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Dicembre 2021

Borgosesia Spa rileva il Colombera Golf Resort di Castrezzato

in Economia/Sport/Turismo by

Proseguendo nel proprio percorso di sviluppo nel settore immobiliare e con l’intento di aprire i propri investimenti anche al trading nel settore turistico ricettivo, Borgosesia Spa ha raggiunto un accordo con la famiglia Tomasoni, proprietaria del Colombera Golf Resort, per supportare la stessa, nell’ambito di un articolato processo di ristrutturazione finanziaria, nella valorizzazione del complesso e delle aree di pertinenza dello stesso.

Il Resort – informa Brescia news – inaugurato nel 2007 a Castrezzato in Franciacorta (BS) su un’area di 300.000 metri quadrati ha già al suo interno, in un contesto di rara bellezza naturalistica, un ristorante, noto per celebrare grandi eventi e matrimoni, un maneggio, 11 appartamenti, una villa e un campo da golf.

L’obiettivo di Borgosesia è quindi quello di procedere alla valorizzazione del complesso e delle aree di pertinenza dello stesso valutando in tale contesto il completamento dello sviluppo immobiliare a destinazione residenziale e ricettiva sulle aree ancora da sviluppare.

“Riteniamo che i tempi possano essere maturi per portare a termine l’operazione intrapresa da Roberto Tomasoni quasi 20 anni fa – dichiara Davide Schiffer, Amministratore delegato di Borgosesia Spa. Puntiamo sulla posizione strategica dell’area che si trova ai piedi della Franciacorta, a 15 minuti di distanza da Brescia e, grazie al perfetto collegamento con le autostrade A4 e Brebemi, a soli 30 minuti da Milano (così come dall’aeroporto di Bergamo Orio al Serio) nonché sulla qualità del luogo che consentirà di assecondare le tendenze immobiliari dell’abitare post-pandemia”.

L‘operazione di acquisto di crediti ipotecari, tra cui quelli del Colombera Golf Resort, nel suo complesso ha richiesto un investimento pari a 4,2 milioni, a fronte di nominali 9,6 milioni, importi comprendenti il primo investimento della divisione Alternative del Gruppo nei large corporate loans, ossia crediti di importo unitario significativo il cui recupero poggia sulla escussione delle sole garanzie reali e personali che li assistono.

Borgosesia S.P.A. per quanto attiene tutti gli aspetti legali è stata assistita dall’avvocato Giosuè Leocata, socio fondatore dello studio CLP, Correra – Leocata & Partners.

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Borgosesia è una società per azioni quotata sul Mercato Telematico Azionario (MTA) di Borsa Italiana, attiva nel settore degli investimenti in asset non performing e alternativi in generale, volti a rivitalizzare prevalentemente progetti immobiliari sottostanti.

Holding industriale con competenze finanziarie e nel settore del real estate, Borgosesia punta a crescere attraverso una strategia che unisce entrambe le competenze: completare o rivitalizzare progetti immobiliari, costituiti soprattutto da fabbricati residenziali in grandi centri urbani e turistici.

La missione di Borgosesia consiste nel creare valore per grandi e piccoli investitori grazie alle sue capacità e competenze di intervento in situazioni di crisi o bisognose di nuovi stimoli, generando valore attraverso l’investimento in operazioni con rischio contenuto.

Camera di Commercio, ecco le comunicazioni settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Di seguito, come di consueto, pubblichiamo gli aggiornamenti della Camera di Commercio di Brescia e provincia.

196/21 – COMMISSIONI PREZZI: SOSPENSIONE RIUNIONI

PER FESTIVITA’ NATALIZIE

Le Commissioni Prezzi, in occasione delle Festività Natalizie, sono sospese nei giorni di giovedì 30 dicembre 2021 e 6 gennaio 2022. Riprenderanno regolarmente giovedì 13 gennaio 2022.

197/21 – COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI D’IMPRESA – AVVIO DELLA PIATTAFORMA TELEMATICA

E’ operativa dal 15 novembre 2021 la composizione negoziata della crisi d’impresa attraverso la piattaforma telematica nazionale delle Camere di Commercio.

Per informazioni sul servizio consultare il sito www.bs.camcom.it

Ebike, cosa sono e come funzionano

in Economia/Trasporti/Uncategorized by

Sempre di più si va alla ricerca di un mezzo di trasporto alternativo ecologico ma che, allo stesso tempo, abbia gli stessi vantaggi di quelli comuni.

A riguardo, soprattutto per gli amanti delle due ruote, un consiglio è di acquistare un e-bike, ovvero la bicicletta elettrica a pedalata assistita.

COS’È E COME FUNZIONA

La bicicletta elettrica somiglia, almeno nell’aspetto, ad una normalissima bici ma è in realtà dotata di un piccolo motore che va ad agevolare la pedalata.

Sul manubrio della e-bike è presente un cambio meccanico che va a regolare velocità e sforzo della pedalata (proprio come per una qualsiasi bici) ma, in più, si può scegliere il livello di assistenza elettrica che si desidera e che può variare in base al percorso da fare, alla propria forma fisica e, persino, alla voglia che si ha in quel momento di fare sforzi.

Tutti questi dati si potranno controllare tramite uno schermo posto sempre sul manubrio e abbastanza vicino alla mano da essere raggiunto dal pollice senza dover interrompere la pedalata. In alcuni modelli, anziché lo schermo, è presente un semplice comando.

PECULIARITÀ DEI TIPI DI MOTORE

Nelle e-bike ci sono due tipi di motore: centrale e nel mozzo. Quello centrale è provvisto di tre sensori che vanno a controllarne velocità, cadenza e sforzo. Si può alleviare la fatica della pedalata dal 50% al 300%, utilissimo quindi per i percorsi in salita.

Il motore nel mozzo è un’alternativa più economica e, spesso, è presente un solo sensore, quello di pedalata. Quando si vanno a girare i pedali, automaticamente, viene rilevato il tipo di assistenza elettrica necessaria.

Quali sono quindi, sostanzialmente le differenze tra i due motori? Possiamo dire che il motore centrale presenta una maggiore fluidità oltre che la possibilità di diminuire maggiormente lo sforzo durante la pedalata. Una volta dato il comando, il sensore lo rileva immediatamente, cosa che nel motore nel mozzo non avviene nell’immediato ma solo dopo qualche metro di pedalata. Anche la difficoltà in salita è da tenere in conto. Come abbiamo già detto, con il motore centrale, usando livello di assistenza massimo, le salite sono percorribili agilmente e senza alcuno sforzo, a differenza del motore nel mozzo che sì, può facilitare, ma solo con salite con una pendenza del 10% circa.

Possiamo dire che le e-bike con motore centrale sono più che adatte agli appassionati accaniti mentre quelle con motore nel mozzo, essendo anche più economiche, sono preferibili a chi si sta approcciando al mondo delle bici elettriche o a chi piacciono come un mero passatempo.

VELOCITÀ

La velocità di una e-bike non può andare, per legge, oltre i 25 km/h. Se si supera la velocità limite, molto semplicemente, il motore si disattiva e bisogna passare al manuale.

BATTERIA

Ogni mezzo elettrico si basa sulla sua batteria che ogni tot di tempo d’uso va ricaricata. Non possiamo dire con certezza di quanto è la durata perché ci sono troppe variabili da valutare come, ad esempio, il peso del proprietario, la tipologia di assistenza usata (se di livello basso o alto), il tipo di percorso (se tortuoso, in salita ecc…) o anche da quanto si è spinto sui pedali.

Facendo una stima possiamo dire che l’autonomia di una e-bike usata al massimo è di circa 4 ore per 25 km. Se si usa con assistenza bassa e con percorsi più agevoli e tranquilli la durata della batteria può persino arrivare a 6 ore.

Manifatturiero, indagine Aib: dopo la pandemia il Sistema Brescia sta meglio del 2009

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Dopo la pandemia, il Sistema Brescia sta meglio rispetto al 2009, quando si trovò ad affrontare la grande recessione mondiale: nello scorso anno, la manifattura bresciana ha mostrato significativi segnali di tenuta, a conferma della sua generale robustezza. Un aspetto importante, in particolare di fronte alle grandi incognite costituite da rincaro dei costi energetici, difficoltà di reperimento delle materie prime e incertezze sul futuro dell’automotive.

A evidenziarlo è lo strumento dell’ISM – Indice Sintetico Manifatturiero, presentato nello scorso mese di febbraio (con analisi dei bilanci 2019) e frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che restituisce in un unico valore lo stato di salute delle società di capitali attive nell’industria.

Il primo focus realizzato da Confindustria Brescia (allegato al presente comunicato) riguarda il settore Chimico, gomma, plastica; l’analisi proseguirà nelle prossime uscite – a cadenza settimanale – concentrandosi su altri 4 comparti manifatturieri presenti sul territorio: Alimentare (30 dicembre), Sistema Moda (6 gennaio), Meccanica (13 gennaio) e Metallurgia (20 gennaio).

Nel dettaglio, ISM – applicato ai bilanci 2020 di quasi 3 mila realtà industriali bresciane – mostra un leggero indebolimento rispetto alla situazione rilevata nel 2019. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) si attesta al 28% del totale, in leggero calo rispetto al 29% registrato nell’anno precedente. Una contrazione ha riguardato anche la classe B, passata dal 36% al 34%, mentre la classe D (che comprende le imprese potenzialmente più fragili) ha visto crescere la propria incidenza, dal 3% al 6%.

La segmentazione al 2020 dell’ISM per classe dimensionale, conferma alcune evidenze già emerse in precedenti lavori, ovvero come lo stato di salute delle imprese vada a migliorare, a livello aggregato, con l’aumentare della dimensione aziendale. Se si prende in considerazione la quota delle realtà che si posizionano nella classe A, essa è pari al 41% nelle grandi imprese (quelle con un fatturato oltre i 50 milioni di euro), scende al 34% nelle medie, al 29% nelle piccole e si riduce addirittura al 25% nelle micro (quelle con ricavi al di sotto dei 5 milioni).  Allo stesso tempo, l’incidenza degli operatori in classe D aumenta dall’1% delle grandi all’8% delle micro.

L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. Emerge, in questo senso, come il Conto Economico della manifattura bresciana nel 2020 sia stato meno penalizzato rispetto a quanto riscontrato nel 2009. A titolo, esemplificativo, nel 2020 il fatturato complessivo del made in Brescia ha subito una contrazione del 9,5%, a fronte di un crollo di quasi il 30% sperimentato nel 2009. Anche gli altri principali saldi intermedi del Conto Economico mostrano dinamiche coerenti con quanto sopra riscontrato: il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, ha evidenziato nel 2009 una flessione tre volte più intensa rispetto a quella del 2020. Analoghe considerazioni valgono anche per il Risultato ante imposte, che nell’ultimo anno è diminuito del 25,5%, mentre nel 2009 aveva evidenziato una pesante caduta pari al 70,5%.

Tutto ciò si ripercuote sui punteggi prodotti dall’ISM: l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B, fra il 2008 e il 2009 ha riscontrato una flessione del 6%, passando da una quota del 53% al 47%. Tra il 2019 e il 2020 lo stesso aggregato è sceso solo di 3 punti percentuali (da 65% a 62%). Va inoltre evidenziato come nel 2009 più di un operatore su dieci si posizionasse nella classe D, a conferma della significativa gravità che caratterizzava il comparto manifatturiero locale.

Da ultimo, ISM consente di sottolineare i progressi realizzati in questi anni dal sistema industriale bresciano e di come esso si sia affacciato alla crisi del 2020 da una situazione più rafforzata di quanto non lo fosse alla vigilia della “Grande Recessione”. Ciò è evidente dal confronto tra il posizionamento delle imprese nei due anni pre-crisi (2008 e 2019): il “blocco” delle imprese nelle classi A e B è passato dal 53% nel 2008 al 65% nel 2019, un salto di ben 12 punti percentuali. Tale miglioramento trae giustificazione da possibili molteplici fattori; uno fra tutti risulta essere la maggiore patrimonializzazione delle imprese. Come già descritto in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’ISM, avvenuta nel febbraio del 2021, nel 2008 l’incidenza dei mezzi propri sul totale del capitale investito era pari al 29,8%, mentre nel 2019 tale quota ha raggiunto il 44,8%.

“Le indicazioni generali provenienti dalla manifattura bresciana sono decisamente incoraggianti, come testimoniano i dati elaborati attraverso ISM – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia – . Questo strumento, sviluppato in collaborazione con l’Università Cattolica, ci consentirà sempre più, anche in futuro, di tenere monitorato lo stato di salute delle nostre imprese. Un aspetto fondamentale, anche in considerazione di alcune grandi incognite che caratterizzano l’economia mondiale nel breve e medio periodo, quali il rincaro dei costi dell’energia, le difficoltà di reperimento delle materie prime e le incertezze sul futuro dell’automotive.”

“Grazie a OpTer, la collaborazione tra l’Università Cattolica e il Centro Studi Confindustria Brescia si è, negli ultimi anni, ulteriormente intensificata – aggiunge Giovanni Marseguerra, Ordinario di Economia Politica all’Università Cattolica e Direttore di OpTer –. ISM, che è un modello costruito ad hoc sulle imprese manifatturiere bresciane, ci consente di realizzare un monitoraggio puntuale sull’evoluzione del sistema produttivo e così di supportare efficacemente il nostro sistema imprenditoriale che, come dimostra l’analisi presentata oggi, sta dimostrando di reggere bene l’onda d’urto della crisi generata dalla pandemia”.

Commercio estero, con +8 % export continua la ricerca del cibo bresciano

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Export by
Grana Padano, foto generica da Pixabay

L’agroalimentare made in Brescia reagisce alla crisi generata dalla pandemia Covid19 facendo registrare un balzo dell’8.65 % nelle esportazioni nei primi nove mesi del 2021. È quanto emerge da una proiezione della Coldiretti regionale su un’analisi dei nuovi dati Istat relativi al commercio estero al terzo trimestre di quest’anno.

“Si tratta di un dato molto positivo – precisa Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – le eccellenze agroalimentari bresciane, ancora una volta, si confermano attrattive e ricercate in Europa e nel resto del mondo. Questa è una sfida importante che dobbiamo affrontare per il futuro del settore agroalimentare bresciano: abbiamo il compito di far conoscere e apprezzare ancora di più i nostri prodotti all’estero e riconquistare quella grande fetta di  mercato oggi occupato dall’italian sounding”.

Il trend positivo del commercio estero dell’agroalimentare bresciano segue l’andamento regionale e nazionale con le esportazioni di cibo italiano che nei primi dieci mesi del 2021 aumentano entrambe dell’11% per un valore che a fine anno raggiungerà complessivamente i 52 miliardi, il massimo di sempre, se il trend sarà mantenuto.

Un risultato ottenuto – sottolinea la Coldiretti – grazie anche alla spinta dell’arrivo delle feste di Natale e nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana. L’emergenza sanitaria Covid – precisa Coldiretti – ha, infatti, provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea. E si registra anche – continua Coldiretti – un impatto positivo sulle vendite all’estero delle vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy. In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari italiane c’è il vino che quest’anno si avvia a sfondare il muro dei 7 miliardi di euro in valore, secondo le proiezioni di Coldiretti su dati Istat.

Alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Il Belpaese – continua la Coldiretti – è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

Micro imprese del welfare, la Regione stanzia 5 milioni

in Economia/Istituzioni/Regione by

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato una delibera per la promozione di iniziative che favoriscano interventi di conciliazione vita-lavoro e welfare aziendale.

“Con lo stanziamento di oltre 5 milioni di euro – ha spiegato Alessandra Locatelli, assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari opportunità – intendiamo promuovere progetti rivolti ai lavoratori dipendenti delle micro e piccole imprese e alle loro famiglie, al fine di favorire la diffusione di iniziative di welfare aziendale. Si tratta di progetti volti a sostenere la genitorialità, a favorire la corresponsabilità dei compiti di cura, l’armonizzazione tra vita privata e vita professionale, anche al fine di garantire una maggiore parità tra uomini e donne nel lavoro e nell’accesso alle opportunità promuovendo, a esempio, misure di lavoro flessibile, servizi di assistenza e supporto al caregiver familiare e per la cura dei figli anche nei periodi di chiusura delle scuole”.

“L’emergenza pandemica e le conseguenti misure restrittive di contrasto alla trasmissione del virus – ha proseguito l’assessore Locatelli – hanno inciso non solo sull’attività delle imprese, ma anche nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie. La pandemia, tuttavia, ha portato molte più imprese ad essere consapevoli del loro ruolo sociale e a mettere in campo un numero sempre crescente di iniziative di welfare, che hanno fatto registrare anche ritorni positivi sul fronte della produttività. Con questo stanziamento Regione Lombardia sostiene concretamente anche le aziende più piccole che scelgono di andare incontro alle esigenze familiari dei loro dipendenti”.

“Questo – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – è un ulteriore passo nel sano rapporto pubblico/privato e nel miglioramento della qualità di vita dei lavoratori. Certifica ulteriormente l’integrazione delle aziende nel tessuto sociale delle comunità”.

Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 5.050.000, ripartite tra le Ats in misura del 30% in parti uguali e del 70% sulla popolazione generale in base all’ultimo dato Istat disponibile. Le domande potranno essere presentate da parte di un partenariato di enti pubblici e/o privati il cui capofila potrà essere sia un ente pubblico sia un ente del terzo settore che del privato profit.

Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica, tramite la piattaforma regionale Bandi Online.

Fisico perfetto: ecco alcuni suggerimenti

in Economia/Salute by

Ottenere un fisico perfetto non è qualcosa che può avvenire da un momento all’altro, ma bensì si tratta del culmine di un percorso che può essere lungo e faticoso. Sicuramente, si può ottenere un vantaggio non da poco se si seguono alcuni accorgimenti, o comunque consigli preziosi. Eccone alcuni.

Farsi seguire da un personal trainer

Sicuramente, il consiglio principale è quello di affidarsi ad un esperto del settore. Un personal trainer è capace di capire cosa si può ottenere da un corpo, assicurandogli che questi eviti danni. Molti atleti, amatoriali e non, si allenano per lungo tempo ma non riescono ad ottenere dei risultati sperati. Il personal trainer riesce proprio a capire il motivo per cui non si portano avanti progressi e soprattutto capire se sia giusto oppure no spingersi oltre.

Come può suggerire la parola presente nel nome, il lavoro di questo professionista è completamente realizzato ad hoc sulla persona. Ovviamente, servirsi della professionalità di un personal trainer può essere utile sia che ci si trovi alle prime armi, sia nel caso in cui fossimo degli atleti o frequentatori assidui di palestra. Allo stesso tempo, una figura come questa è in grado anche di evitare che ci infortuniamo durante l’attività fisica, indicandoci postura ed esercizi giusti. Infine, aiuta enormemente per la motivazione personale.

Usare i prodotti giusti

Altra cosa essenziale per raggiungere il nostro obiettivo è sicuramente l’utilizzo di prodotti adeguati allo scopo. Non ci riferiamo soltanto ad integratori alimentari, ma anche ovviamente agli attrezzi. Nel primo caso dobbiamo considerare che comprare farmaci e integratori su una farmacia on-line è diventato semplicissimo ed intuitivo. Se in passato la cosa poteva essere sicuramente più complicata e meno rapida, ad oggi non ci sono problemi di alcun tipo nel farlo. Gli integratori possono essere utili ad ottimizzare il nostro allenamento e ottenere dei risultati eccezionali.

E poi non va dimenticato il fatto che gli attrezzi da usare per allenarsi sono molto importanti. Ognuno di questi è necessario per allenare una parte specifica del corpo e svolge un ruolo fondamentale. Manubri, panche e così via fanno tutti parte di una serie di attrezzi indispensabili.

Seguire un’alimentazione corretta

Inutile, poi, confermare quanto sia importante seguire una corretta alimentazione per ottenere un fisico perfetto. Tra i consigli utili, ricordiamo quello di mangiare in maniera tranquilla, serena, possibilmente seduti a tavola, senza stress. Questo perché se mangiamo masticando a lungo, prendendoci il tempo necessario, ci aiuterà a digerire meglio. Sarà sicuramente utile nutrirsi in maniera soddisfacente a colazione, con grandi quantità di nutrienti, e a pranzo con un pasto bilanciato.

A cena ci si dovrebbe tenere leggeri, per abbassare la densità energetica. Ogni pasto dovrà essere completo, garantendoci il giusto apporto di carboidrati, proteine e vitamine. Un consiglio utile è quello di non combinare troppi alimenti proteici (come carne, pesce, uova, formaggi) perché richiedono tempi digestivi differenti tra loro. Preferibili i cibi di origine vegetale, con pochi grassi e con proteine molto salutari che possano aiutare il nostro organismo allo scopo.

Confindustria: Michele Gozio è il nuovo coordinatore della zona Iseo-Franciacorta

in Aib/Associazioni di categoria/Nomine by

Michele Gozio (Paolo Gozio srl) è il nuovo coordinatore della zona Iseo Franciacorta di Confindustria Brescia per il quadriennio 2021-2025: l’elezione è avvenuta durante l’assemblea tenuta lo scorso venerdì nell’azienda Streparava di Adro.

Insieme a Gozio, sono stati eletti anche i due vice coordinatori di zona – si tratta di Arianna Chiarini (Nex Line srl) e Luca Fontana (Montecolino spa) – e i delegati: Paolo Franchi (Feltri Marone spa), Fabio Gagliandi (Systemplast srl), Enrico Marzoli (Filmar spa), Alessandro Ravelli (Magic Sfea srl) e Andrea Uberti (U.M.R. snc).

Export, a Brescia vola: +18% nel terzo trimestre

in Economia/Export/Tendenze by

Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia rimane oltre i 33 miliardi di euro e le importazioni oltre i 36 miliardi complessivi, anche a causa dell’aumento dei prezzi, per cui il deficit commerciale sale a 3,1 miliardi di euro. Il rallentamento dell’attività delle imprese nel terzo trimestre, dovuto sia ai problemi di approvvigionamento sia al normale andamento stagionale, ha portato ad una flessione congiunturale degli scambi con l’estero senza però allontanarli dai massimi raggiunti lo scorso trimestre. L’analisi dell’andamento delle quantità scambiate conferma che c’è ‘effetto prezzi’ sull’incremento dei dati in valore. Infatti, l’export registra per le quantità una flessione congiunturale del 12,8% e l’import del 4,5%, entrambe superiori alle corrispondenti flessioni congiunturali dei dati in valore.

ASSESSORE GUIDESI: CHIEDIAMO ATTENZIONE PER MATERIE PRIME – “Gli sforzi delle imprese lombarde – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – ci consentono di certificare una ripresa che oramai è strutturale messa però a rischio dai costi energetici e dall’approvvigionamento delle materie prime; non bastiamo noi da soli a richiamare l’urgenza di questi temi. Il posticipo ulteriore di una discussione in Europa è un segnale che ci preoccupa”. “Il sistemo lombardo continuerà ad impegnarsi a sostegno delle nostre imprese e del lavoro, chiediamo anche agli enti sovraregionali di attenzionare le priorità: costi dell’energia e approvvigionamento delle materie prime significano oggi occupazione per il futuro”, conclude l’assessore.

AURICCHIO (UNIONCAMERE): C’E’ SOLIDITÀ REGIONALE – “L’export lombardo mantiene gli elevati livelli pre-crisi raggiunti dopo il recupero competitivo post pandemia” commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Questo assestamento era atteso, considerato il periodo estivo e le difficoltà di approvvigionamento, per cui anche se il quadro congiunturale complessivo è in rallentamento la solidità dell’economia regionale contribuirà ad attenuare questi segnali”.

SETTORI – Il comparto legato ai metalli e alle loro produzioni si conferma forte motore della ripresa (+34,6% su base tendenziale) con effetti positivi sulla performance della maggior parte delle province. Altri contributi significativi derivano dall’export dei mezzi di trasporto (+29,7%) grazie alla ripresa dell’export di aeromobili e delle sostanze e prodotti chimici (+23,0%). Finalmente recuperano anche i livelli pre-crisi i prodotti tessili, pelli e accessori (+17,0% tendenziale e un dato superiore del +4,3% rispetto al 3° trimestre 2019). Buono l’andamento di computer e apparecchi elettronici (+12,9%) mentre restano in negativo gli articoli farmaceutici (-2,5% tendenziale) che non hanno ancora recuperato i livelli 2019 (-9,5%).

MERCATI DI DESTINAZIONE: CRESCONO TUTTE LE DESTINAZIONI – L’incremento rispetto al livello pre-crisi del valore esportato verso tutte le destinazioni è del +9,7% (escluse le provviste di bordo, territori non specificati e altri territori). I flussi verso molti paesi registrano ancora incrementi tendenziali a due cifre (dal +19,6% dell’Unione Europea al +74,1% dell’Asia centrale trainata in particolare dell’export verso il Turkmenistan e l’India) nonostante il confronto con i minimi storici sia ormai superato. Verso molti dei principali paesi di destinazione delle merci lombarde si incrementa il valore dell’export rispetto al 3° trimestre 2019: spiccano in particolare Turchia (+24,5%), Regno Unito (+24,4%), Brasile (+22,2%), Cina (+19,6%) e Israele (+16,9%). Restano significativi i flussi diretti verso Francia (+12,9%) e Germania (+11,8%). Considerando le altre aree si osservano alcune destinazioni che non hanno ancora completato il recupero dei livelli pre-crisi e in particolare il continente africano, sia per i paesi del nord Africa (-6,4% rispetto al 3° trimestre 2019) che per gli altri paesi africani (-11,0%).

EXPORT: L’ANDAMENTO PROVINCIA PER PROVINCIA – L’incremento tendenziale interessa tutte le province lombarde. Rispetto al terzo trimestre 2019 gli aumenti più rilevanti sono quelli di Varese (+29,4% grazie a un forte incremento dell’export di mezzi di trasporto/aeromobili), Sondrio (+17,6% trainato dai prodotti alimentari e chimici), Cremona (+19,7%), Brescia (+18,9%), Mantova (+15,9%) e Lecco (+11,6%), queste ultime spinte dell’export di metalli di base e prodotti in metallo. Meno intensa la crescita della provincia di Monza e Brianza (+7,2%) anch’essa trainata dai metalli di base e prodotti in metallo. Crescono anche Bergamo (+6,9%) grazie alle sostanze e prodotti chimici e Milano (+3,1%) sostenuta dalla ripresa dell’export di prodotti tessili, abbigliamento pelli e accessori. Como si ferma ai livelli 2019 (+0,1%) con le migliori performance per mobili, attrezzature mediche e sostanze e prodotti chimici. Scontano ancora un gap negativo con il 3° trimestre 2019 Lodi (-5,0%) a causa del rallentamento dell’export di computer e apparecchiature elettroniche e Pavia (-10,8%) con segni negativi diffusi alle principali tipologie di prodotto dell’export provinciale.

IMPORT E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE – Il valore delle importazioni mostra una flessione congiunturale del -3,7%, più contenuta rispetto a quanto registrato dalle esportazioni, con livello trimestrale oltre i 36 miliardi di euro. Rispetto al terzo trimestre il valore dell’import registra così un incremento del +8,6%. Come per le esportazioni anche le importazioni mantengono un incremento tendenziale a due cifre (+26,8%). Il saldo negativo virtuale della bilancia commerciale regionale si attesta così a 3,1 miliardi di euro, in aumento rispetto al valore dello scorso trimestre.

Misurare il potenziale di un’azienda per realizzare la trasformazione digitale

in Economia/Innovazione/Partner 2 by

Negli ultimi anni molte medie imprese hanno compreso l’importanza di cominciare ad affrontare il tema della digitalizzazione. Il panorama nazionale e – soprattutto – europeo e americano hanno dimostrato che il digitale è efficace, funziona, e ignorare i suoi risultati è ormai diventato insostenibile. Ma non per questo un progetto di digital transformation è da considerare semplice. 

È necessario affrontare la digital transformation con una visione strategica, che parte dall’ascolto delle necessità del mercato. Perché sì, oggi la tecnologia è elemento centrale, ma il fulcro rimangono sempre e comunque i clienti e i loro bisogni.

Per questo motivo, la fase di ascolto e comprensione del panorama sociale ed economico è imprescindibile. 

La metodologia che gioca il ruolo focale in questa fase è quella della “ricerca di mercato”. 

Cenni storici sulla ricerca di mercato

La storia delle ricerche di mercato inizia nel lontano XVI secolo, ma, fino a quando non si sono sviluppati i beni di consumo, non erano necessarie analisi particolari. Inoltre non esistevano varietà nei prodotti: il consumatore non aveva nessuna possibilità di scelta. 

Con lo sviluppo della società dei consumi sono nate le ricerche di mercato. Negli anni 60 e 70 però le ricerche di mercato seguivano metodologie tradizionali con costi insostenibili anche per aziende medio grandi. Con lo sviluppo della telefonia, le ricerche di mercato sono diventate più accessibili. Partendo da database realizzati da aziende specializzate, si sono potute realizzare ricerche di mercato nell’ordine di costo di centinaia di migliaia di dollari.

Ma è solo con l’arrivo del digitale e la nascita di servizi basati su piattaforme integrabili che la ricerca di mercato e la customer satisfaction sono oggi accessibili e possono diventare strumenti anche di uso continuativo. Attraverso vari strumenti quasi ogni realtà può oggi individuare il suo potenziale digitale.

Il ruolo della tecnologia nelle imprese

Facciamo un passo “di lato”: come viene vissuta la tecnologia nelle imprese? 

Le tecnologie degli ultimi 20 anni hanno radicalmente cambiato 
il mercato. Per esempio:

  • Permettono di utilizzare i dati e di raccoglierli da qualsiasi parte del mondo;
  • Abilitano una connettività personale e tra aziende illimitata;
  • Facilitano l’elaborazione di processi massivi in breve tempo, aumentando così la produttività e riducendo i tempi per le decisioni.

La dimensione digitale è oggi un canale fondamentale nelle relazioni tra impresa e mercato e risulta determinante per far percepire il livello di competitività dell’impresa e dei suoi prodotti. 

La leva digitale, oggi, fornisce anche alle PMI la possibilità di indirizzare nuovi mercati, di instaurare relazioni continuative con i clienti e abilitare nuovi modelli di business basati sui servizi e non più solo sul prodotto. Si tratta di un’opportunità di valenza strategica che non è delegabile, ma va fatta propria.

Il primo passo: capire il mercato divenuto digitale

Studiare il mercato è sempre stato necessario, ma raramente la media PMI italiana ha investito denaro e approfondito questa attività. Forti di un mercato storico che “assorbiva” quasi ogni prodotto, le medie imprese si sono sempre dedicate al fare, e raramente a studiare 
e interpretare economicamente il mercato.

Oggi però quattro fenomeni obbligano ogni azienda a questo passo:

  • La nascita di mercati digitali;
  • La necessità di nuovi mercati fisici;
  • La contrazione dei margini;
  • Il profondo cambiamento nelle abitudini delle persone, legato – anche – alla pandemia. 

Il primo passo dovrebbe essere sempre quello di “studiare il mercato”, per comprendere il contesto, e quindi, capire sé stessi e il proprio ruolo nella società. Come? In primis capendo lo “storico” del mercato, il ruolo dei concorrenti e il modo in cui i propri servizi e prodotti sono in grado di soddisfare i clienti. Infine, l’obiettivo finale di uno studio di mercato è quello di fornire all’impresa una visione sul futuro, per prevedere i cambiamenti nei comportamenti umani per muoversi in anticipo.

La ricerca di mercato arricchisce di informazioni i processi strategici aziendali. Una buona ricerca di mercato è come un paio di occhiali: dona la nitidezza necessaria su ciò che ci aspetta lungo la strada, e una volta che se ne scopre l’utilità non se ne può più fare a meno. 
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