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Trasporti, i sindacati proclamano lo sciopero per il 12 settembre

in Cgil/Cisl/Economia/Sindacati/Trasporti/Uil by

Le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Regionale hanno proclamato uno sciopero di 4 ore di tutto il Trasporto Pubblico Locale della Lombardia per il giorno 12 settembre 2016. La mobilitazione – si legge in una nota – “vuole rimuovere i preoccupanti silenzi della Regione Lombardia su questioni di vitale interesse per il settore. Troppe sono infatti le incertezze sulle risorse economiche previste a livello Lombardo tali da determinare, su diversi territori, la messa in discussione della continuità del servizio a partire dal mese di settembre con evidenti riflessi sia sui servizi all’utenza, a partire da studenti e pendolari, sia per i lavoratori delle diverse aziende coinvolte. A questo si aggiunga la confusione sulle norme che regolano il settore a causa dei tanti interventi già effettuati sul piano Nazionale per le Province ed ad una ancor disomogenea applicazione della Legge Regionale 6/2012”.

“Tali difficoltà – continua il comunicato stampa – si registrano alle porte di un periodo che sarà caratterizzato in particolare dalle gare che dovranno definire i nuovi assetti del settore, in assenza tra l’altro di adeguate forme di tutela per il personale coinvolto. FILT-FIT-UILT, nel corso dell’incontro del 15 luglio 2016 con la dirigenza dell’Assessorato Regionale ai Trasporti a seguito di un presidio dei lavoratori, avevano richiesto la convocazione di un tavolo specifico composto dalla Regione stessa, dalle Associazioni datoriali e dall’Anci (Associazione dei comuni) e UPL (Unione delle Province) della Lombardia. Tale tavolo non è però mai stato attivato lasciando quindi inalterate le nostre preoccupazioni e spingendoci a dichiarare un primo sciopero regionale. Il primo atto di una mobilitazione che continuerà se non saranno date risposte chiare”.

MODALITA’ ADESIONE SCIOPERO AZIENDE BRESCIA

Trasporto Urbano Brescia Trasporti: dalle 9.00 alle 11,30 (compreso

Desenzano)

Metro’ Brescia dalle 9.00 alle 11,30

Trasporto Extraurbano SIA: dalle 9.00 alle 11.30

Trasporto Extraurbano SAIA: dalle 9.00 alle 12.00

Giovedì 7 luglio sciopero dei bus Sia

in Economia/Sindacati/Trasporti by

A causa dello Sciopero aziendale di 24 ore, indetto dalla Rsu Sia Autoservizi nella giornata di giovedì 7 luglio, il servizio di trasporto pubblico sulle linee 7 –13 (e alcune corse della linea 10) potrà subire delle anomalie nello svolgimento del normale servizio di Area Urbana Integrata, da inizio servizio alle 6, dalle 9 alle 16.30 e dalle 19.30 fino a fine servizio.

E’ possibile avere informazioni telefonando al numero unico di customer care 0303061200 o scrivendo a customercare@bresciamobilita.it, oppure attraverso i social network www.facebook.com/bresciamobilita  – https://twitter.com/bresciamobilita

La denuncia del Sunia: a Brescia un decimo delle case pubbliche rispetto alla media tedesca

in Economia/Edilizia/Sindacati by

“A Brescia solo il 5% delle case in locazione è pubblico, in Germania è superiore al 50 per cento”. A diffondere il dato è stato oggi il Sunia Cgil che ha annunciato la propria partecipazione alla manifestazione prevista per martedì davanti davanti al Pirellone per rilanciare l’edilizia residenziale pubblica e fermare la legge regionale.

“La situazione a Brescia è esemplificativa delle difficoltà – si legge in una nota – Il patrimonio abitativo pubblico di proprietà e gestito dall’ALER è di circa 11.250 alloggi, il 5% dell’intero patrimonio di alloggi disponibili per la locazione: in Germania, per fare un confronto, è superiore al 50 per cento. Non stupisce quindi che un patrimonio pubblico così esiguo non sia in grado né di rispondere all’emergenza abitativa che ormai dal 2008 investe anche la provicia di Brescia (1.943 sfratti nel 2015, di cui 1.902 per morosità incolpevole) né di svolgere il ruolo di calmiere degli affitti nel mercato privato (il 95% degli alloggi in locazione)”.

Quanto alla legge regionale 273, il Sunia sottolinea invece che “in un contesto già critico, la legge regionale in via di approvazione definitiva vuole ulteriormente ridurre il patrimonio pubblico, espellere parte degli assegnatari ALER-ERP, molti dei quali pensionati, ed aumentare i canoni di locazione per gli assegnatari che avranno la fortuna di rimanere negli alloggi ALER-ERP”. Da qui la necessità di “riaffermare l’opposizione a questa proposta di legge iniqua e chiedere il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica introducendo uno stanziamento stabile da parte della Regione Lombardia corrispondente all’1% del bilancio regionale”.

Contratto metalmeccanici: ancora uno sciopero

in Economia/Meccanica/Opinioni/Sindacati by

di Fabio Astori – Ieri a Brescia è stata la seconda giornata di “mobilitazione” promossa dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici, a supporto del rinnovo contrattuale (si sarebbe potuto dire un tempo), per contrastare il rinnovamento contrattuale (è più appropriato dire oggi).
Questa volta infatti non parliamo solo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei Metalmeccanici ma di Rinnovamento. In questa parola si può trovare il senso profondo della proposta di Federmeccanica, per un cambiamento sostanziale anche nelle relazioni industriali, nella consapevolezza che niente è e sarà più come prima.
La crisi infatti ha lasciato dietro di noi macerie: dal 2007 ad oggi il settore ha perso il 30% della produzione industriale, il 25% delle aziende ha chiuso o ha ridotto l’attività, quasi 300mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Ora ognuno deve fare la propria parte, nessuno escluso.
Ieri però il mondo non si è fermato ad aspettare che le aziende metalmeccaniche italiane ricominciassero a produrre. Il mercato globalizzato ha continuato indifferente nei suoi ritmi più o meno sincopati di offerte, ordini, reclami che costantemente animano la rete. E’ ormai questa la realtà con cui si confrontano le imprese, non solo quelle di New York, Mosca, Pechino o Canberra, ma anche quelle di Lumezzane, Vestone, Breno o Poncarale. Così è anche per la mia azienda, che produce a Montichiari e consegna in tutto il mondo. Eppure anch’io ieri mi sono fermato, perché ancora una volta ho cercato di capire. Mi sono chiesto innanzitutto se fosse stato valutato l’effetto economico e sociale dello sciopero, con i suoi danni alle imprese e ai lavoratori, all’economia e al mercato del lavoro, tanto più nell’attuale contesto di bassa crescita ed incertezza occupazionale. Ho espresso più volte le mie perplessità al riguardo, ma porto rispetto comunque per quei lavoratori che hanno deciso di astenersi dal lavoro pagando la loro scelta con la perdita della retribuzione.
Diverso invece è il discorso per quelli che lo sciopero lo hanno promosso (senza rimetterci nulla!) e affermano di risolvere così i problemi di un’Italia impegnata in una faticosa ripresa. E così avanti con gli slogan, sintetici e a volte geniali, certo così facili da usare che basta un attimo e più nessuno si chiede se sono del tutto veri. In un curioso strabismo che fa apparire semplice una realtà complessa, che spinge all’adesione verso la protesta senza quantificarne il prezzo. Insomma, muro contro muro, e poi si vedrà.
La verità è che non si cambia la realtà della globalizzazione, non si confutano le leggi dell’economia limitandosi a puntare i piedi e a dire no. Tutti quei discorsi suonano incomprensibili se non si contrappone un’altra prospettiva, se non si delinea il tracciato certo di una strada alternativa e sostenibile. E’ proprio lì, quando viene il momento di fare proposte e di agire per concretizzarle, che le contraddizioni emergono e la lucidità di pensiero dei sindacalisti-oratori si smarrisce. E mentre le imprese cercano ogni giorno, tra mille problemi, di trovare la via per mantenersi competitive, il sindacato è impegnato a divulgare i soliti “bollettini”, con dati di adesione agli scioperi che puntualmente non trovano riscontro nella realtà.
Qualche giorno fa, sulla stampa locale, è apparso un interessante intervento di un docente della facoltà di Economia, nel quale si dava conto delle diverse possibilità di azione, e opportunità, legate alla contrattazione aziendale. “Accordi aziendali via per lo sviluppo” il titolo, con uno stimolante interrogativo nel testo: “pay for performance” o “pay for competence”?
Ma se la contrattazione aziendale è la via per lo sviluppo, cosa è e come deve essere la contrattazione nazionale?
La risposta di Federmeccanica è una proposta di “rinnovamento” che prevede un salario di garanzia, formazione generalizzata, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare.
Siamo infatti i primi a voler aumentare le retribuzioni. E’ il nostro obiettivo. Vogliamo farlo però in una maniera “sana” attraverso la condivisione dei risultati raggiunti. Anche questa è partecipazione: responsabilizzazione, condivisione di obiettivi e risultati. La risposta delle organizzazioni sindacali, invece, dopo oltre 20 incontri dall’inizio della trattativa, è sempre la solita richiesta di “pay for nothing”: aumenti salariali fissi e per tutti, ormai insostenibili per molte imprese e penalizzanti per la competitività del Paese.

* Vice Presidente Relazioni Industriali Associazione Industriale Bresciana

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