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Azienda sicura day, 200 i partecipanti all’iniziativa di Desenzano

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Oltre duecento partecipanti sono convenuti oggi nel Centro Congressi dell’hotel Acquaviva di Desenzano per la sesta edizione del convegno Azienda Sicura Day, appuntamento annuale che Farco Group organizza sui temi della sicurezza sul lavoro al fine di approfondire temi di attualità per le imprese.

Quest’anno la partnership con SQS (ente di certificazione svizzero), Project Group e Università Cattolica del Sacro Cuore ha consentito la riflessione sul concetto di sostenibilità come strategia aziendale, intesa quindi nel senso più ampio e “alto”: sostenibilità a 360 gradi, quale scelta strategica per le aziende che vogliono definire e mantenere la propria posizione di mercato nel tempo.

Come ha sottolineato il Presidente di Farco Group Roberto Zini aprendo e conducendo i lavori, fare impresa in modo sostenibile non significa (più) meramente prestare attenzione ad impatti e aspetti ambientali, ma preoccuparsi anche di una “continuità” nel tempo dell’impresa dal punto di vista economico e sociale.

I relatori che si sono susseguiti hanno approfondito diversi aspetti connessi all’organizzazione aziendale e al tema della sostenibilità, con l’obiettivo di rendere comprensibile come poterla strutturare e concretizzare nella realtà aziendale.

Antonio Lucchini, amministratore delegato di SQS Italia, ha posto, nel suo intervento, particolare attenzione al fatto che la scelta di impostare l’azienda in ottica di sostenibilità costituisca una vera strategia di prevenzione della discontinuità: il successo aziendale nel tempo dipende direttamente da come l’azienda è presente sul mercato in termini di affidabilità e quindi dalla fiducia che i clienti attribuiscono di conseguenza all’azienda stessa. Agire a livello imprenditoriale in modo sostenibile, ponendosi questo obiettivo, significa saper esercitare un controllo sistemico sulle risorse interne aziendali (necessariamente limitate), al fine di impostare una gerarchia di processi funzionale all’adozione di una più generale politica e mission aziendale lungimirante. Certamente organizzare la leadership e il contesto aziendali (ormai imprescindibilmente connessi e influenzati da fattori esterni) significa essere pronti a investire per innovare, quindi avere il coraggio di cambiare. E senza un’accurata analisi di contesto e una pianificazione che vada oltre il breve periodo (si pensi ai passaggi generazionali che così frequentemente in Italia possono costituire concausa di momenti di difficoltà aziendale) è difficile procedere allo sviluppo di un sistema gestionale efficace.

Gli interventi di Giovanni Renzi Brivio presidente di Project Group e di Piegiuseppe Alessi di Sintex Srl, sono stati volti a concretizzare la riflessione sviluppata sia analizzando l’evoluzione delle norme sui sistemi di gestione ed il relativo impatto sulle prestazioni dell’impresa sia analizzando gli effetti dell’applicazione di due strumenti: lo standard BS OHSAS 18001 e la futura norma UNI 45001, strumento di riferimento, quest’ultimo, per un approccio sistemico alla gestione della salute e della sicurezza sul lavoro.

La scelta di implementare un Sistema di Gestione per la Sicurezza e/o di adeguarlo alla nuova norma costituisce certamente un investimento e contestualmente anche un’opportunità per le aziende che intendono effettuare un salto qualitativo della stabilità aziendale, gestendo uno degli aspetti che è necessario governare al meglio e con ponderata strategia per ottenere risparmi in termini economici ma ancor prima umani e di gestione (riduzione degli infortuni, quindi dei costi di gestione degli stessi anche in termini di risorse umane).

Ampio spazio è stato dedicato alla riflessione conclusiva, condotta dai professori Pierluigi Malavasi e Alessandra Vischi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha consentito di confrontarsi circa la possibilità, l’opportunità e la necessità di comunicare in modo adeguato la scelta di sostenibilità aziendale. La sostenibilità è infatti alleata della competitività: il ritorno che l’azienda può ottenere optando per uno stile imprenditoriale e sostenibile è senza dubbio reputazionale, di clima interno (motivazione del personale), di natura economica (nuovi target di clienti sempre più esigenti), di autorealizzazione.

Un modello economico “circolare”, che comporta un uso minore di risorse non rinnovabili e minori consumi, maggiore efficienza e incremento di riuso e riciclo, necessita a monte di una progettualità di ogni realtà economica (quindi anche di quella aziendale) innovativa di sistema, non meramente tecnologica.

Ciò che è emerso chiaramente durante il consueto appuntamento che l’Azienda Sicura Day, è che ogni impresa non è più considerabile come microcosmo isolato che si autodetermina, bensì è un’entità posta in un contesto di rete, che impone uno stile imprenditoriale necessariamente inclusivo, in un cerchio di fattori che si influenzano reciprocamente, nell’ottica dell’obiettivo comune del miglioramento continuo.

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