Saranno i temi principali dell’edizione 2024 di Vita in Campagna:

– Hobby Farming, rassegna di tutto ciò che occorre per la cura di giardino, orto, frutteto e animali;

– Verde professionale, l’area dedicata ai professionisti che, a partire da quest’anno, accoglierà eventi organizzati in collaborazione con la casa editrice Il Verde Editoriale, con particolare riferimento al mondo degli arboricoltori e degli operatori dei tappeti erbosi;

– Casa sostenibile, con i corsi incentrati sull’attualissimo tema del risparmio energetico;

– Il Salone di Origine, con l’esposizione dei prodotti tipici e delle eccellenze del nostro Paese.

Il Progetto VerdEnergia
In un contesto generale dove l’UE si è posta l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030, tutti (aziende produttrici e cittadini) siamo chiamati ad assumere una maggiore responsabilità verso l’ambiente che ci circonda.

Ecco perché la grande novità di questa edizione sarà il lancio del Progetto VerdEnergia, incentrato sulla sostenibilità ambientale delle macchine e delle attrezzature per la cura del verde, che darà vita all’omonimo Premio nazionale.  “VerdEnergia” sarà assegnato da un comitato scientifico, composto da rappresentanti delle due case editrici, professori universitari, esperti di settore, durante la Fiera di Vita in Campagna dal 2025.

Il Progetto VerdEnergia già da questa edizione 2024 coinvolgerà le aziende che propongono le soluzioni meccaniche più sostenibili ed efficienti presenti sul mercato, dando loro l’opportunità di esporre e presentare i prodotti in un’area dinamica dedicata.

Nuove norme per i florovivaisti lombardi

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 Nuove norme per gli operatori agricoli e florovivaistici lombardi per tutelare piccole imprese agricole e garantire maggiori opportunità di scelta ai consumatori in un regime di libera concorrenza, coerentemente con l’evoluzione del mercato e della domanda. È l’obiettivo della proposta di modifica alla legge regionale n.31/2008 (“Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”) approvata dal Consiglio regionale nella seduta di oggi (53 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti). Un testo presentato in Aula dalla relatrice Claudia Carzeri (Forza Italia) e sostenuto dai Consiglieri regionali Maira Cacucci (Fratelli d’Italia), prima firmataria del provvedimento, e Michele Schiavi (Fratelli d’Italia).

Regione Lombardia, ancora una volta, si conferma realtà istituzionale proattiva rispetto ai bisogni delle imprese, in tal caso delle nostre piccole e medie realtà agricole florovivaiste. Le modifiche di questa legge consentiranno a un settore di importante valore economico e sociale di adeguarsi all’evoluzione del mercato, incrementando competitività e offerta. Inoltre, il provvedimento consentirà di tutelare meglio la salute dei consumatori estendendo i controlli fitosanitari alle vendite online e di sostenere la tenuta aziendale delle piccole imprese agricole di fronte alla stagionalità e ad eventi climatici avversi. La Lombardia mantiene così la sua vocazione di ente sussidiario rispetto al proprio sistema economico ed imprenditoriale” ha sottolineato Maira Cacucci.

Le modifiche nascono dall’obiettivo di salvaguardare la competitività delle piccole realtà agricole, le produzioni locali e i posti di lavoro del comparto florovivaista. I centri di giardinaggio in Lombardia rappresentano un settore importante per l’economia della regione sia sotto il profilo quantitativo (n. 181) sia in termini di fatturato (600 milioni di fatturato annuo circa), senza dimenticare il numero di dipendenti e addetti occupati che si aggira intorno alle 3.200 unità. Un comparto messo in crisi dalla diffusione dei garden center e dalle vendite online.

Il provvedimento approvato oggi consentirà agli imprenditori agricoli e florovivaisti di ampliare le categorie di prodotti che potranno vendere, esaltando l’attività principale connessa alla coltivazione di fiori e piante. Il documento, infine, prevede l’individuazione da parte del servizio fitosanitario di un sistema di controllo sulle vendite a distanza e online di piante e prodotti vegetali, nel rispetto della normativa statale ed europea.

L’Aula, inoltre, ha approvato un Ordine del Giorno presentato da Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia) con cui si impegna la Giunta a convocare entro due mesi un tavolo con le associazioni di categoria per definire i prodotti che potranno essere commercializzati dalle aziende del settore florovivaistico nel rispetto della libera concorrenza di mercato e della tutela dei consumatori.

Durante il dibattito in Aula la Consigliera regionale Paola Pollini (Movimento 5 Stelle) ha definito il provvedimento “azzardato e inopportuno perché rischia di entrare in contrasto con la normativa nazionale. Una legge delega, infatti, ha attribuito al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste la definizione di nuove norme nazionali per garantire regole certe e omogenee al comparto”.

Marco Carra (PD) ha dichiarato invece il voto favorevole al provvedimento del suo Gruppo consiliare “per l’importante lavoro fatto in Commissione Agricoltura, montagna e foreste e per l’apertura di un tavolo di confronto con le associazioni di categoria”.

Inquinamento, Coldiretti Brescia contro l’Europa: basta fake news

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E’ di pochi giorni fa la notizia dello stop da parte dell’Europa alla norma “ammazza stalle”, un risultato che blocca la proposta di chi avrebbe voluto assimilare gli allevamenti alle fabbriche inquinanti e che approccia il tema della sostenibilità in maniera più concreta e razionale prevedendo ulteriori interventi di miglioramento con studi e revisioni delle regole nei prossimi anni. Queste le parole di Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia in occasione dell’incontro che si è svolto questa mattina presso la sede provinciale a Brescia sul tema delle fake news legate principalmente al settore della zootecnia.

Si tratta infatti – prosegue Coldiretti Brescia – di una vittoria del buon senso, che dà ragione a chi come la zootecnia italiana sta facendo tantissimo per la riduzione delle emissioni come dimostrano gli straordinari risultati degli ultimi anni in cui, secondo l’Ispra, le emissioni prodotte dagli allevamenti rappresentano circa il 5% delle emissioni di gas serra, con -24% delle emissioni degli allevamenti italiani negli ultimi 30 anni in controtendenza con l’aumento del 16% rilevato a livello mondiale (+44% in Brasile, +23% in Marocco e Turchia e +21% in India).

Dopo i saluti del direttore Massimo Albano, la parola è passata a Giorgio Apostoli caposervizio nazionale delle filiere zootecniche che ha moderato l’incontro: “questa mattina affronteremo temi essenziali per tutti all’interno di un sistema come quello della zootecnia bresciana, la più improntarne d’Italia, che spesso rischia di essere raccontata in modo distorto sotto vari aspetti: carne sintetica, etichettatura, cambiamenti climatici, emissioni ambientali, benessere animale, accordi internazionali, sicurezza alimentare, riconoscimento del giusto prezzo, malattie come la PSA e l’aviaria, campagne di disinformazione generalizzata e molto altro ancora.

Ospite della mattinata il professor Luca Buttazzoni del CREA, consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura che ha puntato l’attenzione sul tema della sostenibilità che si declina in tre grandi rami: economica, etica e ambientale suddivida a sua volta in impronta e impatto. Un esempio chiaro di come spesso venga stravolta la realtà è il tema acqua: “i famosi 15.000 litri di acqua utili a produrre 1 kg di carne – precisa il dott. Buttazzoni –  comprendono infatti la pioggia che cade sui campi dove si coltivano foraggi e mangimi e quindi del totale il 96% rientra nel normale ciclo dell’acqua portando a 600 litri il reale utilizzo dell’acqua”. 

Sull’inquinamento dell’aria il dott. Buttazzoni ha le idee chiare: “dobbiamo imparare a difenderci dagli attacchi esterni e per farlo è necessario conoscere come funzionano esattamente le cose, i bovini infatti producono metano che, a differenza dell’anidride carbonica, non si accumula in atmosfera, anzi ci consente di contrastare il riscaldamento del suolo grazie alla trasformazione del metano in carbonio biogeno”.

Ovviamente il percorso non si deve interrompere ma bisogna sempre far meglio per ridurre ancora di più le emissioni di metano: “il sistema Europa, è l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra  – del 20% dal 1990 – conclude la presidente Laura Facchetti –  e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale. Le potenzialità di miglioramento sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabile attraverso il biogas e il biometano”.

Peste suina, Cia: contenere i cinghiali con il supporto dell’esercito

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 Mettere subito in campo tutti gli strumenti a disposizione per far fronte alla peste suina. Bisogna procedere immediatamente con abbattimenti organizzati e sistematici sul territorio per ridurre la pressione dei cinghiali, come previsto dal Piano straordinario, e mettere in sicurezza le aziende suinicole, soprattutto nelle zone vocate più a rischio, garantendo risorse e sostegni al comparto. Queste le richieste avanzate da Cia-Agricoltori Italiani alla riunione urgente sulla situazione PSA, tenutasi al Ministero della Difesa, con i ministri Guido Crosetto e Francesco Lollobrigida, i sottosegretari Patrizio La Pietra e Marcello Gemmato e il commissario straordinario per la peste suina Vincenzo Caputo.

“La situazione, ormai, è diventata critica ed occorre agire in maniera concreta per salvaguardare tutta la suinicoltura Made in Italy, da cui dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera -ha detto Gabriele Carenini, responsabile nazionale Cia per la fauna selvatica-. Per questo, è molto importante la disponibilità annunciata dal ministro della Difesa a impiegare personale qualificato per il contenimento del numero degli ungulati, come avevamo richiesto da tempo”.

Altrettanto positiva, ha aggiunto Carenini, “è la prossima costituzione di una cabina di regia permanente con tutte le rappresentanze agricole e i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Salute e della Difesa, per supportare l’azione in campo del commissario Caputo”. Un’azione, però, che “deve essere tempestiva e risolutiva. Altrimenti si rischia sul serio di compromettere un settore chiave della zootecnia nazionale, con danni inquantificabili”. 

Maltempo, in Lombardia danni all’agricoltura bresciana per 56 milioni

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Ammontano a oltre 235 milioni di euro i danni subiti dall’agricoltura lombarda a causa degli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio regionale tra luglio e agosto.

“Si tratta – dichiara l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi – di stime ormai accurate, risultanti dalle oltre 3600 segnalazioni pervenute. Cifre che purtroppo confermano in pieno la gravità di quanto subito dalle aziende agricole, ma fondamentali per consentirci di formalizzare al Governo la richiesta di calamità, che avverrà come da norme con un provvedimento di Giunta”.

Secondo i dati raccolti, le province maggiormente colpite sono quelle di Mantova (62,8 milioni), Cremona (57,4 milioni) e Brescia (56,2 milioni). Ingenti i danni nei territori di Milano (26,7 milioni), Bergamo (12,9 milioni) e Lodi (8,9 milioni). Difficoltà anche per molte aziende agricole in provincia di Monza e Brianza (3,7 milioni), Varese (3,3 milioni) e Como (2,4 milioni), mentre disagi limitati sono stati segnalati da Sondrio (534.000 euro), Pavia (111.000 euro) e Lecco (35.000 euro).

Nel complesso, i danni diretti alle colture sono pari a 121 milioni di euro, con particolare riferimento al mais nelle zone di pianura, ai vigneti nel Bresciano e alle coltivazioni orticole e frutticole nel Mantovano. Cento milioni riguardano le strutture colpite, mentre quelli a macchine agricole e scorte ammontano a 13 milioni di euro. Sono state inoltre danneggiate 8 infrastrutture irrigue nelle province di Bergamo (3), Cremona (2), Varese (2) e Lodi (1) per oltre 1 milione di euro.

“Per quanto riguarda i danni alle colture che le norme escludono dai ristori in quanto assicurabili – prosegue l’assessore Beduschi – confermiamo la richiesta di deroga alle disposizioni del decreto legislativo 102/2004, che permetterebbe di garantire una copertura finanziaria anche alle aziende sprovviste di polizze, molte delle quali sono state costrette a non stipularle spinte dagli alti costi di adesione in un periodo di grandi difficoltà economiche per il settore”.

“Domani – conclude Alessandro Beduschi – sarò a Roma per incontrare il ministro Lollobrigida. Sarà un’occasione per ribadirgli la situazione di estrema difficoltà per il nostro comparto agricolo dopo queste eccezionali ondate di maltempo e anche per fare il punto sull’emergenza Peste Suina Africana dopo i casi di contagio verificatisi in alcuni allevamenti in provincia di Pavia”.

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