Nuovo balzo in avanti per l’export bresciano

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Nel secondo trimestre 2022 le esportazioni bresciane hanno raggiunto la quota record di 6,1 miliardi di euro, in crescita di oltre il 22% rispetto all’analogo periodo del 2021 e dell’11% rispetto al primo trimestre di quest’anno. In crescita sono anche le importazioni, che nel secondo trimestre sono state di poco inferiori ai 4 miliardi. Il saldo commerciale del trimestre resta ampiamente positivo (+2,1 miliardi). A livello cumulato, nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni hanno raggiunto la quota record di 11,6 miliardi, mentre le importazioni sono state nell’ordine dei 7,7 miliardi di euro (e un saldo commerciale di circa 3,9 miliardi di euro). A osservarlo sono i dati Istat rielaborati dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia.

L’export bresciano – in un contesto comunque positivo – è tra i più dinamici a livello nazionale. Come osserva infatti il focus dell’Istat «L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Ascoli Piceno, Siracusa, Torino, Brescia, Vicenza, Modena, Cagliari, Parma e Bergamo». Nei primi sei mesi del 2022, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+27,6%), Stati Uniti (+37,1%), Francia (+20,0%) e Spagna (+29,4%). La forte dinamica dell’importexport è più che positiva, ma è in buona parte da collegare alla spirale inflattiva, come peraltro osservato anche dal recente rapporto sul commercio estero dell’ICE.

Entrando nel dettaglio dell’import-export bresciano, l’export nell’area UE rappresenta il 67,3% del totale (in lieve calo rispetto al primo trimestre) e minima è la crescita verso i paesi non Ue (11,6% del totale; era l’11,3%). In calo la quota di export verso l’Asia, in aumento quella verso l’America settentrionale (aiutata anche dal cambio valutario).

«Siamo soddisfatti per l’andamento dell’export estremamente positivo, seppur da depurare dalla componente inflattiva – afferma Pierluigi Cordua, Presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Sono dati che confermano la propensione e la grande capacità delle nostre piccole e medie imprese bresciane a essere competitive sui mercati internazionali. Restano però tutti gli elementi di incertezza legati a prezzienergiamaterie prime. In questo senso le imprese si aspettano risposte in tempi rapidi dalla politica, sia a livello nazionale che europeo, perché solo riducendo laddove possibile le componenti di incertezza si può immaginare un consolidamento della crescita e allontanare lo spettro della recessione che, in una fase delicata come quella attuale, avrebbe conseguenze sociali importanti».

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