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A Brescia gli anziani guidano un’impresa su 20

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Anziani

Sono quasi 24 mila gli over 70 titolari di impresa individuale in Lombardia, pesano l’8,1% sul totale nazionale e sono il 5,8% delle piccole imprese attive in regione, oltre una su venti. Oltre 6 mila sono attivi a Milano, che è prima in regione seguita da Brescia (3.451 ditte con titolare over 70, 6% del totale imprese individuali), Mantova (2.604 e il territorio dove gli over 70 pesano di più, l’11,5%) e Pavia (2.306 e un peso dell’8,3%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2017 e 2012.

Gli over 70 in Italia: sono 293.715 le imprese individuali con titolare over 70 e pesano il 9,5% del totale delle imprese individuali attive nel Paese. E se il numero di imprese con titolare con più di 70 anni complessivamente diminuisce in cinque anni (da 297 a 294 mila), a favore di altre forme di impresa, cresce il peso degli over 70 che passano dal 9,1% al 9,5% mentre i titolari con meno di 30 anni passano da un peso del 5,8% al 5,2%. I nonni imprenditori si concentrano a Roma (13.567, 4,6% nazionale), Napoli (9.400), Bari (8.901) e Foggia (7.559) ma pesano di più a Caltanissetta e Viterbo (16%). Le donne sono il 28,1% dei titolari, superando il 39% ad Avellino, Udine e Pordenone, anche se sono più numerose a Roma (3.763), Napoli (2.579) e Foggia (2.482). Nati all’estero quasi un titolare su 60, con punte del 10,9% a Prato e 6,3% a Genova.

I settori di attività degli over 70. Sono l’agricoltura e il commercio i settori in cui opera il maggior numero di nonni imprenditori: rispettivamente 172 mila e 53 mila in Italia e 8 mila e 6 mila in Lombardia. A Milano è il commercio l’attività più scelta, 2.319 titolari su 6.279, oltre un terzo.

Lombardia, in arrivo un maxibando da 300 milioni di euro per sostenere gli investimenti

in Bandi/Economia by

“È l’intervento più importate della legislatura dedicato alla crescita delle imprese, un piano anti crisi dal valore di 300 milioni di euro per sostenere investimenti strategici come l’acquisto di macchinari ed immobili o per interventi strutturali e di riconversione e rilancio delle aree produttive”. Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, annunciando stamane l’approvazione da parte della Giunta, su sua proposta, della misura “AL VIA, agevolazioni lombarde per la valorizzazione degli investimenti aziendali”.

MISURA UNICA IN ITALIA – “AL VIA ha caratteristiche uniche, in quanto – ha spiegato l’assessore – non esiste in Italia un intervento simile così significativo in grado di offrire un mix di finanziamenti agevolati, garanzia gratuita a carico di Regione Lombardia e contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti”.

IMPEGNO REGIONE PER OLTRE 800 MILIONI – “Il nostro obiettivo – ha aggiunto Parolini – è quello di rilanciare in modo sussidiario il sistema produttivo ed accrescere la competitività delle imprese lombarde in un momento in cui si intravedono timidi segnali di crescita che stiamo amplificando e valorizzando dentro un piano complessivo di sostegno all’impresa. A questa misura si aggiungono infatti quelle per le startup, per il sostegno della filiera dell’edilizia hi-tech, della moda e del design o, ad esempio, quelle dedicate al sostegno al credito e all’export per un impegno complessivo di oltre 800 milioni di euro”.

2017, ANNO FAVOREVOLE PER RILANCIO IMPRESE – “Siamo inoltre già al lavoro – ha sottolineato l’assessore, insieme ai rappresentati dei settori produttivi, per seguire da vicino lo sviluppo del sistema lombardo su Manifattura 4.0 con l’obiettivo di integrare in modo virtuoso i nostri incentivi e i programmi di sostegno al credito con gli aspetti positivi di natura fiscale contenuti nel piano dello Stato. Sono certo che anche grazie all’impegno di Regione Lombardia il 2017 può diventare un anno favorevole per il rilancio delle nostre imprese”.

AERA EXPO E AREE DI CRISI – “AL VIA – ha concluso Parolini – presenta anche delle specifiche premialità aggiuntive, in particolare abbiamo deciso di prevedere contributi in conto capitale a fondo perduto fino al 15% delle spese ammissibili per i progetti di riconversione dell’area Expo, proprio per fare in modo che questo luogo possa sviluppare la propria vocazione di catalizzatore di produzioni innovative. Sono inoltre previsti 3 milioni di euro come riserva di risorse per imprese dei Comuni del sistema locale del lavoro di Sannazzaro de’ Burgondi e di quelli degli SLL di Stradella, in provincia di Pavia, e Sondrio, esclusi dagli interventi previsti per le aree di crisi industriale non complessa”.

SCHEDA

RISORSE – 75 milioni di euro da fondi europei POR FESR 2014-20 e 220 milioni, di cui110 milioni da Finlombarda (risorse BEI, Banca Europea di Investimento) e 110 milioni da intermediari finanziari convenzionati.

SOGGETTI BENEFICIARI – PMI

SPESE AMMISSIBILI – La misura prevede due linee d’intervento. Linea Sviluppo aziendale dedicata agli investimenti per piani di sviluppo aziendale (spese per acquisto macchinari, impianti specifici e attrezzature, arredi nuovi di fabbrica necessari per il conseguimento delle finalità produttive; sistemi gestionali integrati; acquisizione di marchi, di brevetti e di licenze di produzione; opere murarie, opere di bonifica, impiantistica); Linea Rilancio aree produttive per interventi finalizzati alla riqualificazione e/o riconversione di aree produttive, ivi compreso l’acquisto di immobili.

RISERVE PER AREE DI CRISI –  Sono previsti 1.250.000 di euro quale riserva di risorse per l’Area interna Valchiavenna e 3 milioni da dedicare complessivamente alle imprese dei Comuni del sistema locale del lavoro (SLL) di Sannazzaro de’ Burgondi e nei Comuni dei SLL di Stradella e Sondrio, esclusi dagli interventi previsti per le aree di crisi industriale non complessa.

TRE TIPOLOGIE DI INTERVENTO:

  1. FINANZIAMENTO – L’importo previsto è tra un minimo di € 50.000 e un massimo di € 2.850.000 con un tasso di interesse pari alla media ponderata dei tassi applicati alle risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda (BEI) e dagli intermediari convenzionati. La durata è compresa tra un minimo di 3 anni e un massimo di 6 anni incluso l’eventuale preammortamento, mentre la modalità di erogazione prevede la possibilità di anticipazione dal 20% fino al 70% del finanziamento concesso alla sottoscrizione del contratto
  2. GARANZIA – La garanzia regionale (a costo zero) coprirà a prima richiesta fino al 70% dell’importo di ogni singolo finanziamento. Il Fondo di garanzia opererà con una leva del 25% sui finanziamenti garantiti.
  3. CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE A FONDO PERDUTO – Linea sviluppo aziendale: fino al 10% delle spese ammissibili – 15% nel caso di premialità (programmi di riconversione ‘area Expo’, investimenti incentivanti in modelli di Manifattura 4.0, capacità aggregativa, certificazione

Lombardia, per imprese seconda in Europa. Ma Brescia è in calo

in Economia/Tendenze by

Imprese lombarde al terzo trimestre 2016, sono 818 mila, circa 2 mila in più di un anno fa, +0,2%, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese. Gli occupati in Lombardia sono circa 4 milioni, quasi un occupato su cinque in Italia lavora in Lombardia. Il Pil lombardo è pari circa a 300 miliardi e rappresenta circa un quinto di quello italiano. Forte la propensione al business estero: sono oltre 100 mila le imprese che esportano, il 15% di tutte le imprese lombarde. La Lombardia è al secondo posto in Europa dopo l’Île-de-France.

Più chance di lavoro a Milano e in Lombardia, addetti +3%. Sono 3,8 milioni gli addetti nelle imprese lombarde, circa 100 mila in più in un anno, il 3% in più, di cui 79 mila in più a Milano. Gli addetti delle imprese milanesi sono cresciuti del + 4,2%.

Per provincia. Circa 4 mila in più a Milano a quota 297 mila, + 1,3%. In calo a Brescia (-1%, a quota 107 mila), stabili a Bergamo (86 mila) e a Varese (62 mila). Cresce Monza (+0,5%, 64 mila), stabile Como con 43 mila, in calo Pavia con 43 mila (-1%).

Per settore. Cresce la ristorazione (+790 imprese in un anno, +1,5%), i servizi alle imprese (+4,6%, +1.476), i servizi alla persona (+452, +1,2%), l’istruzione (+206, +4,8%), le imprese finanziarie (+621, +2,7%), le professionali (+706, +1,6%), l’intrattenimento (+286, +3,1%).

Stranieri, donne e giovani. Stranieri a quota 12% (97 mila), si concentrano a Milano, dove sono il 15,2% di tutte le imprese (45 mila). Femminili sono il 19% delle imprese, 156 mila, a Milano il 17,6%. Giovanili il 9% (74 mila). Le imprese di stranieri superano quelle di giovani.

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Credito, 24mila imprese in Lombardia, +2,7%. A Brescia sono 3mila

in Banche/Economia/Tendenze by

Sono 24 mila le imprese attive nel settore finanziario e assicurativo in Lombardia nel 2016 e crescono del 2,7% in un anno (+621 imprese tra settembre 2015 e 2016). Pesano un quinto (20,5%) sul totale nazionale (116 mila) e danno lavoro a 111 mila addetti. Si tratta soprattutto di imprese attive nelle attività ausiliarie dei servizi finanziari come broker, promotori finanziari, gestione fondi (18.759) e le attività finanziarie vere e proprie (4.830). Milano è prima a livello regionale e nazionale con 11 mila imprese (42,3% lombardo e 8,7% italiano) e oltre 68 mila addetti, seguita in Lombardia da Brescia (con 3 mila imprese e 10 mila addetti) e Bergamo (2.223 imprese e 11 mila addetti) mentre in Italia è seguita da Roma, seconda con 9.800 imprese ma prima per numero di addetti (circa 87 mila), e Torino (5.287 imprese) e Napoli (4.822). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro delle imprese al terzo trimestre 2016 e 2015.

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Imprese femminili, nel Bresciano il boom è iniziato negli anni Ottanta

in Economia/Tendenze by

È degli ultimi 6 anni il boom delle imprese guidate da una donna, con 62 mila imprese femminili nate in questo periodo in Italia. A cui si aggiungono le 49 mila che hanno circa 10 anni e le 24 mila che ne hanno circa 20. Sono 2807 le imprese femminili ultracinquantenni, nate prima del 1966.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al terzo trimestre 2016. Sono 156 mila le imprese femminili in Lombardia su un totale italiano di 1,2 milioni. 1503 in più di un anno fa ma 17 mila in meno di cinque anni fa. Sono 52 mila a Milano, 22 mila a Brescia, 17 mila a Bergamo, 12 mila a Varese e 11 mila a Monza.

Il dato bresciano è esattamente di 21.848 imprese, 47 in più dello scorso anno, ma ben 1.744 in meno del 2011. Un dato (purtroppo) in linea con la tendenza negativa di tutta Italia.

Delle imprese attive 2.128 sono quelle nate tra il 1980 e il 1989, 3.978 tra il 1990 e il 1999, 6.604 tra il 2000 e il 2009, 8.349 dal 2010. Meno di mille quelle nate prima degli anni Ottanta.

Pmi Day 2016: iscrizioni aperte per scuole e aziende

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Formazione by

Sono aperte le iscrizioni per scuole e aziende all’edizione 2016 del “Pmi Day – Industriamoci”, promosso dal Comitato Piccola Industria di Associazione Industriale Bresciana, in collaborazione con Confindustria nell’ambito della Settima Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese.

Per partecipare all’edizione numero sette del Pmi Day, che quest’anno durerà un’intera settimana dal 7 al 12 novembre, le scuole medie e superiori e le aziende bresciane possono collegarsi al sito web di AIB a questo link (info: 030.2292279 – #PMIDAY2016) e compilare i form dedicati. Il termine per partecipare scade il prossimo 14 ottobre.

“Tra le molte novità di quest’anno, oltre ad allungare la durata dell’evento per favorire la partecipazione di aziende e istituti scolastici, abbiamo attivato un portale online per le iscrizioni e per gestire in modo più efficiente la programmazione delle visite. Le iscrizioni inoltre, per consentire una migliore organizzazione dei trasporti e degli abbinamenti, avverranno per gruppi composti da 25 persone tra studenti e docenti accompagnatori. La partecipazione al progetto potrà poi rientrare nel monte ore dell’Alternanza scuola-lavoro – spiega Giancarlo Turati, presidente del Comitato Piccola Industria di AIB –. Primi  destinatari di questa iniziativa sono i giovani ai quali faremo toccare con mano il mondo dell’industria per integrare lo studio teorico con la realtà produttiva, segnalando anche le opportunità di lavoro. Mostreremo a studenti e docenti cos’è e come funziona una fabbrica, i diversi reparti, il ciclo produttivo, i laboratori di ricerca, i magazzini e così via, cercando di raccontare la nostra storia, i risultati raggiunti e il contributo che ogni giorno le imprese sanno dare al benessere di una comunità. Pmi Day – Industriamoci, conclude Giancarlo Turati – è un progetto nel quale crediamo e che abbiamo fatto crescere: dalle 12 aziende e 280 studenti del 2010, fino allo straordinario successo dell’ultima edizione, che ha coinvolto 83 aziende, 43 scuole e 5.500 studenti, collocando la nostra iniziativa al primo posto tra quelle promosse in tutta Italia dalle Associazioni territoriali”.

Camera di commercio a Breno, da luglio si riceve solo su appuntamento

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Partner by

La Camera di commercio comunica con una nota che dal 1° luglio 2016 lo sportello della sede staccata di Breno è fruibile solo su appuntamento, tramite il servizio “richieste on line” disponibile sul sito www.bs.camcom.it L’accesso richiede la registrazione. I servizi disponibili sono: rilascio di certificati, visure, copie ottiche di atti; rilascio dispositivi digitali (CNS e carte tachigrafiche); bollatura libri sociali; rilascio di certificati di origine, legalizzazione di firme valevoli per l’estero;

informazioni relative ad istanze sospese trasmesse la registro delle imprese di Brescia da utenti telemacopay.

Inoltre, la sede sarà chiusa dal 16 al 29 agosto. I servizi essenziali saranno garantiti dallo sportello polifunzionale nella sede centrale di Brescia dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 15:30 e

il venerdì dalle 9 alle 13.

Brescia, dalle ceneri dell’ex Standa pronta a nascere Vittoria Building

in Economia/Edilizia/Evidenza by

L’ex Standa, chiusa ormai da anni, ha un nuovo proprietario. Si tratta della società Vittoria Builindg, formata da una cordata di imprenditori bresciani e bergamaschi che hanno deciso di investire una cifra significativa sul centro storico della città. L’operazione si aggira intorno ai 20 milioni e riguarda un edificio di 7 piani e circa 9mila metri quadrati (l’ex Standa, appunto, e il palazzo adiacente). La società ha già indetto una gara per definire il restyling del complesso che avrà un uso residenziale e commerciale/terziario “con conduttori di primario standing”. Ovviamente il progetto prescelto verrà condiviso con l’amministrazione comunale.

Contratto metalmeccanici: ancora uno sciopero

in Economia/Meccanica/Opinioni/Sindacati by

di Fabio Astori – Ieri a Brescia è stata la seconda giornata di “mobilitazione” promossa dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici, a supporto del rinnovo contrattuale (si sarebbe potuto dire un tempo), per contrastare il rinnovamento contrattuale (è più appropriato dire oggi).
Questa volta infatti non parliamo solo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei Metalmeccanici ma di Rinnovamento. In questa parola si può trovare il senso profondo della proposta di Federmeccanica, per un cambiamento sostanziale anche nelle relazioni industriali, nella consapevolezza che niente è e sarà più come prima.
La crisi infatti ha lasciato dietro di noi macerie: dal 2007 ad oggi il settore ha perso il 30% della produzione industriale, il 25% delle aziende ha chiuso o ha ridotto l’attività, quasi 300mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Ora ognuno deve fare la propria parte, nessuno escluso.
Ieri però il mondo non si è fermato ad aspettare che le aziende metalmeccaniche italiane ricominciassero a produrre. Il mercato globalizzato ha continuato indifferente nei suoi ritmi più o meno sincopati di offerte, ordini, reclami che costantemente animano la rete. E’ ormai questa la realtà con cui si confrontano le imprese, non solo quelle di New York, Mosca, Pechino o Canberra, ma anche quelle di Lumezzane, Vestone, Breno o Poncarale. Così è anche per la mia azienda, che produce a Montichiari e consegna in tutto il mondo. Eppure anch’io ieri mi sono fermato, perché ancora una volta ho cercato di capire. Mi sono chiesto innanzitutto se fosse stato valutato l’effetto economico e sociale dello sciopero, con i suoi danni alle imprese e ai lavoratori, all’economia e al mercato del lavoro, tanto più nell’attuale contesto di bassa crescita ed incertezza occupazionale. Ho espresso più volte le mie perplessità al riguardo, ma porto rispetto comunque per quei lavoratori che hanno deciso di astenersi dal lavoro pagando la loro scelta con la perdita della retribuzione.
Diverso invece è il discorso per quelli che lo sciopero lo hanno promosso (senza rimetterci nulla!) e affermano di risolvere così i problemi di un’Italia impegnata in una faticosa ripresa. E così avanti con gli slogan, sintetici e a volte geniali, certo così facili da usare che basta un attimo e più nessuno si chiede se sono del tutto veri. In un curioso strabismo che fa apparire semplice una realtà complessa, che spinge all’adesione verso la protesta senza quantificarne il prezzo. Insomma, muro contro muro, e poi si vedrà.
La verità è che non si cambia la realtà della globalizzazione, non si confutano le leggi dell’economia limitandosi a puntare i piedi e a dire no. Tutti quei discorsi suonano incomprensibili se non si contrappone un’altra prospettiva, se non si delinea il tracciato certo di una strada alternativa e sostenibile. E’ proprio lì, quando viene il momento di fare proposte e di agire per concretizzarle, che le contraddizioni emergono e la lucidità di pensiero dei sindacalisti-oratori si smarrisce. E mentre le imprese cercano ogni giorno, tra mille problemi, di trovare la via per mantenersi competitive, il sindacato è impegnato a divulgare i soliti “bollettini”, con dati di adesione agli scioperi che puntualmente non trovano riscontro nella realtà.
Qualche giorno fa, sulla stampa locale, è apparso un interessante intervento di un docente della facoltà di Economia, nel quale si dava conto delle diverse possibilità di azione, e opportunità, legate alla contrattazione aziendale. “Accordi aziendali via per lo sviluppo” il titolo, con uno stimolante interrogativo nel testo: “pay for performance” o “pay for competence”?
Ma se la contrattazione aziendale è la via per lo sviluppo, cosa è e come deve essere la contrattazione nazionale?
La risposta di Federmeccanica è una proposta di “rinnovamento” che prevede un salario di garanzia, formazione generalizzata, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare.
Siamo infatti i primi a voler aumentare le retribuzioni. E’ il nostro obiettivo. Vogliamo farlo però in una maniera “sana” attraverso la condivisione dei risultati raggiunti. Anche questa è partecipazione: responsabilizzazione, condivisione di obiettivi e risultati. La risposta delle organizzazioni sindacali, invece, dopo oltre 20 incontri dall’inizio della trattativa, è sempre la solita richiesta di “pay for nothing”: aumenti salariali fissi e per tutti, ormai insostenibili per molte imprese e penalizzanti per la competitività del Paese.

* Vice Presidente Relazioni Industriali Associazione Industriale Bresciana

Agroalimentare, sono più di 10mila le imprese attive a Brescia

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Tendenze by

Sono 52 mila le imprese nel settore agroalimentare in Lombardia con 120 mila addetti su 1 milione in Italia. In Lombardia, di queste, 46 mila sono nell’agricoltura e 6 mila nell’industria alimentare e delle bevande. Tiene il settore per numero di imprese tra il 2015 e il 2016, -0,6%, ma l’agricoltura cala del -0,7% mentre l’industria alimentare cresce del +0,5% e quella delle bevande del +3,5%. Tra i settori agricoli in crescita il riso (+12%), mele e frutta a nocciolo (+12%), gli alberi da frutto (+18%), le spezie (+49%), i bufalini (+17%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al 2015 e 2016, primo trimestre. Va il commercio elettronico nell’alimentare: una impresa su sette tra quelle che fanno affari online a Milano è nel settore alimentare.

Per provincia: Agricoltura: sono 10 mila imprese a Brescia, 8 mila a Mantova, 7 mila a Pavia, 5 mila a Bergamo, 4 mila a Cremona e Milano. Industria alimentare: sono quasi 2 mila a Milano e quasi mille a Brescia e Bergamo.

Agricoltura per settore, a fine 2015 ci sono in Lombardia 15 mila imprese nei cereali (-1% in un anno), 9 mila nell’attività mista agricoltura – allevamento (-1,5%), 4 mila allevamenti da bovini da latte (-2,3%), 3 mila nell’uva (stabili), 2 mila nella floricoltura (-2%), 2 mila negli ortaggi (stabili), 870 negli ovini (stabili), 700 imprese nei cavalli (-2,4%), 600 nei suini (stabili), 600 nel pollame (-0,7%), 600 nella silvicoltura (+1,4%), oltre 150 tra acquacultura e pesca.

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