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Brescia, ecco i tre saggi che guideranno Confindustria nella scelta del nuovo presidente

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  • La Commissione di designazione presiede al corretto ed efficace svolgimento del processo organizzativo per l’elezione del Presidente; il compito avrà la durata di 8 settimane, l’insediamento della Commissione è previsto nella settimana tra l’8 e il 14 febbraio.

Sono stati sorteggiati ieri pomeriggio durante il Consiglio di Presidenza – all’interno di una rosa di 9 nomi – i 3 membri della Commissione di Designazione che presiederà al corretto ed efficace svolgimento del processo organizzativo per l’elezione del Presidente di Confindustria Brescia, nel quadriennio 2021-2025.

Si tratta di: Maria Chiara Franceschetti (Gefran Spa), Giovanni Silvioli (Camfart Srl) e Renato Gnutti (Gnutti Transfer Spa); il membro supplente è Francesco Franceschetti (Marfran Srl).

Il lavoro della Commissione di Designazione durerà 8 settimane; la Commissione ha funzioni proattive di selezione qualitativa delle candidature e di analisi e possibile sintesi delle indicazioni di preferenza, delle valutazioni programmatiche e delle aspettative di rappresentanza espresse nel corso delle consultazioni. Per questa ragione, individua gli strumenti di acquisizione dei dati organizzativi, predispone il calendario di almeno 5 incontri per le consultazioni da comunicare subito a tutti gli associati (tra questi anche il Presidente in carica), stabilisce le modalità per comunicare le candidature e può richiedere l’intervento del Collegio Speciale dei Probiviri per garantire il corretto svolgimento del confronto.

Sono inoltre previste due differenti ipotesi alternative che, di fatto, si sommano al lavoro di ampia consultazione svolto dalla Commissione.

La prima prevede che, nella prima settimana di lavoro della Commissione (l’insediamento è previsto nella settimana 8 – 14 febbraio), la stessa possa ricevere candidature o autocandidature supportate dal sostegno di aziende associate che complessivamente rappresentino almeno il 10% dei voti dei soci effettivi. In questo caso, la Commissione dovrà informare tutti gli associati di queste eventuali candidature e sottoporle al gradimento degli stessi. Ciò significa che simile tipologia di candidatura, laddove nella fase di consultazione ne emergessero altre più gradite, potrebbe anche non essere sottoposta al parere del Consiglio Generale che sarà chiamato a individuare il “Presidente Designato”. Potrebbe anche essere sottoposta al voto del Consiglio Generale (organismo che esercita il voto “per testa”), ma non ricevere il maggior numero di preferenze.

La seconda ipotesi, invece, riguarda quelle candidature che potrebbero arrivare nel corso delle consultazioni, supportate da almeno il 20% dei voti dei soci effettivi: in questo caso, la candidatura dovrà essere comunque sottoposta al giudizio, ossia al voto, del Consiglio Generale. Questa tipologia di candidatura si aggiungerà a quelle che la Commissione di Designazione rileverà nel corso del proprio operato (queste ultime non possono essere più di 3).

È inoltre implicito che, prima di esprimere il voto, il Consiglio Generale ascolterà i candidati perché presentino le linee programmatiche del loro lavoro, laddove fossero eletti Presidenti.

Per quanto concerne la presentazione della squadra, questa avverrà solo per il “Presidente Designato”, ossia solo dopo il voto del Consiglio Generale.

Fondo Nuove Competenze: siglato l’accordo tra Confindustria Brescia e sindacati

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  • L’intesa consente di accompagnare le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi, offrendo ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove e maggiori competenze professionali.

Confindustria Brescia e Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno sottoscritto mercoledì l’accordo territoriale per facilitare l’accesso al Fondo Nuove Competenze introdotto dal Decreto Rilancio.

L’intesa consente di accompagnare le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi, offrendo ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove e maggiori competenze professionali.

Per rilanciare l’economia e sostenere le imprese nei processi di innovazione e sviluppo è, infatti, necessario investire sulla formazione continua, leva per accelerare i processi di modernizzazione, favorire la competitività del sistema produttivo e l’occupabilità dei lavoratori.

Le imprese del territorio potranno sottoscrivere, una volta intervenuta l’attesa proroga per il 2021, gli accordi necessari per destinare parte dell’orario di lavoro, fino a un massimo di 250 ore per dipendente, ad azioni di formazione, beneficiando così anche dei contributi previsti pari al costo lordo delle ore di lavoro destinate alla formazione. I lavoratori che parteciperanno a tali percorsi formativi non avranno nessuna conseguenza sulla retribuzione spettante, diretta e indiretta, né sugli aspetti contributivi e previdenziali.

Sul piano operativo è stato convenuto che la condivisione degli accordi, per le aziende prive di rappresentanza sindacale interna, avverrà nell’ambito della Commissione per la formazione di Confindustria Brescia e Cgil, Cisl, Uil provinciali, già attiva per la formazione finanziata da Fondimpresa.

In merito, Confindustria Brescia e Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno espresso “soddisfazione per l’intesa raggiunta, che conferma l’impegno strategico delle parti sociali sul nostro territorio per la promozione e realizzazione di azioni formative di qualità. Si rinnova la possibilità di contribuire concretamente alla diffusione della formazione continua all’interno delle aziende, con l’obiettivo di accompagnare la crescita e lo sviluppo di nuove figure professionali. Perché per favorire l’innovazione di processo e di prodotto nel nuovo modello dell’economia circolare oggi servono specialisti, dalla produzione alla logistica, dalla qualità alla manutenzione, che alle tradizionali riconosciute abilità manuali affianchino anche crescenti competenze tecnologiche e digitali”.

Zona rossa, Bonometti chiede regole chiare e certezza di metodo

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“Nella assoluta necessità di tutelare la salute dei cittadini e preservare la capacità di risposta del sistema socio-sanitario, chiediamo regole chiare e certezza di metodo, per favorire la programmazione”. A dirlo, in una nota, è il presidente di Confindustria Lombardia, il bresciano Marco Bonometti, che commenta così il ritorno della nostra Regione in zona rossa.

“La tempestività nella valutazione dei dati e la coerenza con il reale andamento epidemiologico devono essere le basi per orientare le scelte del Governo – incalza Bonometti –  E’ più che necessario che vengano applicati tutti gli indicatori finalizzati alla definizione del livello di rischio, compreso il criterio resilienza del Sistema Sanitario Regionale. Tutto ciò è fondamentale affinché gli operatori economici abbiano fiducia nelle decisioni assunte perché altrimenti si rischia di compromettere irreversibilmente la continuità della ripresa che stiamo faticosamente rincorrendo”.

Confindustria Brescia: ecco il bilancio sociale 2019

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CONFINDUSTRIA BRESCIA: PUBBLICATO IL BILANCIO SOCIALE 2019

  • Il documento, realizzato con il contributo di Deloitte, è stato realizzato con l’obiettivo di intraprendere un percorso di rendicontazione di sostenibilità.

Brescia, 29 dicembre 2020 – È stato pubblicato in questi giorni il Bilancio di sostenibilità 2019 di Confindustria Brescia, documento realizzato con il contributo di Deloitte secondo gli standard internazionali del GRI (Global Reporting Initiative), con l’obiettivo di intraprendere un percorso di rendicontazione di sostenibilità

La scelta è stata motivata dalla piena consapevolezza che oggi è doveroso dare evidenza agli stakeholder degli obiettivi raggiunti e, soprattutto, degli impegni futuri che si intendono perseguire per migliorare la performance associativa in termini di sostenibilità e di impatti generati.

L’associazione non si è limitata ad analizzare e sistematizzare quanto fatto nel 2019, ma ha deciso, in seguito alla situazione di particolare gravità e complessità venutasi a creare quest’anno, di prolungare la rendicontazione ai primi otto mesi del 2020. Ora, l’obiettivo è quello di mettere a punto il Bilancio di sostenibilità 2020 nel primo trimestre dell’anno che sta per iniziare.

Dal punto di vista dei contenuti, il Bilancio si divide in cinque parti: la prima riguarda il profilo organizzativo di Confindustria Brescia, con la storia dell’Associazione, una delle più antiche in Italia, l’identità e la mission, il Codice Etico (l’insieme dei valori, dei princìpi e degli impegni che orientano e guidano le attività del Sistema Confindustria) e la struttura di governance.

Segue la parte sulla gestione della sostenibilità, con l’identificazione degli stakeholder rilevanti (imprese associate, istituzioni, amministrazioni ed enti, parti sociali) e la definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, nell’ambito di quelli adottati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, Confindustria Brescia si pone la finalità di sensibilizzare e incentivare le aziende, entro il 2030, a riconsiderare e ristrutturare i propri business model anche rispetto ai rischi ambientali e sociali e, conseguentemente, applicare strategie orientate alla transizione verso uno sviluppo aziendale più sostenibile.

Nella sezione sulla Responsabilità economica e di governance, dopo la presentazione del valore economico direttamente generato e distribuito dall’Associazione agli stakeholder (pari a circa 10 milioni di euro, di cui il 7,3% destinato a contributi e erogazioni liberali a beneficio della comunità e il 2,5% alle imposte, quindi al territorio), sono riportate le principali iniziative implementate al fine dello sviluppo delle imprese rispetto ai temi di accesso al credito e finanza agevolata, fiscalità, sensibilizzazione alla culturad’impresa e all’internazionalizzazione, nonché innovazione, rapporti con istituzioni, amministrazioni ed enti e attività di comunicazione verso gli stakeholder.

Nella quarta parte del Bilancio, quella sulla Responsabilità sociale viene sottolineato come la valorizzazione del personale interno dal punto di vista professionale e motivazionale rappresenti uno dei principali driver per il raggiungimento degli obiettivi associativi, insieme alla promozione della diversità e delle pari opportunità, alla promozione del benessere dei lavoratori, alla salute e sicurezza degli stessi, alla gestione, sviluppo e formazione dei talenti, ai rapporti con le scuole e le Università.

La parte finale del volume è dedicata alla Responsabilità ambientale, che rappresenta un punto focale nella definizione strategica delle attività associative.

Confindustria Brescia: per ogni dipendente 600 euro di spesa extra a causa del Covid

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  • Il dato riguarda la somma tra la spesa media a carico delle aziende per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.
  • A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene – oltre ai principali indicatori economici della Provincia di Brescia – uno specifico approfondimento sull’impatto del Coronavirus.

Brescia, 7 dicembre 2020 – Dall’inizio del lockdown, le aziende bresciane hanno speso in media 610 euro a dipendente per i costi di sicurezza legati all’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19: il dato riguarda la somma tra la spesa media per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.

A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia, documento realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – disponibile in formato digitale –, e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 30 ottobre.

“I numeri raccolti dal Centro Studi di Confindustria Brescia evidenziano il forte impegno, anche economico, messo in atto dalle nostre aziende sul tema della sicurezza – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. Si tratta di un versante su cui abbiamo compiuto numerosi e importanti sforzi negli ultimi anni. Nonostante ciò, il Covid-19 ha rappresentato una sfida inedita e drammatica da affrontare. Ci siamo fatti trovare pronti: siamo stati la prima provincia in Italia a realizzare un protocollo condiviso con i sindacati per il rientro al lavoro, nello scorso mese di aprile, e abbiamo proseguito nei mesi successivi rispettando e implementando gli accordi presi. Una sfida che abbiamo vinto, come testimonia il fatto che nessuna fabbrica bresciana è divenuta focolaio dell’epidemia.”

Oltre ai principali dati economici bresciani, nel Booklet è presente un’apposita sezione dedicata all’impatto del Covid-19 sul sistema bresciano. In particolare, gli operatori interpellati hanno dichiarato, per il periodo gennaio-settembre 2020, in media un calo per­centuale del fatturato del 9% rispetto ai primi nove mesi 2019.

Riguardo alle misure di gestione del personale adottate dalle imprese in seguito all’emergenza sanitaria: l’85% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato la Cassa Integrazione Guadagni; il 77% di aver introdotto o intensificato lo smart working; il 64% di aver fatto ricorso alle ferie obbligatorie; il 56% di aver ridotto le ore di lavoro; il 25% di aver rinviato le assunzioni previste; il 17% di aver fatto formazione aggiuntiva del personale; il 16% di non aver prorogato i contratti a termine.

Per quanto riguarda i costi “una tantum” (termoscanner, barriere protettive) per l’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19, le aziende hanno dichiarato una spesa media per dipendente pari a 152 euro, con punte più elevate nei settori: legno e minerali non metalliferi (319 euro), meccanica (155) e metallurgia (187). Tra le classi dimensionali, la spesa risulta più elevata per le piccole imprese (179 euro) e per le medie (167), rispetto alle micro e a quelle di maggiore dimensione.

In merito ai costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali) per l’applica­zione del Protocollo aziendale Covid-19, gli operatori hanno dichiarato di dover sostenere, dall’inizio del lockdown fino alla fine di quest’anno, una spesa media per dipendente pari a 458 euro, con costi più elevati nell’alimentare (607 euro), legno e minerali non metalliferi (475), meccanica (480) e, a livello dimensionale, nelle piccole (501 euro) e medie aziende (477).

#IoPagoIFornitori: la campagna di Aib a quota 530 adesioni

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Una risposta significativa, per numero di adesioni e rappresentatività. A 8 mesi dal lancio, la campagna #iopagoifornitori – promossa da Confindustria Brescia e ideata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l. – ha raccolto l’adesione di 530 realtà.

Insieme a Confindustria Brescia, promuovono l’iniziativa numerosi partner istituzionali: Anima, UCIMU Sistemi per produrre, Confindustria Lombardia, ACB – Associazione Comuni Bresciani, Comuni di Castelmella e Pontoglio, Apindustria, F.A.I. Brescia, Camera di Commercio di Brescia, Associazione Artigiani, Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale, CNA Brescia, Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili di Brescia.

Per effettuare un primo bilancio della campagna, si terrà domani, mercoledì 25 novembre, alle ore 17.00 un webinar intitolato “L’etica non va in lockdown”. Nel corso dell’appuntamento online saranno illustrati azioni, numeri e testimonianze di un modello virtuoso a chiamata delle istituzioni e delle imprese che condividono la necessità di fare rete.

L’evento permetterà, inoltre, di delineare ulteriormente le finalità del manifesto, grazie alla testimonianza delle associazioni e di alcuni imprenditori che hanno sposato l’operazione. Sarà anche un momento importante per condividere il modello sviluppato sul territorio bresciano, come esempio nel trasmettere la responsabilità di filiera, con l’obiettivo che #iopagoifornitori diventi quanto prima un manifesto nazionale.

L’obiettivo dell’iniziativa e del Manifesto, delineato già a marzo, è infatti quello di sensibilizzare e stimolare le imprese del sistema economico che possiedono “valori” etici eche ritengono dunque di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante tutte le problematicità legate all’emergenza del Coronavirus e, in caso di effettiva difficoltà di liquidità, ad adottare soluzioni e comportamenti etici, trasparenti ed efficienti.

Il Manifesto intende inoltre richiamare l’attenzione anche della Pubblica Amministrazione, sollecitandola a maggior ragione in questa fase di straordinaria criticità, ad onorare i pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Il progetto vede Brescia come punto di riferimento di un messaggio di valore e responsabilità. Migliaia di aziende hanno già adottato il marchio in tutto il territorio nazionale.

L’iniziativa #iopagoifornitori si inserisce in un contesto nazionale che vede l’Italia al 26° posto su 29 Paesi analizzati a livello europeo per quanto riguarda i pagamenti (fonte: European Payment Report 2019), con 48 giorni di media nel B2B, contro i 40 giorni continentali; un ritardo che si aggrava nella Pubblica Amministrazione, con una media nazionale di 67 giorni contro i 42 europei, al 27° posto nella graduatoria; in questo caso il trend ha comunque segnato un netto miglioramento nel corso degli ultimi anni (la media italiana era di 131 giorni nel 2016).

A livello bresciano, l’Osservatorio Pagamenti – coordinato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – ha invece visto l’adesione, tra luglio e settembre, di 365 imprese associate, per un valore complessivo di 9,3 miliardi di fatturato e oltre 22 mila addetti. Tale Osservatorio, nato all’interno dell’iniziativa #iopagoifornitori, ha come obiettivo il monitoraggio dei pagamenti B2B e della PA in questa delicata fase congiunturale.

Alla domanda se l’azienda stesse riscontrando in questi mesi ritardi nei pagamenti da parte delle imprese clienti, ha risposto sì il 51% del campione, e no il 49%.

Tuttavia, tra le realtà che hanno risposto all’indagine, ben il 95% dichiara di pagare i propri fornitori senza ritardi rispetto a quanto concordato nelle clausole contrattuali, un evidente segnale del capitale sociale che da sempre contraddistingue il territorio bresciano.

Per iscriversi al webinar dell’iniziativa #iopagoifornitori, “L’etica non va in lockdown”, è sufficiente registrarsi sul sito www.confindustriabrescia.it, nella sezione Prossimi Appuntamenti.

Imprese: su la produzione (+21,2%), ma i livelli sono ancora inferiori a quelli dello scorso anno (-5,2%)

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“Nel terzo trimestre, come previsto, la ripresa delle attività ha permesso al settore manifatturiero lombardo un significativo recupero dei livelli produttivi” – dichiara il Presidentedi Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “L’incremento congiunturale dell’indice della produzione per l’industria e per l’artigianato supera il +20% rispetto al trimestre precedente. Questa crescita congiunturale interessa sia la domanda interna che quella estera e anche il fatturato si allinea alle altre variabili: l’aumento rispetto al trimestre precedente è del +20,7 % per le aziende industriali e del +23,4% per l’artigianato. Ciò nonostante le previsioni degli imprenditori per il trimestre invernale sono improntate ad un cauto pessimismo e su base tendenziale i dati rimangono ancora negativi.”

Il terzo trimestre 2020 registra un rimbalzo congiunturale consistente della produzioneindustriale (variazione congiunturale destagionalizzata +21,2%) e un’attenuazione della contrazione tendenziale (la variazione tendenziale è contenuta al -5,2%). Andamento simile anche per la produzione delle aziende artigiane manifatturiere:+25,2%la variazione congiunturale destagionalizzata e -5,3%la corrispondente variazione tendenziale.

INDUSTRIA: L’indice della produzione industriale si riporta oltre quota 100 (106,3dato destagionalizzato)ma non raggiunge ancora il livello di fine 2019 (111,1).

ARTIGIANATO: Per leaziende artigiane l’indice della produzione risale a quota 93,8(dato destagionalizzato, base anno 2010=100), lontano dal livello di riferimento dell’anno base.

LE DINAMICHE SETTORIALI

Rispetto allo stesso trimestre del 2019 nell’industria virano in positivo Minerali non metalliferi(+1,5%) e Legno-mobilio (+1,1%), settori legati al comparto edilizio che potrebbero beneficiare degli incentivi per le ristrutturazioni ed efficientemente energetico. Tiene il compartoAlimentare (-0,4%) con un tasso di utilizzo degli impianti superiore al 75% e domanda estera in crescita del 3,9%. Registrano contrazioni inferiori alla media Gomma-plastica(-3,0%), Chimica(-3,1%) e Meccanica (-3,9%). Quest’ultimo risultato è importante vista la specializzazione produttiva della nostra regione. In più forte contrazione si trovano i settori delle Manifatturiere varie (-6,5%), della Siderurgia(-6,9%), della Carta-stampa (-7,4%) e dei Mezzi di trasporto (-8,6%). Prosegue, invece, la contrazione dei livelli produttivi a due cifre per i settori legati al comparto moda: Abbigliamento -12,5%, Pelli-calzature -14,4% e Tessile -21,2%. Il fatturato cresce per il Legno-mobilio (+3,2% tendenziale), i Minerali non metalliferi(+2,3%) e le Industrie varie (+0,4%), che sono riusciti anche a smaltire parte delle scorte accumulate. Il Pelli-calzature registra una fortissima contrazione del fatturato (-30,8%) e le scorte sono ancora in eccedenza (+12,5% il saldo esuberanti-scarse). Sul versante della domanda interna sono ancora i Minerali non metalliferie le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) a registrare i maggiori incrementi, ma sono positivi anche il Legno-mobilio (+1,6%) e la Chimica(+1,3%). La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%), ma è ancora negativa per settori molto esposti sui mercati esteri, quali:Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%);Siderurgia (-9,9%);Chimica(-7,7%);Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%).

in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Artigianato: Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAIComunicato stampa UCL n. 31/2020 – 18 novembre 20202/3fatturato (-30,8%) e le scorte sono ancora in eccedenza (+12,5% il saldo esuberanti-scarse). Sul versante della domanda interna sono ancora i Minerali non metalliferie le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) a registrare i maggiori incrementi, ma sono positivi anche il Legno-mobilio (+1,6%) e la Chimica(+1,3%). La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%), ma è ancora negativa per settori molto esposti sui mercati esteri, quali:Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%);Siderurgia (-9,9%);Chimica(-7,7%);Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%). Il quadro settoriale dell’artigianato mostra solo i Minerali non metalliferiin significativo recupero dei livelli produttivi (+2,2% tendenziale). Flessioni limitate si registrano per la Gomma-plastica(-1,6%) e gli Alimentari(-1,8%), mentre diminuzioni tendenzialicomprese tra il -3% e il -5% caratterizzano la Siderurgia (-3,6%), la Meccanica(-4,2%) e il Legno-mobilio (-5,2%). Ancora gravi le perdite per Tessile (-7,8%), Carta-stampa (-8,5%), Manifatturiere varie (-9%) e Abbigliamento (-11,7%), fino ad arrivare al crollo registrato dalle Pelli-calzature (-32%). Il dato medio generale nasconde andamenti disomogenei non solo a livello settoriale ma anche tra le stesse imprese:le aziende industriali che segnalano una forte contrazione produttiva scendono al 47% (erano il 71% lo scorso trimestre)mentre quelle che indicano incrementi di produzione superiori al 5%salgono al 28%(erano il 16 % lo scorso trimestre). L’andamento per l’artigianato è simile, con la quota di aziende in forte contrazione che scende al 46 % e quelle in crescita che passano dal 17 % al 31%.

FATTURATO E ORDINATIVI

Il fatturato a prezzi correntiper l’industria riduce le perdite al -4,4% su base tendenziale approssimandosi ai livelli del 2019 (l’indice destagionalizzato si attesta a 124,6). Per le imprese artigiane il fatturato soffre maggiormente (-5,5% tendenziale) ma l’indice di Unioncamere Lombardia (94,8) si avvicina nuovamente al livello dell’anno base (2010=100) dopo aver toccato il livello minimo storico lo scorso trimestre (76,8). Gli ordinativi dell’industriaregistrano risultati su base tendenziale simili sia dall’interno (-4,1%) che dall’estero (-4,4%), recuperando rispetto allo scorso trimestre. Per l’artigianato i risultati si differenziano per i due mercati, con una maggior sofferenza per il mercato interno (-8,1%) e minore per l’estero (-5,1%). La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le impreseindustriali (3 8,9%)ed è ancora poco rilevante per le impreseartigiane (7,4%).

OCCUPAZIONE

L’occupazione presenta un saldo negativo per l’industria (-0, 4%) ancora contenuto dato l’ irrigidimento generale del mercato del lavoro dovuto ai provvedimenti nazionali, con il tasso d’uscita all’1,8% e il tasso di ingresso all’1,4% entrambi in crescita. Si fa evidente la ripresa delle attività nel ricorso alla CIG che diminuisceconsiderevolmente: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione scende dal 71% al 39% e la quota sul monte ore torna al 4,1%.Saldo occupazionale negativo (-0, 3%) anche per l’artigianato – con tassi d’ingresso (1,5%) e uscita (1,8%) in aumento rispetto al trimestre precedente ma ancora in linea con i valori minimi storici. Cala fortemente il ricorso alla CIG con il 32% delle aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione; la quota sul monte ore scende al 4,3%.Le aspettative sull’occupazione sono ancora in miglioramento, ma in questo caso, la quota di imprenditori che non prevede variazioni di rilievo sale al 79%. Il dato è fortemente influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla possibilità di ricorrere alla CIG, per cui l’impatto effettivo sui livelli occupazionali sta slittando in avanti. Perl’artigianato le aspettativesull’occupazione mostrano una dinamica simile e, in questo caso, chi non si aspetta variazioni di rilievo è pari all’83%. I dati presentati derivano dall’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al terzo trimestre 2020 nell’ambito del progetto Focus Imprese che ha riguardato un campione di più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500 imprese) e artigiane (più di 1.100 imprese

Pmi Day: oltre 4.500 studenti coinvolti nell’edizione 2020

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Sono oltre 4.500 gli studenti degli istituti scolastici secondari di secondo grado bresciani sono stati “convocati” per l’undicesima edizione del PMI DAY “Industriamoci”, promosso dalla Piccola Industria di Confindustria Brescia in collaborazione con Confagricoltura Brescia.

L’iniziativa – a causa delle restrizioni imposte dai DPCM governativi – si è tenuta online, con una tavola rotonda digitale interamente dedicata all’incontro e al dialogo virtuale tra scuole e imprese.

Durante l’appuntamento, sono state adottate modalità interattive per confrontarsi con gli studenti iscritti, condividendo progetti e proposte. L’incontro è stato moderato dal sociologo ed economista Stefano Laffi, dell’Agenzia sociale “Codici” di Milano, che ha dialogato in diretta con alcuni relatori in rappresentanza degli imprenditori, degli studenti e dei dirigenti scolastici.

Le riflessioni emerse dalla mattinata di lavori serviranno a concretizzare successive azioni di supporto alle aziende da parte delle imprese, con video tutorial, visite virtuali e altre iniziative per dare continuità all’iniziativa.

Dal 2010 al 2019, il PMI DAY ha coinvolto in totale a Brescia 608 aziende e 34.900 studenti.

“Il PMI DAY si conferma un’iniziativa sentita e, soprattutto, richiesta: i numeri raccolti anche in questa edizione online sono molto importanti, a testimonianza della bontà del lavoro svolto sin qui – commenta Elisa Torchiani, Presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Il nostro obiettivo non cambia: mettere in dialogo il mondo della scuola e quello del lavoro. Sotto questo punto di vista non posso che ringraziare le numerose aziende che, anche quest’anno, hanno dato la loro disponibilità, e in particolare i nostri imprenditori Laura Iacci, Giuliano Baglioni e Francesco Franceschetti, che rappresentano tre diversi settori e sono stati scelti, per questa prima parte del progetto, all’interno del consiglio della Piccola Industria, che come sempre si è mostrato disponibile e in prima linea. Oltre a Confagricoltura Brescia, da anni partner dell’evento, e ovviamente, tutti gli studenti e docenti che hanno scelto di partecipare, anche a distanza.”

“Il senso dell’iniziativa di quest’anno è stato quello di non interrompere il PMI DAY. In un momento di forte incertezza, dove abbiamo capito da subito che la possibilità di andare nelle aziende sarebbe stata interdetta, vogliamo trasmettere un messaggio importante al mondo della scuola – aggiunge Cristina Volpi, Vicepresidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Nonostante le difficoltà, i nostri imprenditori ci sono, e continuano a essere disponibili e aperti verso i giovani, anche sperimentando nuove forme di relazione. Il webinar di domani sarà un confronto in diretta su esperienze concrete, un modo nuovo per indagare aspettative, desideri e timori dei nostri giovani, attraverso sondaggi che li coinvolgeranno, e a cui poi daremo un seguito importante, che sveleremo nella mattinata di lavori.”

“È un’occasione di fondamentale crescita – afferma Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia – per tutti gli studenti che avranno l’opportunità di vivere questo appuntamento. Anche in un periodo così complesso, Confindustria e Confagricoltura partecipano allo stesso obiettivo, ossia quello di far conoscere il mondo delle imprese per supportare i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavoro. Il nostro settore è chiamato a sfide appassionanti sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica: l’agricoltura avrà quindi sempre più necessità di giovani entusiasti, capaci e competenti. Siamo fieri di contribuire al workshop grazie alla testimonianza di Alessandro Marinoni, giovane imprenditore dell’innovativo settore delle verdure confezionate. Il Pmi Day, a cui Confagricoltura partecipa dall’avvio ed arrivato alla undicesima edizione, rappresenta ormai un format di successo, capace di coinvolgere imprenditori e giovani in un dialogo sui grandi temi della nostra società”.

Bonometti (Confindustria) al Wmf2020: investire su poche priorità di lungo periodo

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Intervenendo al forum mondiale delle aziende manifatturiere (Wmf) di Cernobbio, il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti ha indicato la strada che la politica italiana deve imboccare per sostenere le imprese del settore. Riportiamo il testo integrale del suo discorso, inoltrato ai giornali.

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI BONOMETTI

Il futuro dell’industria italiana dipenderà dalle scelte che faremo in questi mesi. L’industria manifatturiera è stata colpita da un duplice shock indotto dalla pandemia, che ha colpito sia la domanda che l’offerta. La conferma viene dal calo dei fatturati e della perdita di produzione, che subiranno nel 2020 una contrazione a doppia cifra.

Le industrie italiane hanno saputo resistere prima e stanno reagendo ora, confermando come il manifatturiero sia il traino per l’intera economia e unica leva per creare sviluppo e occupazione. Vanno create le condizioni per ridare fiducia alle imprese. C’è quindi bisogno di una politica industriale concentrata su poche priorità di lungo periodo, per sostenere l’industria ad affrontare la competizione mondiale, favorendo l’adattamento verso i megatrend della manifattura del futuro a livello globale.

Dobbiamo rafforzare la capacità delle aziende di consolidare la propria posizione nelle catene globali del valore, di accedere alle nuove tecnologie e di stare sui mercati internazionali.

La fase di crisi accelererà alcuni processi di innovazione che erano già avviati verso la transizione al 4.0 e che si tradurranno in investimenti in automazione, nella gestione degli stabilimenti produttivi e della logistica, in incremento della digitalizzazione, in investimenti green e in nuove infrastrutture per la mobilità.

Saranno necessari grandi investimenti anche sui nuovi prodotti con innovazioni tecnologiche e soluzioni sostenibili, per soddisfare la richiesta del mercato globale.

In questa epoca di incertezza e disorientamento, la visione e i progetti della World Manufacturing Foundation – di cui Confindustria Lombardia è uno dei fondatori – indicano la via da seguire.

Le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund non dovrebbero essere spese per preservare l’esistente, ma dovrebbero favorire una vera e propria rivoluzione dell’assetto produttivo del paese.

Coronavirus, ecco il manifesto delle categorie imprenditoriali della Provincia di Brescia

in Aib/Api/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Camera di commercio/Cdo/Cna/Confagricoltura/Confartigianato/Confesercenti/Economia/Salute by

LE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI BRESCIANE HANNO SOTTOSCRITTO UN MANIFESTO UNITARIO PER PRENDERE POSIZIONE SUL CORONAVIRUS E CHIEDERE AZIONI CONCRETE A GOVERNO E REGIONE. LO PUBBLICHIAMO IN MANIERA INTEGRALE:

La salute e la tutela sanitaria della comunità locale oggi sono e devono restare la priorità dell’agire quotidiano.

Ne sentiamo la responsabilità; come nei mesi scorsi, intendiamo contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle persone, rispettando le indicazioni contenute nel DPCM del 4 novembre.

Invitiamo tutti a fare altrettanto: rispettiamo scrupolosamente le prescrizioni previste dal DPCM perché questo contribuirà a limitare la diffusione del virus.

Testimoniamo con i fatti, quindi con i comportamenti e i dati sanitari, che Brescia non può e non deve essere individuata tra le zone rosse del Paese.

Per questo abbiamo preso atto, responsabilmente seppur con stupore, della decisione Governativa di classificare la provincia di Brescia all’interno della zona rossa lombarda.

Lo abbiamo fatto nonostante siamo pienamente consapevoli dell’impatto che una simile decisione determinerà in generale sul sistema delle imprese locali, già duramente provate dal precedente lockdown e dall’innegabile crollo dei consumi.

Lo facciamo perché siamo consapevoli che non ci potranno essere occupazione e lavoro, benessere e consumi, se non si tornerà ad una situazione sanitaria sicura e stabile, tale da ridare fiducia alla gente, consentendole di tornare ad una vita normale, senza limitazioni di mobilità, orari e socializzazione.

Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sociali, economiche, per il crescente disagio sociale che giorno dopo giorno registriamo in un territorio già profondamente ferito dal lockdown di inizio anno.

La nuova ondata della crisi Coronavirus, infatti, sta producendo un ulteriore shock sul benessere sociale e sulle attività economiche della nostra provincia, spesso in modo irrimediabile.

Chiediamo al Signor Ministro della Salute e al Governatore della Regione di condividere sin d’ora i 21 elementi che determinano la scelta per la zonizzazione del territorio, al fine di poter spiegare a tutti i nostri interlocutori lo stato di fatto.

Chiediamo anche che si passi dalla zonizzazione di perimetro regionale ad una con criterio provinciale, laddove i 21 indici sanitari dimostrino che l’area bresciana non si caratterizza con lo stato di crisi sanitaria di massima gravità.

Pretendiamo altresì che dalle parole si passi ai fatti, traducendo le promesse fatte dal Governo e dal Presidente del Consiglio in veri, tangibili ed automatici ristori per tutti coloro i quali oggi devono abbassare le serrande senza certezze per il futuro, per le filiere collegate e per chi lavora in tali attività. Ci aspettiamo che le possibili soluzioni arrivino in tempi brevi, considerate la gravità della situazione e l’importanza di fornire alle imprese risposte chiare ed immediate.

Parimenti ci attendiamo che tutti gli Enti Locali sospendano l’esazione di tutti i tributi locali a carico delle imprese nuovamente fermate dal lock down e di tutte quelle che, essendo in filiere di queste, vedono le loro attività ridursi drasticamente.

Specificatamente e con vigore chiediamo all’Amministrazione finanziaria di permettere a tutte le attività lese dall’ultimo decreto, di derogare i termini del versamento degli acconti di tutte le imposte nazionali posticipandoli ad aprile 2021, come già concesso dal cosiddetto “Decreto agosto” per le attività colpite dalla prima ondata.

Parimenti, chiediamo con fermezza che la Pubblica Amministrazione rispetti i tempi di pagamento verso il privato e limiti al massimo le disfunzioni burocratiche derivanti da una non corretta modalità di accesso agli uffici e di organizzazione dello smart working.

Auspichiamo inoltre che il Sistema bancario sia alleato dell’impresa locale, assicurandole liquidità e flessibilità nella gestione della gestione dei flussi finanziari

Se non ci sarà l’impegnò di tutti, Istituzioni e sistema bancario in primis, assisteremo alla scomparsa di una parte significativa del sistema bresciano d’impresa.

A tutti, in questo momento, spetta il dovere di sostenere la filiera d’impresa locale, attivando ogni iniziativa che possa difendere questo patrimonio, per traghettarlo aldilà di questa fase di grande incertezza, proiettandolo verso una nuova dimensione di sviluppo economico-sociale.

ANCE – COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI
APINDUSTRIA
ASCOM – ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI – CONFCOMMERCIO
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
ASSOPADANA
CIA – CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI EST LOMBARDIA
CNA – CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL’ARTIGIANATO 
COLDIRETTI BRESCIA – FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI BRESCIA
CONFAGRICOLTURA – UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI
CONFARTIGIANATO IMPRESE BRESCIA E LOMBARDIA ORIENTALE
CONFCOOPERATIVE BRESCIA
CONFESERCENTI DELLA LOMBARDIA ORIENTALE CONFINDUSTRIA BRESCIA
FAI – FEDERAZIONE AUTOTRASPORTATORI ITALIANA
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