Imprese e innovazione, Sfida 4.0 cerca rilancia: assunzioni in arrivo
La Digital Factory dove si impara a fare la nuova rivoluzione industriale ricerca specialisti 4.0. Sei Consulting, società di consulenza direzionale e strategica, ricerca numerose figure da inserire nel progetto Sfida Italia 4.0, a supporto dei processi di innovazione e di trasformazione digitale delle Piccole e Medie Imprese.
“Per la realizzazione fisica della Digital Factory sono stati investiti ad oggi oltre due milioni di euro – illustra Ivan Losio, Amministratore di Sei e di Sfida – ora è il momento di investire sulle risorse umane per contribuire allo sviluppo ed alla crescita del progetto”.
I candidati dovranno essere proattivi e motivati a ricoprire ruoli nuovi ed eterogenei ed avranno la possibilità di lavorare in un contesto altamente dinamico ed orientato al 4.0 nell’ottica di formare le imprese di oggi e di domani: nello specifico 3 figure senior e 10 junior, a dimostrazione della volontà di far crescere costantemente il polo tecnologico.
Ci si rivolge dunque a figure senior già competenti, con età compresa tra i 35 e i 45 anni, con esperienza maturata in azienda, una conoscenza approfondita di tematiche e strumenti di data analysis e business intelligence ed esperienza diretta nel miglioramento dei processi. Ma si cercano anche 10 figure junior con età compresa tra i 23 e i 28 anni, che siano interessate a sviluppare le competenze su data analysis e business intelligence, approfondire le conoscenze su tematiche e strumenti di miglioramento dei processi e che soprattutto siano appassionate di tecnologia. Tra le skill richieste la capacità non solo di problem solving ma, prima, di identificare i problemi (problem finding) e di lavorare in team.
Ai candidati verrà offerta l’opportunità di lavorare in un ambiente altamente formativo e orientato al futuro, a stretto contatto con le nuove tecnologie applicate al mondo delle imprese, e di partecipare allo sviluppo di percorsi di training esperienziale e affiancamento strategico e operativo delle aziende clienti.
Dalla data di inaugurazione del 16 novembre a Sfida, in concreto un complesso tecnologico di 1000 mq realizzato in un ex opificio alle porte di Brescia che ospita 3 mini fabbriche, laboratori e aule dove conoscere, capire e sperimentare le applicazioni e le logiche del 4.0, l’attività si è concentrata sul mostrare la fabbrica alle imprese per farne capire le potenzialità. Dal nuovo anno è previsto l’avvio delle attività di training.
Sfida accoglie oggi tre progetti di training esperienziale, ognuno dei quali rappresenta uno specifico modello di impresa declinata in versione 4.0, e aree dedicate alla robotica collaborativa, all’Internet of Things, alla prototipazione con stampanti 3d e alle start-up tecnologiche.
Per maggiori informazioni si rimanda all’annuncio pubblicato sul sito web di Sei Consulting.
Per inoltrare la propria candidatura inviare il curriculum vitae all’indirizzo selezione@sei-consulting.it.
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Italcementi presenta la nuova sala centralizzata
Una sala centralizzata, tra le più moderne d’Europa, con un sistema di controllo, il primo al mondo in una cementeria, che utilizza la tecnologia di comunicazione Profinet (Process Field Net), un protocollo industriale che mette in collegamento tutti gli strumenti di rilevazione e i reparti (sensori, sistemi, unità di produzione) attraverso una rete di comunicazione di alto livello ideale per lo sviluppo futuro in termini di Big Data e Industry 4.0.
L’intervento, presentato ieri da Italcementi durante un incontro con i media, va a completare il totale rinnovamento dell’impianto, che ha fatto di Rezzato – Mazzano una delle cementeria più avanzate al mondo.
I numeri della sala centralizzata: § 10.000 segnali digitali § 1.000 misure di processo (i sensori che misurano i dati di processo quali pressione, temperatura, portate, livelli, etc.) § 100 armadi di controllo § 250 km di cavi § 15 km di fibre ottiche § 40 monitor
Il revamping: eccellenti performance ambientali
La “nuova” cementeria di Rezzato-Mazzano ha compiuto tre anni lo scorso novembre, con un intervento di oltre 150 milioni di euro, che ha reso l’impianto sempre più efficiente e sostenibile. Grazie al revamping, su entrambe le linee produttive (cemento tradizionale e cemento bianco), le prestazioni ambientali dell’impianto sono migliorate di oltre il 79% e l’emissione complessiva delle polveri si è ridotta del 95%. A verificare e confermare i dati delle prestazioni ambientali della cementeria è la Commissione Tecnico Scientifica istituita in occasione del revamping e incaricata di monitorare il raggiungimento degli obiettivi in termini di riduzione delle emissioni. I dati sono forniti da analizzatori certificati e le misure sono condotte da laboratori accreditati.
La cementeria di Rezzato- Mazzano
La cementeria di Rezzato-Mazzano, realizzata nel 1964, ha sempre rappresenta un sito strategico del dispositivo industriale di Italcementi. Nel 1998 l’impianto ottiene la certificazione di qualità ISO 9001, nel 2001 viene installato il monitoraggio in continuo dei forni e nel 2004 la cementeria ottiene anche la certificazione ambientale ISO 14001. Nel 2012 sono iniziati i lavori di ammodernamento e nell’ottobre 2014 viene avviato il nuovo forno. Il sito produttivo di Rezzato-Mazzano oggi dà lavoro complessivamente a circa 130 persone, alle quali si aggiungono altre 250 persone impegnate nelle attività dell’indotto. La cementeria produce 9 tipi di cementi e ha una capacità produttiva annuale di 1 milione e duecento tonnellate di cemento.
Vacanze di Natale, un business da 80 milioni per le agenzie lombarde
Al via la partenza per le vacanze in occasione delle feste di Natale, domanda in crescita rispetto allo scorso anno per la metà delle agenzie di viaggio della Milano metropolitana sentite in questi giorni dalla Camera di commercio. Il 15 % degli operatori sentiti segnala che i clienti sono in partenza già in questi giorni prima della Vigilia, circa il 10% subito dopo Natale, per il 60% per Capodanno. Per chi prenota in agenzia l’Italia è una meta poco gettonata, chi ama le montagne italiane sceglie principalmente il Trentino Alto Adige, per visitare città d’arte la scelta ricade su Lazio, Toscana e Sicilia. La richiesta principale di chi parte per le festività con l’agenzia è il mare, secondo sette operatori ascoltati su dieci. Chi va all’estero sceglie mete a lungo raggio, Caraibi al primo posto, ma anche Maldive e altre isole dell’Oceano Indiano. Tra le altre mete esotiche l’Africa, da Senegal a Kenya a Sudafrica. In Europa le mete principali sono Spagna e Germania. Tra le capitali più gettonata Vienna. Sono vacanze di famiglia, soprattutto di coppie per la maggior parte degli operatori, in secondo luogo di famiglie con figli e parenti.
Business per le oltre mille agenzie da circa 50 milioni per Milano per due settimane, da 80 milioni per le oltre 2.400 imprese della regione, da 300 milioni per le circa 16 mila imprese italiane, secondo i dati della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi.
Servizi turistici, tra agenzie di viaggio e tour operator la Lombardia concentra il settore in Italia. In regione ci sono oltre 2.400 imprese con 9.160 addetti e 1,85 miliardi di fatturato. Il dato italiano è di 15.697 imprese con 45 mila addetti e un business da 7,5 miliardi. A Milano ci sono oltre mille imprese con 5899 addetti e 1,3 miliardi di affari.
Le imprese di servizi turistici in Lombardia. Sono oltre 2.400 le imprese in Lombardia che si occupano di organizzare viaggi e di assistenza turistica, una su sei del totale italiano di settore. Un settore stabile tra 2016 e 2017 che a Milano tocca quota 1.115 imprese. Vengono poi Brescia con 287 imprese, Bergamo con 212, Varese con 170 e Monza e Brianza con 168. In un anno cresce soprattutto Como (+4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio su dati registro imprese al 2017 e 2016.
Le imprese di servizi turistici in Italia. Sono 15.697 le imprese del settore attive a livello nazionale. Roma è prima con 2.018 attività (+2,9% in un anno, +10% in cinque), seguita da Milano con 1.115 imprese e Napoli con oltre 1.000 (+1%). Poi ci sono Torino, Firenze e Bari. Milano è prima per addetti, 5.899 rispetto ai 5.323 di Roma.
Confagricoltura Brescia contro l’obbligo del certificato antimafia
Confagricoltura Brescia – con una nota inviata ai giornali – si schiera contro il nuovo obbligo della certificazione antimafia, introdotto dal Governo, parlando di “rischio di un nuovo adempimento burocratico a carico delle imprese agricole”. Il direttore Gabriele Trebeschi attacca: “Si tratta dell’ennesima procedura amministrativa, mentre tutti i politici continuano a ripetere che l’obiettivo primario è snellire la burocrazia”.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
Nonostante le proteste di molti imprenditori e operatori del settore, resta molto alto il rischio che venga esteso alla quasi totalità delle aziende agricole italiane che percepiscono aiuti Pac e Psr (Piano di sviluppo rurale) l’obbligo della certificazione antimafia.
Il 19 novembre scorso, infatti, è entrata in vigore la legge n. 161 che impone a tutte le imprese agricole che ricadono nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla Pac e che usufruiscono di fondi europei, a prescindere dal loro valore complessivo, di presentare l’informativa antimafia. Successivamente è stata posta una soglia di € 5.000 grazie all’emendamento inserito dal relatore Silvio Lai, in commissione bilancio al Senato. Tale legge, sarà completamente operativa trascorsi 90 giorni dall’entrata in vigore della stessa.
La notizia ha generato grande preoccupazione tra gli addetti dei Centri di assistenza agricoli (Caa) e degli enti pagatori. Finora, infatti, la certificazione antimafia era richiesta solo per importi superiori a € 150.000 ed erano circa 2.000 le aziende interessate sul territorio italiano.
“Le nuove regole – spiega Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia – rischiano di paralizzare l’apparato burocratico e rallentare i pagamenti dei contributi, danneggiando in primo luogo le aziende, ma mettendo anche in seria difficoltà gli enti pagatori poiché l’attuazione della direttiva rischia di non far rispettare i termini di pagamento stabiliti dalle norme Ue per le erogazioni”.
Un primo rinvio alla partenza di questa nuova disposizione potrebbe arrivare con l’approvazione della nuova legge di Bilancio, ora alla Camera in attesa di approvazione. “Allo stato attuale – continua Trebeschi -, fermo restando che la legge non è ancora operativa e che potrebbe essere ulteriormente modificata da auspicabili interventi della politica e del Governo, sono obbligate alla presentazione della documentazione antimafia tutte le aziende che percepiscono aiuti Pac e Psr per un importo superiore a € 25.000, mentre per le aziende con contribuzioni comprese tra i 25.000 e i 5.000 € l’obbligo scatterà dal 31 dicembre 2018; nessun adempimento verrà invece richiesto per i soggetti al di sotto dei € 5.000”.
Le prossime settimane saranno comunque decisive per l’evolversi di una questione che rischia seriamente di immobilizzare gli uffici delle Prefetture, che si potrebbero vedere sommersi da un’immensa mole di richieste. Basti pensare che le aziende italiane che percepiscono fino a € 5.000 sono oltre 720.000, mentre quelle che si posizionano al di sopra superano le 170.000 unità.
“Si tratterebbe dell’ennesima procedura a carico delle aziende – conclude il direttore di Confagricoltura Brescia – mentre tutti i politici continuano a ripetere che l’obiettivo primario è snellire la burocrazia: auspichiamo un intervento per risolvere la questione e un impegno vero per ridurre e non aumentare gli adempimenti burocratici per gli imprenditori”.
Il business del panettone a Brescia dà lavoro a 683 imprese
Sono circa 5.100 le imprese attive nel settore dolciario in Lombardia nel 2017 su 41 mila in Italia e danno lavoro a 24 mila addetti su 163 mila in Italia. Numeri che salgono considerando le localizzazioni come filiali e sedi secondarie, diventano 6.819 le attività in regione e 53 mila in Italia. Business mensile da 150 milioni in Lombardia e mezzo miliardo in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2017 relativi alle imprese attive nel settore dolciario tra produzione, commercio all’ingrosso e dettaglio.
Settore dolciario. Pasticcerie e panetterie: sono oltre 41 mila le sedi di impresa in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.768 in Sicilia, quasi 5.100 in Lombardia, 4.714 in Campania. Milano, è terza in Italia con 1.847 imprese (+2,3% in un anno), dopo Napoli (2.454) e Roma (1.852). La seguono Torino (1.593) e Palermo (1.434). A livello regionale, dopo Milano, vengono Brescia (683 imprese), Bergamo (567), Varese (360) e Monza e Brianza (353). Lodi ha quasi 100 sedi di impresa specializzate. Numerose sono piccole realtà artigianali, anche se bisogna sempre stare attenti alle fregature.
Gli addetti. In Lombardia sono 24.000 gli addetti coinvolti nel settore (+3,1% in un anno) e oltre 163 mila in Italia. Milano, con 8.709 addetti, è prima in Italia seguita da Roma (7.121), Napoli (6.010), Torino (5.593) e Bari (5.272). In Lombardia Milano è, invece, seguita da Brescia (2.973), Bergamo (2.433), Varese (2.202) e Monza (1.316). Quasi 400 gli addetti a Lodi.
Le localizzazioni. Crescono i numeri delle attività del settore dolciario, considerando anche le sedi secondarie e le filiali di impresa: diventano 53 mila le attività in Italia, di cui quasi 7 mila in Lombardia. A Milano, tra sedi e punti vendita, si contano 2.400 attività, oltre a 900 a Brescia, 749 a Bergamo, quasi 500 a Varese e Monza e Brianza. 131 le attività a Lodi.
L’export lombardo cresce ancora: vale 10 miliardi al mese
89 miliardi di euro, dieci al mese: è il valore dell’export lombardo nei primi nove mesi del 2017, +7,3% rispetto allo stesso periodo del 2017. Circa un quarto di tutte le esportazioni italiane nella prima metà dell’anno sono partite dalla Lombardia. Milano con oltre 30 miliardi, Brescia e Bergamo con oltre 11, Monza e Brianza e Varese con oltre 7 miliardi sono i territori che esportano di più. Un anno positivo che vede una crescita dell’export a due cifre per Monza e Brianza (+15%), Cremona (+16%), Lodi (+14%). Bene anche le importazioni che crescono del 7,2% superando i 92 miliardi di euro, circa un terzo del totale italiano. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Istat relativi al terzo trimestre 2017 e 2016.
Mercati in crescita. L’Europa si conferma il principale mercato per la Lombardia con il 70% circa dell’interscambio e una crescita del business coi paesi dell’Unione Europea (+ 7,3% l’export a quota 50 miliardi e + 8,2% l’import di 61 miliardi) e dei Paesi europei non UE (+3,6% l’import, +8,6% l’export). Bene gli scambi con Stati Uniti e America del nord (+14% l’export a 7,4 miliardi, +10% l’import a 2,7 miliardi). Anche col Sud America sale l’export del + 8%. Cresce il business con l’Africa centro-meridionale (+10,5% l’import, +5% l’export). Si rafforzano gli scambi con Cina, Giappone e Asia Orientale (export di 9 miliardi, +9%).
Le specializzazioni dei territori lombardi per export. Esportano principalmente, se guardiamo il peso dei settori sul totale dell’export provinciale, metalli a Sondrio, macchinari a Bergamo e Pavia, macchinari e mezzi di trasporto a Varese, macchinari e moda a Milano, moda a Como, prodotti in metallo a Brescia, Cremona, Mantova e Lecco, metalli e prodotti chimico farmaceutici in Monza e Brianza, apparecchi elettronici a Lodi.
Bitcoin e criptovalute, possiamo ignorarli? Sabato un convegno
“Criptovalute, Bitcoin e Blockchain. Possiamo ignorarle?”. E’ questoil titolo che si terrà sabato 16 dicembre a Brescia, dalle ore 10. L’iniziativa ha come obiettivo “spiegare cosa sono, come funzionano e quali opportunità possono fornire nell’ambito della rivoluzione digitale in atto”. Un tema particolarmente attuale visto che sono molti i bresciani ad essersia avvicinati negli ultimi mesi al mondo dei Bitcoin, con casi come quello dell’imprenditore diventato miliardario grazie a un investimento nella moneta virtuale di qualche anno fa
L’ incontro, che si svolge presso Futura Invent in via Perotti 18, è organizzato dallo Studio Legale Cugini e da Shots.it. Dopo la presentazione di Stefania Triva, presidente del Cda di Copan Italia Spa, Stefano Zane (Vitale–Zane & Co.) introdurrà gli interventi di Gianvirgilio Cugini (Studio Legale Cugini), Giovanni Benedetti (Shots.it), Alessandro Bocchio e Stefano di Nicola.
La partecipazione è libera, previa iscrizione: info@blockandroll.it – 030 83 624 23
L’export bresciano vola: 11,6 miliardi di euro in soli nove mesi
Volano le esportazioni bresciane nei primi nove mesi dell’anno: 11,6 miliardi, secondo i dati Istat al terzo trimestre 2017 elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio. Nel terzo trimestre del 2017, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in diminuzione dell’8,4% e gli acquisti dall’estero dell’11,2%.
§ Su base tendenziale (rispetto al terzo trimestre 2016), le esportazioni aumentano del 7,4% e le importazioni del 17,3%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.761 e a 2.102 milioni di euro. Il risultato delle esportazioni è il migliore di ogni terzo trimestre della serie storica dal 1991.
§ Nel periodo gennaio-settembre 2017, rispetto ai primi nove mesi del 2016, la tendenza positiva delle esportazioni (+7,5 %) è leggermente superiore a quella rilevata in Lombardia (+7,3%) e in Italia (+7,3%); la dinamica delle importazioni (+12,0%) è superiore sia al dato regionale (+7,2%), che a quello nazionale (+9,5%). Il valore complessivo delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno è ai massimi storici, superando per la prima volta la soglia degli 11 miliardi. La dinamica positiva beneficia di un ritorno alla crescita del commercio mondiale (+4,4% nei primi nove mesi del 2017 sullo stesso periodo dello scorso anno) e di un maggiore effetto domanda da parte dei principali Paesi industrializzati ed emergenti. Su questi ultimi, ha inoltre influito un effetto cambio, con un deprezzamento dell’euro nei confronti di real (-10,9%), rublo (-14,9%) e, in misura minore, rupia (-3,1%).
§ Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio sui dati Istat del commercio internazionale, recentemente diffusi a livello provinciale.
§ Tra i settori, su base tendenziale, l’aumento delle vendite all’estero di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+41,9%), metalli di base e prodotti in metallo (+10,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+10,6%), legno e prodotti in legno (+10,0%), sostanze e prodotti chimici (+9,8%), prodotti alimentari (+7,6%), apparecchi elettrici (+7,0%), mezzi di trasporto (+5,9%) contribuisce alla crescita dell’export bresciano.
§ Una diminuzione delle esportazioni riguarda solo: coke e prodotti petroliferi raffinati (-10,5%), computer, apparecchi elettronici e ottici (-8,9%) e prodotti delle altre attività manifatturiere (-2,0%).
▪ Tra i mercati di sbocco, crescono sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (+33,0%), la Turchia (+32,8%), l’India (+29,9%), la Russia (+15,5%), la Germania (+13,9%) e la Spagna (+12,8%). Diminuiscono le vendite verso l’Algeria (-55,1%) e il Regno Unito (-1,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dei Paesi europei non UE (+18,5%), dell’America centro meridionale (+13,3%), dei Paesi UE28 (+10,0%) e dell’America settentrionale (+8,1%). Decisamente negativa la dinamica dell’Africa (-29,7%).
▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+30,7%), metalli di base e prodotti in metallo (+19,5%), apparecchi elettrici (+11,7%), prodotti alimentari (+11,5%), sostanze e prodotti chimici (+10,9%), mezzi di trasporto (+5,7%).
§ Risultano, invece, in calo gli acquisti nei settori: computer, apparecchi elettronici e ottici (-20,6%) e macchinari ed apparecchi (-2,3%).
▪ Aumentano le importazioni da: Brasile (+63,1%), India (+54,1%), Stati Uniti (+30,5%), Belgio (+29,5%) e Turchia (+23,2%). Cala, invece, il flusso in entrata di merci provenienti dalla Cina (-4,9%). Diminuisce l’importanza relativa dell’Africa (-24,0%), a favore di America settentrionale (+19,2%) e America centro-meridionale (+16,1%).
§ Il saldo commerciale è positivo (+4.937 milioni di euro), in aumento dell’1,9% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2016 (+4.847 milioni di euro).
Brescia, 12 dicembre 2017
Brescia, le imprese del Natale danno lavoro a 39mila persone
Lombardia: sono 66 mila le imprese attive nei settori più legati a Natale, dalla produzione di pasticceria e spumante, alla fabbricazione e commercio di giocattoli, gioielli, dai ristoranti e bar alle agenzie di viaggi e tour operator. Pesano il 14% di tutte le imprese italiane attive nel settore, 469 mila e danno lavoro a 327 mila addetti su 1,8 milione di addetti nel settore in Italia. Hanno un business di circa 1,5 miliardi in regione per il mese, di cui circa un miliardo di affari a Milano. Il settore cresce in media dell’1% in un anno sia a livello regionale che nazionale.
Tra i principali settori legati alla festività del Natale, primi la ristorazione e i bar con 25 mila imprese ciascuno in Lombardia e rispettivamente 181 mila e 150 mila in Italia. Ci sono anche gli alberghi (2.400 imprese in Lombardia e 27 mila in Italia), chi fornisce fiori e piante, le profumerie e erboristerie e i gioiellieri (ciascuno con circa 2 mila imprese in Lombardia e 15 mila in Italia). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al terzo trimestre 2017 e 2016.
Prime in regione Milano con oltre 23 mila imprese e 163 mila addetti, Brescia con 9 mila imprese e 39 mila addetti, Bergamo con 7 mila imprese e 29 mila addetti, Varese con 5 mila imprese e 20 mila addetti, Monza e Brianza con oltre 4 mila imprese e 15 mila addetti. Lodi ha circa mille imprese e 4 mila addetti. Per business mensile a Milano con un miliardo seguono Bergamo e Brescia, entrambe, con quasi cento milioni.
Il settore legato al Natale in Italia. Per numero di imprese, prime sono Roma (39.971), Napoli (24.437) e Milano (23.362), seguite da Torino (16.117) e Salerno (10.671). Milano è però prima nel Paese per numero di addetti, 163 mila, seguita da Roma (132 mila), Napoli (68 mila) e Torino (52 mila). Il business mensile dei settori è di cinque miliardi.
Boglioli di Gambara, dopo i licenziamenti scatta la protesta
Scatta la protesta alla Boglioli di Gambara, società controllata da un fondo spagnolo (Phi Industrial Acquisitions) e ammessa al concordato preventivo in continutà. L’azienda del settore abbigliamento ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 50 dei 181 operai (in prevalenza donne) che da circa un anno si trovano costretti a fare i conti con la crisi e con la Cigs. Nei giorni scorsi, nella Bassa, si è tenuta una partecipata assemblea convocata dalla Cgil e i lavoratori sono pronti a dare battaglia. Nell’incontro del 14 dicembre – come informa Bresciaoggi – i rappresentanti degli occupati chiederanno il ricorso al contratto di solidarietà in alternativa ai licenziamenti: se andrà diversamente scatteranno gli scioperi e forse addirittura una clamorosa protesta alla prossima edizione di Pitti.