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Economia - page 48

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

I vantaggi di avviare un business online: dai costi al customer care

in Economia/Servizi/Web e digitale by

Dalla gestione più efficace dell’assistenza clienti alla possibilità di aumentare margini di guadagno e bacino di clienti. Le ragioni che spingono gli imprenditori a investire nel digitale sono molte e tutte estremamente valide. Non stupisce quindi che un numero crescente di imprese abbracci la transizione digitale, arrivando in alcuni casi persino ad abbandonare i tradizionali canali offline. Ma quali sono esattamente i vantaggi di un business online? Vediamoli nel dettaglio.

L’abbattimento dei costi. È questo uno dei principali benefici della transizione digitale, dovuto ad una combinazione di aspetti. Sì, perché con un’attività digitale non è necessario affittare uffici e punti vendita di grandi dimensioni. L’imprenditore può far lavorare i dipendenti in smart working, oppure ricorrere a soluzioni ibride, che comunque comportano una notevole riduzione di tutte quelle voci di spesa tipicamente associate alla presenza di una sede fisica. Un risparmio che fa la differenza sui bilanci annuali, soprattutto in tempi di crisi energetica.

Restando in tema di contabilità e flussi di cassa, la riduzione delle spese che caratterizza il business online non pregiudica in alcun modo l’accesso al credito, anche a condizioni particolari. Che siano fisiche o digitali, le aziende possono ricorrere a strumenti di finanza agevolata.

Oltre alle spese, il ricorso ad un business digitale abbatte un altro vincolo che si ha con le sedi fisiche: gli orari. I canali online sono sempre aperti, il cliente interessato all’offerta ha quindi la possibilità di scoprire servizi e/o prodotti proposti in qualsiasi momento. In altre parole, se un’attività tradizionale genera profitti solo durante l’orario di apertura, uno store online può portare vendite e contatti in qualsiasi momento.

L’impiego dei canali online ha conseguenze dirette anche sulla misurazione dei risultati e la messa a punto delle strategie di marketing. Con l’aiuto di strumenti ad hoc e test A/B, il team di marketing individua e sviluppa le soluzioni più efficaci per la comunicazione del brand e l’esperienza utente. Il cliente viene quindi messo al centro del processo di vendita, con indiscutibili vantaggi anche in termini di ampliamento della platea di utenti e customer care.

Raggiungere un maggiore numero di clienti in target è possibile grazie all’adozione di strategie mirate e investimenti in promozione tramite canali digital e social. Attività che hanno costi molto più bassi della tradizionale pubblicità e che, grazie ai dati di cui l’azienda è in possesso, risultano più efficaci.

Ultima, ma non meno importante, l’assistenza clienti. Questa trova particolare beneficio dall’avvio di un’attività online, perché l’azienda ha la possibilità di interagire con clienti acquisiti e potenziali tramite diversi canali. Dalle richieste di informazioni sui social fino al servizio di assistenza telefonica, il supporto al cliente passa da più canali, risultando così più accessibile per l’utente. Attenzione però, per ottenere risultati apprezzabili in questo senso, il customer care deve essere curato e affidato a personale competente.

Banca Valsabbina, Bonetti nuovo direttore

in Banche/Economia/Nomine/Valsabbina by

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina, nella seduta del 14 Settembre 2022 ed in vista della conclusione della carriera professionale del Direttore Generale Tonino Fornari con decorrenza 31 Dicembre 2022, ha ridefinito la struttura della Direzione Generale dell’Istituto.

In particolare il Consiglio di Amministrazione ha individuato quale successore di Fornari Marco Bonetti, attuale Condirettore Generale, e quali Vice Direttori Generali Hermes Bianchetti, già Responsabile della Divisione Business e che svolgerà il ruolo di Vicario, e Antonio Beneduce, attuale Responsabile del Servizio Risk Management Pianificazione e Controllo.

La scelta del Consiglio di Amministrazione risponde alla volontà di assicurare continuità favorendo al contempo la crescita interna delle risorse meritevoli, con l’obiettivo di proseguire nell’ambito di un avviato percorso di sviluppo ed evoluzione della Banca.

Marco Bonetti è in Banca Valsabbina dal 2003 dove ha svolto, prima di essere nominato Condirettore Generale, diversi incarichi principalmente nel Settore Commerciale fino a ricoprire il ruolo di Direttore Centrale Area Mercato e, successivamente, di Vice Direttore Generale.

Il Consiglio di Amministrazione ha quindi avviato, presso la Banca d’Italia, il processo di valutazione previsto dalla normativa di Vigilanza. Le nomine avranno decorrenza 1 gennaio 2023.

Voglio esprimere a nome del Consiglio di Amministrazione la più profonda gratitudine e stima per il sig. Tonino Fornari che ha sempre svolto il proprio incarico con serietà, professionalità e competenza, contribuendo allo sviluppo della Banca”, dichiara il Presidente Renato Barbieri.

“La scelta nel ruolo di nuovo Direttore Generale del sig. Marco Bonetti, persona in possesso di un’approfondita conoscenza della Banca e che ha fornito un contributo determinate nel processo di espansione commerciale della stessa, evidenzia la sensibilità del Consiglio di Amministrazione alla valorizzazione e crescita delle risorse interne”.

Metalmeccanica, a Brescia un 1° semestre in crescita, ma pesa l’incognita energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

L’attività produttiva delle imprese metalmeccaniche bresciane archivia il 1° semestre 2022 in crescita, anche se il periodo tra aprile e giugno si caratterizza per un generale rallentamento, in un contesto caratterizzato da costi degli input energetici attestatisi su livelli mai sperimentati. Nel dettaglio, l’attività ha segnato, nel 2° trimestre, un +3,1% per il comparto meccanico rispetto al periodo precedente (congiunturale) e un -2,2% per quello metallurgico. La dinamica nei confronti del 2° trimestre del 2021 (tendenziale) mostra, rispettivamente, un +8,6% e un -1,8%.

A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate.

“Nonostante i dati comunque positivi segnati nei primi due trimestri dell’anno, il comparto meccanico si trova oggi di fronte ad alcune importanti incognite – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del settore Meccanica e Meccatronica di Confindustria Brescia –: mi riferisco, in particolare, al caro energia, che rischia di diventare cronico e di vanificare i risultati ottenuti sin qui, e alle incertezze legate al futuro dell’automotive, che rischiano di impattare in modo drammatico sulla nostra filiera. Il nostro settore però è pronto ad affrontare le sfide che ci aspettano, come testimonia anche la volontà di cambiare la denominazione in Meccanica e Meccatronica, a sottolineare l’attenzione per l’evoluzione conosciuta dal comparto negli ultimi anni.”

“L’aumento dei prezzi del 2021, spinto da quello delle materie prime, del 2021 ha lasciato il passo a un rincaro dei costi energetici. La diminuzione delle quotazioni dei metalli di base sperimentata nel 2022 non ha avuto come effetto la diminuzione dei prezzi dei prodotti metallurgici e siderurgici, a causa degli aumenti dei costi energetici, che non vediamo solo sulle nostre bollette di energia elettrica e del gas, ma anche su tutti quei prodotti che hanno come costo principale la componente energetica – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, Presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Il problema ora non è solo di riuscire a scaricare a valle questi straordinari aumenti di costo, ma è anche di far fronte a due grandi fenomeni in atto: la riduzione della disponibilità economica dei consumatori, che potrebbe portare anche ad una recessione tecnica, e la perdita di competitività della filiera sidermetallurgico-meccanica a fronte di paesi extraeuropei che hanno costi energetici molto inferiori. Oggi le preoccupazioni degli operatori sono non solo di far fronte al pagamento di fatture, ma soprattutto il mantenimento dei volumi a fronte di un mercato che rallenta e mostra grandi ombre all’orizzonte, quali i dubbi sulla tenuta dell’edilizia con il rallentamento dei bonus edilizi e quelli sul futuro della filiera della componentistica auto, a seguito delle drastiche decisioni prese dall’UE. Tutto ciò senza perdere di vista l’aumento del circolante e delle esposizioni verso i clienti causato da questo aumento dei costi, e tutto quello che ne deriva sia in termine di costi che di esposizione verso il ceto bancario.”

L’operatività aziendale continua a essere influenzata da problematiche per quanto riguarda gli approvvigionamenti delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nei processi produttivi, che si sono riverberati sui costi di acquisto. Dal 3° trimestre del 2020 al 2° trimestre del 2022, le imprese bresciane attive nella meccanica hanno dichiarato incrementi nell’ordine del 132%, quelle nella metallurgia rincari pari all’82%. Di fronte a tali dinamiche, le aziende hanno risposto con aumenti dei prezzi di vendita pari rispettivamente al 20% e al 62%. Ciò sta a significare che gli operatori della metalmeccanica bresciana hanno solo in parte trasferito sui prezzi applicati ai clienti gli extra-costi subiti nella fase di approvvigionamento. Ne consegue una riduzione della marginalità industriale, che rischia di muoversi in direzione opposta a quella dei fatturati, che invece hanno superato abbondantemente i livelli del 2019. 

Va tuttavia ricordato come nei mesi più recenti dell’anno i prezzi dei metalli industriali maggiormente utilizzati dalle realtà bresciane abbiano registrato, complice il raffreddamento del quadro ciclico globale, un significativo indebolimento: a titolo d’esempio, l’indice LMEX, che racchiude in un solo valore le quotazioni dei principali metalli non ferrosi scambiati alla borsa di Londra (alluminio, nichel, piombo, rame, stagno e zinco) ha sperimentato una flessione del 32% dai massimi storici rilevati la scorsa primavera. Allo stesso tempo va ricordato come le quotazioni attuali siano ancora particolarmente elevate (+22%) nel confronto con la media del biennio 2018-2019, preso a riferimento come la “normalità pre-Covid”. Considerazioni nel complesso analoghe riguardano il rottame ferroso, utilizzato nelle produzioni siderurgiche a forno elettrico, i cui prezzi sono diminuiti del 36% dai massimi assoluti raggiunti a marzo, pur segnando ancora un +48% nei confronti del valore medio rilevato negli anni 2018-2019.

Le preoccupazioni degli operatori metalmeccanici riguardano inoltre il “caro energia”, che, come già denunciato in altre occasioni, rischia di compromettere ancora di più la redditività operativa, a seguito delle fiammate dei prezzi riscontrata nelle ultime settimane. Le più recenti proiezioni, formulate dal Centro Studi di Confindustria Brescia per la bolletta della sola energia elettrica potenzialmente pagata dall’industria metalmeccanica bresciana si attesterebbero, nel 2022, a 2.430 milioni, un importo sostanzialmente triplicato rispetto al 2021 (842 milioni) e in aumento del 592% nei confronti di quanto riscontrato nel 2019.

Lo stato di apprensione degli imprenditori riguarda anche l’evoluzione della domanda proveniente dalla Germania, storico partner per il made in Brescia. Per l’anno in corso il prodotto tedesco è stimato crescere solamente dell’1,2%, contro il +2,1% ipotizzato nella primavera scorsa. Le aspettative per il 2023 sono ancora meno ottimistiche (+0,8%, a rettifica del +2,7% previsto mesi fa).

Sul versante del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, le ore autorizzate nei primi sette mesi del 2022 sono diminuite del 69% rispetto allo stesso periodo del 2021, passando da 15,4 a 4,8 milioni. In particolare, la componente ordinaria è calata del 76% (da 10,4 a 2,5 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha subito una flessione del 53% (da 5,0 a 2,4 milioni di ore). Nella prima parte dell’anno, quindi, non vi sono evidenze di un maggiore accesso alla CIG, a seguito della esasperata crescita delle quotazioni di energia elettrica e gas naturale. Tuttavia, il confronto con il 2019 mostra una crescita dell’83% (sintesi di un +208% della CIGO e di un +28% della CIGS) e aumentano le aspettative per un’accelerazione delle domande di CIG nel prossimo autunno. Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 1.800, contro le oltre 14 mila del 2020 e le mille del 2019.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con quasi 105 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (17 mila addetti) e i prodotti in metallo (39 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila addetti) e in sesta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 9 mila addetti).

Imprese Lombardia, dal 15 settembre ulteriori 175 milioni per l’accesso al credito

in Economia/Energia/Finanza by

Le imprese lombarde potranno nuovamente usufruire della misura ‘Credito Adesso Evolution’ la cui dotazione finanziaria è stata aumentata di 175.843.393 di euro.

Una decisione assunta dalla Giunta lombarda su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico e che sarà operativa da domani, giovedì 15 settembre, dalle ore 10.30.

Nel dettaglio, 15.843.393 di euro sono destinati all’incremento del fondo ‘Abbattimento interessi sui finanziamenti alle PMI cofinanziati da BEI’ per la riduzione del costo dei finanziamenti, mentre i restanti 160.000.000 all’ampliamento del plafond dedicato ai finanziamenti.

RISPOSTA A ESIGENZE AZIENDE – “Rifinanziamo e diamo continuità a ‘Credito Adesso Evolution’ – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico – rispondendo ancora una volta alle esigenze di liquidità delle aziende e dei professionisti lombardi”.

LA MISURA – ‘Credito Adesso Evolution’ finanzia il fabbisogno di capitale circolante di imprese, professionisti anche associati della Lombardia con la concessione di finanziamenti abbinati a contributi in conto interessi.

DESTINATARI – Le imprese, anche artigiane, con organico fino a 3.000 dipendenti (PMI e Mid Cap) operative da almeno 24 mesi in Lombardia e appartenenti a uno dei seguenti settori: manifatturiero, servizi alle imprese, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, alloggio, ristorazione e somministrazione, corsi sportivi e ricreativi, servizi di asili nido e assistenza diurna per minori disabili, attività sportive, di intrattenimento e di divertimento e stabilimenti termali. Nonché liberi professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi che operano in uno dei comuni della Lombardia e studi associati di professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi.

CONCESSIONE CONTRIBUTI – La misura prevede un contributo in conto interessi abbinato al finanziamento e pari al 3% e comunque non superiore al tasso definito per il finanziamento sottostante – e fino ad un massimo di 70.000 euro.

COME PRESENTARE LE DOMANDE – Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per mezzo di bandi on line, accessibile all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it a partire da giovedì 15 settembre, alle ore 10.30.

Per tutte le ulteriori informazioni consultare il sito internet www.imprese.regione.lombardia.it.

Video marketing per le aziende di Brescia

in Cultura/Economia by

Quando si pensa alle grandi aziende italiane è davvero facile immaginare il Nord Italia, in particolar modo la zona del Triveneto, con tutte le sue fabbriche, le famiglie di imprenditori ed i nomi che hanno dato lavoro a migliaia di persone e che contribuiscono a tenere alto il nome del Made In Italy nel mondo.

Altrettanto ovviamente il pensiero vola piuttosto facilmente verso la Lombardia ed in particolare  Milano, da secoli uno dei maggiori centri industriali sin dai tempi dell’Italia pre unitaria, ma basterebbe spostarsi solo di qualche chilometro per arrivare fino a Brescia.

Una città, inclusi i relativi dintorni, che ha dato i natali a dei grandi nomi come A2A Ambiente, Cameo, Energetic Source, Feralpi Holding, Beretta, Siderurgica Investimenti. Duferco Italia, Liquigas, Lonati e così via. Visto? Non “serve” andare proprio fino a Milano per trovare i grandi nomi dell’alta finanza!

Una volta fatta questa doverosa precisazione è tempo di porsi un quesito. Di che cosa ha sempre bisogno un’azienda per crescere ancora di più e farsi conoscere da ancor più potenziali clienti ed investitori? Ma naturalmente della pubblicità che, come recita l’adagio, “è l’anima del commercio”.

In un mondo sempre più frenetico, affamato di novità, tecnologico ed in costante evoluzione possiamo dire che i vecchi cartelloni pubblicitari hanno fatto il loro tempo. Se l’occhio del consumatore medio oggi è più indirizzato sul versante video e digitale, allora, perché non cogliere la palla al balzo?

Ci sono infatti molte agenzie di comunicazione che offrono dei servizi di videomarketing, basti vedere ad esempio come Post Tube realizza video a Brescia e provincia, per aziende e professionisti di ogni tipo.

Naturalmente non basta solo qualche ripresa ai prodotti finiti, una carrellata rapida sul clima interno alla ditta, un paio di inquadrature del personale et similia per avere un buon prodotto. Tutto questo è solo la punta dell’iceberg perché, per fare un buon video per delle aziende competitive come sono quelle del bresciano, occorre qualcosa di più sofisticato e ragionato.

Si potrebbe immaginare la cosa come una sorta di realizzazione di un film. Per prima cosa serve una bella idea creativa alla base di tutto, uno storyboard che delinei a grandi tratti ciò che i consumatori vedranno sullo schermo, la registrazione ed un’operazione di post produzione per il montaggio e le eventuali correzioni.

Il risultato finale? Naturalmente in questo caso non c’è un premio Oscar, ma comunque una maniera più creativa ed efficace per promuovere i propri messaggi ed i propri prodotti e/o servizi attraverso spot pubblicitari più canonici, video sui principali social network o presentazioni della realtà della propria azienda.

Immaginate poi al comparto sonoro, a volte bastano poche note azzeccate ed altrettante parole per creare uno spot con un enorme impatto a livello internazionale!

Se dunque tutto ciò avrà successo il “ritorno” non sarà al botteghino, sempre per continuare con la metafora cinematografica, ma nella fidelizzazione della clientela già conosciuta e nell’acquisizione di una nuova.

Se dunque avete già una piccola idea provate a pensare a come possa venire ancora meglio in video. La macchina da presa è lì, che cosa state aspettando?

Nuovo balzo in avanti per l’export bresciano

in Economia/Export/Tendenze by

Nel secondo trimestre 2022 le esportazioni bresciane hanno raggiunto la quota record di 6,1 miliardi di euro, in crescita di oltre il 22% rispetto all’analogo periodo del 2021 e dell’11% rispetto al primo trimestre di quest’anno. In crescita sono anche le importazioni, che nel secondo trimestre sono state di poco inferiori ai 4 miliardi. Il saldo commerciale del trimestre resta ampiamente positivo (+2,1 miliardi). A livello cumulato, nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni hanno raggiunto la quota record di 11,6 miliardi, mentre le importazioni sono state nell’ordine dei 7,7 miliardi di euro (e un saldo commerciale di circa 3,9 miliardi di euro). A osservarlo sono i dati Istat rielaborati dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia.

L’export bresciano – in un contesto comunque positivo – è tra i più dinamici a livello nazionale. Come osserva infatti il focus dell’Istat «L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Ascoli Piceno, Siracusa, Torino, Brescia, Vicenza, Modena, Cagliari, Parma e Bergamo». Nei primi sei mesi del 2022, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+27,6%), Stati Uniti (+37,1%), Francia (+20,0%) e Spagna (+29,4%). La forte dinamica dell’importexport è più che positiva, ma è in buona parte da collegare alla spirale inflattiva, come peraltro osservato anche dal recente rapporto sul commercio estero dell’ICE.

Entrando nel dettaglio dell’import-export bresciano, l’export nell’area UE rappresenta il 67,3% del totale (in lieve calo rispetto al primo trimestre) e minima è la crescita verso i paesi non Ue (11,6% del totale; era l’11,3%). In calo la quota di export verso l’Asia, in aumento quella verso l’America settentrionale (aiutata anche dal cambio valutario).

«Siamo soddisfatti per l’andamento dell’export estremamente positivo, seppur da depurare dalla componente inflattiva – afferma Pierluigi Cordua, Presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Sono dati che confermano la propensione e la grande capacità delle nostre piccole e medie imprese bresciane a essere competitive sui mercati internazionali. Restano però tutti gli elementi di incertezza legati a prezzienergiamaterie prime. In questo senso le imprese si aspettano risposte in tempi rapidi dalla politica, sia a livello nazionale che europeo, perché solo riducendo laddove possibile le componenti di incertezza si può immaginare un consolidamento della crescita e allontanare lo spettro della recessione che, in una fase delicata come quella attuale, avrebbe conseguenze sociali importanti».

Cembre, nel primo semestre 2022 ricavi a 104,4 milioni (+23,4%)

in Aziende/Bilanci/Cembre/Economia by
Cembre

Il Consiglio di Amministrazione di Cembre S.p.A., Società quotata nel segmento Euronext STAR di Borsa Italiana, tra i primi produttori europei di connettori elettrici e di utensili per la loro installazione, riunitosi oggi a Brescia sotto la guida del Presidente ed Amministratore Delegato Ing. Giovanni Rosani, ha approvato la Relazione relativa al primo semestre del 2022.

Nel primo semestre 2022 il Gruppo ha evidenziato ricavi delle vendite consolidati pari a 104,4 milioni di euro, in crescita del 23,4% rispetto agli 84,5 milioni di euro del primo semestre 2021.

Le vendite semestrali del Gruppo in Italia, pari a 46,4 milioni di euro, sono aumentate del 27,5%, mentre quelle estere, pari a 58,0 milioni di euro, sono salite del 20,4%. Nei primi sei mesi dell’anno i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 44,5% in Italia (43,0% nel primo semestre 2021), per il 45,2% nella restante parte dell’Europa (46,8% nel primo semestre 2021) e per il 10,4% fuori dal continente europeo (10,2% nel primo semestre 2021).

Il risultato operativo lordo consolidato (EBITDA) del primo semestre 2022, pari a 30,5 milioni di euro, corrispondenti al 29,2% dei ricavi delle vendite, è aumentato del 20,9% rispetto a quello del primo semestre 2021, pari a 25,2 milioni di euro, corrispondenti al 29,8% dei ricavi delle vendite.

In crescita, nel semestre, l’incidenza del costo del venduto e dei costi per servizi, soprattutto a seguito dell’incremento del tasso di inflazione, tuttavia, gli aumenti di listino introdotti nel gennaio 2022 hanno consentito, di assorbire, almeno parzialmente, gli aumenti riscontrati nei vari fattori produttivi, contribuendo a contenere l’aumento dell’incidenza del costo del venduto sui ricavi delle vendite. Il costo dell’energia elettrica nel primo semestre 2022 risulta in linea con quello dell’analogo periodo del 2021, in quanto Cembre S.p.A. aveva fissato contrattualmente il prezzo dell’energia elettrica per il periodo 1 luglio 2021- 30 giugno 2022. Il nuovo prezzo fissato per il periodo 1 luglio 2022-30 giugno 2023 risulta raddoppiato rispetto a quello precedentemente applicato.

L’incidenza del costo del personale è in diminuzione, tuttavia tale costo è cresciuto in termini assoluti ma in maniera meno che proporzionale rispetto all’aumento del fatturato. Il numero medio dei lavoratori impiegati dal Gruppo nel periodo è passato da 784 (dato medio 2021) a 813 unità.

Il risultato operativo consolidato (EBIT) dei primi sei mesi del 2022, pari a 24,6 milioni di euro, corrispondenti ad un margine del 23,6% sui ricavi delle vendite, è cresciuto del 25,8%, rispetto ai 19,6 milioni di euro dei primi sei mesi dello scorso esercizio, pari al 23,2% dei ricavi.

L’utile consolidato ante imposte, pari a 24,7 milioni di euro, corrispondente al 23,6% delle vendite, è in crescita del 25,4% rispetto a quello del primo semestre 2021, pari a 19,7 milioni di euro e corrispondente al 23,3% delle vendite.

L’utile netto di periodo ha raggiunto i 18,2 milioni di euro, in aumento del 24,2%, rispetto ai 14,7 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. L’incidenza percentuale dell’utile netto sul fatturato rappresenta quindi il 17,4% delle vendite, contro il 17,3% del primo semestre 2021.

La posizione finanziaria netta consolidata, passata da un saldo positivo di 20,6 milioni di euro al 31 dicembre 2021 ad un valore negativo di 0,3 milioni di euro al 30 giugno 2022, sconta gli effetti del pagamento di dividendi per 20,1 milioni di euro da parte della Capogruppo e investimenti in immobilizzazioni per 5,1 milioni di euro. Al 30 giugno 2021, la posizione finanziaria netta era positiva per 1,3 milioni di euro.

Gli investimenti effettuati nel periodo ammontano a 5,1 milioni di euro, principalmente in impianti e macchinari, a fronte di investimenti nello stesso periodo del 2021 pari a 5,3 milioni di euro.

“I ricavi progressivi dei primi 6 mesi segnano una buona crescita, segnando un incremento del 23,4% rispetto ai primi 6 mesi del 2021, anche i margini reddituali si sono mantenuti soddisfacenti nonostante le recenti spinte inflazionistiche. I ricavi progressivi consolidati alla fine di agosto 2022 evidenziano una crescita del 21,7% rispetto ai primi otto mesi dell’esercizio 2021.” – ha commentato il Presidente Giovanni Rosani.

Mobilità elettrica, A2A amplia l’accesso alla propria rete di ricarica aderendo alla piattaforma di roaming Hubject

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate by
Auto elettrica, foto generica da Pixabay

A2A – attraverso la controllata A2A E-Mobility – ha siglato un accordo con Hubject – primo operatore a livello globale di servizi di Roaming nel settore della mobilità elettrica, composto da un consorzio di case automobilistiche e società attive nel settore della mobilità sostenibile – con l’obiettivo di semplificare l’interoperabilità delle Stazioni di Ricarica per veicoli elettrici e garantire un immediato accesso alla rete A2A per i cittadini italiani ed europei.

A partire da oggi, A2A è connessa alla piattaforma Hubject, una delle più grandi al mondo, a cui aderiscono oltre 600 partner – in tre continenti e 28 Paesi – con oltre 200 mila punti di ricarica in totale. È ora possibile per i clienti dei circa 500 fornitori di servizi per la mobilità elettrica (eMSP – Electro-Mobility Service Provider) ricaricare su tutte le colonnine della rete A2A in Italia. Tramite le diverse App per la ricarica, di qualsiasi eMSP aderente al sistema Hubject, infatti, è possibile visualizzare la mappa delle Stazioni di ricarica di A2A, le tariffe per la ricarica e la potenza erogata e prenotare il punto di ricarica. L’operazione amplia significativamente la platea di App supportate e consente di semplificare sempre di più l’esperienza di ricarica, rendendo la rete A2A accessibile a un numero molto più ampio di utenti in Italia e Europa.

L’accordo con Hubject si inserisce all’interno del Piano Industriale al 2030 di A2A per promuovere la decarbonizzazione investendo nel segmento della mobilità elettrica. Come previsto nel Piano, A2A E-Mobility installerà 24.000 nuovi punti di ricarica per veicoli elettrici su tutto il territorio nazionale, attivando investimenti pari a 300 milioni di euro.

Lombardia, terziario e commercio in ripresa, ma c’è apprensione

in Commercio/Economia/Servizi/Tendenze by

Nel secondo trimestre dell’anno i risultati dell’indagine di Unioncamere Lombardia evidenziano il proseguimento della fase di crescita del fatturato per le imprese lombarde del terziario.

ACCELERANO RITMI DI CRESCITA – Nei servizi la variazione su base annua si conferma sopra il 20% per il terzo trimestre consecutivo (+20,8%), mentre nel commercio al dettaglio si attesta al +5,4%. Le variazioni congiunturali mostrano un’accelerazione dei ritmi di crescita: nei servizi l’incremento congiunturale raggiunge il +5,7% e nel commercio al dettaglio il +1,5%.

FATTURATO AI NUOVI MASSIMI – La diversa situazione dei due comparti è evidente anche dal numero indice del fatturato, calcolato ponendo pari a 100 il livello medio del 2010, con i servizi che raggiungono un nuovo massimo della serie storica (123,7) e il commercio al dettaglio (96,6) che recupera i livelli di 10 anni fa.

BENE ALLOGGI E RISTORAZIONE – Per i Servizi la crescita di fatturato su base annua è molto marcata nelle attività di alloggio e ristorazione (+52,3%). Significativa anche la crescita dei servizi alle persone (+24,7%), e dei servizi alle imprese (+15,5%), che toccano un nuovo massimo storico. Più ridotta la crescita per il commercio all’ingrosso (+11,5%),

CRESCONO I NEGOZI NON ALIMENTARI – Nel Commercio al dettaglio crescono soprattutto i negozi non alimentari (+8,7% su base annua). Più limitato l’incremento per gli esercizi non specializzati (+2,4%), che comprendono minimarket e supermercati: il numero indice è infatti sui valori massimi degli ultimi 14 anni. Prosegue infine il calo strutturale dei negozi alimentari prevalentemente di piccole dimensioni (-0,6%).

LISTINI IN FORTE TENSIONE – È evidente la crescita intensa del fatturato, che risente però in maniera decisiva delle dinamiche di prezzo. I listini sono infatti in forte tensione, con incrementi congiunturali del +2,7% per i servizi e del +4,3% per il commercio al dettaglio. I maggiori aumenti si riscontrano negli esercizi alimentari, nelle attività di alloggio e ristorazione e nel commercio all’ingrosso. Fanno eccezione le attività legate al turismo per le quali le attese sulla stagione estiva sono positive.

PREOCCUPAZIONE PER I COSTI ENERGETICI – “Salutando dati ancora positivi per il terziario e per il commercio ribadisco la mia grande preoccupazione rispetto ai costi energetici, e conseguentemente all’inflazione, cause che rischiano, non solo di mettere in difficoltà alcune attività, ma l’intero sistema economico e produttivo con una compressione tale da portare ad una vera e propria crisi sociale. Mi auguro che, dopo un anno di tentennamenti sul tema, l’Europa in questi giorni garantisca, attraverso strumenti e risorse, la sopravvivenza e la continuità delle nostre aziende perché così è impossibile lavorare”, afferma l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi.

UNIONCAMERE: OTTIMI RISULTATI, MA ORIZZONTE INCERTO – “I risultati del secondo trimestre sono una sicuramente una buona notizia: la crescita prosegue, con numeri che superano le aspettative – ha commentato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – Le imprese lombarde del terziario, dopo le difficoltà di questi anni hanno mostrato una forte capacità di ripresa. Tuttavia, gli elementi di preoccupazione all’orizzonte non mancano, legati soprattutto agli effetti sulla domanda e sui prezzi di un’inflazione record”.

IL REPORT – Maggiori dettagli nel report su Servizi e Commercio al dettaglio nel 2° trimestre 2022 disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia. 

Carta e cartone, nel 2021 riciclati 68 chili per bresciano

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Nel 2021 in Lombardia sono state raccolte e avviate a riciclo più di 570.000 tonnellate di carta e cartone con un incremento di 5.915 tonnellate rispetto al 2020. Lo rende noto il 27° Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia presentato da Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. 

Un dato che segna l’eccellenza dei cittadini lombardi nell’attenzione alla pratica della raccolta differenziata, soprattutto per quanto riguarda carta e cartone. Nonostante i mutamenti dovuti a stop e ripartenze nell’ultima fase dura della pandemia ogni cittadino della regione ha differenziato 57,5 kg durante l’anno, media pro-capite molto vicina a quella nazionale (60,8 kg/ab-anno). 

“Nonostante le difficili condizioni del 2021 la Lombardia con oltre 572mila tonnellate rappresenta da sola circa il 16% di tutta la raccolta comunale di carta e cartone del Paese” commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco “e questo testimonia il grande impegno e l’attenzione per l’ambiente che da sempre anima uno dei bacini più virtuosi del Paese. Può tuttavia ancora migliorare dal punto di vista del livello di intercettazione della frazione cellulosica sul totale dei rifiuti prodotti, che si attesta a 12,1%”. 

Durante il 2021 Comieco ha gestito direttamente 405.563 tonnellate di carta e cartone, pari al 70,8% del totale della raccolta, restituendo ai 1.148 comuni convenzionati corrispettivi per oltre 34 milioni di euro

La raccolta per provincia 

Analizzando nel dettaglio i dati del Rapporto Annuale, nonostante la contrazione di alcune province (Monza-Brianza, Sondrio e Como), le altre province mostrano un segno positivo rispetto all’anno precedente.  

  • Provincia di Bergamo: raccolte oltre 71.000 tonnellate di carta e cartone con un pro-capite di 65,5 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Brescia: 85.204 tonnellate raccolte, con la media pro-capite più alta della regione pari a 68,3 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Como: quasi 30.000 tonnellate raccolte con un pro-capite di 49,5kg/ab-anno; 
  • Provincia di Cremona: con 21.451 tonnellate totali di carta e cartone e un pro-capite medio di 61 kg; 
  • Provincia di Lecco: raccolte poco più di 18.000 tonnellate con un pro-capite di 54,2 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Lodi: 11.866 tonnellate di carta e cartone raccolte, per un pro-capite di 52,5 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Mantova: oltre 26.000 t raccolte e un pro-capite di 65,7 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Milano: 181.341 tonnellate di carta e cartone raccolte con la media pro-capite di 55,8 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Monza e della Brianza: quasi 46.000 tonnellate raccolte, per un pro-capite di 53 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Pavia: raccolte oltre 25.000 tonnellate di carta e cartone, con un pro-capite di 47,5 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Sondrio: 10.734 tonnellate raccolte, per un pro-capite di 59,9 kg/ab-anno; 
  • Provincia di Varese: raccolte quasi 45.000 tonnellate di carta e cartone, con una media pro-capite di 50,9 kg/ab-anno. 

Quantità e qualità della raccolta differenziata di carta e cartone in Italia A livello nazionale, nel 2021 la raccolta differenziata di carta e cartone delinea una situazione caratterizzata da un andamento ovunque positivo. Oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiale cellulosico sono stati differenziati complessivamente in tutto il Paese, in crescita di oltre 110.000 tonnellate (+3,2%) rispetto al 2020. La media pro-capite del Paese supera per la prima volta i 60 kg/ab. Dal Rapporto Comieco risulta come l’Italia per il secondo anno consecutivo abbia raggiunto l’obiettivo UE 2030 per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici fissato all’85%, traguardo tagliato già l’anno precedente con 10 anni di anticipo.

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