Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 60

Brescia, le imprese che fanno rete sono (quasi) 400

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Vantaggi reciproci, è la motivazione alla base della scelta di oltre 2.500 imprese lombarde che hanno scelto di “mettersi in Rete” e unire le proprie forze in vari ambiti operativi. Dall’innovazione all’internazionalizzazione agli acquisti: sono vari gli ambiti in cui decidono di cooperare. In due anni, da maggio 2014 a maggio 2016, sono 735 in più, +41%. Crescono quindi i contratti di Rete che passano da 493 a 742 in due anni, +249 contratti, +51%. E la Lombardia èregione leader in Italia con oltre un quarto del totale dei contratti di Rete conclusi e il 18% delle imprese nazionali coinvolte. Prima Milano con 421 contratti di Rete (15% italiano) e 874 imprese (6,1% del totale italiano), seguono Brescia (160 contratti e 396 imprese) e Bergamo (142 contratti e 306 imprese). Per numero di imprese vengono poi Monza e Brianza con 158 imprese coinvolte, Varese con 145 e Lecco con 122. In due anni crescita record a Lodi (+111,8% le imprese e +66,7% i contratti) e Mantova (+78,8% le imprese e +67,7% i contratti).

Industria, servizi professionali, costruzioni e commercio i settori lombardi più attivi nel fare Rete: rappresentano rispettivamente il 28,2%, il 14,6%, il 10,5% e il 10,4% del totale delle imprese coinvolte. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Unioncamere Lombardia-Infocamere, a maggio 2016 e 2014.

Import, a Brescia in sei mesi vale oltre 4 miliardi di euro

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La Lombardia importa merci dal mondo per un valore che supera i 58 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2016, circa un terzo del totale italiano (32%): si tratta soprattutto di sostanze e prodotti chimici (14,4% dell’import), di computer ed elettronica (12,8%), di metalli e prodotti a base di metalli (11,3%). E se i principali Paesi fornitori europei di questi prodotti sono Germania e Francia per la chimica e Paesi Bassi per l’elettronica, la Cina è il secondo fornitore sia per computer ed elettronica, che per metalli. In crescita le importazioni di prodotti chimici dal Belgio, di apparecchi elettronici dal Vietnam e di metalli da Corea del Sud e Congo. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, primi sei mesi del 2016 e del 2015.
Dove arriva l’import in Lombardia? Oltre la metà a Milano, per un valore di 31 miliardi e mezzo. Seguono Bergamo e Brescia che superano i 4 miliardi, Pavia (3,6 miliardi), Monza e Brianza e Varese (3 miliardi). In crescita Lodi (+3,2%), Mantova (+2,7%) e Bergamo (+2,4%). E che cosa si importa di più? A Varese e Como prodotti chimici ma anche tessili, a Sondrio alimentari, a Milano computer e apparecchi elettronici, a Bergamo sostanze chimiche e macchinari, a Brescia metalli e macchinari, a Pavia idrocarburi, a Cremona e Mantova prodotti in metallo e chimici, a Lecco metalli e macchinari, a Lodi elettronica e alimentari, a Monza chimici e metalli.

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Inflazione, a settembre i primi segnali positivi. Ma il tunnel non è finito

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A settembre, dopo sette mesi consecutivi di tassi tendenziali negativi o nulli, si attenua la deflazione a Brescia. Il tasso tendenziale registra infatti una variazione pari a +0,3, la più elevata da gennaio 2016 e nonostante gli effetti deflattivi dell’inflazione ereditata da settembre 2015. Il tasso congiunturale (variazione sul mese precedente), come già avvenuto negli ultimi mesi, segnala però come le tendenze deflazionistiche siano ancora in agguato, registrando un -0,4%, anche se dovuto principalmente a fattori stagionali. L’indicatore di trend fa registrare il valore più elevato dal marzo 2012, anche se non ancora tale da far prevedere una fine della fase di deflazione.

L’analisi per tipologia di beni e servizi, evidenzia come siano solo i prodotti a media frequenza di acquisto quelli ancora interessati dalla deflazione, ancora una volta a causa della componente energetica. Il tasso tendenziale senza la componente energetica sarebbe a +0,6%. Le divisioni con andamento inflativo sono “Istruzione” (+0,7%), “Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili” (+0,4%), “Abbigliamento e calzature” (+0,2%), “Prodotti alimentari” (+0,1%), “Altri beni e servizi” (+0,1%).

Le divisioni in diminuzione sono contraddistinte dalle riduzioni di prezzo dei prodotti stagionali (voli aerei, pacchetti vacanze, strutture ricettive, ecc) e pertanto sono: “Trasporti” (-1,4%), “Ricreazione, spettacolo, cultura” (-2,0%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,9%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,1%) e “. Variazione nulla per “Comunicazioni”, “Mobili, articoli e servizi per la casa” e “Servizi sanitari”.

Settore legno, nell’ultimo anno a Brescia hanno chiuso 34 imprese

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Sono circa 6.200 i produttori di legno in Lombardia, il 15,8% del totale italiano*.* Si concentrano a Milano, che da sola ha 1.338 imprese, seguita da Brescia e Bergamo, con circa 900 ciascuna, e Monza e Brianza con 677. Un settore che in Italia vede attive quasi 39 mila imprese e che è diffuso sull’intero territorio nazionale. Se, infatti, Roma è prima con 1.593 imprese, la seguono Milano con 1.338 imprese, Napoli con 1.292, Torino con 1.246 e Bolzano con 1.154.

Nel Bresciano in particolare le imprese del settore sono 956 (di cui 111 nella carta), contro le 990 dell’anno precedente: un calo del 3,6 per cento.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al secondo trimestre 2016 e 2015.

Le imprese innovatrici a Brescia valgono 3.700 posti di lavoro

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Le imprese innovatrici assumono oltre il doppio delle non innovatrici (il 31% cerca collaboratori contro il 13,7% delle altre). Un nuovo assunto su tre in Lombardia è nelle imprese che innovano. In un anno hanno attivato 54 mila contratti di lavoro rispetto ai 125 mila delle non innovatrici. Circa la metà, 30 mila sono collegabili alla propensione ad innovare. Pesano il 14% delle imprese lombarde e in regione sono più diffuse che in Italia (12,8%). Sono più propense a personale giovane (39% rispetto al 29% delle non innovatrici sono under 30) e a laureati (24% contro 16%) e valutano di meno l’esperienza dei neo assunti (55% contro 58%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati: Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, per l’anno 2015.

*Prime Milano, Brescia e Bergamo*. A Milano sono 21 mila le assunzioni nelle imprese innovatrici, il 34% di tutte le assunzioni, un dato superiore alla media lombarda (30%). Per numero di assunzioni nelle imprese innovatrici dopo Milano ci sono Brescia (3.700, 25%) e Bergamo (3.440, 28%). Per peso, seconda Varese (32%, 2.630).

Costruzioni, a Brescia morte quasi 500 imprese in un anno (tutti i dati)

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136 mila imprese, 276 mila addetti e 30 miliardi di fatturato: sono i numeri delle imprese del settore costruzioni. in Lombardia. Perse 2 mila imprese in un anno e 13 mila in cinque. Una impresa su cinque in Italia, su un totale italiano di 755 mila imprese. Un settore da circa 30 miliardi in Lombardia, un quarto circa del totale italiano, di cui circa 20 miliardi a Milano. Il 21% delle imprese lombarde sono di stranieri, più del 16,5% medio in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2016 e 2015.

Nel settore prevalgono i lavori specializzati con 94mila imprese in regione e la costruzione di edifici con 40 mila.

Le imprese per provincia. Prima Milano con 40mila, poi Brescia con 18.365, quasi 500 in meno dell’anno precedente (18.806), Bergamo, Monza e Varese con circa 12mila. In Italia, prime per imprese: Roma con 53mila, Milano con 40mila, Torino con 32 mila e Napoli con 27 mila.

Per addetti è parità tra Roma e Milano, con circa 100 mila addetti nel settore ognuna.

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Brescia sul podio dei brevetti in Europa

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Lombardia leader dell’innovazione italiana che arriva in Europa: sono oltre 4 mila le domande di brevetto pubblicate da EPO (European Patent Office) in quattro anni, il 29% del totale nazionale, una media di circa mille brevetti l’anno, uno ogni 10.000 abitanti.

Meccanica e trasporti, chimica e ambiente i settori in cui i lombardi brevettano di più e che pesano sul totale italiano rispettivamente il 40% e il 20%. Nel 2014 la sola Milano ha depositato in Europa 365 brevetti, in media uno al giorno. A seguire Bergamo con 124, Brescia con 114 e Varese con 80. Rispetto all’anno precedente incrementano la loro quota di brevetti: Cremona che passa da 27 a 38, Pavia da 25 a 31 e Lecco da 41 a 44. E se Milano è specializzata nel settore della chimica e dell’ambiente con 520 brevetti in 4 anni, Como lo è nelle altre tecnologie mentre le restanti lombarde preferiscono la meccanica e i trasporti. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su Unioncamere- Dintec – dati EPO (European Patent Office), anni 2011-2014.

Per le aziende che vogliono finanziare la propria idea si tiene oggi fino alle ore 18, un incontro informativo. Dedicato alle fonti di finanziamento europee e allo SME Instrument, l’appuntamento è organizzato da Innovhub SSI, azienda speciale della Camera di commercio di Milano in collaborazione con Inspiralia, azienda internazionale di sviluppo di prodotto. SME instrument è uno strumento dedicato alle PMI per finanziare progetti innovativi di processo o di prodotto. Eroga finanziamenti a fondo perduto che coprono il 70% dell’investimento complessivo e consentono all’azienda di finalizzare il proprio progetto per una successiva distribuzione sul mercato.

Dopo la presentazione, le aziende partecipanti, una trentina di vari settori (energia, ICT, salute), hanno l’opportunità di fare un incontro one to one con gli esperti per una prima valutazione della propria idea e per verificarne il potenziale in relazione allo SME Instrument. Per maggiori informazioni: http://www.innovhub-ssi.it.

Brescia, immobiliare in ripresa. Prezzi ancora giù, ma vendite al +37%

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I segnali positivi colti sul mercato immobiliare nel corso del 2015, sembrano confermarsi anche in questa prima parte del 2016. Il mattone ritorna infatti ad interessare gli italiani che, negli ultimi anni, avevano rimandato il sogno della casa di proprietà in attesa dell’evoluzione del mercato.

Nel primo semestre dell’anno i bassi tassi di interesse sui mutui, i prezzi delle abitazioni ormai a livelli minimi ed una rinnovata fiducia hanno determinato un aumento delle compravendite. Infatti gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate sulle compravendite mostrano che nel primo semestre del 2016 le transazioni sono state 258.380 con un aumento del 21,9 % rispetto al primo semestre del 2015. Tra le grandi città il migliore risultato sul semestre spetta a Torino (+29,9%), seguita da Milano con (+28,1%). Ma in questa classifica Brescia fa molto meglio. In città, infatti, le transazioni sono state 1.111, con un aumento del 37,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Mentre in provincia la crescita è stata del 22,5 (4,865). Da rilevare anche come in valore assoluto Brescia faccia quasi le stesse transazioni di Bari (1.365) e Verona (1.503), la metà di Firenze (2.446) e un decimo di Milano (10.958).

Incoraggianti anche i dati sulle quotazioni. I dati rilevati dal Gruppo Tecnocasa sulle quotazioni immobiliari dicono infatti che nelle grandi città sono in ribasso dello 0,9%, la variazione più contenuta finora registrata a conferma che la stabilità è prossima e la ripartenza non lontana. Se si esclude Genova, che ha segnalato ancora una perdita di valore del -5,5%, tutte le altre grandi città hanno registrato leggere contrazioni e, per la prima volta, lievi aumenti: Bologna, Firenze e Verona chiudono il semestre con un segno positivo. Milano chiude con -0,1%, Roma con -1%. Le previsioni Tecnocasa vedono ancora prezzi in calo, tra -2% e 0%, per l’anno in corso ed in leggero aumento per il 2017. Anche il sentiment espresso dagli operatori delle nostre reti è orientato in tal senso. Le compravendite potrebbero attestarsi tra 480 e 500 mila.

Indagine Api: le imprese guardano all’estero, ma il credito scarseggia

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Il Centro Studi di Apindustria Brescia ha recentemente indagato lo stato delle attività estere dei propri associati verso i Paesi extra UE, tramite un questionario che ha rilevato l’attività attuale (dettagliandone presenza nelle macro aree e quindi le modalità di ingresso nei singoli Paesi) e l’intenzionalità di sviluppo futuro, correlandole alle difficoltà fino ad ora riscontrate.
Ne è emerso che il 67% dei rispondenti registra ad oggi una presenza in mercati esteri, mentre il 45% circa intende sviluppare o rafforzare rapporti commerciali con Paesi extra europei.
La principale macro area di destinazione è rappresentata da Paesi europei non presenti nell’Unione (verso cui il 49% dei rispondenti ha sviluppato rapporti commerciali), seguito dall’America (40%) e dal Medio Oriente (32%); nella sola Russia si posizionano i clienti del 29% dei rispondenti.
Nell’approccio ai Paesi esteri, la formula preferita è l’esportazione diretta (79% circa), segue l’appoggio a distributori locali (16% circa). Molto più contenuti i casi in cui si esporta tramite filiali commerciali e uffici di rappresentanza, sporadico il ricorso a joint ventures.

Sono numerose invece le difficoltà riscontrate dalle aziende associate che lavorano al di fuori dei confini europei. Quelle di maggior rilievo sono riconducibili sostanzialmente a:
questioni interne/strutturali delle imprese, che per carenza o inadeguatezza di risorse economiche e umane (o per la propria dimensione aziendale) non sono in grado di sviluppare relazioni commerciali al di fuori dei confini nazionali (52,7%);
finanziarie, in primis in termini di accesso al credito (14,45%);
geopolitiche e culturali/linguistiche tra Paesi (27,3%);
legate alla figura del cliente/partner estero, che presenta caratteri strutturali o di affidabilità che limitano l’instaurarsi della relazione commerciale (18,18%).

Nel dettaglio, la difficoltà più frequente è rappresentata dalla mancanza di economicità dell’operazione, in cui si identifica il 22% circa dei rispondenti; tuttavia si annovera anche la carenza di personale dedicato e, sovente, l’inaffidabilità dei partner locali.
Tra le difficoltà finanziarie, domina il rischio Paese (5,5%), ma anche problemi relativi alla bancabilità del potenziale cliente (poco meno del 2%) e al rapporto commerciale (4% circa), che non sembra sicuro per durata, importo o clausole contrattuali imposte.
Nonostante le difficoltà indicate, le imprese dimostrano ottimismo e intenzionalità di ulteriore sviluppo estero (45% circa dei rispondenti), ma anche necessità di supporto nella ricerca di clienti esteri (57,3%). Meno rilevante la richiesta di sviluppare in loco relazioni con partner (23%) o consulenti (8,6%).

FOCUS METALMECCANICO
Le imprese metalmeccaniche si sono dimostrate particolarmente attive verso l’estero; i risultati rilevati paiono in linea con le dinamiche segnalate dal complesso dei rispondenti.
Marcato, per queste imprese, il ricorso all’esportazione diretta. Tra le difficoltà di accesso ai mercati esteri, l’inadeguatezza della struttura aziendale (47% circa) in termini di onerosità (25% dei rispondenti) e di carenza di personale dedicato (18% circa). Le dimensioni aziendali incidono solo per il 3,5%, mentre le difficoltà legate al Paese e al cliente pesano, complessivamente, per il 43% circa.
Anche nel caso del settore metalmeccanico, la ricerca di clienti esteri sembra essere la necessità più sentita nelle aziende (42% dei rispondenti), mentre la ricerca di partner e/o consulenti in loco incide per il 18% circa degli intervistati.

Voglia di impresa nel Bresciano: nei primi sei mesi 4mila nuove aziende

in Economia/Partner/Tendenze by

Voglia d’impresa in Lombardia: nei primi sei mesi del 2016 sono oltre 33mila le nuove imprese iscritte in regione di cui 13.490 con sede a Milano, quasi 4mila a Brescia, 3.208 a Bergamo, circa 2.500 a Monza e Brianza e Varese. 3.441 operano nei lavori di costruzione specializzati, circa 2.700 nel commercio al dettaglio e 2.600 nell’ingrosso, 1.601 nella ristorazione e oltre mille nelle coltivazioni agricole. I giovani pesano il 28,4% sulle nuove imprese con punte del 36,7% a Sondrio e 31,8% a Como. Il dato bresciano parla di 1190 imprese iscritte gestite da giovani, il 30,1 per cento del totale, con un penso su base nazionale dell’1,8 per cento. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al secondo trimestre 2016.

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