Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Giugno 2018

Inflazione stabile a Brescia nel mese di giugno

in Economia/Tendenze by

Rispetto al mese precedente, a giugno l’inflazione a Brescia è rimasta pressoché stazionaria. Il tasso congiunturale (variazione sul mese precedente) è +0,1%, mentre il tasso tendenziale (variazione sull’anno
precedente) sale a +1,6%.

L’analisi per tipologia di beni e servizi evidenzia come questo mese siano soprattutto i prodotti a alta frequenza di
acquisto ad essere inflattivi (+0,8%), seguiti dai prezzi dei beni bassa frequenza di acquisto (+0,2%), mentre i beni
a media frequenza di acquisto sono lievemente deflattivi (-0,6%).

Le divisioni in aumento sono: “Trasporti” (+1,8%), “Prodotti alimentari” (+1,2%,), “Ricreazione, spettacolo, cultura”
(0,5%), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili“ (+0,5%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,5%),
“Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%), “Altri beni e servizi” (0,3%). Le divisioni in diminuzione sono: “Servizi ricettivi e di ristorazione“ (-4,1%), “Comunicazioni” (-1,4%) Le divisioni con variazione nulla o quasi nulla sono: “Servizi sanitari e spese per la salute”, “Istruzione” “Abbigliamento e calzature “ (+0,1%).

Brescia, più di un’impresa su dieci è gestita da stranieri

in Economia/Evidenza/Tendenze by

Da una recente analisi del Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia su dati del Registro Imprese emerge che superano quota 13mila le imprese costituite in provincia da cittadini stranieri. Alla fine del 2017, infatti, le imprese di cittadini immigrati iscritte nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Brescia rappresentano l’11,1% del totale. La quota più rilevante si conferma quella costituita da imprese di origine extra UE (9,2%). Le imprese straniere sono cresciute anche nell’ultimo anno (+1,8%), proseguendo il trend ininterrottamente positivo dal 2011. Tale dinamica ha contribuito ad attenuare la contrazione che ha caratterizzato la struttura imprenditoriale nel suo complesso nello stesso periodo.

L’importanza della partecipazione degli stranieri nel tessuto imprenditoriale bresciano è evidente anche nel confronto territoriale. Brescia si colloca in terza posizione a livello lombardo dopo Milano e Lodi per incidenza delle imprese straniere sul totale ed al 20° posto su scala nazionale.

Le attività esercitate prevalentemente dalle imprese straniere, in valore assoluto, sono il commercio al dettaglio che conta 2.499 unità, seguito dai lavori di costruzione specializzati (2.196 imprese pari al 16,6% delle imprese straniere), dalla ristorazione (1.412 imprese pari al 10,7% del totale straniero) e dal commercio all’ingrosso (746 imprese pari al 5,6% del totale).

In termini relativi, però, le attività che hanno una forte connotazione straniera sono le telecomunicazioni nel cui ambito 6 imprese su 10 sono a guida straniera (si tratta di posti telefonici pubblici ed internet point); a breve distanza seguono le attività di supporto alle imprese in cui 4 realtà su 10 sono straniere (si tratta di servizi di fotocopiatura e disbrigo pratiche, agenzie di distribuzione libri, giornali e riviste), le confezioni di articoli di abbigliamento dove il 32% degli operatori del settore sono stranieri, il magazzinaggio (21,3%) ed i servizi per edifici e paesaggi (si tratta di attività di pulizia degli edifici e di cura e manutenzione del paesaggio).

I paesi più rappresentati nell’universo multietnico dell’imprenditoria bresciana (con riferimento alle sole imprese individuali le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare e che, comunque, concentrano il 75% delle imprese straniere) sono la Romania (1.107 imprese individuali), la Cina (1.104), il Pakistan (1.079) ed il Marocco (1.050). Importante è anche la presenza di imprenditori nati in Albania (787), Senegal (564), Egitto (455), India (425) e Nigeria (375). Questi ultimi insieme ai Pakistani nel periodo 2011-2017 sono cresciuti esponenzialmente (titolari indiani +77,1%; nigeriani (1 Si definiscono straniere le imprese la cui partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da stranieri.

Rumeni, albanesi e tunisini restano specializzati nei lavori di costruzioni anche se la crisi che ha colpito il settore delle costruzioni negli ultimi anni ha spostato la loro attività imprenditoriale verso la ristorazione. Attività quest’ultima svolta prevalentemente dagli egiziani. La maggioranza degli imprenditori marocchini, senegalesi e nigeriani operano nel commercio al dettaglio ambulante. Pakistani e indiani si occupano delle attività di supporto alle imprese, quali i servizi di fotocopiatura e preparazione di documenti e disbrigo pratiche.

Più della metà degli imprenditori cinesi operanti a Brescia si occupa di confezione di articoli di abbigliamento e di commercio al dettaglio. Negli ultimi anni, tuttavia, hanno diminuito l’attività imprenditoriale in questi ambiti spostando gli investimenti nella ristorazione (in particolare nella gestione di bar ed esercizi simili) e nei servizi per la persona (quali i servizi di parrucchieri e estetisti e i centri per il benessere fisico).

Negli ultimi sette anni il numero delle imprese straniere è aumentato sensibilmente, passando da 11.391 nel 2011 a 13.256 a fine 2017 (corrispondenti a un incremento del 16,4%), a fronte di un calo del 4,7% dell’imprenditoria italiana. La maggiore dinamicità imprenditoriale della componente straniera è evidente dall’analisi dell’evoluzione demografica nel periodo 2011-2017.

Confrontando i tassi di natalità delle imprese straniere con quelle italiane è evidente la maggiore vitalità delle straniere che presentano alti tassi di natalità a fronte dei valori molto più contenuti della componente nazionale. Nel periodo esaminato per entrambe le componenti il tasso di natalità ha avuto un andamento decrescente. Nel 2011 il tasso di natalità delle imprese straniere era pari a 14,1%, il che significa che sono state costituite 14,1 imprese nuove per ogni 100 aziende registrate, contro il 5,6% di quelle italiane. Nel 2017 il tasso di natalità è passato al 10% per l’imprenditoria straniera e al 5,1% per quella italiana.

Alla elevata natalità delle imprese straniere è associato un tasso di mortalità più elevato, che nel 2017 era pari al 6,6% per le imprese straniere e al 5,4% per quelle italiane. Se l’elevata natalità conferma la tendenza espansiva che ha caratterizzato negli ultimi anni l’imprenditoria immigrata, anche la più alta percentuale di mortalità indica che come molto spesso le attività avviate fanno fatica a restare sul mercato. Un’analisi longitudinale dell’evoluzione imprenditoriale attraverso i tassi di sopravvivenza delle imprese nate nel periodo 2011-2017 mette in evidenza la maggiore instabilità delle imprese straniere che in generale presentano una probabilità di sopravvivenza inferiore rispetto alle imprese bresciane. Circa il 78% delle imprese nate nel 2012 sono sopravvissute al primo anno di vita, sia straniere sia bresciane, allungando il periodo di osservazione le differenze si acuiscono. Delle imprese nate nel 2012 meno della metà (49,9%) delle imprese straniere è sopravvissuta ai cinque anni contro il 56,3% delle (1 Si definiscono straniere le imprese la cui partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da stranieri.

Mondiali di calcio, sono 774 le imprese sportive del Bresciano

in Economia/Sport/Tendenze by
Mondiali di calcio

Mondiali di calcio e voglia di sport: sono 4 mila in Lombardia e 21 mila in Italia le imprese specializzate in corsi e gestione di impianti sportivi secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese. . L’offerta cresce sia in Lombardia che in Italia: rispettivamente del 6% e del 5% in un anno, del 30% circa in cinque anni (+ 28% in Italia). Si tratta di corsi sportivi e ricreativi, gestione di impianti sportivi, tra cui stadi, piscine, polivalenti, palestre, enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi.

Calcio: sono 150 a  Milano, 500 in Lombardia e 5 mila in Italia le imprese che hanno un’attività collegata al calcio, secondo gli elenchi che contengono la descrizione dell’attività imprenditoriale.

Lo sport in Lombardia. Milano è prima con 1.285 attività (+6% in un anno, +35% in cinque anni), seguita da Brescia  774 (+6%, +28%), Bergamo (477, +4%, +24%).

Lo sport in Italia. Le imprese si concentrano soprattutto a Roma prima con quasi duemila (+6% in un anno e +45% in cinque), Milano con oltre mille (+7%, +35%), Torino con 904 (+7% e +30%), Brescia con 774 (+6%, +28%), Napoli con 761 (+2%, +14%), Bergamo (477, +4%, +24%) e Bari (469, +6%,+20%).

Il business lombardo pesa il 28% nazionale con circa 900 milioni su 3,3 miliardi all’anno nazionali. Milano da sola tocca i 560 milioni. In particolare la Lombardia concentra quasi metà del business delle palestre e oltre un terzo dei corsi sportivi e ricreativi.

 

Affari tra Italia e Brasile, se ne parla il 5 luglio in Camera di commercio

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

La Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Minas Gerais (Brasile) organizza, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia e AIB, un seminario dal titolo: “Il nuovo Brasile: analisi delle opportunità” nella giornata di giovedì 5 luglio 2018, ore 9.30 – 12.30 presso la Sala Consiliare (sede camerale) in Via Einaudi 23, Brescia.

La partecipazione è gratuita previa iscrizione on line sul sito www.bs.camcom.it alla pagina Eventi/Convegni/Incontri, dalla quale è possibile scaricare il programma completo.

L’ERP nell’era del digital business? Interattivo, Innovativo e Intelligente

in Economia/Evidenza/Web e digitale by
Erp

ERP significa Enterprise Resource Planning (“pianificazione delle risorse d’impresa”). Si tratta di un sistema di gestione che integra tutti i processi di business rilevanti di un’azienda

In un’era in cui il costo del valore aggiunto (composto da lavoro e organizzazione) è percentualmente sempre più importante del costo delle materie prime, per aumentare efficienza e redditività non è sufficiente acquistare al minor prezzo, ma è assolutamente necessario ottimizzare tutti i processi organizzativi aziendali, e questo può essere realizzato unicamente introducendo una “spina dorsale informatica” che elimini sprechi ed errori.

Ma oggi sempre più l’ERP deve integrare e dialogare con le nuove tecnologie. 

INTERNET OF THINGS

L’Internet delle cose è l’evoluzione evoluzione dell’uso della Rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.

Per “cosa” o “oggetto” si può intendere più precisamente categorie quali: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. Questi oggetti connessi che sono alla base dell’Internet delle cose si definiscono più propriamente smart objects (oggetti intelligenti) e si contraddistinguono per alcune proprietà o funzionalità. Le più importanti sono identificazione, connessione, localizzazione, capacità di elaborare dati e capacità di interagire con l’ambiente esterno.

Quando si integra ERP al mondo IoT in particolare utilizzando la tecnologia dei sensori si sviluppa un’area fondamentale a supporto del business e che consente di intervenire in tempo reale.

BLOCKCHAIN

Blockchain è forse il termine più di moda in questo momento quando si parla di digital transformation. Se ne parla tantissimo ma il problema – per chi sta valutando di investire in questa tecnologia – è capire cosa ci sia di concreto: quali sono le esperienze già realizzate e in corso, quali best practice se ne possono dedurre, e quali tipi di applicazioni sono più fattibili nei vari settori.

Anche nel manufacturing l’impatto sarà alto, e le applicazioni principali saranno tipicamente di supply chain: tracking di processi complessi, compliance, quality origin assurance,

L’obiettivo è la garanzia dell’originalità del prodotto e sono emersi come temi critici la gestione dell’identità digitale dei soggetti partecipanti (anche macchine), con differenziazione degli accessi in funzione della tutela del segreto industriale, e l’interoperabilità: la Blockchain non può funzionare con approccio a silos, deve interagire con altre tecnologie come IoT ed ERP.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA MANUTENZIONE PREDITTIVA

La manutenzione predittiva è un tipo di manutenzione preventiva che viene effettuata a seguito dell’individuazione di uno o più parametri che vengono misurati ed elaborati utilizzando appropriati modelli matematici allo scopo di individuare il tempo residuo prima del guasto. A tale fine si utilizzano svariate metodologie, come ad esempio le analisi “tribologiche” sui lubrificanti, la misura delle vibrazioni, la termografia, l’analisi delle correnti assorbite, il rilievo di vibrazioni anomale e tante altre. Una variazione delle misure effettuate rispetto allo stato di normale funzionamento indicherà l’aumentare del degrado e, in definitiva, permetterà di prevedere il momento del guasto.

Esempi di tale metodo sono:

> le parti soggette ad usura, aumentando l’attrito, producono calore, questo aumento di temperatura è evidenziato appunto dalla termografia;

> il motore lascia nell’olio particolato metallico che indica un principio di usura. Prendendo piccole quantità di olio se ne può effettuare l’analisi chimica e verificare la salute della macchina;

> un cuscinetto danneggiato, un disallineamento, uno squilibrio provocheranno un aumento di vibrazioni.

> lo stesso sistema è usato per il controllo manutentivo del serraggio dei morsetti dei cavi elettrici che se lenti, provocano calore per effetto Joule.

WORLD CLASS MANUFACTURING

Il World Class Manufacturing, in breve WCM, rappresenta l’acronimo con cui si qualificano i più importanti produttori di beni e servizi mondiali, che intendono gestire e ridurre i costi della produzione in maniera sistematica applicando metodologie riferibili ed “oggettivabili”. Il World Class Manufacturing (WCM) è un roll di innovazione basato sul miglioramento continuo, è un sistema di origine Giapponese, un nuovo modo di lavorare che prevede l’eliminazione di ogni tipo di spreco e perdita (Muda) con il coinvolgimento di tutti, attraverso l’impegno rigoroso di metodi e standard.

Seguire i principi del World Class Manufacturing significa ripensare in modo totale al processo produttivo affinché l’ottimizzazione degli sprechi vada a realizzarsi non solo nei processi di lavorazione del prodotto, ma anche in altre fasi della catena produttiva: anche e soprattutto in quei momenti nei quali non si crea apparentemente alcun valore aggiunto per il cliente. Si toccano quindi argomenti quali movimentazioni merci, gestione scorte, controlli, difetti, attese, riparazioni e manutenzioni.

Integrare l’ERP a strumenti per la gestione del WCM rappresenta una prospettiva importante per l’innovazione dei processi aziendali.

BIG DATA – TANTI DATI DA ANALIZZARE CON STRUMENTI NUOVI

Di dati le aziende ne avranno sempre di più ed arriveranno da diverse fonti.

> Dai prodotti che sono immessi sul mercato. Oggi i prodotti ci ‘parlano’ tramite l’IoT. l’intelligenza che abbiamo messo negli oggetti restituisce una grande mole di dati che possono essere processati per fornire informazioni utili per la manutenzione, per la progettazione di successive release, sul comportamento degli utenti nell’utilizzo dei prodotti ecc.

> Dal mercato, inteso come tutte le tracce che i possibili clienti, esplicitamente o non esplicitamente, lasciano sul web, sui social media, tramite le app;

> La terza fonte viene sempre dall’azienda ma è una fonte nuova e riguarda tutti i dati che arrivano dal mondo della produzione.

Oggi abbiamo le tecnologie che ci permettono di processare tutti questi dati, in tempo reale, e di metterli in relazione tra di loro. Per SAP questa tecnologia si chiama SAP Hana e consente anche alle aziende di dimensioni contenute di fruire delle informazioni e delle analisi necessarie per sviluppare il proprio business digitale.

RIFERIMENTI

IoT, Blockchain, AI, WCM: info@innovationclub.it 

Sistemi ERP: marketing@neosgroup.it

Il turismo a Brescia dà lavoro a 8mila famiglie

in Economia/Partner/Tendenze/Turismo by
Il tempio capitolino di Brescia

Sono quasi 2 mila le strutture ricettive milanesi, tra sedi di impresa, unità locali in e fuori provincia, su 7.103 in Lombardia e 79 mila in Italia, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese al primo trimestre 2018 e 2017 relativi alle sedi di impresa e unità locali iscritte come imprese. Crescono del 4,9% in un anno, quasi 100 attività e strutture in più, e registrano quasi 21 mila addetti su 39 mila a livello regionale e 307 mila a livello nazionale. Si tratta soprattutto di alberghi (1.092) e alloggi per brevi soggiorni, tra bed & breakfast e residence (766) ma ci sono anche circa 70 tra villaggi turistici e ostelli. Crescono anche Monza Brianza che passa da 182 a 186 strutture, +2,2%, e Lodi da 42 a 47, +11,9%.

Settore turismo in Lombardia. Sono 7.103 le strutture ricettive, tra imprese e unità locali, il 9% italiano e in crescita del 6,5% in un anno. Occupano quasi 39 mila addetti, pesando il 12,7% sul totale di chi lavora nel settore in Italia. Il maggior numero di strutture alberghiere e turistiche si trova a Milano (1.999). Seguono Brescia con 1.449 attività e Sondrio con 992. Vengono poi Bergamo (684) e Como (613). In un anno la crescita maggiore va a Lecco (+22,7%) e Lodi (+11,9%).

Settore turismo in Italia. Oltre 79 mila attività tra sedi di impresa e unità locali, in crescita del 6,6% in un anno e con oltre 307 mila addetti.  Prima è Roma con 6.931 attività seguita da Bolzano (5.368), Napoli (3.134), Rimini (2.837) e Venezia (2.816). Milano è nona nella classifica nazionale per imprese ma terza per numero di addetti, dopo Bolzano prima con oltre 27 mila e Roma che ne ha oltre 23 mila. Rimini è quarta con 16 mila addetti e Venezia quinta con oltre 14 mila. Tra i primi dieci territori per numero di addetti del settore c’è anche Brescia, nona con quasi 8 mila lavoratori.

Trasporti, a Brescia le imprese danno lavoro a 24mila persone

in Economia/Tendenze/Trasporti by

Stabile il settore dei trasporti, sono 28 mila le imprese in Lombardia, 238 mila gli addetti e 40 miliardi il fatturato. La Lombardia pesa circa un quinto sul settore nazionale, per imprese, addetti e per fatturato. Vale per business di settore quasi quanto Piemonte e Lazio (entrambi 41 miliardi). Primi settori: trasporto terrestre (21 mila imprese) e magazzinaggio (5 mila). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese 2018 e 2017.

Prime per fatturato in Italia: Roma (39 miliardi), Torino (36), Milano (26), Modena (6,5), Napoli (4,3).

Per provincia in Lombardia. Le prime per imprese: a Milano 14 mila, a Brescia 3 mila, a Bergamo, Monza e Varese circa 2 mila, a Como e Pavia oltre mille, a Mantova 900. Per quanto riguarda gli addetti, a Milano sono 138 mila, a Bergamo 24 mila, a Brescia 21 mila, a Varese e Monza oltre 10 mila, a Como 7 mila.

Il CRM e i nuovi strumenti del marketing digitale | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Innovation club/Partner 2/Rubriche/Web e digitale by

La conversazione attraverso i media digitali è oramai oggi un modello consolidato nella vita quotidiana di ognuno di noi, che porta nuovi stimoli, amplia gli orizzonti e favorisce l’evoluzione del consumatore e la sua relazione con le aziende. Il social marketing, il mobile e, da un punto di vista infrastrutturale, il Cloud sono stati gli elementi che hanno generato e contribuiscono oggi a dare linfa a questo nuovo scenario. Uno scenario in cui è il cliente a dettare nuove regole di business: le proprie. In questo contesto le aziende sono portate a ripensare l’approccio al CRM, intraprendendo una strategia basata su cross-medialità, attenzione alla condivisione delle esperienze di acquisto del singolo consumatore e programmi di Loyalty ed Engagement.

Oggi è necessario comprendere che è sempre più un approccio personale al consumatore, alla luce delle continue evoluzioni generate dal Web. I dati raccolti attraverso il Web e relativi ai clienti o prospect sono così tanti rispetto a quelli che si potevano raccogliere in precedenza, che adesso è necessario disporre di applicazioni gestionali e soluzioni dedicate all’analisi dei dati (Business Intelligence).
Dati che, se gestiti correttamente, attraverso campagne marketing e programmi di engagement e loyalty, possono portare a una conoscenza approfondita del cliente.
Le tecnologie cloud , infatti,  permettono ora di anticipare la tradizionale visione dell’esperienza del cliente – suddivisa nelle tre classiche fasi di stimolo, acquisto ed esperienza di prodotto – identificando il nuovo elemento dello Zero Moment Of Truth (ZMOT, momento zero della verità): il momento in cui il potenziale cliente costruisce le sue convinzioni e da cui il processo d’acquisto ha inizio. Tutto questo avviene on-line e secondo i dati pubblicati in una ricerca Audiweb, sono oltre 45 milioni gli utenti collegati mediamente in italia ogni giorno.

L’innovazione tecnologica permette di rendere immediati e virali processi di vendita e acquisto; con l’e-Commerce non solo si possono monitorare gli acquisti effettuati, ma grazie ai feedback lasciati, si possono analizzare e valutare le preferenze, i bisogni e conoscere approfonditamente la propria clientela (eCRM).I contatti con i clienti avvengono costantemente sui social media, sui blog e sulle community aziendali e personali. Il confronto diretto e immediato è inevitabile per l’azienda ed è proprio per questo che si ha la necessità di ripensare alla relazione con il cliente e cliente potenziale: il Social CRM deve diventare una realtà fattuale per qualsiasi business, anche perché questo può portare enormi vantaggi se gestito “intelligentemente”.

In particolar modo evidenziamo questi 10 processi dove si realizza un’integrazione tra un CRM e strumenti di Digital Marketing: 

1. Integrare il CRM con il catalogo digitale (web, mobile) sia come interfaccia per la forza vendita e gli agenti esterni sia nei confronti del consumatore finale;

2. Fornire sul CRM le informazioni nate dall’interazione tra il cliente ed un assistente virtuale che parla ai clienti con il linguaggio naturale;

3. Gestire un processo di store experience e di conversazione con lo store manager. Registrare sul CRM le interazioni del consumatore nel negozio attraverso sistemi Bluetooth Low Energy;

4. Integrare il CRM con ambienti virtuali 3D, realizzando uno showroom tridimensionale o il museo aziendale sia con la realtà aumentata (AR). I prossimi sistemi operativi smartphone potranno visualizzare ambienti 3D e AR direttamente nel browser web;

5. Realizzare un processo di offerte mirate e profilate su cluster di clienti considerando sia i dati aziendali ma anche quelli come dati anagrafici e preferenze, condivisi dagli utenti sui Social Network;

6. Implementare una strategia di Loyalty tipica del settore Retail ma oggi applicabile in molti altri contesti“Business to Consumer”. Il modello Loyalty (punti premi missioni) può evolversi in una conversazione ludica (Gamification) creando più esperienze di interazione con il consumatore monitorate dal sistema CRM;

7. Integrare il CRM con sistemi evoluti di Blog che ottimizzino il posizionamento di ogni articolo sui motori di ricerca e che permettano di tracciare anche gli utenti non iscritti in modo da creare le premesse per un ingaggio. Questo molto utile anche nei processi “Business to Business”;

8. Fornire un servizio di anti-contraffazione attraverso varie tecnologie (come ad esempio l’RFID) creando una relazione diretta con il consumatore.

Questi processi non sono “idee sulla carta” ma il frutto delle nostre esperienze concrete con importanti realtà in Italia ed all’Estero.

www.innovationclub.it

Plastica, import su del 28 per cento, ma le esportazioni sono in calo

in Economia/Export/Manifatturiero/Tendenze by
Materie plastiche

Il Centro Studi di Amaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a CONFINDUSTRIA, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ha elaborato i dati di commercio estero – pubblicati da ISTAT – relativi al primo trimestre di quest’anno.

Il confronto con lo stesso periodo del 2017 evidenzia un incremento del 26% all’import e una contrazione di circa un punto delle esportazioni.

Tale risultato sembra confermare due fattori importanti.

Da un lato la costante e consistente crescita degli acquisti dall’estero, segnale verosimile della tenuta della ripresa del mercato interno, già evidenziata dai risultati più che positivi registrati a consuntivo 2017.

Come ha sottolineato il Presidente Alessandro Grassi in occasione dell’Assemblea dei soci Amaplast – svoltasi a Linz, in Austria, il 14 giugno – “è un dato di fatto che la propensione dei trasformatori italiani all’investimento è tornata a crescere e di ciò non possiamo che rallegrarci.”

Dall’altro lato il rallentamento dell’export, che non sorprende più di tanto e può ritenersi fisiologico. Dopo i primi due mesi dell’anno con segno ancora positivo, a marzo l’arretramento, in un certo senso atteso, anche alla luce della flessione degli ordini segnalata nelle ultime settimane dagli associati.

E’ ovviamente prematuro parlare di una fase di declino, fermo restando il fatto, però, che il comparto sta vivendo una fase positiva da almeno 7-8 anni (con l’eccezione del rallentamento verificatosi nel 2013) ed è logico quindi prevedere una congiuntura negativa nel breve o almeno nel medio periodo, in un’ottica di ciclicità dell’economia.

L’indagine congiunturale svolta a metà giugno fra gli associati, relativamente al semestre in corso rispetto al precedente, rivela una previsione di stabilità del fatturato per il 51% del campione e di  miglioramento per il 38%. Quanto al livello degli ordini, il 42% degli intervistati non si aspetta variazioni mentre il 41% ipotizza una crescita.

Dopo un 2017 decisamente brillante per il settore, con una crescita a due cifre per tutti gli indicatori, è comunque lecito attendersi che l’anno in corso si chiuda ancora con segno positivo sia alla produzione sia al commercio estero, anche se con tassi di crescita più contenuti rispetto agli ultimi anni.

L’Assemblea dei soci Amaplast ha rinnovato i 9 Membri elettivi del Consiglio Generale per il biennio 2018-2020.

Sono stati eletti: Mauro Drappo (Amut), Maria Grazia Colombo (BFM), Gianni Luoni (Elba), Alessandro Balzanelli (F.B. Balzanelli Avvolgitori), Anthony Caprioli (Macchi), Tiziano Caprara (Negri Bossi), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Dario Previero (Previero N.), Barbara Ulcelli (IMG).

Lucchini, i conti volano: fatturati a 411 milioni, il 78% all’estero

in Acciaio/Bilanci/Economia/Tendenze by
Lucchini Rs Spa

L’Assemblea di Lucchini RS Spa ha approvato il bilancio 2017 con un utile netto consolidato di 28,6 milioni di Euro.

Questi sono i dati principali del rendiconto:

• Ricavi consolidati pari a 411,6 milioni di Euro in aumento del 5,4% sul 2016;
• Ebitda pari a 60,9 milioni di Euro;
• Investimenti tecnici netti per circa 28 milioni di Euro;
• Acquisito il Centro Servizi Euras per la distribuzione di Acciai per Utensili a Desio (MB), denominato Lucchini Tool Steel.
• Costituita Lucchini North America Inc., presidio commerciale sul mercato USA per lo sviluppo del business aziendale;

I ricavi netti consolidati di Gruppo si attestano a 411,6 milioni di euro in crescita del 5,4% rispetto all’esercizio precedente. Il fatturato estero è pari al 78% del totale. Nel corso del 2017 la ripresa dei prezzi dei principali fattori di acquisto come il rottame, le ferroleghe, gli elettrodi ed il metano ha influenzato negativamente la marginalità.

Il risultato netto di periodo evidenzia un utile pari a 28,6 milioni di Euro che ha permesso al Gruppo di finanziare gli investimenti fatti in impianti e partecipazioni realizzati nell’esercizio, mantenendo un livello di indebitamento estremamente basso, che comunque è leggermente salito per un perimetro di consolidamento diverso in quanto ha visto nel 2017 l’entrata degli immobili di Lucchini Mamè Forge con il relativo mutuo finanziario.

L’organico del gruppo al 31/12/2017 si attesta a 2.105 dipendenti di cui 869 nelle proprie società controllate estere.
Lucchini Unipart Rail, la JV inglese con Unipart Rail controllata al 60% da Lucchini RS, mostra un fatturato in crescita del 12,5% rispetto all’esercizio precedente ed un utile di 4,0 milioni di Euro.

Lucchini Sweden, con volumi di vendita in crescita del 12,4% rispetto all’esercizio precedente, consegue un risultato netto di 2,3 milioni di Euro in incremento rispetto all’esercizio precedente.

Lucchini Poland registra un trend positivo di fatturato del 27,8% rispetto all’esercizio precedente e chiude l’esercizio 2017 con una perdita di 0,6 milioni di Euro.

La JV austriaca Lucchini Central Europe, pur con un fatturato in recupero rispetto all’esercizio precedente (+45,9%), consegue nell’esercizio una leggera perdita di 0,6 milioni di Euro attribuibile a costi straordinari e a maggiori costi di formazione.

LBX, la controllata belga, registra un fatturato pari a 6,4 milioni di Euro in crescita del 5% rispetto all’anno precedente e una perdita di 0,5 milioni di Euro riferibile essenzialmente all’azione di riposizionamento commerciale della società sul mercato.

Lucchini South Africa, di cui la nostra società deteneva a dicembre l’80%, da gennaio 2017 ha completato la fase di localizzazione della produzione di prodotti finiti destinati al mercato locale. La società ha chiuso l’esercizio con un fatturato pari a 15,2 milioni di Euro ed un risultato netto negativo di 1,2 milioni di Euro attribuibile ai costi di avviamento. Nel mese di gennaio 2018 è stata ceduta al socio sudafricano Kusini Investment LTD un’ulteriore quota minoritaria del 10% ai fini di ottimizzare il rating BBB-EE della società

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