Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Energia

Brescia: bollette elettricità +108% e gas +57% nel 2022

in Economia/Energia by

Le famiglie residenti in Lombardia con contratto di fornitura nel mercato tutelato, nel 2022 hanno speso per la sola bolletta elettrica 1.375 euro, vale a dire il 108% in più rispetto al 2021, e 1.639 euro per il gas (+57%). Mentre quelle residenti in provincia di Brescia hanno speso, in media, 1.520 euro per la bolletta elettrica (+108% rispetto al 2021) e 1.588 euro per il gas (+57%). La provincia risulta essere la terza della Lombardia dove si è speso di più per l’elettricità.

A dirlo sono i dati diffusi dalla piattaforma facile punto it.

L’andamento provinciale della bolletta elettrica

Complessivamente, quindi, tra luce e gas, nel 2022 gli abitanti della Lombardia hanno sborsato, mediamente, 3.014 euro a famiglia (rispetto ai  1.703 euro del 2021), ma in quali province si è speso di più?

Focalizzandosi sulla sola energia elettrica ed analizzando i dati su base provinciale, al primo posto si posiziona Mantova, area dove il consumo medio a famiglia rilevato nel 2022 è stato pari a 3.352 kWh che, considerando le tariffe dello scorso anno in regime di tutela, corrisponde ad un costo di 1.633 euro; seguono Cremona (1.543 euro, 3.166 kWh), Brescia (1.520 euro, 3.119 kWh) e Lodi, provincia dove sono stati messi a budget, mediamente, 1.475 euro per un consumo medio rilevato di 3.028 kWh.

Continuando a scorrere la graduatoria lombarda troviamo Pavia (1.458 euro, 2.993 kWh), Como (1.438 euro, 2.952 kWh), Varese (1.433 euro, 2.942 kWh) e Bergamo (1.382 euro, 2.836 kWh). Valori inferiori alla media regionale per Monza e Brianza, dove il costo della bolletta elettrica è stato di 1.362 euro (2.796 kWh), Lecco (1.344 euro, 2.759 kWh) e Sondrio (1.280 euro, 2.627 kWh)  Chiude la classifica Milano, provincia che, nel 2022, ha rilevato i consumi più bassi della regione (2.598 kWh) e quindi la bolletta più “leggera” (1.266 euro).

L’andamento provinciale della bolletta gas

Anche sul fronte del gas le bollette sono differenziate a seconda dei consumi medi rilevati. Al primo posto tra le province più care della Lombardia si posiziona Como, dove il consumo medio a famiglia è stato di 1.510 smc per un costo complessivo di 1.931 euro. Seguono Lecco (1.908 euro, 1.492 smc), Varese (1.900 euro, 1.486 smc) e Pavia (1.862 euro, 1.456 smc). Continuando a scorrere la classifica regionale troviamo Mantova (1.833 euro, 1.433 kWh), Cremona (1.719 euro, 1.344 kWh) e Lodi (1.661 euro, 1.299 kWh).

Valori inferiori alla media lombarda per Monza e Brianza (1.634 euro, 1.278 smc), Brescia (1.588 euro,1.242 smc)e Sondrio, provincia dove una famiglia, nel 2022, ha speso mediamente 1.576 euro (1.232 smc). Chiudono la classifica Bergamo (1.549 euro, 1.211 smc) e, ancora una volta, Milano, dove sono stati messi a budget per il gas 1.444 euro (1.129 smc).

Torri Solare cresce e lancia la nuova linea automatizzata

in Bassa/Economia/Energia/Zone by

MANERBIO (BS) – Continua la crescita di Torri Solare, l’azienda nata nel 2007 da una costola della Fonderia Torri di Quinzano con l’obiettivo di dare vita alla prima azienda produttrice di moduli fotovoltaici. Di fronte al continuo aumento degli ordini, l’impresa guidata dal giovane Michele Torri ha deciso di investire ancora. Sul territorio.

Dopo aver messo sul piatto quasi due milioni di euro per rimettere a nuovo l’ex lavanderia industriale Europa di Manerbio, al confine con Bassano Bresciano, infatti, Torri Solare ha annunciato di essere pronta a realizzare una nuova – e innovativa – linea di produzione automatizzata, che promette di incrementare volumi di produzione, ma soprattutto la qualità dei prodotti.

Foto da Torri Solare

TORRI SOLARE: LA NUOVA LINEA DI PRODUZIONE

Il progetto è quasi tutto “Made in Manerbio”. A elaborarlo, infatti, è stato l’Ufficio Ricerca e sviluppo interno (a capo del progetto Paolo Mutti), in collaborazione con altri partner specializzati del territorio (la parte software e automazione, per fare un esempio è stata sviluppata insieme ai tecnici Gian Luca Zanni e Tommaso Bonfiglio, dell’azienda Gizeta software).

La nuova linea, che occupa circa 350 metri quadrati, consta di 15 macchinari e cinque robot collegati tra loro da un sistema di nastri trasportatori. Una fitta rete interconnessa che sarà composta da stringatrici, svolgitori di pellicole, laminatori, rifilatrici, magazzini verticali per lo stoccaggio in linea, flipper (per un primo check con ispezione visiva) e macchine test EL e VI (che eseguono prove di elettroluminescenza e flash su ogni pannello). Mentre i robot si occuperanno della saldatura e del posizionamento dei componenti.

Foto da Torri Solare

A sorvegliarne le attività saranno 3-4 operatori per turno (attualmente i dipendenti sono 40), che si occuperanno di rifornire i buffer dei macchinari ed effettuare controlli continui sulla qualità

L’impianto consentirà, a regime, di produrre una decina di pannelli all’ora. Ma è già predisposto per il potenziamento in caso di ulteriore aumento degli ordini.

“Con questa nuova linea”, commenta Michele Torri, “metteremo a frutto il know-how maturato in sedici anni di lavoro in un settore in continua evoluzione, che richiede grandi competenze e grande coraggio per restare in linea con le esigenze del mercato. La nostra sfida è quella di dare vita a un sistema di produzione completamente automatizzato, senza far venir meno l’attenzione artigianale ai livelli di qualità che da sempre ci contraddistingue. Continuiamo a lavorare con il supporto della tecnologia”, conclude, “per migliorare i nostri prodotti, per crearne di nuovi e mettere in campo processi produttivi che ci consentano di produrre di più e meglio. In sinergia con le forze migliori del nostro territorio”.

TORRI SOLARE: RICERCA E SVILUPPO

Da sempre la ricerca e lo sviluppo sono due dei punti di forza di Torri Solare, che ne garantiscono la competitività in un mercato particolarmente dinamico, anticipando i competitori con prodotti sempre più innovativi, performanti e affidabili. Ma anche trovando il giusto mix tra qualità e prezzo.

A tale scopo, nello stabilimento di Manerbio, circa 500 metri quadrati sono riservati proprio alla ricerca e allo sviluppo, con test continui di ogni nuovo prodotto sia dal punto di vista elettrico sia sul versante meccanico (anche attraverso prove di rottura che permettono di provare la robustezza e la resistenza dei prodotti

“Uno degli obiettivi”, aveva ricordato Torri qualche mese fa, “è quello di irrobustire la resistenza meccanica e agli agenti atmosferici, che pure è già ben al di sopra degli standard di mercato, dei nostri pannelli. Ma da sempre stiamo anche lavorando alla progettazione di impianti ancora più smart e semplici da posare”. La novità di quest’anno, in linea con le sue parole, sono i nuovi sistemi di fissaggio adatti a tutte le tipologie di tetto, che rendono l’installazione meno complicata e più rapida. E che, grazie a nuove geometrie e materiali, garantiscono un’eccellente impermeabilità e tenuta ai carichi di neve e vento.

Michele Torri, foto da Torri Solare

TORRI SOLARE: ARTIGIANI DEL FOTOVOLTAICO

Ma Torri Solare non è solo tecnologia. Una delle priorità dell’azienda, infatti, è quella di investire sul rapporto con il territorio e valorizzare la filiera. L’emblema ne è il canale “Artigiani del fotovoltaico”, una rete di artigiani del settore (impiantisti e installatori) che – agendo in controtendenza rispetto al contesto – decidono di scegliere prodotti di qualità, interessandosi della componente tecnica e qualitativa di ciò che stanno acquistando. Un cerchio che si chiude con la decisione dell’azienda di non lavorare con la distribuzione, ma diffondere i prodotti soltanto attraverso un canale esclusivo con gli operatori del settore.

“Senza una rete di professionisti legati tra loro dai prìncipi della qualità, dell’investimento sul territorio e della formazione di risorse qualificate”, chiosa Michele Torri, “la nostra sarebbe solo una rincorsa opportunistica che lascia ben poco alle future generazioni”.

Caro vita, Duferco stanzia un bonus di un milione di euro per i dipendenti

in Economia/Energia/Solidarietà by

Tutti i dipendenti italiani del Gruppo internazionale Duferco, che opera da oltre 40 anni in Italia, nel corso del 2023 potranno usufruire di un bonus economico per far fronte ai rincari dovuti alla crisi energetica e alla spinta inflazionistica.

Welfare aziendale al centro del modello gestionale di Duferco, holding internazionale guidata dalla famiglia Gozzi. L’iniziativa, che accoglie la normativa introdotta dal Decreto Aiuti bis, consentirà ai dipendenti di usufruire di 600 euro netti in buoni acquisto spendibili presso supermercati e distributori di carburante grazie ad un investimento di circa un milione di euro da parte del Gruppo.

L’obiettivo è quello di affiancare i dipendenti anche in un momento storico non particolarmente favorevole dal punto di vista economico e finanziario. La crisi energetica, insieme alla guerra in Ucraina hanno favorito lo sviluppo di una spinta inflazionistica che incide sulle tasche di milioni di famiglie italiane.

«In un contesto come quello attuale abbiamo voluto cogliere l’opportunità prevista all’interno del Decreto Aiuti bis, dando un contributo concreto per fronteggiare il caro vita – commenta Antonio Gozzi, Presidente di Duferco Italia Holding -. Consideriamo da sempre i nostri collaboratori l’asset principale di tutti i business su cui siamo impegnati, investiamo su di loro, sul loro benessere e sul loro futuro».

Il progetto, lanciato da DIH – la holding italiana del Gruppo -, coinvolge oltre 1.600 dipendenti distribuiti nelle diverse sedi italiane e si inserisce in un modello aziendale che considera la sicurezza e il benessere dei propri dipendenti elementi essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di business. Sono diverse le azioni di welfare che il Gruppo propone attraverso programmi di formazione (oltre 15.500 ore di formazione all’anno), politiche tese allo sviluppo professionale, investimenti in sicurezza e iniziative di prevenzione a favore della salute dei dipendenti.


Duferco Group è una Holding Internazionale che sviluppa business diversificati nell’ambito del settore siderurgico, di quello energetico e dello shipping. Nasce nel 1979 e nel corso degli anni si sviluppa in oltre 20 Paesi nel mondo, in Italia è rappresentata da DIH – Duferco Italia Holding. Oggi conta un fatturato di oltre 40 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2022 e circa 2.500 dipendenti in tutto il modo (1.600 circa in Italia). Duferco ha un ruolo primario nell’ambito della produzione siderurgica con 9 impianti produttivi tra Italia, Francia e Danimarca con una capacità di circa 1.000.000 di tonnellate di acciaio prodotte e lavorate all’anno. In ambito energetico è tra i primi operatori italiani con oltre 250.000 punti in fornitura e numerosi progetti in ambito efficienza energetica e mobilità elettrica. Nello Shipping, grazie alla joint-venture con Nova Marine Carriers, opera come trasportatore marittimo e gestisce una flotta di cica 100 navi in tutto il mondo. Nel corso del 2021 le sue navi hanno trasportato circa 21.300.000 tonnellate di materie prime

Come ridurre i consumi energetici in hotel

in Economia/Energia by

Viviamo in un momento di forte tensione. La crisi economica ha preso il sopravvento sulle nostre vite, a seguito di grandi eventi come pandemia da Covid-19 e Guerra in Ucraina. Questi due macro eventi hanno fatto si che molti settori entrassero in crisi in seguito a decisioni politiche. Qui possiamo sicuramente annoverare l’impennata dei costi energetici che ha messo in ginocchio famiglie, commercianti e imprenditori. Per far fronte agli alti costi si è attuato un piano di aumento dei prezzi, in modo da colmare il gap con l’alta spesa. C’è invece chi ha deciso di adottare misure di prevenzione e di riduzione dei consumi energetici.

Prendiamo in esempio gli hotel e tutte le strutture di alloggio. Quando si entra qui dentro le persone hanno bisogno di trovare tutti i comfort che possano in qualche modo andare a migliorare la loro esperienza. Ora i proprietari delle strutture ricettive devono pensare a ridurre i costi, ma come? C’è chi decidere di scegliere dei minibar hotel a basso consumo, in modo da ovviare al problema.

Importanza agli accessori nella camera

Questi sono anni buoi, specialmente per il settore alberghiero. Prima la pandemia da Covid-19 con restrizioni e misure cautelari da dover rispettare, poi il conflitto tra Ucraina e Russia che ha portato enormi conseguenze a livello mondiale. In primis l’energia elettrica e il gas hanno subito un’impennata dei prezzi, al punto che molte famiglie e imprenditori si sono ritrovati a dover ottimizzare al meglio i consumi. Nel caso degli hotel ci si è chiesto quale fosse il miglior metodo per continuare a dare standard elevati ai propri clienti, trovando la risposta nella giusta scelta di accessori da collocare all’interno delle camere.

All’interno di ogni stanza d’hotel è possibile trovare una serie di apparecchiature indispensabili e che rendono l’esperienza sempre più piacevole, come asciugacapelli, tv, bollitore. Il consiglio che molti esperti nell’ultimo periodo stanno dando è quello di scegliere la giusta apparecchiatura in base al consumo che portano.

Ad esempio si può pensare di sostituire un frigorifero minibar con un frigorifero più efficiente e a basso consumo, andando così a impattare sulla bolletta e avere un risparmio energetico. Affidandoci a un minibar a basso consumo riduciamo notevolmente i costi, in quanto a loro interno hanno una tecnologia termoelettrica che risulta anche molto silenziosa e per questo riesce a dare maggior benessere a chi vi alloggia.

I frigobar efficienza energetica sono la giusta scelta se si vuole ridurre i consumi, abbattendo così i costi e non alzando i prezzi per sopperire alle tante spese.

Basso consumo alla base di tutto

La parola d’ordine in questo momento è “Frigobar a basso consumo”. È una prerogativa molto importante se si vuole veder diminuire il costo in bolletta. Chiaramente per far si che ciò avvenga c’è bisogno di verificare che tutte le condizioni lo permettano, come il giusto luogo in cui posizionarlo. Non va sottovalutato, in quanto l’apparecchiatura per funzionare deve avere una sufficiente aerazione.

Inoltre se si vuole migliorare la qualità del soggiorno, in questo caso, conviene prendere un frigobar silenzioso, che non faccia eccessivo rumore a causa delle ventole o dei compressori presenti. Scegliere un modello con ventola può risultare molto fastidioso.

Migliorare l’efficienza del frigobar

Se si vuole avere un frigobar efficiente bisogna osservare una serie di regole in modo da renderlo produttivo, come sbrinarlo periodicamente oppure sceglierne uno con la funziona automatica. Evitare di inserirlo vicino fonti di calore e inserirci all’interno cibi o bevande calde. Fare l’opposto di quanto detto può far si che il frigobar risulti meno efficiente e porti a un innalzamento dei costi. Se non si utilizza, staccare la spina e pulirlo per bene.

Imprese Lombardia, dal 15 settembre ulteriori 175 milioni per l’accesso al credito

in Economia/Energia/Finanza by

Le imprese lombarde potranno nuovamente usufruire della misura ‘Credito Adesso Evolution’ la cui dotazione finanziaria è stata aumentata di 175.843.393 di euro.

Una decisione assunta dalla Giunta lombarda su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico e che sarà operativa da domani, giovedì 15 settembre, dalle ore 10.30.

Nel dettaglio, 15.843.393 di euro sono destinati all’incremento del fondo ‘Abbattimento interessi sui finanziamenti alle PMI cofinanziati da BEI’ per la riduzione del costo dei finanziamenti, mentre i restanti 160.000.000 all’ampliamento del plafond dedicato ai finanziamenti.

RISPOSTA A ESIGENZE AZIENDE – “Rifinanziamo e diamo continuità a ‘Credito Adesso Evolution’ – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico – rispondendo ancora una volta alle esigenze di liquidità delle aziende e dei professionisti lombardi”.

LA MISURA – ‘Credito Adesso Evolution’ finanzia il fabbisogno di capitale circolante di imprese, professionisti anche associati della Lombardia con la concessione di finanziamenti abbinati a contributi in conto interessi.

DESTINATARI – Le imprese, anche artigiane, con organico fino a 3.000 dipendenti (PMI e Mid Cap) operative da almeno 24 mesi in Lombardia e appartenenti a uno dei seguenti settori: manifatturiero, servizi alle imprese, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, alloggio, ristorazione e somministrazione, corsi sportivi e ricreativi, servizi di asili nido e assistenza diurna per minori disabili, attività sportive, di intrattenimento e di divertimento e stabilimenti termali. Nonché liberi professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi che operano in uno dei comuni della Lombardia e studi associati di professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi.

CONCESSIONE CONTRIBUTI – La misura prevede un contributo in conto interessi abbinato al finanziamento e pari al 3% e comunque non superiore al tasso definito per il finanziamento sottostante – e fino ad un massimo di 70.000 euro.

COME PRESENTARE LE DOMANDE – Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per mezzo di bandi on line, accessibile all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it a partire da giovedì 15 settembre, alle ore 10.30.

Per tutte le ulteriori informazioni consultare il sito internet www.imprese.regione.lombardia.it.

Mobilità elettrica, A2A amplia l’accesso alla propria rete di ricarica aderendo alla piattaforma di roaming Hubject

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate by
Auto elettrica, foto generica da Pixabay

A2A – attraverso la controllata A2A E-Mobility – ha siglato un accordo con Hubject – primo operatore a livello globale di servizi di Roaming nel settore della mobilità elettrica, composto da un consorzio di case automobilistiche e società attive nel settore della mobilità sostenibile – con l’obiettivo di semplificare l’interoperabilità delle Stazioni di Ricarica per veicoli elettrici e garantire un immediato accesso alla rete A2A per i cittadini italiani ed europei.

A partire da oggi, A2A è connessa alla piattaforma Hubject, una delle più grandi al mondo, a cui aderiscono oltre 600 partner – in tre continenti e 28 Paesi – con oltre 200 mila punti di ricarica in totale. È ora possibile per i clienti dei circa 500 fornitori di servizi per la mobilità elettrica (eMSP – Electro-Mobility Service Provider) ricaricare su tutte le colonnine della rete A2A in Italia. Tramite le diverse App per la ricarica, di qualsiasi eMSP aderente al sistema Hubject, infatti, è possibile visualizzare la mappa delle Stazioni di ricarica di A2A, le tariffe per la ricarica e la potenza erogata e prenotare il punto di ricarica. L’operazione amplia significativamente la platea di App supportate e consente di semplificare sempre di più l’esperienza di ricarica, rendendo la rete A2A accessibile a un numero molto più ampio di utenti in Italia e Europa.

L’accordo con Hubject si inserisce all’interno del Piano Industriale al 2030 di A2A per promuovere la decarbonizzazione investendo nel segmento della mobilità elettrica. Come previsto nel Piano, A2A E-Mobility installerà 24.000 nuovi punti di ricarica per veicoli elettrici su tutto il territorio nazionale, attivando investimenti pari a 300 milioni di euro.

Feralpi Lonato, posato sul tetto il primo pannello del parco fotovoltaico

in Acciaio/Economia/Energia by

Questa settimana è stato posato il primo pannello fotovoltaico del nuovo parco sui tetti dello stabilimento di Lonato del Garda.

I “numeri”: 7.343 pannelli di ultima generazione che copriranno una superficie netta di circa 15.000 metri quadrati. La potenza che raggiungeranno sarà di 3 MW, interamente consumati dallo stabilimento siderurgico.

Grazie a questo nuovo impianto fotovoltaico ci sarà una riduzione delle emissioni pari a 920 t/a CO2, equivalenti alla capacità di assorbimento che avrebbero 1.314 alberi.
C’è, inoltre, un altro aspetto legato alla sostenibilità che non si vede, ma che non è meno importante. Infatti, nella scelta dei materiali sono stati privilegiati fornitori con carbon footprint certification, con politiche ESG e, ove possibile, del territorio. È una scelta di responsabilità che rafforza il progetto stesso anche lungo la catena del valore.

Questo progetto rappresenta un contributo importante all’interno del più ampio progetto previsto nella climate strategy di Gruppo.

A2A, ricavi in aumento del 141,5% nel semestre

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate by

Nel primo semestre del 2022 i Ricavi del Gruppo A2A sono risultati pari a 9.788 milioni di euro, in aumento del 141,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita è principalmente legata all’andamento dello scenario energetico ed è riconducibile:
• per circa il 57% ai mercati energetici all’ingrosso in particolare elettricità per l’aumento dei prezzi; il
contributo legato alla crescita dei volumi venduti e intermediati dei mercati è residuale;
• per oltre il 40% ai mercati retail prevalentemente per i maggiori prezzi unitari elettricità, gas e calore.

A tale incremento è corrisposta un’analoga variazione nei costi di approvvigionamento di materie prime energetiche. Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 708 milioni di euro, in aumento di 20 milioni rispetto al primo semestre 2021 (+3%).

Al netto delle partite non ricorrenti (+5 milioni nel primo semestre 2022, +4 nel primo semestre 2021), il Margine Operativo Lordo Ordinario è aumentato di 19 milioni di euro (+3%): la significativa contrazione di marginalità registrata nella Business Unit Mercato è stata più che compensata dagli ottimi risultati degli altri settori di attività, soprattutto della Business Unit Generazione&Trading e di quella Ambiente.

Il Risultato Operativo Netto si attesta a 335 milioni di euro, in diminuzione di 21 milioni rispetto al primo semestre 2021 (356 milioni di euro). Tale contrazione è riconducibile all’aumento del Margine Operativo Lordo più che compensato da:
• incremento degli ammortamenti (31 milioni di euro) relativi principalmente agli investimenti effettuati da tutte le Business Unit nel periodo luglio 2021-giugno 2022 e all’ammortamento degli asset delle nuove società acquisite;
• maggiori accantonamenti netti per 10 milioni di euro a fondo rischi e accantonamenti al fondo svalutazioni crediti, principalmente legati alla maggiore esposizione creditizia verso la clientela per l’eccezionale aumento del fatturato, al netto dei rilasci su fondi rischi eccedenti per l’effetto dell’incremento dei tassi di attualizzazione.

L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo risulta pari a 328 milioni di euro, in riduzione del 3,5% rispetto a quello registrato nel medesimo periodo del 2021; escludendo le poste straordinarie che hanno interessato:
• l’anno in corso per complessivi 142 milioni di euro relativi alla plusvalenza, al netto della tassazione, sulla cessione di alcuni asset (vendita immobili e ATEM ritenuti non strategici) e agli impatti del DL 21/2022 (cd. “DL Taglia Prezzi”) e 50/2022 (cd. “DL Aiuti”);
• l’anno precedente per complessivi 138 milioni di euro relativi agli effetti del riallineamento civilistico – fiscale dei beni materiali e immateriali del Gruppo

L’Utile Netto Ordinario di pertinenza del Gruppo risulta pari a 186 milioni di euro, in diminuzione di 16 milioni rispetto al primo semestre del 2021. La variazione è riconducibile alla diminuzione del Risultato Operativo Netto, in parte compensata dalla contrazione delle imposte legata al minor reddito imponibile.

La Posizione Finanziaria Netta di Consolidato al 30 giugno 2022 risulta pari a 4.587 milioni di euro (4.113
milioni di euro al 31 dicembre 2021). Escludendo le variazioni di perimetro intervenute nell’arco del periodo in esame, pari a 409 milioni di euro, la PFN si attesta a 4.178 milioni di euro, registrando un assorbimento di cassa netto pari a 65 milioni di euro, dopo investimenti per 463 milioni di euro, pagamento di dividendi per 283 milioni di euro e incassi per cessione di alcuni asset immobiliari per 221 milioni di euro. Tale variazione è principalmente riconducibile all’eccezionale aumento dei crediti commerciali, in particolare della Business Unit Mercato, effetto legato al significativo aumento e volatilità dei prezzi delle commodities.

Confindustria, Astori: no al de minimis su crediti d’imposta energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Energia by

Con una nota Fabio Astori, vicepresidente di Confindustria Brescia, prende posizione sul tema dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas. Con la votazione di fiducia alla Camera sul DL Aiuti – in cui è stato inserito un emendamento che vincola al “de minimis” la fruizione dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas – gli aiuti prevedono infatti un massimale ottenibile pari a 200mila euro, calcolato su base triennale considerando tutti gli aiuti concessi sotto tale regime, e tiene inoltre conto di tutti gli aiuti ricevuti da imprese di uno stesso gruppo.

“Come abbiamo appreso- spiega Astori – il decreto Aiuti taglia, se non addirittura azzera, i crediti d’imposta su gas ed energia elettrica per gran parte delle imprese, vincolando al “de minimis” i crediti d’imposta. Si tratta di un grave errore, a cui va posto rimedio quanto prima: migliaia di aziende rischiano infatti, in questo modo, di non poter beneficiare delle misure adottate dal Governo per contrastare il caro energia.”

“Il pericolo è che molte imprese, anche della nostra provincia, possano trovarsi a non aver diritto ad alcun credito d’imposta, o solo a una piccola quota – aggiunge il Vice presidente di Confindustria Brescia –. Siamo in costante dialogo con Confindustria nazionale, che sta ponendo attenzione alla questione fin dal momento della presentazione dell’emendamento lo scorso giovedì, anche attraverso contatti diretti con i Ministri interessati, a cui è stata ribadita l’assurdità del provvedimento. Attendiamo quindi, fiduciosi, che venga accolto ufficialmente il nostro appello per un intervento immediato che corregga la norma in questione.”

Indagine Api: sostenibilità prioritaria per l’88% delle imprese bresciane

in Ambiente/Api/Associazioni di categoria/Economia/Energia/Tendenze by

La sostenibilità diventa sempre più centrale nell’attività delle PMI bresciane. Solo il 12% delle imprese ritiene, infatti, la ritiene poco o per nulla importante per la propria attività. Infatti, alla domanda su quanto la sostenibilità sia da considerare rilevante per il proprio business, ben l’88% delle imprese ha risposto in modo positivo. Per il 35% delle imprese la sostenibilità è ‘mediamente importante’, per il 32% molto importante e per il 22% di massima importanza per la propria attività.

A osservarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia, diretto da Maria Garbelli, interrogando 100 imprese rappresentative del tessuto associativo (oltre la metà appartiene al settore metalmeccanico, con fatturati compresi in prevalenza tra i 2 e 10 milioni di euro). Lo studio ha indagato i diversi aspetti della sostenibilità, concentrandosi in prevalenza su quella ambientale, ma non tralasciando quella sociale e di governance.

Nella realtà concreta delle PMI bresciane, il tema sostenibilità è declinato in particolare in merito al processo produttivo, rientrante in misura forte al più ampio contesto dell’innovazione di processo o di prodotto. Nell’ultimo triennio, oltre due imprese su tre (68%) hanno migliorato la propria sostenibilità intervenendo sull’edificio o rinnovando i macchinari, un altro 15% ha in programma di operare in tale direzione nel prossimo futuro. E ancora, quattro imprese su cinque stanno prestando particolare attenzione ai consumi energetici, con l’obiettivo di ridurli e un ulteriore 15% ha intenzione di farlo. Percentuali non troppo diverse riguardano i processi di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione, così come è significativo il 58% di imprese che, già oggi, acquista almeno una quota di energia elettrica da fonti rinnovabili e un altro 15% che ha in programma di farlo.

Elementi positivi emergono anche dalla relazione con i fornitori. Oltre sette imprese su dieci considerano (o hanno intenzione di farlo nel breve) i fattori sociali e ambientali nella scelta dei fornitori. L’87% dà priorità ai fornitori locali quando questo è possibile, oltre la metà (53%) acquista materie prime non vergini o da riciclo.

Se la riduzione degli sprechi e il riciclo dei rifiuti interessano già una maggioranza di imprese, la normativa ambientale viene però considerata eccessivamente burocratica (67%) ed onerosa (40%).

In un quadro in buona parte positivo non mancano però elementi critici, legati talvolta al tipo di attività svolta, altre a un contesto generale ancora difficile e non favorevole alla svolta green, ma non di rado anche ad una non piena consapevolezza che fatica a farsi strada in alcune imprese. È in tale ottica che vanno letti, ad esempio, il 47% delle imprese che ha difficoltà ad agire sulla riduzione dell’impatto logistico o il 42% che non interviene su prassi operative legate al packaging.

Per le PMI bresciane, a non rendere completamente agevole la transizione verso un’economia sostenibile pesano sia fattori di sistema che interni alla realtà aziendale. Tra i fattori esogeni, i più rilevanti riguardano la mancanza di supporto da parte di enti quali banche e altre istituzioni (35%), le difficoltà legislative e burocratiche (33%) e la scarsa conoscenza all’accesso di misure di sostegno economico-finanziario (25). Tra i fattori endogeni, in primo piano vi sono le difficoltà dovute al particolare settore di appartenenza (42%), i limiti legati al prodotto specifico che si commercializza (36%) e la mancanza di competenze adeguate (35%).

La valutazione del grado di sostenibilità su tutte le dimensioni ESG ha per il momento interessato (o lo sta per fare) un terzo delle imprese mentre il 46% l’ha in programma nel prossimo futuro. La formazione (73%) erogata ai dipendenti è la misura più diffusa tra le imprese, tramite corsi finanziati (anche parzialmente) dall’impresa stessa, un ulteriore 22% li ha già in programma. Molto buona la comunicazione interna: il 72% informa il proprio organico circa gli andamenti aziendali ed 1 su 10 ha in programma di agire in questo senso.

«Il quadro che emerge è nel complesso positivo – afferma Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale anche per le PMI bresciane che, rispetto alle questioni sociali, ambientali e di governance, vedono sempre più un possibile fattore competitivo e non un costo. Emergono allo stesso tempo delle difficoltà, legate alla burocrazia, alla non piena conoscenza delle opportunità che esistono sul piano della finanza agevolata. Il ruolo associativo è importante anche in tal senso, ma è evidente che serve uno sforzo a tutti i livelli, da quello centrale agli enti camerali passando per gli istituti di credito. Molte imprese hanno contezza di tutto questo sistema, altre non ancora, ma tutti devono essere sostenuti in questo sforzo. Nei prossimi anni, per restare sul mercato, una parte di imprese dovrà riconvertire in tutto o in parte la propria produzione e, se non vogliamo che ne derivino conseguenze sociali drammatiche, è necessario che questa trasformazione venga sostenuta per tempo e in modo adeguato».

Alle imprese va riconosciuto il ruolo strategico nel percorso che condurrà l’intero sistema Paese ad adottare nuovi paradigmi energetici ed ambientali. «Il percorso avviato dalle imprese verso la sostenibilità esprime una duplice valenza in chiave di competitività e di innovazione: due fattori che avranno grande e definitiva influenza sulle chances di un’impresa di restare sul mercato – afferma il presidente della Camera di Commercio di BresciaRoberto Saccone –. Le imprese svolgono un ruolo importante nella transizione energetica e sono sempre più sensibili e consapevoli dei temi ambientali e sociali oltre che fortemente impegnate su questi temi anche per cogliere le opportunità di sviluppo. Le imprese bresciane non faranno mancare il contributo importante al raggiungimento di obiettivi che oggi fanno parte della cultura e della sensibilità ormai diffuse, assumendosi anche la responsabilità in ragione del loro ruolo sociale. I decisori politici, peraltro, nel definire gli obiettivi di attuazione, devono considerare tempi e modi di raggiungimento di tali obiettivi, non perdendo di vista il valore del sistema produttivo esistente, che va accompagnato nello sviluppo di soluzioni altamente innovative, in un’ottica realistica che contemperi gli obiettivi globali del percorso irreversibile di transizione con le capacità innovative e di evoluzione dell’attuale sistema produttivo».


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