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Settore Terziario di Aib: nel secondo trimestre 2020 fiducia delle imprese ai minimi

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Nel secondo trimestre del 2020, l’indice di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore terziario ha evidenziato una risalita rispetto al periodo precedente.  Nel dettaglio, l’indice si è attestato a 59, contro il 27 segnato nel 1° trimestre 2020, minimo storico registrato da quando è disponibile la serie (2016).

A evidenziarlo sono i risultati della tradizionale Indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di AIB al secondo trimestre 2020.

La risalita della fiducia rifletterebbe il parziale miglioramento delle condizioni operative aziendali sperimentato nei mesi di maggio e giugno, dopo i forti cali fra marzo e aprile, nonché le prospettive di una possibile schiarita del quadro ciclico per la seconda parte dell’anno. Tuttavia, complice anche la stagionale chiusura in agosto, a breve l’attività non è prevista tornare sui livelli coerenti con la media degli ultimi anni.

“L’assestamento, per quanto al ribasso, dell’andamento dell’economia ha permesso all’aziende del settore terziario di fare una programmazione almeno a breve periodo – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –: buona parte dei progetti che erano stati sospesi in periodo COVID sono ripartiti anche se in maniera differenziata. Certo è che i nuovi progetti legati ai nuovi investimenti sono ancora al palo”.

L’evoluzione del clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel terziario appare nel complesso in linea con il quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore, dopo il minimo storico raggiunto ad aprile (10,8), è stato protagonista di un recupero (28,9 a maggio e 46,4 a giugno), non tale da riportare i valori al di sopra della soglia che determina l’espansione dell’attività (50).

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è diminuito per il 48% delle imprese, con un saldo negativo del 29% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi flessioni (saldi netti pari rispettivamente a -38% e a -6%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione piatta (saldo netto pari a +3%), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive, in particolare in questa fase storica.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in contrazione dal 39% degli intervistati, con un saldo negativo del 16% a favore dei pessimisti rispetto agli ottimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (-19%) e all’occupazione (0%) descrivono uno scenario ancora complicato, ma in parziale rasserenamento;
  • i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo di poco positivo (+7%), un altro elemento che potrebbe presagire un cambio di rotta all’orizzonte.

Secondo l’approfondimento legato all’emergenza Coronavirus, curato dal Centro Studi di AIB, l’evoluzione trimestrale dell’attività produttiva in questo periodo è la sintesi di dinamiche molto differenziate tra mese e mese. Posto pari a 100 il livello di “normalità” pre-Covid, le realtà intervistate hanno dichiarato per marzo un significativo ridimensionamento dell’attività (80), intensificatosi poi ad aprile (65). A maggio vi sarebbe poi stato un importante recupero (76), consolidatosi poi fra giugno (82) e luglio (84), appena sufficiente per ritornare ai livelli di marzo, ma non tale da colmare il gap con la situazione antecedente la pandemia, che rimarrebbe quindi ancora molto distante.

Nel primo semestre del 2020 il fatturato realizzato dalle imprese del terziario sarebbe inferiore dell’11% rispetto all’analogo periodo del 2019, mentre l’input di lavoro (misurato dalle ore lavorate) registrerebbe una contrazione relativamente meno intensa (-9%). Va tuttavia precisato che le suddette dinamiche nascondono evoluzioni molto eterogenee fra le singole aziende: a fronte di contrazioni significative, che riguardano i più, si contrappongono movimenti in crescita, realizzati dalla minoranza degli operatori.

Per quanto riguarda le misure di gestione del personale adottate dalle imprese, va segnalato l’ampio ricorso allo smart working (intensificato o introdotto dal 92% dei rispondenti), seguito dall’utilizzo della CIG (56%), dall’imposizione di ferie obbligatorie o di altre misure temporanee per la riduzione dei costi (56%), dalla riduzione dell’orario di lavoro (48%) e dalla formazione aggiuntiva del personale (44%). Il 28% invece ha optato per la mancata proroga dei contratti a termine in essere e il 24% ha rinviato le assunzioni previste.

Sul versante dei possibili effetti sull’azienda da qui alla fine dell’anno, la maggioranza dei rispondenti (55%) prevede una riduzione della domanda nazionale per i servizi offerti, il 28% invece segnala la contrazione della domanda locale. Un altro 16% evidenzia la flessione del volume d’affari a seguito della cancellazione/rinvio di fiere ed eventi promozionali, oltre alla flessione della domanda proveniente dall’estero. Va poi segnalato come il 12% degli intervistati metta l’accento sui possibili rischi relativi alla sostenibilità aziendale e, a conferma della forte eterogeneità che caratterizza l’attuale fase ciclica, il 32% ha dichiarato la normale prosecuzione dell’attività, senza particolari conseguenze negative.

Di fronte alla crisi causata dal Covid-19, il 64% delle imprese del terziario ha adottato (o adotterà) strategie che prevedono un’accelerazione della transizione al digitale, il 52% opterà per una riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro e commerciali, il 44% si concentrerà sull’offerta di nuovi servizi non connessi con l’emergenza sanitaria, il 40% attuerà azioni di modifica o ampliamento dei canali di vendita, il 40% adotterà nuovi modelli di business e il 32% procederà all’intensificazione delle relazioni esistenti o alla creazione di partnership con altre imprese.

 

Brescia, pesante calo della produzione metalmeccanica nel primo trimestre

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Tendenze by

In provincia di Brescia, nel primo trimestre del 2020, l’attività produttiva dei settori metalmeccanici ha segnato variazioni negative rispetto allo stesso trimestre del 2019, dopo la frenata del periodo precedente che aveva invertito un trend di crescita durato per numerosi trimestri. In particolare, il comparto della meccanica ha registrato una diminuzione dell’attività del 17,6% nel confronto con il 1° trimestre 2019, quello della metallurgia del 12,0%. A seguito di queste variazioni, i livelli produttivi riferiti all’intera industria metalmeccanica bresciana sono ritornati sui minimi del 2013, andando a vanificare sei anni di crescita. A evidenziarlo è l’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi AIB, che ha dedicato spazio anche alla valutazione delle prime conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria sulle imprese.“In questo momento non abbiamo preoccupazioni solo sul versante della produzione, ma siamo bloccati anche dalla burocrazia – spiega Loretta Forelli, Presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di AIB –. E non è tutto: con il calo della meccanica e dell’automotive, si è arrestata anche la rottamazione. Facciamo quindi fatica a comprare materia prima dai Paesi che solitamente sono nostri fornitori. Brescia, che è al centro della metallurgia europea, sta attraversando un momento durissimo, e vedo la situazione che ci attende in autunno, per quanto riguarda la metallurgia, in modo preoccupante. Anche molte grosse aziende si stanno purtroppo fermando.”

“Non possiamo che esprimere la massima preoccupazione: si fanno tante riunioni, si spendono tante parole, ma di fatti se ne vedono pochi da parte del Governo – aggiunge Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di AIB –. Le aziende sono in difficoltà soprattutto sulla liquidità, e inoltre i dati sulla Cassa Integrazione sono impressionanti. Ribadisco: abbiamo bisogno di liquidità, a settembre prevediamo un calo preoccupante degli ordini, anche del 40-50%. Purtroppo, c’è stata l’illusione che ci fosse lavoro dopo il lockdown, ma nel medio periodo non sarà così.”Le prospettive a breve termine espresse dagli operatori sono, nel complesso, nettamente sfavorevoli per tutti e due i comparti, con gli ordinativi in diminuzione sia in Italia che sui mercati esteri. Nel settore della meccanica, la rilevanza degli effetti negativi è stata severa (gli obiettivi per l’anno in corso non sono più raggiungibili) per il 44% delle aziende intervistate; significativa (con la riorganizzazione del piano aziendale per l’anno in corso) per il 34%; gestibile (con revisioni minori al piano aziendale) per il 17%; gravissima (è necessario un ridimensionamento della struttura aziendale) per il restante 5%. Gli operatori hanno dichiarato di aver registrato un calo percentuale del fatturato del 23% e delle ore lavorate del 25% rispetto alla “normalità” (il confronto è con il primo trimestre 2019).Nel settore metallurgico la rilevanza degli effetti negativi è stata severa (gli obiettivi per l’anno in corso non sono più raggiungibili) per il 33% delle aziende del campione; significativa (con la riorganizzazione del piano aziendale per l’anno in corso) per il 47%; gestibile (con revisioni minori al piano aziendale) per il rimanente 20%. Gli operatori hanno dichiarato un calo percentuale del fatturato del 22% e delle ore lavorate del 18% rispetto alla “normalità”.

Le deboli prospettive di crescita impattano negativamente sui prezzi delle materie prime industriali, che sono tradizionalmente un termometro dello stato di salute del quadro congiunturale. Tra le commodity principalmente impiegate nei cicli di produzione delle aziende metalmeccaniche bresciane si rilevano cali diffusi. A maggio, rispetto allo stesso mese del 2019, l’alluminio ha segnato un ribasso del 17,7%, il rame del 12,9%, lo zinco del 28,0% e il rottame ferroso del 14,8%. Sul versante del mercato del lavoro, si segnala l’impennata nel mese di aprile (con il parziale riassorbimento in maggio) della Cassa Integrazione Guadagni nei settori metalmeccanici. Mentre nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2019, le ore complessivamente autorizzate nei due comparti sono cresciute del 9,9%, quelle autorizzate nei primi cinque mesi del 2020 sono aumentate del 1.536% rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 1,5 a 24,2 milioni.

In particolare, la componente ordinaria nei primi cinque mesi del 2020 è cresciuta del 3.865% (da 583.704 ore a oltre 23 milioni di ore), quella straordinaria del 10% (da 892.950 a 984.329 ore). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 12 mila e seicento, contro le 800 dello stesso periodo del 2019. Si tratta tuttavia di una stima prudenziale, basata su un tasso di tiraggio nel 2020 in linea con quello registrato nel 2019 (che è stato storicamente basso).  Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la terza provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino e Milano). Con circa 100 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (36 mila), è al terzo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila) e in quinta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

 

 

Aib punta sul digitale: nuovo sito per gli impreditori bresciani

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Web e digitale by

Sarà online da domani giovedì 18 giugno, all’indirizzo www.aib.bs.it, il nuovo sito di Aib basato sulla piattaforma digitale DAS (Digital Association Services). DAS – si legge in una nota – è “una piattaforma digitale, business analytics e data driven, pensata nell’ottica di far sfruttare in maniera più immediata e proficua agli imprenditori associati tutti i servizi offerti da AIB. La piattaforma consentirà di creare un rapporto più diretto con l’associazione e farà capire, attraverso l’utilizzo dello strumento e il feedback degli utenti, quali sono i servizi di cui le imprese necessitano in tempo reale”.

“Da domani, AIB mette a disposizione di tutti gli imprenditori uno strumento pensato ispirandosi a quattro parole chiave: concretezza, efficacia, immediatezza e trasparenza – spiega Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Crediamo sia un progetto proiettato al futuro, che faciliterà il rapporto tra le aziende e AIB. Metteremo nelle condizioni tutta la struttura di comprendere sempre di più e meglio, in tempi rapidi, le necessità degli imprenditori.”

Entro domani, gli utenti profilati sul sito AIB riceveranno una mail dall’indirizzo info@aib.bs.it, contenente un link attraverso il quale sarà possibile accedere alla nuova piattaforma e impostare una nuova password. Dall’area riservata si potranno configurare le preferenze, come la categoria di informazioni che si vorranno ricevere o gli hashtag legati agli argomenti delle news rilevanti. In questo modo, sarà possibile ricevere una newsletter profilata in base agli specifici interessi.

All’interno del nuovo sito sarà inoltre presente il marketplace-DPI, un servizio di AIB grazie al quale le aziende associate potranno richiedere dispositivi di protezione individuale a fornitori accreditati, attraverso la compilazione di un apposito form. Nei prossimi giorni, accanto al nuovo sito, verrà lanciata anche la app per sistemi mobile iOS e Android.

Aib: a Brescia nel primo trimestre forte calo dell’export

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel 1° Trimestre del 2020, le esportazioni bresciane – pari a 3.843 milioni di euro – diminuiscono del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta della variazione più bassa dal quarto trimestre 2009 (-18,9%) e del peggior primo trimestre in termini monetari dal 2017 (3.795 milioni).

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

Le importazioni, pari a 2.077 milioni di euro tra gennaio e marzo 2020, diminuiscono del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2019, la caduta più intensa dal secondo trimestre 2012 (-17,2%).

Nel 1° Trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-7,5%) è inoltre superiore rispetto a quella rilevata in Lombardia (-3,0%) e in Italia (-1,9%).

Il saldo commerciale si attesta a 1.766 milioni di euro, in aumento del 2,6% rispetto a quello del 2019 (1.722 milioni di euro). È il valore più alto dall’inizio della serie storica.

La dinamica risente della frenata del commercio mondiale che, nel periodo gennaio-marzo 2020, ha segnato una contrazione del 2,9% (sullo stesso periodo del 2019), all’inizio per effetto dello stop del mercato cinese colpito per primo dalla pandemia da COVID-19, ma in seguito per l’introduzione delle misure di lockdown sia in Italia che nei principali partner commerciali, nonché per il crollo dei flussi turistici a livello mondiale. I dati dei prossimi mesi saranno caratterizzati da un drastico ridimensionamento del commercio internazionale a seguito della diffusione dell’emergenza sanitaria a livello mondiale.

La persistente caduta dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha provocato lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche vantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato invece dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (-2,9% tendenziale).

Nel 1° Trimestre 2020, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: mezzi di trasporto (-13,0%), metalli di base e prodotti in metallo (-10,1%), macchinari e apparecchi (-7,8%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,0%).

Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: sostanze e prodotti chimici (+3,9%), apparecchi elettrici (+2,5%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+1,7%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Regno Unito (-26,5%), Germania (-10,6%), Francia (-3,2%), Spagna (-13,6%), Stati Uniti (-9,9%), India (-16,6%), Cina (-27,0%). Crescono le vendite verso la Turchia (+28,1%) e la Russia (+12,4%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dei Paesi europei non UE (-9,7%), dell’Asia (-9,6%) e dell’America centro-meridionale (-8,9%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di mezzi di trasporto (-15,9%), metalli di base e prodotti in metallo (-15,0%), apparecchi elettrici (-16,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-16,4%), sostanze e prodotti chimici (-19,6%), articoli in gomma e materie plastiche (-13,7%).

Risultano in aumento gli acquisti nel comparto articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+36,3%).

Diminuiscono le importazioni da tutti i principali Paesi: Francia (-14,1%), Germania (-14,2%), Regno Unito (-14,9%), Spagna (-18,4%), Stati Uniti (-47,0%), Cina (-15,6%).

Primo trimestre 2020: produzione industriale ancora in forte calo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel primo trimestre del 2020, la variazione della produzione delle imprese manifatturiere bresciane è risultata pari a -13,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 (tendenziale), dopo i risultati già negativi del quarto (-1,4%) e del terzo (-0,9%) trimestre 2019. Si tratta del peggior dato dal quarto trimestre 2009 (-17,3%). Il risultato risente, in particolare, della caduta della produzione nel mese di marzo, dovuta al lockdown per l’emergenza Covid-19 imposto o deciso dalla maggior parte delle attività produttive.

A evidenziarlo sono le indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al primo trimestre 2020.

Nel dettaglio, la produzione industriale registra un calo sul trimestre precedente del -11,4%. Il tasso acquisito – ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2020 – è pari a -12,5%. Il recupero dai minimi, registrati nel terzo trimestre 2013, diminuisce e si attesta a +1,0%, perdendo, di fatto, tutto quanto guadagnato in questi anni e tornando ai minimi storici. La distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si amplia e risulta pari a -30,5%.

Le previsioni a breve termine sono decisamente negative: le aziende che stimano un peggioramento della situazione attuale nei prossimi tre mesi sono il 66%, quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 20%. Le previsioni sono condizionate dal peggioramento di tutti i parametri economici, causato dalla caduta del commercio internazionale, dalle incertezze sulla domanda interna e dalla debolezza della domanda estera, ancora compromessa dalla diversa tempistica con la quale sono state introdotte le misure di contenimento del Covid-19 negli altri paesi.

Per l’artigianato manifatturiero – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – il primo trimestre dell’anno si chiude con una repentina e intensa decelerazione, segno evidente dei primi riflessi del lockdown disposto per far fronte all’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. In confronto al trimestre scorso, infatti, la produzione è diminuita dell’11,8%, il fatturato del 9,5% e gli ordinativi del 9,1%.

La flessione è ancora più visibile nel confronto con il primo trimestre dello scorso anno, la produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano è diminuita del 13,4%, il fatturato del 12,7% e gli ordinativi dell’11,3%. Questi risultati si inseriscono in un contesto complessivo di rallentamento che ha interessato l’artigianato manifatturiero nel corso del 2019. Nella media dell’anno, infatti, la produzione è calata dello 0,3%.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 219 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

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A Brescia 103 imprese locali a partecipazione estera, volume d’affari pari a 3,6 miliardi

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Le multinazionali estere rappresentano un fenomeno decisamente rilevante per l’economia bresciana. È questa la sintesi di “Brescia Internazionale”, l’indagine sulle multinazionali estere presenti nel territorio provinciale, realizzata dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.

Il censimento ha riguardato esclusivamente le realtà manifatturiere (sia associate che non associate ad AIB), con forma giuridica “società di capitali” e un fatturato superiore a 1 milione di euro. I numeri raccolti sono riferiti sia alle partecipazioni di controllo, sia a quelle minoritarie, ma sopra il 25%.

Dalla mappatura emerge come, all’interno del territorio provinciale, siano presenti 103 imprese locali a partecipazione estera, in grado di produrre un volume d’affari pari a 3,6 miliardi di euro, un valore aggiunto che si aggira intorno ai 918 milioni di euro, e un totale di quasi 9.700 addetti. Nonostante rappresentino solamente il 2,1% della popolazione di riferimento, le imprese locali a partecipazione estera incidono per il 10,0% dei ricavi complessivamente generati dalla manifattura bresciana, per il 10,3% del valore aggiunto e per l’8,8% in termini di addetti.

“I numeri presenti nell’indagine, a maggior ragione nell’odierna situazione legata alla pandemia da COVID-19, possono risultare utili per comprendere quali saranno gli sviluppi futuri dell’economia bresciana, insieme alle modalità per superare le attuali difficoltà – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Brescia, infatti, si conferma un importante hub da cui le multinazionali vendono prodotti in ogni parte del mondo, in particolare verso l’Unione Europa, oltre che un importante polo di riferimento per l’innovazione. Un dato in continuità con quanto riscontrato negli scambi con l’estero, con una proiezione internazionale del made in BS particolarmente focalizzata sul Vecchio Continente e sull’America settentrionale. In generale il giudizio sui fattori competitivi di Brescia è positivo per i tradizionali punti di forza del Made in Brescia, anche se la valutazione lascia spazio a margini di miglioramento. Qualche riserva invece è legata, riflettendo quanto indicato a livello nazionale, soprattutto alla pressione fiscale e alla lentezza della burocrazia. In tal senso servirà continuare a lavorare nel prossimo futuro, investendo ancor di più in infrastrutture come risorse umane e ambiente, ma anche nel territorio, al fine di essere sempre più attrattivi.”

Il censimento effettuato ha permesso di fotografare il fenomeno dal punto di vista delle aree geografiche di provenienza degli investitori. Al primo posto si colloca l’Unione Europea, che conta 52 imprese bresciane partecipate, con quasi 4.500 addetti. Seguono l’America settentrionale (25 imprese con 2.511 addetti) e l’Asia (14 imprese con 1.778 addetti). Per quanto riguarda i singoli Paesi di provenienza, invece, è la Germania a ricoprire la prima posizione, con 26 aziende partecipate e quasi 2.400 addetti, seguita dagli Stati Uniti (23 imprese, 2.334 addetti). Dal punto di vista settoriale, i comparti metalmeccanici risultano i più interessati dal fenomeno: al primo posto si posizionano gli operatori dei macchinari e apparecchiature (25 imprese partecipate con 2.154 addetti), seguiti dal chimico, gomma e plastica (16 realtà produttive con 1.454 addetti) e dai prodotti in metallo (16 aziende con 1.047 addetti).

Per quanto riguarda le principali finalità dell’investimento in provincia di Brescia, il 60% dei rispondenti ha privilegiato l’incremento delle vendite nel mercato target, mentre le prospettive formulate per il biennio 2021-2022 in merito alla possibile evoluzione degli acquisti da fornitori bresciani sono generalmente orientate al mantenimento delle attuali quote (92%). A prescindere da eventuali modifiche ai piani industriali a seguito della pandemia da COVID-19, le prospettive formulate sono orientate a un incremento della capacità produttiva in loco (il 40% dei soggetti interpellati). A livello settoriale, i più ottimisti appaiono gli operatori dell’elettromeccanica (dove il 75% si è espresso per un incremento), mentre dal punto di vista di origine degli investitori, le migliori notizie proverrebbero dall’Unione Europea (50%) e Asia (50%).

Tra gli ulteriori spunti emersi dall’indagine, figura il giudizio sui fattori competitivi del Made in Brescia, che tende a confermare alcune prerogative del sistema produttivo locale. Il diffuso know how industriale (con un punteggio di 3,6 su 5), la filiera (3,5) e la produttività del lavoro (3,5) risultano i punti di forza dell’industria bresciana, anche se i punteggi ottenuti lasciano spazio a margini di miglioramento. Non convince del tutto il sistema creditizio (2,7), mentre vi è una convergenza di opinioni negative verso sindacati (2,4) e burocrazia (2,2).

Per quanto riguarda la spesa dedicata all’innovazione, la quota destinata dalle multinazionali, in relazione al fatturato, è decisamente significativa (3,2%). La segmentazione per settore mostra un quadro eterogeneo, in cui la spesa in innovazione risulta correlata con l’intensità tecnologica che caratterizza ogni comparto. Così, l’alimentare “si ferma” all’1,1%, mentre nell’elettromeccanica (3,7%) e nei macchinari e apparecchiature (4,0%) risulta sensibilmente più alta.

Infine, le imprese multinazionali sono concordi nel richiedere – a livello nazionale – misure per la riduzione della pressione fiscale (indicate dall’88% dei rispondenti), la leva che maggiormente favorirebbe l’afflusso di capitali esteri. Molto distanziati si collocano le politiche per il mercato del lavoro (42%), gli incentivi fiscali per investimenti in macchinari (38%) e le misure di sostegno all’Innovazione, Ricerca & Sviluppo (38%) e le politiche per le reti infrastrutturali (35%).

ProBrixia e Brixia Forum, Prandini: “Il bilancio è positivo”

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Fiere by

Incremento delle attività con ricaduta positiva sulle imprese e sul territorio, ricavi in aumento nei tre settori Internazionalizzazione, eventi fieristici e servizi offerti dall’organismo Borsa Immobiliare, unitamente alla conferma d’alto gradimento da parte della clientela.

Pro Brixia, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Brescia, presenta il “Bilancio di Esercizio 2019” e coglie l’occasione per annunciare la nomina di Ezio Zorzi, storico direttore del Centro Fiera di Montichiari, alla direzione del polo fieristico Brixia Forum. Per la Presidente di Pro Brixia, Giovanna Prandini: “Un risultato storico, superare il dualismo rafforzerà il territorio”.

È un bilancio in positivo, sia da un punto di vista numerico che in termini di riscontro qualitativo, quello di Pro Brixia, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Brescia istituita con l’obiettivo di valorizzare il tessuto produttivo bresciano supportando le imprese del territorio nelle azioni commerciali e nelle prospezioni dei mercati internazionali, amministrare le attività della Borsa Immobiliare di Brescia e a cui, dal 2016, è stata affidata la governance del polo fieristico cittadino Brixia Forum, struttura multi-espositiva in grado di ospitare manifestazioni fieristiche ed eventi di varia entità e natura.

Con 2.919.751 € di ricavi ordinari registrati al netto del contributo camerale, il Bilancio di esercizio 2019 presenta un incremento rispetto al 2017 (€ 2.796.411) e 2018 (€2.751.727). Nonostante il significativo ampliamento dei compiti di Pro Brixia, ed a parità di numero di dipendenti, l’Azienda Speciale ha perseguito la mission migliorando i risultati sia per la parte istituzionale della Borsa Immobiliare, sia per l’internazionalizzazione, sia per la promozione del territorio e delle sue aziende condotta all’estero e presso la sede di Brixia Forum.

Relativamente all’attività svolta dal Brixia Forum, si evidenzia un significativo incremento dei ricavi, quantificabile in €136.031, conseguente all’intensa attività svolta all’interno del polo espositivo, che si configura come sempre più specializzato nell’offerta rivolta agli organizzatori, non solo di nolo degli spazi fieristici e congressuali, ma anche e soprattutto dei servizi propedeutici, connessi e collegati alla realizzazione degli eventi, qualificandosi come location attrezzata e geograficamente strategica.

In generale l’incremento dei costi direttamente connessi alla realizzazione di progetti ed iniziative nelle diverse aree operative, quantificabile complessivamente in €227.481 (dai € 2.639.739 del 2018 ai € 2.867.220 del 2019), è derivato dall’intensificazione del calendario eventi e si accompagna all’incremento dei rispettivi proventi delle aree.

Oltre che per l’incremento dei ricavi ordinari complessivi, il 2019 si è caratterizzato per la crescita dei proventi da servizi derivanti dall’attività di Brixia Forum (+ €138.047 rispetto al 2018) e dell’Area Internazionalizzazione (+ €72.638 rispetto all’esercizio precedente) e della Borsa Immobiliare per cui nel 2019 si segnala una considerevole ripresa nell’ambito dell’attività peritale, sia grazie alla Convenzione triennale stipulata con il Comune di Brescia, che per un incremento delle richieste di valutazione da parte degli utenti privati.

Nel 2019 Pro Brixia ha svolto regolarmente le seguenti l’attività:

  • Internazionalizzazione per la promozione delle manifestazioni fieristiche all’estero nel rispetto del calendario programmato (allegato 3);
  • Organizzazione ed intensificazione delle attività in Brixia Forum, grazie alla realizzazione di eventi fieristici, convegni e spettacoli sia nel Padiglione e presso il Teatro DisPlay, sia presso il secondo piano grazie all’utilizzo dell’Auditorium, del Foyer e della Sala Consiliare (allegato 1);
  • Rafforzamento dell’azione commerciale finalizzata a rendere maggiormente attrattivo il polo Brixia Forum per nuovi clienti (allegato 1);
  • Attività di supporto alle PMI per l’internazionalizzazione che si è articolata su più fronti con azioni formative e commerciali in Italia e all’estero (allegato 1 e 3);
  • Realizzazione di una “Giornata Paese” focalizzata sul nuovo accordo di libero scambio tra Europa e Giappone, con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana in Giappone e di Lest, partner commerciale della Camera di Commercio Italiana in Giappone, con 45 partecipanti;
  • Nel solco della tradizione, e privilegiando gli eventi più attrattivi per le filiere produttive bresciane, Pro Brixia ha organizzato e coordinato la partecipazione di 176 imprese a 12 manifestazioni fieristiche in paesi esteri (allegato 3).
  • Prosecuzione e consolidamento dell’attività svolta dalla Borsa Immobiliare di Brescia, in qualità di punto di riferimento del mercato immobiliare locale, grazie all’elaborazione/pubblicazione del “Listino dei Valori degli immobili sulla piazza di Brescia e provincia” e all’erogazione di servizi garantiti da elevanti standard di qualità ed affidabilità, avvalendosi dell’esperienza degli agenti immobiliari accreditati (allegato 2).

Alla ratifica del bilancio riguardante l’esercizio e le attività svolte da Pro Brixia nell’anno 2019 da parte del Consiglio Camerale si affianca la comunicazione della scelta, operata dal CDA di Brixia Forum, di Ezio Zorzi alla direzione del polo fieristico Brixia Forum. A Zorzi, storico direttore del Centro Fiera di Montichiari ed esperto di lungo corso delle dinamiche del settore fieristico ed espositivo, il compito di proseguire il lavoro di promozione, gestione e valorizzazione della sede espositiva bresciana, mediante il consolidamento dei rapporti in essere con la clientela fidelizzata e la ricerca di ulteriori rapporti con nuovi pubblici e stakeholders.

Grande soddisfazione per Giovanna PrandiniPresidente di ProBrixia, che saluta così la nomina del Direttore unico per i due poli fieristici:

Un risultato storico che sancisce definitivamente il superamento del dualismo fra le due Fiere di Brescia e Montichiari promuovendo il dialogo, cogliendo le opportunità del mercato in modo strategico e annullando presunte rivalità, al fine di valorizzare congiuntamente le iniziative in calendario. La scelta di avere un unico direttore alla gestione dei due poli fieristici bresciani avrà un impatto e ricadute positive molto forti, nell’interesse delle imprese dell’intera provincia e nel solco del percorso tracciato con il Presidente della Provincia Mottinelli che mi chiese di entrare nel Consiglio di Amministrazione del Centro Fiera Spa sollevando non poche reazioni contrarie. Un ringraziamento particolare al Presidente Gianantonio Rosa ed al CDA, nonché all’Assemblea dei Soci del Centro Fiera Spa, per aver all’unanimità aderito alla proposta di sinergia e collaborazione”. 

Brescia, sono 156 le imprese che hanno aderito alla campagna #IoPagoIFornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Una risposta importante, per numero di adesioni e rappresentatività. Nel primo mese di lancio, la campagna #iopagoifornitori – promossa dall’Associazione Industriale Bresciana e ideata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l. – ha raccolto l’adesione di 106 aziende associate ad AIB e di 50 non associate, per un totale di 156 realtà. Inoltre, l’iniziativa, lanciata dalla pagina Linkedin di Alfredo Rabaiotti, ha ottenuto numeri importanti anche in rete: il post iniziale è stato condiviso oltre 500 volte e sta raggiungendo le 100.000 letture, mentre ogni nuovo post raggiunge circa 3.000 visualizzazioni in poche ore dalla pubblicazione.

L’obiettivo dell’iniziativa e del Manifesto è quello di sensibilizzare e stimolare le imprese del sistema economico che possiedono “valori” etici e che ritengono dunque di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante tutte le problematicità legate all’emergenza del Coronavirus e, in caso di effettiva difficoltà di liquidità, ad adottare soluzioni e comportamenti etici, trasparenti ed efficienti.

Il Manifesto intende inoltre richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, sollecitandola a maggior ragione in questa fase di straordinaria criticità, ad onorare i pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Il progetto vede Brescia come punto di riferimento di un messaggio di valore e responsabilità. Migliaia di aziende hanno già adottato il marchio in tutto il territorio nazionale.

Affinché Manifesto, Marchio e tutta l’iniziativa nel suo complesso siano caratterizzate da efficacia, efficienza e reale qualità, dal 14 aprile il Presidente Giuseppe Pasini ha costituito un Comitato di Gestione del Progetto, presieduto da Paolo Streparava (delegato AIB a Credito, Finanza e Fisco), di cui fanno parte anche: l’ideatore dell’iniziativa, Alfredo Rabaiotti, un rappresentante della Piccola Industria, nella persona di Flavio Gandolfi, un rappresentante  del Gruppo Giovani Imprenditori, nella persona di Giorgio Costa e un componente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Brescia, nella persona della Dott.ssa Patrizia Apostoli (Consigliere e Tesoriere dello stesso Ordine).

Il Comitato di Gestione è già al lavoro per sviluppare un Codice Etico nel quale le aziende italiane che rispondono ai loro impegni in modo responsabile potranno riconoscersi. Altrettanto importante è la decisione che a questa operazione, una volta definite le linee guida, potranno aderire e collaborare tutte le associazioni di settore che possiedono una struttura per garantire il servizio ai propri associati.

“Un rapporto corretto con i fornitori è determinante nella continuità aziendale, pagare le fatture anche in momenti difficili come questi significa non mettere in difficoltà le proprie controparti e le filiere – commenta Paolo Streparava –. Un impegno che deve essere di tutti, a maggior ragione nell’ottica di quella che sarà l’imminente ripartenza del tessuto economico italiano.”

“Il tavolo operativo formatosi in AIB è importantissimo: ora, infatti, i molti imprenditori che hanno adottato il manifesto desiderano poterlo rendere uno strumento tangibile – aggiunge Alfredo Rabaiotti. Grazie a questo Comitato, del quale faccio parte, lo sviluppo del Codice Etico sta trasformando questo hashtag in un forte segno distintivo per riconoscere le aziende italiane responsabili”.

Le aziende interessate alla sottoscrizione del manifesto #iopagoifornitori possono presentare la loro richiesta di adesione all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it. Con tale dichiarazione, a firma del legale rappresentante, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere o, in caso di effettiva e oggettiva impossibilità a rispettare gli accordi presi, a trovare con i propri fornitori soluzioni concordate e trasparenti.

Le richieste di adesione pervenute saranno esaminate e valutate dal Comitato di Gestione del Progetto, che fornirà poi l’autorizzazione all’utilizzo del logo da utilizzarsi sui documenti, sui canali social e sui siti aziendali.

Il marchio segnala al mercato ed all’intera collettività un’impresa che adotta pratiche etiche, virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’Associazione Industriale Bresciana attuerà tutte le iniziative di comunicazione necessarie e mirate a promuovere il Manifesto.

Coronavirus, Aib sostiene la campagna #iopagoifornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Partner by

Ha preso il via in questi giorni la campagna di comunicazione #iopagoifornitori,  creata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l, a cui Aib ha deciso di aderire.

L’obbiettivo è quello di stimolare le imprese del sistema economico bresciano, che ritengono di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante le difficoltà legate alla situazione del Coronavirus e, più in generale, a diffondere prassi trasparenti ed efficienti.

“Il sistema economico bresciano si sta muovendo in una situazione fortemente influenzata dalla diffusione del Coronavirus e dai conseguenti provvedimenti che hanno determinato il blocco per numerose realtà, ma anche per intere filiere – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Nonostante ciò, AIB ha avviato un dialogo costante con il sistema bancario per garantire una serie di strumenti finanziari che possano garantire alle aziende la necessaria liquidità. Si tratta di un tema fondamentale, per le imprese e per le famiglie. È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana. Con questo manifesto puntiamo a sensibilizzare ulteriormente in tale direzione.”

Il manifesto si ispira al principio della massima snellezza e al principio volontaristico delle imprese e degli imprenditori che riterranno di recepirne le finalità, traducendole concretamente in comportamenti eticamente corretti, ossia pagare i rispettivi fornitori nel rispetto dei termini contrattualmente stabiliti. Il documento – coerentemente anche con la direttiva UE “Late payments” del 2011 e al successivo decreto legislativo italiano 192/2012 – intende inoltre promuovere la creazione di codici di pagamento rapido. Entrambi, seppur pensati principalmente per regolare i termini di pagamento delle transazioni commerciali tra Pubblica Amministrazione e imprese, auspicano che per le transazioni tra imprese venga lasciata autonomia negoziale alle parti comunque con tempi di pagamento non superiori a 60 giorni, pur con un rafforzamento dei presidi a tutela dei creditori.

In particolare, l’iniziativa #iopagoifornitori richiama quindi le imprese, in primis quelle aderenti ad Associazione Industriale Bresciana, affinché si impegnino a effettuare i pagamenti nei termini contrattuali che regolano i rapporti con i propri fornitori, non modificare con effetto retroattivo i termini e le altre condizioni di pagamento, dare ai fornitori indicazioni chiare e facilmente accessibili in merito alle procedure di pagamento, affermare la cultura dei pagamenti rapidi e diffondere attraverso propri comportamenti coerenti all’obiettivo del documento, pratiche di pagamento efficienti, basate sul rispetto dei termini contrattuali pattuiti.

Il Manifesto intende, inoltre, richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, invitandola in questa fase di straordinaria criticità ad onorare i propri pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Le aziende che intendono sottoscrivere il manifesto #iopagoifornitori possono farlo con l’invio di una dichiarazione del proprio legale rappresentante all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it sulla base del modulo pubblicato su www.aib.bs.it, alla pagina dedicata. Nella dichiarazione, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere.

A seguito della sottoscrizione del manifesto, il marchio #iopagoifornitori potrà utilizzato sui documenti e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’elenco delle aziende firmatarie il manifesto sarà pubblicato su tutti i canali social e sul sito web di Associazione Industriale Bresciana; mensilmente l’Associazione aggiornerà l’elenco e ne darà anche puntuale informazione a tutti gli associati.

Coronavirus, Aib: pagamenti e liquidità aziende sono due nodi da affrontare

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Salute by

Giuseppe Pasini (Presidente AIB): “Il tema dei pagamenti e della liquidità è oggi imprescindibile: serve trovare, con il sistema bancario, un modo per immettere liquidità vera e congelare i criteri che non consentono di intervenire con efficacia a favore delle imprese, e quindi delle persone.”

Pagamenti corretti e liquidità: sono queste le due emergenze delle quali l’Associazione Industriale Bresciana sta discutendo insieme ai principali istituti di credito locali e nazionali, con cui è in corso in questi giorni una serie di colloqui.

“In un contesto dove quasi tutte le aziende sono ferme, il problema dei pagamenti tra tutti gli attori della catena economica è il tema. Per affrontarlo serve liquidità, è lapalissiano – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –! È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana”.

“Per AIB questo tema è indubbiamente importante e cerchiamo di monitorarlo, a partire dal Consiglio di Presidenza – prosegue il Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Pagare correttamente, nei tempi e nei termini previsti, rientra in quell’ambito della Responsabilità sociale d’impresa che da sempre intendiamo valorizzare, anche attraverso una delega specifica in Associazione. Ma – ripeto – per pagare, le aziende di qualsiasi settore, dimensione e genere hanno bisogno di liquidità, per di più immediate. La liquidità è l’emergenza nell’emergenza che stiamo affrontando in queste settimane; è un problema che cresce dimensionalmente di ora in ora, di pari passo alla necessità di rivedere il rapporto banche – imprese per assicurare rapidità, snellezza e immediatezza di azione”.

“Sappiamo tutti che i fondamentali dell’economia conosciuta fino a poche settimane fa sono venuti meno. Serve ripensare sia i prodotti bancari da mettere a disposizione delle imprese sia il regime regolatorio che è stato fino ad ora alla base della definizione del merito creditizio. Su questi due aspetti siamo in prima linea – prosegue Pasini –. Abbiamo già avviato il confronto con alcuni istituti di credito, per mettere a disposizione degli associati strumenti specifici che assicurino, per esempio, ulteriori moratorie su linee di credito di medio lungo periodo piuttosto che liquidità per valicare almeno i prossimi 12 mesi. Dall’altro stiamo anche chiedendo al mondo bancario di impegnarsi per rivedere le regole alla base del merito creditizio. Occorre infatti congelare i vincoli derivanti dagli Accordi di Basilea III che, se permarranno, di fatto non consentiranno alle banche di operare nei confronti delle aziende con quella immediatezza e concretezza che noi chiediamo. Occorrerebbe anche congelare subito, e almeno per questa fase di blocco delle attività produttive, la segnalazione da parte delle banche e delle società di leasing alla Centrale Rischi nei casi di mancati pagamenti di mutui, leasing e altro entro il 31 marzo 2020: molti imprenditori stanno chiedendo le moratorie, ma non è certo che siano operative per quella data”.

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