Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Finanza

A2A, Green Loan in pool da 600 milioni a sostegno dello sviluppo della rete elettrica

in A2A/Economia/Finanza/Partecipate e controllate by

A2A ha completato con successo un’operazione di finanziamento in pool da 600 milioni di euro, in formato Green Use of Proceeds, per l’acquisizione degli asset relativi alla rete elettrica in alcune aree della Lombardia, nelle province di Milano e Brescia, annunciata a marzo 2024. Questo strumento permette al Gruppo A2A di rafforzare la propria posizione di liquidità garantendo flessibilità nell’esecuzione del proprio Piano Strategico.

Il finanziamento ponte della durata di 2 anni è stato strutturato come Green Loan in conformità al Sustainable Finance Framework di A2A, verificato da Vigeo Eiris, e ai Green Loan Principles (GLP) pubblicati dalla Loan Market Association (LMA).

Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking) agirà in qualità di Sole Underwriter, Global Coordinator, Sole Bookrunner, Mandated Lead Arranger e Green Loan Coordinator mentre Bank of America, BBVA, Banco Santander, BNP Paribas, BPER Banca, CaixaBank, Crédit Agricole Corporate And Investment Bank, Mediobanca, UniCredit agiranno come Mandated Lead Arrangers e Banco BPM, Natixis, Société Générale come Lead Arrangers. Mediobanca è anche Agent dell’operazione.

Prestano 18mila euro a un imprenditore e ne rivogliono 80mila

in Economia/Finanza by

Un albanese è stato posto ai domiciliari, mentre per un italiano è stato disposto il divieto di avvicinamento. Sono accusati usura ed estorsione.

Stando a quanto emerso avrebbero prestato denaro a un imprenditore bresciano in difficoltà, chiedendone la restituzione con un interesse di oltre il 400% (18mila prestati, 80mila da restituire). In precedenza uno dei due gliene aveva già prestati 10mila e ne aveva pretesi 25mila dopo poco tempo.

Nelle disponibilità dei due sono stati trovati, e sequestrati, 30mila euro in contanti e due orologi di valore. Ulteriori informazioni su BsNews, il giornale della provincia di Brescia online.

A2A: S&P Global conferma il rating BBB di lungo termine e l’outlook “stable”

in A2A/Economia/Finanza/Partecipate e controllate by

S&P Global ha confermato il rating di lungo termine di A2A a BBB con outlook “stable”. La decisione segue la firma dell’accordo per l’acquisizione da parte di A2A del 90% di una società di nuova costituzione cui saranno conferiti gli asset di distribuzione elettrica di e-distribuzione della Provincia di Milano (con esclusione di pochi comuni della cintura Nord) e, nel bresciano, della Valtrompia.

Tale operazione è in linea con la strategia delineata dal nuovo Piano 2024-2035 di A2A focalizzato maggiormente su business a bassa volatilità, in particolare le reti elettriche regolamentate, e su uno sviluppo delle attività rinnovabili più lento rispetto al piano precedente, migliorando in tal modo il profilo di rischio.

La conferma del rating riflette, inoltre, il business mix ben diversificato e verticalmente integrato di A2A, l’impegno per un’attenta disciplina finanziaria oltre che il forte commitment al mantenimento del rating attuale nel proprio percorso di crescita sostenibile.

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Arresti per corruzione negli appalti, E-Distribuzione promette tolleranza zero

in Economia/Energia/Finanza by

Con riferimento alle notizie relative all’inchiesta per corruzione in appalti pubblici in diverse regioni d’Italia, E-Distribuzione conferma la propria completa estraneità ai fatti e sottolinea la massima collaborazione alle indagini in corso. La società applica un approccio di tolleranza zero nei confronti dei fenomeni corruttivi e ha immediatamente attivato le opportune verifiche per poter valutare, in attesa degli esiti delle indagini giudiziarie, tutte le azioni legali a propria tutela“.

A dirlo è una nota di Enel Distribuzione che commenta così la notizia di quattro persone arrestate con l’accusa di aver alterato le procedure di appalto, anche grazie a un pirata informatico, per favorire le assegnazioni a un’azienda bergamasca. Su Bsnews trovate la notizia completa.

L’allarme di Confartigianato: caro-tassi e stretta al credito

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Finanza by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Sono le piccole imprese la spina dorsale dell’economia» un ritornello che ormai abituati ad ascoltare ma che non mette queste realtà, creative e capillari, al riparo da una brutale stretta dei cordoni del credito. Stando agli ultimi dati disponibili – è l’allarme lanciato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia  l’aumento del costo del denaro, conseguenza dell’incremento dei tassi (saliti di 296 punti), si associa a una riduzione dell’ammontare del credito concesso alle imprese. In questo contesto, le piccole attività e gli artigiani fanno più fatica, con tassi più elevati: 8,04% contro il 5,44% del totale imprese, sopra di 184 punti rispetto all’anno scorso e riducendo i prestiti del 9% (contro il -6,1% del totale imprese).

«L’economia della nostra regione e della nostra provincia sta rallentando e, tra i fattori di maggior responsabilità, c’è il calo dei prestiti – chiarisce il presidente di Confartigianato Brescia Lombardia Eugenio Massetti – Le conseguenze di questa situazione sono chiare, in particolare l’affievolimento della capacità del sistema d’impresa di affrontare e investire nelle transizioni in atto, da quella demografica a quella digitale fino a quella correlata al tema della sostenibilità. Com’è possibile aspettarsi dalle piccole imprese che colgano le sfide della contemporaneità senza che abbiano i mezzi per farlo?»

«Le MPI lombarde hanno sostenuto 1,8 miliardi di maggiori costi a causa dell’incremento dei tassi da giugno 2022 a settembre 2023 e solo nella provincia di Brescia 262 milioni, seconda dietro a Milano – ricorda il segretario generale di Confartigianato Lombardia, Carlo Piccinato. Tale situazione, assieme a criteri di offerta più stringenti, ha comportato una minore domanda di finanziamenti destinati agli investimenti e alla flessione dei prestiti».

Nel dettaglio, extra costi del credito per le MPI, con ricadute negative sulla domanda di investimenti, più elevati a Milano (660 milioni di euro), seguita da Brescia (262 milioni) e Bergamo (202). Maggiori costi correlati al caro tassi, insieme agli altri due costi scaturiti da criticità post pandemia (quelli legati all’allargamento del mismatch e quelli scaturiti dal caro bollette) pesano di più sull’economia del territorio di Brescia (3,3% del valore aggiunto) , Sondrio (3.3% del v.a.) e Lecco (3% del v.a.).

Il caro tassi sta penalizzando la domanda di credito peggiorando le dinamiche rilevate nello stesso periodo dello scorso anno, in modo particolare nella nostra provincia segnando un -15.3%, 4.022 milioni di euro in meno (variazione annua tra sett.2022 e sett.2023) precedendo Varese (-12,6%) e Sondrio (-10,3%) e quasi raddoppiando il dato regionale del -7,8%.

Conclude il presidente Massetti: «Il sistema d’impresa del territorio bresciano, dove le micro e piccole realtà rappresentano il 99,1% e l’artigianato il 28%, ha finora spinto e trainato la ripresa post pandemia dando un contributo importante – la nostro provincia concorre all’11% del valore aggiunto lombardo – al recupero del PIL nella Regione. Ciò accade nonostante le MPI bresciane abbiano sostenuto tra crisi energetica, caro tassi e difficoltà di reperimento del personale maggiori costi per 1,4 miliardi di euro, pari al 3,3% del valore aggiunto. Il susseguirsi della stretta monetaria e il rallentamento del commercio internazionale che si intreccia con situazioni destabilizzanti come il protrarsi della guerra in Ucraina e l’inasprimento del conflitto in Medio Oriente che ora si è allargato al Mar Rosso, hanno reso il contesto più turbolento portando diversi indicatori economici a ridurre il passo di crescita e le imprese ad un approccio sempre più ‘attendista’, che ancora sorregge la seppur flebile fiducia, ma che può degenerare in recessione».

La bresciana Gefran entra anche in Robot at Work

in Economia/Finanza/Meccanica by

Gefran S.p.A., azienda specializzata nella progettazione e produzione di sensori, sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali, ha sottoscritto un accordo di investimento per l’acquisizione di una quota di minoranza di Robot at Work S.r.l. (www.robotatwork.it), startup con sede a Rovato (BS).

Fondata nel 2017, RAW è una giovane realtà dinamica e innovativa che svolge attività di progettazione, realizzazione, vendita e installazione di impianti industriali, tra cui celle robotizzate standard, celle collaborative (che prevedono la compresenza di operatore e automazione industriale), controllo visivo e Virtual Commissioning. Acquisita nel 2021 dagli imprenditori Lorenzo e Rossella Codini, che ne mantengono per ora la maggioranza, ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2022 con un fatturato pari ad Euro 3.804.129 ed un utile pari ad Euro 37.509.

L’operazione è stata perfezionata tramite cessione di parte del capitale sociale appartenente ai soci di maggioranza e successivo aumento di capitale, a seguito dei quali Gefran S.p.A. detiene una quota pari al 24,83% di Robot at Work per un corrispettivo totale di Euro 576.000 (corrispettivo versato in denaro, tramite l’utilizzo di mezzi propri). Contestualmente alla firma dell’accordo quadro sono stati sottoscritti i patti parasociali che regoleranno la governance della società.

Marcello Perini, Amministratore delegato del Gruppo Gefran ha così commentato: “Siamo molto soddisfatti di questo accordo che rinforza la partnership con un fornitore strategico per Gefran. L’automazione dei processi manifatturieri è da sempre fattore competitivo per il successo del Gruppo e la stretta collaborazione con Robot at Work negli anni recenti ci ha consentito di apprezzarne la visione tecnologica, le competenze tecniche e l’eccellenza nel supporto al cliente. Riteniamo che l’accordo sottoscritto genererà valore sia per Gefran, che integrerà verticalmente le proprie capacità aggiungendo quelle distintive di RAW, sia per quest’ultima, che potrà trarre vantaggio dalle possibili sinergie con il Gruppo, mantenendosi al contempo libera di operare sul mercato e perseguire autonomamente le traiettorie di sviluppo delineate dal proprio management”.

“Siamo orgogliosi di iniziare una nuova fase della nostra collaborazione con Gefran. Grazie a questa operazione potremo infatti operare con ancora maggiore sinergia e determinazione con il Gruppo bresciano, leader del proprio settore a livello internazionale”, hanno affermato Lorenzo e Rossella Codini, rispettivamente Presidente e Consigliera Delegatadi Robot at Work. “RAW è un’azienda giovane attiva in un ambito tecnologico avanzato: non solo automazione, ma anche sviluppi virtuali, soluzioni “non convenzionali”, robotica innovativa. Il supporto di Gefran nel nostro percorso di crescita è lo stimolo a migliorarci e sviluppare sempre più soluzioni produttive strategiche e competitive per il Gruppo”.

Gli accordi tra le parti prevedono opzioni call e put a favore di Gefran che potranno essere esercitate entro un anno dall’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2027 della startup. L’esercizio dell’opzione call porterebbe Gefran ad acquistare un ulteriore 30% del capitale sociale con diritto di voto di Robot at Work a un prezzo calcolato secondo la formula stabilita nell’accordo di investimento. L’opzione put potrà essere esercitata anche prima di tale data al verificarsi di alcune condizioni usuali per questo tipo di operazione.

L’accordo di investimento prevede inoltre la firma di contratti di management a lungo termine con l’attuale direzione della startup per assicurare la continuità e lo sviluppo della società.

Grazie a questa acquisizione Gefran integra all’interno del proprio business sia le soluzioni sia le competenze tecniche del team RAW in ambito Virtual Commissioning, ovvero il nuovo metodo di sviluppo virtuale che, grazie a una replica digitale del processo da realizzare detta “Digital Twin”, consente una completa predizione del risultato dando la possibilità al cliente di visualizzare sia il solo impianto robotizzato che la sua integrazione nella linea di produzione esistente. Uno strumento indispensabile per rivedere le esigenze produttive in un’ottica di sostenibilità.

Gefran aggiornerà il mercato sul prosieguo dell’operazione, secondo le disposizioni regolamentari.

BancaValsabbina acquisisce il 4% di Anthilia Capital Partners

in Banche/Economia/Finanza/Valsabbina by

Sottoscritto l’accordo per l’ingresso da parte di Banca Valsabbina, per una quota pari al 4%, nel capitale di Anthilia Capital Partners SGR, società di gestione del risparmio innovativa, condotta da un gruppo di partner professionali con un track record specialistico nel segmento dell’asset management e della finanza complementare alle PMI.

L’operazione, a valere su una transazione di mercato secondario, si inserisce nel contesto di un più articolato accordo di natura commerciale funzionale al consolidamento della partnership già avviata da tempo tra le due realtà, con l’obiettivo di implementare ulteriori servizi alle PMI, anche nell’ambito di una strategia evolutiva comune nell’asset e wealth management.

Banca Valsabbina è il principale gruppo bancario popolare della provincia di Brescia, presente in 5 regioni del Nord Italia. La Banca offre un’ampia gamma di servizi per privati e famiglie, con una capillare copertura delle PMI locali: ponendosi quale banca del territorio innovativa, offre alle imprese – anche tramite partnership industriali o strategiche – una pluralità di servizi complementari alla finanza di tipo tradizionale (accesso al mercato dei capitali, emissione di minibond, operazioni di cartolarizzazione, etc.). In un contesto quindi di continua evoluzione ed integrazione delle aree di business, si inseriscono le diverse operazioni di investimento recentemente finalizzate dalla Banca, sia in ambito Fintech che in quello del corporate finance e dell’economia Reale, con l’obiettivo di agevolare la convergenza verso un modello di business sempre più integrato ed efficiente.  

Anthilia Capital Partners SGR è una Società italiana indipendente dedicata all’asset management per conto di clienti istituzionali e privati. Grazie alla specializzazione ed esperienza nei segmenti di riferimento, la SGR ha saputo affermarsi fin dal 2008 focalizzandosi sui valori richiesti dagli investitori: specializzazione, trasparenza, ritorno assoluto. La SGR ha raggiunto un patrimonio gestito di oltre 2,5 miliardi di euro con più di 1,3 miliardi investiti nel private capital ed una posizione di leadership nel segmento delle small cap italiane. Anthilia SGR è attiva nella gestione di fondi di investimento aperti e chiusi, mandati individuali a ritorno assoluto, Eltif e PIR alternativi, oltre che nella consulenza agli investimenti.

Le due realtà collaborano da alcuni anni nell’ambito del risparmio gestito con prodotti specializzati nell’economia reale e nei servizi “corporate” evoluti a supporto della crescita delle PMI, anche a valere su strumenti di finanza complementare. Il consolidamento della collaborazione tra la Banca ed Anthilia SGR, concretizzatosi con l’intesa, ha permesso di avviare un percorso comune, funzionale a sviluppare da un lato ulteriori soluzioni di risparmio e di investimento qualificate per clienti e famiglie, dall’altro ad offrire alle aziende prodotti e servizi a crescente valore aggiunto.

“Da tempo lavoriamo con Anthilia Capital Partners SGR, una realtà con cui sin da subito abbiamo condiviso mission e valori, premette Hermes Bianchetti, Vice Direttore Generale Vicario di Banca Valsabbina. L’investimento, ancorchè di minoranza, permette di consolidare la partnership con l’obiettivo di operare sempre più in sinergia, offrendo servizi specialistici e ad alto valore aggiunto per l’economia del territorio. Al contempo stiamo ampliando la gamma dei prodotti di risparmio gestito offerti alla nostra clientela qualificata, anche in linea con le esigenze ed i trend del mercato. Questa operazione è volta a rafforzare un network virtuoso che la Banca sta costituendo e rappresenta quindi un ulteriore ed importante traguardo nel nostro percorso evolutivo, sempre orientato a supportare al meglio le famiglie e le imprese del territorio, che rappresentano la nostra clientela di riferimento”.

“L’accordo finanziario ed industriale consegue un duplice obiettivo: contribuisce al percorso di crescita di Anthilia Capital Partners e rafforza la partnership con Banca Valsabbina, introducendo le basi per nuove ed ulteriori sinergie. Siamo certi e consapevoli che nell’ambito di questa intesa ci siano tutti gli elementi per creare un importante e reciproco valore aggiunto nell’ambito dei servizi alle PMI italiane e della gestione del risparmio: la specializzazione e la professionalità di Anthilia nei segmenti dell’economia reale, dell’asset & wealth management, coniugate alla presenza territoriale, alla competenza e alla riconosciuta professionalità distintiva ed indipendente di Banca Valsabbina”, commenta Giovanni Landi, Presidente di Anthilia Holding.

▼ Sovraindebitamento, altra sentenza a Brescia: il tribunale cancella 60mila euro a un 40enne

in Economia/Finanza by

Nel 2018, un attimo prima di finire per strada con moglie e figli, aveva deciso di rivolgersi al Tribunale di Brescia. A fine ottobre 2023 – dopo aver versato 350 euro al mese per quattro anni – si è visto cancellare ufficialmente dai giudici oltre 60mila euro di pendenze che gli impedivano di guardare al futuro con la speranza di farcela.

Protagonista della vicenda – secondo quanto riferisce BsNews, il giornale di Brescia online – è un quarantenne che vive a Bedizzole con la moglie e tre figli minorenni. Ogni mese, come commesso, porta a casa circa 1.500 euro al mese, ma il suo è l’unico reddito di casa e quei soldi non gli bastano nemmeno a sostenere le esigenze familiari. Intorno al 2017, l’uomo contrae i primi prestiti per l’acquisto di beni di uso quotidiano (un’auto di modesto valore, i mobili di casa etc) che – sommati alle spese correnti e al loop dei successivi finanziamenti fatti solo per sostenere le rate dei debiti – lo portano ben presto a trovarsi circa 80mila euro sulle spalle. Soldi che non sarà mai in grado di pagare.

A questo punto, il quarantenne decide di rivolgersi allo Studio Pagano & Partners di Brescia. “Al Tribunale – spiega l’avvocato Monica Pagano – abbiamo chiesto l’applicazione della Legge 3/2012 (nota anche come legge sul Sovraindebitamento o Salva-suicidi), oggi confluita nel Codice della crisi, che sancisce un principio molto semplice: nessuna persona onesta finita in difficoltà finanziaria può essere condannata a pagare per tutta la vita debiti che vanno ben oltre le sue capacità economiche. Concretamente – continua il legale – il nostro cliente ha versato con cadenza mensile quanto ragionevolmente poteva dare senza far venir meno il sostentamento alla propria famiglia (16.800 euro in tutto) e, ultimato questo percorso, è arrivata per lui l’esdebitazione. In parole povere – conclude Pagano – i restanti debiti sono stati azzerati e da questo momento il quarantenne e la sua famiglia possono ripartire da capo, senza il fardello di segnalazioni pregresse e tornando anche ad accedere al credito, se mai ne avranno davvero bisogno”.

Brescia, il calo dei crediti alle imprese è forte: -7,8%

in Economia/Finanza by

 A marzo 2023, lo stock di prestiti (al netto di pronti contro termine e sofferenze) erogati alle imprese industriali bresciane ammonta a 11,3 miliardi di euro, evidenziando una flessione del 7,8% sullo stesso periodo del 2022. La dinamica riscontrata a Brescia appare più intensa di quanto rilevato in Lombardia (-5,0%) e in Italia (-3,1%).

A evidenziarlo è un focus realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia e contenuto nella 17esima edizione del Booklet Economia, disponibile in formato digitale e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 25 luglio, tra cui una specifica sezione sugli aggregati creditizi nel territorio bresciano.

Il credito a disposizione delle aziende attive nell’industria subisce quindi una discesa, dopo la fase fortemente espansiva che aveva invece caratterizzato buona parte del biennio 2021-2022. Come indicato da Banca d’Italia, le motivazioni alla base di tale riduzione vanno essenzialmente ricondotte alla minore domanda da parte delle imprese, a seguito della più ridotta necessità di copertura del circolante e di finanziamento degli investimenti, oltre all’aumento del livello generale dei tassi di interesse.

“Attraversiamo una fase caratterizzata dai rialzi dei tassi avviata dalla BCE e da una maggiore rigidità del settore bancario, legata a una più elevata percezione del rischio e a una minore tolleranza dello stesso da parte degli intermediari. – commenta Paolo Streparava, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco –. In tale contesto, si osserva come il Made in Brescia abbia fatto fronte alla situazione ricorrendo alle importanti liquidità maturate: si tratta certamente di un importante “polmone” per le nostre imprese, che può essere destinato, in questo periodo caratterizzato da forti restrizioni nell’offerta, per finanziare il circolante e i piani di investimento approvati dalle aziendeTuttavia, siamo consapevoli che tale strada non può rappresentare una soluzione di lungo periodo al problema, quanto invece una prima risposta, non strutturale, alla condizione che stiamo vivendo in questo periodo. In prospettiva, il sistema imprenditoriale deve essere ricettivo nella ricerca di soluzioni stabili a queste problematiche, valutando strumenti di finanza alternativa.”

L’inedita fase di rincari dei tassi di interesse, avviata dalla BCE con l’obiettivo di contrastare la corsa dell’inflazione dei prezzi al consumo, sta quindi determinando un’accelerazione degli oneri finanziari a carico del sistema delle imprese. A riguardo, come evidenziato durante i lavori della 41° edizione dell’Osservatorio Congiunturale Scenari&Tendenze, le stime del Centro Studi di Confindustria Brescia descrivono un’istantanea in cui, con riferimento alle sole società non finanziarie attive nell’industria, tali oneri ammonterebbero (per l’intero anno 2023) a poco più di 496 milioni di euro, con un incremento del 125% sul 2022 (221 milioni), quando l’importo pagato dal made in Brescia segnava già un +72% sul 2021 (129 milioni).

Va inoltre segnalato che le proiezioni sopra descritte sono da intendersi, in qualche modo, come prudenziali: esse, infatti, recepiscono i quattro rialzi del costo del denaro effettuati dalla BCE nel 2022 e i primi due (febbraio e marzo) realizzati quest’anno: non incorporano, invece, i tre aumenti fra marzo e luglio, né i possibili ulteriori rialzi nei mesi futuri

Allo stesso tempo, la liquidità a disposizione del sistema produttivo locale si mantiene particolarmente elevata: a marzo di quest’anno i depositi bancari e il risparmio postale detenuti dalle imprese è pari a 17,2 miliardi, un importo di fatto invariato nei confronti di fine 2022 (17,3 miliardi), in aumento dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

In tale contesto, va segnalato poi che l’inedito rialzo dei tassi di interesse non ha intaccato la qualità del credito erogato alle imprese, sebbene sia probabile che ciò avvenga nel prossimo futuro: le sofferenze nell’industria rilevate a fine marzo 2023 in provincia di Brescia, pari a 83 milioni di euro, evidenziano una modesta crescita dai minimi di dicembre 2022 (81 milioni) e riguardano lo 0,7% del totale dei prestiti, un valore storicamente molto basso. La situazione rilevata a Brescia si conferma migliore di quanto sperimentato in Lombardia (1,0%) e in Italia (1,2%).

Nel Booklet è inoltre presente un approfondimento relativo agli sportelli bancari presenti a Brescia e provincia. La necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e la dirompente diffusione delle tecnologie digitali, come l’home banking, hanno prodotto una significativa flessione nel numero degli sportelli bancari attivi sul territorio. A dicembre 2022, in provincia di Brescia si contano 661 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 32,0%. Come già evidenziato nel recente passato, il fenomeno ha inevitabilmente determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2022 si rilevano 53 sportelli ogni cento mila abitanti, contro gli 81 di fine 2008.

Perché è importante investire in modo consapevole, evitando improvvisazioni

in Economia/Finanza by

Investire comporta l’assunzione di numerosi rischi, i quali possono essere calibrati adeguatamente solo effettuando investimenti consapevoli.

Sebbene, grazie al web, all’internet banking e alle piattaforme di trading, acquistare e vendere titoli sia diventato, a livello pratico, molto più semplice rispetto al passato, scegliere i titoli giusti e costruire un portafoglio tarato sul proprio profilo di investimento continuano a essere operazioni molto complesse.

Certo, oggi anche i neofiti hanno un accesso praticamente immediato a dati e informazioni sui mercati finanziari e sui titoli, ma molto spesso non possiedono le competenze necessarie per utilizzarli; consultare informazioni sui megatrend, ossia, come è ben spiegato qui, quei“fenomeni dirompenti che indicano la direzione che sta prendendo il mondo”, oppure leggere gli indici di mercato serve davvero a poco se non si sa come sfruttarli a proprio vantaggio all’interno di una strategia di investimento.

Proprio per questo motivo è sempre consigliabile evitare il fai da te e rivolgersi a professionisti del settore che siano in grado di aiutare nella creazione di un piano e di un portafoglio tarato sulle proprie possibilità di investimento e di rischio.

Investire non è una scommessa

La già citata facilità di accesso al mondo degli investimenti, favorita da internet, può far nascere nei non addetti ai lavori la sensazione che, dopotutto, si tratti di un’attività poco impegnativa e divertente, non troppo dissimile dalle scommesse e in grado di portare guadagni facili.

La realtà dei fatti è del tutto diversa, in quanto investire e scommettere sono due attività affatto diverse; mentre gli scommettitori si basano sul proprio istinto e su una buona dose di intuito e fortuna, gli investitori consapevoli effettuano una serie di analisi, consultano i grafici, applicano strategie collaudate e seguono gli andamenti del mercato al fine di comprendere in quale direzione potrebbe andare un determinato titolo e aumentare la possibilità di ottenere un profitto.

Chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti, aprendo magari un conto su una piattaforma di trading online, dovrebbe tenere conto di questo importante aspetto, in quanto agire in modo avventato e senza una preparazione adeguata o il sostegno di un esperto può comportare non pochi problemi.

I rischi degli investimenti

Qualsiasi tipo di investimento, anche quello ritenuto, a livello teorico, più sicuro, comporta l’assunzione di una certa dose di rischio.

Il rischio di un investimento può prendere due forme:

  • impedire il raggiungimento degli obiettivi finanziari prefissati;
  • portare a una perdita di capitale parziale o totale.

Mentre per un neofita può sembrare impossibile capire quale possa essere il reale livello di rischio di un determinato titolo o di uno strumento finanziario in particolare, i professionisti sono in grado di valutare in modo adeguato questo fattore. Per farlo prendono in considerazione vari elementi, tra i quali rientrano:

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