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Associazioni di categoria - page 31

Imprese e credito, Massetti (Confartigianato): quasi un’impresa su due ha fame di liquidità

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Il crollo dei ricavi a seguito dell’interruzione dell’attività produttiva durante l’emergenza sanitaria ha generato un fabbisogno di liquidità eccezionale e il 75,9% delle imprese lombarde ha fatto ricorso ad uno o più strumenti per contrastare la crisi di liquidità e, tramite le misure di sostegno come le garanzie pubbliche previste dal Decreto ‘Liquidità’, il 40,5% delle imprese con 3 addetti e più ha indicato di aver dovuto ricorrere a nuovo credito bancario. In pratica, la garanzia pubblica del Fondo sostituisce le costose garanzie normalmente chieste per ottenere un finanziamento e Brescia non si sottrae a questa logica, anzi: si colloca al secondo posto solo dopo Milano e prima di Bergamo per domande al Fondo di garanzia e importi finanziati. Lo studio, diffuso dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia su dati pubblicati dal Fondo di Garanzia, mostra come al 6 luglio le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ nella sola provincia di Brescia siano state 20.454 totali, di cui 17.274 per operazioni fino a 30 mila euro (l’84,5%) e 3.180 sopra i 30 mila euro. «Credito destinato solo per restare in piedi e quel che è peggio è che al momento non si vedono certo finanziamenti per investimenti, perché ora le imprese hanno necessità di finanziare l’attivo circolante. Il peggio sarà in autunno quando vedremo un aumento ulteriore dei finanziamenti al termine del periodo previsto di moratoria» ha commentato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti leggendo in dati diffusi.

Gli importi finanziati alle imprese bresciane ammontano complessivamente a 1.641 milioni di euro: quelli erogati per operazioni fino a 30 mila euro ammontano a 358 milioni (21,8%) e quelli erogati per operazioni superiori a 30 mila euro ammontano a 1.283 milioni. Gli importi medi dei finanziamenti alle imprese bresciane sono pari a 80.216 euro per il totale, a 20.706 euro per operazioni fino a 30 mila euro e a 403.480 euro per operazioni superiori a 30 mila euro. Il rapporto tra finanziamenti e valore aggiunto – che fornisce una misura del peso degli interventi in rapporto alla dimensione dell’economia del territorio – è più elevato a Lecco (5,4%), Bergamo (4,4%), Brescia (4,2%) e Como (4,0%).

Il presidente Massetti precisa: «Uno degli strumenti messi in campo dal governo più richiesti dalle micro e piccole imprese che hanno avuto necessità di liquidità per affrontare la ripresa è quello delle moratorie, cioè della sospensione delle rate dei mutui in corso fino al 30 settembre. E anche noi attraverso la nostra Cooperativa Artigiana di Garanzia, braccio operativo di Confartigianato, abbiamo portato avanti circa il 60% di pratiche moratorie sulle nostre operazioni già in essere, per le imprese che lo hanno richiesto usufruendo della moratoria. Ma anche il finanziamento tramite il Fondo di garanzia è stato apprezzato. Basti pensare che come Confartigianato Brescia abbiamo gestito centinaia di richieste di questo tipo, sia consulenziale, sia per supportare la concreta compilazione dei moduli necessari per ottenere gli importi medi, proprio intorno ai 20 mila euro, che le banche mediamente hanno erogato in 20-25 giorni» afferma Massetti che conclude: «Il banco di prova sarà a fine estate quando terminerà il periodo previsto di moratoria, ma già oggi, quel che è peggio è che al momento non si vedono ancora finanziamenti per investimenti ma solo la necessità per le imprese di stare a galla, finanziando l’attivo circolante».

In generale, però, ad aprile si registra un calo dei prestiti alle piccole imprese della nostra regione, in miglioramento rispetto allo stesso mese del 2019 solo per Sondrio (da meno 5,9% a meno 2,1%) e Bergamo (da meno 8% a meno 6,5%) e in peggioramento per le altre province tra cui Brescia: da -5,5%, a -5,9% la variazione della dinamica del prestiti alle piccole imprese tra aprile 2020 e aprile 2019. A livello regionale lo Studio di Confartigianato analizza infine che tra gli strumenti non bancari la modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori è stata adottata dal 22,9% delle aziendementre il 24,1% è ricorso alle attività liquide presenti nel proprio bilancio. Il 12% ha modificato condizioni e termini di pagamento con i clienti, mentre l’8,6% ha rinegoziato i contratti di locazione degli immobili strumentali.

Brescia, ecco il nuovo consiglio di amministrazione di Abem

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Nel corso dell’Assemblea dei soci, tenutasi questa mattina presso la sede della Camera di Commercio di Brescia, è stato nominato il nuovo CdA di ABEM – Aeroporto Brescia Montichiari – S.p.A.

Quattro i componenti designati dalla Camera di Commercio, socio di maggioranza al 52,57%, ed uno da AIB. Nel dettaglio i nuovi componenti sono:

– Giuseppe Pasini, Presidente di AIB (designato dalla stessa AIB), che è stato anche nominato Presidente del nuovo CdA;

– Roberto Saccone, Presidente della Camera di Commercio di Brescia (su designazione della Camera di Commercio);

– Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti (su designazione della Camera di Commercio);

– Eleonora Rigotti, Presidente della CNA e Consigliere camerale (su designazione della Camera di Commercio);

– Barbara Quaresimini – Vice Presidente Confesercenti e componente della Giunta Camerale (su designazione della Camera di Commercio).

“L’ampia rappresentanza di tutte le categorie economiche – si legge in un comunicato – con il coordinamento istituzionale della Camera di Commercio di Brescia, testimonia dell’importanza che il tessuto imprenditoriale bresciano riconosce, tuttora, allo scalo aeroportuale di Montichiari. Ringraziamenti sono stati espressi al CdA uscente, presieduto da Giuliano Campana, che in questi ultimi anni ha saputo, nonostante le obiettive difficoltà, portare avanti nelle opportune sedi politiche e istituzionali le istanze per la valorizzazione dell’aeroporto.A breve, il nuovo CdA, che ha ribadito come l’Aeroporto di Montichiari rappresenti un asset fondamentale per lo sviluppo economico della provincia di Brescia, elaborerà un piano strategico per il suo definitivo rilancio, nel quale verrà presa in considerazione ogni possibile e concreta opportunità per superare le impasse che hanno bloccato il suo sviluppo nel recente passato, al fine di consentire allo scalo monteclarense di esprimere, finalmente, tutte le sue notevoli riconosciute potenzialità. Diversi saranno gli interlocutori, cui il nuovo CdA di ABeM si rivolgerà; molteplici le azioni di sollecitazione e di pressione, anche in un scenario fortemente mutato rispetto agli anni scorsi. In tale contesto si pone la proposta di ABeM anche verso il Governo nazionale, che proprio in questi giorni ha confermato di voler puntare sulle infrastrutture per la rinascita dell’Italia post COVID”.

Bilancio Confartigianato, Massetti: abbiamo messo fieno in cascina per affrontare questi tempi bui

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L’Assemblea Ordinaria 2020 di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ha approvato all’unanimità, dopo la relazione del presidente Eugenio Massetti, il bilancio consuntivo 2019. Un’assemblea che, per la prima volta nella storia dell’organizzazione, si è tenuta virtualmente, con gli aventi diritto dell’assemblea collegati in modalità webinar e che ha visto, dopo la relazione del presidente Eugenio Massetti affiancato dal segretario generale Carlo Piccinato, l’esposizione dei risultati di bilancio della gestione 2019 da parte del direttore di Upa Servizi Fulvio Tedoldi che hanno confermato per il 10° anno consecutivo risultati positivi: «Abbiamo messo fieno in cascina per affrontare questi tempi bui e quelli che verranno – ha commentato il presidente Massetti che ha proseguito – stiamo vivendo una situazione straordinaria e gli eventi traumatici che abbiamo tutti sperimentato ci hanno insegnato a guardare al futuro con occhi diversi. Le nostre MPI artigiane sono state chiamate ad adeguarsi ad uno scenario completamente nuovo, dove si è accorciata la catena del valore, dove sono richieste resilienza, velocità ed efficacia nell’agire. Ma hanno anche sperimentato ed implementato positivamente le tecnologie digitali e visto valorizzare il legame che da sempre intrattengono con il territorio».

In sintesi, il presidente Massetti, numero uno anche a livello regionale, ha presentato con soddisfazione un bilancio positivo per il 10° anno consecutivo di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale (12 dipendenti) con ricavi per 1,576 milioni euro e un utile netto d’esercizio di 155.698 euro in crescita rispetto all’utile di 118 mila del 2018. Contestuale l’approvazione del bilancio di Upa Servizi srl, la società di servizi di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale che si occupa dell’erogazione dei principali servizi alle imprese associate (con 128 dipendenti) con uno stato patrimoniale all’attivo al 31.12.2020 di 7,869 milioni di euro e un utile d’esercizio di 87.207 euro in aumento rispetto ai 70.859 euro dello scorso anno.

«In un mondo tutt’ora scosso dalla brutale pandemia e in un frangente non facile per i processi economici e la tenuta della nostra struttura sociale voglio soffermarmi sulla fiducia – ha sottolineato Massetti nel suo intervento – perché la sua mancanza frena la ripartenza. Fiducia che passa per il consolidamento del binomio imprese-territorio, che tanto ha garantito nel momento dell’emergenza, e che richiede la messa in atto di una serie di azioni per rendere stabile, autorevole, responsabile e puntuali l’impresa e altrettanto performanti i suoi interlocutori. Auspichiamo che la nostra costante presenza e le sollecitazioni portate a tutti i livelli possano essere un valido supporto alla definizione dei prossimi documenti di programmazione economica, che dovranno essere un manifesto della concretezza capace di far espandere l’attualità, fatta di esigenze di ammortizzatori sociali e bisogno di liquidità, verso una prospettiva futura; una visione del Paese dei prossimi anni».

LO STUDIO – Qui, nello specifico, all’Assemblea il presidente Massetti ha presentato i numeri che stanno caratterizzando il tessuto economico imprenditoriale passato dai ultimi lunghi mesi di chiusura e che deve ancora fare i conti con una situazione di difficile ripresa e che teme un ulteriore momento di estrema difficoltà a settembre. Dati emersi e diffusi dallo studio realizzato per l’occasione dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia (che si allega, ndr), sui primi effetti crisi da Covid-19, risultati pre pandemia, dati chiave, confronti tra province lombarde e due driver della ripresa: green e digitale.

La recessione in corso influenza la demografia di impresa, seppur l’analisi degli ultimi dati relativa a maggio 2020 evidenzia un segnale di attenuazione rispetto al trend di marzo e aprile, i due mesi del lockdown. Nella provincia di Brescia, se a marzo 2020 le iscrizioni scendono del 38,1% rispetto a marzo 2019, ad aprile il calo arriva al -71,3% ma a maggio il calo si riduce attestandosi sul -45,6%: nel complesso del trimestre in esame la riduzione è del 50,5%. In provincia di Brescia al I trimestre 2020 si contano complessivamente 33.336 imprese artigiane, pari al 28,5% del totale imprese (116.875). Nel I trimestre del 2020 l’artigianato presenta una dinamica demografica negativa data da 691 iscritte e 932 cessate non d’ufficio con un saldo negativo dunque di 241 unità.

MERCATO DEL LAVORO. L’analisi dei dati mensili dell’Istat, disponibili solo a livello nazionale, evidenzia che ad aprile 2020 si registra una marcata diminuzione dell’occupazione rispetto a marzo. A livello provinciale, poiché disponiamo solo di dati Istat annuali, non è possibile una lettura aggiornata di quanto sta accadendo. I dati più aggiornati sul mercato del lavoro sono quelli delle comunicazioni obbligatorie che si riferiscono al I trimestre dell’anno in corso. Nel valutarli occorre tener conto che essi sono vistosamente influenzati dalle misure assunte dal Governo, prima fra tutte il blocco dei licenziamenti e l’estensione della cassa integrazione. In provincia di Brescia al I trimestre 2020 le attivazioni di contratti di lavoro sono risultate pari a 44.783, in calo del 9,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a – 4.928 contratti).

EXPORT MANIFATTURIERO E DEI SETTORI MPI BRESCIA. Ampio calo di domanda estera connessa con il lockdown mondiale: a livello provinciale nel periodo gennaio-marzo diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa – food, moda, legno e mobili, prodotti in metallo, gioielleria e occhialeria – con il -4,6% rispetto al I trimestre 2019. Tale dinamica è migliore rispetto al -7,3% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 97,5% del totale dell’export – nel periodo e in linea rispetto alla performance del made in Brescia di MPI a fine 2019 che segnava già un -4,0%. I primi 3 prodotti made in Brescia più venduti nel mondo – Macchinari e apparecchiature, Prodotti della metallurgia e Prodotti in metallo – che insieme rappresentano il 58% del valore complessivo delle esportazioni della provincia al I trimestre 2020 registrano tutti dinamiche negative rispetto al I trimestre 2019: il primo del -7,8%, il secondo del -11,9% e il terzo del -7%.

GREEN E DIGITALE: I DRIVER DELLA RIPRESA Per l’economia italiana si intrecciano le sfide di un recupero da una crisi senza precedenti, con quelle associate alla difesa dell’ambiente e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In questa prospettiva è di particolare rilevanza l’orientamento delle imprese alla sostenibilità ambientale. Sul nostro territorio vi sono 17.628 imprese che svolgono una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. La crisi Covid-19 ha spinto inoltre le imprese ad intensificare l’utilizzo degli strumenti digitali: le MPI presenti nella nostra provincia già si stavano muovendo in questa direzione con lo scopo di mantenere ed incrementare i propri livelli di competitività: il 58,9% tra il 2015 e il 2019 ha effettuato investimenti in sicurezza informatica, il 57,2% in internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics, il 43,3% in Strumenti software per l’acquisizione e la gestione di dati, il 30,1% in IoT (Internet delle cose), tecnologie di comunicazione e machine-to-machine il 23,8% in realtà aumentata e virtuale a supporto dei processi produttivi e il 18,2% in robotica avanzata (stampa 3D, robot interconnessi e programmabili).

Associazione Artigiani, Enrico Mattinzoli eletto Presidente Artfidi Lombardia

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Finanza by

Venerdì 26 giugno si è riunito il nuovo cda di Artfidi Lombardia che ha eletto Enrico Mattinzoli  Presidente e due  Vice Presidenti: Maria Pia Consonni di Lodi Vicario e Angelo Valota di Crema. Riconfermato nel cda Bortolo Agliardi.

Enrico Mattinzoli succede a Battista Mostarda che resterà nel cda come Consigliere. Confermato il Direttore Generale Francesco Gabrielli.

Nel Luglio del 1974 da una delle tante intuizioni di Lino Poisa, storico Direttore dell’Associazione Artigiani, viene costituita presso la Sede di Via V. Emanuele con la presidenza dell’ ing. Mario Venturelli e con soli 249 soci la Cooperativa di Credito e Garanzia per gli Artigiani Bresciani che con il supporto della Regione nella costituzione del Capitale e la sottoscrizione di un massimo di 8 quote pro capite di Lire 10mila cadauna, consentirà ai soci un finanziamento massimo di 2,5MLN di Lire rimborsabili in 24 mesi.

Artfidi Lombardia, cresciuta negli anni, e a tutti gli effetti l’anima finanziaria dell’Associazione conta al 31marzo 2020 n° 26.388 Soci e garanzie in essere per € 191.576.853,47.

Artfidi Lombardia è il primo Confidi Iscritto fra gli Intermediari Finanziari vigilato da Banca d’Italia in Lombardia e il quarto in Italia.

E’ presente oltre che nella Sede Centrale di Brescia, a Bergamo, Crema, Lodi, Milano, Milano/Seveso e Varese.

Con la crisi in atto ha fatto fronte negli ultimi due mesi a 1.018 richieste di moratoria e sospensioni per un importo di € 8.725.421,68.

Brescia, pesante calo della produzione metalmeccanica nel primo trimestre

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Tendenze by

In provincia di Brescia, nel primo trimestre del 2020, l’attività produttiva dei settori metalmeccanici ha segnato variazioni negative rispetto allo stesso trimestre del 2019, dopo la frenata del periodo precedente che aveva invertito un trend di crescita durato per numerosi trimestri. In particolare, il comparto della meccanica ha registrato una diminuzione dell’attività del 17,6% nel confronto con il 1° trimestre 2019, quello della metallurgia del 12,0%. A seguito di queste variazioni, i livelli produttivi riferiti all’intera industria metalmeccanica bresciana sono ritornati sui minimi del 2013, andando a vanificare sei anni di crescita. A evidenziarlo è l’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi AIB, che ha dedicato spazio anche alla valutazione delle prime conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria sulle imprese.“In questo momento non abbiamo preoccupazioni solo sul versante della produzione, ma siamo bloccati anche dalla burocrazia – spiega Loretta Forelli, Presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di AIB –. E non è tutto: con il calo della meccanica e dell’automotive, si è arrestata anche la rottamazione. Facciamo quindi fatica a comprare materia prima dai Paesi che solitamente sono nostri fornitori. Brescia, che è al centro della metallurgia europea, sta attraversando un momento durissimo, e vedo la situazione che ci attende in autunno, per quanto riguarda la metallurgia, in modo preoccupante. Anche molte grosse aziende si stanno purtroppo fermando.”

“Non possiamo che esprimere la massima preoccupazione: si fanno tante riunioni, si spendono tante parole, ma di fatti se ne vedono pochi da parte del Governo – aggiunge Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di AIB –. Le aziende sono in difficoltà soprattutto sulla liquidità, e inoltre i dati sulla Cassa Integrazione sono impressionanti. Ribadisco: abbiamo bisogno di liquidità, a settembre prevediamo un calo preoccupante degli ordini, anche del 40-50%. Purtroppo, c’è stata l’illusione che ci fosse lavoro dopo il lockdown, ma nel medio periodo non sarà così.”Le prospettive a breve termine espresse dagli operatori sono, nel complesso, nettamente sfavorevoli per tutti e due i comparti, con gli ordinativi in diminuzione sia in Italia che sui mercati esteri. Nel settore della meccanica, la rilevanza degli effetti negativi è stata severa (gli obiettivi per l’anno in corso non sono più raggiungibili) per il 44% delle aziende intervistate; significativa (con la riorganizzazione del piano aziendale per l’anno in corso) per il 34%; gestibile (con revisioni minori al piano aziendale) per il 17%; gravissima (è necessario un ridimensionamento della struttura aziendale) per il restante 5%. Gli operatori hanno dichiarato di aver registrato un calo percentuale del fatturato del 23% e delle ore lavorate del 25% rispetto alla “normalità” (il confronto è con il primo trimestre 2019).Nel settore metallurgico la rilevanza degli effetti negativi è stata severa (gli obiettivi per l’anno in corso non sono più raggiungibili) per il 33% delle aziende del campione; significativa (con la riorganizzazione del piano aziendale per l’anno in corso) per il 47%; gestibile (con revisioni minori al piano aziendale) per il rimanente 20%. Gli operatori hanno dichiarato un calo percentuale del fatturato del 22% e delle ore lavorate del 18% rispetto alla “normalità”.

Le deboli prospettive di crescita impattano negativamente sui prezzi delle materie prime industriali, che sono tradizionalmente un termometro dello stato di salute del quadro congiunturale. Tra le commodity principalmente impiegate nei cicli di produzione delle aziende metalmeccaniche bresciane si rilevano cali diffusi. A maggio, rispetto allo stesso mese del 2019, l’alluminio ha segnato un ribasso del 17,7%, il rame del 12,9%, lo zinco del 28,0% e il rottame ferroso del 14,8%. Sul versante del mercato del lavoro, si segnala l’impennata nel mese di aprile (con il parziale riassorbimento in maggio) della Cassa Integrazione Guadagni nei settori metalmeccanici. Mentre nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2019, le ore complessivamente autorizzate nei due comparti sono cresciute del 9,9%, quelle autorizzate nei primi cinque mesi del 2020 sono aumentate del 1.536% rispetto allo stesso periodo del 2019, passando da 1,5 a 24,2 milioni.

In particolare, la componente ordinaria nei primi cinque mesi del 2020 è cresciuta del 3.865% (da 583.704 ore a oltre 23 milioni di ore), quella straordinaria del 10% (da 892.950 a 984.329 ore). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 12 mila e seicento, contro le 800 dello stesso periodo del 2019. Si tratta tuttavia di una stima prudenziale, basata su un tasso di tiraggio nel 2020 in linea con quello registrato nel 2019 (che è stato storicamente basso).  Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la terza provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino e Milano). Con circa 100 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (36 mila), è al terzo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila) e in quinta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

 

 

Aib punta sul digitale: nuovo sito per gli impreditori bresciani

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Web e digitale by

Sarà online da domani giovedì 18 giugno, all’indirizzo www.aib.bs.it, il nuovo sito di Aib basato sulla piattaforma digitale DAS (Digital Association Services). DAS – si legge in una nota – è “una piattaforma digitale, business analytics e data driven, pensata nell’ottica di far sfruttare in maniera più immediata e proficua agli imprenditori associati tutti i servizi offerti da AIB. La piattaforma consentirà di creare un rapporto più diretto con l’associazione e farà capire, attraverso l’utilizzo dello strumento e il feedback degli utenti, quali sono i servizi di cui le imprese necessitano in tempo reale”.

“Da domani, AIB mette a disposizione di tutti gli imprenditori uno strumento pensato ispirandosi a quattro parole chiave: concretezza, efficacia, immediatezza e trasparenza – spiega Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Crediamo sia un progetto proiettato al futuro, che faciliterà il rapporto tra le aziende e AIB. Metteremo nelle condizioni tutta la struttura di comprendere sempre di più e meglio, in tempi rapidi, le necessità degli imprenditori.”

Entro domani, gli utenti profilati sul sito AIB riceveranno una mail dall’indirizzo info@aib.bs.it, contenente un link attraverso il quale sarà possibile accedere alla nuova piattaforma e impostare una nuova password. Dall’area riservata si potranno configurare le preferenze, come la categoria di informazioni che si vorranno ricevere o gli hashtag legati agli argomenti delle news rilevanti. In questo modo, sarà possibile ricevere una newsletter profilata in base agli specifici interessi.

All’interno del nuovo sito sarà inoltre presente il marketplace-DPI, un servizio di AIB grazie al quale le aziende associate potranno richiedere dispositivi di protezione individuale a fornitori accreditati, attraverso la compilazione di un apposito form. Nei prossimi giorni, accanto al nuovo sito, verrà lanciata anche la app per sistemi mobile iOS e Android.

Imprese, Massetti lancia l’allarme: dai dati fatturati in picchiata, serve uno scatto

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Fatturato in picchiata, mancanza di ordinativi e di liquidità sono le conferme dalle nostre imprese. La ripartenza è troppo lenta: le imprese non possono più aspettare e serve uno scatto e se non ricominceranno la cassa integrazione non basterà con conseguenze già dopo l’estate che si ripercuoteranno invebitabilmente sull’occupazione» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti i dati relativi all’indagine dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia “Effetti del coronavirus tra le Mpi lombarde”.

Una crisi pesante per le Mpi che nella terza edizione della survey confermano per il terzo mese consecutivo dall’inizio della crisi innestata dalla pandemia da coronavirus, un netto calo del fatturato: a maggio media giù del 41,5% per le oltre 200 imprese bresciane che hanno risposto all’articolata analisi. Meglio rispetto a marzo (-61,2%) e aprile (-61,6%), in linea con il dato lombardo (-43,8%) e che equivale nel complesso una perdita di fatturato annuale per le imprese lombarde del 14,5%: in valore assoluto, 32 miliardi di mancati ricavi. In testa, nella classifica, spiccano in negativo i settori del benessere, della moda e del legno-arredo.

Tempi del recupero del fatturato pre-covid: rispetto alla capacità delle Mpi bresciane di recuperare i livelli di fatturato pre-covid, oltre la metà (il 55,2%) esprime incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato, il 13,9% prevede che saranno necessari oltre 12 mesi, almeno sino a giugno 2021 per poter recuperare i livelli di fatturato pre-emergenza sanitario, mentre il 12,1% conta entro marzo 2021 di poter rialzare la testa.

Una ripartenza gradule, iniziata da 40 giorni tra difficoltà e qualche segnale di resilienza: più di una micro e piccola impresa artigiana bresciana su due (il 52,6% degli intervistati) ha cercato di dare una risposta al proprio business adottando, migliorando e intensificando l’uso di tecnologie digitali durante l’emergenza: con i social network, attivando nuovi canali di vendita, entrando in nuovi mercati e attivando nuove relazioni d’impresa (reti d’impresa e ATI in primis).

La maggior parte delle MPI bresciane intervistate aperte hanno segnalato per lo più difficoltà per l’assenza di nuovi ordini (66,9%), mancanza di liquidità (68%) e riduzione di visite commerciali presso iclienti (56,4%). Tra le problematiche rilevate, il maggior ostacolo: la comprensione di normative e disposizioni, nazionali, regionali e comunali per il 64,4% delle imprese e l’accesso agli uffici degli enti pubblici. In questo contesto, riconosciuto è stato il ruolo associativo di Confartigianato: per il 72,3% delle imprese bresciane coinvolte nella survey, l’associazione con gli uffici e l’web è stata punto di riferimento e supporto durante l’emegenza e per l’87,2% punto di riferimento e supporto.

Tra le note positive: la solidarietà artigiana. Più di una Mpi bresciana su tre (il 39,2%) durante l’emergenza ha contributo ad aiutare la comunità in cui opera e vive. Seppur in situazione di difficoltà, durante l’emergenza le imprese si sono date da fare per supportare la comunità in cui vivono e operano sul fronte sia sociale che economico partecipando a iniziative promosse dall’associazione (raccolta fondi e donazione respiratori agli ospedali) per il 33,8% delle MPI intervistate, confermando, inoltre, l’associazione, quale punto di riferimento e supporto in questa difficile fare per l’87,2% degli intervistati.

«Speravamo in una ripresa più forte, ma le imprese ci confermano una mancanza di fiducia a breve termine ai minimi storici e in particolare per quanto riguarda il mercato interno. Le riaperture a maggio sono state graduali e con scorte di magazzino da smaltire. Due terzi del secondo trimestre potrebbero essere già compromessi per la produzione che mostra quindi aspettative ulteriori di caduta – prosegue il presidente Massetti che conclude – risulta più che mai fondamentale veicolare le risorse per sostenere le imprese, poiché da questo dipende anche la struttura su cui regge il mercato del lavoro e la società tutta. Risorse per aiutare chi è in difficoltà ma anche per permettere alle imprese tutte di reagire mettendosi in gioco sul fronte dell’innovazione, della digitalizzazione e della sostenibilità. Il Decreto Rilancio deve ‘scaricare a terra’ i propri effetti con la massima rapidità, senza intralci burocratici, e con un’intensità di dotazione finanziaria adeguata a consentire la ripresa del sistema produttivo, altrimenti sarà troppo tardi».

Aib: a Brescia nel primo trimestre forte calo dell’export

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel 1° Trimestre del 2020, le esportazioni bresciane – pari a 3.843 milioni di euro – diminuiscono del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta della variazione più bassa dal quarto trimestre 2009 (-18,9%) e del peggior primo trimestre in termini monetari dal 2017 (3.795 milioni).

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

Le importazioni, pari a 2.077 milioni di euro tra gennaio e marzo 2020, diminuiscono del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2019, la caduta più intensa dal secondo trimestre 2012 (-17,2%).

Nel 1° Trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-7,5%) è inoltre superiore rispetto a quella rilevata in Lombardia (-3,0%) e in Italia (-1,9%).

Il saldo commerciale si attesta a 1.766 milioni di euro, in aumento del 2,6% rispetto a quello del 2019 (1.722 milioni di euro). È il valore più alto dall’inizio della serie storica.

La dinamica risente della frenata del commercio mondiale che, nel periodo gennaio-marzo 2020, ha segnato una contrazione del 2,9% (sullo stesso periodo del 2019), all’inizio per effetto dello stop del mercato cinese colpito per primo dalla pandemia da COVID-19, ma in seguito per l’introduzione delle misure di lockdown sia in Italia che nei principali partner commerciali, nonché per il crollo dei flussi turistici a livello mondiale. I dati dei prossimi mesi saranno caratterizzati da un drastico ridimensionamento del commercio internazionale a seguito della diffusione dell’emergenza sanitaria a livello mondiale.

La persistente caduta dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha provocato lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche vantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato invece dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (-2,9% tendenziale).

Nel 1° Trimestre 2020, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: mezzi di trasporto (-13,0%), metalli di base e prodotti in metallo (-10,1%), macchinari e apparecchi (-7,8%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,0%).

Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: sostanze e prodotti chimici (+3,9%), apparecchi elettrici (+2,5%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+1,7%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Regno Unito (-26,5%), Germania (-10,6%), Francia (-3,2%), Spagna (-13,6%), Stati Uniti (-9,9%), India (-16,6%), Cina (-27,0%). Crescono le vendite verso la Turchia (+28,1%) e la Russia (+12,4%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dei Paesi europei non UE (-9,7%), dell’Asia (-9,6%) e dell’America centro-meridionale (-8,9%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di mezzi di trasporto (-15,9%), metalli di base e prodotti in metallo (-15,0%), apparecchi elettrici (-16,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-16,4%), sostanze e prodotti chimici (-19,6%), articoli in gomma e materie plastiche (-13,7%).

Risultano in aumento gli acquisti nel comparto articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+36,3%).

Diminuiscono le importazioni da tutti i principali Paesi: Francia (-14,1%), Germania (-14,2%), Regno Unito (-14,9%), Spagna (-18,4%), Stati Uniti (-47,0%), Cina (-15,6%).

Massetti (Confartigianato): rilanciare l’edilizia ora o il settore non riparte

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Edilizia by

Un appello a tutti i sindaci della provincia per richiedere un incisivo taglio ai tributi e l’affidamento diretto e a “chilometro zero” degli appalti alle imprese locali di costruzioni per un settore che ha pagato più degli altri il lockdown e che fa i conti con una ripresa appesa ad un filo. Stiamo parlando del settore delle costruzioni e più in generale del “settore casa”.

«Un appello rivolto ai sindaci per chiedere di intervenire con uno sgravio delle imposte alle imprese e il coinvolgimento diretto nella ripresa degli appalti pubblici, sostenendo quanto più possibile gli interventi dei privati che possono cogliere le opportunità rappresentate dal bonus del 110% che sono enormi, come rappresentato dallo studio realizzato dal nostro Osservatorio – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue – non c’è tempo da perdere: si tratta di un’opportunità incredibile che deve trovare conferma ora nella sua stabilizzazione almeno sino a tutto il 2022 come abbiamo sollecitato, ma che deve essere semplificata nei meccanismi per non incepparne l’onda positiva, o ancora preggio scoraggiare le imprese che si trovano già in balia di una burocrazia senza eguali. Le imprese artigiane del comparto casa della nostra provincia, colpite da una crisi che non ha precedenti negli ultimi 25 anni sono ad un bivio: o ripartono immediatamente, sostenuta anche dalle singole comunità locali, oppure sono destinate ad una crisi senza fine». Stiamo parlando di un totale di 12.610 imprese artigiane nella sola provincia di Brescia e 20.527 addetti e che da inizio anno ha visto chiudere nel solo primo trimestre 2020, dunque non considerando gli scorsi mesi di lockdown di aprile e maggio, ben 322 imprese delle costruzioni. L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha recentemente calcolato gli effetti della leva del bonus ristrutturazioni del 110% incluso nel recente DL Rilancio.

Solo gli interventi sostenuti da ecobonus in Lombardia nel 2018 sono stati 80 mila per 785 milioni di investimenti: 97,6 milioni dei quali per la sola provincia di Brescia, di cui quasi il 40% nell’ambito dei serramenti, il 25% nell’ambito dell’installazione e la restante quota nell’edilizia. Un intervento su due ha riguardato edifici costruiti prima del 1970: in provincia di Brescia quasi 85mila edifici sono stati costruiti prima del 1969 e oltre la meta dei 230mila edifici residenziali è stato edificato prima del 1980. Ora, secondo i dati della relazione tecnica al provvedimento il bonus del 110% mobiliterà risorse per 14 miliardi di euro fino al 2026, con una media annua (2021-2026) di 2,3 miliardi di euro per tutta l’Italia. «Riponiamo infine nelle amministrazioni grandi aspettative anche per l’utilizzo dei 50 milioni che Regione Lombardia ha destinato agli Enti locali di Brescia per i lavori pubblici cantierabili da subito, con l’auspicio che venga considerato il principio dell’affidamento dei lavori a “chilometro zero” e nello sblocco dei principali interventi pubblici: strade, scuole, viadotti, impianti sportivi, manutenzioni, prevenzione del dissesto idrogeologico e tutte le altre opere necessarie devono essere il volano per creare ricchezza e lavoro per una territorio che ha tanto sofferto in questi mesi» conclude il presidente Massetti.

Primo trimestre 2020: produzione industriale ancora in forte calo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel primo trimestre del 2020, la variazione della produzione delle imprese manifatturiere bresciane è risultata pari a -13,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 (tendenziale), dopo i risultati già negativi del quarto (-1,4%) e del terzo (-0,9%) trimestre 2019. Si tratta del peggior dato dal quarto trimestre 2009 (-17,3%). Il risultato risente, in particolare, della caduta della produzione nel mese di marzo, dovuta al lockdown per l’emergenza Covid-19 imposto o deciso dalla maggior parte delle attività produttive.

A evidenziarlo sono le indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al primo trimestre 2020.

Nel dettaglio, la produzione industriale registra un calo sul trimestre precedente del -11,4%. Il tasso acquisito – ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2020 – è pari a -12,5%. Il recupero dai minimi, registrati nel terzo trimestre 2013, diminuisce e si attesta a +1,0%, perdendo, di fatto, tutto quanto guadagnato in questi anni e tornando ai minimi storici. La distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si amplia e risulta pari a -30,5%.

Le previsioni a breve termine sono decisamente negative: le aziende che stimano un peggioramento della situazione attuale nei prossimi tre mesi sono il 66%, quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 20%. Le previsioni sono condizionate dal peggioramento di tutti i parametri economici, causato dalla caduta del commercio internazionale, dalle incertezze sulla domanda interna e dalla debolezza della domanda estera, ancora compromessa dalla diversa tempistica con la quale sono state introdotte le misure di contenimento del Covid-19 negli altri paesi.

Per l’artigianato manifatturiero – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – il primo trimestre dell’anno si chiude con una repentina e intensa decelerazione, segno evidente dei primi riflessi del lockdown disposto per far fronte all’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. In confronto al trimestre scorso, infatti, la produzione è diminuita dell’11,8%, il fatturato del 9,5% e gli ordinativi del 9,1%.

La flessione è ancora più visibile nel confronto con il primo trimestre dello scorso anno, la produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano è diminuita del 13,4%, il fatturato del 12,7% e gli ordinativi dell’11,3%. Questi risultati si inseriscono in un contesto complessivo di rallentamento che ha interessato l’artigianato manifatturiero nel corso del 2019. Nella media dell’anno, infatti, la produzione è calata dello 0,3%.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 219 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

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