Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Tendenze

Massetti (Confartigianato): «Fatica il manifatturiero, aspetto allarmante da non sottovalutare»

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by

Come stanno le MPI bresciane e lombarde a metà anno? Difficile fornire una risposta univoca poiché sono variegate le sfumature presenti nel quadro che emerge dai dati del “Sondaggio” realizzato da Confartigianato Lombardia dalla viva voce degli imprenditori, arrivati al giro di boa di questo 2024 (alla quale hanno partecipato 1.300 micro e piccole imprese artigiane associate, 251 di queste, bresciane). A rilanciare la notizia è stato Brescia news.

A ciascuna impresa è stato chiesto di indicare la dinamica – aumento, stabile, riduzione – nei primi sei mesi dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Prendendo in considerazione i soli rispondenti della nostra provincia (tabella a pag. 10 dell’Appendice statistica in allegato), il saldo, dato dalla differenza tra la quota di quante indicano un aumento e di quante una riduzione del trend escludendo chi indica stabile, risulta negativo e quindi in prevalenza in riduzione, per 5 variabili su 11: produzione (-11,1 punti percentuali), margini di profitto (-32,4 p.p.), ricerca personale (-9,7 p.p.), ordini ricevuti (-2,7 p.p.) e investimenti (-23,1 p.p.). Una situazione con dati leggermente più in negativo rispetto alla media regionale quella delle nostre Mpi.

Ma è soprattutto il Manifatturiero il settore che segnala una maggiore difficoltà con più ampia riduzione di: produzione (-23,3 p.p.), margini (-36,0 p.p.), ordini (-30,2 p.p.) e investimenti (-24,4 p.p.).

«Un aspetto piuttosto allarmante che tocca proprio l’elemento nodale e caratterizzante dell’anima della Lombardia produttiva» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «Ciascuno di questi elementi è interconnesso. Abbiamo attraversato anni di aumenti, anche repentini e vertiginosi, di materie prime, energia e costo della manodopera, aspetti che hanno portato alla riduzione della marginalità. Altro elemento centrale è la stretta monetaria che ha fatto schizzare i costi del credito e ridotto i finanziamenti concessi; ora ne scontiamo gli effetti sugli investimenti che vediamo in calo. Bisogna correre ai ripari perché chi non investe, in particolare nel processo di transizione ecologica e digitale rischia di essere tagliato fuori dal mercato. È questa la ragione per cui stiamo lavorando per abilitare i nostri imprenditori a partecipare a progetti e iniziative ambiziosi e di ampio respiro che riducano tale distanza, come – tanto per fare un esempio – la Manufacturing Innovation Alliance (M.I.A.) che mette a disposizione delle imprese i fondi del PNRR per intraprendere un’autentica transizione digitale, anche a misura di MPI».

Tornando al sondaggio, emerge inoltre che chi aveva risposto che il profitto era stato positivo a tutto il periodo post covid (2021-2023) negli ultimi sei mesi, più di due su tre imprese (69,0%) hanno indicato che è stato in riduzione per il 24,7% e stabile per il 44,3% dei rispondenti.

ASPETTATIVE – come si concluderà il 2024? Tra le MPI lombarde prevale la cautela nel fare previsioni rispetto all’andamento di produzione, margini, personale, costi e ordini nei prossimi sei mesi dell’anno (luglio-dicembre 2024). Negative le variabili di produzione, i saldi dei margini di profitto e gli ordini a causa della condizione di difficoltà in cui permane il settore Manifatturiero. È difatti quest’ultimo il comparto per cui si rilevano aspettative peggiori con diversi saldi preceduti da segno meno: produzione (-20,5 p.p.), margini di profitto (-30,1 p.p.) e ordini (-26,5 p.p.).

Se c’è un fattore che gli imprenditori, trasversalmente e a prescindere dal settore, sottolineano è quello di una diffusa fatica nel trattenere personale e attrarre nuove risorse, soprattutto qualificate. Ne risente, di conseguenza, la capacità di produrre e far fronte agli ordini che si dilazionano nel tempo. Tra le principiali cause i percorsi scolastici non adeguati a formare le competenze di cui necessitano le imprese, la concorrenza con grandi imprese che offrono da subito contratti e retribuzioni migliori, pregiudizio verso l’artigianato e la mancanza stessa di candidati.

Volgendo lo sguardo al futuro, una quota importante di MPI bresciane pari al 35,6% dei rispondenti ritiene indispensabile affacciarsi su nuovi mercati, seguito da chi ritiene importante migliorare gli aspetti legati alla comunicazione (35%), sia in ottica di posizionamento del proprio prodotto/servizio ma soprattutto per incrementare l’attrattività dell’impresa agli occhi delle nuove generazioni, oltre a chi intende rafforzare la collaborazione con le scuole (23,3%).

«Dove hanno potuto, gli imprenditori hanno investito con l’obiettivo di incrementare i livelli di produttività del personale in forza – con un aumento del fatturato pro-capite – e tale visione si è rivelata soddisfacente, soprattutto laddove ci si è concentrati su Ricerca&Sviluppo e tecnologie. Elemento nodale, che la nostra rilevazione sottolinea con forza, è l’importanza delle persone che lavorano nelle MPI e con gli artigiani. Per attrarli e convincerli a rimanere, soprattutto per i profili considerati chiave, gli imprenditori hanno messo in campo politiche di welfare, studiato orari più flessibili e maggiormente adatti a un miglior bilanciamento vita privata e lavorativa, nonché puntato sull’aggiornamento professionale attraverso corsi di formazione. Questo serve, una cultura d’impresa capace di affrontare le insidie presenti e future» conclude il presidente Massetti.

Brescia, inflazione: +0,6% (congiunturale), + 0,3% (tendenziale)

in Economia/Tendenze by

Nel mese di giugno le variazioni congiunturali e tendenziali dei prezzi al consumo NIC sono in aumento (rispettivamente +0,6% e +0,3%). A renderlo noto, secondo quanto riferisce Brescia news, è il consueto report mensile diffuso dall’Ufficio statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, presenta un deciso aumento dei prezzi la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+5,4%): in particolare è evidente l’incremento dei servizi di alloggio (+19,7%). Seguono con lievi incrementi le divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,4%), “Trasporti” (+0,2%), “Altri beni e servizi” (+0,1%) e “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,1%). Sono invece in calo i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-1,0%), le “Comunicazioni” (-0,7%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,4%). Le divisioni “Abbigliamento e calzature”, “Servizi sanitari e spese per la salute” presentano lievi variazioni negative (-0,1%).

Rispetto a giugno 2023, i maggiori incrementi tendenziali si registrano per le divisioni “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+3,4%), “Istruzione” (+2,5%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,8%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,7%), “Trasporti” (+1,3%), “Altri beni e servizi” (+1,1%), “Abbigliamento e calzature” (+1,1%) e “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%). In forte calo, la divisione “Comunicazioni” (-6,9%), seguita da “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-6,1%) e da “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,4%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano una lieve diminuzione congiunturale (-0,6%), dovuta al calo contemporaneo dei Beni Energetici (-0,9%) e dei Beni Alimentari (-0,9%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano gli Altri Energetici (-1,2%), mentre aumentano gli Energetici regolamentati (+2,8%). Tra i Beni Alimentari, sono in calo quelli non lavorati (-3,1%), mentre quelli lavorati sono in lieve aumento (+0,3%).

In termini tendenziali, complessivamente i “Beni” calano (-1,2%). I “Servizi” registrano complessivamente un deciso incremento congiunturale (+1,8%), contribuendo a mantenere elevato l’aumento tendenziale (+2,0%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, la voce che presenta l’aumento congiunturale più elevato è quella dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (+3,9%). Complessivamente, i prezzi dei “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, diminuiscono su base mensile (-0,7%) e aumentano su base annuale (+0,3%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di maggio, salgono i prodotti a Media frequenza di acquisto (+2,0%), mentre quelli a Alta e Bassa frequenza sono in diminuzione (rispettivamente -0,6% e -0,1%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta frequenza di acquisto presentano variazioni positive elevate (+1,5%), mentre quelli a Media e Bassa frequenza presentano variazioni negative (rispettivamente -0,3% e -0,8%). Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), le variazioni congiunturale e tendenziale sono positive (rispettivamente +1,0% e +1,2%)

Confrontando l’andamento dei prezzi della città di Brescia con quello complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, questo mese, le variazioni tendenziali della città di Brescia sono meno elevate di quelle presenti a livello nazionale, mentre quelle congiunturali sono più elevate. Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

Saldi al via sabato: ecco i dati di Confesercenti per Brescia

in Commercio/Economia/Tendenze by

Sabato 6 luglio prendono il via ufficialmente anche nel Bresciano le vendite estive di fine stagione. L’interesse dei consumatori cala un poco rispetto allo scorso anno, ma rimane alto: oltre uno su due, pari al 55% (era il 61% nel 2023) ha intenzione di acquistare almeno un capo o prodotto moda, per un giro d’affari complessivo che stimiamo nel Bresciano di poco inferiore ai 75 milioni euro. È quanto emerge dal consueto sondaggio Confesercenti-IPSOS sui consumatori in occasione dei saldi estivi 2024.

L’andamento della primavera. Le vendite di fine stagione estive saranno un momento importante per gli imprenditori del commercio moda, che vengono da un trimestre primaverile freddo sotto il profilo delle vendite. Il meteo incerto e anomalo che ha caratterizzato la primavera di quest’anno, infatti, ha avuto un impatto negativo sui consumi, con il 39% dei consumatori che ha acquistato meno capi, calzature e accessori. 

Le attese delle imprese e la variabile meteo. Nonostante il leggero calo, la resilienza dell’interesse dei consumatori nei confronti dei saldi è un elemento valutato positivamente dagli imprenditori del settore. Un’ulteriore spinta ai consumi dovrebbe arrivare grazie ai rinnovi contrattuali firmati quest’anno – a partire da quello del terziario i cui dipendenti riceveranno a luglio 600 milioni di euro di una tantum – e alle quattordicesime: il 19% di chi la riceve la impiegherà infatti (anche) per acquisti moda durante le vendite di fine stagione. Complessivamente, dunque, le attese di vendita sono improntate alla stabilità rispetto allo scorso anno, anche se molto conterà la variabile meteo: le piogge e i cali di temperatura di questi giorni non hanno favorito le vendite, anche se dal fine settimana il clima dovrebbe diventare più ‘estivo’.

Chi compra. Oltre al 55% che ha già dichiarato l’intenzione di acquistare, c’è anche un 31% di intervistati che passeggerà comunque tra le vetrine (virtuali o reali) e valuterà in base alle offerte e agli sconti, ed un ulteriore 6% che ancora non ha deciso. Solo il 7% degli intervistati dichiara di non volere approfittare dell’occasione.

Cosa si compra. Anche in occasione di questi saldi estivi sono le calzature il prodotto moda più ricercato, indicato dal 61% degli intervistati: soprattutto sneaker estive, ma anche ballerine, sandali e slingback e scarpe da barca; tra gli scaffali e le vetrine si inseguono quest’anno molto anche le calzature tecniche, in particolare per il running, per il trekking e per il tennis. Seguono – con il 57% delle preferenze – t-shirt e top, in particolare polo e magliette sportive, mentre per le donne si afferma la tendenza alla ricerca di maglie, bluse e top di tessuti estivi, soprattutto lino ma anche seta, con una riscoperta delle stampe floreali. Al terzo posto, nella classifica ci sono pantaloni e gonne (44% delle indicazioni): quest’anno l’accento cade sulle ‘gonne midi’, di media lunghezza, ma sono cercati sempre anche shorts e bermuda di denim e leggings, oltre ai classici pantaloni estivi leggeri tipo chino per gli uomini, tra i quali emerge un interesse anche per pantaloni cargo, lunghi o corti che siano.  Il 41% degli intervistati cercherà anche maglieria estiva. Nella top ten ci sono anche abiti e vestiti (39%), e camicie (30%) – anche in questo caso, preferibilmente, di cotone leggero, lino o seta – poi costumi e moda mare (29%), pigiami/camicie da notte (16%) e infine borse (15%).

«I saldi di fine stagione rimangono tra gli eventi commerciali più apprezzati, anche se l’eccesso di promozioni e presaldi ne hanno ridotto l’impatto – commenta la presidente di Fismo della Lombardia Orientale, Francesca Guzzardi -. L’auspicio è che si raggiungano i risultati dello scorso anno, magari anche qualcosa di più grazie all’arrivo delle alte temperatureCerto, però, la data di avvio rimane troppo anticipata: in teoria sarebbero vendite di fine stagione, ma arrivano a poco più di una settimana di distanza dall’inizio dell’estate. Torniamo a ribadire che, secondo noi, andrebbero spostate più avanti».

DI SEGUITO LE TABELLE

Sabato 6 luglio prendono il via i saldi estivi. Ha intenzione di approfittare dell’occasione per acquistare uno o più prodotti?

55%
No7%
Dipenderà dalla validità delle offerte31%
Non ho deciso/non saprei6%

Cosa intende acquistare? Indichi tutte le risposte che si applicano

Calzature61%
T-shirt e top (maglie, bluse, magliette, canottiere, etc…)57%
Pantaloni/Gonne44%
Maglieria estiva41%
Abiti e vestiti39%
Camicie30%
Costumi, abbigliamento e accessori mare29%
Abbigliamento sportivo29%
Pigiami/camicie da notte, etc…16%
Borse (no valigie)15%
Giacche13%
Cinture9%
Valigie e altri articoli da viaggio7%
Altri prodotti e accessori moda2%

La primavera è stata caratterizzata da un meteo incerto. Tra marzo e giugno di quest’anno, lei direbbe di aver acquistato più o meno capi, calzature e accessori primaverili del solito?

Ne ho acquistati di più17%
Ne ho acquistati di meno39%
I miei acquisti si sono mantenuti stabili44%

Sarà di oltre 70 milioni di euro il valore dei saldi estivi 2024 a Brescia

in Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Sarà di oltre 70 milioni di euro il valore dei saldi estivi 2024 (che prenderanno il via il 6 luglio) per la provincia di Brescia, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Brescia: un risultato in linea con quanto fatto registrare con lo stesso periodo dell’anno 2023. A riportarlo è il giornale di Brescia online BsNews.it.

“La conferma che ci attesteremo su consumi simili a quelli dell’anno scorso è una buona notizia, dopo che gli scorsi mesi non sono stati semplici per le imprese del commercio al dettaglio”, ha detto il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti.

I saldi interesseranno oltre 9.000 punti vendita in tutta la provincia di Brescia, di cui quasi la metà all’interno di comuni che fanno parte dei Distretti del Commercio.

“La tenuta – ha aggiunto il presidente Massoletti – dei negozi passa necessariamente anche dalle politiche attive messe in campo, come i Distretti del Commercio, in cui vengono favorite le collaborazioni che i commercianti sono capaci di creare con i propri colleghi e con le amministrazioni, per rendere più attrattivi e vivi i nostri centri storici”.

Le stime realizzate finora sono comunque prudenziali e i risultati finali potrebbero essere addirittura migliori: “L’inflazione che ha rallentato significativamente la propria corsa, gli aumenti contrattuali previsti dal rinnovo dei CCNL e le prenotazioni dei turisti, che continuano ad arrivare nonostante le condizioni meteorologiche, ci fanno essere ottimisti. Anche con l’aspettativa che i consumatori confermino le ultime tendenze e continuino il riavvicinamento ai negozi di prossimità a discapito dell’online, per l’esperienza più coinvolgente dell’acquisto e per farsi consigliare dai professionisti del settore”, ha concluso il presidente di Confcommercio Brescia.

Morti sul lavoro nel bresciano: in cinque mesi sono aumentati del 41,7%

in Cisl/Economia/Sindacati/Tendenze by

Lo Sportello Sicurezza della Cisl di Brescia – secondo quanto riporta il giornale Brescia news – ha analizzato ed elaborato i dati INAIL delle denunce di infortunio e malattie professionali del mese di maggio 2024 e dei primi 5 mesi dell’anno confrontati con i pari periodo 2023.Nella nostra provincia si confermano in aumento sia gli infortuni totali sia gli infortuni mortali; questi ultimi nei primi 5 mesi del 2024 rispetto al 2023 sono aumentati del 41,7% passando da 12 a 17.


Il “caso” delle malattie professionali. Un’apparente buona notizia è quella della riduzione delle denunce all’INAIL delle malattie professionali. “In realtà – sottolinea Paolo Reboni, che nella Segretaria provinciale della Cisl ha la delega per le problematiche della salute e sicurezza sul lavoro – il problema delle malattie professionali è la loro emersione. In altre parole: la loro diminuzione è strettamente legata alla non conoscenza della gravità del problema. Non per nulla il Patronato INAS Cisl ha strutturato un nuovo servizio che assicura ai lavoratori un’equipe specialistica per la valutazione della loro situazione, garantisce assistenza amministrativa e si fa carico della eventuale presentazione delle pratiche all’INAIL”. Il servizio è gratuito e può essere attivato con un messaggio WhatsApp al numero 335 1491183 oppure con una mail a lombardia@inas.it.

Brescia, inflazione congiunturale +1,3%, tendenziale +0,1%

in Economia/Tendenze by

Nel mese di MAGGIO la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC è in lieve aumento (+0,3%), mentre quella tendenziale è debolmente positiva (+0,1%). A dirlo – secondo quanto riporta BsNews.it – è una nota dell’Ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, presentano decisi aumenti dei prezzi le divisioni “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,2%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,2%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,1%). Principalmente, sono in calo le “Comunicazioni” (-1,3%), i “Trasporti” (-0,6%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,3%) e le “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-0,3%). Le divisioni “Abbigliamento e calzature”, “Altri beni e servizi”, “Servizi sanitari e spese per la salute” e “Istruzione” registrano variazioni congiunturali nulle.

Rispetto a aprile 2023, i maggiori incrementi si registrano per le divisioni “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+2,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,7%), “Trasporti” (+1,7%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,6%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,4%), “Abbigliamento e calzature” (+1,2%), “Altri beni e servizi” (+1,0%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-8,5%), seguita da “Comunicazioni” (-6,7%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano un lieve aumento congiunturale (+0,1%), frutto di due andamenti opposti: la diminuzione dei Beni Energetici (-1,0%) e l’aumento dei Beni Alimentari (+1,1%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano gli Altri Energetici (-1,3%), mentre aumentano gli Energetici regolamentati (+2,3%). Tra gli alimentari, invece, sono in aumento quelli non lavorati (+3,2%). Aumentano anche i tabacchi (+0,2% su base mensile e +3,3% su base annuale). In termini tendenziali, complessivamente i “Beni” calano (-1,0%). I “Servizi” presentano complessivamente un lieve incremento congiunturale (+0,4%), contribuendo a mantenere elevato l’aumento tendenziale (+1,0%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, la voce che presenta l’aumento congiunturale più elevato è quella dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (+1,4%).

Complessivamente, i prezzi dei “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano su base mensile (+0,9%) e annuale (+1,2%). Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di aprile, salgono i prodotti a Alta e Media frequenza di acquisto (rispettivamente +0,3% e +0,5%), mentre quelli a Bassa frequenza sono in diminuzione (-0,4%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta frequenza di acquisto presentano variazioni positive elevate (+2,2%), mentre quelli a Media e Bassa frequenza variazioni negative (rispettivamente -1,6% e -0,7%).

Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è lievemente positiva (+0,2%). Rimane elevata quella tendenziale (+0,9%). Confrontando l’andamento dei prezzi della città di Brescia con quello complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, anche in questo mese, le variazioni tendenziali della città di Brescia sono meno elevate di quelle presenti a livello nazionale, mentre quelle congiunturali sono le medesime. Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

Imprese manifatturiero, saldo positivo (+0,5%) per le assunzioni

in Economia/Lavoro/Manifatturiero/Tendenze by

Nel primo trimestre 2024 l’occupazione in Lombardia non solo tiene ma cresce: per l’industria segna un aumento delle assunzioni che portano a un saldo positivo (+0,5%), mentre nell’artigianato l’incremento del flusso in ingresso è anche più marcato (3,1%) e, affiancandosi ad un rallentamento delle uscite (2,4%), porta a un saldo positivo del +0,7%.

È quanto emerge dai dati del primo trimestre 2024 relativi alla manifattura lombarda, presentati oggi a Milano dall’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, dal presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio, dal presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella e dal presidente di Claai Stefano Fugazza.

Il buono stato di salute della manifattura lombarda è confermato anche dalle aspettative incoraggianti degli imprenditori per il prossimo trimestre, in cui il rafforzamento dell’attività industriale a livello globale insieme alla riduzione dell’inflazione e al possibile calo dei tassi d’interesse, rafforzano la fiducia delle aziende.

Andando nello specifico dei dati, in una situazione già positiva, la produzione industriale e artigiana lombarda fa registrare una lievissima variazione congiunturale: per l’industria pari a -0,3% mentre per l’artigianato la flessione è dello 0,6% con un fatturato che flette di conseguenza: -0,9% per l’industria e -1,3% per l’artigianato.

I motivi di questa leggerissima variazione sono da ricercare, anche in questo caso, nei ‘fattori esterni’, a cominciare dall’evoluzione della guerra in Ucraina con un possibile nuovo aumento dei costi dell’energia e il blocco del canale di Suez.

In ogni caso c’è da registrare la crescita, in alcuni casi anche importante, di settori specifici come mezzi di trasporto (+4,4% su base annua), chimica (+3,6%), alimentari (+3,5%) e carta-stampa (+1,6%). Quelli invece un po’ più in sofferenza sono il comparto moda (tessile -7,8%; abbigliamento -5,9%; Pelli-calzature -3,2%). In contrazione anche la siderurgia (-4,6%). Meno intensa la riduzione dei livelli produttivi per meccanica (-2,4%), minerali non metalliferi (-2,0%) e gomma-plastica (-1,5%). Stabile il legno-mobilio (+0,1%).

ASSESSORE SVILUPPO ECONOMICO: STRAORDINARIETÀ LOMBARDA – “Politica monetaria e situazione geopolitica non aiutano la nostra economia – ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo economico – ciò nonostante, i dati in crescita dell’occupazione e la stabilità della produzione ci consentono di essere estremamente ottimisti per i prossimi mesi. Il nostro è un ecosistema solido, maturo e che grazie alla flessibilità riesce a dare segnali positivi in contingenze negative come quelle che stiamo vivendo. La straordinarietá lombarda si conferma nonostante i ‘freni’ sovra territoriali”.

UNIONCAMERE LOMBARDIA: CONFIDIAMO NELLA RIDUZIONE DEI TASSI – “Le condizioni geopolitiche preoccupano ancora – ha specificato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – ma per il secondo trimestre 2024 confidiamo nella riduzione dei tassi e nell’abbassamento dei prezzi. I mercati esteri per l’industria lombarda restano rilevanti e in considerazione della ripresa seppur lenta del commercio mondiale siamo fiduciosi che i numeri possano migliorare”.

CONFINDUSTRIA LOMBARDIA: CAUTO OTTIMISMO – “La produzione industriale lombarda – ha detto Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia – a inizio anno sconta un andamento globale debole e l’instabilità in diverse aree del mondo cruciali per il commercio. Nonostante questa prevedibile fase di rallentamento, gli imprenditori sono cautamente ottimisti e vedono una ripresa nel secondo semestre di quest’anno spinta in particolare dall’atteso taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, oltre che dal calo dei costi energetici e dell’inflazione, ma guardano con attenzione gli sviluppi del contesto geopolitico. Sono alte le aspettative delle imprese lombarde nei confronti di un’Europa che nei prossimi mesi dovrà dimostrarsi all’altezza delle sfide contemporanee, sostenendo e proteggendo il tessuto imprenditoriale con scelte forti, lungimiranti e condivise. Le imprese, in particolare le manifatturiere, sono l’unico asset in grado di evitare il declino economico del nostro continente”.

Inflazione a Brescia: ad aprile -0,3% sul mese precedente

in Economia/Tendenze by

Nel mese di APRILE la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC è in lieve calo (-0,3%), mentre quella tendenziale è nulla. A darne notizia, secondo quanto riferito dal giornale online di Brescia BsNews.it, è l’ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, presentano lievi aumenti dei prezzi le divisioni “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,0%), “Trasporti” (+0,6%), “Altri beni e servizi” (+0,2%), “Ricreazioni, spettacoli e cultura” (+0,1%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,1%). Sono, invece, in calo le divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-2,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,5%), “Comunicazioni” (-0,4%) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,4%). Le divisioni “Servizi sanitari e spese per la salute”, “Mobili, articoli e servizi per la casa” e “Istruzione” registrano variazioni congiunturali nulle.

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la maggior parte delle divisioni presenta aumenti, anche se complessivamente di minore intensità rispetto ai mesi precedenti: “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+2,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+2,0%), “Trasporti” (+1,6%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,1%), “Altri beni e servizi” (+0,9%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,8%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,5%), “Abbigliamento e calzature” (+0,4%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-9,0%), seguita da “Comunicazioni” (-6,6%). Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano una decisa diminuzione congiunturale complessiva (-0,5%). Scendendo a un dettaglio maggiore, si evidenzia una decisa diminuzione dei Beni Energetici (-2,1%) e una lieve diminuzione dei Beni Alimentari (-0,4%) e degli Altri Beni (-0,1%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano gli energetici regolamentati (-8,3%). Tra gli alimentari, invece, sono in lieve aumento quelli lavorati (+0,1%), mentre quelli non lavorati presentano un deciso calo (-1,3%). Aumentano anche i tabacchi (+1,3% su base mensile e +3,3% su base annuale).

In termini tendenziali, complessivamente i “Beni” calano (-1,2%). I “Servizi” presentano complessivamente un lieve incremento congiunturale (+0,1%), contribuendo a mantenere elevato l’aumento tendenziale (+1,5%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, la voce che presenta l’aumento congiunturale più elevato è quella dei “Servizi relativi ai trasporti” (+0,7%). Complessivamente, i prezzi dei “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, scendono su base mensile (-0,4%), mentre su base annuale aumentano (+0,8%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di marzo, i prodotti a Alta frequenza di acquisto non subiscono variazioni, mentre quelli a Media e Bassa frequenza sono in diminuzione (rispettivamente -0,6% e -0,1%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta frequenza di acquisto presentano variazioni positive elevate (+1,8%), mentre quelli a Media e Bassa frequenza variazioni negative (rispettivamente -1,6% e -0,3%). Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è lievemente positiva (+0,1%). Rimane elevata quella tendenziale (+1,2%).

Confrontando l’andamento dei prezzi della città di Brescia con quello complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, in questo mese, le variazioni congiunturali e tendenziali della città di Brescia sono meno elevate di quelle presenti a livello nazionale.

Nel 2023 il settore metalmeccanico bresciano ha chiuso in negativo

in Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

L’attività produttiva delle imprese bresciane operanti nell’industria metalmeccanica chiude il 2023 in negativo: la dinamica media annua è nel complesso stagnante per le aziende meccaniche (-0,2%), mentre per quelle metallurgiche la flessione è stata più intensa (-1,8%).

A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate.

L’analisi ha inoltre evidenziato, nel 4° trimestre del 2023, un andamento negativo di intensità più marcata rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente: nel dettaglio, la meccanica ha segnato una flessione del 4,3% rispetto all’analogo periodo del 2022, mentre la metallurgia ha registrato una contrazione relativamente più contenuta (-4,1%).

Anche nel periodo ottobre-dicembre dell’anno scorso, la domanda insufficiente è stata indicata come il principale fattore che limita la produzione: tale elemento di criticità è stato denunciato dal 41% delle aziende meccaniche e dal 45% di quelle metallurgiche. Si tratta di numeri che non si rilevavano dal 2020, da quando il sistema economico locale stava affrontando le inedite criticità derivanti dal Covid-19.

Le difficoltà incontrate nel 2023 dal settore metalmeccanico hanno riguardato anche gli scambi con l’estero: le esportazioni, attestatesi a 15.784 milioni, hanno registrato una contrazione dell’8,2% sul 2022, una dinamica zavorrata, in particolare, dalla caduta del comparto della metallurgia (-20,8%). Tale performance, che segue il +16,9% sperimentato nel 2022, va interpretata alla luce del contesto macroeconomico globale tutt’altro che esaltante, caratterizzato dall’evoluzione dell’indice PMI manifatturiero (nel 2023 sistematicamente attestatosi al di sotto della soglia di neutralità) e dalla flessione degli scambi internazionali, diminuiti dell’1,9% nei confronti del 2022. Va tuttavia sottolineato che la principale motivazione alla base della discesa del valore delle merci vendute all’estero è da ricondurre al movimento di sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime utilizzate nei processi produttivi delle imprese metalmeccaniche: a titolo di esempio, il prezzo dell’alluminio è diminuito del 16,6%, quello del rame del 3,8%, mentre il rottame ferroso ha registrato una contrazione del 12,0%. Le principali aree di destinazione dell’export si caratterizzano per “segni meno” (Unione Europea -10,2%, America settentrionale -11,7%): tali mercati rivestono un ruolo importante per le imprese del territorio, in quanto nel 2023 hanno assorbito ben il 72,5% delle esportazioni bresciane di prodotti metalmeccanici. In tale contesto, la Germania (di gran lunga la meta privilegiata per il made in BS) ha segnato un -13,3%, passando da 3.605 milioni di vendite all’estero a 3.126. Ancora più intensa è la caduta che ha caratterizzato la Francia, che ha sperimentato un -14,4% (da 1.911 milioni a 1.636). Segnali positivi sono invece giunti dall’Asia orientale (da 577 milioni a 603, + 4,4%) e dal Medio Oriente (da 466 milioni a 511, +9,6%).

“L’anno 2023, come si vede dai dati, chiude in rallentamento – commenta Gabriella Pasotti, presidente del settore Meccanica e Meccatronica di Confindustria Brescia –. Il nostro comparto, in particolare, ha segnato un calo di volumi importante, dovuto alle tensioni geopolitiche, a un generale calo della competitività e al rallentamento dell’export, con una conseguente e importante riduzione delle marginalità. Ci addentriamo ora in un 2024 segnato dall’incertezza, con una bassa visibilità dei portafogli e un contesto generalmente molto eterogeneo tra le varie aziende, con significative differenze tra le medio-piccole e le grandi. Quello che preoccupa è soprattutto la difficoltà nel pianificare investimenti senza un sistema di progettualità nazionale, non solo nel medio periodo ma anche nel breve. Ad oggi non sappiamo cosa sarà dei benefici fiscali e di Industry 5.0: serve perciò massima attenzione nella gestione dei magazzini e sul tema della gestione del costo del denaro, oltre a questioni ormai strutturali quali l’occupazione e la formazione, vista la sempre maggiore difficoltà che riscontriamo nel reperire manodopera specializzata.”

“La flessione dei fatturati di fine 2023 delle imprese bresciane della metallurgia è dovuta in parte al lento calo delle materie prime, ma soprattutto al rallentamento della locomotiva tedesca  – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Il motore dell’export europeo sta trovando grandi difficoltà, causate dal rallentamento delle esportazioni verso il Far East, ma soprattutto dalle grandi esportazioni dalla Cina verso l’Europa soprattutto di automobili. Purtroppo, il commercio di componenti ed automobili con il paese del dragone, che prima era un’opportunità, ora si sta rilevando una terribile minaccia. È sempre più urgente che l’Europa prenda coscienza della disparità di costi di produzione tra l’Europa e l’Asia, a causa delle restrizioni ambientali e sociali imposte nel vecchio continente ed eregga delle barriere a difesa dell’industria europea. Diversamente ci troveremo in una situazione di desertificazione industriale nel nostro continente, e dall’altra parte paesi come Cina o India che producono e inquinano indiscriminatamente.”

La debole dinamica produttiva riscontrata nel 2023 ha contribuito all’incremento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) da parte delle imprese metalmeccaniche bresciane: le ore autorizzate fra gennaio e dicembre del 2023 sono infatti cresciute del 47% rispetto al 2022, passando da 9,4 milioni a 13,9 milioni. In particolare, la componente ordinaria è aumentata del 73% (da 5,9 a 10,3 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha evidenziato un aumento molto più contenuto (+2%, da 3,5 a 3,6 milioni di ore). Il confronto con il 2019 mostra una crescita del 159% (sintesi di un +278% della CIGO e di un +35% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nell’ultimo anno le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte nella CIG siano circa 2.100, contro le 1.300 del 2022 e le 1.200 del 2019.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con circa 104 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (15 mila addetti) e i prodotti in metallo (42 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (30 mila addetti) e in ottava posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 8 mila addetti).

Brescia, a gennaio inflazione in lieve ripresa

in Economia/Tendenze by

Nel mese di GENNAIO la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC si porta a +0,2%, mentre quella tendenziale a +0,5%. A riferirlo è l’ufficio statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, si registra un lieve discesa congiunturale dei prezzi nella divisione legate ai “Trasporti” (-1,2%). Variazioni congiunturali nulle si registrano invece per le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Ricreazioni, spettacoli e cultura” e “Istruzione”. Le restanti divisioni presentano lievi aumenti dei prezzi: “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,6%), “Comunicazioni” (+0,7%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%) e “Altri beni e servizi” (+0,3%).

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la maggior parte delle divisioni presenta aumenti anche se, in alcuni casi, di entità inferiore rispetto ai valori registrati nei mesi precedenti: “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+6,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+3,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+2,4%), “Altri beni e servizi” (+2,0%), “Abbigliamento e calzature” (+1,7%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+1,6%), “Trasporti” (+1,0%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,8%) e “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,8%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-13,9%), seguita da “Comunicazioni” (-3,2%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano un leggero aumento congiunturale complessivo (+0,5%). Scendendo a un dettaglio maggiore, si evidenzia un aumento dei Beni Energetici (+1,5%), seguito da un leggero incremento dei Beni Alimentari (+0,2%) e degli Altri Beni (+0,2%). In particolare, tra i Beni Energetici, aumentano sia gli Altri energetici (+1,6%), sia gli Energetici regolamentati (+1,4%). Tra gli alimentari, invece, sono in lieve aumento sia quelli lavorati (+0,2%), sia quelli non lavorati (+0,2%). In termini tendenziali, i “Beni” decrescono (-1,4%).

All’opposto, l’andamento dei “Servizi” presenta complessivamente un leggero decremento congiunturale (-0,1%), pur mantenendo alto l’aumento tendenziale (+2,8%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, le voci che presentano maggiori incrementi congiunturali e tendenziali sono quelle dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (rispettivamente +0,4% e +4,8).

Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano del +0,3% su base mensile e del +3,1% su base annuale. Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di dicembre, sono lievemente aumentati i
prodotti a Alta, Media e Bassa frequenza di acquisto (rispettivamente +0,1%, +0,2% e +0,3%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta e Bassa frequenza di acquisto presentano variazioni positive (rispettivamente +2,7% e +1,2%, mentre quelli a Media sono in diminuzione (-2,1%).

Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente
volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è nulla, mentre è in
aumento quella tendenziale (+2,4%).

In un confronto con l’andamento dei prezzi complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, in questo mese, le variazioni congiunturali della città di Brescia sono lievemente inferiore a quelle registrate a livello nazionale (rispettivamente +0,2% e +0,3%), come le variazioni tendenziali (rispettivamente +0,5% e +0,8%). Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

1 2 3 64
Go to Top
Vai alla barra degli strumenti