Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 34

PMI: Confapi scrive a Conte, sei azioni per ripartire dopo l’emergenza

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

“Tutti i dati fondamentali e i principali indicatori economici dimostrano che il sistema Paese non può più reggere in condizioni di fermo produttivo prolungato pressoché totale. Occorre prendere coscienza che la geometria e l’intensità della crisi in atto assumono forma e profondità che possono mettere a rischio la stessa esistenza del sistema economico nazionale e specialmente quello della piccola e media industria privata”. Così, in una lettera, il presidente di Confapi Maurizio Casasco si rivolge al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, indicando i sei nodi cruciali per le Pmi italiane, su cui intervenire una volta terminata l’emergenza sanitaria.

“È chiaro alla nostra categoria di imprese e a noi piccoli e medi industriali che non si potrà che ripartire nelle condizioni di massima sicurezza e incolumità pubblica, solo quando le fabbriche e le sedi delle nostre imprese saranno ‘il posto più sicuro’ dove stare. Occorre quindi mettere in campo test a rapida risposta, il costo dei quali potrebbe essere a carico delle aziende, in modo da richiamare alla vita produttiva coloro che risultano negativi al virus, adottando anche un criterio anagrafico. Ovviamente è fondamentale l’accordo con le Organizzazioni sindacali. Questa attività di progressiva ripresa – aggiunge Casasco – avrà a nostro avviso effetti molto importanti sui temi critici che abbiamo rilevato in queste settimane. Proprio su questi temi avanziamo delle proposte per fronteggiarne gli impatti.”

Per la Confederazione italiana della piccola e media industria privata è innanzitutto opportuno un maggiore coordinamento tra autorità locali e nazionali, per riattivare la curva della fiducia e per restituire speranza, prima ancora che capacità di reddito, al nostro sistema. In secondo luogo Confapi suggerisce l’introduzione di sostegni per la ‘riapertura’ delle attività sospese e il varo di meccanismi di protezione che non falcidino i creditori, ma rendano attuabile una ripresa delle attività, in modo da tamponare l’incidenza dei fallimenti sul sistema economico. La terza indicazione riguarda il tema della cancellazione degli investimenti pianificati, secondo Confapi, bisogna introdurre misure di fiscalità amichevole per chi investe o linee di credito facilitate per il mantenimento degli investimenti già programmati. Il quarto spunto riguarda il credito, per incidere sui flussi di liquidità, gli industriali propongono di sospendere l’applicazione dello IFRS 9 ed eliminare la pretesa del merito creditizio per l’erogazione di finanziamento bancario. La quinta linea di intervento attiene allo stimolo della ripresa occupazionale, Confapi propone infatti di procedere alla de-fiscalizzazione degli oneri sociali nei limiti della capienza del bilancio dello Stato. Infine sulle vendite al dettaglio, è opportuno per la Confederazione delle Pmi private disporre la riapertura intelligente delle attività ora totalmente impedite, con le adeguate misure di sicurezza sociale, anche valutando come in altri Paesi l’attribuzione di codici di priorità e protezione.

 

Coronavirus, Aib sostiene la campagna #iopagoifornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Partner by

Ha preso il via in questi giorni la campagna di comunicazione #iopagoifornitori,  creata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l, a cui Aib ha deciso di aderire.

L’obbiettivo è quello di stimolare le imprese del sistema economico bresciano, che ritengono di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante le difficoltà legate alla situazione del Coronavirus e, più in generale, a diffondere prassi trasparenti ed efficienti.

“Il sistema economico bresciano si sta muovendo in una situazione fortemente influenzata dalla diffusione del Coronavirus e dai conseguenti provvedimenti che hanno determinato il blocco per numerose realtà, ma anche per intere filiere – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Nonostante ciò, AIB ha avviato un dialogo costante con il sistema bancario per garantire una serie di strumenti finanziari che possano garantire alle aziende la necessaria liquidità. Si tratta di un tema fondamentale, per le imprese e per le famiglie. È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana. Con questo manifesto puntiamo a sensibilizzare ulteriormente in tale direzione.”

Il manifesto si ispira al principio della massima snellezza e al principio volontaristico delle imprese e degli imprenditori che riterranno di recepirne le finalità, traducendole concretamente in comportamenti eticamente corretti, ossia pagare i rispettivi fornitori nel rispetto dei termini contrattualmente stabiliti. Il documento – coerentemente anche con la direttiva UE “Late payments” del 2011 e al successivo decreto legislativo italiano 192/2012 – intende inoltre promuovere la creazione di codici di pagamento rapido. Entrambi, seppur pensati principalmente per regolare i termini di pagamento delle transazioni commerciali tra Pubblica Amministrazione e imprese, auspicano che per le transazioni tra imprese venga lasciata autonomia negoziale alle parti comunque con tempi di pagamento non superiori a 60 giorni, pur con un rafforzamento dei presidi a tutela dei creditori.

In particolare, l’iniziativa #iopagoifornitori richiama quindi le imprese, in primis quelle aderenti ad Associazione Industriale Bresciana, affinché si impegnino a effettuare i pagamenti nei termini contrattuali che regolano i rapporti con i propri fornitori, non modificare con effetto retroattivo i termini e le altre condizioni di pagamento, dare ai fornitori indicazioni chiare e facilmente accessibili in merito alle procedure di pagamento, affermare la cultura dei pagamenti rapidi e diffondere attraverso propri comportamenti coerenti all’obiettivo del documento, pratiche di pagamento efficienti, basate sul rispetto dei termini contrattuali pattuiti.

Il Manifesto intende, inoltre, richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, invitandola in questa fase di straordinaria criticità ad onorare i propri pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Le aziende che intendono sottoscrivere il manifesto #iopagoifornitori possono farlo con l’invio di una dichiarazione del proprio legale rappresentante all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it sulla base del modulo pubblicato su www.aib.bs.it, alla pagina dedicata. Nella dichiarazione, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere.

A seguito della sottoscrizione del manifesto, il marchio #iopagoifornitori potrà utilizzato sui documenti e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’elenco delle aziende firmatarie il manifesto sarà pubblicato su tutti i canali social e sul sito web di Associazione Industriale Bresciana; mensilmente l’Associazione aggiornerà l’elenco e ne darà anche puntuale informazione a tutti gli associati.

Ospedale da campo a Brescia, Confartigianato lancia la chiamata: noi ci siamo

in Artigianato/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

«Tramontata definitivamente l’ipotesi di realizzare un ospedale da campo all’interno della Fiera di Brescia – scelta incomprensibilimente bocciata visto che sarebbe stato realizzato grazie esclusivamente ai fondi donati dai bresciani e che a quest’ora sarebbe già in funzione – si ipotizza oggi un nuovo sito per far fronte alla richiesta di posti per sopperire all’emergenza sanitaria da covid-19, tutt’altro che in fase discendente. Se cosi fosse, noi ci siamo. Diteci solo quando partire» così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia sulla proposta emersa nei giorni scorsi di dar vita a un ospedale da campo vicino all’area della facoltà di Ingegneria, oggi occupata dal campo di baseball e confinante a est con viale Europa e già indicata a funzione di Protezione Civile in caso di emergenza dallo stesso Comune di Brescia. «In questo momento dobbiamo e possiamo fare rete. Siamo a disposizione da subito per coinvolgere e coordinare i nostri artigiani e le imprese associate che si renderanno disponibili, ovviamente di concerto e sotto la regia del Comune di Brescia, degli Spedali Civili e dell’Università. Confartigianato è pronta a mettere in rete tutta la manovalanza esperta necessaria per questa importante opera, sull’esempio di quanto egregiamente fatto, e quanto attualmente stanno facendo i colleghi di Confartigianato Bergamo. Siamo pronti a mobilitare quanto necessario, coinvolgendo gli operosi associati che vorranno fare sistema e che non mancherebbero di rispondere presente a questa chiamata. Non si sa con certezza fino a quando durerà questa emergenza, quale sarà l’andamento del contagio, dei ricoveri e quali saranno i risultati della quarantena. Una struttura di questo tipo sarebbe sicuramente utile per l’alleggerimento sul Pronto soccorso e su tutte le altre attività ora fortemente sotto pressione – continua Massetti che conclude – Sono 33mila le imprese artigiane registrate nel bresciano e rappresentano il motore economico della nostra provincia, oggi in ginocchio ma sempre pronte a rispondere e ad agire, come in questo frangente, con un contributo concreto, come sono concreti gli artigiani che sin dall’inizio hanno sostenuto la raccolta fondi in parte già donati, che abbiamo promosso e che sta proseguendo, così come nell’acquisto di dieci respiratori che grazie ad Ancos Confartigianato sono stati donati agli ospedali che più ne avevano bisogno».

Coronavirus, Aib: pagamenti e liquidità aziende sono due nodi da affrontare

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Salute by

Giuseppe Pasini (Presidente AIB): “Il tema dei pagamenti e della liquidità è oggi imprescindibile: serve trovare, con il sistema bancario, un modo per immettere liquidità vera e congelare i criteri che non consentono di intervenire con efficacia a favore delle imprese, e quindi delle persone.”

Pagamenti corretti e liquidità: sono queste le due emergenze delle quali l’Associazione Industriale Bresciana sta discutendo insieme ai principali istituti di credito locali e nazionali, con cui è in corso in questi giorni una serie di colloqui.

“In un contesto dove quasi tutte le aziende sono ferme, il problema dei pagamenti tra tutti gli attori della catena economica è il tema. Per affrontarlo serve liquidità, è lapalissiano – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –! È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana”.

“Per AIB questo tema è indubbiamente importante e cerchiamo di monitorarlo, a partire dal Consiglio di Presidenza – prosegue il Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Pagare correttamente, nei tempi e nei termini previsti, rientra in quell’ambito della Responsabilità sociale d’impresa che da sempre intendiamo valorizzare, anche attraverso una delega specifica in Associazione. Ma – ripeto – per pagare, le aziende di qualsiasi settore, dimensione e genere hanno bisogno di liquidità, per di più immediate. La liquidità è l’emergenza nell’emergenza che stiamo affrontando in queste settimane; è un problema che cresce dimensionalmente di ora in ora, di pari passo alla necessità di rivedere il rapporto banche – imprese per assicurare rapidità, snellezza e immediatezza di azione”.

“Sappiamo tutti che i fondamentali dell’economia conosciuta fino a poche settimane fa sono venuti meno. Serve ripensare sia i prodotti bancari da mettere a disposizione delle imprese sia il regime regolatorio che è stato fino ad ora alla base della definizione del merito creditizio. Su questi due aspetti siamo in prima linea – prosegue Pasini –. Abbiamo già avviato il confronto con alcuni istituti di credito, per mettere a disposizione degli associati strumenti specifici che assicurino, per esempio, ulteriori moratorie su linee di credito di medio lungo periodo piuttosto che liquidità per valicare almeno i prossimi 12 mesi. Dall’altro stiamo anche chiedendo al mondo bancario di impegnarsi per rivedere le regole alla base del merito creditizio. Occorre infatti congelare i vincoli derivanti dagli Accordi di Basilea III che, se permarranno, di fatto non consentiranno alle banche di operare nei confronti delle aziende con quella immediatezza e concretezza che noi chiediamo. Occorrerebbe anche congelare subito, e almeno per questa fase di blocco delle attività produttive, la segnalazione da parte delle banche e delle società di leasing alla Centrale Rischi nei casi di mancati pagamenti di mutui, leasing e altro entro il 31 marzo 2020: molti imprenditori stanno chiedendo le moratorie, ma non è certo che siano operative per quella data”.

CORONAVIRUS, Apindustria rilancia l’esempio virtuoso della Colosio Srl

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Apindustria Brescia, in questo momento difficile, sta raccogliendo anche riflessioni e richieste degli imprenditori associati. Tra queste spicca  l’iniziativa dell’azienda Colosio Srl, che si è resa protagonista di un’iniziativa lodevole verso i fornitori rilanciata da Api in un comunicato stampa.

Il blocco produttivo più o meno totale – si legge nella accorata lettera che la nostra azienda Associata Colosio Srl ha inviato ai propri fornitori -, imposto dalle autorità e dalle misure di autotutela che molte aziende stanno applicando in questo difficile periodo comporta numerose difficoltà gestionali, con adempimenti che vanno in ogni caso espletati. I buoni risultati da noi conseguiti negli ultimi anni – prosegue la lettera – ci hanno messo in condizione di poter affrontare questa nuova situazione con timore, ma anche con la fiducia di poter assorbire il duro contraccolpo che inevitabilmente anche i nostri conti subiranno. Questi risultati sono il frutto del nostro impegno e dedizione, ma anche della collaborazione dei nostri partner che ci forniscono, con precisione e qualità, i materiali e servizi indispensabili per il buon funzionamento della nostra organizzazione. In questo momento di difficoltà per tanti piccoli/medi imprenditori, abbiamo deciso sostenere le attività di chi come voi ha contribuito al nostro successo, anticipando con pagamento immediato tutte le scadenze che ad oggi ci risultano pianificate per il 10/4, 10/5, 10/6 e 10/7. Speriamo con questo nostro gesto di supportarvi fornendo la liquidità che il sistema bancario difficilmente potrà erogare in tempi brevi e che questo vi aiuti a gestire in modo ordinato le vostre scadenze, in primis quelle verso i vostri dipendenti, vero motore di ogni attività. Se reputate positiva questa nostra premura e siete nelle condizioni di poterlo fare, vi invitiamo a supportare a vostra volta i vostri fornitori, in particolar modo quelli delle aree in questo momento più in difficoltà, per dimostrare anche alle sedi europee quale sia il vero significato di Comunità. Sperando che questo gesto possa essere imitato da tutti coloro che possono, auguriamo a voi, i vostri dipendenti e le relative famiglie la miglior salute”. Firmato famiglia Colosio.

E da segnalare pure la riflessione di Michele Amenduni, presidente di Alessio Tubi, Tecnotubi e Zinchitalia: “La salute delle persone è la priorità. Il decreto che indica quali attività possono restare aperte e quali no è lacunoso. Il rischio è che alcune aziende cerchino dei cavilli per poter restare aperte.  Qui non ci sono in gioco commesse o forniture – prosegue Amenduni – qui c’è in gioco la salute delle persone. Dobbiamo noi per primi dare il buon esempio e l’unico modo per essere certi del non contagio è il chiudere completamente l’azienda per un periodo ben definito e utile per poi poter riprendere tutti insieme. Come per altro hanno già scelto liberamente di fare molte aziende bresciane.”

 

Stanziamenti del governo per il Coronavirus, Confartigianato: bene, ma non saranno sufficienti

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Salute by

«In questi concitati momenti, apprezziamo lo sforzo messo in campo, mentre tutti facciamo i conti con le restrizioni, le quarantene, i momenti di sconforto, ma soprattutto di lutto per intere comunità per la perdita di tante vite umane, seguirà la conta delle imprese che purtroppo, sicuramente, non riapriranno più» questo il commento del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue «purtroppo, resta tanto da fare, a partire dal rinvio dei versamenti del 16 aprile perchè è facile prevedere che saremo ancora in grave stato di necessità».

Confartigianato commenta così il Decreto Legge ‘Cura Italia’ varato ieri da Governo e sottolinea l’importanza che gli interventi siano stati estesi a tutti i settori e a tutti i territori.

«L’impatto economico dell’emergenza coronavirus sugli artigiani e sulle micro e piccole imprese è vastissimo – sostiene Massetti – e saranno necessarie ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Dopo queste prime misure andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciarne l’attività. Il Decreto recepisce le sollecitazioni di Confartigianato per la sospensione e la proroga di versamenti e adempimenti e le misure di tutela del lavoro. Avevamo chiesto la sospensione di tutti i versamenti di imposte, tributi e contributi fino almeno per ora al 30 aprile; il rinvio di ogni tipo di scadenza e adempimento che ricade entro il 30 aprile; la moratoria dei mutui in essere fino al 31 dicembre 2020; la copertura delle sospensioni dal lavoro con forme di deroga di cassa integrazione per tutti dipendenti. Ora sollecitiamo la soluzione del problema della miriade di adempimenti delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione: chiediamo siano tutti prorogati con una norma “ombrello”.

Nel frattempo i nostri uffici sono a disposizione telefonicamente per chiarire dubbi e fornire tutte le dovute informazioni. Siamo subbissati da centinaia di telefonate di associati che chiedono di come attivare gli ammortizzatori sociali, come fare con i dipendenti, con la mancanza di lavoro, con le assenze per malattia. Su questo continueremo a fornire il prezioso contributo dei nostri consulenti in materia fiscale, paghe e credito» conclude Massetti.

Export, per le aziende bresciane è dura da tempo: -3,8% nel 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel complesso del 2019, le esportazioni bresciane – pari a 16,3 miliardi – diminuiscono del 3,8% rispetto al 2018. Si arresta quindi la crescita dell’export provinciale, con il primo segno “meno” dal 2016, anno in cui si registrò un -1,2% sul 2015. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

Nel 2019, rispetto al 2018, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-3,8%) è in controtendenza rispetto a quella rilevata in Lombardia (0,0%) e in Italia (+2,3%).

Le importazioni complessive (pari a 9,1 miliardi) cedono invece del 7,6%, ed evidenziano l’importo più basso dal 2016.

Nel 4° Trimestre 2019 la dinamica delle vendite all’estero, che ammontano a 4,01 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, è in calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta della variazione più bassa dal quarto trimestre 2009 (-18,9%).

Le importazioni, pari a 2,12 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, diminuiscono del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, la frenata più intensa dal secondo trimestre 2012.

Il saldo commerciale si amplifica e raggiunge la cifra record di 7,16 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% rispetto a quello del 2018 (7,05 mld).

La dinamica risente della frenata del commercio mondiale che, nel periodo ottobre-dicembre 2019, ha registrato un segno meno (-0,8%). Il 2019 si chiude con un calo complessivo degli scambi internazionali dello 0,4%, contro il +3,4% del 2018 e il +4,8% nel 2017. Ciò, in un contesto in cui pesano le note incognite internazionali (dalle tensioni geopolitiche, alla guerra dei dazi, alla Brexit e al rallentamento della Germania, mercato che da solo vale oltre il 20% delle esportazioni bresciane). L’indice PMI manifatturiero tedesco, che da mesi si trova in area negativa, nelle ultime rilevazioni del 2019 si è sistematicamente attestato su valori intorno a minimi pluriennali. I dati dei prossimi mesi incorporeranno gli effetti dello stop del mercato cinese sul commercio internazionale e l’impatto dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus (al momento di non facile quantificazione) sull’economia nazionale e internazionale.

La persistente caduta dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha provocato lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche vantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato invece dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (-3,0% tendenziale).

Nel complesso del 2019, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: apparecchi elettrici (-6,8%), mezzi di trasporto (-6,1%), metalli di base e prodotti in metallo (-6,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,4%).

Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: legno e prodotti in legno, carta e stampa (+6,0%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+3,5%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Germania (-4,9%), Francia (-3,7%), Stati Uniti (-5,7%), Turchia (-7,3%), Brasile (-14,8%), Cina (-23,8%). Crescono le vendite verso l’Algeria (+23,9%) e la Russia (+7,1%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dell’Asia (-7,6%), dell’Unione Europea (-4,5%) e dell’America centro-meridionale (-4,0%). Positiva la dinamica dell’Africa (+6,6%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di metalli di base e prodotti in metallo (-12,9%), apparecchi elettrici (-9,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-6,5%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (-4,9%), articoli in gomma e materie plastiche (-4,7%).

Risultano, invece, in aumento gli acquisti nei comparti: articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+21,4%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+6,5%), mezzi di trasporto (+2,0%).

Diminuiscono le importazioni da: Francia (-7,7%), Germania (-7,2%) e Spagna (-6,2%). In contro tendenza la Cina (+2,7%).

 

Coronavirus, Sivieri (Api): fermiamoci per ripartire ma decidete e non lasciateci soli

in Api/Associazioni di categoria/Economia by
Douglas Sivieri

“Fermiamoci per ripartire ma decidete e non lasciateci soli”, riportiamo il messaggio del presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri dopo l’ordinanza di ieri del governo in materia di Coronavirus.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Fermiamoci per ripartire: noi siamo possiamo essere d’accordo ma le imprese non possono essere lasciate sole. E invece è proprio quanto sta accadendo. Il Governo continua a emanare divieti ma non obblighi, non spiega, lasciando le aziende sole a decidere in autonomia se chiudere o meno. Senza ammortizzatori sociali da una parte, con i lavoratori giustamente spaventati dall’altra, preoccupati per la loro salute. Possiamo chiudere e possiamo ripartire, siamo sicuri di farcela, ma vogliamo un Governo che decida. E non che dica che bisogna restare in casa ma tiene aperte le tabaccherie, le ferramenta, le tintorie. Che non dobbiamo lavorare ma lascia maglie larghe aperte ovunque. Che dobbiamo lavorare, ma poco. Che stanzia soldi ma è vago sull’operatività degli stessi. Non va bene: servono chiarezza e sicurezza. Tutte le nostre imprese hanno bisogno di sapere cosa fare. Il Governo ci dice che possiamo restare aperti, favorendo smart working, facendo smaltire ferie e permessi, applicando i protocolli di sicurezza.

Sì, ma quali protocolli? Uno chiaro per tutti o alla fine è responsabilità dell’imprenditore, con tutte le conseguenze del caso. E quali mascherine? Non ce ne sono a sufficienza in giro ma se ve ne fossero quali modelli e ogni quanto cambiarle? Decide questo sempre l’imprenditore? Se decidi di chiudere senza un blocco governativo diventi inadempiente nella filiera. Se tieni aperto metti a rischio la salute. Davvero tocca agli imprenditori decidere della salute pubblica?

Tante nostre imprese hanno già attraversato momenti penosi, difficili, duri. Hanno superato crisi profonde, hanno cambiato pelle per risorgere più forti di prima. Ce la faranno anche questa volta. Insieme ai loro collaboratori, fiduciosi nel futuro. Non saranno due o tre settimane a cambiare il destino delle nostre aziende ma abbiamo bisogno di un Governo che decida non che deleghi a nessuno la gestione della salute pubblica.

 

Douglas Sivieri

Presidente Apindustria Brescia

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CORONAVIRUS, Confartigianato: una task force per gestire la crisi delle imprese

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Un sostegno immediato e concreto al reddito delle imprese artigiane e delle imprese iscritte all’ente bilaterale dell’artigianato. «Ad oggi i fondi stanziati e messi sul tavolo da Regione Lombardia sono 135 milioni. Ci auguriamo vengano adeguatamente implementati nel caso di necessità di ulteriori risorse. Perché la crisi delle imprese è pesantissima e non sappiamo ancora quando finirà» questo il commento del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti dopo il via libera alla cassa integrazione e cassa in deroga che potranno essere utilizzati con effetto retroattivo al 23 febbraio, per contrastare la crisi dovuta al coronavirus. «Confartigianato Brescia è in prima linea per informare gli associati ed ha allestito un apposito strumento per la gestione dell’emergenza coronavirus relativamente alle crisi aziendali. Si tratta di uno specifico strumento che permette alle aziende che stanno subendo la crisi dell’attività lavorativa di poter attivare tale ammortizzatore sociale così da garantire e supportare il reddito dei propri lavoratori dipendenti. Tale strumento prevede l’elaborazione e la sottoscrizione di un apposito verbale sindacale che permetterà alle aziende coinvolte dalla crisi, di poter accedervi».

Tecnicamente un verbale sindacale potrà essere sottoscritto dal sindacato telematicamente per ridurre al minimo i contatti con le persone e avrà validità provvisoria dal 26/02 al 31/03 e potrà essere sottoscritto con effetto retroattivo, ma tenendo comunque conto della data iniziale del 26/02. Per qualsiasi ulteriore informazione gli uffici della Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale restano a disposizione dei propri associati (si può contattare sia la sede centrale di Brescia al numero 030 37451, che gli uffici periferici presenti sul territorio). Lo strumento contempla prestazioni di integrazione salariale in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per difficoltà aziendali in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese che rientrano nella sfera di applicazione di Fsba (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato), introducendo un intervento di venti settimane nell’arco di un biennio dalla data di avvio dell’ammortizzatore sociale sull’intero territorio nazionale. «Vogliamo aiutare subito le imprese e i lavoratori garantendo un’indennità sostitutiva del reddito derivante dalla riduzione delle attività economiche evitando così i licenziamenti. Un primo passo che deve arrivare a costruire un sistema universale di sussidi per la riduzione delle attività per tutti, microimprese e partite iva comprese. Il clima è pesante, siamo preoccupati per la situazione sanitaria e lo siamo altrettanto per le ricadute economiche conseguenti e ancora oggi non quantificabili» conclude Massetti. Solo settimana scorsa Confartigianato Lombardia aveva diffuso i risultati di un sondaggio alle imprese, quando ancora non era stata decisa la chiusura dell’intera Regione e dell’Italia: quantificato il rischio di un calo del 30% della produzione. Stime che di certo, in queste settimane sono destinate a peggiorare.

 

Agricoltura: dalla Regione in arrivo 28 milioni di euro per Brescia

in Agricoltura e allevamento/Confagricoltura/Economia/Istituzioni/Regione by

“Una eccezionale iniezione di liquidità all’agricoltura lombarda, proprio nel momento di maggior necessità. Con queste risorse vogliamo stimolare la competitività delle nostre aziende agricole, cofinanziando investimenti legati alla realizzazione di opere e impianti o all’acquisto di nuove apparecchiature”. L’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, ha annunciato così la firma del decreto regionale sulla misura 4.1 del Piano di sviluppo rurale: un contributo complessivo di 151.718.114,40 euro, a 371 aziende agricole, di cui 25,6 milioni a 99 aziende di montagna. Le graduatorie sono state pubblicate questa mattina sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

SETTORE PRIMARIO SARÀ PROTAGONISTA DI LOMBARDIA LEADER – “Quando questo periodo difficile sarà passato, il settore primario – ha aggiunto Rolfi – sarà protagonista di una Lombardia leader in Europa e nel mondo. Siamo la prima regione agricola d’Italia, l’agricoltura è uno dei motori della nostra economia. Esportiamo all’estero ogni anno prodotti agroalimentari per un valore di 6,6 miliardi di euro e puntiamo sull’innovazione per rendere le nostre aziende sempre più competitive e sempre più green”.

SOSTEGNO ANCHE A ZONE SVANTAGGIATE DI MONTAGNA – “Abbiamo garantito – ha spiegato l’assessore – una quota dedicata alle aziende agricole di montagna, che svolgono un ruolo sociale incredibile”. “Con queste risorse – ha concluso Rolfi – siamo riusciti a coprire tutte le richieste pervenute dalle zone svantaggiate. Oltre a offrire prodotti unici le aziende agricole in questi territori rappresentano un presidio importante contro lo spopolamento e contro il dissesto idrogeologico”.

Di seguito il dettaglio, suddiviso per province, con numero di aziende e il totale dei contributi.

Provincia di Bergamo – 25 aziende, totale 9.245.846,66 euro

Provincia di Brescia – 74 aziende, totale 29.178.600,59 euro

Provincia di Como – 2 aziende, totale 614.603,83 euro

Provincia di Cremona – 41 aziende, totale 20.594.569,76 euro

Provincia di Lodi – 15 aziende, totale 7.553.575,78 euro

Provincia di Milano – 18 aziende, totale 6.386.243,41 euro

Provincia di Mantova – 93 aziende, totale 46.039.886,48 euro

Provincia di Pavia – 35 aziende, totale 12.109.814,51 euro

Provincia di Sondrio – 64 aziende, totale 19.000.710,21 euro

Provincia di Varese – 4 aziende, totale 994.263,17 euro

 

Totale Lombardia – 371 aziende, 151.718.114,40 euro

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