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Nel 2023 il settore metalmeccanico bresciano ha chiuso in negativo

in Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

L’attività produttiva delle imprese bresciane operanti nell’industria metalmeccanica chiude il 2023 in negativo: la dinamica media annua è nel complesso stagnante per le aziende meccaniche (-0,2%), mentre per quelle metallurgiche la flessione è stata più intensa (-1,8%).

A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate.

L’analisi ha inoltre evidenziato, nel 4° trimestre del 2023, un andamento negativo di intensità più marcata rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente: nel dettaglio, la meccanica ha segnato una flessione del 4,3% rispetto all’analogo periodo del 2022, mentre la metallurgia ha registrato una contrazione relativamente più contenuta (-4,1%).

Anche nel periodo ottobre-dicembre dell’anno scorso, la domanda insufficiente è stata indicata come il principale fattore che limita la produzione: tale elemento di criticità è stato denunciato dal 41% delle aziende meccaniche e dal 45% di quelle metallurgiche. Si tratta di numeri che non si rilevavano dal 2020, da quando il sistema economico locale stava affrontando le inedite criticità derivanti dal Covid-19.

Le difficoltà incontrate nel 2023 dal settore metalmeccanico hanno riguardato anche gli scambi con l’estero: le esportazioni, attestatesi a 15.784 milioni, hanno registrato una contrazione dell’8,2% sul 2022, una dinamica zavorrata, in particolare, dalla caduta del comparto della metallurgia (-20,8%). Tale performance, che segue il +16,9% sperimentato nel 2022, va interpretata alla luce del contesto macroeconomico globale tutt’altro che esaltante, caratterizzato dall’evoluzione dell’indice PMI manifatturiero (nel 2023 sistematicamente attestatosi al di sotto della soglia di neutralità) e dalla flessione degli scambi internazionali, diminuiti dell’1,9% nei confronti del 2022. Va tuttavia sottolineato che la principale motivazione alla base della discesa del valore delle merci vendute all’estero è da ricondurre al movimento di sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime utilizzate nei processi produttivi delle imprese metalmeccaniche: a titolo di esempio, il prezzo dell’alluminio è diminuito del 16,6%, quello del rame del 3,8%, mentre il rottame ferroso ha registrato una contrazione del 12,0%. Le principali aree di destinazione dell’export si caratterizzano per “segni meno” (Unione Europea -10,2%, America settentrionale -11,7%): tali mercati rivestono un ruolo importante per le imprese del territorio, in quanto nel 2023 hanno assorbito ben il 72,5% delle esportazioni bresciane di prodotti metalmeccanici. In tale contesto, la Germania (di gran lunga la meta privilegiata per il made in BS) ha segnato un -13,3%, passando da 3.605 milioni di vendite all’estero a 3.126. Ancora più intensa è la caduta che ha caratterizzato la Francia, che ha sperimentato un -14,4% (da 1.911 milioni a 1.636). Segnali positivi sono invece giunti dall’Asia orientale (da 577 milioni a 603, + 4,4%) e dal Medio Oriente (da 466 milioni a 511, +9,6%).

“L’anno 2023, come si vede dai dati, chiude in rallentamento – commenta Gabriella Pasotti, presidente del settore Meccanica e Meccatronica di Confindustria Brescia –. Il nostro comparto, in particolare, ha segnato un calo di volumi importante, dovuto alle tensioni geopolitiche, a un generale calo della competitività e al rallentamento dell’export, con una conseguente e importante riduzione delle marginalità. Ci addentriamo ora in un 2024 segnato dall’incertezza, con una bassa visibilità dei portafogli e un contesto generalmente molto eterogeneo tra le varie aziende, con significative differenze tra le medio-piccole e le grandi. Quello che preoccupa è soprattutto la difficoltà nel pianificare investimenti senza un sistema di progettualità nazionale, non solo nel medio periodo ma anche nel breve. Ad oggi non sappiamo cosa sarà dei benefici fiscali e di Industry 5.0: serve perciò massima attenzione nella gestione dei magazzini e sul tema della gestione del costo del denaro, oltre a questioni ormai strutturali quali l’occupazione e la formazione, vista la sempre maggiore difficoltà che riscontriamo nel reperire manodopera specializzata.”

“La flessione dei fatturati di fine 2023 delle imprese bresciane della metallurgia è dovuta in parte al lento calo delle materie prime, ma soprattutto al rallentamento della locomotiva tedesca  – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Il motore dell’export europeo sta trovando grandi difficoltà, causate dal rallentamento delle esportazioni verso il Far East, ma soprattutto dalle grandi esportazioni dalla Cina verso l’Europa soprattutto di automobili. Purtroppo, il commercio di componenti ed automobili con il paese del dragone, che prima era un’opportunità, ora si sta rilevando una terribile minaccia. È sempre più urgente che l’Europa prenda coscienza della disparità di costi di produzione tra l’Europa e l’Asia, a causa delle restrizioni ambientali e sociali imposte nel vecchio continente ed eregga delle barriere a difesa dell’industria europea. Diversamente ci troveremo in una situazione di desertificazione industriale nel nostro continente, e dall’altra parte paesi come Cina o India che producono e inquinano indiscriminatamente.”

La debole dinamica produttiva riscontrata nel 2023 ha contribuito all’incremento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) da parte delle imprese metalmeccaniche bresciane: le ore autorizzate fra gennaio e dicembre del 2023 sono infatti cresciute del 47% rispetto al 2022, passando da 9,4 milioni a 13,9 milioni. In particolare, la componente ordinaria è aumentata del 73% (da 5,9 a 10,3 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha evidenziato un aumento molto più contenuto (+2%, da 3,5 a 3,6 milioni di ore). Il confronto con il 2019 mostra una crescita del 159% (sintesi di un +278% della CIGO e di un +35% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nell’ultimo anno le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte nella CIG siano circa 2.100, contro le 1.300 del 2022 e le 1.200 del 2019.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con circa 104 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (15 mila addetti) e i prodotti in metallo (42 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (30 mila addetti) e in ottava posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 8 mila addetti).

Rovato, via a Lombardia Carne 2024

in Economia/Eventi/Fiere by

Prenderà il via sabato 16 marzo 2024, nell’area mercatale del Foro Boario, l’edizione numero 133 di Lombardia Carne, il massimo evento fieristico della Città di Rovato. Un ricco programma con esposizioni, concorsi, degustazioni, convegni e intrattenimento. Ospiti dell’edizione di qust’anno, quattro grandi nomi.

Sabato pomeriggio il programma prevede anche gli incontri con Marco Buhi Dacchini, il Re del Barbecue (ore 16) e con  il Campione Mondiale di Braccio di Ferro, Roccia Manuel Battaglia (ore 17). Inoltre in serata si terrà il Galà del manzo all’olio (costo: 30 euro, prenotazioni al numero 030.7713223).

Domenica (porte aperte dalle 7.30, taglio del nastro alle 9.30) altri due personaggi di spicco. Alle ore 12 sarà presente il giornalista, gastronomo e conduttore TV, Edoardo Raspelli, mentre alle ore 17 sarà la volta del cuoco e conduttore TV, Andrea Mainardi.

SU BSNEWS TUTTE LE INFO SU LOMBARDIA CARNE 2024 A ROVATO

Brescia, nel 2023 aumentato il numero degli occupati (549mila)

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Lavoro by

Nel 2023 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato segnali generalmente positivi, frutto di una crescita degli occupati (dopo la stagnazione rilevata nel 2022) e di una nuova flessione dei disoccupati, il cui numero si attesta su minimi pluriennali.  Nel dettaglio, gli occupati sono pari a 549mila unità (+7mila sul 2002, ma ancora inferiori di circa 4mila unità nei confronti dei livelli pre-Covid (553mila). Sempre nel 2023, secondo una prima e ancora provvisoria valutazione, le unità di lavoro annue (ULA), indicatore che sintetizza l’effettivo input di lavoro nel sistema economico, si attesterebbero a 538mila, evidenziando un incremento rispetto al 2022 (+5mila).

A evidenziarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

La dinamica rilevata nel 2023 ha visto una sostanziale tenuta degli occupati maschi (passati da 326mila a 325mila), a fronte di un incremento delle femmine (da 217mila a 224mila). Tali variazioni hanno determinato marginali variazioni nel tasso di occupazione (15-64 anni), nel 2023 attestatosi al 66,7%, rispetto al 65,9% del 2022. Il tasso di occupazione rilevato in provincia di Brescia è minore di quello riscontrato in Lombardia (69,3%), ma ampiamente superiore alla media nazionale (61,5%).

Come già anticipato, nel 2023 il numero dei disoccupati scende a 19mila (dai 23mila del 2022): si tratta del numero più basso di persone in cerca di occupazione da quando è disponibile la nuova serie storica (anno 2018). Il tasso di disoccupazione (15-74 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2023 è sceso al 3,4% (dal 4,1% nel 2022), livello ai minimi storici e di fatto su livelli definiti “frizionali”, ovvero fisiologici. Il confronto con Lombardia (4,0%) e Italia (7,7%) vede il nostro territorio in posizione privilegiata, confermando una storica tendenza su questo ambito. In tale contesto va rilevato che Brescia si colloca all’undicesimo posto nella classifica provinciale per tasso di disoccupazione, in un ranking che vede ai primi tre posti, rispettivamente Bolzano, Cremona e Monza-Brianza.

La crescita dell’occupazione sperimentata nel 2023 deriva non solo dalla contrazione del numero dei disoccupati, ma anche dalla contestuale diminuzione degli inattivi, passati da 251mila a 248mila, che tuttavia rimangono ancora ben al di sopra dei livelli rilevati nel 2019 (235mila). La riduzione degli inattivi si è inevitabilmente tradotta in un incremento degli attivi (occupati più persone in cerca di occupazione), attestatisi a 568mila.

Il tasso di attività maschile è pari al 78,6% (in lieve calo dal 78,8% del 2022), mentre quello femminile è salito al 59,2% (dal 58,3%), pur attestandosi nuovamente lontano da livelli sperimentati nei lander tedeschi del Baden-Württemberg (78,2% nel 2022) e del Bayern (76,4%), da sempre naturali benchmark per il sistema economico bresciano.

“I dati di consuntivo del 2023 sull’occupazione bresciana sono certamente positivi – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare – : nonostante un anno non brillante, il Made in Brescia si è mostrato comunque solido, sfruttando anche l’onda lunga positiva del 2022. Continuiamo però a lavorare per diffondere un nuovo paradigma del lavoro, in cui le aziende siano sempre più attente al benessere dei propri collaboratori e all’equilibrio tra vita e lavoro. Purtroppo, sotto questo punto di vista, il tasso di attività femminile, seppur in rialzo, resta lontano dai nostri riferimenti in ambito europeo. Tutto ciò certificherebbe, a livello locale, una potenziale risorsa occupazionale solo in parte sfruttata; un fenomeno poi aggravato dal contemporaneo basso tasso di fertilità delle donne bresciane, e italiane, rispetto a quelle residenti in Germania, dove invece la maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro non è associata a un basso numero di figli per donna in età feconda. In generale, il lavoro femminile, con un ripensamento organizzativo delle imprese, una gestione dell’immigrazione che valorizzi le competenze e il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale sono le tre sfide su cui si gioca il futuro del nostro sistema produttivo.”

Per quanto riguarda i dati di fonte amministrativa (INPS) relativi alle dinamiche registrate tra gennaio e settembre del 2023, la variazione netta dei rapporti di lavoro in essere (Assunzioni +/- Trasformazioni – Cessazioni) mostra un saldo ampiamente positivo (+19.404 unità), in lieve accelerazione rispetto allo stesso periodo del 2022 (+18.448). Tale evoluzione è soprattutto il frutto dei contributi positivi apportati dal tempo indeterminato (+349), dal lavoro a termine (+1.098) e dal contratto stagionale (+426), a fronte di un ridimensionamento della somministrazione (-893). Con riferimento al solo tempo indeterminato, va segnalato che il saldo netto assunzioni-cessazioni, nel periodo gennaio-settembre 2023, presenta un valore negativo (-7.505 posizioni), anche se in riduzione sul biennio precedente; la crescita dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato sarebbe quindi totalmente ascrivibile alle trasformazioni di precedenti contratti a termine (17.857 nei primi nove mesi del 2023). 

Sul versante dei profili maggiormente richiesti nel bresciano, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate sulla piattaforma Lightcast Europe che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio, nel 2023 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le professioni non qualificate (22,2% dei quasi 90 mila annunci analizzati), le professioni tecniche (15,7%), gli artigiani e operai specializzati (13,5%), e le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (12,7%). Fra i profili più ricercati, la top 5 vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (9,7% della domanda complessiva), seguiti dal personale non qualificato delle attività industriali (6,1%), dagli assistenti alle vendite (5,4%), dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,0%) e dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (3,3%). Ben tre di queste figure appartengono alle professioni non qualificate, una alle professioni nelle attività commerciali e una nei servizi e una agli artigiani e operai specializzati.

Va infine segnalata la crescita del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, che tuttora rimane su livelli ampiamente superiori a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore autorizzate nell’ultimo anno sono aumentate del 31% rispetto al 2022, passando da 13,9 a 18,3 milioni. In particolare, la componente ordinaria è cresciuta del 58% (da 8,5 a 13,4 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha subito una flessione dell’8% (da 5,3 a 4,9 milioni di ore). Tuttavia, il confronto con il 2019 mostra una crescita del 162% (sintesi di un +293% della CIGO e di un +36% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nel 2023 le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 2.800, contro le 1.900 del 2022 e le 1.500 del 2019.

Pasta Valdigrano riparte dallo storico stabilimento di Rovato

in Alimentare/Economia by

Valdigrano di Flavio Pagani Srl, società italiana specializzata nella produzione di pasta secca, ha ricevuto finanziamenti sotto forma di direct lending per 8,5M di euro complessivi grazie ad Azimut Direct, fintech company del Gruppo Azimut.

L’operazione ha due finalità: obiettivo principale, l’acquisto del ramo d’azienda della società target Pasta Zara 3 Srl, comprensivo di immobili, impianti e macchinari, al fine di incrementare la produzione e soddisfare la sempre crescente domanda da parte della clientela di Valdigrano. La restante parte del finanziamento servirà proprio alla ripartenza dell’attività nel nuovo stabilimento. Di fatto, la società torna così in possesso dello storico polo di Rovato, già originariamente di proprietà della famiglia Pagani, founder di Valdigrano.

Fondata nel 1997 da Flavio Pagani, Valdigrano vanta una clientela internazionale nel settore della grande distribuzione e Ho.Re.Ca; nello stabilimento di oltre 22.000 metri quadrati, situato in provincia di Brescia, produce pasta sia a marchio proprio sia per conto terzi.

“Dopo un intervallo di 33 anni – afferma Flavio Pagani, Titolare di Valdigrano di Flavio Pagani Srl – abbiamo compiuto un passo importante nel nostro percorso aziendale riacquistando lo storico Pastificio Pagani, il luogo dove la nostra storia ha avuto inizio. Questo evento non è solo un ritorno alle nostre origini, ma anche un simbolo del nostro impegno continuo nell’onorare la nostra ricca tradizione e nell’arricchire quest’eredità con strategie innovative per il futuro. Guardiamo avanti con fiducia e determinazione, pronti ad affrontare nuove sfide e a cogliere nuove opportunità.”

A2A, l’utile netto vola a 654 milioni (+64%)

in A2A/Economia/Partecipate e controllate/Partner by

Il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A., sotto la Presidenza di Roberto Tasca, ha esaminato e approvato i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2023. E a festeggiare è soprattutto il Comune di Brescia, che godrà di dividendi per circa 75 milioni di euro, contro i 70,8 dell’anno precedente.

“Grazie al contributo di tutte le Business Unit e Aziende del Gruppo, abbiamo concluso il 2023 con i risultati migliori di sempre e un utile netto in aumento del 64% rispetto al 2022” – commenta Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – “Nel corso dell’anno abbiamo accelerato sugli investimenti per il miglioramento e il potenziamento delle reti elettriche di distribuzione, la crescita della produzione rinnovabile -in particolare da eolico e fotovoltaico-, la flessibilità degli impianti di generazione e il recupero di materia ed energia. Abbiamo proposto un dividendo di 0,0958 euro per azione, pari a 300 milioni di euro, con una crescita del 6%. Sono traguardi importanti che è stato possibile raggiungere grazie al lavoro e alla dedizione di tutte le nostre persone. Siamo pronti a proseguire con lo stesso impegno per contribuire a dotare il Paese di infrastrutture strategiche per la transizione ecologica”.

Nel 2023 A2A ha conseguito eccellenti risultati economico-finanziari grazie alle ottime performance delle Business Units Generazione & Trading e Mercato e al contributo positivo delle altre Business Unit.

Nel 2023 i Ricavi del Gruppo sono risultati pari a 14.758 milioni di euro, in contrazione del 36% rispetto all’anno precedente (23.156 milioni di euro). La variazione è sostanzialmente riconducibile per oltre l’80% al calo dei prezzi energetici e per la restante parte ai minori volumi venduti ed intermediati sui mercati all’ingrosso parzialmente compensati dalle maggiori quantità vendute nel settore retail.

I costi operativi si sono attestati a 11.972 milioni di euro, in riduzione del 43% rispetto all’anno precedente: in linea con l’andamento dei ricavi, la contrazione è legata al trend in calo dei prezzi che ha caratterizzato il mercato delle commodities del 2023 rispetto ad un trend fortemente rialzista dell’anno precedente.

Il costo del personale è aumentato di 50 milioni di euro (+7%), attestandosi a 815 milioni: la variazione è legata per circa il 50% al maggior numero di FTE (Full-Time Equivalent) del 2023 rispetto al 2022 (+402 FTE, +3%) a seguito dell’ acquisizione di nuove società, dell’assegnazione di gare nel comparto dell’igiene urbana e di assunzioni per l’avvio di nuovi impianti e il potenziamento di alcune strutture e aree di attività, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Gruppo. La parte restante dell’incremento è ascrivibile principalmente agli aumenti retributivi per rinnovi contrattuali (CCNL Igiene Urbana, Elettrico, Gas Acqua) e di merito.

Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 1.971 milioni di euro, in crescita del 32%, +473 milioni rispetto all’esercizio precedente (1.498 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+41 milioni nel 2023, +10 milioni di euro nel 2022), il Margine Operativo Lordo Ordinario è risultato pari a 1.930 milioni di euro in aumento del 30% rispetto al 2022 (1.488 milioni di euro) grazie alle ottime performance della Business Unit Generazione & Trading e della Business Unit Mercato.

Il Risultato Operativo Netto si attesta a 1.017 milioni di euro, +49% rispetto al 2022. Tale variazione è riconducibile all’aumento del Margine Operativo Lordo e a: incremento degli ammortamenti, 79 milioni di euro, relativi principalmente agli investimenti effettuati dal Gruppo nel 2023; maggiori accantonamenti netti per 59 milioni di euro. La variazione è riconducibile ai maggiori accantonamenti netti a fondo rischi prevalentemente per i minori rilasci del 2023 (nel 2022 erano stati effettuati rilasci per 41 milioni di euro a seguito dell’aumento dei tassi di attualizzazione), in parte compensati da minori accantonamenti a fondo svalutazione crediti.

Gli oneri finanziari netti risultano pari a 139 milioni di euro, in aumento di 49 milioni rispetto al 2022. La variazione è dovuta principalmente ai nuovi prestiti obbligazionari emessi nel 2022 e 2023, anche con l’obiettivo di pre-funding per anticipare la crescita della curva dei tassi di interesse. Le Imposte si attestano a 221 milioni di euro, in crescita di 47 milioni rispetto all’anno precedente per l’aumento della base imponibile. Nel 2023, inoltre, si registra una contrazione dell’utile di pertinenza di terzi (24 milioni di euro rispetto ai 47 milioni di euro dell’anno precedente).

Per le dinamiche sopra esposte, l’Utile Netto Ordinario di pertinenza del Gruppo risulta pari a 635 milioni di euro, in crescita del 67% rispetto all’esercizio precedente (380 milioni di euro al 31 dicembre 2022). L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo risulta pari a 659 milioni di euro in aumento di 258 milioni rispetto all’anno precedente (401 milioni di euro). Le poste straordinarie hanno interessato: l’anno in esame per 24 milioni di euro, relativi prevalentemente all’effetto dell’affrancamento dei maggiori valori fiscali di parte dell’avviamento delle società operanti nel settore delle energie rinnovabili; l’anno precedente per complessivi 21 milioni di euro per l’effetto di plusvalenze, al netto della tassazione, sulla cessione di alcuni asset (vendita immobili e ATEM gas ritenuti non strategici) pari a 143 milioni di euro, parzialmente compensate dagli oneri per contributi straordinari sui risultati economici delle società energetiche previsti dai provvedimenti legislativi (DL Taglia Prezzi ex DL 21/2022 e Contributo di solidarietà ex L.197/2022) pari a 122 milioni di euro.

Gli Investimenti effettuati nel 2023 sono stati pari a 1.376 milioni di euro (+11%, rispetto all’anno precedente) e hanno riguardato per oltre il 60% interventi di sviluppo finalizzati al miglioramento della qualità e al potenziamento delle reti di distribuzione elettricità a supporto di una progressiva elettrificazione dei consumi, alla crescita degli impianti eolici e fotovoltaici, allo sviluppo degli impianti di generazione (nuovo impianto a ciclo combinato – CCGT – di Monfalcone, realizzazione del peaker di Cassano e upgrade della centrale a ciclo combinato di Piacenza), contribuendo all’adeguatezza e alla sicurezza della rete elettrica nazionale, al recupero di energia e materia, al potenziamento delle reti idriche e fognarie, allo sviluppo degli impianti di depurazione e alla digitalizzazione del Gruppo.

Le operazioni di M&A sono state pari a 38 milioni di euro, principalmente relative all’acquisizione di veicoli societari finalizzati allo sviluppo di nuovi parchi fotovoltaici in Friuli Venezia Giulia (VGE05 – Santo Stefano) e in Veneto (Juwi Development 12 S.r.l. e Juwi Development 13 S.r.l.) per complessivi 80MW. Per un corrispettivo di pari importo è stato ceduto ad Acque Bresciane s.r.l. il ramo d’azienda di ASVT S.p.A relativo al Servizio Idrico Integrato. La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2023 risulta pari a 4.683 milioni di euro (4.258 milioni di euro al 31 dicembre 2022), dopo investimenti per 1.376 milioni di euro e pagamento di dividendi per 283 milioni di euro.

L’assorbimento di cassa registrato di 425 milioni di euro al netto delle variazioni di perimetro, è riconducibile all’espansione della base clienti di A2A Energia (in particolare nei segmenti Salvaguardia e Tutele Graduali – Microimprese), a una riduzione dei contratti bilaterali OTC per gli acquisti di commodities e al pagamento di imposte one off legate alla tassazione extra profitti 2022.

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Viaggio a Samarcanda: cosa vedere e quando andare

in Economia/Turismo by

Samarcanda è una delle città più famose dell’Uzbekistan, che attira visitatori da tutto il mondo. È una città ricca di storia, che si contraddistingue per alcuni monumenti spettacolari e per un’atmosfera piuttosto vivace. Un viaggio a Samarcanda può costituire davvero un’esperienza indimenticabile. Vediamo quali sono le meraviglie di Samarcanda, per sapere che cosa vedere e qual è il periodo migliore per visitare questa località.

L’organizzazione di un viaggio a Samarcanda

Organizzare un viaggio a Samarcanda, l’affascinante città dell’Uzbekistan ricca di storia e cultura, può presentare alcune sfide particolari. A causa della sua posizione geografica remota e della relativa scarsità di collegamenti diretti con altre destinazioni, pianificare un viaggio a Samarcanda al di fuori del circuito dei viaggi di gruppo proposti dai tour operator – e in tal senso segnaliamo che un itinerario di riferimento è consultabile tra questi viaggi organizzati con volo sul sito stograntour.com – richiede una certa attenzione e preparazione, specialmente in relazione ai voli disponibili e alle eventuali combinazioni di mezzi di trasporto necessarie a raggiungere la città.

Naturalmente è possibile sempre organizzarsi in maniera adeguata per raggiungere la città e per non lasciarsi scappare l’occasione di vivere un’esperienza indimenticabile che una città di questo genere può lasciare nella mente e nel cuore di chi la visita.

Cosa vedere a Samarcanda

C’è davvero molto da vedere a Samarcanda. Fra gli elementi più significativi si può ricordare, ad esempio, il Registan, che è una piazza con tre scuole islamiche che presentano meravigliose facciate decorate. Si tratta di strutture che risalgono al XV e al XVII secolo, che costituiscono un vero e proprio esempio dell’architettura islamica.

Un altro luogo da non perdere è rappresentato dal mausoleo di Tamerlano, una struttura con una cupola azzurra in grado di dominare il paesaggio. È il luogo di riposo finale per Tamerlano e per alcuni membri della sua famiglia. È da vedere soprattutto l’interno del mausoleo, che presenta decorazioni molto ricche e marmi lavorati stupendi.

Molto affascinante anche il complesso di mausolei che si chiama Sha-i-Zinda e che è diventato nel tempo un luogo di pellegrinaggio. In questi mausolei ci sono delle piastrelle maioliche dell’Asia centrale. Il nome tipico significa “re vivente” e fa riferimento ad una leggenda associata a questo luogo.

La moschea di Bibi-Khanym è una delle più grandi del mondo islamico. È stata costruita per volere di Tamerlano dopo aver effettuato una campagna in India. È molto importante, anche per immergersi totalmente nell’atmosfera tipica di Samarcanda, fare una visita al Siab Bazaar. È un mercato vivace, in cui si possono assaggiare alcune specialità tipiche. Si possono acquistare spezie, frutta secca, tessuti e pezzi di artigianato locale.

La cucina locale

La cucina uzbeka è davvero un altro punto fondamentale per un viaggio a Samarcanda. Non si dovrebbe perdere l’opportunità di assaggiare il plov, un piatto tipico che consiste in un risotto preparato con carne, riso e carote, cucinato in un grande tegame. Altri piatti tipici sono il kebab, la samsa, che sono delle sfogliatelle ripiene di carne, e il pane.

Quando andare a Samarcanda

Per decidere il periodo migliore per andare a visitare Samarcanda, bisogna tenere in considerazione le caratteristiche del clima di questa città. Si tratta di un clima continentale, con estati calde e inverni freddi. Proprio per questo motivo la primavera, soprattutto i mesi di aprile e maggio, e l’autunno, in particolare settembre e ottobre, possono essere visti come i periodi migliori per andare a Samarcanda.

Infatti, è in questi periodi dell’anno che si può godere di un clima mite e di giornate soleggiate. In questi periodi si può camminare a piedi per la città e scoprire i suoi angoli più nascosti e meravigliosi, senza subire il disagio delle temperature afose estive o il freddo invernale.

Università, giovedì 14 l’inaugurazione dell’anno accademico della Cattolica

in Economia/Formazione by

La sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugura l’anno accademico con la cerimonia che si svolgerà giovedì 14 marzo 2024, in via Trieste 17, alla presenza del presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) Antonio Patuelli.

Il Dies Academicus prenderà il via alle 9.30, con la celebrazione della Santa Messa nella cappella della sede, presieduta dal Vescovo Mons. Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo.

Seguiranno, alle ore 11, il discorso inaugurale del Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, e gli interventi del prof. Mario Taccolini, Coordinatore delle strategie di sviluppo del polo bresciano, e
del presidente dell’Ente bresciano per l’Istruzione superiore (Ebis) Alessandro Azzi.

La cerimonia del Dies si concluderà con la lectio del dott. Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, che avrà per tema Etica, economia e prospettive bancarie in Italia.

La cerimonia potrà essere seguita via streaming dal sito www.unicatt.it.

Bedizzole, a nuovo la sede di Cs Metal Europe

in Acciaio/Economia by

Sempre più solida la realtà della CS Metal Europe, che, forte della specializzazione assoluta nell’industria dell’HPDC – High Pressure Die Casting, con gli acciai esclusivi giapponesi PROTERIAL (già Hitachi Metals) vuole rappresentare un modello di approccio innovativo al mercato, improntato sulla cura della qualità assoluta, dal prodotto, al rapporto con il cliente step by step, al servizio (dall’offerta, alla consulenza alla consegna delle merce), all’etica deontologica.

Una missione che ha ispirato l’importante impegno per la ristrutturazione della sede in via Benaco 85, a Bedizzole (Brescia), dove sono riuniti locali amministrativi e magazzino, il più ampio in Italia in questo ambito di mercato.

Le scelte stilistiche hanno puntato su ampie metrature, trasparenze, arredi di design, archeologia industriale e inaspettate contaminazioni, dal collezionismo d’arte all’antichità, per comunicare i valori del marchio: accoglienza, cura delle relazioni umane e dell’ambiente, attenzione all’esperienza di lavoro di tutti i pubblici coinvolti – clienti, dipendenti, fornitori, partners. L’ estetica è minimalista, con soluzioni high tech e smart, per una umanità impegnata con eleganza a rendere leggera la propria orma sulla Terra.

CS Metal Europe è nata del 2018 come un investimento in una materia prima di valore dell’imprenditore Cristoforo Spina, titolare di imprese operanti in ambiti affini; il 14 luglio 2021, con la guida del Sales Manager Corrado Patriarchi, membro del Comitato Tecnico della Pressocolata in AIM e primo ad introdurre in Italia Hitachi Metals, CS Metal Europe diventa distributore unico per l’Italia dell’acciaio del colosso giapponese per le applicazioni a caldo, in particolare per il die casting HPDC e LPDC.

In breve, il business decolla e si rende necessario adeguare gli uffici alla nuova dimensione dell’azienda. I vecchi ambienti dedicati a commerciali e impiegati, situati in prossimità del magazzino, non rispecchiavano neppure l’upgrading continuo del prodotto giapponese, che dal 4 gennaio 2023 si chiama PROTERIAL, a sottolineare proprio le sue massime prestazioni (PRO X MATERIAL).

Cristoforo Spina, attuale CEO della società, ha quindi acquistato lo stabile a fianco della prima sede per farne il quartier generale del suo business complessivo e ha affidato il progetto al figlio Kevin Spina, interior designer, 24 anni, che già lo affianca in altri prestigiosi progetti nell’edilizia.


A settembre 2021, sono iniziate le demolizioni, avendo cura di salvare alcune strutture che, adesso, nell’ingresso, rappresentano raffinati segnali di archeologia industriale: i lunghi tubi a vista sul soffitto per il passaggio dell’aria pulita, costantemente filtrata.


Varcato l’ingresso della CS Metal Europe, si apre una hall di 450 mq con soffitti alti 7,5 mt, che donano una sensazione di maestosità e di estensione. Su questo piano, a doppia altezza, per un effetto scenografico, si trovano gli uffici dei commerciali e 2 sale meeting. In una parte retrostante, sono dislocati servizi, mensa, ripostigli. Ampi ovunque i disimpegni.

Nell’atrio, campeggiano 4 video wall da 75 pollici, autonomi, per fare picture in picture: trasmettono la storia dell’azienda e dei suoi prodotti e altri contenuti istituzionali. Un dispositivo a breve sarà destinato alle informazioni in tempo reale sui temi della business community dell’acciaio speciale, tramite abbonamento a un’agenzia.

I colori degli ambienti sono quelli del logo e del mood aziendale. Il banco della reception, lungo 8 mt, situato frontalmente all’ingresso, è costituito da una struttura di legno laminato e rivestita di Corian® bianco e grigio scuro. L’elemento si contende l’ammirazione del visitatore con l’adiacente imponente scala dai gradini di marmo, che porta agli uffici dei dipendenti, da una parte, e dall’altra alla sala presidenziale di Cristoforo Spina, affacciata sul giardino di ulivi: un open space di 150 mq comprensivo di spazio meeting e salotto privati, con divano Albani in ecopelle. L’area uffici si estende globalmente su 400 mq.

I dipendenti hanno a disposizione un locale con 6 postazioni e 6 locali singoli. Tutte le aree di lavoro sono divise da vetrate che ne favoriscono la luminosità e conferiscono una sensazione di apertura al mondo esterno, non solo fisica, ma anche culturale, verso il futuro e l’innovazione. Le scrivanie sono state realizzate su misura delle reali esigenze operative e superano i 2 metri di lunghezza.

Selezionato minimalismo e mobili di firma contraddistinguono gli arredi ovunque: il divano e i pouf della hall nei caldi colori della terra (anche l’acciaio si trova in natura) sono di Castel.

Iconiche le poltrone Barcellona, progettate da Ludwig Mies van der Rohe nel 1955.

Particolare attenzione è stata data all’illuminazione, calda nell’entrata, grazie agli anelli verticali di Artemide e ai cerchi di Flos in sospensione, forte richiamo all’economia circolare. Luci fredde nelle zone degli uffici, per non stancare gli occhi. Al piano superiore, luci matita di Linea Light e Artemide a parete; Flos per la lampada da terra.

Adiacente allo ‘stabile uffici’, il magazzino copre oggi 6.400 mq: qui è sempre disponibile materiale ready to stock proveniente direttamente dal produttore giapponese PROTERIAL. Si tratta di uno dei più importanti e grandi magazzini di acciaio per lavorazioni a caldo sul territorio nazionale, con equipaggiamenti di alto livello sia per le attività di taglio che per la movimentazione dei blocchi, fino ad un massimo di 20 ton.; è dotato di 8 carriponte e 35 macchine di taglio con capacità di lavorazione per le sezioni tonde fino al diametro di 1000 mm e per le sezioni piatte 2300x6000x1000 mm di spessore. Il sito è suddiviso in due campate, ognuna con 5 postazioni dotate di 4/5 macchine con capacità di taglio diversificato, per una maggiore autonomia di lavoro, e guidate da una postazione digitale su cui si caricano righe d’ordine direttamente dall’ufficio programmazione tagli, in collaborazione con l’ufficio commerciale. Inoltre, ogni postazione usufruisce di una scorta di materiali codificati per area di locazione e qualità prodotto.

CS Metal Europe esprime l’impegno etico fin dal prodotto. E’ infatti distributore esclusivo degli acciai speciali e innovativi della giapponese PROTERIAL quali, DAC MAGIC , DAC I, DAC X, YXR33, SLD MAGIC, HAP72, tutte qualità ‘original grade’ brevettate e classificate con il marchio ISOTROPY (speciale metodo produttivo metallurgico avanzato brevettato da PROTERAIL che garantisce proprietà meccaniche e fisiche omogenee su tutta la sezione del materiale eliminando anche il fenomeno della bandosità di struttura pronunciata). Sono qualità sviluppate appositamente per rispondere alle logiche applicative del mercato di oggi e di domani senza alcun limite. Questi materiali sono il risultato di studi metallurgici avanzati e di nuova concezione che consentono all’utilizzatore di aumentare le performance in esercizio e ridurre i costi operativi delle attrezzature e di mantenimento delle stesse. Obiettivo: produrre e distribuire un valore e non un costo. In particolare, l’acciaio DAC I, è un acciaio che rispetta anche le logiche del carbon foot print e i criteri avanzati di eco sostenibilità, il primo ottenuto nell’ambito di un progetto di riduzione delle emissioni di CO 2 e approvato come Super Eco-Product e che fa risparmiare fino al 10% in energia la filiera produttiva. Coerentemente, CS Metal Europe usufruisce di un impianto fotovoltaico sul tetto, dell’estensione di 50 mq per 150 kw ora, che alimenta anche i macchinari. E nel giardino di 200 mq l’erba è sintetica, per il risparmio idrico. Benessere dell’ecosistema vuol dire pure benessere psicofisico delle ‘human resource’: in CS Metal Europe la giornata di lavoro è accompagnata da un sottofondo di lounge music, selezionato appositamente per favorire relax e concentrazione. “CS Metal Europe tratta l’acciaio e noi gli abbiamo messo un cappotto elegante – spiega il manager Corrado Patriarchi -. Le parole metallurgia, stampi, meccanica fanno venire in mente un lavoro “sporco”. Non è più così, non lo è nella nostra azienda, dove ci prendiamo cura dell’acciaio con la consapevolezza del suo valore per tutto il ciclo produttivo, vivendo ogni step con l’emozione dell’oggetto finito. Vogliamo portare una nuova cultura nel nostro settore dove a livello di tool maker urge una maggior senso di responsabilità verso la filiera e l’impatto ambientale della propria attività”. “Mio padre mi ha dato fiducia e disponibilità nella realizzazione di questo progetto – conclude l’interior designer Kevin Spina – e credo che il risultato ne sia valsa la pena tanto che è stato oggetto della mia tesi di laurea alla NABA di Milano”.

FONTE: COMUNICATO STAMPA

Lavoro in somministrazione, a Brescia il 2023 si chiude con una flessione del 10% sul 2022

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Con riferimento all’intero 2023, la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una flessione del 10% circa sul 2022, quando invece aveva segnato un +11% sul 2021.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Come già rilevato nelle passate edizioni dell’Osservatorio, la discesa delle richieste che ha caratterizzato buona parte del 2023 va interpretata non solo alla luce della frenata dell’industria locale che, nell’intero anno, ha registrato una (modesta) riduzione dei livelli produttivi, ma anche e soprattutto del processo di ricomposizione interno al contratto di somministrazione, che si traduce in una minore incidenza della componente a tempo determinato, a favore invece di quella a tempo indeterminato (il cosiddetto “staff leasing”).

Nel solo 4° trimestre del 2023, la domanda di lavoratori in somministrazione ha evidenziato una nuova flessione (-16% tendenziale), che segue quelle sperimentate nei due periodi immediatamente precedenti (rispettivamente -5% e -28%). La discesa riscontrata nell’ultimo periodo dell’anno è stata generalizzata fra tutti i macro profili professionali considerati nell’Osservatorio. Le flessioni più intense hanno riguardato i tecnici (-32%) e gli addetti al commercio (-22%), mentre contrazioni relativamente più modeste hanno riguardato il personale non qualificato (-16%), gli impiegati esecutivi (-15%), gli operai specializzati (-14%) e conduttori d’impianti (-12%).

Nel periodo ottobre-dicembre 2023, la domanda ha riguardato, in particolare, i conduttori d’impianti (43,3%), seguiti dal personale non qualificato (16,5%), dagli operai specializzati (13,9%) e dagli addetti al commercio (12,5%). Nello stesso trimestre, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (23,7% della domanda complessiva), seguiti dai non qualificati in imprese industriali (5,4%), dagli addetti consegna merci (5,2%), dagli addetti macchine per lavorazioni metalliche (4,9%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,7%).

Per quanto riguarda i profili caratterizzati dalle maggiori difficoltà nel reperimento, si segnalano, in particolare, alcune figure tecniche (tecnici in campo ingegneristico, i tecnici informatici e i tecnici della produzione) ed altre relative agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori).

“Siamo di fronte a un dato consuntivo sul 2023 che ci aspettavamo, alla luce dell’andamento dell’anno da poco concluso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –, caratterizzato da un rallentamento dell’economia locale e nazionale, e allo stesso tempo da una maggiore incidenza dei contratti a tempo indeterminato, rispetto alla somministrazione. Sono numeri che non devono comunque trarre in inganno: il territorio bresciano continua a doversi confrontare con un importante disallineamento tra le richieste delle aziende e i lavoratori presenti sul mercato, in particolare nell’ambito manifatturiero. Non è un caso che, anche nel periodo tra ottobre e dicembre, le figure professionali più richieste siano state quelle dei conduttori d’impianti.”

Cappe hi-tech: stile e tecnologia nella ventilazione domestica

in Economia/Edilizia by

Con l’aumentare dell’uso della cucina come ambiente polifunzionale, le cappe avanzano di pari passo per soddisfare le nuove esigenze della ventilazione domestica. Questi apparecchi, un tempo considerati semplici strumenti funzionali, oggi svolgono un ruolo preponderante intorno a cui ruota la progettazione degli spazi cucina, garantendo un ambiente cucina pulito e accogliente.

In questa sede ci addentriamo nell’analisi di come l’innovazione tecnologica ha trasformato il panorama delle cappe da cucina, offrendo soluzioni avanzate che soddisfano anche i clienti più esigenti, con prestazioni superiori e un’estetica raffinata.

I sistemi di depurazione dell’aria all’interno della cucina hanno visto un notevole cambiamento nel corso degli anni, passando da dispositivi puramente funzionali a elementi di design sofisticati. Fino a pochi decenni fa questi elettrodomestici si presentavano allo sguardo con un design essenziale e una personalizzazione alquanto limitata. Tuttavia, con il progredire della tecnologia e la crescente attenzione per l’estetica degli interni, le cappe da cucina sono state radicalmente trasformate.

Oggi siamo in presenza di vere e proprie cappe hi-tech, che non sono più semplici apparecchi elettrici pensati solo nei loro aspetti funzionali, ma veri e propri complementi di arredo con abilità innovative, come si può vedere su www.elica.com/IT-it: grazie all’uso di materiali di alta qualità e soluzioni tecnologiche evolute, le cappe si integrano perfettamente con lo stile generale della cucina.

Inoltre, oggi anche la cappa da cucina può essere personalizzata da un punto di vista del gradimento estetico del cliente, oltre alla scelta delle forme e del tipo di elementi che la compongono, per andare incontro ad ogni sfumatura di chi vive nell’ambiente giorno dopo giorno.

Oltre alla piacevolezza del design, la ricerca e sviluppo sempre più spinta ha mutato profondamente le prestazioni delle cappe da cucina. I più recenti progressi della scienza e della tecnica le hanno dotate di sistemi di aspirazione avanzati che garantiscono una rapidissima eliminazione di fumo, odori e grassi durante la preparazione dei cibi, mente sensori intelligenti monitorano senza sosta la qualità dell’aria e regolano la velocità dell’aspiratore di conseguenza. Si può parlare di grandi alleati per la sicurezza e la salute domestica.

Un’altra caratteristica distintiva delle cappe di ultima generazione è la facilità d’uso e la connettività. Molte cappe moderne sono dotate di pannelli di controllo touch-screen o di comandi vocali, che regalano un’esperienza utente intuitiva e senza sforzo. Inoltre, molte di queste cappe possono essere controllate tramite smartphone, tablet o altri dispositivi smart, consentendo agli utenti di monitorare e intervenire sull’aspirazione da dovunque ci si trovi.

Oltre alle prestazioni superiori, le cappe all’avanguardia più affidabili sono progettate con un occhio alla sostenibilità e all’efficienza energetica. Le tecnologie avanzate di aspirazione riducono il consumo energetico che tanto pesa sulle bollette degli italiani, contribuendo il più possibile a limitare l’impatto ambientale della cucina. Inoltre, i modelli più performanti delle migliori marche montano filtri lavabili e riutilizzabili, per ridurre la necessità di sostituzioni frequenti e sostenere la riduzione dei rifiuti.

Infine, le moderne cappe hi-tech hanno una vita utile lunga e un livello di sicurezza considerevolmente più alto rispetto a esemplari più datati. Materiali di alta qualità e metodi costruttivi avanzati garantiscono una lunga durata e una resistenza superiore all’usura quotidiana. Inoltre, molte cappe sono dotate di sistemi di sicurezza integrati che proteggono dagli incendi e da altri pericoli associati alla cucina; oltre alla capacità di segnalare con esattezza il tipo di anomalia affinché le persone intervengano per tempo.

Le cappe all’avanguardia incarnano il perfetto connubio tra estetica e funzionalità nella ventilazione di casa. Con design sofisticato, tecnologia all’avanguardia e un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla sicurezza, queste cappe aggiungono un tocco di raffinatezza e comfort a qualsiasi cucina moderna. Che si tratti di un ambiente classico o di uno più contemporaneo, le cappe hi-tech sono la scelta ideale per coloro che desiderano il massimo in termini di eleganza e prestazioni.

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