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Maggio 2023

Logistica, Bracchi cresce a 189 milioni di euro

in Bilanci/Economia/Tendenze by

Continua la crescita di Bracchi. Il gruppo logistico con headquarter nel Bergamasco e una dozzina di hub distribuiti tra Italia, Polonia, Slovacchia e Germania conclude il 2022 con ricavi in crescita a quota 189 milioni di euro, +19% sull’anno precedente. Ottimo risultato anche per l’Ebitda, +26% sul 2022, valore che permette all’azienda di ottenere un’invidiabile leva finanziaria. Un anno molto positivo, dunque, nel quale il colosso della logistica ha anche investito 5,9 milioni di euro in tecnologie di automazione e informatiche e il rinnovo del parco mezzi di trasporto, aprendo nel corso dell’anno altri 40 mila metri quadri di magazzini, portando così le superfici coperte gestite direttamente a livello europeo a 350 mila metri quadri.

L’ingegner Umberto Ferretti, amministratore delegato di Bracchi, ha visto l’azienda crescere a doppia cifra. Dal 2019 al 2022, nonostante il Covid, si è registrato un +9% sul segmento dei trasporti e mediamente del 19% su quello della logistica.

“Il primo trimestre del 2023 è partito bene, puntiamo a superare la quota simbolica dei 200 milioni di ricavi entro fine anno nonostante le attuali turbolenze sui prezzi, sui costi dell’energia e delle materie prime”, spiega Ferretti. “Contiamo di espanderci grazie alla nostra capacità di costruire servizi personalizzati per i clienti, che sono sempre più orientati all’outsourcing. Non solo: investiremo in nuove aperture nella logistica, che porteranno con sé anche la crescita nei trasporti. Negli ultimi due anni abbiamo posto le basi per una organizzazione sempre più efficiente e dal respiro internazionale anche grazie all’integrazione dei servizi con le sedi acquisite di Sorbolo, nel Parmense, che ha permesso di espandere la storica specializzazione nei trasporti eccezionali con soluzioni di trasporto tecnico pesante fino a 80-100 tonnellate; ma anche di Bassano del Grappa, nel Vicentino, dove la crescita del reparto fashion è stata repentina grazie alla customizzazione dei servizi”.

Tra i principali obiettivi di Ferretti anche un sempre maggior coinvolgimento aziendale sui temi del green. “La crescita di Bracchi è figlia anche di un continuo investimento nel rinnovamento dei mezzi di trasporto”, dice. “È infatti in costante adeguamento il nostro parco mezzi in ottica ecologica e scegliamo tutto ciò che va nella direzione della riduzione del carbon footprint. Il nuovo hub di Castrezzato (nel Bresciano), certificato “Leed Gold”, ne è un esempio”.

Nel 2022 è aumentata anche la forza lavoro: per Bracchi nelle sedi italiane di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e nelle sedi estere di Germania, Polonia e Slovacchia oggi sono 650 i “Fte”, i “full time equivalent” (con una percentuale di oltre l’85%, per i contratti a tempo indeterminato). Interessante anche il percorso di crescita della componente femminile, che oggi conta il 36% della popolazione aziendale. Aumenta anche la componente under 35, che sale dal 29% al 33%. Bracchi nel 2022 ha deciso anche di puntare sulla formazione su tematiche quali lo sviluppo di competenze trasversali (leadership agile, gestione delle complessità, negoziazione), di conoscenze tecniche, come l’utilizzo di software informatici, e di ospitare tirocini in collaborazione con le istituzioni scolastiche locali.

SCHEDA AZIENDALE – BRACCHI

Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Negli anni ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi, con l’ampliamento del proprio network logistico e i primi investimenti nel trasporto marittimo e aereo, in Europa e nel mondo. L’espansione della propria flotta mezzi ed i progetti di logistica integrata e in outsourcing hanno permesso all’azienda di imporsi in settori di nicchia altamente strategici, in cui è leader europeo da oltre 40 anni. All’headquarter di Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo), dove vengono coordinate tutte le operazioni a livello nazionale ed europeo, si sono presto aggiunte le filiali estere di Bracchi con sede a Lublin in Polonia, Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa, e di Ettenheim in Germania: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Nel 2020 è la volta di Peterlini, azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate. Grazie a queste acquisizioni Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e aree geografiche, operando nei settori industriale, agricolo, ascensoristico, della cosmesi, fashion, food & beverage, e-commerce e retail. Oggi Bracchi lavora su dodici poli logistici e sette filiali regionali per un totale di 350.000 metri quadri di magazzini complessivi, gli occupati sono circa 650 presenti nei diversi stabilimenti, il 35% è donna. Nel 2022 il gruppo ha chiuso con vendite sopra i 189 milioni di euro, in crescita del 19% sul 2021. Per ulteriori informazioni: www.bracchi.it. L’amministratore delegato dal 2020 è Umberto Ferretti.

SCHEDA – L’AMMINISTRATORE DELEGATO, UMBERTO FERRETTI

Umberto Ferretti, laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano e con un Master in Business and Administration dalla SDA Università Bocconi di Milano, vanta un’ampia esperienza sui temi della governance, quale membro di numerosi Consigli di Amministrazione in Italia e all’estero. Ha condotto programmi di miglioramento, sviluppo, turnaround operativi e finanziari interfacciandosi con l’ambito bancario e del Private Equity, possiede significative esperienze in ambito M&A e nelle integrazioni organizzative post acquisizione. È l’amministratore delegato di Bracchi dal 2020.

Confcommercio, Massoletti confermato alla presidenza

in Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Confcommercio ha confermato, per il quinquennio 2023/2028, Carlo Massoletti al vertice dell’Organizzazione.

“Il presidente Massoletti – si legge in una nota – nel ringraziare la Giunta per la fiducia, ha ripercorso l’intensa attività svolta nel precedente mandato, sottolineando le principali azioni profuse a favore delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi ed ha, nel contempo, esposto il programma di ulteriore potenziamento dei servizi proposti alle imprese associate, nonché dell’azione sindacale che dovrà essere esercitata dall’Associazione nell’articolato scenario delle grandi trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche, che caratterizzano l’attuale, complessa fase storica della società italiana”.

Assicurazioni, in un anno aumento del 20% a Brescia

in Economia/Servizi/Tendenze by

Ancora brutte notizie per gli automobilisti bresciani; il rincaro dell’Rc Auto iniziato quasi un anno e mezzo fa non stenta a rallentare tanto è vero che, come evidenziato dall’Osservatorio di Facile punto it, in appena 12 mesi il premio medio pagato in provincia di Brescia per assicurare un veicolo a quattro ruote è cresciuto del 20,4% arrivando, ad aprile 2023, a 407,60 euro. L’incremento è tra i più alti registrati nella regione.

L’aumento delle tariffe medie rilevato nell’ultimo annoè stato registrato, seppur in misura differente, in tutte le province lombarde: a segnare l’incremento più consistente sono, a pari merito, Varese e Bergamo, aree dove lo scorso mese i valori medi sono saliti del 20,6% rispetto ad aprile 2022, raggiungendo, rispettivamente, i 400,77 euro e 391,20 euro, seguite da Brescia (+20,4%, 407,60 euro) e Milano (+20,3%, 420,64 euro). Rincari inferiori alla media regionale per Monza e Brianza (+18,6%, 405,20 euro), Como (+18,2%, 405,54 euro), Pavia (+17,5%, 433,86 euro), Sondrio (+17,2%, 358,84 euro), Mantova (+15,7%, 392,60 euro) e Cremona (+15,6%, 401,61 euro). Chiudono la graduatoria lombarda Lodi (+12,2%, 405,37 euro)e Lecco (+11,3%, 353,93 euro).

In valori assoluti, sempre ad aprile 2023, Pavia è risultata essere la provincia più cara della regione, Lecco la più economica.

Brescia, prezzi in crescita e tempi in calo per vendere o affittare casa

in Economia/Edilizia/Tendenze by

A Brescia il mercato immobiliare residenziale si rivela vivace con transazioni in aumento in città e in provincia. Questo quanto emerge dai dati elaborati nella settima edizione di Real Estate DATA HUB, il report sull’andamento del mercato immobiliare italiano 2022 e outlook 2023 realizzato dai Centri Studi di RE/MAX Italia e di Avalon Real Estate e dall’Ufficio Studi di 24MAX. 
 

Nel 2022, in particolare, si sono registrati tempi di vendita più ridotti rispetto al 2021 grazie a una domanda particolarmente attiva. Nell’ultimo trimestre del 2022 i giorni di permanenza sul mercato per le case in vendita sono stati in media 147 (escluse nuove costruzioni e nude proprietà). In contrazione i giorni medi per gli affitti, passati da 63 nel 2021 a 41 nel 2022. Sul fronte dei prezzi, per il residenziale a Brescia si registra un andamento in continua crescita, con una media al metro quadro di euro 1.495, in aumento del 5% rispetto al 2021. Un trend che, in base ai dati disponibili, si conferma anche per il 2023. Escludendo il Centro Storico, le zone più dinamiche della città sono Mompiano, interessata da una riqualificazione mirata allo sviluppo del verde e alla sostenibilità energetica; via Corsica, dove sono in atto interventi di analoga natura; il quartiere Abba, zona particolarmente attrattiva data la sua vicinanza alla collina e agli spazi verdi della città.
 
Per quanto riguarda il comparto dell’immobiliare direzionale, l’analisi delle unità transate a Brescia dal 2019 al 2022 mostra come la quantità di operazioni abbia ormai superato i livelli pre-pandemici già nel 2021 e come ciò si sia confermato nell’ultimo anno. A livello di investimenti, il primo semestre del 2022 segna una chiara ripresa del settore, in linea con quanto registrato l’anno precedente. I rendimenti lordi relativi all’ultimo semestre 2022 mettono in evidenza una netta preferenza per i quartieri più centrali della città, mentre non indicano una chiara distinzione tra le zone semicentrali e quelle periferiche, per le quali si registrano rendimenti simili.
 
Secondo le analisi riportate nel Real Estate DATA HUB, nel 2022 Brescia si dimostra una delle aree più attraenti d’Italia per l’immobiliare logistico. In particolare, le zone di maggior interesse per gli operatori sono quelle di Chiari e Castrezzato, lungo l’autostrada BreBeMi, e la zona a nord per immobili di tipo Last Mile.
 
Se il settore immobiliare commerciale in Italia sta affrontando un momento particolare, con modelli da ripensare e una crescita più lenta rispetto ad altri comparti, nel centro storico di Brescia si assiste a un andamento incostante nel rapporto canoni/tagli medi proposti. L’andamento del canone richiesto dal 2019 al 2021 risulta essere in continua crescita, subendo poi un arresto e una progressiva riduzione nel corso del 2022, confermata e accentuata durante i primi mesi del 2023. La dimensioni degli spazi non hanno subito grosse variazioni nel corso degli ultimi 3 anni. Secondo i dati analizzati nel Real Estate DATA HUB, la situazione dovrebbe stabilizzarsi dal prossimo anno, quando si prevede che i canoni di locazione torneranno a valori analoghi a quelli del 2019 e che l’attuale offerta possa riprendere ad essere assorbita.
 
Particolarmente interessante l’andamento dell’immobiliare ricettivo, che a Brescia registra una certa dinamicità, soprattutto per quanto riguarda la provincia, caratterizzata da un turismo lacuale e montano. Il turismo nella provincia bresciana è classificabile come “slow tourism” (turismo lento), scelta alternativa rispetto al turismo di massa, che risponde all’esigenza di allontanarsi dalla frenesia della vita quotidiana. La provincia di Brescia offre un turismo culturale nel suo capoluogo, un turismo lacuale e termale nell’intorno dei suoi tre laghi (Lago d’Iseo, Lago d’Idro e Lago di Garda), un turismo enogastronomico nella zona della Franciacorta, un turismo sciistico e montano in Valle Camonica e Valle Trompia. Anche il cicloturismo è in fase di crescita: la provincia di Brescia, grazie alle sue infrastrutture, offre vari percorsi per gli appassionati, tra cui la ciclabile sospesa del Garda, la Ciclovia dell’Oglio, itinerario Brescia – Verona e l’itinerario della Valle Camonica.

Brescia, nel 1° trimestre 2023 cresce la fiducia delle imprese attive nei servizi

in Economia/Servizi/Tendenze/Uncategorized by

Nel 1° trimestre del 2023, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si è attestato a 125, evidenziando una forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 (108) e, al contempo, mostrando una sostanziale stabilizzazione rispetto alla rilevazione precedente (124), quando l’indice, dopo alcuni mesi di relativa debolezza, era di fatto ritornato sui livelli di fine 2021.

A evidenziarlo sono risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al 1° trimestre 2023.

La dinamica rilevata nei primi tre mesi dell’anno si inserisce in un contesto positivo per il settore dei servizi a livello nazionale: infatti, l’indice PMI riferito al comparto si è mantenuto per tutto il periodo considerato in area espansiva, evidenziando addirittura una significativa accelerazione nel mese di marzo (55,7, da 51,6 di febbraio). Tornando al quadro locale, il settore ha beneficiato della buona performance da parte dell’industria manifatturiera, suo tradizionale cliente, e della vivacità del settore ricettivo, favorita, in particolare, dall’afflusso di turisti per “Bergamo-Brescia Capitale italiana della Cultura 2023”.

“Il settore Terziario conferma di avere un buono stato di salute nel 1° trimestre 2023 – commenta Fabrizio Senici, Presidente del settore Terziario di Confindustria Brescia –, aspetto che ci consente di guardare con ottimismo alle prossime sfide che ci attendono, non ultima quella sulla sostenibilità, da cui il settore non può escludersi. Anche di questo, lo anticipo, parleremo alla convention del nostro settore che si svolgerà il prossimo 23 novembre, inserita nel roadshow SetteOttavi di Confindustria Brescia”.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 46% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 35% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +26% e a +24%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +31%); una tendenza che certifica come l’inedita salita delle quotazioni degli input energetici rilevata per buona parte del 2022 si sia poi propagata in altri ambiti dell’economia reale e fatichi a ridimensionarsi.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 35% degli intervistati, con un saldo positivo del 26% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+36%) e all’occupazione (+26%) descrivono uno scenario di possibile consolidamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+17%), sebbene in frenata rispetto ai dati di consuntivo: ciò suggerirebbe che la fase rialzista recentemente riscontrata potrebbe esaurirsi nel prossimo futuro.

Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive generali dell’economia italiana sono moderatamente positive, grazie al significativo ribasso delle quotazioni degli input energetici, che favorirebbe un parziale riassorbimento dell’inflazione dei prezzi al consumo, a fronte del nuovo inasprimento delle condizioni di offerta di credito, che verosimilmente impatteranno su investimenti e consumi. Nel dettaglio, il 20% degli imprenditori ha espresso un orientamento ottimistico, a fronte del 72% che prevede stazionarietà e dell’8% che ha invece una visione negativa.

L’andamento per comparto

Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel 1° trimestre 2023, si attesta a 132, contro 122 del periodo precedente. I giudizi a consuntivo segnalano che: il fatturato è aumentato per il 54% delle imprese, con un saldo positivo del 46% tra risposte in crescita e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +33% e a +33%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione in rafforzamento (saldo netto pari a +38%). Con riferimento alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 50% degli intervistati, con un saldo positivo del 46%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+46%) e all’occupazione (+25%) indicano uno scenario di possibile accelerazione dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+21%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana sono così orientate: il 21% prevede un aumento, a fronte del 75% che indica stazionarietà e del rimanente 4% che invece ha una visione sfavorevole.

ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel 1° trimestre 2023, si attesta a 112, in flessione rispetto a quanto rilevato tra ottobre e dicembre 2022 (129). In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 38% delle imprese, con un saldo positivo del 32% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +6% e a +38%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +19%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 19% degli intervistati, con un saldo nullo; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +12% e a +38%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo in aumento del 7%. Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano nel complesso favorevoli: il 25% degli imprenditori ha un orientamento positivo, il 69% prevede stazionarietà e il rimanente 6% si aspetta una contrazione.

Servizi alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese, nel 1° trimestre 2023, si attesta a 115, in discesa rispetto al periodo precedente (128). Riguardo ai giudizi espressi a consuntivo: il fatturato è cresciuto per il 27% delle imprese, con un saldo nullo; gli ordini evidenziano un incremento (saldo netto pari a +18), mentre l’occupazione si caratterizza per una discesa (-9%); i prezzi dei servizi offerti mostrano un’evoluzione rialzista (+36%). In merito alle prospettive a breve termine, il fatturato è atteso in aumento per il 18% degli intervistati, con un saldo positivo del 9%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +36% e a +9%); i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 18%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive dell’economia italiana risultano moderatamente negative: il 9% degli intervistati ha un orientamento ottimistico, a fronte del 73% che prevede stazionarietà e del 18% che invece propende per una flessione.

Le sfide che attendono l’Italia nel 2023, e come affrontarle

in Economia/Tendenze by

La crisi scatenata dalla pandemia da Covid-19 ha imposto alle aziende italiane di confrontarsi con importanti difficoltà, lanciando sfide nuove ed estremamente complesse. Complice la convergenza di altri macrofenomeni che rendono il panorama economico piuttosto incerto: dal conflitto bellico in Ucraina alla crisi degli istituti di credito che ha portato al crollo di alcuni colossi della Silicon Valley e della Svizzera.

Ad influenzare lo scenario economico ci sono poi l’inflazione (che rimane alta nonostante sia previsto un progressivo rientro) e la tendenza rialzista dei tassi di interesse, che riduce la sostenibilità del debito e rende più complesso l’accesso al credito per molte imprese.

E sebbene l’andamento del PIL sia positivo, la crescita (circa dell’1%) non è sufficiente a garantire una stabilità del sistema. Con la conseguenza che aziende di piccole e grandi dimensioni si trovano a dover gestire i problemi legati a flussi di cassa mediamente negativi, in relazione alla riduzione dell’EBITDA, e compensare la riduzione dei margini operativi con l’aumento del fatturato nominale determinato dall’inflazione.

Come è facile intuire, in una situazione tanto complessa e sfaccettata, le aziende si trovano in difficoltà. Soprattutto quelle che non sono orientate all’innovazione e non hanno agito tempestivamente per modificare la propria offerta a fronte dei mutamenti del sistema economico. Rivedere processi e sistemi produttivi è ormai un must per tutte le realtà che mirano a rimanere competitive, pena il rischio di perdere le fasce di pubblico acquisite.

In un quadro di questo tipo è evidente che il ricorso alla finanza agevolata rappresenta un’occasione da cogliere al volo per qualsiasi impresa, a prescindere da dimensioni e settore di riferimento. La possibilità di ottenere credito a condizioni agevolate (e in alcuni casi a fondo perduto) invece di sottostare alle condizioni sempre più rigide imposte dal tradizionale canale bancario è di per sé un vantaggio strategico.

Allo stesso tempo, la presenza di fondi e progetti per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale (sia a livello nazionale che regionale) rappresenta un motore per le imprese stesse, che tendono ad investire di più. I dati parlano chiaro: negli ultimi anni la finanza agevolata ha contribuito in maniera determinante alla crescita delle imprese italiane. Merito anche della “maggiore consapevolezza imprenditoriale del PNRR, che offre un’opportunità di rilancio per il Paese che non è eccessivo definire una svolta epocale”, come ha chiarito Fabio Leoni nell’intervista rilasciata a Wall Street Italia.

Fabio Leoni, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Golden Group SPA, spiega come le sfide che attendono le imprese italiane nel 2023 possano essere gestite con maggiore facilità ricorrendo ai vari strumenti di finanza agevolata. Strumenti che attualmente sono in grado di fornire un supporto più che rilevante alle imprese dell’intero panorama nazionale, visto che i fondi stanziati dal PNRR per l’Italia corrispondono a 191 miliardi di euro. Fino al 2026 questi stanziamenti potranno essere tradotti in finanziamenti a fondo perduto e prestiti.

Circa 83 miliardi di questi fondi sono rivolti ad iniziative per l’innovazione delle aziende, affinché le varie realtà imprenditoriali possano migliorare la propria proposta attraverso interventi di vario genere. Dalla maggiore adozione di tecnologie al rinnovamento delle infrastrutture, fino all’introduzione in azienda di nuovi modelli comportamentali virtuosi. Le soluzioni che le aziende possono mettere in atto sono moltissime e trovare la chiave giusta diventa più semplice con il supporto di un team di professionisti come quello di Golden Group, società specializzata in finanza agevolata.

Sotto la guida di Fabio Leoni c’è un team di 150 professionisti che ogni giorno aiutano le imprese a trovare i migliori strumenti di finanza agevolata per raggiungere ambiziosi obiettivi di business approfittando dei contributi stanziati dal legislatore. Come ricorda il manager, solo nel 2022 Golden Group è riuscita a “far ottenere un importo totale di 245 milioni di euro alle imprese italiane dall’UE agli enti locali”.

Gruppo Clerici, ecco il primo bilancio di sostenibilità

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l Gruppo Clerici – punto di riferimento in Italia per la distribuzione di prodotti idrotermosanitari e arredobagno – ha presentato il primo Bilancio di Sostenibilità della sua storia. 

Il documento, rivolto a tutti gli stakeholder, presenta i risultati ottenuti nel 2022 e gli obiettivi fissati per i prossimi anni dall’azienda rispetto all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

“È con grande soddisfazione che presentiamo il nostro primo bilancio di sostenibilità essendo fortemente impegnati su questi temi in tutti gli aspetti delle nostre attività. Abbiamo iniziato un percorso che coniuga la creazione di valore aziendale ai temi ESG, e nel 2022 abbiamo ottenuto il nostro primo rating di sostenibilità rilasciato da Sustainalytics, con cui ci siamo posizionati sopra la media del settore di riferimento – sottolinea Paolo Clerici, Presidente del Gruppo. Siamo fermamente convinti che essere sostenibili significhi cambiare il proprio modo di guardare il mondo. Questo risultato è per noi di grande rilievo, poiché riassume quanto abbiamo fatto finora in questa direzione e quanto abbiamo intenzione di fare”.

“I temi ESG rivestono un ruolo sempre più centrale per la nostra azienda – dichiara Fabio Ciccarelli, CFO di Clerici – non solo perché consentono di misurare l’effettiva adozione di un modello di sviluppo capace di creare valore, ma anche perché influenzano direttamente il rapporto con i nostri stakeholder, a partire da quello dei nostri clienti, che sempre più richiedono di avere una catena di fornitura certificata sotto il profilo della sostenibilità. Il nostro Piano 2022-2024 prevede azioni di miglioramento volte a ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività e di tutta la catena di fornitura, promuovere l’inclusione e la diversità nella nostra forza lavoro, migliorare la salute e sicurezza dei nostri dipendenti e collaboratori.

I risultati conseguiti nel 2022, che questo primo Bilancio di Sostenibilità presenta, ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta e con passo spedito.”

Il primo report di Sostenibilità di Clerici si sviluppa intorno a tre colonne portanti, Ambientale, Economica e Sociale, e si concentra su 6 dei 17 Obiettivi del Patto Mondiale delle Nazioni Unite considerati più affini alla realtà aziendale: energia pulita e accessibile; lotta contro il cambiamento climatico; consumo e produzione responsabili; parità di genere; salute e benessere; lavoro dignitoso e crescita economica.

Il piano messo in atto dall’azienda punta ad ottimizzare le fonti di energia usate, incrementando le fonti rinnovabili, aumentando la percentuale di energia verde acquistata e riducendo le emissioni di gas ad effetto serra GHG. In questa direzione, Clerici negli ultimi anni ha dato un ulteriore impulso agli investimenti in energia rinnovabile installando tra il 2019 e il 2022 nuovi impianti fotovoltaici nelle sedi di Parma, Desenzano, Bondeno, Borgosatollo, Brescia e Lodi per nuova potenza complessiva installata di 410 KW. È attualmente in valutazione l’installazione di un ulteriore impianto presso la sede dell’azienda Idrotrade.

Nel 2022 il Gruppo ha prodotto energia rinnovabile per circa 540 MWh, il 50% in più di quella prodotta nel 2021 e quasi il triplo rispetto al 2020. Inoltre, per mitigare l’impatto del parco mezzi sono allo studio nuove possibilità finalizzate a diminuire drasticamente la CO2 emessa per i trasporti.

Il documento illustra le azioni intraprese al fine di razionalizzare i consumi, avvalendosi anche di partner commerciali che condividano questa filosofia. In particolare, nel corso del 2022 Gruppo Clerici ha dato vita al Progetto “Zero Carta”, che grazie all’introduzione della firma digitale grafometrica presso i punti vendita, in sostituzione della stampa dei documenti di trasporto, consentirà una volta a regime un risparmio minimo di 4 milioni di fogli per un totale di più di 18 tonnellate di carta ogni anno.

Dal punto di vista economico, Clerici intende farsi promotore di modelli sostenibili di produzione e consumo, basando i processi di acquisto su valori come legalità e trasparenza. Si inserisce in questo contesto l’avvio di un’attività di mappatura dei più importanti fornitori sulle tematiche ESG, con la richiesta di adeguarsi agli standard più elevati a livello internazionale e procedendo con le dovute certificazioni. Nel corso del 2022 il Gruppo Clerici ha proseguito il processo di certificazione ISO 14001 per i Sistemi di Gestione Ambientale, arrivando ad ottenere tale certificazione per il 36% delle sedi.

Sotto l’aspetto Sociale, coesione, reciprocità e onestà sono i valori attorno al quale si muove l’attività aziendale. Come sottolinea il Report, Clerici pone le persone al centro e si impegna a valorizzare le risorse lavorative, diffondendo una cultura inclusiva e principi di equità e pari opportunità per tutti i dipendenti. Avendo come faro l’obiettivo di assicurare salute e benessere per i propri collaboratori, nel 2022 l’ufficio risorse umane è stato riorganizzato e potenziato con lo scopo di dare sempre maggiore supporto ai dipendenti. Esempio virtuoso da segnalare, la parità di genere raggiunta nella sede centrale di Brescia. Particolare attenzione viene poi rivolta alla formazione dei dipendenti, con un piano di erogazione per il 2023 di un corso introduttivo alle tematiche ESG e di corsi di miglioramento personale, disponibili a partire dalla seconda metà dell’anno.

Nel corso del 2022 Clerici ha codificato alcune policy relative a diversi ambiti quali: condotta fornitori, anticorruzione, diritti umani, diversità. Sostenere una crescita economica inclusiva per tutti è uno dei pilastri su cui si fonda il lavoro di Clerici. Il Gruppo è costantemente impegnato nel rafforzamento del sistema di governo societario (Governance) che pone le basi per instaurare una corretta interazione con tutti gli stakeholder, allo scopo di favorire la creazione di valore a lungo termine, attraverso l’attuazione di una chiara strategia di sviluppo sostenibile. Al fine di raggiungere questi obiettivi in modo efficace, l’Azienda e in particolar modo i suoi vertici, conducono la propria attività sulla base di tre principi essenziali: integrità, trasparenza e rispetto delle regole.

A completare l’impegno verso un modello di business sostenibile, è stata costituita la Fondazione Clerici, ente Filantropico del Terzo Settore che si propone come punto di riferimento e raccolta per iniziative benefiche in diversi campi, in tutte le regioni dove opera il gruppo.

Per approfondire i risultati e le attività del Gruppo Clerici, è possibile scaricare il documento integrale del Report di Sostenibilità 2022 al link: https://www.clerici.eu/sostenibilit%C3%A0-in-clerici.

CLERICI

Il Gruppo Clerici è punto di riferimento del mercato italiano nel settore della distribuzione di prodotti idrotermosanitari e arredobagno. Attraverso un modello di business costruito su una presenza capillare nel territorio, insieme a una politica di acquisizioni selettive di aziende con una clientela già fidelizzata, Clerici ha progressivamente ampliato l’offerta di prodotti e la copertura geografica, coprendo la maggior parte del nord e centro Italia. Oggi il Gruppo è composto da un network di 21 insegne, per oltre 110 punti vendita nel Nord e Centro Italia e più di 60 showroom arredobagno. Attualmente i punti vendita di Clerici sono presenti in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia -Romagna, Toscana, Marche e Umbria. Clerici ha chiuso il 2022 con un fatturato di 779 milioni di euro, con un progresso del 33,6% rispetto ai 583 milioni di euro del 2021

Brescia, sono 13 i miliardi investiti in fondi comuni

in Economia/Finanza/Tendenze by

Il patrimonio gestito in provincia di Brescia è pari a 13 miliardi di euro, per un totale di oltre 319 mila sottoscrittori su 1.253.000 abitanti (tasso di partecipazione pari al 25,5%, contro il 20% a livello nazionale).  A riferirlo è l’Osservatorio sui sottoscrittori di fondi comuni, curato dall’Ufficio Studi di Assogestioni.

Il valore medio dell’investimento in fondi comuni è pari a 40.634 euro, rispetto a una media nazionale che si attesta sui 45 mila euro.  

Lo spaccato generazionale indica che la maggioranza dei sottoscrittori appartengono alla generazione dei Baby Boomers (41%). Ancora contenuta la partecipazione dei risparmiatori più giovani: solo circa il 13% appartiene ai Millennials e alla generazione Z. L’età media di un sottoscrittore di bresciano è di 61 anni, in linea con quella italiana che si attesta proprio sui 61 anni.   

Dalla ricerca emerge anche che la differenza uomo-donna si sta assottigliando, con le donne che oggi rappresentano il 47% degli investitori della provincia di Brescia contro il 53% degli uomini.   

L’asset allocation evidenzia che il 30,3% dei 13 miliardi del patrimonio gestito nella provincia è investito in fondi obbligazionari, il 23% in fondi flessibili, il 21,7% in fondi azionari e il 25% in fondi bilanciati.    

Nel complesso, l’Osservatorio mette in evidenza la provincia di Brescia come piuttosto partecipativa nel mondo degli investimenti nei fondi comuni in Italia, vicina ai dati della Regione Lombardia – dove il tasso di partecipazione è pari al 28% e l’investimento medio è di 51 mila euro. 

Lombardia, produzione industriale stabile nel 2023

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Produzione industriale stabile in Lombardia nei primi mesi del 2023. L’indice a 124,8 conferma il livello di fine 2022 con una crescita su base annua pari al 2,5%. Il settore dell’artigianato mostra maggiore dinamicità (+0,6% la produzione rispetto al trimestre precedente) con una crescita del 4,1% su base annua. Dimensione, tipologia della produzione e caratteristiche dei processi innovativi tra i fattori determinanti per l’ottimizzazione delle performance: le imprese che producono beni di investimento e ad alta tecnologia quelle più premiate.

Tra i settori più produttivi spiccano l’abbigliamento (+7,9% produzione su base annua), pelli-calzature (+5,2%) e quello dei mezzi di trasporti (+6,3%), tutti in via di recupero rispetto al 2022. Resta molto ricco il portafoglio ordini totali con una produzione assicurata in poco meno di 90 giorni. Il clima di fiducia appare in miglioramento con una prevalenza di aspettative positive circa l’andamento del prossimo trimestre.

“I risultati del primo trimestre ci lasciano ben sperare anche per il 2023: il clima di fiducia riscontrato nelle aziende con il conseguente incremento del saldo occupazionale al +1% è un ottimo segnale che potrebbe condurre ad una futura normalizzazione dell’attività industriale” – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia.

Ma il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella, ribaltando il punto di vista, ha commentato: “Il 2023 dell’industria lombarda si apre all’insegna del rischio stagnazione. Come a livello nazionale anche in Lombardia a trainare ordini e fatturato è l’export, oltre agli ordini pregressi e i prezzi in crescita che continuano a sostenere le vendite. L’andamento in chiaroscuro emerge anche dalla forte disomogeneità dei settori produttivi: oltre al tessile i settori più in difficoltà soprattutto in relazione agli alti prezzi delle materie prime sono la chimica – molto penalizzata dal calo degli ordini interni –, l’alimentare, la siderurgia e la carta-stampa. Mentre dal punto di vista della produzione è necessaria un’inversione di tendenza immediata, lo stato di salute del mercato del lavoro lombardo si conferma ottimo e questo potrebbe testimoniare che in Lombardia il disallineamento tra domanda e offerta comincia a ridursi. Bisogna però attendere ulteriori conferme, che potrebbero arrivare nei prossimi trimestri dagli effetti del Dl Lavoro. Il decreto approvato dal Governo, infatti, potrà fornire una doppia spinta: incentivare in primo luogo le assunzioni e, in secondo luogo, – con il taglio del cuneo fiscale, misura apprezzata da Confindustria e che auspichiamo diventi strutturale dal 2024 – mettere più soldi in tasca ai lavoratori e alle famiglie italiane. Questo, oltre a dare un po’ di respiro ai redditi delle famiglie colpiti duramente da caro energia e inflazione, potrà favorire la ripresa dei consumi dando una spinta alla produzione interna. Molto positiva anche la riforma del Reddito di Cittadinanza che però va ulteriormente migliorata, in particolare inquadrando meglio la definizione dei percettori ‘occupabili’ e affiancandola a piani di politiche attive e riqualificazione professionale specifici”.

Trasporti, ristoranti e abbigliamento: ad aprile l’inflazione sale ancora

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Nel mese di aprile, si registra un lieve aumento dell’inflazione a livello congiunturale (+0,5%) e tendenziale (+7,5%). A renderlo noto – secondo quanto riporta Brescia news – è l’Ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Un aumento nei prezzi si registra principalmente per le divisioni “Trasporti” (+1,2%), “Altri beni e servizi” (+1,1%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,1%), “Abbigliamento e calzature” (+1,1%), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (0,8%). Seguono lievi aumenti per le divisioni “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,1%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,1%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,1%). In calo, le divisioni “Comunicazioni” (-0,9%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,3%). Presentano variazioni congiunturali nulle le divisioni “Istruzione” e “Bevande alcoliche e tabacchi“.

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (variazioni tendenziali) le divisioni che presentano elevati aumenti sono “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+13,3%, in salita in questo mese), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+10,0%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+8,9%) e “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+7,5%). Aumenti inferiori all’indice generale (+7,5%) si sono registrati per le divisioni “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+6,2%), “Abbigliamento e calzature” (+6,0%), “Trasporti” (+5,8%), “Altri beni e servizi” (+4,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+4,3%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+1,4%) e “Comunicazioni” (+0,3%). In lieve calo, la divisione dell’“Istruzione” (-0,1%). Analizzando per tipologia di prodotto, in aprile, i “Beni” presentano complessivamente un lieve aumento congiunturale (+0,2%), sintesi degli andamenti contrapposti degli Altri energetici (in aumento +2,5%) e degli Energetici regolamentati (in calo -13,9%). All’interno della voce “Servizi”, in lieve crescita (+1,0%), la voce che presenta il maggiore incremento è quella dei Servizi relativi ai trasporti (+2,9%), seguita dall’aumento dei Servizi non regolamentati (+1,1%). In termini tendenziali, i “Beni” aumentano del +9,5%, mentre per i “Servizi” le variazioni tendenziali sono meno marcate (+4,9%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto, sono in aumento le variazioni congiunturali dei prodotti a Media frequenza (+1,4%) e a Alta frequenza (+0,1%), mentre sono stabili quelli a Bassa frequenza. Rimangono piuttosto elevate, in aumento rispetto al mese precedente, le variazioni tendenziali dei prodotti a Media (+9,6%), Alta (+6,9%) e a Bassa (+4,9%) frequenza di utilizzo.

Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano del +0,2% su base mensile e del +9,7% su base annuale. Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), si registrano una variazione congiunturale debolmente positiva (+0,5%) e una variazione tendenziale positiva decisamente elevata (+6,1%).

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