Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Evidenza - page 37

L’editrice La Scuola dimezza il personale, i sindacati contro i vertici: non ci ascoltano

in Economia/Editoria/Evidenza by

Continuano le polemiche per la decisione dell’editrice La Scuola di licenziare 25 dei 54 dipendenti attualmente in forza alla società, dopo che nel 2010 i posti di lavoro erano già stati ridotti da 200 a 60. In una nota, infatti, i sindacati ripercorrono gli ultimi passaggi societari e accusano i vertici di avere “una pervicace volontà di non ascoltare”, oltre che di aver tentennato ad “affrontare una crisi da anni annunciata”.

ECCO IL TESTO DEI SINDACATI

Editrice La Scuola S.p.A.: inspiegabile la scelta di licenziare i dipendenti piuttosto che ricorrere agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidarietà.

Dopo le dimissioni del precedente A.D. e in seguito ad un Consiglio di amministrazione che non si fatica a considerare per i suoi epiloghi, drammatico – con dimissioni da parte di metà dello stesso e con la sostituzione del Presidente –, alla luce di un bilancio peggiore del previsto, l’azienda ha convocato il tavolo sindacale delle RSU e dei Rappresentanti territoriali per comunicare la decisione, che ad oggi è parsa irrevocabile, di procedere a una fortissima, ulteriore ristrutturazione. La prima era stata posta in essere nel 2010, con un piano di prepensionamenti e la cessione dei rami d’azienda di legatoria e stampa e il passaggio da oltre 200 a poco più di 60 dipendenti. In una sola parola: esuberi.

Al termine di due incontri con il tavolo trattante e la constatazione di non aver fatto alcun passo in avanti nella risoluzione del problema, i lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di inviare un appello alla Proprietà e ai membri emeriti del Consiglio di amministrazione (nelle persone del Presidente: Ettore Giuseppe Medda, dei vicepresidenti: Giovanni Bazoli e Michele Bonetti, dei consiglieri: monsignor Giacomo Canobbio, Enrico Minelli, Giulio Maternini, Claudio Calabi, Marco Nicolai, Mauro Salvatore, Marcellino Valerio e dell’Amministratore delegato: Giorgio Riva). Ma non solo, è stato richiesto dalle maestranze anche il possibile coinvolgimento del Sindaco della città e degli Assessori. Questo perché Editrice La Scuola non è solo parte preziosa della nostra imprenditoria che va salvaguardata, ma anche perché dietro La Scuola c’è la storia e noi vogliamo che ci sia ancora un progetto. La trasformazione, lo sviluppo vanno governati e non possono essere gestiti a colpi di riduzione del personale.

Le Organizzazioni Sindacali Territoriali e le RSU, nella sopra citata lettera, ribadiscono la volontà di addivenire ad una soluzione che garantisca il rilancio dell’azienda, riconoscendo le difficoltà economiche in cui versa, ma affrontando il problema senza pregiudiziali. Si chiede semplicemente che il “prezzo da pagare” sia distribuito su un lasso di tempo maggiore al fine di dispiegare tutte le opzioni e far maturare tutte le opportunità per ridurre l’impatto della manovra sulla vita dei

dipendenti. Non chiedono altro che tempo per sé, per la propria situazione, per le proprie famiglie. In dettaglio, i lavoratori e le lavoratrici hanno proposto sia l’utilizzo della solidarietà espansiva (con l’ipotetica riduzione del 50% dell’orario di lavoro e la conseguente contrazione di quasi metà dei costi diretti del personale), sia l’utilizzo della legge 416 sull’editoria che permetterebbe la maturazione di requisiti utili al prepensionamento, sia, infine, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria.

Ma l’unica risposta ad oggi da parte della Direzione di Editrice La Scuola S.p.A. è di proseguimento del disegno iniziale, scegliendo l’esubero per 25 dipendenti sui 54 totali, con l’immediato licenziamento di almeno 15 persone e la cessione dei rami d’azienda di Varia (saggistica e narrativa) e di Riviste su cui pesano passaggi di personale problematici ad aziende vicine a Editrice: Morcelliana e Studium Editore.

Con questa decisione, l’azienda si libera di dipendenti anziani, che potrebbero avere i requisiti per accedere al prepensionamento e dipendenti più giovani che potrebbero avere acceso alla cassa integrazione straordinaria della durata di due anni e avere quindi più tempo a disposizione per trovare una nuova occupazione.

Non conosciamo il motivo di una pervicace volontà di non ascoltare. Certo non per il codice etico di Editrice La Scuola S.p.A., né per l’Ente Morale Opera per l’Educazione Cristiana (principale azionista che agisce sotto il patrocinio della Diocesi di Brescia).

I lavoratori e le lavoratrici non vogliono ringraziamenti per la loro dedizione all’azienda: sono sempre stati retribuiti per questo. Si chiedono se i tentennamenti nell’affrontare una crisi da anni annunciata, se la incapacità di effettuare operazioni di sviluppo industriale siano ora il prezzo occupazionale da pagare.

L’unica responsabilità attribuibile alle lavoratrici e ai lavoratori è, semmai, di aver creduto nell’Editrice, dedicandole l’intera vita lavorativa.

Autoriparatori, Confartigianato lancia un portale e-commerce

in Associazioni di categoria/Automotive/Confartigianato/Economia/Evidenza/Web e digitale by

Confartigianato lancia un progetto innovativo per venire incontro alle esigenze degli autoriparatori associati per quanto riguarda l’acquisto on-line e a prezzi ridotti di ricambi: si tratta di ConfMotori Sistema, il nuovo portale di e-commerce targato Confartigianato e realizzato in collaborazione con i partner Artauto e So.Ca.R., frutto della collaborazione tra alcune territoriali di Confartigianato tra le quali Brescia. Il nuovo portale, raggiungibile all’indirizzo www.confartigianatomotori.it consente già da ora l’acquisto on-line di ricambi e progressivamente sarà integrato con news dedicate al settore, documentazioni tecniche e altri spunti di approfondimento. Mercoledì 20 luglio, dalle ore 20,00, presso la sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale di via Orzinuovi 28 a Brescia, verrà presentato agli interessati il nuovo portale che oltre al servizio di e-commerce, offre la possibilità di partecipare ad un forum tecnico che consente di condividere informazioni ed esperienze personali ai soli autoriparatori, al fine di migliorare le tecniche riparative e di ridurre le difficoltà e gli errori. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Categorie adi Confartigianato Brescia ai numeri 030/3745.203-324.

Trasferimenti statali, nel Bresciano i più aiutati sono Collio, Villanuova e Concesio

in Economia/Evidenza/Istituzioni by

E’ Collio il Comune bresciano che dipende maggiormente dai trasferimenti dello Stato. A dirlo è la ricerca di Openpolis, associazione indipendente che ha recentemente pubblicato la classifica dei municipi italiani in relazione a quanto ricevono dal governo centrale.

Collio ha una dipendenza dai contributi statali ben del 28,7 per cento (66esimo in Italia). Seguono Villanuova sul Clisi (20 per cento) e Cellatica (12 per cento), Calcinato (10 per cento), Poncarale (8,69), Ospitaletto (8), Brescia (7,8), Cimbergo (7,4), Ossimo (7,2), Trenzano (6,8) e Moniga del Garda (6,8). Ben una quarantina, al contrario, i Comuni che hanno un tasso di dipendenza dai trasferimenti statali inferiore all’uno per cento, e quasi una sessantina quelli che hanno invece tassi di dipendenza tra l’uno e il due per cento.

In Italia il Comune più dipendente dallo Stato è Fossa, in Abruzzo, con un tasso di dipendenza del 69,6% dovuto anche al terremoto del 2009.

Iveco, la crisi si chiude senza licenziamenti

in Economia/Evidenza/Lavoro/Sindacati by

Un respiro di sollievo per i lavoratori dell’Iveco di via Volturno. A distanza di un anno dall’apertura del tavolo, infatti, Iveco e sindacati hanno “chiuso” gli 850 esuberi annunciati senza alcun licenziamento. Anche se resta ancora da chiarire la posizione di circa un centinaio di lavoratori.

Nel 2015 Iveco contava 2.249 dipendenti, un terzo di troppo secondo i conti dell’azienda. Ma grazie all’impegno di Iveco e dei sindacati non uno è rimasto a casa: oltre 300 sono stati trasferiti nei siti di Suzzara, Piacenza e Foggia, mentre 60 hanno trovato accordi con l’azienda per lasciare e 70 andranno in pensione grazie agli strumenti a disposizione. All’interno dello stabilimento di via Volturno, poi, sono state attivate nuove lavorazioni, che hanno permesso di rioccupare circa 200 lavoratori a cui se ne aggiungeranno altri 70 con l’aumento degli ordini dell’Eurocargo.

Intestano 9 milioni di euro a una rumena per evadere le tasse: nei guai due imprenditori bresciani

in Economia/Edilizia/Evidenza/Guardia di Finanza by

Hanno intestato tutto a una rumena: nove milioni di euro di “regalo” che per loro sarebbero valsi ben 2,2 milioni di euro di soldi sottratti al fisco. Ma purtroppo per loro la Guardia di finanza di Desenzano ha scoperto tutto. E ora i due imprenditori edili bresciani (C.A. e Z.C. entrambi sessantenni) pagheranno a caro prezzo il tentativo di fare i furbi, perché dovranno rispondere di “omessa presentazione della dichiarazione” e “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”.

I due, secondo quanto ricostruito dai militari, hanno venduto un complesso residenziale a Castel Mella per 9 milioni, per poi cedere tutto ad altre società a loro riconducibili e infine intestarne le quote a una 30enne rumena oggi irreperibile e trasferire la sede sociale all’estero. Ai due imprenditori sono stati sequestrati beni per il valore complessivo di 1,6 milioni, di cui 250mila euro in contanti.

Crac Carife, anche Banca Valsabbina nell’inchiesta

in Banche/Economia/Evidenza/Indagini Inchieste Processi by

C’è anche la sede della Banca Valsabbina – secondo quanto riporta il Giornale di Brescia – tra gli istituti di credito perquisito dai Carabinieri nell’ambito delle indagini per il crac Carife, che al momento vede 17 ex dirigenti oggetto di avvisi di garanzia. La Valsabbina è stata perquisita insieme alle altre tre banche italiane che hanno partecipato all’aumento di capitale da 150 milioni di euro del 2011: Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Cividale, e Cassa di Risparmio di Cesena. Le indagini, avviate nel febbraio 2015, sono condotte dalla Procura di Ferrara. Ai vertici di Carige vengono contestati il reato di aggiotaggio (di cui all’art.2637 c.c.), formazione fittizia di capitale di cui all’art. 2632 c.c., richiamato dall’art. 223 della legge fallimentare, che hanno portato anche all’incriminazione per bancarotta.

Per il Gruppo Feralpi un bilancio 2015 in leggera perdita

in Acciaio/Bilanci/Economia/Evidenza by

Lonato del Garda (Brescia), 12 luglio 2016 Il Gruppo Feralpi accelera sul fronte degli investimenti per consolidare la strategia di diversificazione e l’efficientamento dei processi produttivi. Crescono i volumi (+6,2% di acciaio in billette con 2,223 milioni di tonnellate), ma le risorse allocate premono sui numeri iscritti nel bilancio dell’esercizio 2015 che chiude con un fatturato di 922,9 milioni di euro, in calo del 5% rispetto ai 971,2 milioni del 2014.

Per quanto riguarda il settore dell’edilizia, lo scorso anno l’Italia ha mostrato ancora difficoltà nel lasciarsi alle spalle le criticità, mentre in Germania il settore delle costruzioni si è dimostrato più reattivo non solo perché il fatturato delle costruzioni è cresciuto del 1,6% (fonte ICE) ma piuttosto perché il numero complessivo dei lavori commissionati è incrementato del 5% grazie alla ripresa sia del settore dell’edilizia abitativa sia dei lavori pubblici. Questo trend positivo continua anche nel 2016.

Il primo semestre 2016

Per il Gruppo Feralpi la prima parte dell’anno ha evidenziato una ripresa del mercato che si è concretizzata in un aumento della produzione di acciaio del 2,5% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Ancora buone le performance registrate dai prodotti derivati (ribobinato, rete elettrosaldata e trafilato) con una produzione in salita del +8,2%, mentre è rimasta sostanzialmente stabile la produzione dei laminati con un +0,6%.

«Il 2015 – ha commentato Giuseppe Pasini, Presidente del Gruppo Feralpi – è stato un anno caratterizzato ancora da forti incertezze, soprattutto in Italia. Tuttavia, Feralpi ne esce rafforzata perché ha saputo avviare una strategia di sviluppo del business secondo tre direzioni. L’internazionalizzazione si è estesa fuori e dentro l’Ue. Se i mercati nord africani restano un asset importante, nonostante le difficoltà endogene ad alcuni Paesi come l’Algeria, sono i mercati comunitari a contribuire in misura sostanziale alla ripresa dei volumi. Tutto questo a partire, ancora una volta, proprio dalla Germania, mercato in cui ci siamo consolidati ormai da tempo con Feralpi Stahl». 1

«Per quanto riguarda l’integrazione – continua Pasini – ci siamo mossi a monte e a valle. A monte con MediaSteel, società specializzata nel commercio del rottame ferroso, che ha contribuito in misura decisiva all’ottimizzazione del rapporto costo/qualità nell’acquisto di rottame. A valle, invece, il nostro Gruppo è entrato in Presider e Metallurgica Piemontese Lavorazioni ed ha fatto leva sulle potenzialità dell’acciaio prodotto da Acciaierie di Calvisano, seguendo la direttrice della diversificazione con Caleotto, Co.Ge.Me. Steel e, operazione recente, con l’acquisizione di Feralpi Profilati Nave».

Il bilancio (fonte: Feralpi Holding)

Il consolidato 2015 di Feralpi Holding vede iscritto in bilancio un fatturato di 922,9 milioni di euro contro 971,2 milioni del 2014. La componente estera ha comunque rappresentato la parte preponderante, con il 68% del totale, contro il 72% dell’anno precedente.

Il Consolidato 2015 evidenzia una riduzione del fatturato (-5,0%) e del valore della produzione (-4,8%) rispetto all’anno precedente. La percentuale di marginalità passa da +9,4 a +6,0 milioni di euro. A questo si accompagna una riduzione, in valore assoluto, degli oneri finanziari netti che passano da -6,2 a -4,7 mln euro, ovvero lo 0,50% sul valore della produzione.

Il risultato prima delle imposte, positivo per 2,6 mln euro nel 2014, evidenzia nel 2015 un saldo attivo, pari a 5,6 mln euro. Al netto dell’effetto imposte, il risultato si presenta negativo (-1,54 mln euro) dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 41 mln di euro. L’EBITDA è passato dai 49,4 milioni del 2014 ai 47,0 milioni del 2015 mentre l’EBIT è positivo con 6,0 milioni di euro contro i 9,4 milioni dell’esercizio precedente.

Il bilancio (fonte: Feralpi Siderurgica)

Il consolidato 2015 di Feralpi Siderurgica diminuisce di circa il 5,2%, mentre il valore della produzione del 5%. Il risultato d’esercizio è negativo per 6,57 mln di euro dopo aver accantonato ammortamenti e svalutazioni per 39,8 mln euro, generando un cash flow pari a 33,2 mln di euro, contro i 40,5 dello scorso esercizio.

Nel complesso, la differenza tra valore e costi della produzione, positiva nel 2014 per 10,7 mln di euro, rimane positiva nel 2015 con un +6,3 mln euro. Gli oneri finanziari registrano una contrazione in valore assoluto: da 6,4 a 4,7 mln euro, ovvero lo 0,5% sul valore della produzione. L’EBITDA passa da 49,8 mln di euro del 2014 a 46,1 mln del 2015, mentre l’EBIT si conferma positivo con 6,3 mln di euro contro i 10,7 mln dell’esercizio precedente.

Le diversificazioni

Il nuovo assetto del Gruppo Feralpi concretizza di fatto tutte le potenzialità tecnico-produttive di Acciaierie di Calvisano la cui produzione viene verticalizzata a valle anche attraverso le nuove società acquisite nel 2015. Infatti, mentre la produzione di Feralpi Siderurgica viene dedicata all’acciaio per costruzioni, Acciaierie di Calvisano diventa il polo per la produzione di acciaio a più alto valore aggiunto. A seguito di importanti investimenti sia tecnici che professionali, l’azienda ha innalzato ulteriormente il proprio livello qualitativo che contribuirà in misura sostanziale alla crescita del Gruppo.

Il Gruppo Feralpi ha acquisito, insieme a Duferco Italia Holding SpA, Caleotto. La nuova realtà di cui Feralpi controlla il 50% ha proiettato il Gruppo nel mercato italiano della vergella in acciaio di qualità. Il laminatoio produce vergelle speciali per i settori meccanico e automobilistico.

2

Co.Ge.Me Steel (Casalmaggiore, CR), acquisita in partecipazione paritetica con Ind.I.A Spa, rappresenta un importante passo che porta Feralpi nel settore dei laminati mercantili destinati ad applicazioni meccaniche e automobilistiche, rafforzando quindi la diversificazione del Gruppo. Nel giugno 2016 è stata finalizzata l’acquisizione dell’ex stabilimento Stefana di via Brescia a Nave – oggi Feralpi Profilati Nave – che estenderà la rete della diversificazione nel mercato dei laminati mercantili in Italia e all’estero ampliando la presenza del Gruppo in questo settore e garantendo una più ampia gamma produttiva.

Gli investimenti

Significativa l’incidenza degli investimenti allocati che allungano il passo rispetto all’anno precedente. Nel 2015, il Gruppo Feralpi ha investito complessivamente 42,7 milioni di euro, in crescita del 56% rispetto ai dodici mesi del 2014.

Tra gli investimenti particolarmente rilevanti si annovera un nuovo progetto di efficientamento energetico che recupera dai fumi del forno elettrico dell’acciaieria di Lonato del Garda circa 4 MWt ad una temperatura di esercizio di circa 90 °C compatibile quindi con la temperatura di esercizio di una rete di teleriscaldamento interna che collega le principali utenze.

A beneficiare di questo sistema virtuoso di recupero è anche una nuova palazzina, realizzata sempre nel sito lonatese con un investimento di circa 3 milioni di euro, che accoglie su 1.800 metri quadrati i nuovi spogliatoi dei dipendenti e delle imprese esterne, la nuova infermeria e la sala assemblee. Questi due progetti rientrano nella più ampia politica di gestione responsabile e sostenibile del Gruppo Feralpi che identifica tra i principali stakeholder proprio i dipendenti.

Il personale

Poiché la valorizzazione della professionalità e la crescita delle capacità dei collaboratori costituisce un fattore centrale e strategico anche ai fini del mantenimento della competitività del Gruppo, Feralpi ha consolidato negli anni diverse attività rivolte alle nuove generazioni che sono idealmente raccolte nel Progetto denominato Feralpi Bootcamp. Esso racchiude diverse iniziative tra loro complementari (Orientamento Giovani, Alternanza Scuola-lavoro qualificata, Alta formazione) che portano al centro del Gruppo ciascuno dei 1304 dipendenti.

Sempre sotto l’egida della Responsabilità Sociale d’Impresa declinata a favore dei lavoratori, Il Gruppo Feralpi è stato uno dei primi ad aderire alla rete WHP (Workplace Health Promotion, promozione della salute nei luoghi di lavoro), un’iniziativa nata da ATS Regione Lombardia per supportare le imprese che investono sulla salute e sul benessere dei dipendenti, rafforzando l’attenzione e l’impegno verso la tutela della salute dei propri collaboratori.

Tasse sproporzionate agli stranieri, ricorsi anche a Brescia: il tribunale di Milano condanna i ministeri

in Economia/Evidenza/Tasse by

Il Tribunale di Milano, con ordinanza dell’8 luglio 2016, ha dichiarato discriminatoria la richiesta agli stranieri della tassa sproporzionata per la domanda di rinnovo o rilascio del permesso di soggiorno – anche non di lungo periodo – già annullato dal Tar del Lazio nel maggio scorso, e ha condannato il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla restituzione parziale di quanto versato.

DI SEGUITO LA NOTA DELLA CGIL DI BRESCIA

Giunge così a conclusione una questione annosa, che nel settembre dello scorso anno aveva portato a una pronuncia della Corte di Giustizia e a un successivo intervento del Tar del Lazio che, accogliendo un ricorso presentato dalla Cgil e dall’Inca, aveva cancellato la norma che prevedeva il pagamento di un contributo per il rilascio e per il rinnovo del permesso di soggiorno. Senza peraltro che questo inducesse le amministrazioni resistenti ad adottare nessun provvedimento: tuttora viene infatti richiesto del tutto illegittimamente il pagamento della tassa nella misura prevista dal decreto annullato. ‎

Ora, il Tribunale di Milano statuisce che aver richiesto un pagamento in misura non consentita dall’ordinamento europeo costituisce anche discriminazione e viola il principio di parità di trattamento previsto dalla Direttiva 109/2003, proprio in quanto pretende degli stranieri una tassa sproporzionata rispetto a quanto previsto per analoghi documenti per i cittadini italiani.

L’importanza della pronuncia milanese deriva soprattutto dal fatto che, per la prima volta, viene affermato il diritto al rimborso di quanto pagato dagli stranieri dall’entrata in vigore del decreto.

Le conseguenze pratiche saranno parecchie e, forti di questa sentenza, siamo fiduciosi che analoghi ricorsi presentati a Brescia dalla Cgil insieme all’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi avranno esito positivo. Positive anche le conseguenze pratiche per migliaia di persone residenti in provincia, non più costrette a pagare tasse sproporzionate per documenti di soggiorno.

Lobbismo, approvato in Regione l’emendamento del Pd. Girelli: più trasparenza

in Economia/Evidenza/Istituzioni by

Soddisfazione è stata espressa dal consigliere Pd Gianantonio Girelli per l’approvazione, oggi in commissione Affari istituzionali della Regione, del provvedimento sulla disciplina della trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici presso il Consiglio regionale, la cosiddetta legge sul lobbismo. Girelli era il primo firmatario del primo progetto di legge in materia depositato in Regione un anno fa dal Partito Democratico. “La nostra proposta originaria era più ambiziosa ma accogliamo con favore questa legge, frutto di un confronto con le altre forze politiche e di un lungo lavoro con gli uffici del Consiglio regionale che pone una prima forma di regolamentazione dell’attività dei rappresentanti d’interesse. Non si vuole in alcun modo impedire la legittima rappresentanza di interessi – precisa Girelli – ma rendere trasparente e verificabile gli interventi sul processo decisionale”.

Fondi Pac, premi accoppiati. Fava: approccio positivo del ministero

in Agricoltura e allevamento/Economia/Evidenza/Istituzioni/Politica by

“Trovo positivo l’approccio del ministero delle Politiche agricole a un problema che solleviamo da tempo e che riguarda l’adeguatezza degli strumenti del premio accoppiato relativo al Primo pilastro della Politica agricola comune. Si tratta di leve che, per definizione, dovrebbero servire a intervenire in quei comparti che la legislazione comunitaria definisce a rischio declino”. Cosi’ afferma l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, condividendo buona parte delle proposte avanzate dal Mipaaf in vista dell’incontro con le Regioni.

MERCATI IN EVOLUZIONE – “E’ evidente che in questi due anni il mondo sia cambiato e che l’evoluzione dei mercati ci costringa a una revisione sostanziale delle azioni e delle strategie, volte

proprio a scongiurare fenomeni di declino – dichiara l’assessore lombardo -. Il tempo non gioca a nostro favore, in quanto si e’ arrivati alla definizione di una proposta a tre settimane dalla scadenza del termine e questo certo non aiuta. Ciononostante, condivido l’impostazione generale che ha ispirato la proposta ministeriale, pur avendo qualche riserva sulle modalita’ tecniche utilizzate”.

PREMIO PER CAPO IN CALO – Tuttavia, l’allargamento della platea dei soggetti beneficiari dei contributi, a fronte di un plafond invariato, fa notare Fava, “inevitabilmente portera’ a una forte contrazione del premio per capo allevato, che quest’anno con riferimento alle vacche da latte mediamente e’ stato di 87 euro”. “A spanne – prosegue – stimiamo che con le nuove modalita’ questo

possa attestarsi al di sotto dei 60 euro, con una differenza sostanziale proprio in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo nel comparto del latte”. Tale diminuzione non puo’ che essere compensata da altri interventi strutturali. “Per questo motivo – spiega l’assessore – ho reiterato al ministro Maurizio Martina la richiesta di ripensare la norma sui super-prelievi e di rinunciare definitivamente alla riscossione del fondo. Si tratta infatti di 70 milioni di quanto meno dubbia riscossione; se rimanessero nelle casse degli allevatori, potrebbero per molti di loro controbilanciare gli effetti di un minor introito frutto di un contributo inferiore”.

OBBLIGHI E RAPPORTI CON UE – Non ci sarebbero conseguenze alcune nei rapporti con l’Unione europea. “L’obiettivo di incasso riguardo alle sanzioni e’ stato raggiunto – sottolinea Fava – e quindi siamo gia’ nelle condizioni di poter ottemperare agli obblighi comunitari, senza dover ulteriormente gravare sulle tasche dei produttori, con un balzello iniquo che rischia di mettere in crisi molte aziende, le quali gia’ oggi non hanno bilanci propriamente floridi”. Restano in ogni caso un paio di criticita’ da valutare su altri due versanti, a giudizio dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia. Il primo e’ relativo al contributo alle carni da macello. “Anche in questo caso servirebbe un aumento del plafond, per evitare un’eccessiva discriminazione fra comparti”, osserva.

SUINICOLTURA, SERVE CORAGGIO – L’altro aspetto e’ legato al tema dei vitelli a carne bianca. “Saluto con favore il fatto che la nostra richiesta, pendente da anni, sia stata accolta e che anche questa categoria possa essere finalmente ammessa a beneficio – afferma -. Resta pero’ l’amaro in bocca nel constatare che complessivamente il beneficio per capo ammonta solo a 6,50 euro: una cifra evidentemente non congrua nell’ottica appunto della tutela del comparto”. Resta poi per ultimo aperta la questione suinicoltura, che ancora oggi non trova spazio nella proposta presentata e per la quale credo servirebbe un po’ di coraggio.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti