Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Esportazioni bresciane in leggero calo nel quarto trimestre 2016

in Economia/Export/Tendenze by

Nel quarto trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento del 5,0%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 12,4%. Nel complesso del 2016 le esportazioni in valore diminuiscono dell’1,2% e le importazioni dell’1,6%. In termini assoluti, ammontano, rispettivamente, a 14.498 e a 7.976 milioni di euro.

“A fronte di un incremento significativo della produzione industriale nel 2016 (+3,2% sul 2015), il leggero calo delle esportazioni, dovuto alle dinamiche valutarie, è compensato largamente dalle esportazioni indirette. Il 2016 è stato infatti un anno record, sia in termini di produzione, sia per quanto riguarda le vendite all’estero”, osserva il presidente di AIB, Marco Bonometti, che aggiunge: “L’euro infatti ha registrato un rafforzamento nei confronti di valute come il real brasiliano (+4,6%), lo yuan cinese (+5,4%), la rupia indiana (+4,5%), il rublo russo (+9,1%). Per la prima volta, poi, dal giugno scorso quando il Regno Unito ha votato a favore della Brexit, si misurano gli effetti del rafforzamento della nostra moneta nei confronti della sterlina inglese (+12,8%) con un calo delle esportazioni sul mercato britannico (-10,3%). Allo stesso tempo, la contrazione delle vendite verso la Turchia (-14,9%) sembrerebbe riconducibile a fattori di incertezza legati all’instabilità politica di quel Paese. Nonostante questo, per ciò che riguarda le esportazioni di prodotti manifatturieri, Brescia si colloca ancora ai vertici nella classifica delle province italiane, al quarto posto, dopo Milano, Torino e Vicenza”.

▪   Rispetto al 2015, l’evoluzione delle esportazioni bresciane (-1,2% in valore) è in contro tendenza con quanto rilevato in Lombardia (+0,8%) e in Italia (+1,2%); la dinamica negativa delle importazioni (-1,6%) è più accentuata rispetto sia al dato regionale (-1,3%) che a quello nazionale (-1,3%).

  • Tra i settori, su base tendenziale, le migliori performance esportative riguardano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+18,7%), sostanze e prodotti chimici (+12,6%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+6,1%), articoli in gomma e materie plastiche (+5,4%), computer, apparecchi elettronici ed ottici (+4,5%).
  • La contrazione delle vendite all’estero di metalli di base e prodotti in metallo (-3,6%), macchinari ed apparecchi (-3,3%), mezzi di trasporto (-2,8%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (-2,8%) contribuisce a frenare la crescita dell’export bresciano.
  • Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: Paesi Bassi (+9,8%), Cina (+3,3%), Spagna (+2,5%), Belgio (+1,6%) e Germania (+1,5%). Calano sensibilmente le esportazioni verso Brasile (-45,6%) e Algeria (-22,5%) e in maniera più contenuta verso Turchia (-14,9%), India (-14,0%) e Regno Unito (-10,3%). A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: Unione europea a 28 (64,8%) e Asia (11,3%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Africa (5,3%) e America centro-meridionale (2,5%).
  • Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: mezzi di trasporto (+18,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+8,7%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,0%), sostanze e prodotti chimici (+6,6%), prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+4,7%).
  • Le importazioni di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-12,4%), metalli di base e prodotti in metallo (-9,6%), articoli farmaceutici, chimico medicali e botanici (-4,8%) sono in diminuzione.
  • Gli acquisti di prodotti hanno principalmente coinvolto i mercati di: Spagna (+2,0%) e Paesi Bassi (+1,1%). Sono invece diminuite le importazioni da: Russia (-26,0%), India (-17,4%), Stati Uniti (-12,5%), Francia (-8,6%) e Cina (-7,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree: Asia (14,1%) e America settentrionale (1,3%) a favore di Africa (4,1%) e Oceania (0,1%).
  • Il saldo commerciale è positivo (+6.522 milioni di euro), in diminuzione dello 0,7% rispetto a quello del 2015 (+6.570 milioni di euro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commercio, dalla Regione 7,5 milioni per sostenere 19 progetti

in Bandi/Commercio/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione by

“Una risposta coraggiosa, corale e senza precedenti da parte di 19 Comuni lombardi, che insieme alle associazioni delle imprese, alle Camere di Commercio e agli altri partner locali hanno colto nel nostro bando un’opportunità per rilanciare i propri centri urbani e combattere la desertificazione commerciale”. Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, presentando oggi insieme ai Comuni lombardi (Bergamo, Romano di Lombardia, Treviglio, Seriate, Brescia, Chiari, Crema, Cremona, Lecco, Lissone, Monza, Cinisello Balsamo, Pioltello, Mantova, Vigevano, Busto Arsizio, Saronno, Tradate, Varese) beneficiari del bando STO@ 2020 – “Successful Shops in Towncenters Through Traders, Owners & Arts Alliance, iniziative di innovazione a sostegno e rilancio delle attività del commercio e dell’artigianato di servizi in aree urbane attraverso il recupero di spazi sfitti”.

INVESTIMENTI PER 7,5 MILIONI – “Attraverso questa iniziativa – ha spiegato Parolini – sono nati 19 progetti di rilancio innovativi e molto strutturati, per un investimento complessivo di 7,5 milioni di euro. Tutti puntano sull’aggregazione e la corresponsabilità e hanno l’obiettivo ben chiaro di rendere più vive le vie commerciali di queste città con eventi ed iniziative speciali, più belle e attrattive per gli interventi sull’arredo urbano e, soprattutto, più interessanti dal punto di vista imprenditoriale grazie alle attività sui negozi sfitti, gli incentivi per riaprire le saracinesche chiuse e i servizi vantaggiosi che i Comuni mettono a disposizione”.

CENTRI COMMERCIALI NATURALI – “Abbiamo voluto chiamare questa misura ‘Stoà’ – ha spiegato Parolini – proprio per evocare quello che nel mondo greco e romano era il portico colonnato che contornava la piazza, l’Agorà dove si concentravano tutte le attività sociali ed economiche. Quei portici rappresentano ancora oggi, nei centri delle nostre paesi e nelle città, un centro commerciale naturale all’aria aperta, una unicità tradizionale che merita di essere ripensata, rilanciata e valorizzata attraverso azioni moderne ed innovative, che tengano conto dei profondi cambiamenti economici che negli ultimi anni hanno portato alla chiusura di molti negozi”.

IMPEGNO REGIONE PER COMMERCIO – “Quella presentata stamane – ha concluso Parolini – è solo l’ultima misura inserita in un ampio contesto di iniziative e di incentivi economici che l’assessorato allo Sviluppo economico ha messo in campo per il settore del commercio sul fronte della lotta alla contraffazione, all’abusivismo e alla desertificazione commerciale, per il sostegno di interventi specifici di riqualificazione degli esercizi commerciali e per la sicurezza dei negozi, oltre che per la valorizzazione delle attività storiche e di quei negozi e reti di attività commerciali che si sono distinti per la capacità di generare attrattività con iniziative di marketing e strategie di vendita innovative”.

I PROGETTI DI BRESCIA E CHIARI

SCHEDA BANDO

OBIETTIVI – Contrasto indebolimento e desertificazione attività commerciali e di servizi nelle aree urbane.

RISORSE DESTINATE AI COMUNI – Euro 2.098.000 per finanziare progetti per un importo complessivo di 7.489.855 euro.

DESTINATARI – Il contributo regionale è destinato a sostenere, tramite il Comune Capofila,

Micro e PMI del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi e loro aggregazioni che si collochino in spazi sfitti, anche per attività temporanee, o che svolgano servizi di riqualificazione, promozione e incoming per mantenere e portare nuovi operatori ed attività. Il progetto in via sperimentale si è sviluppato nell’area dei Distretti Urbani del Commercio (DUC) riconosciuti dalla Regione Lombardia sul territorio regionale.

COMUNI AMMESSI SUDDIVISI PER PROVINCIA – BERGAMO: Bergamo, Romano di Lombardia, Treviglio, Seriate; BRESCIA: Brescia, Chiari; CREMONA: Cremona, Crema; LECCO: Lecco; MONZA E BRIANZA: Monza, Lissone; MILANO: Cinisello Balsamo, Pioltello; MANTOVA: Mantova; Pavia: Vigevano; VARESE: Varese Busto Arsizio, Saronno, Tradate.

 

Venerdì a Brescia torna il Brixia Business Match di Apindustria

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Nel 2016 era stato un successo, quest’anno si replica: «BBM – Brixia Business Match», l’evento promosso da Apindustria, ritorna nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia venerdì 24 marzo dalle 14 alle 17.

In un mercato nel quale conquistare quote di export è sempre più vitale, BBM nasce con l’idea di offrire alle piccole e medie imprese del territorio bresciano l’occasione per conoscere ed approfondire le opportunità di business all’estero. Focus della seconda edizione del BBM il Ceta, l’accordo economico e commerciale globale negoziato di recente tra l’UE e il Canada, lo stato attuale dei rapporti commerciali tra Italia e Russia e le nuove opportunità offerte dal mercato iraniano a un anno dall’accordo di Vienna sul nucleare. Ad approfondire tali tematiche Ezio Simonelli, console onorario del Canada a Milano, il segretario generale della Camera di Commercio e Industria Italo-Iraniana Pier Luigi D’Agata e un rappresentante del consolato russo. A completare la giornata gli interventi dell’assessore regionale allo sviluppo economico Mauro Parolini sulla competitività delle imprese lombarde e di Giovanni Pirovano, del Comitato di presidenza ABI e vice presidente Banca Mediolanum, sul sistema bancario italiano nel contesto internazionale.

«Il mercato interno continua a faticare e c’è bisogno di trovare mercato fuori – sottolinea Douglas Sivieri, presidente di Apindustria -: un evento come il BBM serve a questo e a dire ai nostri imprenditori: noi ci siamo, abbiamo un Ufficio Estero che può sostenervi, così come può essere di aiuto la rete nella quale siamo inseriti».

La partecipazione all’evento è gratuita previa iscrizione (info 030.23076).

Aib, testa a testa fra Pasini e Beretta per la successione di Bonometti

in Aib/Associazioni di categoria/Aziende/Beretta/Economia/Feralpi/Nomine by

Aib è divisa sul futuro, e la sfida per la successione di Marco Bonometti ha prodotto – fino a questo momento – due candidature che si stanno dividendo a metà l’elettorato degli industriali bresciani. E’ quanto emerso dalle consultazioni della commissione dei saggi composta da Angelo Baronchelli, Francesco Franceschetti e Pier Luigi Streparava, che dal 13 febbraio a ieri hanno sondato i 58 membri del Consiglio generale e altri 200 soci per raccoglierne le preferenze ed esplorare l’ipotesi di una candidatura unica.

Ma le preferenze fra Franco Gussalli Beretta (leader della storica Fabbrica d’Armi e già vice presidente dell’Associazione industriale bresciana con delega all’Education) e Giuseppe Pasini (a capo del gruppo Feralpi di Lonato del Garda, attuale vice presidente con delega per Ambiente, Sicurezza e Responsabilità sociale) sono quasi pari, con un lieve vantaggio per Pasini tra i 58 e un margine per Beretta tra i secondi (almeno secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia).

Il momento della verità sarà l’assemblea del 29 maggio. Ma prima (il 6 aprile) il consiglio dovrà esprimersi sui candidati. E per una volta potrebbe essere una corsa a due.

Banca Valsabbina, giovedì 30 a Gavardo il Comitato chiama a raccolta i soci

in Banche/Economia/Evidenza/Valsabbina by

Il Comitato Soci Valsabbina chiama a raccolta i propri sostenitori per fare il punto delle iniziative avviate e programmare la partecipazione alla prossima assemblea della banca. L’appuntamento è per giovedì 30 marzo, dalle 20.30, all’auditorium di via Quarena 8 a Gavardo. La stessa sede dell’affollata assemblea del debutto dello scorso dicembre.

“L’obiettivo”, afferma uno dei fondatori del comitato, l’avvocato Giorgio Paris, “è presentare una lista di candidati alternativi alle proposte del Consiglio di amministrazione in carica. Con l’approvazione del bilancio 2016, infatti, l’Assemblea dovrà procedere alla nomina di tre nuovi consiglieri, in sostituzione di quelli scadenza. Da anni la Banca procede, con una previsione statutaria molto anomala, alla sostituzione solo parziale dei consiglieri riconfermando gli uscenti o decidendo in modo autoreferenziale la loro sostituzione”.

Il Comitato, dunque, ritiene opportuno presentare propri candidati per “dare voce a una diversa visione strategica degli sviluppi della banca” e per “formulare le proprie proposte nell’assemblea di approvazione del bilancio di esercizio e rinnovo parziale delle cariche”. Una decisione che “fa seguito alle diverse richiesta di convocazione di un’assemblea programmatica, a cui il Consiglio ha risposto con il silenzio”.

Il tutto in un contesto in cui – sottolinea un altro esponente del comitato, Aurelio Bizioli – “per i soci è difficile esercitare i diritti di partecipazione alla vita della banca, perché siamo di fronte a norme statutarie e regolamentari particolarmente restrittive per i soci e ricolme invece di agevolazioni e privilegi per i candidati espressi dal Consiglio”. “Non possiamo di fatto nemmeno disporre dell’elenco completo dei soci”, prosegue Bizioli, evidenziando che il Comitato ha scritto al Cda e agli altri organi di controllo e vigilanza della Banca, chiedendo che vengano eliminati gli ostacoli all’esercizio dei diritti dei soci, che i consiglieri uscenti rinuncino ai privilegi finalizzati a semplificare la loro rielezione e – aspetto significativo e rilevante – che nell’ordine del giorno della prossima assemblea vengano inserite tre punti relativi al futuro:  l’analisi della situazione attuale e prospettica della quotazione azionaria; le proposte di modifiche statutarie per rafforzare la partecipazione alla governance societaria; le ipotesi di sviluppo della Banca a fronte dell’evoluzione, sia legislativa che operativa, del settore”.

Su quest’ultimo punto, in particolare, non poche perplessità ha destato nel Comitato – così si legge in una nota – “la notizia di stampa (che trova riscontro nei documenti ufficiali accessibili ai soci) che la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, acquistando ad un euro la Cassa di risparmio di Ferrara, diventerà il primo azionista di Valsabbina. Infatti Carife, al termine dello scambio azionario avvenuto nel 2011, detiene circa 550 mila azioni di Valsabbina, pari all’1,44% del capitale sociale. Una quota che per legge non può invece superare l’1% ed il cui acquisto, salvo prova contraria, è stato finanziato dalla stessa Valsabbina”.

Nuovo allarme delle imprese estrattive AIB: attività a rischio senza il Piano Cave

in Aib/Ambiente/Associazioni di categoria/Economia by

Le imprese del comparto estrattivo di Associazione Industriale Bresciana tornano a sollecitare l’approvazione di un nuovo Piano Cave provinciale per sabbia e ghiaia, strumento indispensabile per garantire continuità al lavoro delle aziende all’interno di un quadro chiaro e certo di regole, che consenta di pianificare attività e investimenti in un’ottica di lungo periodo.

“In assenza di una svolta concreta e di una decisa accelerazione dell’iter di approvazione del nuovo Piano Cave provinciale, il protrarsi di questa situazione di incertezza ci preoccupa e rischia di avere conseguenze davvero serie per le aziende. Il precedente Piano decennale per sabbia e ghiaia è scaduto nell’ormai lontano gennaio 2015 ed è stato successivamente prorogato di altri tre anni con una legge regionale. Il 25 gennaio 2018, quindi fra meno di un anno, scadrà anche questo periodo di proroga. Solamente nel settembre scorso è giunto il primo segnale concreto da parte dell’Amministrazione provinciale, che con una delibera del Consiglio ha stabilito l’avvio dell’iter del procedimento amministrativo per la formazione del nuovo Piano Cave per sabbia e ghiaia. La stessa delibera dettava gli indirizzi destinati a costituire le linee guida del Piano, indirizzi che abbiamo condiviso”, osserva Daniela Grandi, presidente del Settore Industrie Estrattive, Materiali da Costruzione, Legno di AIB.

“Peccato però che fino all’inizio di quest’anno, dal punto di vista operativo, tale delibera non abbia avuto alcun seguito, nonostante i nostri ripetuti solleciti ad accelerare la procedura. Un’urgenza dettata anche dal fatto che la definizione di un Piano Cave come quello per la provincia di Brescia, dal suo inizio fino alla fase di operatività, richiede tempi molto lunghi, nell’ordine di alcuni anni. L’esperienza fino a oggi vissuta in Lombardia conferma infatti che partire ora con la predisposizione di un Piano Cave significa poter estrarre la prima quantità di sabbia ragionevolmente non prima del 2021”, prosegue il presidente Daniela Grandi.

“Così come abbiamo apprezzato l’impegno profuso in questi anni da Gianbattista Groli, allo stesso modo giudichiamo molto positivamente il fatto che il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli, dopo la recente tornata elettorale, abbia deciso di mantenere per sé la delega all’Ambiente, un segno di particolare sensibilità sul tema, dimostrata anche in occasione dell’incontro con i rappresentanti delle industrie del settore lo scorso febbraio, durante il quale si è deciso di calendarizzare i prossimi passaggi pratici per la predisposizione del Piano, utili anche per rimarcare in sede regionale la gravità della situazione per le imprese, che impone di trovare in tempi brevi una soluzione che sia in grado di scongiurare il totale blocco delle attività estrattive. Segnali positivi sì, ma troppo timidi e del tutto insufficienti a garantire il radicale cambio di passo necessario per recuperare, almeno in parte, il ritardo accumulato”, conclude Daniela Grandi.

 

Brexit: cosa ci aspetta? Il 24 in sala Beretta seminario dei Giovani AIB

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Eventi/Evidenza/Export/Formazione by

Quali problemi dovranno affrontare cittadini e aziende alle prese nei prossimi anni con la Brexit? Come funzionerà e quanto tempo richiederà il processo di separazione del Regno Unito dall’Unione Europea?

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Associazione Industriale Bresciana organizza venerdì 24 marzo alle ore 17.00 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia) il seminario “Brexit: cosa ci aspetta?”. Docenti universitari insieme a professionisti che vivono e lavorano nel Regno Unito cercheranno di dare risposte concrete ai molti interrogativi sollevati da questa storica decisione.

“A nove mesi dal referendum, il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione sta entrando nel vivo. Vogliamo prima di tutto capire le conseguenze di questa scelta in termini istituzionali ed economici per la Ue e per le sorti del processo di integrazione. Ci confronteremo quindi sugli effetti di Brexit a lungo termine, quali ad esempio l’eventuale reintroduzione di dazi o l’effettiva possibilità di concludere un nuovo accordo di libero scambio. Cosa succederà poi ai cittadini europei residenti nel Regno Unito e a quelli britannici residenti in Ue? Infine c’è il capitolo delle società finanziarie e bancarie e delle opportunità per il nostro paese, penso ad esempio al possibile spostamento delle grandi banche della City verso altre piazze del Vecchio Continente, Milano compresa”, spiega il presidente del Gruppo Giovani AIB, Alberto Faganelli.

Moderati da Massimo Tedeschi (Corriere della Sera), su questi temi e interrogativi si confronteranno Carlo Altomonte (docente di Politica Economica Europea – Sda Bocconi), Domenico Fracchiolla (docente di Sociologia delle relazioni internazionali – Luiss Guido Carli) e, in collegamento da Londra, Alessandro Belluzzo (partner Studio Belluzzo) con Roberto Rossi (senior HR Business Partner Emea e HR Manager non Uk Morgan Stanley).

 

Le Acli contro il governo: un errore la totale abolizione dei voucher

in Economia/Evidenza/Lavoro/Sindacati by
Il presidente delle Acli, il bresciano Roberto Rossini

Con una lunga nota le Acli bresciane criticano l’abolizione totale dei voucher. Ne riportiamo il testo integrale:

Le Acli provinciali di Brescia, in piena sintonia con la posizione espressa dalle Acli nazionali, ritengono che la decisione di abolire i buoni lavoro sotto la spinta del referendum sia un grave errore, che elimina una forma, seppur blanda, di regolazione del lavoro.

Come Acli bresciane saremmo stati favorevoli a importanti modifiche che avrebbero riportato lo strumento in linea con gli obiettivi per i quali fu introdotto, ossia far emergere una quota di lavoro nero e fornire alcune tutele ai lavoratori più deboli. Nei giorni scorsi avevamo presentato ad alcuni parlamentari bresciani una proposta di emendamento che contemplasse, oltre al divieto di utilizzo da parte delle imprese – che in molti casi avevano abusato dello strumento – anche la possibilità di impiego da parte del terzo settore, ovvero di enti e associazioni senza scopo di lucro e associazioni di volontariato.

L’intento era quello di avere a disposizione uno strumento che consentisse una forma, legale, di retribuzione per particolari categorie di lavoratori e/o disoccupati in condizioni di grave difficoltà, deboli e marginali, a fronte di piccole e occasionali opportunità lavorative, all’interno di progetti ben definiti.

Sul territorio bresciano, nel corso di questi anni di crisi economica, è andata intensificandosi – da parte di una rete di associazioni, parrocchie, enti locali – un’azione volta a raccogliere fondi per aiutare persone in difficoltà, tramite l’elargizione di pacchi viveri o il pagamento di parte di affitti e utenze domestiche. A queste prime misure “tampone” è stato poi fatto seguire un ulteriore step che andasse oltre il contributo economico come semplice forma di “carità”, per trasformarlo in “compenso” che ridesse anche “dignità”. Piccole e occasionali prestazioni lavorative rivolte a persone in difficoltà lavorativa e familiare, spesso ricavate all’interno delle associazioni stesse, magari in sostituzione di attività prima svolte da volontari, venivano retribuite, appunto, con lo strumento del voucher lavoro. Un’azione questa che ha trovato espressione nell’operato di tanti circoli Acli e nell’esperienza di “Dignità e Lavoro”.

Questa esperienza è stata ora minata da una scelta che invece di produrre norme più rigorose che evitassero gli abusi, ha cancellato ogni opportunità di integrazione del reddito. Una scelta che non produce diritti aggiuntivi – nessuno di coloro che venivano pagati con voucher verrà assunto a tempo indeterminato – ma li toglie, allargando ulteriormente l’area del disagio e mettendo le famiglie nelle condizioni di pagare in nero i lavori saltuari di stiro, pulizia, piccole manutenzione di casa.

In pieno assenso con le parole del nostro presidente nazionale Roberto Rossini siamo quindi convinti – e lo chiediamo con forza ai parlamentari bresciani – che “toccherà alla politica stessa riprendere questa materia per poter disciplinare alcune situazioni lavorative che esistono e vanno normate”.

Settore materie plastiche, record storico per le esportazioni

in Economia/Export/Plastica e gomma by

BILANCIO SODDISFACENTE
per i costruttori italiani di macchine per materie plastiche e gomma

Il Centro Studi di Assocomaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a CONFINDU- STRIA, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie pla- stiche e gomma) ha elaborato il consuntivo di settore del 2016, anche sulla base dei dati di commercio estero di fonte ISTAT.

“Il confronto con il 2015 evidenzia in primo luogo un nuovo record storico per le esporta-zioni”, dichiara con soddisfazione il presidente di Assocomaplast, Alessandro Grassi. “Infatti, mettendo a segno un incremento dell’1,7%, sfiorano il valore di tre miliardi di euro.”

Progressione ancora più sostenuta per l’import che, con un +12% abbondante, esito di un trend annuale in costante crescita, tocca gli 850 milioni. “Anche in questo caso”, sottolinea an- cora Grassi, “si tratta di un picco mai raggiunto prima, che conferma come il mercato inter- no stia riprendendo quota, dopo diversi, troppi anni di stagnazione.”

In robusta crescita gli acquisti di macchine a iniezione (+37%, provenienti in larga misura da Germania, Austria e Giappone), estrusori (+39%, da Austria, Belgio e Germania) e macchine per soffiaggio (+118%, da Francia e Germania).

Tale clima positivo trova riscontro anche nell’andamento delle iscrizioni alla mostra PLAST 2018 (Milano, 29 maggio-1° giugno 2018), che a fine gennaio 2017 avevano superato quota 600.

A livello di produzione, in assenza di dati ufficiali, Assocomaplast stima che lo scorso anno il fatturato di settore sia tornato ai livelli pre-crisi, superando 4,2 miliardi di euro.

Tornando all’export, a cui è destinato oltre il 70% della produzione, dal punto di vista merceo- logico risultano particolarmente rilevanti le vendite all’estero di macchine a iniezione (+18%), estrusori (+5%) e termoformatrici (+10%), solo per citare alcune tra le principali tipologie di impianti per la trasformazione primaria.

L’analisi della geografia delle esportazioni, a livello di macro aree evidenzia:

  • una contrazione della quota destinata ai mercati europei, dovuta alla performance non

    brillante delle vendite ai Paesi extra UE

  • un incremento dello share dell’Asia, con Iran e Arabia Saudita a sostenere il flusso verso

    il Medio Oriente e Cina, India e Corea del Sud a spingere quello verso il Far East

  • una progressione complessiva dell’export verso il Nordamerica, in funzione del +70% delle forniture ai trasformatori messicani perché, come precisato più avanti, il mercato statunitense lo scorso anno non ha dato soddisfazioni ai costruttori italiani, peraltro diversi anni di crescita.

    Aree di destinazione dell’export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (%)

Più nel dettaglio, nella “top ten” dei mercati di destinazione, si distinguono gli incrementi a due cifre messi a segno dalle vendite di tecnologia italiana in Messico (balzato dall’ottavo al terzo posto, +71%), Polonia (al quarto, +13%), Cina (al quinto, +12%) e Spagna (al sesto, +18%).

D’altro canto, con riferimento ad altri mercati di particolare interesse, è possibile citare le se- guenti dinamiche:

• per la Germania, primo storico partner commerciale, una riconferma dei valori delle for- niture (+2% sul 2015)

• -11% per gli Stati Uniti (al secondo posto della classifica); in effetti un certo rallenta- mento del flusso aveva iniziato a manifestarsi già verso la metà dello scorso anno

• per l’India, portatasi in undicesima posizione, un incremento del 45%, particolarmente significativo se si considera la complessità di questo mercato

• ancora un segno meno per la Russia, con una contrazione di diciotto punti
• crollo (-38%) anche per il Brasile; l’industria delle materie plastiche del Paese non si

sottrae all’involuzione dell’economia locale.

L’ultima indagine congiunturale svolta da Assocomaplast tra i propri associati evidenzia un buon andamento del portafoglio ordini, con il 43% del campione che prevede un miglio- ramento nel semestre in corso, rispetto al luglio-dicembre 2016; una quota analoga di rispon- denti ritiene che, in parallelo, migliorerà anche il fatturato.

Le attese del settore per il 2017 sono pertanto piuttosto positive, anche in considerazione delle misure a sostegno degli investimenti in beni strumentali – superammortamento, iperammor- tamento, nuova Sabatini, detrazioni fiscali per attività di ricerca e sviluppo – messi in campo anche nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0.

“Peraltro” continua Grassi “i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per la lavo- razione di materie plastiche e gomma sono tradizionalmente all’avanguardia a livello tecno- logico e sono quindi già pronti a fornire ai propri clienti sistemi di produzione avanzati e inno- vativi, in un’ottica di “Industria 4.0”. In ogni caso, tale obiettivo rappresenterà un ulteriore stimolo per le aziende a rafforzare gli investimenti per la progettazione di macchinari sempre più performanti e competitivi.”

Cna Brescia contraria all’abolizione dei voucher

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Evidenza/Lavoro by
Eleonora Rigotti, Cna

«Non è sbagliato lo strumento dei voucher, bensì l’utilizzo che se ne è fatto, anche nel comparto artigiano». Lo dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia. Per questo pure l’articolazione bresciana dell’associazione, così come il suo livello nazionale, è totalmente contraria all’abolizione dei voucher ufficializzata oggi dal Consiglio del ministri.

Si tratta di una scelta che, secondo Cna, «alimenterà il lavoro sommerso e danneggerà sia i lavoratori che gli imprenditori», che non avranno strumenti per garantire nei momenti di picco di attività tutele contrattuali e previdenziali agli addetti.

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