Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 90

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Come rendere lucenti i metalli

in Economia/Manifatturiero by

La bellezza dei metalli lucidati

Tutti noi possediamo in casa oggetti in metallo. Che si tratti di oggetti in rame o in ottone, in argento o in oro, questi sono onnipresenti nel nostro arredamento e contribuiscono ad abbellire l’ambiente in cui viviamo.

Indifferentemente però che si tratti di metalli puri e preziosi o di leghe più economiche, tutti i metalli soffrono il trascorrere del tempo. Ossidazione o ruggine possono intaccarne la bellezza e fargli perdere la lucentezza che li contraddistingueva.

Anche se la lucidatura dei metalli non rientra tra le faccende domestiche da eseguire frequentemente, effettuarla contribuisce sicuramente a dare un tocco del tutto nuovo alla nostra casa.

Cosa possiamo fare per far ritrovare lo splendore perso ai nostri metalli?

Rimedi naturali per lucidare i metalli

Bisogna dire che quando parliamo di rinnovare parti in metallo a vista che compongono l’arredamento della casa potremmo sceglierci di utilizzare dei prodotti professionali indicati per la lucidatura metalli.

In molti altri casi, invece, si può ricorrere a metodi naturali a basso costo sperimentati da tantissime casalinghe e dall’efficacia garantita.

Parliamo un attimo dell’oro. Il nobile metallo, si sa, non è immune al trascorrere del tempo. Quale semplice trattamento può fargli rivivere i fasti di una volta? Lavarlo con del sapone naturale e del bicarbonato di sodio. Successivamente si può asciugare la superficie in maniera delicata utilizzando un panno in lana.

Che dire dell’argento? E’ forse uno dei metalli preziosi più comuni. Posate, svuota tasche, cornici… sono davvero tanti gli oggetti che abbiamo in casa realizzati in argento. E’ risaputo anche la sua tendenza ad annerirsi nel tempo.

Non tutti sanno, però, con quanta facilità si può far ritrovare all’argento la sua lucentezza iniziale. Basta prendere un litro d’acqua, versare in essa un cucchiaio di sale e due di bicarbonato e portare il tutto in ebollizione. Dopo 10 minuti possiamo tirare fuori il nostro oggetto, risciacquarlo ed asciugarlo. Il risultato ci lascerà di stucco!

Il rame è uno dei metalli più particolari, grazie al suo colore unico dai bellissimi riflessi. E’ spesso vittima dell’ossidazione, che gli conferisce uno sgradevole colore verdognolo. Come possiamo rimediare? Trattando la superficie con acqua e limone. Con l’aiuto di uno spazzolino possiamo lucidare la superficie in rame fino a che non torna a splendere.

Che dire dell’acciaio inox? Stoviglie e posate realizzate in acciaio possono con il tempo presentare macchie ed aloni difficili da eliminare. A questo proposito potremmo utilizzare dell’olio extravergine di oliva, da sfregare direttamente sulle macchie.

Molto efficace per la lucidatura dell’acciaio inox è l’aceto, da utilizzare puro. Una volta lasciato agire, non dovremo fare altro che risciacquare abbondantemente, asciugare le nostre stoviglie e specchiarci in esse.

Un ultimo cenno lo facciamo sul dentifricio. Sapevate che oltre ad essere il nostro migliore alleato per preservare la nostra igiene orale, il dentifricio è utilissimo per eliminare le incrostazioni di calcare ed addirittura la ruggine dai metalli?

Come vedete, sono davvero tanti i rimedi naturali utili per far tornare a splendere i metalli. Basta usare quello adatto senza esagerare, per non rischiare di corrodere le superfici.

Aib, a Trieste la quinta edizione dei Viaggi dell’innovazione

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Un gruppo di 30 imprenditori ed esponenti delle istituzioni bresciane ha visitato – nelle giornate di giovedì 3 e venerdì 4 settembre – Trieste, durante la quinta edizione dei “Viaggi dell’innovazione”, l’annuale trasferta di lavoro organizzata dall’Associazione Industriale Bresciana in collaborazione con Università degli Studi di Brescia e Cluster Lombardo della Mobilità.

Nei due giorni dell’iniziativa, la delegazione ha visitato alcuni importanti poli dell’innovazione triestini, tra cui il sito portuale – dove si è tenuto l’incontro istituzionale con Zeno D’Agostino, Presidente dell’Autorità Portuale –, ESOF 2020, l’Euroscience Open Forum, e SISSA, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Alle visite si sono affiancati i numerosi appuntamenti di dialogo e confronto, tra cui quelli con Alfonso Franciosi, Presidente di Elettra Sincrotrone (centro di ricerca internazionale di eccellenza specializzato nella generazione di luci sincrotrone e di laser ad elettroni liberi di alta qualità), il prof. Fulvio Parmigiani, Valerio Valenti, Prefetto di Trieste ed ex Prefetto di Brescia, Massimiliano Pogliani, AD di IllyCaffè e Diego Bravar, Presidente di Biovalley Investment per l’illustrazione di EuroBioHighTech 2020; infine l’incontro con i vertici di Confindustria Alto Adriatico, Fincantieri e Wärtsilä Italia.

“Stupirsi di fronte alle cose sconosciute è il principio delle scoperte scientifiche: il senso dei nostri viaggi è questo – spiega Michele Lancellotti, delegato AIB a Sviluppo Associativo, Zone e Settori  –. Abbiamo unito da sempre la curiosità scientifica con il bisogno di crescere come imprenditori: la ricerca crea innovazione, l’innovazione crea tecnologia e la tecnologia applicata all’industria crea profitto.”

Dopo il CERN, i laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso, l’interferometro di Cascina in provincia di Pisa e ITER, l’International Thermonuclear Experimental Reactor a Cadarache nel sud della Francia, questo è stato il quinto viaggio di lavoro organizzato da AIB con il coordinamento di Michele Lancellotti e, per la parte scientifica, di Germano Bonomi, docente di Fisica all’Università degli Studi di Brescia.

Tra i partecipanti anche Paola Artioli (Vice Presidente AIB), Elisa Torchiani (Presidente Piccola Industria AIB), Giancarlo Turati (Vice Presidente Piccola Industria Confindustria), Loretta Forelli (Presidente Settore Metallurgia, Siderurgia, Mineraria AIB e Presidente Fondazione AIB), Marco Libretti (Direttore innexHUB), Maurizio Tira (Rettore Università degli Studi di Brescia), Saverio Gaboardi (Presidente Cluster Lombardo della Mobilità) e Riccardo Trichilo (Presidente CSMT).

Confartigianato: sono un imprenditore su quattro crede nella ripresa entro il 2021

in Associazioni di categoria/Confagricoltura/Economia/Tendenze by

C’è cautela. Ma anche voglia di ripartire. Fra aspettattive sugli effetti economici che arriveranno dal superbonus del 110% sulle ristrutturazioni, così come dalla ripresa degli ordinativi a luglio segnalati in aumento dalle imprese intervistate da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale proprio per tastarne l’umore da ripartenza post agostana, ma sopratutto post covid. Restano in attesa poco più della metà degli artigiani intervistati, principalmente impegnati a “sopravvivere” (il 50,6% degli oltre 400 intervistati) e comunque non intenzionati a nuovi investimenti o all’incremento del proprio business, con solo un’impresa artigiana su quattro (il 24,5%) convinta di poter recuperare il tempo perso e tornare ai livelli pre covid entro la fine del 2021. Dal sondaggio, condotto fra il 25 e il 31 agosto, emerge come la resilienza delle imprese sia stata fondamentale in questo periodo per tenere aperto e reagire: «Il lockdown ha costretto i piccoli imprenditori a correre verso l’applicazione di dosi massicce di digitalizzazione e questo, abbinato alla straordinaria e storica capacità degli artigiani e delle piccole imprese di saper fare bene, con gusto e capacità di personalizzazione, costituisce da sempre un mix vincente, punto di forza del made in Italy» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue – gli artigiani bresciani vedono nel superbonus un positivo segnale (segnalato dal 42,7% come provvedimento positivo) e che meriterebbe di essere prolungato sino al 2023 così da aiutare le imprese, e anche i fruitori, a coglierne tutti i benefici su un medio periodo e non solo per il prossimo anno». Oltre alle aspettative sugli effetti economici che gli artigiani si aspettano dal superbonus del 110% c’è anche una risalita degli ordini anche su luglio, dopo la ripresa di giugno alla riapertura, segnalato dal 22,6% degli intervistati: «Molte imprese hanno riferito di una crescita degli ordini anche a luglio, magari in modo disordinato, con tempi ridotti perché probabilmente chi si approvvigiona ha a sua volta tempi ridotti per completare le commesse, ma ci sono» commenta Massetti e, a riguardo, a specifica domanda solo il 9,3% teme un nuovo lockdown, mentre il 72% valuta questa opzione meno probabile. Il sondaggio riporta infine che quasi l’80% degli intervistati non ha in previsione entro l’anno nuove assunzioni (79,3%), anche a fronte di incentivi a sostegno, mentre solo il 10,2% prevede possibilità in tal senso. Tra i maggiori problemi che le imprese segnalano, oltre all’aumento dei ritardi nei pagamenti, recentemente sondato proprio da Confartigianato (con il 47,5% delle imprese che ha risposto di aver avuto un peggioramento nei tempi di pagamento), in peggioramento i rapporti con la burocrazia, in particolare nell’accedere a bonus e varie pratiche on line (34%).

Per il presidente Massetti: «Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza e imboccare finalmente la strada delle riforme strutturali necessarie per affrontare i problemi preesistenti alla crisi scatenata dalla pandemia e rimettere in moto lo sviluppo del Paese. Con il Dl Agosto si mobilitano 100 miliardi di risorse: bisogna usarle subito e al meglio per ottenere effetti concreti. Il Dl Agosto contiene misure positive per le piccole imprese come la proroga dei versamenti sospesi da marzo a maggio, la possibilità di versare il secondo acconto di novembre 2020 entro il 30 aprile 2021 per i contribuenti che applicano gli ISA e che hanno subito un calo di fatturato e il rifinanziamento per 500 milioni del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (FSBA). La vera sfida però è di creare le condizioni affinchè gli artigiani e le imprese possano utilizzare al meglio sia le risorse messe in campo da questi provvedimenti sia quelle che grazie al Recovery Fund dovranno rimettere in moto lo sviluppo economico del Paese» conclude il presidente Massetti.

Berzo Demo tra i 94 Comuni gestiti da Acque Bresciane

in Acque bresciane/Economia/Partecipate e controllate/Servizi by

Dalla gestione in economia all’affidamento ad Acque Bresciane: da oggi, 1° settembre, Berzo Demo entra a far parte dei 94 Comuni gestiti dalla società. Salgono così a 560.000 gli utenti del Servizio idrico integrato, che nel caso di Berzo comprende il ciclo completo, acquedotto, fognatura e depurazione.

Paolo Saurgnani, direttore generale di Acque Bresciane, spiega: “Fare rete consente di gestire il servizio idrico, e quindi una risorsa importante come l’acqua, potendo contare su innovazione tecnologica, qualità, investimenti e attenzione alla sostenibilità. Alla Valle Camonica in particolare dedichiamo una squadra di tecnici e operai, con base a Sonico, in grado di intervenire in tempi rapidi”.

Per gli utenti nessun adempimento burocratico, il passaggio al nuovo gestore avverrà automaticamente. Da oggi però cambiano i riferimenti telefonici, con due numeri diversi a disposizione: per le pratiche (allacciamenti, informazioni su consumi, bollette e pagamenti…) è l’800 017 476, mentre per emergenze e guasti occorre chiamare l’800 556 595.

L’ingresso di Berzo Demo rafforza la presenza nel territorio camuno: diventano dieci, infatti, i centri serviti da Acque Bresciane, tutti per l’intero ciclo del servizio idrico, per quasi 24 mila abitanti. Angolo Terme, Cedegolo, Edolo, Lozio, Malonno, Paisco Laveno, Pisogne, Sellero e Sonico quelli già in gestione.

Gli investimenti dedicati alla Valle Camonica prevedono per acquedotti, fognature e depurazione investimenti per oltre 70 milioni di Euro. Il prossimo intervento riguarda l’apertura del cantiere per la realizzazione del collettore fognario a servizio di Sellero, Cedegolo e Berzo Demo, per un importo di 4,2 milioni di Euro.

 Coronavirus, in Lombardia bruciati oltre 22 miliardi di consumi

in Commercio/Economia/Tendenze by

“La Lombardia, regione produttiva per eccellenza e traino dell’economia nazionale, sta pagando un prezzo tra i più alti all’emergenza sanitaria e al conseguente lockdown; in più, settembre e l’autunno si preannunciano molto difficili: per questo bisogna agire subito con misure concrete per aiutare il sistema economico”.

Così Confcommercio Lombardia a commento dei dati dell’Ufficio studi Confcommercio che evidenziano una perdita di 22,6 miliardi di consumi nella regione per il 2020. Si tratta del dato più alto, in valori assoluti, a livello nazionale.

Il mese di agosto ha visto solo un parziale recupero, e soltanto nelle località di villeggiatura, in particolare su laghi e montagne. Assolutamente insufficiente per parlare di ripresa, sottolinea Confcommercio Lombardia, perché si tratta a tutti gli effetti di una “fiammata” agostana, e perché, al contrario, i centri storici delle grandi città, delle città d’arte e dei capoluoghi, a cominciare da Milano, hanno visto la quasi totale mancanza di turisti stranieri, scontando crolli di attività e consumi mai registrati prima. Il settore alberghiero nelle città non ha praticamente avviato la stagione, registrando cali di fatturato dell’80%, e anche le prospettive per settembre, con prenotazioni intorno al 10%, sono molto preoccupanti.

“Accanto alla mancanza dei turisti” aggiunge Confcommercio Lombardia “saranno ancora l’assenza dei lavoratori e il perdurare dello smart working nelle imprese a infliggere un altro durissimo colpo a molti operatori già in grave difficoltà”.

Per questo – rileva Carlo Massoletti, vicepresidente di Confcommercio Lombardiasono più che mai urgenti misure per scongiurare un autunno nero sul fronte delle imprese e della perdita di posti di lavoro: a cominciare da fondi a sostegno di turismo e commercio, più contributi a fondo perduto, sgravi fiscali e contributivi a livello locale e nazionale e provvedimenti per una politica di forte rilancio dei consumi“.

Marcello Gabana Holding: volano i fatturati (+26,8%)

in Aziende/Bilanci/Economia/Gabeca by

Investimenti per 6 milioni, pagamenti puntuali ai fornitori e niente cassa integrazione per il gruppo guidato da Daniela Grandi, che anche nel 2020 è cresciuto in maniera significativa nonostante il lockdown

CALCINATO (BS) – Volano i conti del gruppo Marcello Gabana Golding: nel 2019, infatti, i fatturati sono cresciuti del 26,8 per cento rispetto alla precedente. E nel 2020, dati semestrali alla mano, la situazione si annuncia ancora migliore nonostante le difficoltà del sistema-Italia legate alle conseguenze del Coronavirus.

Il gruppo guidato da Daniela Grandi, ha archiviato l’ultimo bilancio con un fatturato di 44 milioni e 548mila euro: oltre nove in più dell’anno precedente (35 milioni e 142mila). L’Ebitda è stato di 6 milioni e 176mila euro (nel 2018 erano 4,3 milioni), vicino al 14 per cento, con un risultato d’esercizio di oltre 2,5 milioni.

Una crescita trainata soprattutto dal settore Agroalimentare, oggetto di riorganizzazione (con la cessione della controllata Silos e Magazzini del Tirreno) per concentrarsi sul core business: il riso. La sola Grandi Riso (quarto produttore italiano del settore), infatti, ha fatturato 21,6 milioni di euro contro i 18,7 dell’anno precedente (+15,6%) e oggi vale circa il 50 per cento del fatturato dell’intero gruppo. Bene anche l’Ambiente, passato da 13 a 19,7 milioni (+51%), e forte della crescita continua della società Ecoplant, piattaforma che si sta attrezzando per diventare sempre di più un centro d’innovazione ed eccellenza per il recupero dei rifiuti. Mentre l’Immobiliare è sostanzialmente stabile a 3,1 milioni di euro.

In questo quadro non sono poi mancati importanti investimenti: 6,6 milioni di euro di cui 2,2 per la sola Grandi Riso. La controllata di Codigoro (Ferrara), guidata da Alessandro Grandi, ha ampliato la propria capacità di stoccaggio e acquisito una selezionatrice ottica, per efficientare i processi di lavorazione e migliorare ulteriormente la qualità del prodotto.

“Anche nei mesi difficili del lockdown e in quelli seguenti – sottolinea con orgoglio Daniela Grandi – abbiamo lavorato duramente, garantendo pagamenti puntuali ai fornitori e ai dipendenti/collaboratori (circa 130, di cui due terzi nell’agroalimentare, tutti in Italia), che non hanno fatto un’ora di cassa integrazione. Il 2019 è stato molto positivo e mi aspetto un 2020 ancora migliore, soprattutto grazie a Grandi Riso che quest’anno sta iniziando a mettere a frutto gli investimenti fatti e gli importanti accordi stipulati con fornitori e clienti. A fine anno – continua – faremo nuovamente i conti e definiremo il nuovo piano industriale del gruppo, con la voglia e l’ambizione di fare scelte importanti per restare al passo con i tempi”.

Nel frattempo i dati del 2020 sono già incoraggianti: i fatturati del gruppo, a giugno, avevano raggiunto quota 26,1 milioni di euro, con ulteriori crescite significative – rispetto al semestre dell’anno precedente – sia per il Riso (12,6 milioni) sia per il settore ambiente (12 milioni) e un Ebitda “parziale” di 6,4 milioni (24,8%).

Riposiamo anche noi: con gli aggiornamenti ci rivediamo l’1 settembre

in Economia by

Riposiamo anche noi. Per consentire a chi collabora con questo sito di godere di un po’ di meritato riposo, il nostro magazine – che, lo ricordiamo, vive solo grazie all’impegno di pochi e al sostegno di un piccolo editore indipendente – si prende qualche settimana di pausa.

A partire da domani, dunque, sospenderemo gli aggiornamenti quotidiani di Brescia2.it. Le notizie di economia e finanza sulla provincia di Brescia riprenderanno regolarmente a partire dal primo di settembre.

Ci scusiamo per il disagio con i nostri lettori, che sono in numero crescente da mesi. Ma siamo certi comprenderete le ragioni della nostra decisione.

Grazie e… buone vacanze.

Massetti: mancano gli stranieri, bisogna puntare sul turismo di prossimità

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Turismo by

Il 2020 sarà un anno difficile per il turismo della nostra provincia. Un settore che interessa 3.862 imprese artigiane bresciane che intercettano la domanda dei consumi turistici e che deve far a meno, come minimo, della metà dei visitatori stranieri che rappresentavano sino allo scorso anno i tre quarti dell’intero turismo movimentato nella nostra provincia. Le previsioni, raccolte e stimate dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, indicano a livello nazionale una flessione del 44% di visitatori internazionali e tenendo conto degli arrivi previsti sui due principali aeroporti regionali è previsto su Milano il -58,5% e su Bergamo il -49,6% di arrivi. Stiamo parlando di milioni di arrivi: 9.725.552 il totale presenze per la nostra provincia del 2019. Solo nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) 4.927.388.

«Un dato che preoccupa è e sarà la mancanza di turisti stranieri: da sempre percentuale preminente sul totale delle presenze estive di turisti della nostra provincia rappresentando oltre il 75%. Non possiamo che rilanciare e puntare esclusivamente sull’idea di turismo di prossimità interno e locale. Uno scenario in cui il “saper fare” artigiano diventa una componente essenziale del fattore attrattivo del territorio con le diverse specializzazioni che permetteranno di mettere in rete realtà differenti, in una logica di promozione integrata e flessibile, che contempli sia le imprese della ricettività, sia quelle in grado di elevare il livello di attrattività per specificità produttive, come la moda e design, enogastronomiche, dei servizi e culturali» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Le imprese artigiane che operano in attività economiche a vocazione turistica alla fine del II trimestre 2020 sono in Lombardia 32.388 (erano 31.994 nello stesso periodo di un anno fa), pari al 13,3% dell’artigianato lombardo. A Brescia sono 3.862 (erano 3.966 nello stesso periodo di un’anno fa) le imprese potenzialmente interessate da attività turistiche, l’11,6% sul totale dell’artigianato e che occupa 13.419 addetti. Di queste, 947 attività si occupano di abbigliamento e calzature, 884 manifatturiere e dei servizi (comparto prezioso che comprende attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre). Sono invece 947 quelle si occupano di abbigliamento e calzature, 626 di agroalimentare, 311 di bar, caffè, pasticcerie, 680 ristoranti e pizzerie, 402 di trasporti.

La rilevazione dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia di fine maggio 2020 su oltre 400 imprese bresciane aveva evidenziato nel bimestre aprile-maggio un calo del fatturato più ampio di 8,5 punti (-61,3% vs -52,7%) rispetto alla media per le MPI che intercettano una significativa domanda turistica. I settori con una maggiore presenza di MPI che intercettano a domanda turistica sono trasporto persone (88,5%), Alimentari (47,2%), Comunicazione: grafici e fotografi (41,5%), Rosticcerie/cibi da asporto e ristorazione (40,0%), Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia (35,0%), Moda – tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria (27,5%) e Legno-arredo (20,0%).

Se a livello provinciale più alte incidenze dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell’artigianato provinciale si rintracciano per Milano (18,5%) e Mantova (13,8%), Varese (12,3%) è Brescia al primo posto per presenza nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) con 4.927.388 turisti, davanti anche a Milano (3.971.811 turisti) ma con una quota di presenze estive di turisti italiani sul totale che si attesta solo al 23,3%.

«Ci auguriamo che, nonostante le evidenti difficoltà, le nostre imprese sapranno mettere a sistema le loro competenze e la loro esperienza per continuare a fare di Brescia e della Lombardia una meta turistica attraente ed attrattiva. Ne va di una fetta importante dell’economia del nostro territorio, di posti di lavoro, di tradizioni e capacità artigiane uniche che rischiano di andare perse» conclude il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti.

Vino e ristorazione, dalla Regione 3 milioni di euro per sostenere il settore

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Istituzioni/Regione by

La Regione Lombardia ha approvato una delibera riguardante le disposizioni per il sostegno del sistema produttivo vinicolo di qualità e per gli operatori della ristorazione in seguito alle difficoltà causate dall’emergenza legata al Covid.

Una misura straordinaria da 3 milioni di euro che consentirà di aiutare due settori che rappresentano due eccellenze per la Lombardia e che affrontano un periodo di difficoltà economica. Questo intervento consentirà anche di rafforzare l’alleanza tra ristoratori e produttori di vino di qualità del territorio.

VINO E RISTORAZIONE, ZERO BUROCRAZIA – “Procedura semplificata e risorse immediate – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi – per una misura che i due settori attendevano. Con questo stanziamento mettiamo a disposizione dei ristoratori dei ticket da 250 euro che potranno spendere per acquistare vini di qualità nelle cantine lombarde. Intendiamo così anche creare rapporti territoriali virtuosi e collaborazioni tra produttori di vino e operatori per vedere anche in futuro sempre più vini Lombardi nelle carte dei ristoranti”.

CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE – “L’operazione – ha aggiunto – sarà accompagnata anche da una campagna comunicativa che vedrà pubblicazioni sui siti istituzionali e soprattutto una vetrofania esposta nei ristoranti. La Lombardia è una terra di vini eccezionali. Più del 90% del vino lombardo va nelle produzioni di qualità Doc, Docg e Igt. Dobbiamo trasformare la difficoltà economica in opportunità puntando sulle eccellenze e sulla comunicazione”.

BUDGET – Il budget verrà suddiviso in 12.000 voucher del valore di 250 euro ciascuno per l’acquisto di vino di qualità presso i produttori lombardi. I voucher potranno essere richiesti dagli operatori della ristorazione. I produttori di vino interessati dovranno semplicemente aderire a una manifestazione di interesse che sarà pubblicata da Unioncamere Lombardia entro il 18 settembre 2020. I voucher si potranno richiedere sul bando di Unioncamere scegliendo tra le cantine che hanno aderito. I produttori di vini di qualità in Lombardia potenzialmente interessati sono 700, mentre i ristoratori lombardi sono circa 6.000 (previsti 2 voucher a ristoratore).

LAVORO DI SQUADRA – “Un lavoro di squadra – ha sottolineato Alessandro Mattinzoli, assessore regionale allo Sviluppo economico – che ancora una volta è premiante perché va incontro alle richieste che provengono dalle categorie, cioè da chi ogni giorno lavora e produce. In un momento così difficile aiutare i settori in crisi e promuovere le nostre eccellenze è doveroso ancor più di prima”.

“Un ringraziamento – ha concluso – a Unioncamere Lombardia per la fattiva collaborazione. Siamo certi che anche questa misura rafforzerà il nostro sistema produttivo”.

Due figli a carico e 400mila euro da pagare: il giudice ne cancella 267mila

in Economia by

Ben 267.000 euro. A tanto ammonta il debito residuo che una sfortunata coppia seguita dallo studio legale bresciano Pagano & Partners si vedrà cancellato, se rispetterà quanto disposto dalla procedura, tra quattro anni.

La legge applicata è la 3/2012, conosciuta anche come legge sul Sovraindebitamento o Salvasuicidi: uno strumento normativo di soccorso ai privati in forte esposizione finanziaria, che mai potrebbero accontentare i creditori vista l’entità delle cifre in ballo.

E’ il caso, appunto, della coppia della provincia di Alessandria (un ex rappresentante delle forze dell’ordine in pensione e un’insegnante) “graziata” dai giudici, che negli anni aveva accumulato un debito davvero significativo: ben 400mila euro. A metterli in crisi la difficoltà nel pagare le rate del mutuo per la prima casa (stipulato nel 2009), i successivi prestiti contratti, il mantenimento dei figli (entrambi iscritti all’università) e la conseguente depressione dell’uomo.

“Un incubo che nel 2013 ha rischiato di farli finire in strada – sottolinea l’avvocato Monica Pagano, che ha si è occupata del caso con il collega Matteo Marini – Ma che ora si appresta ad essere cancellato definitivamente grazie a una legge sempre più attuale in un periodo in cui, purtroppo, troppe famiglie sono finite in difficoltà senza colpe. Il piano disposto dai giudici – continua – prevede che la coppia venda la casa (del valore stimato di 90mila euro) e al termine della procedura le due auto, che valgono 5mila euro in tutto. Oltre a versare 800 euro al mese per quattro anni: una cifra calcolata sulla base delle loro entrate, in modo da garantire comunque le spese essenziali e per i figli”.

Alla fine di questo percorso la sfortunata coppia potrà accedere all’esdebitazione e si vedrà cancellati, appunto, i 267mila euro rimanenti. Per sempre.

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