Redditi, il 64% dei bresciani è sotto quota 30mila euro all’anno
Sono 867.205 i contribuenti con residenza fiscale in uno dei 206 comuni della nostra provincia che hanno presentato la dichiarazione dei redditi Irpef. In 350 mila hanno dichiarato redditi inferiori ai 15.000 euro (40%), poco più di 300mila tra i 15.000 e i 26.000 euro (34%), oltre 172 mila tra i 26.000 e i 55.000 (20%); sopra questo importo si trovano solo 35 mila persone fisiche (4%), di cui 6 mila dichiarano più di 120.000 euro.
E’ questa la cornice numerica di fondo sulla quale si sviluppa un’approfondita analisi dei redditi dei bresciani nel 2015 promossa da Cgil Cisl Uil Brescia al centro di un convegno intitolato: “Disuguaglianza, evasione. La questione fiscale a Brescia”, che verrà presentato lunedì alla stampa – nella sede Cisl – alla presenza di Damiano Galletti (segretario generale Cgil Brescia), Francesco Diomaiuta (segretario generale Cisl Brescia) e Mario Bailo (segretario generale Uil Brescia).
Cdo in assemblea. Gli associati tornano a crescere: più 10 per cento
“Cambiare, ma insieme, perché il cambiamento, se condiviso, diventa concreto ed efficace, può sostenere e incoraggiare mettendo a disposizione esperienza e amicizia per affrontarlo senza indugi. Non a caso il tema dell’Assemblea di quest’anno, nonché il tema Associativo 2017 è: ‘In compagnia si cambia. Davvero’, una filosofia che CdO ha sempre perseguito e con la quale stiamo consolidando il nostro percorso, che in questi anni ha dato i suoi frutti. E’ la strada corretta che vogliamo continuare a percorrere, cercando una collaborazione fattiva e trasversale con le Istituzioni, le Associazioni e naturalmente con tutte quelle imprese che hanno voglia di accompagnarci.
Con queste parole *Paolo Paoletti, Presidente di Compagnia delle Opere Lombardia Sud Est* (che comprende i territori di Brescia, Mantova, Cremona e Lodi), ha aperto oggi a Villa Fenaroli (Rezzato, BS) l’Assemblea annuale dell’Associazione, che ha registrato, come lo scorso anno, il tutto esaurito con oltre 500 partecipazioni all’Assemblea e oltre 350 presenze alla cena che è seguita.
*”In un momento nel quale il modello generale dell’economia è cambiato, perché si va sempre più verso la sharing economy, CdO è luogo ideale per fare impresa, perché mette al centro le esigenze dell’imprenditore in primis, e poi quelle dell’impresa, valorizzando il confronto come strumento di formazione verso la consapevolezza e, quindi, verso una nuova competitività basata sullo scambio, non più sull’individualismo spinto” *ha aggiunto *Chiara Brunori, Direttore CdO Lombardia Sud Est. **”A parlare sono anche i numeri** – ha continuato Brunori – **l’Associazione ha registrato nel 2016 un incremento del 10% di nuovi associati, che hanno superato quota 500, dei quali il 45% appartiene al settore produttivo, il 32% a quello dei servizi e il 23% alla sfera dei professionisti. Anche il mondo giovanile si è fatto protagonista nella nostra realtà. Molti nuovi associati con un’età media di 35 anni, che hanno dimostrato interesse sempre più elevato verso gli eventi e i momenti formativi o di confronto con imprenditori eccellenti del territorio e di livello nazionale. Dopo la nascita di CDO Lombardia Sud Est, inoltre, c’è ancora più condivisione di intenti e progetti sia con le altre sedi sul territorio nazionale che con le 17 nel mondo – **ha concluso Brunori.** Una collaborazione che si sta già concretizzando per il grande evento che CdO organizza annualmente,
Sharing 2017, che si terrà al Mico di Milano il 9 e 10 marzo e che sarà un importantissimo hub di condivisione di linee di sviluppo e di conoscenze tra aziende”.*
Relatore d’eccezione è stato *Giammarco Piacenti, Ceo della Piacenti spa Cultural Heritage Conservation*, la cui impresa ha vinto l’appalto mondiale per il restauro della Basilica di Sant’Elena a Betlemme, patrimonio Unesco. Piacenti ha raccontato proprio di questo grandioso progetto sulla Chiesa della Natività, al quale è dedicata anche la Mostra “Restaurare il Cielo” che inaugurerà domani, 11 Novembre alle 10, al Centro Paolo Vi di Brescia. “*Un sogno* – *l’ha definito Piacenti-* *dove scienza e bottega lavorano come in un’Opera del Duomo attraverso 170 uomini e più di 60 aziende, con l’Autorità Nazionale Palestinese che gestisce il lavoro per le tre Chiese. Un sogno dal quale non vogliamo svegliarci”. *
Sul palco dell’Assemblea anche *Francesco Meneghetti, Founder & Ceo presso Fabbricadigitale *che ha spiegato il progetto Open Innovation, un modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non possono basarsi soltanto su idee e risorse interne ma hanno il dovere di ricorrere anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, Università, Istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.
*Le conclusioni sono state affidate a Bernhard Scholz, presidente Nazionale Compagnia delle Opere,* *che ha sottolineato* come *”per lo sviluppo delle nostre imprese oggi è più che mai decisivo incontrarsi, confrontarsi, imparare gli uni dagli altri. Ci sono, infatti, una ricchezza e un potenziale di crescita che potrebbero essere molto più condivisi, giovando a tutti. Per questo – **ha concluso Scholz -** occorrono luoghi che favoriscano un dialogo aperto e competente e noi, come altre associazioni, vogliamo continuare a crescere su questa strada”.*
Trump, le imprese che lavorano con gli Usa non hanno paura
Trump presidente, per le imprese milanesi e lombarde non ci saranno conseguenze per il business. C’è ottimismo, per il 21% delle imprese gli affari miglioreranno, contro il 13% che si aspetta conseguenze negative e il 27% stabilità rispetto ad ora. La crescita, per uno su cinque che mostra ottimismo, sarà del 5-10%. Avrebbero preferito una vittoria della Clinton (36%) rispetto a Trump (27%), ma il 25% avrebbe voluto qualcun altro al loro posto. Per la maggior parte la presidenza di Obama non ha aiutato gli scambi con l’Italia come era previsto (per il 28% non ha aiutato, per il 13% meno del previsto, rispetto al 27% per cui è stata una presidenza favorevole). Emerge da un’indagine di Camera di commercio di Milano insieme all’azienda speciale Promos su circa 200 imprese lombarde attive sui mercati esteri, la maggior parte verso gli USA, al 9 e 10 novembre 2016.
Un mercato in crescita quello degli Stati Uniti, per il 33% più attrattivo di otto anni fa contro il 15% che lo ritiene meno attrattivo. Il 65% vorrebbe incrementare i rapporti con gli USA. Per il 75% circa sono un mercato interessante per i loro prodotti.
Sono 1193 le multinazionali americane in Lombardia e danno 135 mila posti di lavoro, con 49 miliardi di fatturato all’anno. Prime Milano (916 con 100 mila addetti e 39 miliardi), Monza (108 con 10 mila addetti e 3,4 miliardi), Brescia (34 con 3 mila addetti e 1 miliardo), Bergamo (27 con 4 mila addetti e 1,4 miliardi). Emerge da una elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Invest in Lombardy.
Gli USA pesano una vendita all’estero su sei per la Lombardia (16,2%). Sono circa 8 mila le imprese lombarde che esportano verso gli USA, di cui 3 mila a Milano, quasi mille a Brescia, Bergamo, Monza e Varese. Quasi 200 mila le operazioni di export realizzate in un anno con gli Stati Uniti, di cui 126 mila a Milano, circa 10 mila a Bergamo, Brescia, Monza, Varese e Como.
Una vendita export verso gli USA ogni quattro imprese lombarde (23%) ogni anno. Da Milano una ogni due imprese. Sono circa 200 mila operazioni effettuate dalle circa 800 mila imprese lombarde. A Milano la quota sale a una impresa su due circa (43%), con 126 mila operazioni su circa 290 mila imprese.
La Lombardia negli scambi con gli Stati Uniti: 5,5 miliardi di euro di import-export nei primi sei mesi del 2016. Con 1,6 miliardi di import e 3,8 miliardi di export la Lombardia pesa il 23% dell’import nazionale verso l’America e il 21,2% dell’export. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati Istat. Milano è prima per interscambio (53,6% dell’import-export regionale nel 2016), seguita da Bergamo (10%), Brescia (9,2%), Monza e Brianza (8,1%) e Varese (6%).
Le iniziative della Camera di commercio di Milano negli Stati Uniti. Dal prossimo mese di febbraio Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionali della Camera di commercio di Milano, propone un progetto negli Stati Uniti dedicato alle aziende del settore moda, nello specifico i segmenti coinvolti sono abbigliamento, accessori e calzature. Dopo un’analisi di mercato del prodotto, Promos si occuperà di favorire la promozione online dei prodotti attraverso campagne social e la pubblicazione di articoli su Fashion Magazine Online, oltre ad organizzare, a New York, incontri b2b con operatori statunitensi selezionati.
Missione negli Stati Uniti dal 25 al 27 giugno 2017. Promos organizza la partecipazione alla manifestazione Summer Fancy Food, fiera di riferimento per l’agroalimentare negli Stati Uniti, che nell’edizione 2016 ha visto la partecipazione di 2670 espositori da oltre 55 paesi di tutto il mondo. L’iniziativa è rivolta alle aziende del settore food: alimenti freschi, secchi, surgelati, caffè, condimenti e baby food.
A2A, delibera quadro per l’emissione di prestiti obbligazionari
Il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A., riunitosi in data odierna sotto la presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha assunto una delibera quadro per l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari non subordinati, non garantiti e non convertibili, da emettersi, a valere sul Programma EMTN, in una o più serie o tranche, in una o più soluzioni, sino a un massimo complessivo di Euro 1 miliardo, entro il 31 dicembre 2019.Ai fini di quanto precede, il Consiglio di Amministrazione ha inoltre conferito mandato al Presidente Giovanni Valotti e all’Amministratore Delegato Luca Valerio Camerano affinché, disgiuntamente tra loro, possano provvedere, tenuto conto delle condizioni di mercato, a dare concreta attuazione alla deliberazione consiliare, entro i limiti della stessa.
I prestiti obbligazionari così emessi o i proventi da essi derivanti potranno, tra l’altro, essere utilizzati ai fini di una o più operazioni di liability management aventi ad oggetto il riacquisto o lo scambio di emissioni obbligazionarie precedentemente effettuate dalla società al fine di allungare la vita media del debito di Gruppo.
La decisione si inquadra nel contesto della strategia finanziaria del Gruppo A2A di medio termine finalizzata anche a garantire una adeguata flessibilità finanziaria volta alla gestione efficiente dei profili di rimborso del Gruppo, a sostenere il rating e a ridurre il costo medio del debito.
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A2A, resoconto al 30 settembre: l’utile vola a 86 milioni (più 36%)
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L’Utile Netto cresce di 86 milioni di euro (+36% a 323 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2015) grazie ad ottimi risultati operativi e ai benefici derivanti dalla scissione Edipower
Utile Netto Ordinario a 281 milioni di euro, in crescita di 44 milioni di euro (+19%)
Margine Operativo Lordo a 872 milioni di euro (+7%): ottime performance industriali in tutte le BU, efficienze sui costi e proventi operativi non ricorrenti hanno più che neutralizzato il forte deterioramento dello scenario energetico
La Posizione Finanziaria Netta, esclusa l’acquisizione di LGH, si riduce ulteriormente di 124 milioni di euro (a 2.773 milioni di euro)
Gli effetti dell’acquisizione del 51% del Capitale Sociale di Linea Group Holding, pari a 469 milioni di euro, portano la PFN complessiva a 3.242 milioni di euro
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Si è riunito oggi a Milano il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha esaminato e approvato il Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2016.
I primi nove mesi del 2016 sono stati caratterizzati da uno scenario energetico e climatico particolarmente penalizzante con una flessione della domanda di energia elettrica (-3%) ed una considerevole e generalizzata riduzione dei prezzi delle commodities (petrolio -24%; gas -36%; PUN Baseload -27%).
Nonostante tale scenario energetico sfavorevole, che ha impattato negativamente, rispetto al corrispondente periodo del 2015, sui margini di contribuzione del portafoglio degli impianti di generazione per circa 80 milioni di euro, il Gruppo ha realizzato nei primi nove mesi del 2016 un’ottima performance industriale in tutte le BU, che ha consentito, unitamente all’ottenimento del conguaglio relativo al riconoscimento di partite tariffarie pregresse (per gli esercizi 2007-2011) nel
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ciclo idrico, di neutralizzare completamente gli effetti negativi indotti dal suddetto scenario e realizzare un Margine Operativo Lordo di 872 milioni di euro (ovvero 781 milioni di euro al netto delle poste non ricorrenti). Si segnala che il contributo a livello di Margine Operativo Lordo derivante dal consolidamento di LGH a partire dal 1° agosto 2016 è stato positivo e pari a 7 milioni di euro.
L’Utile Netto “Ordinario”, pari a 281 milioni di euro, risulta in aumento di 44 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (237 milioni di euro al 30 settembre 2015). Tale Utile Netto Ordinario esclude le partite straordinarie (complessivamente pari a 42 milioni di euro) associabili agli effetti prodotti dalla scissione parziale non proporzionale di Edipower a favore di Cellina Energy S.r.l. con efficacia dal 1° gennaio 2016.
L’Utile Netto “reported”, pari a 323 milioni di euro risulta in crescita del 36% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.
Nel corso del periodo la generazione di cassa netta è risultata positiva e pari a 124 milioni di euro, dopo investimenti per 233 milioni di euro e il pagamento di dividendi per 126 milioni di euro. Tale generazione di cassa ha parzialmente compensato l’effetto del primo consolidamento della posizione finanziaria netta di LGH (posizione finanziaria netta negativa per 379 milioni di euro al 31 luglio 2016) e gli esborsi relativi all’operazione di acquisizione (complessivamente pari a 90 milioni di euro), determinando così una Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2016 pari a 3.242 milioni di euro (2.897 milioni di euro al 31 dicembre 2015). Si segnala che, al netto di tali effetti, la Posizione Finanziaria Netta del Gruppo A2A sarebbe stata pari a 2.773 milioni di euro.
Gruppo A2A – Risultati consolidati al 30 settembre 2016
in milioni di euro 9 mesi 2016 9 mesi 2015 ∆ |
Ricavi 3.482 3.638 -156 |
Margine Operativo Lordo 872 814 +58 |
Risultato Operativo Netto 524 454 +70 |
Risultato Netto “Ordinario” 281 237 +44 |
Risultato Netto “Reported” 323 237 +86 |
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Nei primi nove mesi del 2016, i Ricavi del Gruppo A2A, sono risultati pari a 3.482 milioni di euro, in riduzione di 156 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente (-4,3%). Al netto del contributo di LGH (pari a circa 62 milioni di euro), il decremento dei ricavi è prevalentemente riconducibile alla riduzione dei ricavi di vendita di energia elettrica sui mercati all’ingrosso.
Sulla flessione dei ricavi di Gruppo ha pesato inoltre, nonostante l’incremento dei volumi venduti, il calo dei prezzi di vendita sia gas che elettricità registrato nel mercato retail.
Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 872 milioni di euro, in crescita di 58 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (+7,1%). Si segnala che il consolidamento di LGH per due mesi (agosto e settembre 2016) ha determinato un effetto positivo sulla marginalità del gruppo per circa 7 milioni di euro.
Alla crescita della marginalità hanno contribuito circa 84 milioni di euro di partite non ricorrenti, fra cui:
- la cessione di alcune parti della centrale termoelettrica di Cassano;
- alcuni rimborsi assicurativi su danni agli impianti subiti in anni precedenti e un conguagliorelativo al capacity payment per gli anni 2010-2011;
- alcuni ricavi straordinari relativi alla Business Unit Commerciale;
- il conguaglio relativo alle partite tariffarie pregresse del ciclo idrico.Al netto di tali poste, hanno migliorato i risultati tutte le Business Unit del Gruppo, ad eccezione della Business Unit Generazione e Trading (-27 milioni di euro, in linea rispetto a quanto rilevato nel primo semestre dell’anno) e della Business Unit Reti e Calore (-12 milioni di euro), che hanno rispettivamente risentito, la prima soprattutto del calo dei prezzi delle commodities e dell’interruzione anticipata del regime di essenzialità dell’impianto di San Filippo del Mela (non più essenziale a partire dal 28 maggio 2016); la seconda dell’aggiornamento a partire dal 2016 del WACC (Weighted Average Cost of Capital) da parte dell’AEEGSI nella distribuzione elettrica e gas e, in particolare nella distribuzione di energia elettrica, del cambio generalizzato del periodo regolatorio.
Il Risultato Operativo Netto, pari a 524 milioni di euro, in crescita di 70 milioni euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 (454 milioni di euro al 30 settembre 2015) beneficia, oltre degli effetti sopra descritti con riferimento al Margine Operativo Lordo, anche degli effetti derivanti da una riduzione degli accantonamenti per rischi potenziali effettuati nel periodo in esame (circa 23 milioni di euro in meno rispetto ai primi nove mesi del 2015).
Gli ammortamenti e le svalutazioni risultano in lieve incremento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (308 milioni di euro al 30 settembre 2016, contro 297 milioni di euro al 30 settembre 2015) per effetto anche del consolidamento di Linea Group Holding nei mesi di agosto e settembre 2016.
L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo nei primi nove mesi del 2016 ha raggiunto 323 milioni di euro (237 milioni di euro al 30 settembre 2015).
Alla crescita dell’utile, pari a +86 milioni di euro (+36%), hanno contribuito:
- i minori oneri netti della gestione finanziaria (14 milioni di euro in meno rispetto al 30 settembre 2015), riconducibili in prevalenza alla variazione dei realized dei contratti su derivati finanziari (-5 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2015) ed ai minori oneri finanziari netti per 9 milioni di euro derivanti dalla riduzione dell’indebitamento medio e dagli effetti delle azioni di strategia finanziaria implementata dal Gruppo;
- la contabilizzazione di una plusvalenza non monetaria pari a 52 milioni di euro in relazione 3
alla scissione parziale non proporzionale di Edipower con efficacia dal 1° gennaio 2016 a favore di Cellina Energy, società interamente partecipata da Società Elettrica Altoatesina S.p.A.;
- il maggior carico fiscale (circa 48 milioni di euro di imposte in più rispetto ai primi 9 mesi del 2015), conseguente al maggiore utile ante imposte registrato nei primi nove mesi del 2016 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente;
- il maggiore risultato delle minoranze di EPCG (circa 5 milioni di euro in più rispetto ai primi nove mesi del 2015).Il flusso di cassa generato nel periodo è stato positivo e pari a 124 milioni di euro, dopo il pagamento di dividendi per 126 milioni di euro, investimenti del periodo per 233 milioni di euro, nonché il versamento di 38,5 milioni di euro a favore di Cellina Energy S.r.l. (a seguito della scissione parziale non proporzionale di Edipower S.p.A.). Tale generazione di cassa ha compensato parzialmente l’effetto del primo consolidamento di LGH (posizione finanziaria netta negativa per 379 milioni di euro al 31 luglio 2016) e l’esborso relativo all’operazione di acquisizione (complessivamente pari a 90 milioni di euro), determinando così una Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2016 pari a 3.242 milioni di euro (2.897 milioni di euro al 31 dicembre 2015).
Si segnala che, al netto di tali effetti, la Posizione Finanziaria Netta sarebbe stata pari a 2.773 milioni di euro.
- Gruppo A2A – Risultati per Business UnitLa tabella che segue evidenzia la composizione del Margine Operativo Lordo per Business Unit:
Milioni di euro |
30.09.2016 |
30.09.2015 |
Delta |
Delta % |
Generazione e Trading |
273 |
291 |
-18 |
-6,2% |
Commerciale |
100 |
78 |
22 |
28,2% |
Ambiente |
174 |
161 |
13 |
8,1% |
Reti e Calore |
293 |
253 |
40 |
15,8% |
Estero |
48 |
43 |
5 |
11,6% |
Altri Servizi e Corporate |
-16 |
-12 |
-4 |
n.a. |
Totale |
872 |
814 |
58 |
7,1% |
Business Unit Generazione e Trading
Nel corso dei primi nove mesi del 2016, la Business Unit Generazione e Trading ha contribuito alla copertura dei fabbisogni di vendita del Gruppo A2A attraverso una produzione degli impianti di proprietà pari a circa 9,3 TWh (9,7 TWh al 30 settembre 2015).
La produzione termoelettrica si è attestata a 5,8 TWh (6,1 TWh nei primi nove mesi del 2015), mentre la produzione idroelettrica è stata pari a 3,5 TWh (3,6 TWh nei primi nove mesi del 2015). La flessione della produzione termoelettrica è principalmente dovuta alla conclusione del meccanismo di essenzialità dell’impianto di San Filippo del Mela per i gruppi 2, 5 e 6, a partire dal 28 maggio 2016 mentre la lieve flessione della produzione idroelettrica è interamente dovuta alla cessione degli impianti idroelettrici del nucleo di Udine – il cosiddetto “Ramo Cellina” – con efficacia 1° gennaio
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2016. Al netto di tale cessione la produzione idroelettrica risulta in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+4%).
I ricavi si sono attestati a 1.834 milioni di euro, in diminuzione di 196 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente per la discesa registrata nello scenario energetico che ha determinato una riduzione sia dei prezzi forward che dei prezzi spot.
Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Generazione e Trading è risultato pari a 273 milioni di euro, in riduzione di 18 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.
Nel confronto con lo stesso periodo del 2015, il risultato del 2016 beneficia di maggiori partite non ricorrenti per circa 13 milioni di euro e del contributo derivante dal consolidamento per i mesi di agosto e settembre 2016 della Business Unit Generazione e Trading del Gruppo LGH (circa 1 milione di euro di margine operativo lordo), mentre risente, per circa 5 milioni di euro, dell’effetto negativo della variazione di perimetro riconducibile all’assegnazione degli impianti idroelettrici del nucleo di Udine (ad eccezione di Ampezzo e Somplago) – il cosiddetto “Ramo Cellina” –- a favore di Cellina Energy S.r.l. per effetto della scissione non proporzionale di Edipower S.p.A. con efficacia 1° gennaio 2016.
Al netto di tali effetti non ricorrenti, il Margine Operativo Lordo della Business Unit Generazione e Trading risulta in riduzione di circa 27 milioni di euro (in linea rispetto a quanto rilevato nel primo semestre dell’anno). Il peggioramento dello scenario energetico, con tutti i principali parametri di mercato in contrazione (PUN Baseload -27%; PUN Peak -26%; PSV -36%) ha determinato un effetto “scenario” negativo, rispetto ai primi nove mesi del 2015 di circa 80 milioni di euro sulla gestione degli impianti a cui si sono aggiunte, sempre per effetto scenario, le difficoltà sul segmento gas. Hanno inoltre contribuito negativamente alla performance della Business Unit, l’uscita della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela dal regime di essenzialità a fine maggio 2016 e, infine, il minore margine realizzato sulle attività del portafoglio di Trading, dovuto alla compressione degli spread con l’estero e al venir meno di alcune opportunità sul mercato dei certificati ambientali (quale la conclusione del meccanismo dei Certificati Verdi).
Gli effetti negativi sopra ricordati sono stati quasi completamente riassorbiti grazie a:
- l’attività di copertura sui mercati a termine effettuata a partire dal 2015 che ha consentito di neutralizzare, almeno parzialmente, prezzi e spread calanti;
- l’ottima performance sui mercati secondari realizzata sia dagli impianti a ciclo combinato che dai gruppi non più essenziali dell’impianto di San Filippo del Mela;
- le maggiori produzioni idroelettriche;
- la buona performance registrata sul mercato dei titoli ambientali.Nel periodo in esame gli Investimenti sono risultati pari a circa 14 milioni di euro (36 milioni di euro nei primi nove mesi del 2015).
Business Unit Commerciale
Nel periodo in esame, la Business Unit Commerciale ha registrato 6,1 TWh di vendite di energia elettrica (+8% rispetto ai primi nove mesi del 2015) e 803 milioni di metri cubi di vendite gas (+9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
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La crescita nel settore elettrico è riconducibile alle maggiori vendite sul mercato libero verso i grandi clienti e verso i clienti diffusi, in parte compensata dal calo delle quantità vendute verso i clienti serviti in regime di tutela.
La crescita nel settore gas è attribuibile prevalentemente ad un maggior numero di punti di riconsegna serviti sul mercato libero e ai maggiori volumi venduti ai grandi clienti.
I ricavi si sono attestati a 970 milioni di euro (974 milioni di euro al 30 settembre 2015). Al netto del contributo del Gruppo LGH pari a 24 milioni di euro, i ricavi risultano in contrazione rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente di 28 milioni di euro, prevalentemente per la riduzione dei prezzi unitari sia nel segmento elettrico che in quello del gas.
Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Commerciale si è attestato a 100 milioni di euro, in crescita di 22 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2015.
Al netto delle partite non ricorrenti che hanno caratterizzato i due periodi di confronto, il Margine Operativo Lordo della Business Unit risulta in crescita di 21 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015 prevalentemente a seguito della crescita dei risultati registrata nel comparto della vendita di energia elettrica.
Tale andamento ha interessato sia il mercato libero a seguito dell’incremento dei volumi venduti e del maggior numero di punti serviti, sia il mercato della tutela per effetto dell’aumento della quota tariffaria a copertura dei costi di commercializzazione (nonostante il calo delle quantità vendute verso i clienti serviti in regime di tutela sopra menzionato).
Nel periodo in esame gli Investimenti della Business Unit Commerciale si sono attestati a circa 3 milioni di euro (2 milioni di euro al 30 settembre 2015).
Business Unit Ambiente
Nei primi nove mesi del 2016 le quantità di rifiuti raccolti, pari a 1,1 milioni di tonnellate, risultano in crescita (+13%) rispetto ai primi nove mesi del 2015. Al netto dei rifiuti raccolti relativi al Gruppo LGH (54 migliaia di tonnellate), le quantità sono in aumento del 7% grazie principalmente ai nuovi Comuni gestiti. Anche le quantità di rifiuti smaltiti, pari a 1,9 milioni di tonnellate al 30 settembre 2016, evidenziano un lieve incremento (+5 migliaia di tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2015: le maggiori quantità derivanti dal consolidamento del Gruppo LGH (120 migliaia di tonnellate) sono state quasi interamente compensate dai minori rifiuti speciali smaltiti presso la discarica lotti inertizzati di Corteolona a causa del blocco dei conferimenti, dai minori smaltimenti presso la discarica di Cavaglià e di Montichiari (quest’ultima in esaurimento a dicembre 2015). Tale andamento è stato in parte compensato dalle maggiori quantità smaltite presso la discarica di Giussago (avvio nel mese di gennaio 2016) e presso gli impianti di trattamento delle nuove società del Gruppo Rieco-Resmal acquisite dal Gruppo A2A nel corso del mese di luglio 2016.
Nel corso dei primi nove mesi dell’anno la Business Unit ha registrato ricavi per 611 milioni di euro (604 milioni di euro al 30 settembre 2015). Al netto del contributo del Gruppo LGH, pari a 20 milioni di euro, i ricavi risultano in riduzione di 13 milioni di euro prevalentemente per minori attività su commesse.
Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Ambiente è risultato pari a 174 milioni di euro, in crescita di 13 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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Si segnala che il risultato dei primi nove mesi del 2016 include l’apporto positivo pari a circa 5 milioni di euro derivante dal consolidamento del comparto ambiente di LGH a partire dal 1° agosto 2016.
Al netto delle partite non ricorrenti che hanno caratterizzato i due periodi di confronto e del contributo di LGH, il margine operativo industriale della Business Unit cresce di 5 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015.
Alla crescita dei risultati del periodo in esame hanno contribuito:
- l’incremento dei margini del segmento raccolta a seguito delle maggiori quantità raccolte(nonostante i maggiori servizi offerti nel corso dell’anno precedente per EXPO 2015), del maggior numero di abitanti serviti, dei maggiori proventi derivanti dall’attività di vendita della carta post-trattamento;
- la buona performance degli impianti di termovalorizzazione del Gruppo, derivante principalmente dalle maggiori vendite di calore (a seguito delle maggiori richieste del comparto teleriscaldamento), dalla riduzione dei costi di smaltimento delle scorie prodotte dai termovalorizzatori, dalla riduzione dei costi di energia elettrica per l’attivazione del Sistema Efficiente d’Utenza (SEU) presso il WTE di Bergamo, nonché dall’aumento dei prezzi di smaltimento dei rifiuti assimilabili agli urbani;
- l’avvio degli smaltimenti presso la nuova discarica di Giussago a partire dal mese di gennaio 2016.Tale andamento è stato parzialmente compensato da un effetto prezzo negativo (seppur mitigato dalle vendite forward verso la Business Unit Generazione e Trading) riconducibile alla vendita di energia elettrica e calore prodotti dagli impianti waste to energy del Gruppo, nonché dalla riduzione delle quantità smaltite presso la discarica di lotti inertizzati di Corteolona (dal mese di maggio 2015) e le discariche di Montichiari e di Cavaglià (esaurite rispettivamente nel mese di dicembre 2015 e nel mese di giugno 2016).
Gli Investimenti del periodo si sono attestati a 63 milioni di euro (37 milioni di euro al 30 settembre 2015).
Business Unit Reti e Calore
L’energia elettrica distribuita è risultata pari a 8,3 TWh, in lieve riduzione (-2%) rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio 2015 a seguito di una flessione dei consumi imputabile principalmente agli usi in media e alta tensione. Le quantità di gas distribuito si sono attestate nel periodo a 1.210 Mmc (1.198 Mmc al 30 settembre 2015), mentre l’acqua distribuita è risultata pari a 47 Mmc, in crescita di 1 Mmc rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Le vendite di calore della Business Unit si sono attestate a 1,5 TWh, in lieve aumento (+1%) rispetto ai primi nove mesi del 2015 (le minori vendite dovute all’andamento climatico mite sono state più che compensate dalle maggiori quantità di vendita derivanti dallo sviluppo commerciale in essere).
I ricavi della Business Unit Reti e Calore nei primi nove mesi del 2016 si sono attestati a 673 milioni di euro (666 milioni di euro al 30 settembre 2015). I ricavi del 2016 beneficiano del consolidamento del Gruppo LGH per un importo pari a 11 milioni di euro, nonché dell’iscrizione nei primi nove mesi 2016 di 51,4 milioni di euro di ricavi non ricorrenti per la società A2A Ciclo idrico.
Infatti, con la Deliberazione n. 16/2016 il Consiglio di Amministrazione dell’Ente di Governo dell’Ambito di Brescia ha approvato il riconoscimento di partite tariffarie pregresse (per gli esercizi
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2007-2011) ad A2A Ciclo Idrico S.p.A. ai sensi della Deliberazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico n. 643/2013/R/idr.
Tale andamento è stato tuttavia quasi interamente riassorbito dai minori ricavi registrati nei comparti della distribuzione elettrica e gas (a seguito prevalentemente della revisione del WACC -Weighted Average Cost of Capital- a partire dal 2016, nonché del nuovo assetto regolatorio della distribuzione elettrica), nella vendita di titoli ambientali, nonché dalla forte contrazione dei prezzi medi di vendita del calore e dell’energia elettrica nel comparto teleriscaldamento e gestione calore.
Il Margine Operativo Lordo della Business Unit Reti e Calore è risultato pari a 293 milioni di euro, in crescita di 40 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2015.
Al netto delle partite non ricorrenti positive registrate nei due periodi di confronto (rispettivamente circa 52 milioni di euro nei primi nove mesi del 2016 e circa 2 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente) e del contributo di LGH (2 milioni di euro), il margine operativo della Business Unit risulta in flessione di 12 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Tale andamento è sostanzialmente riconducibile a:
- maggiori ricavi di competenza dell’esercizio 2016 relativi al servizio acquedotto, depurazionee fognatura per circa 3 milioni di euro a seguito degli incrementi tariffari riconosciuti
dall’AEEGSI e di maggiori quantità distribuite nel periodo in esame;
- minori ricavi ammessi attesi per le attività di distribuzione di energia elettrica e gascomplessivamente per circa 17 milioni di euro riconducili prevalentemente, nella distribuzione gas, all’aggiornamento a partire dal 2016 del WACC (Weighted Average Cost of Capital) da parte dell’AEEGSI e, nella distribuzione di energia elettrica, al cambio in generale del periodo regolatorio, oltre che all’aggiornamento del WACC sopracitato. Si sono registrati inoltre nei due comparti minori ricavi per allacciamenti e prestazioni per circa 5 milioni di euro;
- minori margini relativi alle attività di teleriscaldamento e gestione calore per circa 6 milioni di euro riconducibili in prevalenza alla riduzione dei prezzi unitari di vendita di calore, correlati al prezzo decrescente del gas, nonché ai minori ricavi registrati nel mercato dei titoli ambientali;
- minori costi fissi dell’intera Business Unit Reti e Calore per circa 15 milioni di euro, derivanti in parte dal piano di efficienza operativa di Gruppo attualmente in corso ed in parte da maggiori capitalizzazioni;
- i margini relativi all’attività di illuminazione pubblica risultano invece in riduzione di 1 milione di euro rispetto a quelli dei primi nove mesi dell’anno precedente.Gli Investimenti nel periodo in esame sono risultati pari a 130 milioni di euro (113 milioni di euro al 30 settembre 2015).
Business Unit Estero (EPCG)
Le vendite di energia elettrica del gruppo EPCG sul mercato domestico si sono attestate complessivamente a 1,7 TWh, in riduzione del 19% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, sostanzialmente a seguito dell’interruzione a partire dal mese di marzo 2016 della fornitura di energia elettrica ad un grande cliente energivoro (Montenegro Bonus).
Alla copertura del fabbisogno hanno contribuito gli impianti del gruppo che hanno prodotto complessivamente 2,1 TWh (sostanzialmente in linea con i primi nove mesi del 2015), di cui 0,8 TWh da fonte termoelettrica (-22%) e 1,3 TWh da fonte idroelettrica (+17%): la riduzione delle
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produzioni termoelettriche dell’impianto di Pljevlja è stata compensata dalla maggiore produzione idroelettrica registrata soprattutto nel corso del secondo trimestre dell’anno.
Nel periodo in esame si è registrato, inoltre, una riduzione dell’import e degli altri acquisti di energia (-0,2 TWh), nonché un lieve incremento delle quantità esportate (+0,2 TWh).
Nel periodo in esame, inoltre, l’energia elettrica distribuita sulla rete di media e bassa tensione montenegrina, è risultata pari a 1,6 TWh (1,6 TWh al 30 settembre 2015).
I ricavi si sono attestati a 167 milioni di euro (181 milioni di euro al 30 settembre 2015). La riduzione dei ricavi nel periodo è prevalentemente riconducibile alle minori vendite di energia elettrica al cliente Montenegro Bonus (interruzione fornitura a partire dal mese di marzo 2016) e agli altri clienti finali (minori ricavi di vendita e distribuzione).
Il Margine Operativo Lordo è risultato pari a 48 milioni di euro, in crescita di 5 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. La minore marginalità derivante dalle minori vendite di energia elettrica al cliente Montenegro Bonus è stata più che compensata da minori costi di produzione termoelettrica, dalle maggiori quantità esportate e da minori costi operativi.
Gli Investimenti sono pari a 16 milioni di euro, in linea con quanto consuntivato nei primi nove mesi del 2015.
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Evoluzione prevedibile della gestione
Lo scenario energetico continua ad essere caratterizzato da forte volatilità e la ripresa avutasi a partire da Aprile/Maggio ha accelerato ulteriormente nel corso dei mesi di Settembre e Ottobre, quando i prezzi nazionali dell’energia elettrica e quelli realizzati sui mercati dei servizi di dispacciamento hanno registrato valori superiori alla media osservata tra gennaio e agosto. Il Gruppo ha tuttavia coperto, con vendite a termine, la quasi totalità delle proprie produzioni 2016 e può quindi solo marginalmente beneficiare delle favorevoli condizioni di mercato. Le previsioni di andamento economico finanziario sulle BU diverse dalla generazione sono complessivamente positive e generalmente allineate, se non leggermente migliori, di quanto previsto a Piano. Le previsioni per la chiusura dell’esercizio, sono positive: il Gruppo si aspetta una crescita sia dell’Utile Operativo Lordo (Ebitda), atteso fra i 1.140 e i 1.150 milioni di euro (inclusivi degli effetti derivanti dal primo consolidamento di LGH) che dell’Utile Netto, ed una ulteriore riduzione – prima del consolidamento di LGH – della Posizione Finanziaria Netta.
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Venerdì 11 novembre, nella sede del dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia in via S. Faustino, si terrà il nuovo incontro di Spazio Controller, il punto di incontro che riunisce periodicamente imprenditori, professionisti e uomini d’azienda delle PMI, sensibili ai temi manageriali e di controllo della gestione al fine di attivare uno scambio di esperienze sistematico e strutturato. Spazio Controller è un progetto dell’Osservatorio sulla crisi e sui processi di risanamento delle imprese, diretto dal Prof. Claudio Teodori. Un’iniziativa promossa da Sei Consulting e Banca Santa Giulia, l’istituto presieduto da Daniela Grandi.
In questo nuovo appuntamento il tema riguarda la cooperazione sociale, pilastro dell’economia e della società che impiega circa 60.000 addetti nella sola Lombardia, offrendo servizi educativi e sociali a supporto e garantendo l’inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate.
La crisi economica degli ultimi anni ha però accelerato il processo di riflessione anche nel mondo cooperativo sulla capacità di offrire continuità alla propria mission, avvalendosi di strumenti di programmazione e controllo evoluti e individuando spazi di miglioramento nella gestione dei processi che consentono risparmi importanti in termini di efficienza.
L’incontro si aprirà alle 17 con l’introduzione prof. Claudio Teodori, Professore Ordinario Università degli Studi di Brescia e Coordinatore dell’Osservatorio e sarà moderato da Ivan Losio, Amministratore di SEI Consulting Srl. Interverranno il prof. Mario Mazzoleni, Professore Associato Università degli Studi di Brescia, e Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo economico Regione Lombardia. Interverrà inoltre Massimo Cavagnini, Presidente del Consorzio Il Solco Brescia. Sonia Del Furia, Direttore Generale di Andropolis, analizzerà poi il caso della Soc. Coop. Sociale Andropolis Ambiente con l’appoggio di Massimo Trebeschi, Responsabile area lean SEI Consulting Srl che ha supportato Andropolis nel progetto di riorganizzazione dei servizi di recapito postale.
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Nuova sfida per la Centrale del latte: arriva la confezione da 33 centilitri
Nuova sfida per la Centrale del latte di Brescia, che ha deciso di entrare sul mercato con un prodotto senza confronti sugli scaffali italiani. Si tratta della nuova bottiglia di latte da 33 centilitri, che da circa un mese è disponibile in supermercati e negozi nelle versioni “Parzialmente scremato” e “Alta digeribilità” (meno dello 0,1 per cento di lattosio).
“Questo formato”, ha spiegato il direttore Andrea Bartolozzi, “è stato pensato per per coloro che apprezzano il latte pur non essendone grandi consumatori: ad esempio per chi lo usa soltanto per macchiare il caffè. Per noi si tratta di una novità importante, frutto di ricerca interna e del superamento di alcune difficoltà tecniche, che ci permetterà di allargare ulteriormente i confini del nostro mercato. Abbiamo un formato diverso dai nostri concorrenti (20 cl)”, ha aggiunto, “ma anche un prezzo inferiore. Inoltre solo noi siamo italiani al 100 per cento”.
A spiegare la complessità tecnica dell’operazione ci ha quindi pensato il responsabile della produzione Paolo Bonometti, che ha sottolineato come il nuovo formato sia stato concepito per non ridurre al minimo l’impatto sulle procedure di produzione e sulla logistica. E ha evidenziato come “il contenitore sia tutto in Pet, con barriera antiluce, doppio sigillo di garanzia che – in assenza del classico foglio di alluminio – permette di richiudere la bottiglia con il semplice avvitamento del tappo ripristinando le condizioni originali di conservazione”.
Infine è intervenuto il presidente Franco Dusina, che ha spiegato come il nuovo prodotto sia la rappresentazione della “quarta colonna” dell’attività della centrale: l’innovazione di prodotto e di processo (le altre sono la qualità, il servizio e la sicurezza). “Il nostro è latte 100 per cento bresciano”, ha quindi aggiunto il presidente della Centrale, “il fatto di essere piccoli, che può essere visto come un limite, è la nostra forza. Siamo bravi e dinamici e la gente ce lo riconosce”. A testimoniarlo sono anche i conti: settembre e ottobre, infatti, sono andati oltre ogni attese, un trend che potrebbe portare a un aumento dell’utile (la Centrale è in attivo da anni) nel caso le dinamiche legate al prezzo del latte non influiscano troppo sulla remuneratività. Un quadro che porta Dusina a dire che “la legge va nella direzione di imporre ai Comuni di cedere ai privati le società ritenute non strategiche, ma non tutte le aziende pubbliche possono essere trattate alla stessa maniera”.
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“La Lombardia e’ l’unica regione europea a contare oltre un milione di addetti, 1.116.400 per la precisione, nel campo della produzione di beni. Il nostro comparto manufatturiero, come mette in evidenza un’elaborazione effettuata da Confartigianato Imprese Lombardia su dati Istat, vale quasi il doppio di quello, per esempio, del Distretto governativo di Stoccarda, seconda area territoriale presente nella classifica europea con 639.900 addetti”. Cosi’, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, commentando lo studio di ‘Lombardia Speciale’ da oggi online sul portale www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it.
Lo studio colloca al terzo posto la Catalogna con 582.100 unita’ e al quarto un’altra regione italiana, il Veneto, con 579.900 addetti.
IN LOMBARDIA CRESCITA OCCUPAZIONE DOPPIA MEDIA ITALIANA – I lavoratori lombardi in questo settore rappresentano una quota pari al 26,2 per cento di tutti gli occupati. E anche la dinamica relativa al tasso di occupazione rispetta la supremazia lombarda in questo campo: l’occupazione nel corso dell’ultimo anno e’ cresciuta dell’1,5 per cento, il doppio della media nazionale, fissata allo 0,7 per cento.
OLTRE IL 90% DELLE IMPRESE IN LOMBARDIA E’ MICRO – “L’importanza del settore manifatturiero in Lombardia emerge ulteriormente, considerando ‘l’anatomia’ del nostro tessuto imprenditoriale – prosegue il presidente -. Il numero di microimprese (quelle con al massimo dieci addetti, ndr) nel 2013 era pari a oltre 758mila unita’. Una percentuale del 94,1 per cento sul totale delle imprese attive sul territorio”.
OGNI GIORNO 66 NUOVE IMPRESE ARTIGIANE IN MEDIA IN LOMBARDIA – Secondo lo studio, ogni giorno, in Lombardia, nascono mediamente 66 nuove imprese artigiane: il numero di quelle registrate nella nostra regione, con dati questa volta riferiti al secondo trimestre 2016, e’ in totale pari a 251.961, il 26,3 per cento di tutte le imprese lombarde.
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A2A Ambiente acquista ramo d’azienda della Sanitaria Group Srl
“Questa acquisizione – spiega Valerio Camerano, Amministratore Delegato del Gruppo A2A – ribadisce il ruolo di leader di A2A nel settore dell’economia circolare e permette di perseguire con ulteriore energia, capacità produttiva ed efficienza gli obiettivi legati allo sviluppo della Green Economy, consolidando la crescita del Gruppo nel settore ambientale, in linea con gli obiettivi strategici del Piano Industriale”. Grazie a questa operazione A2A Ambiente disporrà di un impianto proprio cui conferire gli scarti raccolti dal Gruppo internalizzando le marginalità associate. L’EBITDA medio annuo attribuibile al ramo d’azienda di Sanitaria Group è di circa 1,1 milioni di euro.
Il prezzo dell’acquisizione è stato concordato in 7,45 milioni di euro, comprensivo di un’area del valore di circa 1 milione di euro che potrà essere utilizzata da A2A Ambiente per progetti futuri.
Trattativa latte, il mondo agricolo si divide. L’ira dell’assessore Fava
“Prendo atto della notizia, che spero venga smentita, che un paio di organizzazioni di produttori lombarde hanno deciso unilateralmente di rompere il fronte che faticosamente avevamo costruito col Tavolo Latte di Milano, precipitandosi a firmare un accordo con Lactalis, ancora una volta penalizzante sul fronte dei valori oggi realmente ottenibili sul mercato”. Lo dice, visibilmente contrariato, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, alla luce della firma di un accordo sul prezzo del latte fra due organizzazioni di produttori lombarde e Lactalis a prezzi molto inferiori rispetto alle attuali quotazioni della materia prima spot.
SCARSA RESPONSABILITA’ – “Se questa notizia fosse confermata – prosegue Fava – si tratterebbe di un gesto gravissimo, che dimostra ancora una volta quale sia il livello di responsabilita’ di alcuni soggetti che operano sul mercato e che, ahime’, rischia di mettere seriamente in discussione la funzione e il valore stesse delle op come strumento di garanzia e di tutela del valore delle produzioni lattiere delle nostre regioni”. “A questo punto credo che nessuno abbia piu’ titolo per chiedere alla politica di intervenire – continua l’assessore – quando al contrario e’ lo stesso mondo delle imprese e della propria rappresentanza a dimostrare scarsa solidarieta’ e assenza totale di lungimiranza”. “Io mi chiedo come facciano i soci di quelle op, relativamente alle quali nei prossimi giorni sono proprio curioso di vedere se possono ancora contare sui termini numerici di rappresentanza, a sopportare tutto questo e, contestualmente, capisco per quale motivo l’incontro proposto dal sottoscritto a una di esse per la giornata di ieri sia stato respinto al mittente e rinviato a data da destinarsi. Ora capisco: mentre non avevano tempo per ricevere me, andavano a sottoscrivere gli accordi sul latte”.
COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE – “Per quanto mi riguarda – conclude l’assessore lombardo Fava – con certi soggetti non ci sara’ piu’ alcun incontro. Sono solo dispiaciuto per i poveri produttori di latte, che dovranno fare i conti con le conseguenze che questi comportamenti irresponsabili genereranno nei loro confronti. Mi aspetto che qualcuno di questi soggetti ai prossimi convegni si presenti urlando che e’ colpa della politica e che serve un nuovo Marcora, anche se temo che con costoro non basterebbe nemmeno Gesu’ Cristo”.
Sulla stessa linea – se pure con toni più morbii – si schiera anche Confagricoltura, che ha non ha mancato di mandare una nota sull’argomento
“Dopo l’incontro in Regione promosso dall’assessore Fava, abbiamo provveduto, insieme alle altre Organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo a contattare Assolatte” afferma il presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna “per avviare un dialogo che non si limiti unicamente alla questione del prezzo alla stalla, per quanto fondamentale nell’immediato, ma che possa portare ad affrontare le diverse questioni che interessano il comparto lattiero – caseario in un’ottica interprofessionale”. “Personalmente – prosegue Matteo Lasagna – sono convinto che esistano le condizioni perché questo approccio possa portare a risultati positivi, nell’interesse di tutti gli allevatori”.
“Come evidenziato da tutte le recenti analisi del comparto lattiero – caseario, il mercato sta fornendo, finalmente, dei segnali positivi che necessariamente dovranno portare a un beneficio economico per i produttori, dopo un lungo periodo di sacrifici. Per questo motivo, pur comprendendo la volontà di dare risposte agli allevatori in tempi rapidi , ritengo fondamentale che il fronte agricolo rimanga compatto per potere sostenere con maggiore forza le nostre istanze nell’ambito della trattativa che verrà avviata a breve”. “Riteniamo quindi del tutto inopportune eventuali fughe in avanti da parte di Organizzazioni di prodotto o di altri soggetti che sottoscrivano accordi separati in questa fase, rompendo il fronte comune degli allevatori” conclude il presidente di Confagricoltura Lombardia.
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