Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Monthly archive

Novembre 2016 - page 6

A2A, resoconto al 30 settembre: l’utile vola a 86 milioni (più 36%)

in A2A/Bilanci/Economia/Partecipate e controllate by

***

L’Utile Netto cresce di 86 milioni di euro (+36% a 323 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2015) grazie ad ottimi risultati operativi e ai benefici derivanti dalla scissione Edipower

Utile Netto Ordinario a 281 milioni di euro, in crescita di 44 milioni di euro (+19%)

Margine Operativo Lordo a 872 milioni di euro (+7%): ottime performance industriali in tutte le BU, efficienze sui costi e proventi operativi non ricorrenti hanno più che neutralizzato il forte deterioramento dello scenario energetico

La Posizione Finanziaria Netta, esclusa l’acquisizione di LGH, si riduce ulteriormente di 124 milioni di euro (a 2.773 milioni di euro)
Gli effetti dell’acquisizione del 51% del Capitale Sociale di Linea Group Holding, pari a 469 milioni di euro, portano la PFN complessiva a 3.242 milioni di euro

***

Si è riunito oggi a Milano il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha esaminato e approvato il Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2016.

I primi nove mesi del 2016 sono stati caratterizzati da uno scenario energetico e climatico particolarmente penalizzante con una flessione della domanda di energia elettrica (-3%) ed una considerevole e generalizzata riduzione dei prezzi delle commodities (petrolio -24%; gas -36%; PUN Baseload -27%).

Nonostante tale scenario energetico sfavorevole, che ha impattato negativamente, rispetto al corrispondente periodo del 2015, sui margini di contribuzione del portafoglio degli impianti di generazione per circa 80 milioni di euro, il Gruppo ha realizzato nei primi nove mesi del 2016 un’ottima performance industriale in tutte le BU, che ha consentito, unitamente all’ottenimento del conguaglio relativo al riconoscimento di partite tariffarie pregresse (per gli esercizi 2007-2011) nel

1

ciclo idrico, di neutralizzare completamente gli effetti negativi indotti dal suddetto scenario e realizzare un Margine Operativo Lordo di 872 milioni di euro (ovvero 781 milioni di euro al netto delle poste non ricorrenti). Si segnala che il contributo a livello di Margine Operativo Lordo derivante dal consolidamento di LGH a partire dal 1° agosto 2016 è stato positivo e pari a 7 milioni di euro.

L’Utile Netto “Ordinario”, pari a 281 milioni di euro, risulta in aumento di 44 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (237 milioni di euro al 30 settembre 2015). Tale Utile Netto Ordinario esclude le partite straordinarie (complessivamente pari a 42 milioni di euro) associabili agli effetti prodotti dalla scissione parziale non proporzionale di Edipower a favore di Cellina Energy S.r.l. con efficacia dal 1° gennaio 2016.

L’Utile Netto “reported”, pari a 323 milioni di euro risulta in crescita del 36% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.

Nel corso del periodo la generazione di cassa netta è risultata positiva e pari a 124 milioni di euro, dopo investimenti per 233 milioni di euro e il pagamento di dividendi per 126 milioni di euro. Tale generazione di cassa ha parzialmente compensato l’effetto del primo consolidamento della posizione finanziaria netta di LGH (posizione finanziaria netta negativa per 379 milioni di euro al 31 luglio 2016) e gli esborsi relativi all’operazione di acquisizione (complessivamente pari a 90 milioni di euro), determinando così una Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2016 pari a 3.242 milioni di euro (2.897 milioni di euro al 31 dicembre 2015). Si segnala che, al netto di tali effetti, la Posizione Finanziaria Netta del Gruppo A2A sarebbe stata pari a 2.773 milioni di euro.

Gruppo A2A – Risultati consolidati al 30 settembre 2016

in milioni di euro 9 mesi 2016 9 mesi 2015 ∆

Ricavi 3.482 3.638 -156

Margine Operativo Lordo 872 814 +58

Risultato Operativo Netto 524 454 +70

Risultato Netto “Ordinario” 281 237 +44

Risultato Netto “Reported” 323 237 +86

2

Nei primi nove mesi del 2016, i Ricavi del Gruppo A2A, sono risultati pari a 3.482 milioni di euro, in riduzione di 156 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente (-4,3%). Al netto del contributo di LGH (pari a circa 62 milioni di euro), il decremento dei ricavi è prevalentemente riconducibile alla riduzione dei ricavi di vendita di energia elettrica sui mercati all’ingrosso.

Sulla flessione dei ricavi di Gruppo ha pesato inoltre, nonostante l’incremento dei volumi venduti, il calo dei prezzi di vendita sia gas che elettricità registrato nel mercato retail.

Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 872 milioni di euro, in crescita di 58 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (+7,1%). Si segnala che il consolidamento di LGH per due mesi (agosto e settembre 2016) ha determinato un effetto positivo sulla marginalità del gruppo per circa 7 milioni di euro.

Alla crescita della marginalità hanno contribuito circa 84 milioni di euro di partite non ricorrenti, fra cui:

  • la cessione di alcune parti della centrale termoelettrica di Cassano;
  • alcuni rimborsi assicurativi su danni agli impianti subiti in anni precedenti e un conguagliorelativo al capacity payment per gli anni 2010-2011;
  • alcuni ricavi straordinari relativi alla Business Unit Commerciale;
  • il conguaglio relativo alle partite tariffarie pregresse del ciclo idrico.Al netto di tali poste, hanno migliorato i risultati tutte le Business Unit del Gruppo, ad eccezione della Business Unit Generazione e Trading (-27 milioni di euro, in linea rispetto a quanto rilevato nel primo semestre dell’anno) e della Business Unit Reti e Calore (-12 milioni di euro), che hanno rispettivamente risentito, la prima soprattutto del calo dei prezzi delle commodities e dell’interruzione anticipata del regime di essenzialità dell’impianto di San Filippo del Mela (non più essenziale a partire dal 28 maggio 2016); la seconda dell’aggiornamento a partire dal 2016 del WACC (Weighted Average Cost of Capital) da parte dell’AEEGSI nella distribuzione elettrica e gas e, in particolare nella distribuzione di energia elettrica, del cambio generalizzato del periodo regolatorio.

    Il Risultato Operativo Netto, pari a 524 milioni di euro, in crescita di 70 milioni euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (454 milioni di euro al 30 settembre 2015) beneficia, oltre degli effetti sopra descritti con riferimento al Margine Operativo Lordo, anche degli effetti derivanti da una riduzione degli accantonamenti per rischi potenziali effettuati nel periodo in esame (circa 23 milioni di euro in meno rispetto ai primi nove mesi del 2015).

    Gli ammortamenti e le svalutazioni risultano in lieve incremento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (308 milioni di euro al 30 settembre 2016, contro 297 milioni di euro al 30 settembre 2015) per effetto anche del consolidamento di Linea Group Holding nei mesi di agosto e settembre 2016.

    L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo nei primi nove mesi del 2016 ha raggiunto 323 milioni di euro (237 milioni di euro al 30 settembre 2015).
    Alla crescita dell’utile, pari a +86 milioni di euro (+36%), hanno contribuito:

  • i minori oneri netti della gestione finanziaria (14 milioni di euro in meno rispetto al 30 settembre 2015), riconducibili in prevalenza alla variazione dei realized dei contratti su derivati finanziari (-5 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2015) ed ai minori oneri finanziari netti per 9 milioni di euro derivanti dalla riduzione dell’indebitamento medio e dagli effetti delle azioni di strategia finanziaria implementata dal Gruppo;
  • la contabilizzazione di una plusvalenza non monetaria pari a 52 milioni di euro in relazione 3

alla scissione parziale non proporzionale di Edipower con efficacia dal 1° gennaio 2016 a favore di Cellina Energy, società interamente partecipata da Società Elettrica Altoatesina S.p.A.;

  • il maggior carico fiscale (circa 48 milioni di euro di imposte in più rispetto ai primi 9 mesi del 2015), conseguente al maggiore utile ante imposte registrato nei primi nove mesi del 2016 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente;
  • il maggiore risultato delle minoranze di EPCG (circa 5 milioni di euro in più rispetto ai primi nove mesi del 2015).Il flusso di cassa generato nel periodo è stato positivo e pari a 124 milioni di euro, dopo il pagamento di dividendi per 126 milioni di euro, investimenti del periodo per 233 milioni di euro, nonché il versamento di 38,5 milioni di euro a favore di Cellina Energy S.r.l. (a seguito della scissione parziale non proporzionale di Edipower S.p.A.). Tale generazione di cassa ha compensato parzialmente l’effetto del primo consolidamento di LGH (posizione finanziaria netta negativa per 379 milioni di euro al 31 luglio 2016) e l’esborso relativo all’operazione di acquisizione (complessivamente pari a 90 milioni di euro), determinando così una Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2016 pari a 3.242 milioni di euro (2.897 milioni di euro al 31 dicembre 2015).

    Si segnala che, al netto di tali effetti, la Posizione Finanziaria Netta sarebbe stata pari a 2.773 milioni di euro.

  1. Gruppo A2A – Risultati per Business UnitLa tabella che segue evidenzia la composizione del Margine Operativo Lordo per Business Unit:

Milioni di euro

30.09.2016

30.09.2015

Delta

Delta %

Generazione e Trading

273

291

-18

-6,2%

Commerciale

100

78

22

28,2%

Ambiente

174

161

13

8,1%

Reti e Calore

293

253

40

15,8%

Estero

48

43

5

11,6%

Altri Servizi e Corporate

-16

-12

-4

n.a.

Totale

872

814

58

7,1%

Business Unit Generazione e Trading

Nel corso dei primi nove mesi del 2016, la Business Unit Generazione e Trading ha contribuito alla copertura dei fabbisogni di vendita del Gruppo A2A attraverso una produzione degli impianti di proprietà pari a circa 9,3 TWh (9,7 TWh al 30 settembre 2015).
La produzione termoelettrica si è attestata a 5,8 TWh (6,1 TWh nei primi nove mesi del 2015), mentre la produzione idroelettrica è stata pari a 3,5 TWh (3,6 TWh nei primi nove mesi del 2015). La flessione della produzione termoelettrica è principalmente dovuta alla conclusione del meccanismo di essenzialità dell’impianto di San Filippo del Mela per i gruppi 2, 5 e 6, a partire dal 28 maggio 2016 mentre la lieve flessione della produzione idroelettrica è interamente dovuta alla cessione degli impianti idroelettrici del nucleo di Udine – il cosiddetto “Ramo Cellina” – con efficacia 1° gennaio

4

2016. Al netto di tale cessione la produzione idroelettrica risulta in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+4%).

I ricavi si sono attestati a 1.834 milioni di euro, in diminuzione di 196 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente per la discesa registrata nello scenario energetico che ha determinato una riduzione sia dei prezzi forward che dei prezzi spot.

Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Generazione e Trading è risultato pari a 273 milioni di euro, in riduzione di 18 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.
Nel confronto con lo stesso periodo del 2015, il risultato del 2016 beneficia di maggiori partite non ricorrenti per circa 13 milioni di euro e del contributo derivante dal consolidamento per i mesi di agosto e settembre 2016 della Business Unit Generazione e Trading del Gruppo LGH (circa 1 milione di euro di margine operativo lordo), mentre risente, per circa 5 milioni di euro, dell’effetto negativo della variazione di perimetro riconducibile all’assegnazione degli impianti idroelettrici del nucleo di Udine (ad eccezione di Ampezzo e Somplago) – il cosiddetto “Ramo Cellina” –- a favore di Cellina Energy S.r.l. per effetto della scissione non proporzionale di Edipower S.p.A. con efficacia 1° gennaio 2016.

Al netto di tali effetti non ricorrenti, il Margine Operativo Lordo della Business Unit Generazione e Trading risulta in riduzione di circa 27 milioni di euro (in linea rispetto a quanto rilevato nel primo semestre dell’anno). Il peggioramento dello scenario energetico, con tutti i principali parametri di mercato in contrazione (PUN Baseload -27%; PUN Peak -26%; PSV -36%) ha determinato un effetto “scenario” negativo, rispetto ai primi nove mesi del 2015 di circa 80 milioni di euro sulla gestione degli impianti a cui si sono aggiunte, sempre per effetto scenario, le difficoltà sul segmento gas. Hanno inoltre contribuito negativamente alla performance della Business Unit, l’uscita della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela dal regime di essenzialità a fine maggio 2016 e, infine, il minore margine realizzato sulle attività del portafoglio di Trading, dovuto alla compressione degli spread con l’estero e al venir meno di alcune opportunità sul mercato dei certificati ambientali (quale la conclusione del meccanismo dei Certificati Verdi).

Gli effetti negativi sopra ricordati sono stati quasi completamente riassorbiti grazie a:

  • l’attività di copertura sui mercati a termine effettuata a partire dal 2015 che ha consentito di neutralizzare, almeno parzialmente, prezzi e spread calanti;
  • l’ottima performance sui mercati secondari realizzata sia dagli impianti a ciclo combinato che dai gruppi non più essenziali dell’impianto di San Filippo del Mela;
  • le maggiori produzioni idroelettriche;
  • la buona performance registrata sul mercato dei titoli ambientali.Nel periodo in esame gli Investimenti sono risultati pari a circa 14 milioni di euro (36 milioni di euro nei primi nove mesi del 2015).

    Business Unit Commerciale

    Nel periodo in esame, la Business Unit Commerciale ha registrato 6,1 TWh di vendite di energia elettrica (+8% rispetto ai primi nove mesi del 2015) e 803 milioni di metri cubi di vendite gas (+9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

5

La crescita nel settore elettrico è riconducibile alle maggiori vendite sul mercato libero verso i grandi clienti e verso i clienti diffusi, in parte compensata dal calo delle quantità vendute verso i clienti serviti in regime di tutela.
La crescita nel settore gas è attribuibile prevalentemente ad un maggior numero di punti di riconsegna serviti sul mercato libero e ai maggiori volumi venduti ai grandi clienti.

I ricavi si sono attestati a 970 milioni di euro (974 milioni di euro al 30 settembre 2015). Al netto del contributo del Gruppo LGH pari a 24 milioni di euro, i ricavi risultano in contrazione rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente di 28 milioni di euro, prevalentemente per la riduzione dei prezzi unitari sia nel segmento elettrico che in quello del gas.

Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Commerciale si è attestato a 100 milioni di euro, in crescita di 22 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2015.
Al netto delle partite non ricorrenti che hanno caratterizzato i due periodi di confronto, il Margine Operativo Lordo della Business Unit risulta in crescita di 21 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 prevalentemente a seguito della crescita dei risultati registrata nel comparto della vendita di energia elettrica.

Tale andamento ha interessato sia il mercato libero a seguito dell’incremento dei volumi venduti e del maggior numero di punti serviti, sia il mercato della tutela per effetto dell’aumento della quota tariffaria a copertura dei costi di commercializzazione (nonostante il calo delle quantità vendute verso i clienti serviti in regime di tutela sopra menzionato).

Nel periodo in esame gli Investimenti della Business Unit Commerciale si sono attestati a circa 3 milioni di euro (2 milioni di euro al 30 settembre 2015).

Business Unit Ambiente

Nei primi nove mesi del 2016 le quantità di rifiuti raccolti, pari a 1,1 milioni di tonnellate, risultano in crescita (+13%) rispetto ai primi nove mesi del 2015. Al netto dei rifiuti raccolti relativi al Gruppo LGH (54 migliaia di tonnellate), le quantità sono in aumento del 7% grazie principalmente ai nuovi Comuni gestiti. Anche le quantità di rifiuti smaltiti, pari a 1,9 milioni di tonnellate al 30 settembre 2016, evidenziano un lieve incremento (+5 migliaia di tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2015: le maggiori quantità derivanti dal consolidamento del Gruppo LGH (120 migliaia di tonnellate) sono state quasi interamente compensate dai minori rifiuti speciali smaltiti presso la discarica lotti inertizzati di Corteolona a causa del blocco dei conferimenti, dai minori smaltimenti presso la discarica di Cavaglià e di Montichiari (quest’ultima in esaurimento a dicembre 2015). Tale andamento è stato in parte compensato dalle maggiori quantità smaltite presso la discarica di Giussago (avvio nel mese di gennaio 2016) e presso gli impianti di trattamento delle nuove società del Gruppo Rieco-Resmal acquisite dal Gruppo A2A nel corso del mese di luglio 2016.

Nel corso dei primi nove mesi dell’anno la Business Unit ha registrato ricavi per 611 milioni di euro (604 milioni di euro al 30 settembre 2015). Al netto del contributo del Gruppo LGH, pari a 20 milioni di euro, i ricavi risultano in riduzione di 13 milioni di euro prevalentemente per minori attività su commesse.

Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Ambiente è risultato pari a 174 milioni di euro, in crescita di 13 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

6

Si segnala che il risultato dei primi nove mesi del 2016 include l’apporto positivo pari a circa 5 milioni di euro derivante dal consolidamento del comparto ambiente di LGH a partire dal 1° agosto 2016.
Al netto delle partite non ricorrenti che hanno caratterizzato i due periodi di confronto e del contributo di LGH, il margine operativo industriale della Business Unit cresce di 5 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015.

Alla crescita dei risultati del periodo in esame hanno contribuito:

  • l’incremento dei margini del segmento raccolta a seguito delle maggiori quantità raccolte(nonostante i maggiori servizi offerti nel corso dell’anno precedente per EXPO 2015), del maggior numero di abitanti serviti, dei maggiori proventi derivanti dall’attività di vendita della carta post-trattamento;
  • la buona performance degli impianti di termovalorizzazione del Gruppo, derivante principalmente dalle maggiori vendite di calore (a seguito delle maggiori richieste del comparto teleriscaldamento), dalla riduzione dei costi di smaltimento delle scorie prodotte dai termovalorizzatori, dalla riduzione dei costi di energia elettrica per l’attivazione del Sistema Efficiente d’Utenza (SEU) presso il WTE di Bergamo, nonché dall’aumento dei prezzi di smaltimento dei rifiuti assimilabili agli urbani;
  • l’avvio degli smaltimenti presso la nuova discarica di Giussago a partire dal mese di gennaio 2016.Tale andamento è stato parzialmente compensato da un effetto prezzo negativo (seppur mitigato dalle vendite forward verso la Business Unit Generazione e Trading) riconducibile alla vendita di energia elettrica e calore prodotti dagli impianti waste to energy del Gruppo, nonché dalla riduzione delle quantità smaltite presso la discarica di lotti inertizzati di Corteolona (dal mese di maggio 2015) e le discariche di Montichiari e di Cavaglià (esaurite rispettivamente nel mese di dicembre 2015 e nel mese di giugno 2016).

    Gli Investimenti del periodo si sono attestati a 63 milioni di euro (37 milioni di euro al 30 settembre 2015).

    Business Unit Reti e Calore

    L’energia elettrica distribuita è risultata pari a 8,3 TWh, in lieve riduzione (-2%) rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio 2015 a seguito di una flessione dei consumi imputabile principalmente agli usi in media e alta tensione. Le quantità di gas distribuito si sono attestate nel periodo a 1.210 Mmc (1.198 Mmc al 30 settembre 2015), mentre l’acqua distribuita è risultata pari a 47 Mmc, in crescita di 1 Mmc rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Le vendite di calore della Business Unit si sono attestate a 1,5 TWh, in lieve aumento (+1%) rispetto ai primi nove mesi del 2015 (le minori vendite dovute all’andamento climatico mite sono state più che compensate dalle maggiori quantità di vendita derivanti dallo sviluppo commerciale in essere).

    I ricavi della Business Unit Reti e Calore nei primi nove mesi del 2016 si sono attestati a 673 milioni di euro (666 milioni di euro al 30 settembre 2015). I ricavi del 2016 beneficiano del consolidamento del Gruppo LGH per un importo pari a 11 milioni di euro, nonché dell’iscrizione nei primi nove mesi 2016 di 51,4 milioni di euro di ricavi non ricorrenti per la società A2A Ciclo idrico.

    Infatti, con la Deliberazione n. 16/2016 il Consiglio di Amministrazione dell’Ente di Governo dell’Ambito di Brescia ha approvato il riconoscimento di partite tariffarie pregresse (per gli esercizi

7

2007-2011) ad A2A Ciclo Idrico S.p.A. ai sensi della Deliberazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico n. 643/2013/R/idr.
Tale andamento è stato tuttavia quasi interamente riassorbito dai minori ricavi registrati nei comparti della distribuzione elettrica e gas (a seguito prevalentemente della revisione del WACC -Weighted Average Cost of Capital- a partire dal 2016, nonché del nuovo assetto regolatorio della distribuzione elettrica), nella vendita di titoli ambientali, nonché dalla forte contrazione dei prezzi medi di vendita del calore e dell’energia elettrica nel comparto teleriscaldamento e gestione calore.

Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Reti e Calore è risultato pari a 293 milioni di euro, in crescita di 40 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015.
Al netto delle partite non ricorrenti positive registrate nei due periodi di confronto (rispettivamente circa 52 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016 e circa 2 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente) e del contributo di LGH (2 milioni di euro), il margine operativo della Business Unit risulta in flessione di 12 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

Tale andamento è sostanzialmente riconducibile a:

  • maggiori ricavi di competenza dell’esercizio 2016 relativi al servizio acquedotto, depurazionee fognatura per circa 3 milioni di euro a seguito degli incrementi tariffari riconosciuti

    dall’AEEGSI e di maggiori quantità distribuite nel periodo in esame;

  • minori ricavi ammessi attesi per le attività di distribuzione di energia elettrica e gascomplessivamente per circa 17 milioni di euro riconducili prevalentemente, nella distribuzione gas, all’aggiornamento a partire dal 2016 del WACC (Weighted Average Cost of Capital) da parte dell’AEEGSI e, nella distribuzione di energia elettrica, al cambio in generale del periodo regolatorio, oltre che all’aggiornamento del WACC sopracitato. Si sono registrati inoltre nei due comparti minori ricavi per allacciamenti e prestazioni per circa 5 milioni di euro;
  • minori margini relativi alle attività di teleriscaldamento e gestione calore per circa 6 milioni di euro riconducibili in prevalenza alla riduzione dei prezzi unitari di vendita di calore, correlati al prezzo decrescente del gas, nonché ai minori ricavi registrati nel mercato dei titoli ambientali;
  • minori costi fissi dell’intera Business Unit Reti e Calore per circa 15 milioni di euro, derivanti in parte dal piano di efficienza operativa di Gruppo attualmente in corso ed in parte da maggiori capitalizzazioni;
  • i margini relativi all’attività di illuminazione pubblica risultano invece in riduzione di 1 milione di euro rispetto a quelli dei primi nove mesi dell’anno precedente.Gli Investimenti nel periodo in esame sono risultati pari a 130 milioni di euro (113 milioni di euro al 30 settembre 2015).

    Business Unit Estero (EPCG)

    Le vendite di energia elettrica del gruppo EPCG sul mercato domestico si sono attestate complessivamente a 1,7 TWh, in riduzione del 19% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, sostanzialmente a seguito dell’interruzione a partire dal mese di marzo 2016 della fornitura di energia elettrica ad un grande cliente energivoro (Montenegro Bonus).

    Alla copertura del fabbisogno hanno contribuito gli impianti del gruppo che hanno prodotto complessivamente 2,1 TWh (sostanzialmente in linea con i primi nove mesi del 2015), di cui 0,8 TWh da fonte termoelettrica (-22%) e 1,3 TWh da fonte idroelettrica (+17%): la riduzione delle

8

produzioni termoelettriche dell’impianto di Pljevlja è stata compensata dalla maggiore produzione idroelettrica registrata soprattutto nel corso del secondo trimestre dell’anno.
Nel periodo in esame si è registrato, inoltre, una riduzione dell’import e degli altri acquisti di energia (-0,2 TWh), nonché un lieve incremento delle quantità esportate (+0,2 TWh).

Nel periodo in esame, inoltre, l’energia elettrica distribuita sulla rete di media e bassa tensione montenegrina, è risultata pari a 1,6 TWh (1,6 TWh al 30 settembre 2015).

I ricavi si sono attestati a 167 milioni di euro (181 milioni di euro al 30 settembre 2015). La riduzione dei ricavi nel periodo è prevalentemente riconducibile alle minori vendite di energia elettrica al cliente Montenegro Bonus (interruzione fornitura a partire dal mese di marzo 2016) e agli altri clienti finali (minori ricavi di vendita e distribuzione).

Il Margine Operativo Lordo è risultato pari a 48 milioni di euro, in crescita di 5 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. La minore marginalità derivante dalle minori vendite di energia elettrica al cliente Montenegro Bonus è stata più che compensata da minori costi di produzione termoelettrica, dalle maggiori quantità esportate e da minori costi operativi.

Gli Investimenti sono pari a 16 milioni di euro, in linea con quanto consuntivato nei primi nove mesi del 2015.

***

Evoluzione prevedibile della gestione

Lo scenario energetico continua ad essere caratterizzato da forte volatilità e la ripresa avutasi a partire da Aprile/Maggio ha accelerato ulteriormente nel corso dei mesi di Settembre e Ottobre, quando i prezzi nazionali dell’energia elettrica e quelli realizzati sui mercati dei servizi di dispacciamento hanno registrato valori superiori alla media osservata tra gennaio e agosto. Il Gruppo ha tuttavia coperto, con vendite a termine, la quasi totalità delle proprie produzioni 2016 e può quindi solo marginalmente beneficiare delle favorevoli condizioni di mercato. Le previsioni di andamento economico finanziario sulle BU diverse dalla generazione sono complessivamente positive e generalmente allineate, se non leggermente migliori, di quanto previsto a Piano. Le previsioni per la chiusura dell’esercizio, sono positive: il Gruppo si aspetta una crescita sia dell’Utile Operativo Lordo (Ebitda), atteso fra i 1.140 e i 1.150 milioni di euro (inclusivi degli effetti derivanti dal primo consolidamento di LGH) che dell’Utile Netto, ed una ulteriore riduzione – prima del consolidamento di LGH – della Posizione Finanziaria Netta.

Scarica il comunicato-stampa-trimestrale

Più efficienza nelle cooperative nel rispetto della socialità, venerdì il seminario in Università

in Economia/Eventi/Evidenza/Formazione/Solidarietà by

Venerdì 11 novembre, nella sede del dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia in via S. Faustino, si terrà il nuovo incontro di Spazio Controller, il punto di incontro che riunisce periodicamente imprenditori, professionisti e uomini d’azienda delle PMI, sensibili ai temi manageriali e di controllo della gestione al fine di attivare uno scambio di esperienze sistematico e strutturato. Spazio Controller è un progetto dell’Osservatorio sulla crisi e sui processi di risanamento delle imprese, diretto dal Prof. Claudio Teodori. Un’iniziativa promossa da Sei Consulting e Banca Santa Giulia, l’istituto presieduto da Daniela Grandi.

In questo nuovo appuntamento il tema riguarda la cooperazione sociale, pilastro dell’economia e della società che impiega circa 60.000 addetti nella sola Lombardia, offrendo servizi educativi e sociali a supporto e garantendo l’inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate.

La crisi economica degli ultimi anni ha però accelerato il processo di riflessione anche nel mondo cooperativo sulla capacità di offrire continuità alla propria mission, avvalendosi di strumenti di programmazione e controllo evoluti e individuando spazi di miglioramento nella gestione dei processi che consentono risparmi importanti in termini di efficienza.

L’incontro si aprirà alle 17 con l’introduzione prof. Claudio Teodori, Professore Ordinario Università degli Studi di Brescia e Coordinatore dell’Osservatorio e sarà moderato da Ivan Losio, Amministratore di SEI Consulting Srl. Interverranno il prof. Mario Mazzoleni, Professore Associato Università degli Studi di Brescia, e Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo economico Regione Lombardia. Interverrà inoltre Massimo Cavagnini, Presidente del Consorzio Il Solco Brescia. Sonia Del Furia, Direttore Generale di Andropolis, analizzerà poi il caso della Soc. Coop. Sociale Andropolis Ambiente con l’appoggio di Massimo Trebeschi, Responsabile area lean SEI Consulting Srl che ha supportato Andropolis nel progetto di riorganizzazione dei servizi di recapito postale.

Nuova sfida per la Centrale del latte: arriva la confezione da 33 centilitri

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by

Nuova sfida per la Centrale del latte di Brescia, che ha deciso di entrare sul mercato con un prodotto senza confronti sugli scaffali italiani. Si tratta della nuova bottiglia di latte da 33 centilitri, che da circa un mese è disponibile in supermercati e negozi nelle versioni “Parzialmente scremato” e “Alta digeribilità” (meno dello 0,1 per cento di lattosio).

“Questo formato”, ha spiegato il direttore Andrea Bartolozzi, “è stato pensato per per coloro che apprezzano il latte pur non essendone grandi consumatori: ad esempio per chi lo usa soltanto per macchiare il caffè. Per noi si tratta di una novità importante, frutto di ricerca interna e del superamento di alcune difficoltà tecniche, che ci permetterà di allargare ulteriormente i confini del nostro mercato. Abbiamo un formato diverso dai nostri concorrenti (20 cl)”, ha aggiunto, “ma anche un prezzo inferiore. Inoltre solo noi siamo italiani al 100 per cento”.

A spiegare la complessità tecnica dell’operazione ci ha quindi pensato il responsabile della produzione Paolo Bonometti, che ha sottolineato come il nuovo formato sia stato concepito per non ridurre al minimo l’impatto sulle procedure di produzione e sulla logistica. E ha evidenziato come “il contenitore sia tutto in Pet, con barriera antiluce, doppio sigillo di garanzia che – in assenza del classico foglio di alluminio – permette di richiudere la bottiglia con il semplice avvitamento del tappo ripristinando le condizioni originali di conservazione”.

Infine è intervenuto il presidente Franco Dusina, che ha spiegato come il nuovo prodotto sia la rappresentazione della “quarta colonna” dell’attività della centrale: l’innovazione di prodotto e di processo (le altre sono la qualità, il servizio e la sicurezza). “Il nostro è latte 100 per cento bresciano”, ha quindi aggiunto il presidente della Centrale, “il fatto di essere piccoli, che può essere visto come un limite, è la nostra forza. Siamo bravi e dinamici e la gente ce lo riconosce”. A testimoniarlo sono anche i conti: settembre e ottobre, infatti, sono andati oltre ogni attese, un trend che potrebbe portare a un aumento dell’utile (la Centrale è in attivo da anni) nel caso le dinamiche legate al prezzo del latte non influiscano troppo sulla remuneratività. Un quadro che porta Dusina a dire che “la legge va nella direzione di imporre ai Comuni di cedere ai privati le società ritenute non strategiche, ma non tutte le aziende pubbliche possono essere trattate alla stessa maniera”.

Manifatturiero, Maroni: Lombardia regione più importante d’Europa

in Economia/Evidenza/Manifatturiero by

“La Lombardia e’ l’unica regione europea a contare oltre un milione di addetti, 1.116.400 per la precisione, nel campo della produzione di beni. Il nostro comparto manufatturiero, come mette in evidenza un’elaborazione effettuata da Confartigianato Imprese Lombardia su dati Istat, vale quasi il doppio di quello, per esempio, del Distretto governativo di Stoccarda, seconda area territoriale presente nella classifica europea con 639.900 addetti”. Cosi’, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, commentando lo studio di ‘Lombardia Speciale’ da oggi online sul portale www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it.

Lo studio colloca al terzo posto la Catalogna con 582.100 unita’ e al quarto un’altra regione italiana, il Veneto, con 579.900 addetti.

IN LOMBARDIA CRESCITA OCCUPAZIONE DOPPIA MEDIA ITALIANA – I lavoratori lombardi in questo settore rappresentano una quota pari al 26,2 per cento di tutti gli occupati. E anche la dinamica relativa al tasso di occupazione rispetta la supremazia lombarda in questo campo: l’occupazione nel corso dell’ultimo anno e’ cresciuta dell’1,5 per cento, il doppio della media nazionale, fissata allo 0,7 per cento.

OLTRE IL 90% DELLE IMPRESE IN LOMBARDIA E’ MICRO – “L’importanza del settore manifatturiero in Lombardia emerge ulteriormente, considerando ‘l’anatomia’ del nostro tessuto imprenditoriale – prosegue il presidente -. Il numero di microimprese (quelle con al massimo dieci addetti, ndr) nel 2013 era pari a oltre 758mila unita’. Una percentuale del 94,1 per cento sul totale delle imprese attive sul territorio”.

OGNI GIORNO 66 NUOVE IMPRESE ARTIGIANE IN MEDIA IN LOMBARDIA – Secondo lo studio, ogni giorno, in Lombardia, nascono mediamente 66 nuove imprese artigiane: il numero di quelle registrate nella nostra regione, con dati questa volta riferiti al secondo trimestre 2016, e’ in totale pari a 251.961, il 26,3 per cento di tutte le imprese lombarde.

A2A Ambiente acquista ramo d’azienda della Sanitaria Group Srl

in A2A/Ambiente/Economia/Partecipate e controllate by
A2A prosegue nella strategia di acquisizioni mirate ad ottenere benefici ambientali e migliorare i servizi offerti al territorio: attraverso la controllata A2A Ambiente, il Gruppo ha perfezionato l’acquisizione di un ramo d’azienda della società Sanitaria Group Srl dedicato alla gestione di un impianto di compostaggio. L’impianto, localizzato nel Comune di Bedizzole (Bs), impiega 18 addetti ed ha una capacità di trattamento di circa 80.000 tonnellate/anno di frazione verde proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (RSU), da agricoltura o da aziende operanti nel settore del giardinaggio, floricoltura e simili.

“Questa acquisizione – spiega Valerio Camerano, Amministratore Delegato del Gruppo A2A – ribadisce il ruolo di leader di A2A nel settore dell’economia circolare e permette di perseguire con ulteriore energia, capacità produttiva ed efficienza gli obiettivi legati allo sviluppo della Green Economy, consolidando la crescita del Gruppo nel settore ambientale, in linea con gli obiettivi strategici del Piano Industriale”. Grazie a questa operazione A2A Ambiente disporrà di un impianto proprio cui conferire gli scarti raccolti dal Gruppo internalizzando le marginalità associate. L’EBITDA medio annuo attribuibile al ramo d’azienda di Sanitaria Group è di circa 1,1 milioni di euro.

Il prezzo dell’acquisizione è stato concordato in 7,45 milioni di euro, comprensivo di un’area del valore di circa 1 milione di euro che potrà essere utilizzata da A2A Ambiente per progetti futuri.

Trattativa latte, il mondo agricolo si divide. L’ira dell’assessore Fava

in Agricoltura e allevamento/Economia/Partner by

“Prendo atto della notizia, che spero venga smentita, che un paio di organizzazioni di produttori lombarde hanno deciso unilateralmente di rompere il fronte che faticosamente avevamo costruito col Tavolo Latte di Milano, precipitandosi a firmare un accordo con Lactalis, ancora una volta penalizzante sul fronte dei valori oggi realmente ottenibili sul mercato”. Lo dice, visibilmente contrariato, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, alla luce della firma di un accordo sul prezzo del latte fra due organizzazioni di produttori lombarde e Lactalis a prezzi molto inferiori rispetto alle attuali quotazioni della materia prima spot.

SCARSA RESPONSABILITA’ – “Se questa notizia fosse confermata – prosegue Fava – si tratterebbe di un gesto gravissimo, che dimostra ancora una volta quale sia il livello di responsabilita’ di alcuni soggetti che operano sul mercato e che, ahime’, rischia di mettere seriamente in discussione la funzione e il valore stesse delle op come strumento di garanzia e di tutela del valore delle produzioni lattiere delle nostre regioni”. “A questo punto credo che nessuno abbia piu’ titolo per chiedere alla politica di intervenire – continua l’assessore – quando al contrario e’ lo stesso mondo delle imprese e della propria rappresentanza a dimostrare scarsa solidarieta’ e assenza totale di lungimiranza”. “Io mi chiedo come facciano i soci di quelle op, relativamente alle quali nei prossimi giorni sono proprio curioso di vedere se possono ancora contare sui termini numerici di rappresentanza, a sopportare tutto questo e, contestualmente, capisco per quale motivo l’incontro proposto dal sottoscritto a una di esse per la giornata di ieri sia stato respinto al mittente e rinviato a data da destinarsi. Ora capisco: mentre non avevano tempo per ricevere me, andavano a sottoscrivere gli accordi sul latte”.

COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE – “Per quanto mi riguarda – conclude l’assessore lombardo Fava – con certi soggetti non ci sara’ piu’ alcun incontro. Sono solo dispiaciuto per i poveri produttori di latte, che dovranno fare i conti con le conseguenze che questi comportamenti irresponsabili genereranno nei loro confronti. Mi aspetto che qualcuno di questi soggetti ai prossimi convegni si presenti urlando che e’ colpa della politica e che serve un nuovo Marcora, anche se temo che con costoro non basterebbe nemmeno Gesu’ Cristo”.

Sulla stessa linea – se pure con toni più morbii – si schiera anche Confagricoltura, che ha non ha mancato di mandare una nota sull’argomento

“Dopo l’incontro in Regione promosso dall’assessore Fava, abbiamo provveduto, insieme alle altre Organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo a contattare Assolatte” afferma il presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna “per avviare un dialogo che non si limiti unicamente alla questione del prezzo alla stalla, per quanto fondamentale nell’immediato, ma che possa portare ad affrontare le diverse questioni che interessano il comparto lattiero – caseario in un’ottica interprofessionale”. “Personalmente – prosegue Matteo Lasagna – sono convinto che esistano le condizioni perché questo approccio possa portare a risultati positivi, nell’interesse di tutti gli allevatori”.

“Come evidenziato da tutte le recenti analisi del comparto lattiero – caseario, il mercato sta fornendo, finalmente, dei segnali positivi che necessariamente dovranno portare a un beneficio economico per i produttori, dopo un lungo periodo di sacrifici. Per questo motivo, pur comprendendo la volontà di dare risposte agli allevatori in tempi rapidi , ritengo fondamentale che il fronte agricolo rimanga compatto per potere sostenere con maggiore forza le nostre istanze nell’ambito della trattativa che verrà avviata a breve”. “Riteniamo quindi del tutto inopportune eventuali fughe in avanti da parte di Organizzazioni di prodotto o di altri soggetti che sottoscrivano accordi separati in questa fase, rompendo il fronte comune degli allevatori” conclude il presidente di Confagricoltura Lombardia.

Apindustria Brescia, nasce il Comitato Industria 4.0

in Associazioni di categoria/Economia/Tech by

Aiutare il mondo delle imprese nella grande trasformazione produttiva in atto. È l’obiettivo del «Comitato Industria 4.0» nato in seno ad Apindustria Brescia, che si propone come piattaforma aperta al contributo di imprese, istituzioni, associazioni, università ed altre realtà locali interessate a ragionare, confrontarsi e promuovere iniziative sul tema. Soggetto promotore è Unimatica Confapi Brescia, l’Unione della piccola e media impresa nei settori Informatica, Comunicazione, Telematica e Servizi Innovativi di Apindustria Brescia.

«Si parla continuamente di Industria 4.0 – afferma il presidente di Unimatica Giacomo Verzeletti -, ma avvertiamo anche un grande smarrimento da parte di tanti piccoli e medi imprenditori che non sanno come muoversi in modo adeguato». Di qui la necessità di aumentare gli strumenti di informazione e conoscenza e, da questi, costituire anche strutture di sostegno per analizzare le situazioni aziendali e aiutare le piccole e medie imprese a fare i passi necessari per adeguarsi alla nuova realtà. «In Italia siamo molto indietro – osserva Verzeletti -, le imprese hanno risorse sempre più limitate a disposizione e l’intervento di sostegno di un’associazione come Apindustria va proprio nella direzione di aiutare le imprese in modo concreto a superare gli ostacoli».

L’ambizione del «Comitato Industria 4.0» – oltre che di struttura di supporto di carattere tecnico – è anche quella di avere un ruolo di stimolo sul piano politico. «Aperti a istituzioni e associazioni – sottolinea Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. Ritengo significativo che possano fare parte del Comitato tutte le aziende associate interessate, al di là dello specifico settore di appartenenza e dell’attività alla quale si dedicano. Si tratta infatti di una trasformazione che riguarderà tutti i settori».

Il convegno «Industry 4.0: il futuro è oggi. Prepararsi al cambiamento per mantenere competitività, valorizzare le risorse e aggredire nuovi mercati» in programma mercoledì 16 novembre alle 16.30 nella sede dell’associazione in via Lippi 30 a Brescia, oltre che appuntamento di riflessione rivolto agli imprenditori, sarà la prima occasione di presentazione del Comitato. Al convegno (partecipazione gratuita previa iscrizione entro l’11 novembre, info 030 23076) interverranno Andrea Bacchetti (Università degli Studi di Brescia – Laboratorio RISE), Marino Piotti (Superpartes), Pierluigi Pizzo (Omega Gruppo) ed Emidio Zorzella (Antares Vision).

Convegno Sace, Brescia quarta provincia italiana per valore dell’export

in Economia/Export by

In un mondo che viaggia a ritmi più lenti, in cui i rischi crescono e diventano più diffusi e la competizione globale si fa più agguerrita, quali le prospettive per l’export lombardo e per le imprese di Brescia? Quali i mercati su cui puntare? Quali gli strumenti per affrontarli? È da queste domande che ha preso le mosse ieri a Villa Fenaroli a Rezzato (Brescia), il Convegno “RE-action. Export Calling” organizzato da SACE e SIMEST, le società del Gruppo Cassa depositi e prestiti specializzate nel sostegno all’internazionalizzazione, per presentare alle imprese bresciane i principali risultati dell’ultimo Rapporto sull’export di SACE. Al centro dell’evento, in cui è intervenuto anche Marco Bonometti, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana (AIB), una tavola rotonda con i protagonisti del panorama imprenditoriale locale: Paolo Bertuzzi per Turboden, Antonio Biondo per Beretta, Cristian Locatelli per Marzoli Gruppo Camozzi e Giuseppe Mercurelli per ASO Group.

Quest’anno diverse difficoltà stanno segnando la performance estera di tutto il Paese, con conseguenze che si sono fatte sentire anche in Lombardia e in particolare nel bresciano. Tuttavia, secondo le stime presentate da SACE, l’export italiano ha in sé la capacità di reagire e mettere a segno una crescita del 3,9% nel 2017-2019, a patto di concentrare gli sforzi sulle geografie a maggior potenziale e rafforzare le proprie strategie d’internazionalizzazione.
“Brescia, con 15 miliardi di euro, è la quarta provincia italiana per valore dell’export. Nel 2015, la bilancia commerciale della provincia di Brescia è positiva per 6,6 miliardi; quella manifatturiera per 7,5 – ha dichiarato Marco Bonometti, Presidente di AIB –. Inoltre, tra le principali province esportatrici italiane, Brescia, è quella che dall’introduzione dell’euro ha sperimentato il maggior incremento dell’export, che oggi è oltre due volte superiore rispetto ai valori del 1999. Un risultato che è stato possibile conseguire anche grazie al supporto del comparto assicurativo-finanziario per le aziende che guardano oltre i confini”.
“Crescere attraverso l’internazionalizzazione è oggi una sfida complessa che le imprese bresciane stanno affrontando con successo – ha dichiarato Beniamino Quintieri, Presidente di SACE –. Conosciamo bene le realtà presenti in questo territorio che, grazie alla preziosa collaborazione con AIB, seguiamo attraverso il nostro ufficio di Brescia. E ora siamo pronti, insieme a SIMEST, a rafforzare il nostro supporto assicurativo-finanziario affinché queste imprese possano cogliere il grande potenziale di crescita internazionale che hanno ancora davanti”.
Solo nell’ultimo anno, SACE ha servito circa 6 mila aziende della Lombardia di cui circa un terzo sono bresciane, in prevalenza Pmi, e ha mobilitando oltre 6 miliardi di euro di risorse a sostegno di export e investimenti. Mentre SIMEST ha già investito all’estero con 209 imprese lombarde, 21 delle quali operative nella provincia di Brescia, ed erogato finanziamenti a tasso agevolato per 709,3 milioni di euro, 129,2 dei quali destinati ad imprese della provincia di Brescia.

Dopo il risultato positivo messo a segno nel 2015, con oltre 111 miliardi di euro (il 27% dell’export nazionale), nei primi sei mesi dell’anno l’export lombardo è rimasto sostanzialmente stabile, orientandosi prevalentemente verso i mercati europei. Passando in disamina i settori, la performance delle vendite estere della Lombardia, nonostante i tassi di crescita molto positivi di comparti come la farmaceutica (+7%), gioielli e altra manifattura (+6%), gomma & plastica (+4,5%) e alimentari e bevande (+3,3%), poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave dell’economia regionale che, pur crescendo a ritmi più contenuti, da soli valgono il 66% dell’export: meccanica strumentale (il primo comparto per valori con un peso sul totale del 21%), chimica (11%), mezzi di trasporto (8%), ma anche tessile e abbigliamento (che pesa per l’11% sul totale export e cresce ad un tasso del 4% nei primi 6 mesi del 2016) e prodotti in metallo (settore che risente della congiuntura sfavorevole ma che da solo vale per il 16% dell’export lombardo).
Questi dati si riflettono, in parte, anche sull’andamento dell’export bresciano che nei primi sei mesi del 2016, pur registrando un calo, ha messo a segno dei buoni tassi di crescita in alcuni dei settori core della regione come la chimica (+11%), la gomma e plastica (+10%), il tessile e abbigliamento (+7%) e i mezzi di trasporto (+3%).
Sotto il profilo dei mercati di destinazione, le previsioni di SACE offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati sia emergenti sia avanzati, con profili di rischio diversi e in alcuni casi non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi in Medio Oriente, Cina e India in Asia, Stati Uniti nel continente americano, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria in Europa. Tra le geografie più rischiose per l’export della regione nel 2016, le previsioni segnalano invece Grecia e Russia.

Per valutare rischi e opportunità connessi all’internazionalizzazione, SACE offre alle imprese la Risk&Export Map, un tool integrato per aiutare le imprese italiane a individuare i Paesi a maggior potenziale non solo per l’export ma anche – novità di quest’anno – per gli investimenti, grazie alle rilevazioni di due indici: l’Export Opportunity Index (EOI) e l’Investment Opportunity Index (IOI).

Imprese, Gruppo Padana Emmedue Spa acquisisce 88% di Orio Team Srl

in Economia/Servizi by

Padana Emmedue S.p.a., solido gruppo imprenditoriale bresciano di proprietà della Famiglia Marchetti, con un’esperienza di oltre 50 anni nel settore del lavanolo di articoli tessili per Hotel, centri benessere, ristoranti, residenze assistenziali e di servizi lavanolo, di sterilizzazione biancheria e strumentazione chirurgica rivolti alla sanità, ha siglato un contratto di acquisizione della maggioranza (88%) della Orio Team S.r.l. di Levate (BG) controllata attualmente dalla Tessitura Carlo Lamperti S.p.a. che fa capo al Sig. Heini Galimberti. L’azienda bergamasca, presente sul mercato dal 1963 e specializzata nel noleggio di biancheria per Hotel di alto livello, ha chiuso il 2015 con un fatturato di circa 5,5 mln, conta oltre 50 dipendenti e collaboratori ed oggi è riconosciuta come uno dei player più affidabili e maggiormente qualificati del comparto nell’area milanese e, più in generale, nel nord Italia.

L’obiettivo strategico del Gruppo Padana Emmedue S.p.a., è quello di crescere nel settore del lavanolo per hotellerie e ristorazione espandendo il proprio mercato di riferimento e penetrando maggiormente nell’area di Milano e del nord Italia. A tale scopo è stata identificata Orio Team S.r.l. quale azienda target, realtà operativa ed in costante sviluppo, che verrà affiancata e rafforzata dal Gruppo nel proprio percorso di crescita.

L’obiettivo strategico di Tessitura Carlo Lamperti S.p.a., presente sul mercato dal 1861, è concentrarsi sul core business della produzione di biancheria, per confermare il proprio ruolo di partner delle lavanderie Industriali in un momento di concentrazione del settore in Italia e all’estero.

L’accordo prevede anche l’acquisizione dell’immobile in cui, attualmente, Orio Team S.r.l. svolge la propria attività e dove continuerà ad operare.

Il closing dell’operazione è previsto entro la fine dell’anno 2016 prima del quale, come da prassi, dovranno essere rispettate alcune condizioni sospensive di natura tecnica, superate le quali l’accordo sarà definitivo.

Lombardia, Parolini: 5 milioni di euro per sostenere le imprese

in Economia/Evidenza/Export by

“Con l’approvazione di questa nuova misura, destiniamo 5 milioni di euro per sostenere l’export delle imprese lombarde, favorendo anche il loro accesso ai canali e-commerce come ulteriore opportunità di vendita verso mercati esteri e facilitando la ricerca degli strumenti finanziari e assicurativi più efficaci per sostenere il proprio export”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini commentando l’approvazione odierna, da parte della Giunta, su sua proposta, dei criteri attuativi della misura dedicata al sostegno delle medie, piccole, e micro imprese lombarde per lo sviluppo dell’export denominata ‘Finanza e e-commerce: nuove azioni per sviluppare l’orientamento delle MPMI lombarde verso i mercati esteri’.

EXPORT IMPORTANZA STRATEGICA – “Abbiamo voluto mettere in campo questa iniziativa perché le esportazioni rivestono una importanza strategica per il consolidamento e lo sviluppo dell’economia e del lavoro lombardi. Come emerge anche da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Unioncamere – Ministero del Lavoro relativi al 2015, – ha sottolineato l’assessore- l’export delle imprese in Lombardia ha creato 30 mila nuovi posti di lavoro e, in particolare, le imprese esportatrici assumono il doppio delle non esportatrici (il 26% cerca collaboratori contro il 13,7% delle altre). L’indagine dice anche che la Lombardia pesa per il 27% sull’export italiano (111 miliardi su 414 complessivi) e che quasi il 40% delle imprese esportatrici lombarde esporta oltre il 50% della produzione”.

EXPORT BUSINESS MANAGER – “L’utilizzo dei contributi che deriveranno da questa misura in particolare e da tutte quelle dedicate all’export – ha sottolineato Parolini – è qualificato da una grande novità: l’opportunità di beneficiare dello strumento ‘Export Business Manager’, una rete di servizi offerti da figure con comprovata esperienza professionale, accreditati tramite una specifica selezione tra società, consorzi, studi e professionisti associati e Aziende Speciali delle Camere di Commercio, istituendone un apposito elenco. In questo modo la nostra azione di sostegno sarà ancora più mirata ed efficace”.

OBIETTIVI – La misura prevede il sostegno e l’accompagnamento delle imprese che intendono sviluppare e consolidare la propria posizione sui mercati esteri attraverso la consulenza alla definizione, ed attuazione, di un piano finanziario a sostegno e consolidamento dell’attività di export nonché il supporto nell’individuare ed attuare una strategia di posizionamento sulle piattaforme digitali per lo sviluppo dell’export.

SOGGETTI DESTINATARI – I soggetti destinatari dell’intervento sono MPMI, Consorzi, e aggregazioni di imprese, dei settori manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi alle imprese.

DETERMINAZIONE DEI CONTRIBUTI – L’ammontare dei contributi a fondo perduto concedibili a ciascun soggetto beneficiario è pari all’importo massimo di 6.000 euro ed è determinato nella misura massima del 50% delle spese effettivamente sostenute.

TEMPI – Il periodo di realizzazione per la realizzazione dei progetti ammessi al contributo non potrà superare i 12 mesi dalla data di presentazione della domanda.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti