Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Fanghi e gessi agricoli, Rolfi contro Roma: propongano normativa adeguata

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Regione by

Il ministero della Transizione ecologica ha inviato i rilevi al Dipartimento degli Affari Regionali sulla ‘Seconda legge di revisione normativa ordinamentale 2021’, contenente le norme riguardanti il controllo e il monitoraggio dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura.

“Sui gessi – spiegano gli assessori all’Agricoltura, Fabio Rolfi, e all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – Regione Lombardia aveva colmato un vuoto legislativo nazionale”. “Il Ministero della transizione ecologica invece – proseguono i due assessori – anziché preoccuparsi di fare rapidamente una norma ad hoc che preveda il tracciamento dei fanghi, propone di impugnare nuovamente davanti alla Corte costituzionale anche la nuova versione già modificata della legge della Lombardia. Ci aspetteremmo che, contrariamente a questi atti, ci sia al più presto una norma nazionale, in linea con quanto previsto dalla norma regionale”.

I gessi di defecazione da fanghi sono stati inseriti per legge nell’elenco dei fertilizzanti e, anche se prodotti a partire da rifiuti, escono dai controlli e dalle tutele ambientali previste dalla regolamentazione dei rifiuti.

“Regione Lombardia – dicono Rolfi e Cattaneo – è intervenuta con una legge proprio per sopperire a una grave lacuna circa il fatto che per tali materiali, pur sapendo chi li produce, non è previsto un tracciamento dell’uso finale che pertanto espone a possibili comportamenti impropri, che si sono anche riscontrati più volte”.

“È stato lo stesso ministro Cingolani – concludono – ad annunciare recentemente la necessità di una norma nazionale in tempi rapidi. È questa che ci saremmo aspettati. Non la proposta di una nuova impugnativa

Promotica, l’accordo con Selex vale 7,5 milioni di euro

in Commercio/Economia/Garda/Zone by

Promotica S.p.A. (EGM: PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy quotata su Euronext Growth Milan – inaugura la collaborazione con Selex Gruppo Commerciale grazie all’aggiudicazione del ruolo di General Contractor unico per l’ideazione e gestione del catalogo premi nazionale 2022.

La commessa di Selex Gruppo Commerciale – il secondo attore in Italia nel settore GDO, con una quota di mercato del 14,5% – ha un valore di oltre 7,5 milioni di euro e rappresenta per Promotica la prima collaborazione con Selex su scala nazionale, dopo aver gestito in passato diverse campagne promozionali per le insegne del Gruppo. La campagna, che partirà nel mese di marzo e proseguirà fino a febbraio 2023, coinvolge 6 Imprese Associate a Selex Gruppo Commerciale, per un totale di oltre 600 punti vendita. Il catalogo è caratterizzato dalla presenza di numerosi prodotti Made in Italy realizzati dalle migliori aziende manifatturiere del Paese.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha commentato: “Il 2022 si apre con un’operazione di assoluto rilievo, la fiducia accordataci da Selex per la realizzazione del catalogo nazionale, che per la prima volta verrà interamente gestito da noi, ci rende orgogliosi e siamo certi ci porterà nuova visibilità e autorevolezza nel panorama della loyalty. Questa campagna e le altre operazioni a carattere nazionale che abbiamo in programma per i prossimi mesi ci confermano come partner principale per la gestione delle attività di fidelizzazione dei grandi nomi della GDO”.

Imprese giovanili, nel Bresciano sono 10.002

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

Dopo il forte rallentamento dell’iniziativa imprenditoriale generato dalla crisi pandemica, nel 2021 torna la voglia di fare impresa dei giovani bresciani. Sono10.002 le imprese giovanili iscritte al Registro Imprese di Brescia a fine settembre quasi 200 in più rispetto allo stesso periodo del 2020.

Tra gennaio e settembre 2021, le iscrizioni di nuove imprese under 35 hanno rappresentato il 30% di tutte le iscrizioni di nuove imprese ai registri camerali.

Nell’ultimo anno i giovani bresciani, hanno trovato nuove opportunità imprenditoriali nel settore delle costruzioni, stimolati dalle misure legate al Superbonus, dove le imprese under 35 sono cresciute del 3,9%.

L’impulso maggiore arriva dal web. Nell’ultimo anno sono nate 91 imprese giovanili, pari a un incremento del 42,0%, che hanno fatto del commercio al dettaglio attraverso Internet il proprio “core-bussines”. Crescono anche le attività professionali (+9,1%) dove i giovani operano nell’ambito delle ricerche di mercato e nella consulenza tecnica. Degna di nota è la crescita del 2,0% delle imprese gestite da under 35 in agricoltura.

“Il dato che evidenzia l’incremento del numero delle imprese giovanili iscritte al RI rispetto allo scorso anno è confortante ed è un ulteriore segnale del consolidamento della ripresa economica in atto ma soprattutto – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – è testimonianza che anche tra le giovani generazioni è sempre vivo lo spirito imprenditoriale che, tradizionalmente, caratterizza il sistema economico bresciano. E’ in ogni caso sempre più necessario mettere in campo politiche per l’ulteriore incentivazione all’autoimprenditorialità giovanile, soprattutto negli ambiti più innovativi e ad alto contenuto tecnologico”

La fotografia scattata dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia mostra che a fine settembre, più di 6 giovani su 10 nel mettersi in proprio, hanno puntato su settori tradizionali, primo fra tutti il Commercio, dove si contano 2.207 imprese di under 35 (22,1% del totale), le Costruzioni (1.373 imprese pari al 13,7%), il Turismo (1.089, pari al 10,9%) e gli altri Servizi (801, pari all’8,0% del totale). Nell’industria manifatturiera operano 753 imprese giovanili (il 7,5% del totale), nell’Agricoltura si contano 718 giovani imprese (7,2%).

Un altro 15% dei giovani imprenditori bresciani fa impresa nei settori più innovativi e ad elevato utilizzo di tecnologie, quali i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività professionali, scientifiche e tecniche e i Servizi alle imprese.

Nel complesso, più di 8 imprese su 100 sono gestite da giovani under 35, ma se si guarda all’ultimo decennio emerge che rispetto al 2011 quando l’incidenza era dell’11,6% il peso dei giovani sul tessuto imprenditoriale ha perso più di 3 punti percentuali.

In dieci anni le imprese giovanili sono diminuite del 30% (corrispondenti a 4.200 imprese in meno) a fronte del calo del 3% che ha interessato l’imprenditoria bresciana nel suo complesso.

A contribuire alla perdita di oltre 4mila imprese giovanili hanno contribuito i settori più tradizionali delle costruzioni, del commercio e dell’industria manifatturiera.

Il settore delle costruzioni ha visto in dieci anni diminuire di oltre il 60% lo stock di imprese under 35 esistenti passate da 3.456 a settembre del 2011 a 1.373 nel 2021. Con la conseguenza che l’età media del settore si è innalzata, nel 2011 quasi 17 imprese su 100 operanti nelle costruzioni era gestito da under 35 nel 2021 la quota è calata al 7,5%.

Nel commercio, il numero delle imprese giovanili è calato del 22% (620 esercizi in meno) e nelle attività di alloggio e ristorazione del 23% (322 imprese in meno).

Consistenti anche le riduzioni fatte registrare dalle attività manifatturiere (-559 imprese pari a un calo del 42,6%) dove nel 2011 l’imprenditoria giovanile pesava per il 7,6% per passare ad appena il 5,0% nel 2021.

In termini relativi i cali più importanti si registrano nelle attività immobiliari (-38%) e nel comparto degli altri servizi (-24,9%).

Ad espandersi (+166 imprese nell’intero periodo, +30,6% in termini relativi) è stato il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche (comparto in cui rientrano le attività di consulenza gestionale e di direzione aziendale; di pubblicità e ricerche di mercato; la consulenza in materia di sicurezza etc.).

Sul fronte organizzativo la tipologia che è stata più interessata dal calo della base imprenditoriale giovanile è stata l’impresa individuale (-3.180 unità, pari al un calo del 30,7%) che, comunque, resta la tipologia preferita dai giovani per fare impresa (71,7% del totale). Nello stesso decennio i giovani nell’aprire una impresa hanno cercato una certa solidità strutturale come è evidente dall’aumento delle società di capitale (+4,5%) che contano il 20,4% delle imprese giovanili contro il 13,7% del 2011.

Sotto il profilo dimensionale, negli ultimi dieci anni è diminuita sensibilmente la numerosità della classe fino a 5 addetti (-30,2%), che è anche la più consistente considerato che concentra il 93% delle imprese under 35 attive in provincia. Ma importante, in termini relativi, è il calo della classe 50-249 addetti (-30,0%).

La forte contrazione del numero delle imprese giovanili registrata negli ultimi dieci anni ha interessato tutto il territorio nazionale. In Italia il numero delle imprese under 35 è diminuito di oltre di 157 unità pari al 23,1%. In Lombardia sono diminuite del 21,8%.

E’ importante osservare che le imprese che escono dallo stock delle imprese giovanili non necessariamente hanno chiuso l’attività, una parte, infatti, esce dalla categoria delle “giovanili” per il superamento del limite di età dei titolari o degli amministratori.

Resta, tuttavia, il fatto nel 2011 le imprese giovanili rappresentavano in provincia l’11,6% dell’intero universo imprenditoriale bresciano, mentre a fine settembre 2021 si attestano all’8,4%.

La componente demografica certamente ha contribuito col calo della natalità: tra il 2021 e il 2011 la popolazione bresciana tra 18-34 anni, ovvero la fascia di età dei potenziali imprenditori, è diminuita del 6,7%. Ne deriva che nel 2011 i giovani tra i 18-34 anni rappresentavano il 19% della popolazione bresciana, nel 2021 la quota è scesa al 17,7%.

Il calo della natalità e dell’iniziativa imprenditoriale ha ridimensionato la partecipazione dei giovani bresciani al sistema produttivo bresciano: nel 2011 si contavano circa 60 under 35 ogni mille giovani tra i 18-34 anni, nel 2021 la quota è calata a 45,4.

Brescia, la Metallurgia supera il Covid “in modo brillante”

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero by

Nel 2020 le imprese bresciane attive nel settore Sistema metallurgia hanno evidenziato risultati economici decisamente confortanti, soprattutto se contestualizzati alla luce della crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo è lo strumento dell’Indice Sintetico Manifatturiero – ISM, frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel dettaglio, tale indice, applicato ai bilanci 2020 di quasi 200 realtà bresciane attive nel comparto, fornisce una lettura sintetica di come la crisi da Covid-19 abbia impattato sull’economia di tale settore. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) rimane invariata rispetto all’anno precedente, attestandosi al 30% del totale. Nonostante i peggioramenti registrati nelle altre classi di merito a seguito della crisi pandemica, la tenuta dell’intero comparto non può che ricevere una valutazione nel complesso positiva. Un elemento che conferma con forza questa tesi è che nel 2020 due imprese su tre del settore Metallurgia si posizionano nella parte alta della classifica (A e B). 

L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. La crisi del 2009 ha avuto effetti devastanti per l’intero settore, una dinamica che nel 2020 non si è manifestata con tale intensità. In termini di Conto Economico tutte le principali voci hanno avuto andamenti di gran lunga migliori rispetto a quelli rilevati un decennio prima. Nel 2020 il fatturato complessivo del comparto, a livello locale, ha subito una contrazione del 13,6%, a fronte di un crollo del 47,8% sperimentato nel 2009, giustificato anche dal significativo sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime impiegate nei processi produttivi. Il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, nel 2009 è precipitato del 78,9%, contro il -29,3% nel 2020. La diminuzione del risultato prima delle imposte nel 2009 è stata più di tre volte superiore rispetto a quella registrata nel 2020 (-43,2% nel 2020 contro il -130,1% nel 2020).

Sebbene i peggioramenti generati dalla crisi da Covid si siano indubbiamente manifestati per questo settore, lo strumento dell’ISM permette di capire chiaramente la differente intensità che ha contraddistinto le due crisi. Nel 2009 l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B crolla passando dal 68% al 53% (-15%), nel 2020 la dinamica è molto più morbida (-4%). Il Covid fa crescere di solo due punti percentuali la quota delle aziende verosimilmente più fragili, nel 2009 la quota relativa alla stessa classe era quasi raddoppiata (dal 6% all’11%). Il settore Metallurgia si presenta, alla vigilia di entrambe le crisi, con un posizionamento nelle quattro classi di merito molto simile. Quello che però cambia sono gli effetti: nella Grande Recessione il colpo subito fu particolarmente duro; invece nella crisi da Covid il settore ha retto molto bene. Una dinamica che trova spiegazione soprattutto dal fatto che questo comparto, terminato il lockdown imposto al culmine della crisi pandemica, è riuscito ad intercettare con grande capacità la vigorosa crescita di domanda globale di metalli ferrosi e non. Risultati quindi che danno ancora più fiducia ad un settore strategico e rilevante a livello locale e nazionale come quello metallurgico.

“Il settore della metallurgia, sia ferrosa che non ferrosa, ha dato dimostrazione di essere un comparto sano – commenta Giovanni Marinoni Martin, Presidente del settore Sistema Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Aziende sempre più dinamiche e solide che, oltre ad avere investito negli anni in innovazione e ricerca, hanno puntato molto anche nell’internazionalizzazione. La pandemia ha colpito l’economia mondiale nel 2020 ed ha sicuramente bloccato l’economia del nostro paese, che però ha saputo reagire, recuperando velocemente i mesi persi. Oggi le nostre aziende sono molto più moderne, più automatizzate, più sostenibili e molto più rivolte al mercato europeo. La vera sfida che ci troviamo oggi ad affrontare è il costo della bolletta energetica. Sia quella elettrica che quella del gas. Siamo ora di fronte ad una vera rivoluzione, che rischia di mettere l’Europa e l’Italia in un angolo, a causa degli alti costi dei prodotti energetici che rendono le nostre produzioni non più competitive rispetto a quelle di altri paesi, che usano fonti energetiche più inquinanti come il carbone. L’Europa e l’Italia hanno un compito molto importante: da un lato devono facilitare la transizione energetica senza distruggere lungo la strada le economie energivore, dall’altro devono facilitare l’aumento di produzione di fonti energetiche riducendo i vincoli che impediscono la nascita di nuovi impianti di produzione più sostenibili, senza abbandonare il vecchio prima di aver avviato il nuovo.”

FerrovieNord, il nuovo presidente è Fulvio Caradonna

in Economia/Nomine/Trasporti by

Milano – L’assemblea di FERROVIENORD ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023. Il nuovo CdA risulta così composto.

– Fulvio Caradonna, Presidente

– Emanuele Serina, Consigliere delegato

– Igor Castelli, Consigliere

– Donatella Colombo, Consigliere

– Luciana Frosio Roncalli, Consigliere

PROFILO PRESIDENTE – Fulvio Caradonna, nato nel 1962, vanta una lunga esperienza amministrativa e ha ricoperto numerosi incarichi in diverse realtà aziendali. Dal 1994 al 1998 è stato Consigliere comunale a Como e successivamente assessore ai Lavori pubblici, acque e strade, rischi idrogeologici, protezione civile (dal 1998 al 2007) e assessore alle Grandi opere, reti, acque e strade, rischi idrogeologici, protezione civile, mobilità, trasporti (dal 2007 al 2009). Membro del Consiglio di Gestione di Infrastrutture Lombarde tra il 2009 e il 2010, ha ricoperto anche l’incarico vice presidente ATM Servizi con delega alla supervisione del Contratto di Servizio verso l’Azionista (Comune di Milano), supervisione dei rapporti intercompany, relazioni esterne connesse alla funzione a supporto del posizionamento istituzionale della Società, verifica del sistema di gestione lavori in metropolitana, con particolare attenzione al recupero architettonico delle stazioni (2010-2011). Dal 2012 al 2018 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di FERROVIENORD e dal 2013 al 2018 Presidente del Comitato Trasparenza e Appalti (COTRAP) della stessa FERROVIENORD.

 “Sono molto felice e onorato per questo incarico – commenta il presidente Fulvio Caradonna -. FERROVIENORD è una società solida, che è cresciuta negli anni e che ha davanti a sé sfide importanti. Metterò a disposizione la mia esperienza per proseguire in questo percorso positivo e affrontare con determinazione e impegno tutti i progetti e le attività che FERROVIENORD sta sviluppando sempre con l’obiettivo di offrire un servizio efficiente e di qualità ai cittadini lombardi”.

Controllata al 100% da FNM, FERROVIENORD gestisce in Lombardia 331 km di rete e 124 stazioni dislocate su cinque linee nelle province di Milano, Varese, Como, Novara, Monza/Brianza (223 chilometri con 87 stazioni) e Brescia (108 chilometri con 37 stazioni). Sulla rete FERROVIENORD circolano 900 treni al giorno sui quali viaggiano circa 200.000 passeggeri con una frequenza che nelle ore di punta è di quasi un treno al minuto in partenza e in arrivo dalla stazione di Milano Cadorna. Accanto all’attività finalizzata alla circolazione dei treni, FERROVIENORD si occupa della gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria della rete, del suo adeguamento, dell’attivazione di nuovi impianti e dell’assistenza ai lavori di potenziamento.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Btl lancia un sondaggio su 12.000 imprese

in Banche/Btl/Economia by

Una indagine conoscitiva per meglio comprendere la percezione e approfondire l’interesse delle imprese bresciane e lombarde al tema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: è questo il primo passo del percorso di avvicinamento al PNRR varato in questi giorni da BTL Banca del Territorio Lombardo. A riportarlo è Brescia news.

Sul tema PNRR – rileva la banca con sede a Brescia – in primo luogo c’è da fare fronte a un problema di comunicazione. La necessità di una informazione che raggiunga la maggior parte delle persone emerge anche da recenti rilevazioni statistiche che indicano lo scarso grado di conoscenza degli italiani rispetto a questo argomento. A ciò si aggiunge il rischio che innanzi a un piano di tali dimensioni economiche, a risorse pubbliche in grado di intervenire in modo massiccio e massivo, ad obiettivi che appaiono davvero straordinari e di così ampio orizzonte, buona parte del tessuto economico del territorio – quello che fa riferimento a realtà economiche medio piccole – non si senta immediatamente chiamata in causa dagli effetti di questi investimenti.

 L’indagine conoscitiva che sarà effettuata in questa prima fase su 12.000 imprese clienti della banca è stata commissionata all’istituto di ricerche Astraricerche di Milano. Grazie a un questionario digitale anonimo di pochi minuti sarà possibile raccogliere indicazioni sul grado di conoscenza e di interesse delle imprese in generale rispetto al Piano Nazionale e in particolare alle sei missioni cardine (M1 – Digitalizzazione, innovazione competitività e cultura; M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica; M3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile; M4 Istruzione e ricerca; M5 Inclusione e Coesione; M6 Salute). Nei prossimi giorni sarà inoltre possibile per chiunque compilare il questionario digitale accedendo sul sito della banca (www.bancadelterritoriolombardo.it) e sui canali social.

L’esito dell’attività di raccolta dei questionari – opportunamente elaborata in un report da Astraricherche – verrà resa pubblica nella prima metà del mese di febbraio.

L’indagine conoscitiva rappresenta per BTL un’attività propedeutica a un’ulteriori iniziative che verranno proposte sul territorio nelle prossime settimane in collaborazione con il Gruppo Cassa Centrale con l’obiettivo di fare informazione e al contempo di mettere a disposizione delle PMI una serie di strumenti di supporto e di consulenza.

“Sull’importanza del più grande piano di sviluppo e di riforma del nostro Paese dal secondo dopoguerra non vi è alcun dubbio – sottolinea il Direttore Generale di BTL Matteo De MaioCome banca locale ci rendiamo conto però che tutto questo ancora non basta a far comprendere l’urgenza del tema per le imprese del nostro territorio, tanto più che i tempi di attuazione dello stesso – e quindi la scelta di non farsi trovare impreparati – non si conteranno in decenni, ma in pochi anni se non mesi, a partire da oggi e fino al 2026.

L’impegno che intendiamo prenderci – consapevoli del nostro ruolo di banca di riferimento locale e delle potenzialità derivanti dalla appartenenza al Gruppo bancario Cassa Centrale – sarà quello di rendere meno distante e più accessibile lo spazio tra le aziende e le realtà del nostro territorio, e le opportunità del più grande piano di sviluppo e riforma del nostro Paese dal secondo dopoguerra”.

Brescia, il settore Moda si rafforza, “ma rimangono criticità”

in Abbigliamento/Commercio/Economia/Tendenze by
Moda, foto da Pixabay

Nel 2020 le imprese bresciane attive nel settore Sistema moda hanno evidenziato risultati economici cautamente ottimistici, soprattutto se contestualizzati alla luce della crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo è lo strumento dell’Indice Sintetico Manifatturiero – ISM, frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel dettaglio, tale indice, applicato ai bilanci 2020 di quasi 130 realtà bresciane attive nel comparto, fornisce una lettura sintetica di come la crisi da Covid-19 abbia impattato sull’economia di tale settore. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) si attesta al 28% del totale, scendendo di due punti percentuali rispetto a quella registrata nell’anno precedente. Qualche preoccupazione riguarda la quota della classe D (in cui fanno parte le aziende verosimilmente più fragili) che sale di ben quattro punti percentuali (dal 5% al 9%).

L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. La recente crisi ha colpito duramente il settore Sistema Moda ma la marginalità industriale, a differenza del 2009, ha tenuto molto bene. Tutte le principali voci del Conto Economico, ad eccezione del fatturato, nel 2020 hanno avuto andamenti di gran lunga migliori rispetto a quelli rilevati un decennio prima. Nel 2020 i ricavi complessivi del comparto locale hanno subito una contrazione del 17,1%, a fronte di una riduzione del 14,7% sperimentata nel 2009. Il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, ha evidenziato nel 2009 una caduta del 36,5%, contro il -16,7% nel 2020. Anche il Reddito operativo registra un forte calo 29,6%, solo in parte paragonabile a quello rilevato nel 2009 (-96,0%).

Seppure le conseguenze della crisi da Covid siano state pesanti per questo settore, lo strumento dell’ISM permette facilmente di vedere come il Sistema moda nell’ultimo decennio abbia vissuto un periodo di significativo rafforzamento, che ha permesso di reggere piuttosto bene all’urto della crisi economica. Tra il 2020 e il 2009 l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B cresce, passando dal 39% al 65%. Dall’altra parte la quota delle aziende verosimilmente più fragili non subisce variazioni (9% sia nel 2020 che nel 2009). Ciò denoterebbe un settore oggi relativamente più forte, ma ancora caratterizzato al suo interno da una certa polarizzazione. In generale, vanno apprezzati gli sforzi compiuti dalle aziende in questi anni alla ricerca di un maggiore grado di patrimonializzazione e verso un posizionamento nelle fasce di mercato a più alto valore aggiunto.

“Alla luce dei dati emersi da ISM restiamo positivi in vista del futuro. Il Covid è stato un evento traumatico, ma allo stesso tempo ha dato una spinta importante a molte aziende del nostro comparto – spiega Luigi Franceschetti, presidente del settore Abbigliamento, Magliecalze, Calzaturiero e Tessile di Confindustria Brescia –. Penso, in particolare, a tutto l’ambito dei processi informatici e dell’e-commerce. Migliorando questi due aspetti, e coniugandoli con la forza del “Made in Italy” tipica del settore, è stato possibile reggere in modo decisamente migliore l’impatto della crisi mondiale rispetto a quanto avvenne con la grande recessione del 2009. Le prospettive sul 2022 sono quindi incoraggianti, anche se restano alcune incognite legate a questioni di carattere mondiale come i rincari dell’energia. Un tema che coinvolge soprattutto i nostri subfornitori, ma che rischia di ripercuotersi sull’intera filiera.”

Brescia, la pandemia non scuote il settore Meccanica

in Economia/Meccanica by
Meccanico, foto generica da Pixabay

Nel 2020 le imprese bresciane attive nel settore Meccanica hanno evidenziato risultati economici decisamente incoraggianti, soprattutto se contestualizzati alla luce della crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo è lo strumento dell’Indice Sintetico Manifatturiero – ISM, frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel dettaglio, tale indice, applicato ai bilanci 2020 di quasi 1.750 realtà bresciane attive nel comparto, mostra una solida tenuta rispetto alla situazione rilevata nel 2019. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) si attesta al 28% del totale, quota che risulta invariata rispetto all’anno precedente. La classe di merito B mostra movimenti marginali, perdendo infatti solo due punti percentuali. Unico dato che desta qualche preoccupazione è l’incremento della sezione D (l’ambito che accoglie le realtà potenzialmente più fragili) che passa dal 4% nel 2019 al 7% nel 2020. 

L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. Per prima cosa va evidenziato come il Conto Economico del settore Meccanica abbia avuto nel 2020, pur registrando significative contrazioni, un’evoluzione decisamente migliore di quella che aveva contraddistinto il 2009. A titolo esemplificativo, nel 2020 il fatturato complessivo del comparto locale ha subito un calo del 9,8%, a fronte di una riduzione del 25,8% sperimentata nel 2009. Anche gli altri principali saldi intermedi del Conto Economico mostrano dinamiche coerenti con quanto sopra riscontrato. Il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, ha evidenziato nel 2009 una caduta del 33,0%, contro il 14,4% nel 2020. Analoghe considerazioni valgono anche per il Risultato prima delle imposte, che nell’ultimo anno è calato complessivamente del 33,0%, mentre nel 2009 aveva evidenziato un vero e proprio dimezzamento (-49,4%).

Tutto ciò si ripercuote sui punteggi prodotti dall’ISM: l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B, tra il 2008 e il 2009 ha riscontrato una flessione di circa il 6%, passando da una quota del 53% al 47%. Tra il 2019 e il 2020 lo stesso aggregato è sceso solo di due punti percentuali (dal 63% a 61%), una contrazione che vede coinvolti unicamente gli operatori posizionati nella classe B, la quota nella classe A rimane infatti immutata. Il confronto tra i due bienni (2020/19 e 2009/08) permette di osservare come il settore Meccanica si sia notevolmente rafforzato negli ultimi 10 anni: ciò è evidente se si prende in considerazione la quota delle imprese che si posizionano nelle prime due fasce di merito (A e B), passata ad essere meno della metà nel 2009 ad un abbondante 60% nel 2020. In sintesi, ISM fotografa un settore Meccanica che nella crisi pandemica ha sostanziale tenuto e che mostra nell’ultimo decennio un deciso irrobustimento. Risultati che appaiano importanti vista la rilevanza economica ed occupazionale che contraddistingue tale settore nella provincia bresciana. Allo stesso tempo il 7% nel 2020 della classe D – quota che rappresenta quelle imprese che versano in uno stato di potenziale fragilità – non deve essere né trascurato né sottovalutato ma al contrario letto ed analizzato con particolare attenzione.

“La resilienza mostrata dalle nostre aziende in questi anni di pandemia, la forza nell’innovare e quella di essere presenti in tutto il mondo, con il record di esportazioni, certifica il valore del nostro comparto produttivo, capace di affrontare questa crisi con maggiore forza rispetto a quanto avvenne nella grande recessione del 2008/09 – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del settore Meccanica di Confindustria Brescia –. Nel 2021 stiamo assistendo a un forte recupero dei volumi, ma questo non basta: ora serve una politica comune europea che porga un freno, in modo strutturale, a due problematiche emerse nell’ultimo anno come l’aumento delle quotazioni dei metalli e dell’energia o, come abbiamo detto più volte, sarà troppo tardi.”

Agricoltura e pratiche commerciali scorrette, Confagricoltura ne parla venerdì con il ministro

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Contrastare le pratiche sleali nei rapporti commerciali: con questo spirito, sul finire dello scorso anno, è stata recepita la direttiva europea del 2019, divenuta normativa cogente in Italia a novembre con il decreto legislativo 198/2021. Un tema, quello delle pratiche sleali, che interessa moltissimo anche il settore agricolo bresciano, in particolare per i rapporti tra i vari soggetti della filiera agroalimentare, spesso caratterizzati da un’asimmetria dimensionale che incide in modo rilevante sulla forza contrattuale, arrivando a sfociare, in alcuni casi, in veri e propri comportamenti sleali. È proprio in questo frangente che si colloca il convegno “Pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare: come le nuove norme tutelano gli agricoltori” (Sottotitolo: “Il ruolo delle organizzazioni agricole nell’attività di contrasto ai rapporti sleali tra le imprese alla luce del Dlgs 198/2021”), organizzato per venerdì 14 gennaio alle 10 da Confagricoltura Brescia. “A fare spesso le spese di queste asimmetrie e comportamenti sleali sono gli agricoltori, soprattutto laddove gli accordi non sono mediati da momenti di aggregazione del prodotto – spiega il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -. Una normativa più stringente sul tema è un passo positivo verso il riequilibrio delle filiere, step sempre più necessario per i tanti comparti, a partire da quelli zootecnici, alle prese in questi mesi con il crollo della redditività causato dall’impennata sia dei costi delle materie prime sia dell’energia”.

Il convegno, che non prevede la presenza del pubblico, visto il delicato momento di diffusione della pandemia, sarà trasmesso in diretta sui canali Facebook e Youtube di Confagricoltura Brescia dalla sala consiliare Celesti del Comune di Lonato del Garda. I relatori, invece, saranno presenti nel palazzo municipale. La relazione centrale sarà appannaggio di Francesco Fasani, avvocato cassazionista, che approfondirà il quadro delle tutele introdotte e condurrà una disamina delle pratiche commerciali vietate nell’ambito delle cessioni di prodotti agricoli e alimentari. A discuterne con il presidente di Confagricoltura Brescia Garbelli ci saranno il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario per le Politiche agricole alimentari e forestali, l’onorevole Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Fabio Rolfi, assessore all’ Agricoltura della Regione Lombardia, e Alessandro Mattinzoli, assessore alla Casa della Regione Lombardia. In apertura del convegno porteranno i loro saluto il sindaco e l’assessore all’Agricoltura del Comune di Lonato Roberto Tardani e Massimo Castellini.

L’incontro è organizzato nei giorni in cui si sarebbe dovuta svolgere la 64esima edizione della Fiera di Lonato del Garda, annullata dall’organizzazione per il crescere dei contagi.

Camera di commercio di Brescia, ecco gli eventi della settimana

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Di seguito, come di consueto, riportiamo gli eventi della settimana promossi dalla Camera di commercio di Brescia e provincia.

4/22 – WEBINAR GRATUITO PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: PIATTAFORMA DIRE, 13 GENNAIO 2022

Per incentivare gli utenti all’utilizzo dell’applicativo DIRE, ambiente unico di compilazione pratiche, e per accompagnare i diversi rilasci previsti nel corso del 2022, InfoCamere offre una serie di webinar.

Prossimo incontro giovedì 13 gennaio 2022, dalle ore 15:00 alle ore 17:00, tramite piattaforma Zoom.

L’adesione è a titolo gratuito, previa iscrizione.

Programma completo e modalità di partecipazione sul sito www.bs.camcom.it

5/22 – WEBINAR GRATUITO PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: LIBRI DIGITALI, 21 GENNAIO 2022

Infocamere promuove una nuova sessione del webinar dedicato al portale delle Camere di commercio per la tenuta digitale dei libri d’impresa.

L’incontro è venerdì 21 gennaio 2022, dalle ore 14:30 alle ore 16:00, tramite piattaforma Zoom.

L’adesione è a titolo gratuito, previa iscrizione.

Programma completo e modalità di partecipazione sul sito www.bs.camcom.it

6/22 – COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI D’IMPRESA – AVVIO DELLA PIATTAFORMA TELEMATICA

E’ operativa dal 15 novembre 2021 la composizione negoziata della crisi d’impresa attraverso la piattaforma telematica nazionale delle Camere di Commercio.

Per informazioni sul servizio consultare il sito www.bs.camcom.it

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