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Aib - page 8

Beretta confermato alla presidenza di Aib

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Beretta è stato confermato alla presidenza di Aib. A deciderlo è stata ieri l’assemblea di Confindustria Brescia dopo che la precedente votazione, quella del 31 maggio, era stata annullata per mancanza del quorum costitutivo.

Beretta ha ottenuto il 99,3 per cento dei voti potenziali presenti (ogni azienda votava pro quota a seconda della dimensione). Ha trovato espressione nell’assemblea il 54% dei voti potenziali.

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Export bresciano: nel primo trimestre vendite per 4,3 miliardi (+12,4%)

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Nel primo trimestre del 2021, le esportazioni bresciane – pari a 4.305 milioni di euro – aumentano del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Si tratta della variazione più elevata dal quarto trimestre 2017 (+12,6%).

In termini monetari, è il miglior primo trimestre di tutta la serie storica e il terzo miglior trimestre dopo il secondo 2018 (4,5 miliardi) e il secondo 2019 (4,4 miliardi). La crescita tendenziale rilevata nel primo periodo dell’anno è frutto di quanto registrato a marzo (+42,3%), mentre gennaio (-3,5%) e febbraio (-0,5%) hanno fornito un contributo di poco negativo.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Le importazioni, pari a 2.422 milioni di euro tra gennaio e marzo 2021, crescono del 16,8% su base tendenziale, la crescita più intensa dal quarto trimestre 2017 (+18,3%).

Nel primo trimestre 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, la dinamica positiva delle esportazioni bresciane (+12,4%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+3,5%) e in Italia (+4,6%).

Il saldo commerciale si attesta a 1.883 milioni di euro, in aumento del 7,2% rispetto a quello del primo trimestre 2020 (1.757 milioni di euro). È il valore più alto tra i primi trimestri della serie storica.

“I segnali provenienti nel primo trimestre 2021 dalle esportazioni bresciane, tradizionale punto di forza della nostra provincia, sono certamente positivi, e ci spingono a guardare i prossimi mesi con maggiore ottimismo, nonostante le attuali problematiche legate ai rincari delle materie prime – commenta Mario Gnutti Vice Presidente Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Grazie all’export, il settore manifatturiero bresciano è riuscito a superare i momenti più difficili legati alla pandemia da Covid-19, mantenendo un’importante presenza sui mercati internazionali: un aspetto su cui la nuova squadra di presidenza di Confindustria Brescia continuerà a lavorare nei prossimi anni.”

La dinamica del primo trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo gennaio-marzo 2021, ha registrato un segno positivo (+8,8% tendenziale), recuperando interamente (già da ottobre 2020) i livelli pre-Covid. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dal generale superamento delle condizioni di emergenza sanitaria, dovuto anche al procedere spedito della campagna vaccinale, e al miglioramento delle attese economiche legato all’arrivo della prima tranche dei fondi europei del Next Generation EU.

La forte ripresa dei prezzi delle principali materie prime industriali ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+9,4% tendenziale).

Nel primo trimestre 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+18,1%), sostanze e prodotti chimici (+19,4%), apparecchi elettrici (+16,6%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+74,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+16,4%).

Una diminuzione delle esportazioni riguarda il comparto dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (-6,1%) e quello dei prodotti tessili, abbigliamento e accessori (-6,7%).

Tra i mercati di sbocco, aumentano le esportazioni verso Germania (+10,8%), Spagna (+20,1%), Francia (+13,2%), Regno Unito (+5,2%), Stati Uniti (+11,3%), Cina (+45,0%), Turchia (+37,1%), Russia (+11,0%). Diminuiscono le vendite verso il Brasile (-6,7%) e l’India (-0,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dei Paesi europei non UE (+15,9%), dell’Africa (+15,1%) e dell’Unione Europea post Brexit (+14,5%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo +22,9%), apparecchi elettrici (+23,3%), macchinari e apparecchi (+17,5%), sostanze e prodotti chimici (+14,6%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+21,6%). Risultano in diminuzione gli acquisti nel comparto articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (-8,6%) e nei mezzi di trasporto (-1,8%).

Aumentano le importazioni da: Francia (+18,5%), Germania (+21,4%), Spagna (+33,1%), Cina (+29,1%) e Turchia (+22,2%).  Diminuiscono da: Regno Unito (-35,1%) e Russia (-50,0%).

Meccanica: nel primo trimestre produzione +2,2%, metallurgia al +14,5%

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industry metal fire radio

In provincia di Brescia, nel primo trimestre del 2021, l’attività produttiva dei settori metalmeccanici ha segnato per la prima volta variazioni positive rispetto allo stesso trimestre del 2020 (tendenziali), dopo una serie di flessioni accumulate dal terzo trimestre 2019.

In particolare, il comparto della meccanica ha registrato una crescita tendenziale dell’attività del +2,2% (dopo il -15,3% del quarto trimestre 2020), quello della metallurgia del +14,5% (-5,8% nel periodo precedente).

A evidenziarlo è l’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia, che ha dedicato ampio spazio anche alla valutazione delle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria sulle imprese.

La dinamica rispetto al trimestre precedente (congiunturale) segnala un ulteriore aumento della produzione nel primo trimestre 2021 (dopo quello rilevato nell’ultima parte dello scorso anno): +3,8% per la meccanica e +9,4% per la metallurgia.

“La crescita riscontrata nei valori della produzione e negli ordini all’interno della Meccanica sta spingendo l’indice PMI manifatturiero, aspetto che induce i nostri imprenditori a essere ottimisti sulle evoluzioni future del comparto, nonostante le persistenti problematiche legate al rincaro delle materie prime e agli strascichi del difficile periodo legato alla crisi sanitaria – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di Confindustria Brescia –. Sotto quest’ultimo punto di vista, resta tuttavia centrale lo sviluppo e l’efficacia della campagna vaccinale attualmente in corso, che potrà mettere definitivamente alle spalle le problematiche legate alla pandemia da Covid-19 e consentirci una completa ripartenza. Intanto, segnali positivi arrivano anche dal ricorso alla Cassa Integrazione, che nei primi 4 mesi dell’anno ha segnato un -49,4% sullo stesso periodo del 2020.”

“Il boom dei prezzi delle materie prime, che hanno raggiunto i massimi di sempre, sta trascinando la ripresa della domanda dei semilavorati. Ripresa che è più dominata da una speculazione commerciale delle materie prime, che da un vero incremento del mercato a valle, soprattutto quello dell’automotive che viaggia ancora a ritmo ridotto. Ora il rimbalzo del valore aggiunto è più per i produttori di acciai comuni da costruzione o di laminati piani, che hanno quotazioni più veloci a reagire in momenti di variabilità del mercato – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, Presidente del Settore Siderurgia, Metallurgia e Mineraria di Confindustria Brescia – Tra i non ferrosi, il prezzo dell’alluminio ha avuto una crescita importante (+60%) rispetto ai minimi del 2020, la cui componente del 2021 pesa per il +15%. In questo settore, è in corso un’importante crescita della domanda nei settori degli estrusi e dei laminati, mentre rimane qualche difficoltà nei getti di alluminio, il cui sbocco principale è quello dell’automotive. Per quanto riguarda il rame, dopo un 2020 chiusosi intorno ai 6.700 $/ton, il 2021 si è aperto con valori che si attestavano a circa 7.900 $/ton per raggiungere poi i massimi storici a 10.700 $/ton. Le quotazioni del rame restano, in ogni caso, condizionate da una situazione congiunturale che vede una domanda superiore all’offerta. Anche le politiche economiche attuate dal Governo nazionale attraverso incentivi e sostegni, gli ingenti capitali provenienti dal Recovery Plan, nonché il capitolo legato alla elettrificazione dei mezzi di trasporto nel comparto Automotive costituiranno ulteriore stimolo al mantenimento di livelli alti sulle quotazioni del rame stesso”.

In particolare, riguardo al settore della meccanica, posto uguale a 100 il livello di attività associato alla “normalità pre-Covid”, quello effettivamente registrato è stato pari a: 92 a gennaio; 94 a febbraio; 102 a marzo. Per aprile è previsto un livello di attività pari a 98. Gli intervistati hanno dichiarato, per il periodo gennaio-marzo 2021, un aumento percentuale del fatturato (+12%) e delle ore lavorate (+7%) rispetto ai primi tre mesi del 2020.

Nel settore della metallurgia, posto uguale a 100 il livello di attività associato alla “normalità pre-Covid”, quello effettivamente registrato è stato pari a: 97 a gennaio; 103 a febbraio; 108 a marzo. Per aprile è previsto un livello di attività pari a 105. Gli intervistati hanno dichiarato, per il periodo gennaio-marzo 2021, una crescita percentuale del fatturato (+25%) e delle ore lavorate (+15%) rispetto ai primi tre mesi del 2020.

Riguardo al commercio con l’estero, gli ultimi dati ISTAT disponibili segnalano che nel complesso del 2020 le esportazioni di prodotti metalmeccanici, pari a 10,0 miliardi (il 67,5% del totale delle vendite bresciane all’estero), sono diminuite del 10,8% sul 2019 (contro il -15,6% dei primi nove mesi), con punte più accentuate nei mezzi di trasporto (-12,2%) e nella metallurgia (-11,3%) e una riduzione più contenuta nel comparto dei macchinari ed apparecchi (-9,5%).

In tale contesto, gli ingenti rincari delle quotazioni delle materie prime industriali rilevati negli ultimi mesi sono fonte di particolari preoccupazioni per le imprese della filiera metalmeccanica, che vedono complicarsi significativamente lo scenario competitivo, anche per la scarsità di materiali. La risalita dei prezzi ha riguardato sia i non ferrosi, sia gli input siderurgici. L’indice LMEX, che racchiude in un solo valore i principali metalli scambiati alla borsa di Londra (alluminio, nichel, piombo, rame, stagno e zinco) è intorno ai massimi storici (4.273 la quotazione media nella settimana n. 22), rilevando un incremento dell’88% dai minimi del 2020 e del 24% da inizio 2021. Il minerale di ferro, utilizzato nelle produzioni ad alto forno, si posiziona anch’esso sui massimi storici, con rialzi del 156% dai minimi del 2020 e del 32% nei primi cinque mesi del 2021. Un andamento complessivamente analogo riguarda il rottame ferroso, impiegato nelle produzioni di acciaio a forno elettrico, le cui quotazioni si attestano ai livelli più elevati dal lontano 2008, facendo segnare un +113% sui minimi del 2020 e un +7% da inizio 2021.

Sul versante del mercato del lavoro, si segnala lo sgonfiamento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nei settori metalmeccanici. Le ore autorizzate nei primi quattro mesi del 2021 sono diminuite del 49,4% rispetto allo stesso periodo del 2020, passando da 20,3 a 10,3 milioni. In particolare, la componente ordinaria nei primi quattro mesi del 2021 è calata del 71,1% (da 19,4 a 5,6 milioni di ore); quella straordinaria invece è cresciuta del 378% (da 1 a 4,7 milioni di ore). Nello specifico, la componente ordinaria è diminuita del 73,2% nella meccanica (da 15.863.738 ore nel periodo gennaio-aprile 2020 a circa 4,3 milioni) e del 61,7% nel metallurgico (da 3.486.983 ore a 1,3 milioni). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 6.700, contro le 13.300 dello stesso periodo del 2020.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con poco più di 100 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (39 mila), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (30 mila) e in sesta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

E’ ufficiale: via al mandato di Franco Gussalli Beretta in Aib

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Si è tenuta ieri pomeriggio, in modalità online, l’Assemblea Generale privata 2021 di Confindustria Brescia.

Durante l’appuntamento, l’assemblea dei soci ha eletto Franco Gussalli Beretta (Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Spa) – designato dal Consiglio Generale lo scorso 8 aprile – come nuovo presidente dell’Associazione per il quadriennio 2021-2025. L’imprenditore bresciano succede nel ruolo a Giuseppe Pasini.

Insieme al nuovo presidente è stata eletta anche la squadra di presidenza, composta da: Fabio Astori (Luxor SpA , delega a Transizione Ecologica e Sicurezza), Francesco Franceschetti (Marfran SRL, Zone e Settori), Mario Gnutti (Gnutti Carlo SpA, Internazionalizzazione), Silvia Mangiavini (Raffineria Metalli Guizzi SpA, Legalità e Bilancio di Sostenibilità), Paolo Streparava (Streparava SpA, Credito, Finanza, Fisco), Elisa Torchiani (Torchiani SRL, Capitale Umano), Stefania Triva (Copan SpA, Innovazione e Sviluppo Digitale) e Roberto Zini (Farco Group SRL, Relazioni Industriali e Welfare).

Nel corso dei lavori è stato quindi approvato il bilancio 2020 di Confindustria Brescia: l’esercizio si chiude con proventi a 9,37 milioni di euro (-8,1% rispetto al 2019, quando si attestarono a 10,2 mln) e un avanzo di gestione pari a 341mila euro, in equilibrio con quanto segnato nel 2019 (344mila euro).

Nonostante l’impatto del Covid-19, la dinamica associativa si conferma in sostanziale tenuta rispetto a quanto registrato nel precedente esercizio: le aziende associate al 31 dicembre 2020 sono pari a 1.274 (1.290 nel 2019), con un numero complessivo di 62.617 dipendenti (63.778 nel 2019).
A conclusione dei lavori assembleari, si è tenuto un intervento di Andreas Struengmann, azionista di riferimento di BioNTech, concentrato in particolare sull’importanza del Capitale Umano e dell’Innovazione.

Indagine a scuola: il 24% degli studenti bresciani vorrebbe fare l’imprenditore

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Sono stati presentati ieri mattina – durante un evento trasmesso online dalla Sala Beretta di Confindustria Brescia – i risultati dell’indagine “Giovani e futuro Il mondo che vorrei”.

All’incontro, moderato dal giornalista Luca Pagliari, sono intervenuti Giovanni Brugnoli (Vice presidente Confindustria per il Capitale Umano), Giuseppe Pasini (Presidente Confindustria Brescia), Anna Tripoli (Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Brescia), Gabriele Micozzi (LUISS Business School, UNIVPM, Consulente Sistema Confindustria), Davide Fedreghini (Centro Studi Confindustria Brescia), Simona Montesarchio (Direzione generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale del MIUR) e Giosuè Panseri (Presidente della consulta studentesca, Liceo Calini di Brescia).

L’obiettivo dell’osservatorio, condotto negli scorsi mesi, è stato quello di analizzare e comprendere il mondo dei giovani di fronte alle complessità degli ultimi mesi, legate soprattutto alla pandemia da Covid-19. In particolare, sono state rivolte circa 50 domande agli studenti delle classi quarte e quinte degli istituti secondari di secondo grado bresciano, con 5.873 risposte, pari al 32% del potenziale complessivo della provincia (circa 18mila studenti). Le sezioni analizzate sono state 8: Lavoro e Impresa, Scuola e Formazione, Territorio, Relazioni Sociali e Abitudini, Pandemia, Comunicazione, Personaggi, Protagonisti e Antagonisti, Confindustria.

“Non potendo arrivare nelle scuole in presenza, abbiamo portato avanti progetti alternativi, che concepissero nuove modalità per raggiungere i giovani, come “Il mondo che vorrei” – commenta Anna Tripoli, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Brescia –. Per quanto riguarda la scuola, ci sono in particolare tematiche che portiamo con noi da prima della pandemia, come il disallineamento tra le richieste del mondo del lavoro e l’offerta del mondo didattico. “Il mondo che vorrei” potrà diventare una nuova metodologia consolidata in Confindustria Brescia, da aggiornare ogni anno e in grado di colmare questo divario. E il mio augurio è che possa essere sperimentata anche a livello nazionale.”

“Tra i dati emersi, soprattutto la scarsa conoscenza degli ITS è preoccupante, anche in considerazione dei forti investimenti che stiamo facendo in questo ambito – aggiunge Giuseppe Pasini, Presidente Confindustria Brescia –. Dobbiamo fare ancora di più sotto questo punto di vista. Allo stesso tempo, l’alternanza scuola-lavoro è fondamentale per i giovani e per portare competenze: su questo dobbiamo investire, migliorando e modificando anche la nostra comunicazione.”

Tra i risultati emersi nell’indagine in tema di lavoro e impresa, l’imprenditore rappresenta la principale aspirazione professionale dei giovani (24%), davanti ad altre figure di libero professionista (15%), medico (14%) e ingegnere (13%). In provincia di Brescia, per quanto riguarda le imprese, l’industria metalmeccanica – spina dorsale del tessuto imprenditoriale bresciano – emerge come scarsamente attrattiva: per fare un’esperienza in azienda, il 31% dei giovani sceglie il commercio, il 25% l’informatica-digitale, il 22% il sistema moda, mente la metalmeccanica si ferma al 10%.

Per quanto riguarda scuola e formazione e le possibilità di miglioramento in tale ambito, il 35% degli intervistati vorrebbe un maggior numero di incontri con le imprese e le aziende del territorio, il 35% un maggior numero di visite esterne, il 33% docenti più preparati, formati e motivanti. Il 72% dichiara inoltre di voler proseguire con gli studi universitari: Economia (15%), Medicina (13%) e Professioni sanitarie (13%) si distinguono come facoltà più gettonate, mentre le lauree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) continuano a essere poco attraenti.

In relazione all’impatto della pandemia da Covid-19, il 60% del campione ha identificato l’esperienza dell’apprendimento online durante il lockdown come una soluzione concreta in un momento difficile, il 24% ha detto di averlo vissuto male o malissimo, il 9% molto bene. Di fronte all’emergenza, i giovani hanno poi reagito con pragmatismo e consapevolezza: il 50% cerca di essere attento e prudente a tutte le indicazioni che vengono fornite, il 26% dice che l’evento ha sconvolto la sua vita, il 20% dice di vivere con ottimismo questo periodo.

In tema di turismo e attrazioni, laghi e centro città dominano la classifica: nella top 10 dei luoghi più noti, il Lago di Garda precede sul podio Castello di Brescia e Centro storico di Brescia, mentre montagne e Franciacorta sono assenti. Tra i migliori personaggi pubblici bresciani, Andrea Pirlo è davanti a Nadia Toffa e Francesco Renga, mentre a livello italiano è Chiara Ferragni in prima posizione, davanti a Mario Draghi.

Nell’ambito della Comunicazione, Instagram è il social preferito dal campione (88%), davanti a Whatsapp (75%), YouTube (52%) e Tik Tok (33%). Facebook e Twitter, fermi rispettivamente all’8%, appaiono invece più legati alle generazioni precedenti.

Infine, il 32% dei giovani mostra di conoscere Confindustria, identificandola come un’associazione privata che tutela gli interessi delle imprese italiane e ne promuove lo sviluppo, mentre il 53% non la conosce e l’8% la identifica come un ente pubblico.

“Dobbiamo guardare con ambizione diversa al nostro futuro: la pandemia è stato un evento drammatico, ma non ha colpito allo stesso modo tutta la nazione – chiude Giovanni Brugnoli, Vice presidente Confindustria per il Capitale Umano –: per esempio, il 20% degli studenti ha avuto la possibilità di apprendere online solo a giornate alterne. Il territorio bresciano è a forte vocazione manifatturiera: i giovani lo sanno, anche se non tutti. Serve cambiare linguaggio nei loro confronti, mentre i ragazzi devono approcciarsi all’informazione in modo più approfondito.”

Confindustria, nel consiglio nazionale Beretta, Pasini, Bonometti, Turati, Franceschetti e Mazzoncini

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Con i 20 componenti generali eletti dall’Assemblea dei delegati in rappresentanza di medie imprese, grandi imprese, multinazionali estere e imprese a rete con convenzione nazionale, si completa la composizione del Consiglio Generale per il mandato 2021-2023. Il Consiglio Generale è inoltre composto da 100 seggi assegnati alle Associazioni territoriali e di categoria, 16 componenti in rappresentanza della Piccola Industria, 6 componenti in rappresentanza del Gruppo Giovani Imprenditori e 7 seggi premiali assegnati alle Associazioni che hanno effettuato processi di aggregazione.

Del Consiglio Generale fanno parte i componenti del Consiglio di Presidenza, i Past President della Confederazione e i componenti di diritto.

I 6 imprenditori bresciani presenti nel Consiglio Generale di Confindustria sono:

Giuseppe Pasini (Feralpi) – designato da Confindustria Brescia

Franco Gussalli Beretta (Fabbrica d’Armi Pietro Beretta) – designato da Confindustria Brescia

Renato Mazzoncini (A2A) – designato da Confindustria Brescia

Maria Chiara Franceschetti (Gefran) – designato da Confindustria Brescia

Marco Bonometti (Officine Meccaniche Rezzatesi) – in quota Confindustria Lombardia

Giancarlo Turati (Fasternet) – in quota Piccola Industria Confindustria

Brescia, a inizio 2021 risale la fiducia del settore Terziario

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Nel primo trimestre del 2021, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si attesta a 133, in deciso aumento rispetto al livello registrato nel periodo precedente (102), posizionandosi molto al di sopra di quanto rilevato nello stesso trimestre del 2020 (27) e attestandosi ai massimi dal 2018.

A evidenziarlo è la tradizionale indagine congiunturale del Centro Studi, che dal 1° trimestre 2021 si amplia presentando singoli focus sugli andamenti per comparto (Consulenza alle imprese, ICT&Digitale, Servizi alle imprese).

Le condizioni operative delle imprese intervistate hanno beneficiato della fase di consolidamento dell’attività produttiva nell’industria e delle buone prospettive per i mesi a venire, grazie al forte legame che intercorre tra il comparto secondario e quello terziario oggetto della rilevazione. 

“La luce del post pandemia – commenta Fabrizio Senici, Presidente del Settore Terziario di Confindustria Brescia – si comincia a vedere e i dati rilevati sono significativi. Abbiamo voluto far evolvere la nostra indagine congiunturale trimestrale coinvolgendo un panel stabile di aziende, in rappresentanza dei tre macro gruppi più numerosi tra gli associati del nostro settore, proprio per scendere ancor più in profondità per avvicinare sempre più l’Associazione alle proprie aziende. L’obiettivo è far crescere la presenza e la partecipazione di un settore strategico come quello che rappresento all’interno del mondo confindustriale.”

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 54% delle imprese, con un saldo positivo del 30% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +29% e a +18%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione leggermente positiva (saldo netto pari a +5%), a conferma della presenza di deboli pressioni inflattive.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 54% degli intervistati, con un saldo positivo del 43% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+43%) e all’occupazione (+25%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo del 3%.

Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive, sostenute dall’entrata a regime della campagna vaccinale di massa e dal prossimo avvio del piano NG-EU: il 40% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, a fronte del 46% che prevede stazionarietà e del 14% che ha una visione sfavorevole.

L’andamento per comparto

  • Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel primo trimestre 2021, si attesta a 141, al di sopra del valore dell’indice medio. I giudizi espressi sui tre mesi precedenti segnalano che: il fatturato è aumentato per il 56% delle imprese, con un saldo positivo del 31%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +42% e a +13%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione debolmente negativa (saldo netto pari a -3%). Sulle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 58% degli intervistati, con un saldo positivo del 50%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+50%) e all’occupazione (+16%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo negativo (-6%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 42% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 47% prevede stazionarietà e l’11% ha una visione sfavorevole.    

  • ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel primo trimestre 2021, si attesta a 128, leggermente inferiore al valore medio. In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 59% delle imprese, con un saldo positivo del 37% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +18% e a +26%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +11%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 59% degli intervistati, con un saldo positivo del 48%; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +44% e a +33%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo positivo (+11%). Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano favorevoli: il 37% degli imprenditori ha un orientamento positivo, il 48% prevede stazionarietà e il 15% ha una visione negativa.

  • Servizi alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese, nel primo trimestre 2021, si attesta a 135, in linea con il valore dell’indice medio. Riguardo ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 54% delle imprese, con un saldo positivo del 39%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +38% e a +23%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +15%). In merito alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 38% degli intervistati, con un saldo positivo del 23%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+30%) e all’occupazione (+38%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 15%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 46% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 46% prevede stazionarietà e l’8% ha una visione sfavorevole.

Brescia, nasce il Club delle startup innovative di Confindustria

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È nato in Confindustria Brescia il Club delle Start-up innovative, al quale hanno già aderito 35 realtà.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di fare sistema tra il mondo industriale e giovani realtà aziendali che presentano un’importante componente innovativa, permettendo a queste ultime di avere un supporto concreto per esprimere al meglio le proprie potenzialità di crescita.

L’adesione al Club è riservata alle start-up cosiddette “innovative”, ossia quelle che per la normativa nazionale sono “imprese giovani, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita” e che rispettano alcuni requisiti:

La decisione di costituire il Club delle Start-up innovative nasce, in particolare, a partire dalla convinzione – da parte di Confindustria Brescia – del valore di un sistema fondato sulla sempre più stretta collaborazione tra università, attori della ricerca, grandi imprese, PMI e Start-up innovative.

Gli obiettivi che Confindustria Brescia si è posta, attraverso il Club, sono quelli di consentire una contaminazione e una più stretta collaborazione e confronto con il mondo industriale, cercando anche di aggregare le istanze e le sfide che ogni giorno le Start-up devono affrontare, rafforzando la capacità di proposizione sui temi della ricerca e dell’innovazione, e provando ad essere supporto nella creazione di valore aziendale.

Il Club, inoltre, mira ad essere un ulteriore elemento di monitoraggio delle tendenze e delle prospettive in ambito Ricerca & Sviluppo in provincia.

“L’innovazione è nel DNA delle imprese bresciane e della nostra provincia, terra ricca di imprenditori di successo. – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. La nascita del Club in Confindustria Brescia si inserisce proprio in questo solco, nella convinzione che innovazione e digitalizzazione siano fattori di successo del Made in Brescia, pertanto vadano sempre più coniugate con la grande tradizione manifatturiera che caratterizza il nostro territorio.

I promotori del progetto sono i Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, che nelle parole della Presidente Anna Tripoli, dichiarano: “Il nostro territorio ha una forte vocazione all’innovazione: basta pensare che ad oggi, a Brescia e provincia, sono oltre 250 le start-up iscritte nel registro delle Start-up innovative. Come Giovani Imprenditori abbiamo deciso di continuare a sostenere e ad incentivare lo sviluppo di queste realtà, degli startupper, non solo perché testimoniano la presenza di una forte componente di imprenditoria giovanile, ma anche perché possono essere dei facilitatori per le imprese, soprattutto Pmi, nella transizione digitale e nello sviluppo di processi con focus sulla sostenibilità. Lo Start-Up club, che rafforza e completa le nostre iniziative a sostegno delle start-up, rappresenta infatti lo sbocco naturale del nostro master Isup – realizzato con il sostegno di Banca Intesa –, i cui partecipanti sono di diritto invitati allo start-up Club.”

Numerose saranno le iniziative in capo al Club nel corso dell’anno come anticipa Filippo Schittone, Direttore Generale di Confindustria Brescia: “Il Club vuole essere un contesto accogliente ed informale per gli startupper, luogo ideale dove confrontarsi e condividere i problemi quotidiani nello sviluppo e nel consolidamento del progetto aziendale. Faciliterà la loro crescita affinché nel tempo diventino imprenditori a tutto tondo, di valore. Il Club offrirà loro occasioni di incontro con gli associati, momenti di crescita manageriale, oltre alla possibilità di farsi conoscere e promuovere le idee da cui prendono corpo le Start Up. In sostanza, intendiamo fare del Club il posto migliore per promuovere le idee industriali e conoscere imprenditori esperti, capaci di suggerire “trucchi del mestiere” per meglio gestire il business.”

Il prossimo 14 maggio alle ore 18.00 si terrà il primo incontro del Club. Per informazioni, le startup interessate ad aderire al Club possono rivolgersi ai seguenti contatti: telefono 030/2292.279, mail clubstartup@confindustriabrescia.it

Piccola Industria Aib, Marco Capitanio è il nuovo presidente

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Marco Capitanio (Automazioni Industriali Capitanio Srl) è il nuovo presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia per il quadriennio 2021-2025. L’elezione è avvenuta oggi pomeriggio nell’Assemblea della Piccola Industria, tenuta in modalità online, e intitolata “La sfida della formazione professionale: una leva per la ripartenza?”.

Insieme al nuovo Presidente, che sostituisce nel ruolo Elisa Torchiani, è stato eletto anche il Consiglio Direttivo, che sarà composto da: Mariabenedetta Bergomi (vice presidente, Bergomi Spa), Giancarlo Turati (vice presidente, Fasternet Srl), Laura Iacci (consigliere, Skill Risorse Umane Srl), Massimiliano Pasini (consigliere, Fleming Tecna Srl), Diego Pezzotti (consigliere, Isam Snc), Cristina Volpi (consigliere, Kore Snc), Barbara Ulcelli (consigliere supplente, IMG Srl), ai quali si aggiungono i componenti eletti del Consiglio Generale in quota Piccola Industria: Luigi Matteo Meroni (Mega Italia Media Spa), Silvia Mangiavini (Raffineria Metalli Guizzi Spa), Fabio Astori (Luxor Spa) e Francesco Franceschetti (Marfran Srl).

“Vogliamo dare continuità alle iniziative lanciate negli ultimi 4 anni, e per questo colgo l’occasione di ringraziare la Presidente Elisa Torchiani e il suo Consiglio Direttivo per l’impegno profuso. Il nostro consiglio vuole diventare l’antenna dell’associazione, antenna che trasferisce nozioni e competenze, ma anche riceve stimoli tanto dagli associati quanto dal territorio – commenta Marco Capitanio, neoeletto Presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Proprio il territorio rappresenta, e dovrà farlo sempre di più, un riferimento imprescindibile delle nostre azioni. Siamo tutti chiamati ad evitare il depauperamento industriale e culturale e lo spopolamento delle nostre aree periferiche, la cui attività rimane strategica per le filiere manifatturiere di Brescia.”

“Lascio il ruolo di Presidente della Piccola Industria con un sentimento di grande soddisfazione per i risultati raggiunti in questi 4 anni all’insegna del networking, il tema centrale del nostro mandato. Per questo non posso che ringraziare il mio consiglio direttivo e la struttura di Confindustria per il supporto ricevuto – aggiunge Elisa Torchiani, Presidente uscente della Piccola Industria –. Al nuovo Presidente Marco Capitanio e alla sua squadra vanno i miei auguri di buon lavoro, per le numerose sfide che li attendono. Le PMI continueranno a essere il cuore del sistema imprenditoriale bresciano, e per questo mi sento di chiudere con un auspicio, che potrebbe diventare una proposta concreta: l’istituzione di un’apposita delega, da parte della Presidenza, rivolta proprio alla Piccola Industria, per rendere l’Associazione ancora più vicina alle piccole e medie imprese.”

Nel pomeriggio di lavori – moderati dalla giornalista Jole Saggese (Capo redattore CLASS CNBC) e organizzati in collaborazione con The European House Ambrosetti – sono intervenuti Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria, Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia, Melania De Nichilo Rizzoli, assessore alla Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, Loretta Forelli, presidente di Fondazione A.I.B., Lorenzo Tavazzi, partner European House, Chiara Riondino, Head of Vocational Education and Training apprenticeships and adult learning Unit della Commissione Europea, Sabrina Castellani, Training, Recruiting & Development Director – Robert Bosch S.p.A. e Managing Director Bosch TEC, Daniele Bertoni, Organization & Deputy General Manager Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.p.A.

Nel corso del confronto, si è approfondito, in particolare, il tema del distacco tra il sistema formativo italiano e le nuove esigenze del mondo del lavoro, ma anche di quali talenti, competenze e formazione tecnica sono oggi richieste dal sistema produttivo, con un approfondimento sulle best practice in uso in Italia e in Europa, insieme alle possibili proposte d’azione.

“Il ritardo formativo del nostro sistema di istruzione mostrava tutti i suoi limiti già prima del Covid – ha sottolineato Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria –. Ora, però, la centralità della formazione nell’agenda del Paese è ormai indiscussa.  Come imprenditori ne abbiamo assoluta consapevolezza, e non da oggi. Il paradosso italiano di un’elevata disoccupazione giovanile, da un lato, e la difficoltà delle imprese di trovare i profili professionali di cui ha bisogno, dall’altro, è la fotografia di un sistema che fatica a fornire ai giovani gli strumenti per costruire il loro futuro. Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori, ma ne trovano solo 5 mila. Questo territorio è in prima linea nella positiva esperienza degli ITS, tuttavia gli iscritti sono ancora pochi. Le linee guida del Recovery Fund mettono tra i primi driver proprio la formazione e l’occupazione giovanile e il PNRR ha destinato 1,5 mld in 5 anni agli ITS. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione per spingere forte sull’orientamento di studenti e famiglie, per far conoscere le opportunità che questi istituti possono offrire per creare occupazione e rispondere al fabbisogno delle imprese”.

“Ringrazio di cuore Elisa Torchiani per i 4 anni trascorsi insieme e per la passione che ha messo nel ruolo. E un augurio a Marco Capitanio e alla sua squadra per il quadriennio che lo attende, con sfide importanti da portare avanti – chiude Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia –. La Piccola è il tessuto portante del sistema bresciano, e bisogna valorizzare quello che sta facendo. Allo stesso modo le grandi imprese dovranno accompagnare le PMI: stiamo uscendo dalla crisi e, a piccoli passi, anche dalla pandemia. Dobbiamo dare continuità a questo processo: con il PNRR bisogna modernizzare questo Paese, attraverso la transizione verde e l’attenzione all’istruzione e alla formazione. Le competenze devono essere messe al centro.”

Brescia, nelle imprese lo smartworking è passato dal 10 al 75%

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Tra le realtà bresciane, il tasso di diffusione dello smart working (rapporto tra imprese che adottano il lavoro agile sul totale) è passato dal 10% nel 2019 al 75% nel 2020 e, sulla base di quanto prospettato dalle aziende, dovrebbe attestarsi al 38%, una volta superata l’attuale fase legata alla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo sono i dati definitivi della ricerca “Lo smart working nelle imprese bresciane: da fenomeno di nicchia al post emergenza”, a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia, che ha completato la ricerca provvisoria già presentata lo scorso 11 febbraio in occasione dell’appuntamento online “Smart working – Il lavoro che cambia”, organizzato dalla Piccola Industria. In particolare, i dati sono stati ottenuto attraverso l’analisi a livello locale di quanto rilevato nell’edizione 2021 dall’Indagine sul Lavoro realizzata dal Sistema Confindustria, focalizzata sugli effetti della pandemia, che ha visto la partecipazione di 290 imprese bresciane, che producono un fatturato pari a 14,4 miliardi di euro, un valore aggiunto di 3,2 miliardi e danno lavoro a oltre 26 mila dipendenti

Il dato complessivo sulla diffusione dello smart working riassume al suo interno, già prima della pandemia, una forte dispersione per settore di attività. Da questa prospettiva, le realtà dei servizi possono essere considerate delle vere e proprie precorritrici nell’adozione del lavoro agile, con un tasso di diffusione del 24%, contro il 7% dell’industria. Tra le classi dimensionali vi è una convergenza maggiore, con una forchetta che va dall’8% delle aziende sotto i 25 dipendenti al 12% per quelle tra 25 e 100.

Con riferimento all’incidenza del fenomeno, ovvero al rapporto tra il numero di lavoratori in smart working sul totale dei dipendenti considerati, prima della pandemia Brescia si attestava complessivamente allo 0,7%, un valore molto basso che suggerisce come il lavoro agile fino al 2019 fosse un fenomeno di nicchia. Tale conclusione è particolarmente vera per l’industria (0,5%), mentre nelle realtà terziarie lo smart working si confermava uno strumento più utilizzato dai lavoratori (5,4%). Tra le classi dimensionali, le aziende sopra i 100 dipendenti emergevano come quelle più in ritardo (0,5%): ciò sarebbe dovuto al fatto che nel contesto bresciano tale cluster è formato quasi esclusivamente da aziende attive nella manifattura.

La situazione è cambiata radicalmente nel momento in cui, nel corso del 2020, l’emergenza causata dalla pandemia ha determinato una forte accelerazione nella diffusione dello smart working, divenuto vero e proprio lavoro da remoto con l’obiettivo principale di ridurre il rischio di contagio sui luoghi di lavoro e nei trasporti pubblici. L’utilizzo del cosiddetto “lavoro agile di emergenza (o semplificato)” è cresciuto in modo esponenziale, arrivando ad interessare a Brescia il 75% delle imprese intervistate. L’emergenza sanitaria ha fortemente diminuito le differenze tra classi dimensionali e settori, anche se grandi aziende e servizi hanno evidenziato una diffusione dello strumento quasi totale (90%).

In questo contesto, il dato lombardo appare fortemente sovrapponibile a quello bresciano (diffusione media al 74%), con picchi tra le imprese sopra i 100 dipendenti (96%) e in quelle del terziario (89%). La motivazione principale di tale convergenza sarebbe imputabile alla forte penetrazione del virus nei territori lombardi, specie, in quel periodo, tra Bergamo e Brescia, con le evidenti implicazioni dal punto di vista delle azioni a tutela della salute della popolazione.

L’indagine ha quindi esaminato la prospettiva che si potrà verosimilmente delineare una volta superata la fase emergenziale. I risultati ottenuti delineerebbero uno scenario in cui i cambiamenti obbligati da questo difficile periodo provocheranno un processo in qualche modo irreversibile, tale da determinare una profonda mutazione nell’organizzazione del lavoro. Più nel dettaglio, il 38% delle imprese bresciane intervistate ha dichiarato che lo smart working sarà adottato anche nel prossimo futuro. Ancora una volta, sarebbe confermato il differenziale tra terziario (68%) e industria (32%); l’estensione sarebbe poi legata alla dimensione aziendale, con le realtà più grandi (sopra i 100 dipendenti) che si caratterizzerebbero per una diffusione del 50%. Nelle PMI, spina dorsale del made in Brescia, la presenza del lavoro agile sarebbe invece più limitata (29% nelle realtà sotto i 25 dipendenti e 36% in quelle tra 25 e 100) e su livelli più bassi di quelli rilevati durante la fase emergenziale, ma comunque significativamente più elevati (in media tre volte maggiori) di quanto sperimentato prima del Coronavirus.

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