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Tendenze - page 44

In abbonamento si può avere tutto – La rivoluzione della Subscription Economy | INNOVATION CLUB

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Suscription economy

In un mondo plasmato da connessioni volatili e schermi digitali, il concetto di proprietà muta radicalmente. In un certo senso, possedere per sempre qualcosa (in specifico i prodotti virtuali, come i software) non è più la priorità per i clienti. La ‘ownership’ viene sostituita dalla ‘membership’, l’accesso temporaneo a un bene o servizio. Dato questo orizzonte, le aziende orientati alla membership avranno un ruolo sempre più centrale. La rivoluzione della membership economy è un fenomeno piuttosto recente, anche se affonda le sue radici in tanti cambiamenti avvenuti nell’ultimo decennio. Non a caso, il primo a predire questo shift è stato Jeremy Rifkin in un saggio visionario del 2001 intitolato The Age of Access. C’è voluto più del previsto per realizzare quanto previsto da Rifkin ma oggi i business più intelligenti e proattivi hanno già intrapreso la strada dell’evoluzione.

Una volta ci si abbonava soltanto allo stadio per le partite della propria squadra del cuore, a un servizio di Tv via cavo e ai mezzi pubblici della propria città. Oggi si possono invece sottoscrivere abbonamenti per quasi tutto, biancheria intima compresa. Il fenomeno si chiama subscription economy, economia della sottoscrizione, e il mercato degli Stati Uniti è pioniere di innovazioni, nel modo di consumare e vendere, che sta già arrivando in Italia.

Ovviamente, la subscription economy ha cominciato ad andare forte sul mercato dei software, grazie alle enormi innovazioni portate dal sistema dei cloud. Il software è sempre meno qualcosa che si installa sul proprio computer e sempre più un servizio che viene erogato via Web. I privati o le aziende pagano una tariffa mensile o annuale, e il fornitore offre il servizio (e tutti i suoi aggiornamenti) in rete. Un modello simile ha rivoluzionato anche i consumi culturali. Spotify, per la musica, e Netflix, per il cinema e le serie Tv, hanno dimostrato che l’utente non vuole il possesso del prodotto culturale, ma l’accesso. Quindi, oltre a una base gratuita (ma con pubblicità) si può pagare un abbonamento per avere accesso libero a una serie illimitata di file.

Ma le innovazioni più curiose vengono da altri settori. Un esempio: Un sito chiamato Manpacks offre questo innovativo servizio in abbonamento: si paga una quota annuale, e in cambio si ricevono regolarmente via posta pacchi di biancheria nuova. Tra gli altri prodotti, Manpacks consegna piccoli strumenti di cosmesi (esclusivamente maschile: rasoio, deodorante eccetera). Le consegne vengono effettuate ogni tre mesi. Una fornitura media di mutande, calzini e amenità varie per un anno costa intorno ai 500 dollari (senza spese di consegna). E per chi cerca qualcosa di specifico per la rasatura, c’è anche il Dollar Shave Club, che con 164 dollari all’anno permette di avere una fornitura di rasoi, schiume e dopobarba con consegne gratuite ogni mese.

Gli abbonamenti stanno cambiando qualcosa anche nel settore dei viaggi aerei. In California, ad esempio, ci si può abbonare al servizio Surf Air, che con una quota mensile di 1650 dollari permette di spostarsi quante volte si vuole, via aereo, in California. E visto che ormai in aereo si paga tutto, compresi chili extra di bagaglio e spazio in più per le gambe, compagnie come la United Airlines permettono ai frequent flyer di non pagare più questi servizi volo per volo ma di sottoscrivere un abbonamento per poterne godere ad ogni viaggio. Le cifre sono ancora piuttosto alte: 349 dollari all’anno per i bagagli e 499 dollari per lo spazio in più per le gambe. Ma la direzione è segnata.

L’economia in abbonamento può essere utile anche per imporre servizi che non hanno ancora grande diffusione sul mercato, come il Car-fi, ovvero il wi-fi da usare in macchina. La startup Auto-net è uno dei primi clienti che si è lanciato con servizi  subscription. Il Car-fi è destinato alle aziende, che vogliono che i dipendenti siano sempre collegati, via cloud, alla Rete e al sistema operativo centrale, per poter avere accesso a file, documenti e applicazioni condivise. Ma può essere utile anche per le famiglie. Con 9,95 dollari al mese, ad esempio, lo si può installare sull’auto di un figlio, per sapere sempre dove si trova e poter verificare la correttezza del suo stile di guida.

La decisione è semplice: riconoscere un cambiamento in atto nelle dinamiche di mercato e nei comportamenti dei clienti, oppure rifugiarsi in un modello economico superato, rischiando di diventare obsoleti. Citando William Gibson, il futuro è già qui – solo che non è distribuito in maniera uniforme. E’ stata necessaria una decade perché connessioni digitali, smartphone e cloud economico riuscissero a spianare la strada al modello più evoluto di membership economy. La velocità con cui le aziende riusciranno a compiere questo passaggio stabilirà la rilevanza delle stesse nella mente dei clienti. Clienti che, da parte loro, hanno già ben compreso la differenza tra il pensare in termini di proprietà top-down e il pensare (e agire) in condivisione, trasparenza e apertura. Alcune delle aziende più importanti dell’industria software sono già basate su un modello di subscription, si pensi a Microsoft e Adobe. Altre incorporano i principi della membership in una struttura più tradizionale. Le più innovative, come Netflix e Spotify, stanno facendo scuola portando un passo avanti il concetto di ‘membership organization’, con evidenti ricadute positive sull’esperienza dei clienti.

Se prendiamo per buona la teoria secondo cui il software ha inglobato il mondo – e quindi ogni azienda è oggi una software company – è facile capire perché questo nuovo modello economico produce effetti profondi sullo sviluppo tecnologico e sul rapporto che si instaura tra brand e utenti. Subscription, sharing, loyalty sono termini che devono far parte della definizione strategica del business. Per costruire connessioni di valore e monetizzare la relazione con i clienti.

Per approfondimenti: www.innovationclub.it

Brescia, gli scambi con la Cina valgono oltre un miliardo all’anno

in Economia/Export/Tendenze by

Gli scambi con la Cina valgono 15,7 miliardi per la Lombardia nel 2017, 11,8 miliardi di import e quasi 4 miliardi di export. Boom dell’export regionale, +9,9% in un anno, con un import che prosegue nella crescita, +1,6%. Secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, prima per scambi è Milano con oltre 7 miliardi, poi Lodi con 1,8 miliardi, Bergamo, Monza, Brescia e Varese con oltre un miliardo. Primi settori di scambio: computer e apparecchi elettronici con 3,2 miliardi, tessile e moda con 2,5 miliardi (+5%), macchinari con 2,2 miliardi (+1,4%) e apparecchi elettrici e metalli con 1,5 miliardi (rispettivamente +10% e +0,6%). Seguono con 1,2 miliardi i prodotti delle altre attività manifatturiere tra cui mobili, gioielleria e design (+8%) e la chimica (+11%). Crescono mezzi di trasporto (537 milioni, +27%) e alimentari (160 milioni, +18,5%).

 

Pasqua, la mappa delle imprese del regalo religioso in Italia e a Brescia

in Economia/Tendenze by
Regali religiosi a Brescia

È tempo di Pasqua, festività religiosa per eccellenza. Dalla classica icona da appendere in casa al ciondolo con l’immagine sacra, dai prodotti dei monasteri ai rosari, dall’angioletto colorato per la stanza dei bambini fino ai candelieri, alle statuette in marmo o alabastro e ai santini da collezione, sono solo alcuni degli oggetti o idee regalo a tema religioso. E sono 718 nel 2017 le imprese italiane specializzate nel commercio di articoli religiosi e arredi sacri, in crescita del 4,2% rispetto al 2012 con circa 1300 addetti e 33 milioni di business. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese a fine 2017.

Prima città Roma, Campania tra le regioni. A Venezia oltre cento addetti. Se tra i territori Roma fa la parte del leone con 98 di queste attività (+15% in cinque anni, quasi 300 addetti e oltre 20 milioni di business), tra le regioni è la Campania a imporsi con 131 localizzazioni e quasi 200 addetti. E tra le prime 15 molte si collocano al centro sud: dopo Roma vengono Napoli (48, +12%, 50 addetti), Foggia (41, +21%, 122 addetti), Caserta (33), Bari (22), Salerno (20). Benevento e Perugia (19), Ancona (18), Palermo e Milano (15). Molti gli addetti a Venezia (14 imprese e oltre 100 addetti).

Per business, dopo Roma con oltre 20 milioni all’anno, ci sono Padova con 4 milioni, Bari, Venezia e Palermo con circa un milione.

Lombardia, Milano e Bergamo prime, cresce Brescia. Sono circa 50 le attività in regione. Le prime lombarde sono Milano (15 localizzazioni, stabili in cinque anni) e Bergamo con 14  attività. Brescia passa da 5 a 7 unità in cinque anni. In Lombardia il business annuo è di oltre mezzo milione.

Pasqua, il pranzo a Brescia vale 490 posti di lavoro

in Alimentare/Economia/Eventi/Tendenze by

Lombardia, i settori del pranzo di Pasqua, per un giorno, valgono 9 milioni in Lombardia e 25 in Italia, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Crescono le imprese di dolci, cioccolato, carni e spumante, +3% in Lombardia in cinque anni. Si tratta di quasi 3 mila imprese in Lombardia su 34 mila in Italia, con 15 mila addetti in Lombardia su 91 mila in Italia. La Lombardia pesa per business nel settore 3 miliardi, su un totale nazionale di circa 9 miliardi.

Lombardia: settori della Pasqua per aree territoriali. Prima Milano con 923 imprese, in crescita del 9,2% in cinque anni e 7 mila addetti, seguita da Brescia con 490 (+2,5%) e 1.600 addetti, Bergamo (332 e quasi mille addetti), Varese e Monza (circa 200 imprese e rispettivamente 2 mila addetti e quasi 600).

Italia: settori della Pasqua per aree territoriali. Prime Napoli con 3 mila imprese e 5 mila addetti, Roma con quasi 2 mila imprese e 4 mila addetti, Bari con circa 1.400 attività e 3 mila addetti, Torino con quasi 1.200 e circa 3 mila e 500 addetti.

Pasticcerie, business in crescita, + 10%. Uovo per i piccoli e colomba per il pranzo pasquale, va il prodotto artigianale

Commenta Pietro Restelli – Presidente Associazione Panificatori Milano Monza e Brianza e Province (aderente a Confcommercio Milano):

“Cresce il business per la Pasqua, + 10% rispetto all’anno scorso. È segno di attenzione alla tradizione e al prodotto di qualità e artigianale. Gli acquisti, in crescita, determinano conseguenze positive per gli affari. Le vendite sono infatti iniziate da circa 2 settimane e sono al massimo in questi giorni, in vista del pranzo pasquale col prodotto di qualità.

Per quel che riguarda la tendenza, il 2018 non si discosta dall’anno che lo ha preceduto. La colomba artigianale è preferita dagli adulti. Per i più piccoli l’uovo rappresenta sempre un momento di festa, attesa e sorpresa. Il consumatore, attento e consapevole, acquista la qualità, con un occhio anche al prezzo”.

Somos, una startup per rendere più “smart” la mobilità personale

in Economia/Evidenza/Startup/Tendenze by
Somos

Smart-Oriented MObility Solutions (SOMOS) è uno spin-off dell’Università della Calabria ed è una Startup Innovativa. La società è orientata allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico per l’ingegneria

dei trasporti, con particolare riferimento a rilievi e analisi delle componenti della mobilità sia su mezzi privati, sia su mezzi pubblici, al controllo delle condizioni di circolazione veicolare in ambito urbano ed extraurbano, alle analisi di sicurezza stradale e, più genericamente, ad applicazioni di

smart mobility, nella più ampia accezione del termine.

Recentemente la neo costituita Startup ha partecipato all’Open Innovation Contest 7.0 di NTT Data, entrando tra le 10 startup italiane finaliste. 

Numerose sono le idee in fase di sviluppo collegati ad un’evoluzione intelligente della mobilità che è sempre più un problema aperto in Italia ed in tutto il mondo.

Un’app per fare scattare il semaforo verde

E’ una delle questioni che tocca gli automobilisti di tutto mondo: avere fretta di raggiungere un posto e trovarsi bloccati nel traffico a causa del semaforo rosso. Un problema che SOMOS sta provando a risolvere. 

L’utente che è in possesso dell’app può influenzare il rosso e il verde del semaforo riuscendo a sfruttare meglio l’onda verde e potenzialmente non trovandosi mai bloccato nel traffico. Si tratta di un progetto ambizioso e che, pur essendo ancora in fase di prototipo, ha suscitato l’interesse di grandi società.

Il sistema  non crea disparità tra “chi paga e chi no” ma anzi permette di realizzare una regolazione del traffico naturale di cui beneficiano poi tutti gli utenti. 

Trasformare ogni auto in una “smart car” attraverso lo smartphone

Sempre attraverso un app è fornire a chi è al volante molte informazioni come lo stile di guida, la posizione del mezzo (per ricordarsi dove si è parcheggiato), l’analisi della ecosostenibilità di guida, lo storico dei propri viaggi. Il sistema è in grado di rilevare un’emergenza come una collisione e chiamare in automatico il soccorso.

Chiaramente l’App viene “accesa” prima di mettersi alla guida e spenta a macchina ferma.

Il sistema funziona senza la necessità di dispositivi IoT ma può essere integrato anche questa tecnologia.  Questo strumento viene fornito integrato ad un sistema GIS che permette poi l’analisi di tutti i dati raccolti per fare altre analisi qualitative come la pericolosità dei tratti stradali. Questi dati possono essere analizzati in un cruscotto web mobile o integrati ad un sistema gestionale. Risulta particolarmente utile a specifici contesti come la gestione delle flotte aziendali, dei mezzi pubblici (autobus, nettezza urbana) ma anche al mondo delle gare automobilistiche storiche e moderne.

Creare una competizione tra automobilisti per promuovere sicurezza e sostenibilità

Spesso quando si pensa ad una competizione automobilistica si pensa sempre al concetto di velocità. E’ invece possibile attraverso la misurazione dello stile di guida di creare delle vere e proprie competizioni. Attraverso la gestione della cosiddetta “Gamification” l’utente può accumulare punti o bonus per ogni prestazione di guida su un percorso urbano o extraurbano considerando anche la difficoltà dello stesso.  La promozione di uno stile di guida corretto rientra nel più generale concetto di “Health & Wealth“ e può quindi essere affine a programmi di Welfare aziendale soprattuto per particolari tipologie di lavoratori come quelli legati mondo dei trasporti.

Aiutare il corridore a migliorare le proprie prestazioni

Mobilità non significa solo automobile ma significa anche promuovere un’attività sportiva facilmente accessibile a tutti come la corsa.

Il runner può beneficiare di molteplici servizi attraverso un sistema digitale intelligente messo attraverso un’applicazione Smartphone.

> Dopo avere forma del piede e andatura è possibile fornire ai costruttori di scarpe dati per progettare una scarpa “su misura” fornite tramite un servizio di “abbonamento” in base alla frequenza di utilizzoe quindi all’usura;

> E’ possibile costruire dei programmi di formazione “su misura” che siano mirati a far svolgere 

al corridore neofita, amatoriale o professionista specifici training;

> Infine le prestazioni della corsa possono essere facilmente misurate e quindi creati delle iniziative ludiche dove corridori amatoriali possono gareggiare con i più esperti premiando non solo il tempo assoluto ma anche il miglioramento.

Export, in Lombardia 63mila operatori per 110 miliardi di merci in un anno

in Economia/Export/Tendenze by

Sono 63 mila gli operatori economici lombardi che esportano ogni anno le loro merci nel mondo su circa 200 mila in Italia., per un valore di circa 110 miliardi di euro annui. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat- ICE, anni 2006-2016.

Export in crescita per la Lombardia. 89 miliardi di euro: è il valore dell’export lombardo nei primi nove mesi del 2017, +7,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Circa un quarto di tutte le esportazioni italiane nella prima metà dell’anno sono partite dalla Lombardia. Milano con oltre 30 miliardi, Brescia e Bergamo con oltre 11, Monza e Brianza e Varese con oltre 7 miliardi sono i territori che esportano di più. Un anno positivo che vede una crescita dell’export a due cifre per Monza e Brianza (+15%), Cremona (+16%), Lodi (+14%). Bene anche le importazioni che crescono del 7,2% superando i 92 miliardi di euro, circa un terzo del totale italiano. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat relativi al terzo trimestre 2017 e 2016.

Mercati in crescita. L’Europa si conferma il principale mercato per la Lombardia con il 70% circa dell’interscambio e una crescita del business coi paesi dell’Unione Europea (+ 7,3% l’export a quota 50 miliardi e + 8,2% l’import di 61 miliardi) e dei Paesi europei non UE (+3,6% l’import, +8,6% l’export). Bene gli scambi con Stati Uniti e America del nord (+14% l’export a 7,4 miliardi, +10% l’import a 2,7 miliardi). Anche col Sud America sale l’export del + 8%. Cresce il business con l’Africa centro-meridionale (+10,5% l’import, +5% l’export). Si rafforzano gli scambi con Cina, Giappone e Asia Orientale (export di 9 miliardi, +9%).

Imprese femminili, a Brescia danno lavoro a 43mila persone

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Le imprenditrici bresciane impiegano circa 43mila addetti in provincia. Sono 23.952 le imprese femminili con sede nel bresciano alla fine del 2017, in crescita, nell’ultimo anno, dello 0,7%.

E’ quanto emerge dalle elaborazioni del Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia su dati del Registro Imprese.

Brescia si colloca in seconda posizione in regione per numero di imprese femminili, preceduta da Milano, che conta oltre 63mila imprese, e seguita da Bergamo che ne conta oltre 18mila.

Le imprese femminili rappresentano il 20,1% delle imprese del territorio e sono molto attive nei settori del commercio, del turismo, della cura del benessere della persona.

Commercio, turismo, servizi, manifattura e agricoltura sono, infatti, lo zoccolo duro del fare impresa al femminile; in questi cinque settori si concentra ben il 70% delle imprese rosa in provincia.

Il 25% delle imprese rosa sono attive nel commercio, vale a dire 1 impresa su 4; più nel dettaglio operano nel commercio al dettaglio di abbigliamento, nella gestione dei minimercati delle tabaccherie e nella vendita ambulante di prodotti tessili.

Nei servizi turistici le donne operano nella ristorazione, dove prediligono la gestione dei bar, comparto quest’ultimo caratterizzato da una connotazione femminile particolarmente forte pari ad una impresa su cinque.

Altro settore produttivo che si caratterizza per l’elevata presenza femminile è quello dei servizi nel quale primeggiano i servizi alla persona; in tale comparto il 67% delle imprese è guidato da donne. In questo ambito le attività principalmente svolte sono quelle di parrucchiere ed estetiste e di lavanderie.

 

Nell’industria manifatturiera le donne imprenditrici esprimono la loro creatività nell’attività di confezione di articoli di abbigliamento anche se non manca la presenza femminile in lavori prettamente maschili quali quelli della meccanica generale e della fabbricazione di prodotti in metallo.

Nell’agricoltura le imprese rosa svolgono attività di coltivazione con annessi allevamenti e si occupano di coltivazione di cereali.

Nell’ultimo anno le imprese gestite da donne sono aumentate dello 0,7%, in controtendenza rispetto a quanto osservato per la struttura imprenditoriale non femminile che, invece, è calata dello 0,3%. Il contributo alla crescita dell’imprenditorialità femminile proviene dall’aumento della partecipazione femminile, nell’ultimo anno, in alcuni comparti del terziario quali le attività tecniche e scientifiche (+5,3%) laddove emergono le aziende rosa che operano nelle attività di direzione aziendale e consulenza gestionale (+8,4%), negli studi di architettura e ingegneria (+9,3) e nella pubblicità e ricerche di mercato (+8,0%). In aumento anche le imprese femminili che operano nel comparto del supporto alle imprese, in tale ambito, nell’ultimo anno, sono cresciute le attività dei servizi per edifici e paesaggi (+5,1%) e le attività di supporto per le funzioni d’ufficio (+5,0%). Importante anche la crescita delle aziende rosa nell’ambito dell’istruzione (+9,3%).

Le imprenditrici bresciane hanno un’età media di 51 anni e sono leggermente più giovani rispetto alle colleghe lombarde ed italiane (52 anni), ma meno giovani in confronto alle imprenditrici straniere (47 anni è l’età media delle comunitarie e 43 anni delle extracomunitarie).

Il 12,7% delle imprese femminili è gestito da donne straniere di cui il 9,8% sono imprenditrici extracomunitarie. Nell’ultimo anno le imprese straniere hanno fatto registrare una buona dinamica di crescita (+4,8%), trainata in particolare dalle imprenditrici extracomunitarie (+5,1%).

Le imprenditrici straniere provengono prevalentemente dalla Cina (891), dalla Romania (885), dalla Svizzera (391), dalla Germania (272) e dal Marocco (278). Presenti anche Albanesi (262), Ucraine (260) e Indiane (239).

Scambi con la Corea, a Brescia valgono 182 milioni di euro

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La Lombardia ha oltre 3 miliardi di scambi con la Corea, 1,5 di export e 1,6 di import, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi su dati Istat per l’anno 2017.

Cresce l’export, +7% in un anno e l’import, +18%. In Italia gli scambi sono di 7,7 miliardi, la Lombardia pesa quasi la metà. Bene gli scambi anche per il Paese, +8,2% l’export e +14,2% l’import.

In Lombardia. Prime Milano con 1,9 miliardi di scambi (+9,7% l’export e + 35% l’import), Mantova con 242 milioni, Bergamo con 222 milioni, Brescia con 182.

Principali settori. La Lombardia esporta 1,47 miliardi di manifatturiero. Primi settori tessile, con un export da oltre mezzo miliardo e macchinari con oltre 300 milioni

Oggi incontro del Console Generale Yoo della Repubblica di Corea con Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi nella sede di via Meravigli.

La Lombardia si conferma da sempre un territorio con una forte propensione all’internazionalizzazione e i dati relativi agli scambi commerciali tra la nostra regione e la Corea del Sud mettono in luce la rete di rapporti commerciali esistenti con il Paese – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente di Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionali della  Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.  Il trend  degli scambi commerciali con la Corea del Sud è positivo sia sul fronte dell’import che dell’export: cresce la richiesta di made in Italy, in particolare di prodotti del manifatturiero,  ma anche l’import che registra +17,9% in un anno. L’incontro di oggi rappresenta l’occasione per consolidare le relazioni commerciali e far conoscere il nostro territorio e le sue eccellenze economiche e culturali.

Caro estinto, Brescia quinta in Italia per numero di imprese

in Economia/Tendenze by

Il caro estinto è un mondo che conta in Lombardia, tra sedi di impresa e unità locali, circa 1.900 attività. Un comparto che cresce del 2,3% tra 2016 e 2017 e pesa il 14,6% sul totale italiano  (13.000 attività). Si tratta di 1.534 imprese di pompe funebri su 10.390 italiane e 345 attività nel commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali su 2.503 nazionali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2017 e 2016 relativi alle localizzazioni (sedi di impresa, sedi secondarie ed unità locali).

Milano è prima in regione con 505 attività (+0,4% in un anno) e terza nel Paese dopo Roma (627, +4%) e Torino (529, +2,3%). A livello regionale viene poi Brescia, che con 317 attività è quinta in Italia per numero di imprese del settore, seguita da Bergamo con 200 e Varese con 165. A livello nazionale quarta è, invece, Napoli con 374 attività. In un anno in Lombardia è il territorio di Sondrio a registrare la crescita più elevata, +11,6%, mentre in Italia crescono soprattutto La Spezia (+18,8%) e Pistoia (+17,9%).

I prezzi dei fiori. Sono quasi 3 mila le imprese di fiori in Lombardia, tra negozi e ambulanti, di cui circa mille a Milano (+2%) in un anno, circa trecento a Brescia, Bergamo, Varese, circa duecento a Monza, Pavia e Como.

Come da tradizione, il fiore più acquistato per la ricorrenza dei defunti è il crisantemo con un prezzo che, a seconda della varietà e della lunghezza, va da 2,00 euro a 4,50 euro. Lo rileva l’Associazione dettaglianti fiori e piante aderente a Confcommercio Milano. Secondo la qualità, il prezzo di un mazzo di crisantemi (7 rami) può variare dai 10 ai 20 euro.

Brescia, le imprese della pubblicità sono 893

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Imprese del settore pubblicità a Brescia

Sono oltre 8 mila le imprese in Lombardia e a Brescia che si occupano di pubblicità con 47 mila addetti e ricerche di mercato su 32 mila in Italia con 99 mila addetti. Primo settore sono le agenzie pubblicitarie, che contano più di 4 mila attività su 18 mila nazionali, seguite dalle ricerche di mercato e sondaggi di opinione con oltre 2 mila imprese su 7 mila, le concessionarie di pubblicità con oltre mille imprese su 5 mila. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al 2017 e 2016.

In Lombardia. Prima Milano con 5 mila imprese, stabili in un anno e 38 mila addetti. La seguono Brescia con 893 (+2,6%), Monza e Brianza con 543, Bergamo con 504 (+2,2%), Varese con 333 (tutte con circa mille addetti). Superano i 2 mila gli addetti nelle quasi 200 imprese di Mantova. Lodi con 71 imprese vede il settore crescere di +4,4%.

In Italia. Milano è prima con 5 mila imprese e 38 mila addetti, seguita da Roma con quasi 4 mila aziende e 7 mila addetti, Torino con oltre mille imprese e 11 mila addetti, Napoli con oltre mille imprese e circa 2 mila addetti, Brescia con quasi mille aziende e più di mille addetti. Tra le prime, crescono Napoli e Brescia, rispettivamente +7,2% e + 2,6% in un anno.

“Il settore comunicazione è particolarmente ricco di aziende e concentrato a Milano, nel quadro nazionale – spiega Beatrice Zanolini, consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi -. Si tratta di una comunicazione che punta sempre di più su web e social, oltre agli strumenti tradizionali, dai media alla pubblicità, dai materiali stampati agli eventi organizzati, anche in questi giorni di campagna elettorale”.

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