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Brescia, prezzi in crescita e tempi in calo per vendere o affittare casa

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A Brescia il mercato immobiliare residenziale si rivela vivace con transazioni in aumento in città e in provincia. Questo quanto emerge dai dati elaborati nella settima edizione di Real Estate DATA HUB, il report sull’andamento del mercato immobiliare italiano 2022 e outlook 2023 realizzato dai Centri Studi di RE/MAX Italia e di Avalon Real Estate e dall’Ufficio Studi di 24MAX. 
 

Nel 2022, in particolare, si sono registrati tempi di vendita più ridotti rispetto al 2021 grazie a una domanda particolarmente attiva. Nell’ultimo trimestre del 2022 i giorni di permanenza sul mercato per le case in vendita sono stati in media 147 (escluse nuove costruzioni e nude proprietà). In contrazione i giorni medi per gli affitti, passati da 63 nel 2021 a 41 nel 2022. Sul fronte dei prezzi, per il residenziale a Brescia si registra un andamento in continua crescita, con una media al metro quadro di euro 1.495, in aumento del 5% rispetto al 2021. Un trend che, in base ai dati disponibili, si conferma anche per il 2023. Escludendo il Centro Storico, le zone più dinamiche della città sono Mompiano, interessata da una riqualificazione mirata allo sviluppo del verde e alla sostenibilità energetica; via Corsica, dove sono in atto interventi di analoga natura; il quartiere Abba, zona particolarmente attrattiva data la sua vicinanza alla collina e agli spazi verdi della città.
 
Per quanto riguarda il comparto dell’immobiliare direzionale, l’analisi delle unità transate a Brescia dal 2019 al 2022 mostra come la quantità di operazioni abbia ormai superato i livelli pre-pandemici già nel 2021 e come ciò si sia confermato nell’ultimo anno. A livello di investimenti, il primo semestre del 2022 segna una chiara ripresa del settore, in linea con quanto registrato l’anno precedente. I rendimenti lordi relativi all’ultimo semestre 2022 mettono in evidenza una netta preferenza per i quartieri più centrali della città, mentre non indicano una chiara distinzione tra le zone semicentrali e quelle periferiche, per le quali si registrano rendimenti simili.
 
Secondo le analisi riportate nel Real Estate DATA HUB, nel 2022 Brescia si dimostra una delle aree più attraenti d’Italia per l’immobiliare logistico. In particolare, le zone di maggior interesse per gli operatori sono quelle di Chiari e Castrezzato, lungo l’autostrada BreBeMi, e la zona a nord per immobili di tipo Last Mile.
 
Se il settore immobiliare commerciale in Italia sta affrontando un momento particolare, con modelli da ripensare e una crescita più lenta rispetto ad altri comparti, nel centro storico di Brescia si assiste a un andamento incostante nel rapporto canoni/tagli medi proposti. L’andamento del canone richiesto dal 2019 al 2021 risulta essere in continua crescita, subendo poi un arresto e una progressiva riduzione nel corso del 2022, confermata e accentuata durante i primi mesi del 2023. La dimensioni degli spazi non hanno subito grosse variazioni nel corso degli ultimi 3 anni. Secondo i dati analizzati nel Real Estate DATA HUB, la situazione dovrebbe stabilizzarsi dal prossimo anno, quando si prevede che i canoni di locazione torneranno a valori analoghi a quelli del 2019 e che l’attuale offerta possa riprendere ad essere assorbita.
 
Particolarmente interessante l’andamento dell’immobiliare ricettivo, che a Brescia registra una certa dinamicità, soprattutto per quanto riguarda la provincia, caratterizzata da un turismo lacuale e montano. Il turismo nella provincia bresciana è classificabile come “slow tourism” (turismo lento), scelta alternativa rispetto al turismo di massa, che risponde all’esigenza di allontanarsi dalla frenesia della vita quotidiana. La provincia di Brescia offre un turismo culturale nel suo capoluogo, un turismo lacuale e termale nell’intorno dei suoi tre laghi (Lago d’Iseo, Lago d’Idro e Lago di Garda), un turismo enogastronomico nella zona della Franciacorta, un turismo sciistico e montano in Valle Camonica e Valle Trompia. Anche il cicloturismo è in fase di crescita: la provincia di Brescia, grazie alle sue infrastrutture, offre vari percorsi per gli appassionati, tra cui la ciclabile sospesa del Garda, la Ciclovia dell’Oglio, itinerario Brescia – Verona e l’itinerario della Valle Camonica.

Mattone in Lombardia: prezzi di vendita su del 3%, fermi gli affitti

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Mattone positivo in Lombardia in questo inizio 2023, più per il settore delle compravendite che per quello delle locazioni. Questo è quanto rilevato da Immobiliare punto it, nell’Osservatorio trimestrale sul settore residenziale curato da Immobiliare.it Insights. Infatti, se nel trimestre i prezzi di vendita aumentano percentualmente di quasi il 3% e si attestano a una media di 2.440 euro al metro quadro, quelli di locazione rimangono invariati a 15,5 euro/mq.

I trend regionali

Nel comparto delle compravendite, a fronte di una domanda in crescita (+7,3% rispetto allo scorso trimestre) lo stock di abitazioni invendute nella regione è comunque aumentato di quasi 3 punti percentuali nel periodo, segno di accumuli in alcune parti del territorio. Segni di stanchezza, invece, per quanto riguarda il comparto delle locazioni: infatti a fronte di una domanda in calo del 6% rispetto allo scorso trimestre, lo stock di case disponibili in affitto è cresciuto di quasi il 10%, un mercato quindi fermo per il momento.

Focus Milano

Guardando a questo primo trimestre dell’anno l’affitto cresce più delle compravendite. Infatti, il comune di Milano segna un +3,3% nel prezzo delle locazioni, che toccano quota 21,6 euro/mq, mentre i prezzi di vendita si fermano al +0,7%, sfiorando i 5.200 euro/mq. Nonostante la domanda di case in vendita rimanga comunque positiva sia nel comune (+3,6%) che in provincia (+8,4%), lo stock mostra un accumulo di quasi il 7% nel comune e del 3,6% in provincia. Negli ultimi tre mesi crolla invece la richiesta di immobili in affitto in città (-20,7%) e infatti si evidenzia un accumulo di stock pari al 20,4%. Va meglio in provincia dove la richiesta cresce del 2,2%.

I trend delle compravendite per città e province

Per quanto riguarda gli altri comuni e province, l’andamento dei prezzi medi richiesti da chi vende casa si attesta su una sostanziale stabilità. Bene le città di Cremona e Pavia al +4% e al +3% rispettivamente. La domanda rimane sostanzialmente positiva in quasi tutto il territorio con un picco del +21% nella città di Bergamo, fanno eccezione invece i comuni di Lodi, Mantova e Sondrio che perdono il 3%, 4,3% e il 6,3% rispettivamente. Accumuli di stock diffusi nella maggior parte dei comuni e delle province nell’ultimo trimestre, con il comune di Sondrio che sfiora il +15%. Volumi in calo solo nei territori di Lecco e Mantova e nelle province di Pavia e Sondrio.  

I trend nel comparto della locazione

I trend rilevati raccontano di un mercato delle locazioni che apre il 2023 con diverse località in sofferenza. I prezzi sono stabili o in leggera crescita in tutto il territorio, con l’eccezione della provincia di Sondrio che perde il 33%. Analizzando lo stock di immobili proposti in locazione si evidenziano delle disomogeneità: se il comune e la provincia di Brescia, come anche la provincia di Bergamo e quella di Lodi, mostrano dei cali consistenti dell’offerta, nei comuni di Cremona e Lecco, al contrario, ci sono accumuli importanti (sopra il 40%), come anche quello di Monza (+39,7%) e Pavia (+21,3%). Non a caso proprio a Cremona e a Pavia la domanda è calata in maniera considerevole negli ultimi 3 mesi (-23,5% e -34,3% rispettivamente). Male anche i comuni di Bergamo, Lodi, Mantova, e Sondrio. Rinnovato interesse invece per il territorio di Brescia che segna un +24% nel comune e un +35% nella provincia.

Nuovo Codice degli appalti, l’ordine degli Architetti chiede di modificarlo

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L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia si associa agli altri omologhi Ordini territoriali che hanno scritto al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo la modifica del Codice degli Appalti. Nella Lettera aperta (di cui inviamo a parte in allegato il testo integrale), i Presidenti degli enti firmatari di 102 su 105 province italiane rilevano con forza che nel nuovo Codice, proposto e diffuso in questi giorni, sono contenute criticità che, per i professionisti segnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici riguardanti l’intera comunità.

“Dopo il già duro comunicato del Presidente del Consiglio Nazionale, Francesco Miceli, abbiamo preso una posizione ancora più decisa. Avevamo infatti compiuto un lungo e complesso lavoro di messa a punto del Codice dei Contratti ed il risultato di fronte al quale ora ci troviamo di fronte è deprimente. Sono stati cancellati principi e concetti basilari per la nostra professione. La scelta dei concorsi, quale strumento per l’affidamento dei servizi di progettazione che ora viene ridimensionato, doveva essere confermata e casomai perfezionata in coerenza con i risultati in termini sia quantitativi sia qualitativi registrati negli ultimi anni” dichiara il Presidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia, Stefano Molgora.

Il nuovo testo preliminare del Codice dei Contratti introduce modifiche alle procedure per rendere più veloce l’affidamento dei lavori delle opere pubbliche. “Non sempre però – prosegue Molgora -, come ha rilevato il Presidente del CnA, Miceli, la semplificazione porta ai risultati auspicati. Abbassare la soglia dei controlli apre infatti spazio ad illegalità, penalizza le imprese qualificate e mette in secondo piano la qualità del progetto e delle opere pubbliche. Esiste una grave sottovalutazione della centralità del progetto nel processo di sviluppo delle procedure nelle opere pubbliche con il rischio  concreto che le risorse del Pnrr possano essere intercettate ma non impegnate nella strategia di ripresa del Paese su cui l’Europa ha avviato il Recovery Fund per raggiungere obiettivi fondamentali in tema di transizione ecologica ed energetica”.

Il nuovo testo, scrive l’Ordine di Brescia assieme agli altri 101 Ordini territoriali nella Lettera al Premier, è sicuramente decisivo per ridurre tempi e procedure nell’affidamento e nella programmazione, pianificazione e progettazione di opere, “ma non può condurre all’eliminazione di parti di leggi indispensabili per la qualità del progetto e delle conseguenti realizzazioni. La qualità dei programmi, dei piani, dei progetti deve essere la priorità assoluta ed è per questo che va rafforzata come cardine di tutte le opere da realizzare per il futuro del Paese”. Insomma, fare in fretta non è principio di per sé garante del fare bene e, almeno in questo caso, tale non è.

Gli Architetti chiedono quindi al Governo un ripensamento delle soluzioni proposte e si rendono disponibili sin da subito ad istituire un Tavolo di confronto tra le varie componenti produttive e le rappresentanze degli stessi Ordini professionali al fine di porre in essere gli indispensabili correttivi. “Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani”.

Tempi di vendita degli immobili: “toccato il minimo storico da 10 anni”

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Gli ultimi dati sui tempi di vendita elaborati dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa a giugno 2022 vedono una diminuzione in tutte le realtà territoriali. Ancora una volta il mercato immobiliare si dimostra veloce e dinamico come c’era da aspettarsi alla luce della domanda vivace e dell’offerta in diminuzione. Nelle grandi città si è arrivati a 108 giorni, minimo storico toccato negli ultimi dieci anni, con un miglioramento di 6 giorni rispetto alla precedente rilevazione. Ancora una volta Milano e Bologna si confermano le città più veloci, rispettivamente con 52 e 69 giorni con la differenza che Milano segnala una diminuzione di 10 giorni rispetto ad un anno fa, Bologna un aumento di 6 giorni.

Le città con tempi più lunghi sono Bari con 141 giorni e Palermo con 132 giorni, entrambe con un trend in diminuzione. Tempi sostanzialmente stabili a Genova (127 giorni) e Napoli (100 giorni) mentre le diminuzioni maggiori si sono registrate a Verona (da 135 a 122 giorni) e Palermo (da 143 a 132 giorni).

Le realtà dell’hinterland delle metropoli registrano una sostanziale stabilità pur restando in un contesto di velocizzazione delle transazioni: per vendere un immobile occorrono 148 giorni. I tempi di vendita più brevi si segnalano nell’hinterland di Firenze (118) seguito da quello di Verona (127). Quest’ultimo in particolare registra un miglioramento di 14 giorni rispetto a un anno fa: un dato che non sorprende alla luce del fatto che esso include molte località del lago di Garda dove il mercato, da alcuni semestri a questa parte, è estremamente vivace grazie agli acquisti di casa vacanza. Peggiora invece l’hinterland di Bari con un aumento di 14 giorni e conta attualmente 178 giorni.

Nei capoluoghi di provincia chi decide di vendere casa deve mettere in conto mediamente 134 giorni, decisamente meno di quanti ne avrebbe impiegati un anno fa quando ne occorrevano 143. C’è stata quindi una contrazione di 9 giorni che ha fatto in modo che anche nei capoluoghi di provincia si raggiungessero i livelli minimi degli ultimi dieci anni.

I dati analizzati evidenziano che chi sta acquistando casa sta velocizzando le decisioni di acquisto, sia a causa della bassa offerta sul mercato sia per timore di incappare in ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Veloci anche gli investitori che intendono impiegare la liquidità messa da parte per evitare che sia erosa dall’inflazione crescente. Chi invece sta valutando l’acquisto sta dimostrando una maggiore prudenza alla luce dello scenario economico più incerto e del cambiamento in atto sul mercato creditizio. Saranno i prossimi mesi a dirci se tutto questo inciderà sulle tempistiche di vendita allungandone la durata.

“Legno e derivati: obblighi e certificazioni per gli operatori del settore”, il 12 l’evento di Confartigianato a Dentro Casa

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Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ha organizzato, in occasione di “Dentro Casa Expo 2022”, un appuntamento di discussione e approfondimento, sugli obblighi relativi alla certificazione del legno. L’incontro, ad ingresso libero e gratuito alla fiera per quanti si iscriveranno, si terrà sabato 12 novembre alle ore 11, all’interno del Brixia Forum di via Caprera dal titolo: “Gli obblighi del Regolamento EU 99/2010 e le opportunità della certificazione PEFC”. L’evento intende approfondire la normativa volta al contrasto del commercio illegale di legno e che obbliga all’iscrizione in un apposito registro, entro il prossimo 31 dicembre, gli operatori che effettuano la prima immissione sul mercato interno attraverso qualsiasi mezzo o tecnica di vendita, di legno o prodotti da esso derivati destinati alla distribuzione o all’uso nell’ambito di un’attività commerciale. L’incontro vedrà, dopo i saluti di Eugenio Massetti, presidente Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale e di Giovanni Battista Sarnico, presidente nazionale della federazione Legno Arredo di Confartigianato, l’intervento di Lorenzo Guerci, dottore forestale.

DentroCasa Expo è un appuntamento oramai consolidato dedicato a tutti gli appassionati di design e per chi vuole scoprire le nuove tendenze d’arredamento e valutare soluzioni innovative per la propria casa. La manifestazione si pone come obiettivo il rinnovamento del format in chiave contemporanea conservando la tradizione produttiva del territorio. Il percorso espositivo gode della presenza dei più importanti produttori del nord Italia sarò arricchito da momenti di intrattenimento, cultura, food e workshop. L’edizione 2022 si terrà il 5-6 e il 12-13 novembre 2022 presso Brixia Forum a Brescia.
Confartigianato Imprese Brescia riconferma la propria presenza a Dentro Casa Expo toccando temi e argomenti d’interesse per imprese e operatori del settore: come nella scorsa edizione ci focalizzammo sul tema centrale – ed ancora attuale – degli incentivi e dei bonus per la casa, sabato 12 novembre il focus sarà sulla normativa che disciplina le importazioni di legno e derivati e, soprattutto, sulle necessarie certificazioni normative forestali, a favore delle imprese artigiane del settore Legno e Arredo che rappresentano un mondo in continua evoluzione, professionalità che hanno saputo improntare sempre più il proprio operato verso soluzioni smart e green e dato grande impulso in questi anni al recupero e alla riqualificazione energetica degli edifici.
La partecipazione all’evento è gratuita per quanti si iscriveranno sul form https://eventsfactoryitaly.it/voucher-confartigianato-dentrocasa-expo/. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.confartigianto.bs.it oppure scrivere a area.categorie@confartigianato.bs.it o chiamare lo 030 3745.283/284.

Obbligo di attestazione SOA anche per gli appalti privati, cosa cambia? Se ne parla in Confartigianato

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La legge n. 51 del 20 maggio 2022 introduce l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per operare nel mercato dei bonus edilizi. Una norma che ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese: il solo annuncio dell’approvazione aveva nuovamente bloccato il mercato, a cui ha fatto seguito la corsa alla ricerca di imprese in possesso di attestazioni SOA. Per chiarire ogni aspetto di questo nuovo adempimento, Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ha programmato il seminario “Obbligo di attestazione SOA anche per gli appalti privati. Cosa cambia per le imprese?”: un momento per approfondire novità normative, requisiti generali e aspetti tecnico/economici necessari per ottenere la SOA anche attraverso l’analisi di casi concreti. 

L’evento, rivolto a tutte quelle attività che intendono accedere ai bonus fiscali come edili, serramentisti, installatori di impianti elettrici e termoidraulici, è in programma lunedì 12 settembre 2022 alle ore 18.00 presso la sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale in via Orzinuovi 28. Dopo i saluti del presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti, l’intervento di Antonio Zanaboni, dirigente CQOP Soa SpA per un focus su qualificazione Soa, perché richiederla e quando, novità normative, requisiti per poterla ottenere, analisi di casi concreti e la posizione di Confartigianato in merito. Per partecipare: Area Sviluppo Associativo Confartigianato Imprese Brescia 030 3745283, email: area.categorie@confartigianato.bs.it

Fondi Pnrr, Alghisi (Provincia): inaccettabile che i progetti dei Comuni non siano stati accolti

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Il Presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, interviene con una nota in merito alle graduatorie provvisorie del PNRR, che di fatto hanno accolto solo 25 delle 341 domande complessive presentate dai comuni lombardi.


“Mi sono già confrontato con il Presidente di UPL, Luca Santambrogio, perché ritengo inaccettabile che progetti importanti, validi, presentati dai comuni bresciani e dalla stessa Provincia non siano stati presi in considerazione. Stiamo parlando, per quanto riguarda il nostro territorio, di progetti e interventi di messa in sicurezza per le nostre scuole, in favore degli oltre 50mila studenti che le frequentano, ma, degli 80 milioni richiesti, ci viene riconosciuta solo una parte residuale, inferiore ai due milioni di euro e relativa soltanto a 5 delle 61 domande presentate. Faccio mie le istanze che giungono dal territorio, d’accordo con tutti quei sindaci che in questi mesi hanno sacrificato tempo e risorse con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini e che si vedono rifiutati importanti progetti senza comprendere con quale logica la provincia di Brescia e la Lombardia siano state quasi ignorate”.
L’appello del Presidente Alghisi va ai Parlamentari bresciani, affinché venga valorizzato il lavoro dei tanti comuni che si erano fatti trovare pronti e preparati al click day.


“Stiamo parlando di una Provincia più grande di sei regioni italiane, che conta 205 comuni, di una Provincia che gestisce 1200km di strade, 153 edifici scolastici, che conta 1,3 milioni di abitanti. Mi auguro che i fondi necessari del PNRR arrivino sul nostro territorio e che si tenga conto dell’importanza delle realtà provinciali, dei centri più piccoli, che a maggior ragione hanno bisogno del supporto necessario per creare sviluppo e collegamenti. Sollecito i parlamentari bresciani, e mi auguro che questa crisi di Governo non affondi definitivamente le nostre speranze, affinché sia scorsa la graduatoria e possano trovare concretizzazione, venendo  quindi finanziati, i progetti presentati.”

Futuro abitativo: quali sono i gusti degli italiani?

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Dopo la pandemia, sembra che la scelta dell’abitazione in cui gli italiani devono andare a vivere sia cambiata totalmente. Si tratta di una modifica repentina del proprio stile di vita e di idee che, magari, fino a quel momento erano andate per la maggiore.

Certo, sicuramente la pandemia ha stravolto e messo tutto in discussione, anche valori di decenni. Ma, a parte questo, prima di decidere dove abitare, ci sono alcune peculiarità che, ormai, sono date per acquisite.

Andiamo a vedere quali sono.

Il balcone sembra essere quasi una priorità

Sarà che si è stati chiusi per tanto tempo, però oggi, molte persone, barattano una casa in centro senza uno ‘sbocco’ esterno con una casa in periferia ma con il balcone. Come se fosse una evasione per uscire dalle quattro mura.

Certo, il top è sicuramente quello di avere un balcone affaccio mare o, comunque, con un panorama completamente naturale. Ma, per chi non ha un budget a sufficienza in tal senso, si può accontentare, comunque, di poter disporre di uno spazio anche per prendere un po’ di aria, soprattutto quando fa molto caldo.

Inoltre, a supporto del balcone, sembra essere quasi imprescindibile il terrazzo. E qui l’unico limite è la fantasia. Molte volte, il terrazzo diventa un vero e proprio spazio per la convivialità e per, qualora fosse possibile, preparare dei barbecue niente male.

Oppure, può diventare una sala giochi in cui, a seconda della dimensione stessa del terrazzo, si può propendere per l’installazione del calcio-balilla o del biliardo. Per non parlare, poi, di un eventuale tavolo da ping pong.

Non tante stanze ma più grandi

Anche se oggi la tendenza è quella di non prendere una casa troppo grande, le stanze devono essere ariose e spaziose. Ciò lo si può intuire da almeno due fattori: il primo è che sta andando per la maggiore lo stile moderno, che è fatto principalmente da colori tenui – quasi anonimi – e da un design improntato a generare più spazio libero possibile.

Non si cerca più di riempire ogni spazio a disposizione ma, anzi, si cerca di ridurre tutti gli oggetti all’essenziale. E, poi, il secondo aspetto dal fatto che, in questi ultimi anni, è possibile trovare anche bilocali in un appartamento di 80 metri quadrati.

Si tratta di una scelta fatta a monte proprio per privilegiare lo spazio e realizzare, nel caso, un’area dedicata alle proprie passioni. Si pensi, ad esempio, a un angolo studio: tra PC, liberi e fogli per gli appunti, non si può ridurre a pochi metri quadrati.

Sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale oggi non è solo un claim da ‘lanciare’ a proprio piacimento. Ma, anzi, sembra essere un qualcosa di più. Perché se è vero che di default, comunque, tutti gli elettrodomestici di ultima generazione hanno il risparmio energetico, continuano ad aumentare le case, ad esempio, alimentate con i pannelli solari.

Solo negli anni 2000, questa era quasi una utopia. Certo, una necessità di cui non si può fare a meno sia perché comunque le bollette sono aumentate di così tanto che sta diventando insostenibile avere una tipologia di illuminazione ‘vecchia’.

E, poi, comunque, il Pianeta, con l’annesso surriscaldamento globale, sta dando dei segnali inequivocabili per cui bisogna cambiare la rotta il prima possibile. In ogni caso, comunque, il legislatore ha previsto dei finanziamenti e dei bonus proprio per favorire la transizione energetica.

A corredo di tutti i controlli che devono essere fatti, come l’ispezione ipotecaria, è possibile poi provare ad accedere a queste forme di agevolazione.

Attenzione ai tassi del mutuo

Anche chi ha uno stipendio più o meno regolare è attento al mutuo. Dopo un drastico calo dovuto al Coronavirus, oggi i tassi di interesse sono risaliti nuovamente e, quindi, si rischia davvero di pagare tanto un appartamento.

Non è certamente un caos che tante persone stanno aspettando per poter riuscire ad acquistare la casa di proprietà. C’è da dire, però, che soprattutto per i giovani sono previsti varie opportunità che potrebbero essere colte, a patto di rispettare alcuni requisiti.

Le cose, però, soprattutto in questi anni sembrano cambiare così velocemente che è davvero difficile fare delle previsioni o dare tutto per scontato!

Immobili, salgono i prezzi degli affitti a Brescia

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Rispetto al primo semestre del 2021 il mercato immobiliare della Lombardia continua a correre, sia per quanto riguarda i prezzi delle compravendite che quelli delle locazioni.  Secondo l’Osservatorio semestrale di Immobiliare punto it portale immobiliare leader in Italia, curato da Immobiliare Insights, infatti, rispetto allo scorso anno, i prezzi richiesti per gli immobili residenziali in vendita in regione sono cresciuti di un ulteriore 4,2%, mentre i canoni d’affitto sono aumentati addirittura del 7,8%. A fronte di uno stock di immobili che si riduce del 15,2% anno su anno, la domanda di case in vendita rimane comunque di segno meno (-4,6%), trend che si conferma anche nel confronto tra il secondo e il primo trimestre 2022 (-4,7%).

Chi vende casa in Lombardia chiede di media 2.348 euro al metro quadro, mentre per quanto riguarda gli immobili in locazione, l’esborso medio richiesto a giugno 2022 è di 15,3 euro al metro quadro.

Uno sguardo a Milano

Milano si conferma la città più costosa dove acquistare o affittare casa. Ormai in città si superano i 5.000 euro al metro quadro di media per comperare un immobile, con un aumento di quasi il 5% rispetto al 2021, mentre per affittarlo serve mettere a budget ben 20 euro al metro quadro, +11,2% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Nel confronto con il primo semestre dello scorso anno, pur registrando una decrescita sul fronte delle compravendite a livello di domanda (-6,8%) si evidenzia tuttavia anche una diminuzione dello stock di immobili disponibili del 12,8%. Per quanto concerne invece le locazioni il mercato segna una netta ripresa, con lo stock in calo di quasi il 50% a fronte di una richiesta di immobili in affitto in aumento di quasi il 70%, merito di una città che è tornata ai ritmi lavorativi e sociali tipici del pre-pandemia.

Le compravendite

Per quanto riguarda gli altri capoluoghi di provincia, sul fronte prezzi si segue l’andamento regionale con costi che oscillano quasi ovunque al rialzo. A spiccare in modo particolare nel confronto annuale è il capoluogo di provincia di Monza al +9,6%. Rispetto allo stesso periodo del 2021 lo stock di immobili in vendita è diminuito ovunque – con percentuali sopra il 20% nei comuni di Cremona, Lecco e Lodi – anche se nell’ultimo trimestre il trend è meno significativo, segno di un rallentamento nell’interesse verso l’acquisto come confermato anche dal dato della domanda in calo nella maggioranza dei capoluoghi. Questa tendenza trova conferma anche andando a guardare i numeri relativi agli ultimi tre mesi dove, sebbene alcune realtà mostrino un recupero nella propensione all’acquisto da parte degli utenti – su tutte il comune di Sondrio al +5,1% – in generale le percentuali rimangono negative.

Le locazioni

Sul fronte locazioni il raffronto con lo scorso anno mostra significati aumenti nei prezzi medi con Milano e Brescia a guidare la classifica (+11,2% e +8,9% rispettivamente). Per quanto riguarda l’offerta di immobili in affitto, se rispetto al 2021 le percentuali mostrano ovunque segno meno, nel secondo trimestre del 2022 si assiste ad un’inversione di tendenza con la regione che mostra un +16,1% rispetto al trimestre precedente. A spiccare i comuni di Pavia e Monza, al +51,4% e 31,7% rispettivamente e la provincia di Sondrio, +36,4%. Nello stesso lasso di tempo la domanda comunque si presenta di segno più quasi ovunque (sebbene con percentuali più contenute rispetto al confronto con il 2021) e a crescere di più sono le città di Lecco (+35,2%) e di Como (+21,15).

Seguono tabelle con fonte dati Immobiliare Insights.

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in vendita in Lombardia:

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA
   II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune2.264 €0,9%3,3%
provincia senza capoluogo1.309 €0,5%-1,4%
Bresciacomune1.776 €0,9%2,1%
provincia senza capoluogo1.976 €1,3%4,3%
Comocomune2.613 €-1,8%2,8%
provincia senza capoluogo1.831 €0,2%1,3%
Cremonacomune1.273 €2,9%2,3%
provincia senza capoluogo1.176 €-1,8%-3,1%
Leccocomune2.067 €-0,8%4,7%
provincia senza capoluogo1.480 €-0,5%0,5%
Lodicomune1.789 €1,9%5,2%
provincia senza capoluogo1.211 €0,1%1,3%
Mantovacomune1.430 €-0,1%2,4%
provincia senza capoluogo1.052 €-1,2%-1,0%
Milanocomune5.069 €1,7%4,9%
provincia senza capoluogo1.966 €0,9%4,1%
Monza e della Brianzacomune2.502 €2,9%9,6%
provincia senza capoluogo1.819 €0,7%4,2%
Paviacomune2.177 €0,3%1,7%
provincia senza capoluogo1.076 €-1,0%-0,6%
Sondriocomune1.362 €1,8%5,7%
provincia senza capoluogo2.127 €-0,5%7,6%
Varesecomune1.603 €2,4%5,3%
provincia senza capoluogo1.465 €1,1%4,6%
REGIONE2.348 €1,2%4,2%
Capoluoghi di provinciaOFFERTA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune-5,3%-17,3%
provincia senza capoluogo-4,6%-13,0%
Bresciacomune-3,2%-14,8%
provincia senza capoluogo-4,0%-16,4%
Comocomune2,2%-13,9%
provincia senza capoluogo-0,8%-15,5%
Cremonacomune-12,2%-21,4%
provincia senza capoluogo-4,2%-10,6%
Leccocomune-6,2%-26,6%
provincia senza capoluogo-5,3%-18,1%
Lodicomune6,4%-22,6%
provincia senza capoluogo0,2%-10,4%
Mantovacomune2,9%-9,6%
provincia senza capoluogo-0,9%-27,6%
Milanocomune-1,1%-12,8%
provincia senza capoluogo-4,6%-17,9%
Monza e della Brianzacomune-6,1%-15,6%
provincia senza capoluogo-7,1%-19,5%
Paviacomune6,3%-12,3%
provincia senza capoluogo5,3%-12,7%
Sondriocomune14,0%-10,7%
provincia senza capoluogo1,9%-20,5%
Varesecomune-0,5%-10,0%
provincia senza capoluogo-3,5%-10,0%
REGIONE-2,9%-15,2%
Capoluoghi di provinciaDOMANDA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune-8,4%3,9%
provincia senza capoluogo1,0%-0,3%
Bresciacomune1,1%6,9%
provincia senza capoluogo0,3%2,8%
Comocomune1,9%3,6%
provincia senza capoluogo0,7%-8,4%
Cremonacomune-2,6%-12,4%
provincia senza capoluogo-1,4%-11,6%
Leccocomune-5,9%0,7%
provincia senza capoluogo-2,2%-5,0%
Lodicomune2,6%4,9%
provincia senza capoluogo-0,1%-8,3%
Mantovacomune0,8%-7,7%
provincia senza capoluogo-4,1%4,7%
Milanocomune-9,4%-6,8%
provincia senza capoluogo-2,4%-2,5%
Monza e della Brianzacomune-4,0%-6,8%
provincia senza capoluogo-1,5%-4,5%
Paviacomune-15,1%-5,3%
provincia senza capoluogo2,1%-6,0%
Sondriocomune1,2%-10,4%
provincia senza capoluogo-16,5%-18,9%
Varesecomune5,1%-5,3%
provincia senza capoluogo0,9%-5,1%
REGIONE-4,7%-4,6%

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in affitto in Lombardia.

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA
   II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune10,4 €-0,2%5,1%
provincia senza capoluogo8,0 €2,1%4,5%
Bresciacomune9,6 €2,4%8,9%
provincia senza capoluogo10,7 €14,1%21,3%
Comocomune12,1 €0,5%3,2%
provincia senza capoluogo9,2 €2,7%1,5%
Cremonacomune6,9 €3,0%2,9%
provincia senza capoluogo7,1 €-0,5%1,7%
Leccocomune8,8 €0,5%0,1%
provincia senza capoluogo9,0 €11,9%7,4%
Lodicomune9,3 €2,1%3,7%
provincia senza capoluogo7,0 €-0,8%-0,1%
Mantovacomune7,9 €1,0%3,5%
provincia senza capoluogo6,9 €2,0%7,7%
Milanocomune20,0 €2,8%11,2%
provincia senza capoluogo11,1 €1,8%6,0%
Monza e della Brianzacomune11,6 €1,2%4,8%
provincia senza capoluogo9,7 €1,8%3,2%
Paviacomune9,1 €1,2%0,3%
provincia senza capoluogo6,6 €-1,2%1,3%
Sondriocomune7,7 €2,9%5,1%
provincia senza capoluogo11,4 €22,0%24,1%
Varesecomune9,4 €1,0%5,4%
provincia senza capoluogo8,7 €2,2%4,3%
REGIONE15,3 €3,6%7,8%
Capoluoghi di provinciaOFFERTA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune6,3%-46,6%
provincia senza capoluogo28,7%-20,4%
Bresciacomune6,4%-22,4%
provincia senza capoluogo-1,1%-15,7%
Comocomune-8,0%-42,7%
provincia senza capoluogo-0,8%-34,9%
Cremonacomune-5,3%-30,4%
provincia senza capoluogo26,4%-30,0%
Leccocomune-16,5%-41,1%
provincia senza capoluogo6,3%-31,1%
Lodicomune6,2%-31,4%
provincia senza capoluogo19,6%-11,6%
Mantovacomune4,3%-12,8%
provincia senza capoluogo-5,0%-36,8%
Milanocomune23,2%-47,0%
provincia senza capoluogo2,5%-16,9%
Monza e della Brianzacomune31,7%-35,0%
provincia senza capoluogo15,0%-28,9%
Paviacomune51,4%-49,1%
provincia senza capoluogo13,3%-31,4%
Sondriocomune13,2%-3,5%
provincia senza capoluogo36,4%9,1%
Varesecomune-1,1%-32,7%
provincia senza capoluogo-2,1%-36,6%
REGIONE16,1%-40,3%
Capoluoghi di provinciaDOMANDA
  II vs. I trim. 2022I sem. 2022 vs. I sem. 2021
Bergamocomune5,0%73,1%
provincia senza capoluogo-3,6%36,7%
Bresciacomune-0,2%51,1%
provincia senza capoluogo5,1%9,3%
Comocomune21,1%79,3%
provincia senza capoluogo33,1%57,0%
Cremonacomune8,3%35,0%
provincia senza capoluogo-3,4%31,1%
Leccocomune35,2%42,0%
provincia senza capoluogo7,3%27,9%
Lodicomune6,0%65,7%
provincia senza capoluogo27,1%25,0%
Mantovacomune14,7%16,9%
provincia senza capoluogo5,4%15,4%
Milanocomune0,6%68,5%
provincia senza capoluogo13,4%49,5%
Monza e della Brianzacomune-12,4%54,3%
provincia senza capoluogo-2,6%52,3%
Paviacomune-6,6%148,4%
provincia senza capoluogo-3,4%33,7%
Sondriocomune1,6%18,4%
provincia senza capoluogo-10,2%0,4%
Varesecomune7,4%53,9%
provincia senza capoluogo20,5%56,4%
REGIONE3,7%54,9%

Regione, 1,5 miliardi di euro in tre anni per il piano casa

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È di oltre un miliardo e mezzo di euro la somma per il Piano regionale dei Servizi abitativi per il triennio del 2022-2024. Il provvedimento, approvato dalla Giunta, è stato illustrato oggi dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e dall’assessore alla Casa e Housing sociale, Alessandro Mattinzoli. Ora passerà al vaglio del Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

FONTANA: OBIETTIVO UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA – “Un intervento importante – ha commentato il presidente Fontana – che ha come principale scopo quello di ristrutturare e riorganizzare il patrimonio esistente. In questo modo vogliamo valorizzare gli immobili, ad esempio anche grazie ai lavori di efficientamento energetico, ma anche puntare su progetti di rigenerazione urbana in grado di migliorare la qualità della vita e la sicurezza di chi abita in questi edifici. Un’azione, dunque, che ha una valenza sia sociale, sia ambientale”.

Il presidente Fontana, poi, ha voluto sottolineare “come questo Piano sia stato realizzato con un confronto costante che ha coinvolto l’Associazione dei Comuni della Lombardia e i sindacati, con un’attenzione particolare rivolta a misure di welfare, come i contributi all’affitto o la ‘premialità’ per quegli inquilini, in particolare anziani, che hanno sempre pagato quanto dovuto”.

MATTINZOLI: FAMIGLIA AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO  – “Le peculiarità di questo piano – ha spiegato Mattinzoli – sono innanzitutto le assegnazioni rapide, la riqualificazione e la rigenerazione degli spazi comuni. Questi interventi, in spazi comuni, fanno comprendere quanto la città possa essere inclusiva e attrattiva. Giusta e doverosa, poi, un’attenzione che deve diventare maniacale, per le fasce più fragili e per gli anziani. Il tutto anche attraverso il recupero della legalità e la presenza delle istituzioni. Regione Lombardia, con il miliardo e mezzo messo in campo, ha dimostrato di voler rimettere la casa al centro dell’agenda politica e con la casa, la famiglia e la persona”.

Il piano si basa su 5 assi: Sostenibilità, Welfare abitativo, Cura del patrimonio, Rigenerazione urbana, Housing sociale.  Le risorse totali a disposizione sono di 1.537,2 milioni di euro. Di queste 363.5 milioni sono stanziate da Regione Lombardia, 934.6 milioni dal Pnrr, 192.7 milioni dallo Stato e 46.4 milioni dall’UE.  I fondi saranno gestiti per la maggior parte da Regione (oltre un miliardo) e il resto da Aler ed Enti locali.

CURA del PATRIMONIO (736,7 MILIONI) – Sull’asse ‘Cura del patrimonio’ 736.7 milioni di euro. Saranno impiegati per piani di manutenzione, abbattimento di barriere architettoniche con il recupero di 150 appartamenti ed altrettanti ascensori, ristrutturazione di 6.000 alloggi sfitti, riqualificazione energetica di 11.000 case.

RIGENERAZIONE URBANA (512,1 MILIONI) – Per la rigenerazione urbana sono previsti 512,1 milioni di euro per riqualificare – attraverso il Pinqua -2.499 alloggi, di cui 889 di Aler. Altri 457 appartamenti di Aler e Comuni saranno invece ristrutturati grazie al Programma Cipe. Da evidenziare che saranno ‘rimessi a nuovo’ 244 alloggi di via Bolla a Milano. 

WELFARE ABITATIVO (210,1 MILIONI) – Per il ‘Welfare abitativo’ 210 milioni di euro destinati a: contributi all’affitto per gli inquilini del mercato privato (30 mila i nuclei che ne beneficeranno nel  triennio 2022-2024) e per quelli delle case popolari (40 mila famiglie sempre per lo stesso periodo); rafforzamento dei progetti C.A.S.A. (Centri Aler per i servizi abitativi) quindi dei Community manager e degli ambulatori. Questi fondi serviranno inoltre per ‘premiare’ gli anziani che hanno sempre onorato l’affitto.  

HOUSING SOCIALE (52 MILIONI) – Le risorse per l’housing sociale ammontano a 52 milioni di euro. Fra gli obiettivi: contributi per il recupero del patrimonio immobiliare non utilizzato per metterlo a disposizione a canoni calmierati e programmi di edilizia universitari. Previsti almeno 1.000 nuovi posti alloggio e riqualificazione di altri 700 per gli studenti. 

SOSTENIBILITÀ (26,3 MILIONI) – Alla ‘Sostenibilità’ sono destinati 26.3 milioni di euro che verranno utilizzati per semplificare le procedure di assegnazione e per sostenere le Aler in caso di morosità incolpevole degli inquilini e di quelli con Isee molto basso. 

Durante la conferenza stampa è stato anche spiegato che sono state oltre 41.000 le domande per i Servizi abitativi pubblici nel 2021, di queste circa 12.000 a Milano città. Oltre l’85% ha un Isee inferiore a 8.000 euro e 2.700 famiglie hanno un componente con disabilità motoria.  (LNews)

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