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Credito, 24mila imprese in Lombardia, +2,7%. A Brescia sono 3mila

in Banche/Economia/Tendenze by

Sono 24 mila le imprese attive nel settore finanziario e assicurativo in Lombardia nel 2016 e crescono del 2,7% in un anno (+621 imprese tra settembre 2015 e 2016). Pesano un quinto (20,5%) sul totale nazionale (116 mila) e danno lavoro a 111 mila addetti. Si tratta soprattutto di imprese attive nelle attività ausiliarie dei servizi finanziari come broker, promotori finanziari, gestione fondi (18.759) e le attività finanziarie vere e proprie (4.830). Milano è prima a livello regionale e nazionale con 11 mila imprese (42,3% lombardo e 8,7% italiano) e oltre 68 mila addetti, seguita in Lombardia da Brescia (con 3 mila imprese e 10 mila addetti) e Bergamo (2.223 imprese e 11 mila addetti) mentre in Italia è seguita da Roma, seconda con 9.800 imprese ma prima per numero di addetti (circa 87 mila), e Torino (5.287 imprese) e Napoli (4.822). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro delle imprese al terzo trimestre 2016 e 2015.

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Contributo della Camera di Commercio di Brescia alle aziende che assumono lavoratori disoccupati prossimi alla pensione

in Camera di commercio/Economia/Evidenza/Lavoro by

La Camera di Commercio di Brescia si fa promotrice di un’importante iniziativa volta a favorire i lavoratori disoccupati prossimi alla pensione.

L’Ente camerale di via Einaudi ha inteso, infatti, dare un significativo apporto, di rilievo sociale oltreché economico, nel contribuire a risolvere un problema che, causa la persistente crisi che attanaglia il mondo del lavoro, rischia di determinare un impatto fortemente negativo su molte famiglie.

In dettaglio, con uno specifico bando, con una fondo di dotazione pari 255.000 euro, le micro e le PMI bresciane operanti in tutti i settori economici potranno beneficiare di uno specifico contributo per l’assunzione a tempo indeterminato (sia full time che part time, con minimo 24 ore settimanali), di lavoratori disoccupati, prossimi alla pensione cui manchino non più di 5 anni di contribuzione per la maturazione del diritto al trattamento pensionistico secondo la normativa vigente.

I lavoratori che si trovano in questa condizione, rischiano infatti seriamente di trovarsi in una sorta di “terra di nessuno” dove all’estrema difficoltà a trovare una nuova collocazione lavorativa, per motivi per lo più legati all’età anagrafica, si aggiunge quella di non riuscire a maturare i requisiti pensionistici.

L’iniziativa assume ancora maggior significato se si pensa che il fondo di dotazione del bando deriva interamente da risorse reperite dagli stanziamenti destinati ai compensi e ai gettoni spettanti agli Amministratori camerali, sia in qualità di componenti della Giunta che del Consiglio, ai quali gli stessi hanno volontariamente e completamente rinunciato.

“Gli Amministratori della Camera di Commercio – commenta il Presidente Giuseppe Ambrosi – hanno inteso sottolineare il significato del loro impegno e del loro spirito di servizio a favore dell’economia e della comunità bresciana con un’iniziativa che assume anche un importante valore simbolico, di fatto anticipando i contenuti della riforma del sistema camerale, attualmente in iter di approvazione, che per l’appunto prevede, tra l’altro, la gratuità degli incarichi amministrativi”.

Gli investimenti oggetto del contributo camerale, ammontante a 4.500 euro per contratti a tempo pieno e a 2.500 euro per contratti part time, con minimo 24 ore settimanali, devono essere effettuati dall’impresa destinataria nel periodo di vigenza del bando, ovvero dal 1.1.2016 al 1.3.2017. E’ consentita la concessione di contributi per n. 2 assunzioni massimo da parte della medesima impresa bresciana.

Ulteriori informazioni in merito al bando, sono reperibili sul sito istituzionale della Camera di Commercio www.bs.camcom.it alla voce contributi alle imprese a partire dalla fine del mese di settembre.

Voglia di impresa nel Bresciano: nei primi sei mesi 4mila nuove aziende

in Economia/Partner/Tendenze by

Voglia d’impresa in Lombardia: nei primi sei mesi del 2016 sono oltre 33mila le nuove imprese iscritte in regione di cui 13.490 con sede a Milano, quasi 4mila a Brescia, 3.208 a Bergamo, circa 2.500 a Monza e Brianza e Varese. 3.441 operano nei lavori di costruzione specializzati, circa 2.700 nel commercio al dettaglio e 2.600 nell’ingrosso, 1.601 nella ristorazione e oltre mille nelle coltivazioni agricole. I giovani pesano il 28,4% sulle nuove imprese con punte del 36,7% a Sondrio e 31,8% a Como. Il dato bresciano parla di 1190 imprese iscritte gestite da giovani, il 30,1 per cento del totale, con un penso su base nazionale dell’1,8 per cento. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al secondo trimestre 2016.

Brescia seconda in Lombardia: i commercianti di souvenir sono 223

in Commercio/Economia/Turismo by

Il commercio di souvenir in Lombardia comprende circa 2 mila imprese, il 10,4% del totale nazionale, con Milano (873 attività), Brescia (223) e Bergamo (211) a trainare il settore. Un settore a prevalenza femminile: le attività individuali sono 1.068, il 55% del totale, di cui 553 (51,8%) con un titolare donna. Le quote rosa si localizzano soprattutto a Mantova (71,7%), Monza e Brianza (64,2%) e Varese (63,4%), meno a Milano (25%). Quali sono i ricordi più in voga? Non tramonta il campo della vendita di oggetti d’arte che, con 421 imprese, sostiene il settore; bene anche le imprese che offrono bomboniere (138, +1,5%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio su dati del registro delle imprese attive al primo trimestre 2016 e 2015.

*Il merchandising lombardo è straniero*. In Lombardia una impresa individuale su sei è guidata da un titolare straniero con 222 attività addette alla vendita di souvenir locali. Cinesi (51, 4,1%) e bengalesi (42, 3,4%) sono i primi nel settore.

*L’Italia tiene a farsi ricordare*. Roma (1.666 imprese di souvenir), Napoli (1.573) e l’area intorno a Milano (873) è la terna in cui convogliano il 22% delle 18.840 imprese italiane che traggono guadagno dal “ricordino” di un viaggio in qualche località dello Stivale. Quarta è Venezia (680) che con le sue vetrerie e i merletti tipici ottiene la leadership negli oggetti di artigianato (182 imprese). La città pontificia non poteva che dominare nel commercio di arredi sacri ed articoli religiosi (70 le attività dedicate); Napoli invece primeggia nella vendita di bomboniere (145). Milano si distingue per la distribuzione di oggetti d’arte (259).

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Agroalimentare, sono più di 10mila le imprese attive a Brescia

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Tendenze by

Sono 52 mila le imprese nel settore agroalimentare in Lombardia con 120 mila addetti su 1 milione in Italia. In Lombardia, di queste, 46 mila sono nell’agricoltura e 6 mila nell’industria alimentare e delle bevande. Tiene il settore per numero di imprese tra il 2015 e il 2016, -0,6%, ma l’agricoltura cala del -0,7% mentre l’industria alimentare cresce del +0,5% e quella delle bevande del +3,5%. Tra i settori agricoli in crescita il riso (+12%), mele e frutta a nocciolo (+12%), gli alberi da frutto (+18%), le spezie (+49%), i bufalini (+17%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al 2015 e 2016, primo trimestre. Va il commercio elettronico nell’alimentare: una impresa su sette tra quelle che fanno affari online a Milano è nel settore alimentare.

Per provincia: Agricoltura: sono 10 mila imprese a Brescia, 8 mila a Mantova, 7 mila a Pavia, 5 mila a Bergamo, 4 mila a Cremona e Milano. Industria alimentare: sono quasi 2 mila a Milano e quasi mille a Brescia e Bergamo.

Agricoltura per settore, a fine 2015 ci sono in Lombardia 15 mila imprese nei cereali (-1% in un anno), 9 mila nell’attività mista agricoltura – allevamento (-1,5%), 4 mila allevamenti da bovini da latte (-2,3%), 3 mila nell’uva (stabili), 2 mila nella floricoltura (-2%), 2 mila negli ortaggi (stabili), 870 negli ovini (stabili), 700 imprese nei cavalli (-2,4%), 600 nei suini (stabili), 600 nel pollame (-0,7%), 600 nella silvicoltura (+1,4%), oltre 150 tra acquacultura e pesca.

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