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Regione, 1,5 miliardi di euro in tre anni per il piano casa

in Economia/Edilizia/Istituzioni/Regione by

È di oltre un miliardo e mezzo di euro la somma per il Piano regionale dei Servizi abitativi per il triennio del 2022-2024. Il provvedimento, approvato dalla Giunta, è stato illustrato oggi dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e dall’assessore alla Casa e Housing sociale, Alessandro Mattinzoli. Ora passerà al vaglio del Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

FONTANA: OBIETTIVO UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA – “Un intervento importante – ha commentato il presidente Fontana – che ha come principale scopo quello di ristrutturare e riorganizzare il patrimonio esistente. In questo modo vogliamo valorizzare gli immobili, ad esempio anche grazie ai lavori di efficientamento energetico, ma anche puntare su progetti di rigenerazione urbana in grado di migliorare la qualità della vita e la sicurezza di chi abita in questi edifici. Un’azione, dunque, che ha una valenza sia sociale, sia ambientale”.

Il presidente Fontana, poi, ha voluto sottolineare “come questo Piano sia stato realizzato con un confronto costante che ha coinvolto l’Associazione dei Comuni della Lombardia e i sindacati, con un’attenzione particolare rivolta a misure di welfare, come i contributi all’affitto o la ‘premialità’ per quegli inquilini, in particolare anziani, che hanno sempre pagato quanto dovuto”.

MATTINZOLI: FAMIGLIA AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO  – “Le peculiarità di questo piano – ha spiegato Mattinzoli – sono innanzitutto le assegnazioni rapide, la riqualificazione e la rigenerazione degli spazi comuni. Questi interventi, in spazi comuni, fanno comprendere quanto la città possa essere inclusiva e attrattiva. Giusta e doverosa, poi, un’attenzione che deve diventare maniacale, per le fasce più fragili e per gli anziani. Il tutto anche attraverso il recupero della legalità e la presenza delle istituzioni. Regione Lombardia, con il miliardo e mezzo messo in campo, ha dimostrato di voler rimettere la casa al centro dell’agenda politica e con la casa, la famiglia e la persona”.

Il piano si basa su 5 assi: Sostenibilità, Welfare abitativo, Cura del patrimonio, Rigenerazione urbana, Housing sociale.  Le risorse totali a disposizione sono di 1.537,2 milioni di euro. Di queste 363.5 milioni sono stanziate da Regione Lombardia, 934.6 milioni dal Pnrr, 192.7 milioni dallo Stato e 46.4 milioni dall’UE.  I fondi saranno gestiti per la maggior parte da Regione (oltre un miliardo) e il resto da Aler ed Enti locali.

CURA del PATRIMONIO (736,7 MILIONI) – Sull’asse ‘Cura del patrimonio’ 736.7 milioni di euro. Saranno impiegati per piani di manutenzione, abbattimento di barriere architettoniche con il recupero di 150 appartamenti ed altrettanti ascensori, ristrutturazione di 6.000 alloggi sfitti, riqualificazione energetica di 11.000 case.

RIGENERAZIONE URBANA (512,1 MILIONI) – Per la rigenerazione urbana sono previsti 512,1 milioni di euro per riqualificare – attraverso il Pinqua -2.499 alloggi, di cui 889 di Aler. Altri 457 appartamenti di Aler e Comuni saranno invece ristrutturati grazie al Programma Cipe. Da evidenziare che saranno ‘rimessi a nuovo’ 244 alloggi di via Bolla a Milano. 

WELFARE ABITATIVO (210,1 MILIONI) – Per il ‘Welfare abitativo’ 210 milioni di euro destinati a: contributi all’affitto per gli inquilini del mercato privato (30 mila i nuclei che ne beneficeranno nel  triennio 2022-2024) e per quelli delle case popolari (40 mila famiglie sempre per lo stesso periodo); rafforzamento dei progetti C.A.S.A. (Centri Aler per i servizi abitativi) quindi dei Community manager e degli ambulatori. Questi fondi serviranno inoltre per ‘premiare’ gli anziani che hanno sempre onorato l’affitto.  

HOUSING SOCIALE (52 MILIONI) – Le risorse per l’housing sociale ammontano a 52 milioni di euro. Fra gli obiettivi: contributi per il recupero del patrimonio immobiliare non utilizzato per metterlo a disposizione a canoni calmierati e programmi di edilizia universitari. Previsti almeno 1.000 nuovi posti alloggio e riqualificazione di altri 700 per gli studenti. 

SOSTENIBILITÀ (26,3 MILIONI) – Alla ‘Sostenibilità’ sono destinati 26.3 milioni di euro che verranno utilizzati per semplificare le procedure di assegnazione e per sostenere le Aler in caso di morosità incolpevole degli inquilini e di quelli con Isee molto basso. 

Durante la conferenza stampa è stato anche spiegato che sono state oltre 41.000 le domande per i Servizi abitativi pubblici nel 2021, di queste circa 12.000 a Milano città. Oltre l’85% ha un Isee inferiore a 8.000 euro e 2.700 famiglie hanno un componente con disabilità motoria.  (LNews)

Regione, dal 15 giugno attivo il “Pacchetto energia”: oltre 10 milioni per i commercianti

in Economia/Energia/Istituzioni/Regione by

Giovedì 26 maggio, è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia (BURL) il nuovo bando in tema di ‘efficientamento energetico’, del valore di oltre 10 milioni di euro, destinato ai commercianti.

BANDO APERTO DAL 15 GIUGNO – La misura, fortemente voluta dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico con il concerto dell’assessore agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, sarà disponibile da mercoledì 15 giugno 2022 e intende supportare le aziende e le attività colpite dall’aumento dei costi dell’energia. 

Sempre nel mese di giugno apriranno anche i bandi per le imprese artigiane e per gli impianti natatori e del ghiaccio, a completamento del ‘pacchetto energia’ di Regione Lombardia per un valore complessivo di circa 65 milioni di euro. 

ULTERIORE MILIONE DI EURO PER I COMMERCIANTI – Va sottolineato che Regione Lombardia ha aumentato la dotazione finanziaria della misura a sostegno delle attività commerciali con un incremento dell’investimento pubblico di 1.130.000 di euro che porta così la dotazione finanziaria complessiva a 10.745.500. La misura è realizzata nell’ambito dell’accordo con il Sistema Camerale Lombardo.

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO – Gli interventi regionali sono volti alla concessione di contributi a fondo perduto. Il provvedimento è dedicato esclusivamente alle realtà presenti sul territorio lombardo.

PACCHETTO ENERGIA PICCOLO COMMERCIO – Per le imprese del commercio, della ristorazione e dei servizi, a cui, come detto, sono dedicati di 10.745.500 milioni di euro, l’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ritenuta ammissibile, nel limite massimo di 30.000 euro. Sono ammissibili progetti con un ammontare minimo pari a 4.000 euro. 

A seguire, saranno disponibili anche i bandi per le imprese artigiane e per gli impianti natatori e del ghiaccio.

PACCHETTO ENERGIA ARTIGIANI – Per le imprese artigiane, il cui investimento regionale è di 22,3 milioni di euro, l’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ritenuta ammissibile, nel limite massimo di 50.000 euro. Sono ammissibili i progetti con un ammontare minimo pari a 15.000 euro.

PACCHETTO ENERGIA SPORT – Per sostenere gli operatori economici che gestiscono impianti natatori e del ghiaccio e rischiano il fallimento o l’interruzione dei servizi, Regione ha deciso di attivare un intervento, dal valore di 32 milioni di euro, finalizzato alla sostenibilità gestionale e all’efficientamento energetico degli impianti sportivi. Il sostegno pubblico consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 80% della spesa ritenuta ammissibile, nel limite massimo di 350.000 euro

INFORMAZIONI – Per tutti i dettagli consultare il sito www.imprese.regione.lombardia.it

Lombardia, sostegni per 22 milioni alle imprese artigiane | Massetti: segnale importante

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Istituzioni/Regione by

Regione Lombardia ha varato il nuovo pacchetto economico, dal valore di 64 milioni di euro, destinato alle imprese artigiane, ai commercianti e agli impianti sportivi natatori e del ghiaccio. Gli interventi regionali sono volti alla concessione di contributi a fondo perduto per interventi in tema di efficientamento energetico. Alle imprese artigiane sono destinati 22,3 milioni di euro come contributi a fondo perduto fino al 50% della spesa per progetti di ammontare minimo di 15mila euro, nel limite massimo di 50mila. Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Apprezziamo lo sforzo di Regione Lombardia, le risorse stanziate non risolveranno il problema ma sono il segnale dell’attenzione dell’Assessorato per gli artigiani e le PMI. L’aspetto fondamentale sul quale dobbiamo concentrare ogni attenzione è quello della competitività delle nostre imprese sul mercato internazionale – spiega Massetti – Le bollette bollenti rischiano di rappresentare una pesante palla al piede che di fatto già sbilancia una competizione che ha orizzonti sempre più ampi. Per quanto le aziende potranno produrre in perdita? Quasi il 30% dichiara di farlo. La marginalità è essenziale alla loro sopravvivenza, alla capacità di investire in capitale umano e innovazione perché lo sguardo al futuro non è un’opzione».

LE EVIDENZE AVVISAGLIE NEL PRE-GUERRA

L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia evidenzia come l’elevato prezzo delle componenti energetiche rappresentava già una criticità rilevante per oltre il 60% delle imprese artigiane, quota che si attestava a livelli maggiori per le manifatturiere. Tale condizione – il balzo dei prezzi delle commodities energetiche – portava pre-guerra la maggior parte dell’artigianato lombardo (54,4%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando una parte sul cliente finale, aumentando spesso solo parzialmente i listini. Prima di arrivare a questo passo, molti indicano l’adozione di azioni di ottimizzazione e di riduzione al minimo degli sprechi e dei consumi: nel 28,7% dei casi lavorano in perdita, nel 14,3% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6,3% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.

PERIMETRO IMPRESE ARTIGIANE MAGGIORMENTE COINVOLTE DA CONFLITTO UCRAINO E CARO BOLLETTE

Nelle prime linee della guerra dei prezzi e dei mercati sconvolti dal conflitto sono compresi più di un quarto (26,2%) degli occupati del sistema produttivo lombardo: si tratta di 156 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,1%), con 1 milione e 98 mila addetti, oltre la metà (54,3%) occupati in micro e piccole imprese (MPI). Nel dettaglio si collocano nella trincea avanzata i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti. Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al rischio di lockdown energetico per 4.781 MPI, tra cui figurano le artigiane, con 42.124 addetti.

IMPATTO SU TUTTE LE IMPRESE ITALIANE E LE FAMIGLIE

Le differenti matrici di generazione elettrica dei Paesi europei e le loro evoluzioni nella crisi, determinano un divergente andamento dai prezzi dell’elettricità al consumo. Secondo i dati Eurostat pubblicati giovedì scorso, il prezzo dell’energia elettrica sale dell’82,3% in Italia, un ritmo doppio della media dell’Eurozona, a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 17,6%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6%. Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del PIL. In chiave territoriale, l’incremento di spesa più elevato lo si rileva in Lombardia con 939 milioni in più, pari allo 0,26 del PIL. L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona.

Export, 2021 da record per la Lombardia: +135,9 miliardi di euro

in Economia/Export/Istituzioni/Regione by

Complessivamente nel 2021 la Lombardia è riuscita ad esportare beni per un valore di 135,9 miliardi di euro superando il precedente massimo storico annuale del 2019 del 6,6% (anno nel quale l’export regionale toccò i 127,5 miliardi di euro). Occorre anche considerare che i consistenti incrementi in valore sono legati alla dinamica dei prezzi, che è stata caratterizzata da sensibili aumenti nel corso di tutto il 2021. È quanto emerge dal rapporto sul commercio estero della Lombardia nel quarto trimestre e il consuntivo 2021 pubblicato oggi da Unioncamere Lombardia.

CRESCE ANCORA EXPORT CON +10,2% – Nel quarto trimestre l’attività delle imprese manifatturiere lombarde si è mantenuta su buoni livelli, nonostante i problemi riscontrati sul lato delle forniture e dei prezzi di materie prime ed energia. Una domanda estera ancora vivace, anche se con primi segnali di rallentamento, ha consentito all’export lombardo di crescere ulteriormente (+10,2% rispetto al trimestre precedente).

GUIDESI: CARO ENERGIA E GUERRA MINADO CRESCITA- “Numeri straordinari – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi – ottenuti grazie agli sforzi degli imprenditori lombardi e al supporto di Regione Lombardia che certificano una ripresa oramai strutturale. Purtroppo però fattori esterni come la pandemia energetica e l’assurda guerra in Ucraina stanno seriamente minando la crescita economica. Servono interventi immediati da parte del Governo e della Commissione europea. Rispetto alla pandemia ‘energetica’ i tempi di reazione degli enti sovraregionali sono troppo lenti. Abbiamo lanciato l’allarme lo scorso 20 ottobre e il primo intervento da Bruxelles è arrivato dopo 5 mesi. Dalle tempistiche, con cui si affrontano le problematiche delle aziende, dipende il futuro del lavoro”.

AURICCHIO (UNIONCAMERE): 2021 ANNO RECORD – “Seppur con qualche aggiustamento congiunturale nel primo e nel terzo trimestre – ha commentato il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio –  il 2021 si caratterizza come l’anno dei record per l’export della nostra regione le imprese lombarde, protese verso i mercati internazionali, hanno prontamente agganciato la ripresa della domanda mondiale post crisi superando le difficoltà di approvvigionamento e gli incrementi di prezzo per materiali ed energia, anche se i recenti avvenimenti rischiano di vanificare i livelli raggiunti per l’aggravarsi della crisi energetica e delle dinamiche internazionali”.

I METALLI AL CENTRO DELLA RIPRESA – Il comparto legato ai metalli e alle loro produzioni si conferma forte motore della ripresa (+34,3% rispetto al 2020 e +17,7% rispetto al 2019) con effetti positivi sulla performance della maggior parte delle provincie. Rispetto al 2019 risultano in forte crescita anche i prodotti alimentari (+13,8%), le sostanze e prodotti chimici (+12,7%) e i computer e apparecchi elettronici (+12,2%). Positivi anche la gomma e materie plastiche (+9,1%), i mezzi di trasporto (+2,0%). In linea con il risultato pre-crisi, con solo piccoli incrementi, gli articoli farmaceutici (+0,7%) e i prodotti tessili, pelli-calzature e accessori (+0,4%). Non riescono, invece, a recuperare sul 2019 i macchinari e gli apparecchi (-1,4%).

TURCHIA, CINA, BRASILE E REGNO UNITO ECCO DOVE SI ESPORTA DI PIÙ – L’incremento rispetto al livello pre-crisi del valore esportato verso tutte le destinazioni è del +7,5%. I flussi verso molti dei principali paesi di destinazione delle merci lombarde registrano incrementi a due cifre rispetto al 2019: Turchia +23,5%, Cina +23,4%, Brasile +20,1%, Regno Unito +18,2%, Israele +14,4%, Germania +10,1%. A questi si contrappongono le perdite verso l’Algeria (-30,2%) e Hong Kong (-13,2%). Negativo anche il risultato verso la Russia (-3,8% sul 2019) nonostante un 2021 in recupero rispetto al 2020 (+14,0%).

BENE QUASI TUTTE LE PROVINCE, FATICANO COMO E PAVIA – Quasi tutte le provincie superano i livelli 2019, grazie principalmente all’export di metalli di base e prodotti in metallo (Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Sondrio), sostanze e prodotti chimici (Bergamo), articoli farmaceutici (Monza e Brianza e Varese), computer e apparecchi elettronici (Lodi), prodotti tessili e abbigliamento (Milano). Solo due provincie lombarde – pure crescendo rispetto all’anno scorso – scontano ancora un gap rispetto al 2019: Pavia (-8,4%) per la quale pesa il -80% dell’export di prodotti tessili, abbigliamento, pelli-calzature e accessori rispetto al 2019 e Como (-0,5%) con una riduzione del 19% della stessa categoria di prodotti.

IMPORT E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE – Il valore delle importazioni cresce del 13% congiunturale, più intensamente rispetto a quanto registrato dalle esportazioni, sfiorando complessamente i 150 miliardi di Euro nel 2021. L’incremento rispetto al 2019 si attesta al +11,8%. Il saldo negativo della bilancia commerciale regionale si attesta così a 4,5 miliardi di euro nel quarto trimestre, e a 14 miliardi per l’intero 2021. 

Agricoltura, a Brescia altri 610mila euro per le imprese under40

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Regione by

“L’agricoltura è tornata attrattiva. Nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi di produzione, ci sono tanti giovani lombardi che decidono di aprire una azienda agricola in pianura o in montagna. Gli investimenti fatti per sostenere il ricambio generazionale e l’innovazione sono fondamentali per il futuro del comparto. In questi 5 anni abbiamo destinato 40 milioni di euro a 1.366 ragazze e ragazzi lombardi che hanno aperto una attività o sono subentrati a quella dei genitori o dei nonni”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, annunciando una misura da 4 milioni di euro, nell’ambito del Piano di sviluppo rurale, destinati all’avvio di 87 nuove aziende gestite da agricoltori con meno di 40 anni.

“Siamo la prima regione agricola d’Italia – ha aggiunto l’assessore – e abbiamo il dovere di anticipare il futuro. Abbiamo anche fatto la scelta strategica lo scorso anno di aumentare i premi passando da 20.000 a 40.000 euro per l’avvio delle aziende di pianura e da 30.000 a 50.000 euro per quelle di montagna. I giovani possono portare nuove energie, nuove tecnologie, nuove idee a un comparto fondamentale per l’economia lombarda e italiana”.

“Abbiamo affiancato a questi fondi – ha continuato l’assessore – anche un corposo investimento da 5 milioni per gli istituti agrari statali e iniziative per la promozione dei prodotti. È necessario accorciare la distanza tra formazione ed esigenze del mondo del lavoro e proseguire con la comunicazione per far capire ai consumatori la qualità e la sicurezza dei prodotti agroalimentari lombardi”. “Solo così – ha concluso Rolfi – possiamo fare in modo che le risorse destinate all’avvio di nuove aziende non siano solo uno intervento spot, ma si trasformino in redditività a lungo termine per gli imprenditori agricoli e per le filiere”.

Di seguito il riparto del finanziamento.

Numero di aziende gestite da giovani avviate con questo finanziamento:

Bergamo: 23 aziende (di cui 19 in montagna), 1.110.000 euro;

Brescia: 14 aziende (di cui 5 in montagna), 610.000 euro;

Como: 8 aziende (di cui 7 in montagna), 390.000 euro;

Cremona: 5 aziende, 200.000 euro;

Lecco: 3 aziende (di cui 3 in montagna), 150.000 euro;

Lodi: 2 aziende, 80.000 euro;

Monza e Brianza: 1 azienda, 40.000 euro;

Milano: 1 azienda, 40.000 euro;

Mantova: 8 aziende, 320.000 euro;

Pavia: 10 aziende (di cui 4 in montagna), 440.000 euro;

Sondrio: 8 aziende (di cui 8 in montagna), 400.000 euro;

Varese: 4 aziende (di cui 2 in montagna), 180.000 euro.

Totale: 87 aziende (di cui 48 in montagna), 3.960.000 euro

Il bilancio delle imprese gestite dai giovani grazie al Psr negli ultimi 7 anni.

Numero totale di aziende gestite da giovani avviate grazie al piano di sviluppo rurale negli ultimi 7 anni:

Bergamo: 298 aziende (di cui 246 in montagna), 9.560.000 euro;

Brescia: 273 aziende (di cui 150 in montagna), 7.850.000 euro;

Como: 63 aziende (di cui 53 in montagna), 2.040.000 euro;

Cremona: 56 aziende, 1.340.000 euro;

Lecco: 32 aziende (di cui 22 in montagna), 940.000 euro;

Lodi: 18 aziende, 480.000 euro;

Monza e Brianza: 11 aziende, 370.000 euro;

Milano: 28 aziende, 660.000 euro;

Mantova: 172 aziende, 3.860.000 euro;

Pavia: 182 aziende (di cui 73 in montagna), 4.690.000 euro;

Sondrio: 205 aziende (205 in montagna), 6.850.000 euro;

Varese: 28 aziende (di cui 19 in montagna), 890.000 euro.

Totale complessivo: 1.366 aziende (di cui 769 in montagna), 39.530.000 euro.

Regione, altri 10 milioni di euro per le imprese

in Economia/Istituzioni/Regione by

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, ha approvato la ‘Manifestazione di interesse per lo sviluppo e il consolidamento delle filiere produttive e dei servizi ed ecosistemi industriali produttivi ed economici in Lombardia’; un’iniziativa sviluppata in collaborazione con Unioncamere Lombardia.

IMPEGNO PER SOSTEGNO A IMPRESE – Con questo provvedimento, Regione intensifica il suo impegno nel sostegno alle imprese in una fase decisiva della ripresa economica che ha visto inizialmente un’accelerazione importante, con dati assolutamente incoraggianti, seguita poi da un rallentamento dovuto, essenzialmente, a fattori esterni come il caro energia e l’aumento del costo delle materie prime. In quest’ottica la volontà dell’assessorato allo Sviluppo economico, guidato da Guido Guidesi, è quella da un lato di continuare a investire risorse economiche significative e dall’altro introdurre una nuova strategia per le imprese che si contraddistingue nella valorizzazione e nel consolidamento delle filiere produttive, prevedendo strumenti e percorsi specifici con relative risorse economiche che incentivino la collaborazione tra le aziende.

ULTERIORI FONDI PER LA MISURA ‘AL VIA’ – Inoltre, la Giunta lombarda, su proposta dell’assessore, ha stanziato ulteriori 10,3 milioni di euro, sulla misura ‘Al Via’, dedicata alla valorizzazione degli investimenti aziendali, per finanziare tutti i progetti presentati dalle imprese. A seguito del provvedimento, la dotazione finanziaria complessiva della misura ammonta a 143.852.680 euro.

“Supportiamo ulteriormente gli investimenti delle aziende lombarde e apriamo una nuova fase strategica rispetto alle filiere e agli ecosistemi lombardi connettendo i Know-how di cui già disponiamo e guardando al futuro facendo sistema”, ha spiegato l’assessore Guidesi.(

Fanghi e gessi agricoli, Rolfi contro Roma: propongano normativa adeguata

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Regione by

Il ministero della Transizione ecologica ha inviato i rilevi al Dipartimento degli Affari Regionali sulla ‘Seconda legge di revisione normativa ordinamentale 2021’, contenente le norme riguardanti il controllo e il monitoraggio dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura.

“Sui gessi – spiegano gli assessori all’Agricoltura, Fabio Rolfi, e all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – Regione Lombardia aveva colmato un vuoto legislativo nazionale”. “Il Ministero della transizione ecologica invece – proseguono i due assessori – anziché preoccuparsi di fare rapidamente una norma ad hoc che preveda il tracciamento dei fanghi, propone di impugnare nuovamente davanti alla Corte costituzionale anche la nuova versione già modificata della legge della Lombardia. Ci aspetteremmo che, contrariamente a questi atti, ci sia al più presto una norma nazionale, in linea con quanto previsto dalla norma regionale”.

I gessi di defecazione da fanghi sono stati inseriti per legge nell’elenco dei fertilizzanti e, anche se prodotti a partire da rifiuti, escono dai controlli e dalle tutele ambientali previste dalla regolamentazione dei rifiuti.

“Regione Lombardia – dicono Rolfi e Cattaneo – è intervenuta con una legge proprio per sopperire a una grave lacuna circa il fatto che per tali materiali, pur sapendo chi li produce, non è previsto un tracciamento dell’uso finale che pertanto espone a possibili comportamenti impropri, che si sono anche riscontrati più volte”.

“È stato lo stesso ministro Cingolani – concludono – ad annunciare recentemente la necessità di una norma nazionale in tempi rapidi. È questa che ci saremmo aspettati. Non la proposta di una nuova impugnativa

Micro imprese del welfare, la Regione stanzia 5 milioni

in Economia/Istituzioni/Regione by

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato una delibera per la promozione di iniziative che favoriscano interventi di conciliazione vita-lavoro e welfare aziendale.

“Con lo stanziamento di oltre 5 milioni di euro – ha spiegato Alessandra Locatelli, assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari opportunità – intendiamo promuovere progetti rivolti ai lavoratori dipendenti delle micro e piccole imprese e alle loro famiglie, al fine di favorire la diffusione di iniziative di welfare aziendale. Si tratta di progetti volti a sostenere la genitorialità, a favorire la corresponsabilità dei compiti di cura, l’armonizzazione tra vita privata e vita professionale, anche al fine di garantire una maggiore parità tra uomini e donne nel lavoro e nell’accesso alle opportunità promuovendo, a esempio, misure di lavoro flessibile, servizi di assistenza e supporto al caregiver familiare e per la cura dei figli anche nei periodi di chiusura delle scuole”.

“L’emergenza pandemica e le conseguenti misure restrittive di contrasto alla trasmissione del virus – ha proseguito l’assessore Locatelli – hanno inciso non solo sull’attività delle imprese, ma anche nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie. La pandemia, tuttavia, ha portato molte più imprese ad essere consapevoli del loro ruolo sociale e a mettere in campo un numero sempre crescente di iniziative di welfare, che hanno fatto registrare anche ritorni positivi sul fronte della produttività. Con questo stanziamento Regione Lombardia sostiene concretamente anche le aziende più piccole che scelgono di andare incontro alle esigenze familiari dei loro dipendenti”.

“Questo – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – è un ulteriore passo nel sano rapporto pubblico/privato e nel miglioramento della qualità di vita dei lavoratori. Certifica ulteriormente l’integrazione delle aziende nel tessuto sociale delle comunità”.

Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 5.050.000, ripartite tra le Ats in misura del 30% in parti uguali e del 70% sulla popolazione generale in base all’ultimo dato Istat disponibile. Le domande potranno essere presentate da parte di un partenariato di enti pubblici e/o privati il cui capofila potrà essere sia un ente pubblico sia un ente del terzo settore che del privato profit.

Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica, tramite la piattaforma regionale Bandi Online.

Settore Cave, la Regione approva nuove regole

in Ambiente/Cave e discariche/Economia/Istituzioni/Regione by

Via libera in Consiglio regionale con 41 voti a favore, 16 contrari e 9 astenuti alle nuove regole per le attività estrattive e di cava con l’obiettivo di favorire il risparmio di materia prima e l’utilizzo di materiali riciclati e al tempo stesso di incentivare la semplificazione delle procedure. Si sono espressi a favore i gruppi di maggioranza, astenuti il Movimento 5 Stelle e Monica Forte, contrari Partito Democratico, +Europa e Nicolò Carretta.

La nuova legge – informa una nota – valorizza il ruolo del Consiglio regionale a cui spetterà ora l’approvazione dell’atto di indirizzo che incide in modo sostanziale sulle modalità con cui le Province devono poi elaborare i piani; viene inoltre semplificato il procedimento di approvazione dei PAE (i piani dell’attività estrattiva), in particolare evitando la duplicazione della procedura VAS (prima in Provincia e poi in Regione) e mantenendo per la Regione la possibilità di esprimere parere condizionato a prescrizioni vincolanti.

Da sottolineare il superamento del concetto di ambito territoriale estrattivo (ATE) a favore dell’individuazione della cosiddetta “area idonea”.
La finalità -spiega il relatore Riccardo Paseè quella di superare le criticità degli ATE evidenziate dalla normativa vigente come i frequenti contenziosi sui piani da parte degli operatori esclusi, l’eccessiva rigidità degli ATE, il doppio passaggio tra approvazione progetto ATE e autorizzazione e le difficoltà di approvazione del progetto di ATE se non si trova accordo tra i diversi operatori coinvolti”.
Il testo contiene criteri oggettivi per la scelta fra diverse domande se complessivamente superano il volume previsto dal PAE per l’area idonea, dando priorità agli imprenditori che concordano una proposta di accordo preventivo con le amministrazioni locali (avente ad oggetto esclusivamente il progetto di recupero, le compensazioni, le mitigazioni e gli altri contenuti progettuali di interesse dell’ente locale per gli impatti sul proprio territorio) o, in subordine, che garantiscono compensazioni di importo economico più elevato in proporzione al volume di materiale scavato. Sarà infine possibile procedere all’attività estrattiva per lotti.

La validità della autorizzazione avrà una durata massima di 20 anni per pietre ornamentali e materiali per l’industria, 10 anni per gli altri settori, prorogabili al massimo per cinque anni, più ulteriori due come premialità per l’utilizzo di materiali riciclati. E’ prevista la possibilità di revisione del PAE in caso di necessità e comunque da avviare quando è stato estratto almeno il 75% del materiale previsto (di fatto si premia con una durata maggiore chi risparmia materia prima).
Il progetto delle opere deve comprendere un piano di reperimento dei materiali occorrenti, considerando in via prioritaria i materiali inerti provenienti dal riutilizzo, dal riciclaggio e dal recupero di rifiuti o da altre fonti alternative. E’ ammessa la progettazione di cave di riserva, privilegiando la localizzazione ove possibile nelle adiacenze dell’infrastruttura per limitare gli impatti ambientali.

Regione Lombardia, sul piatto 460 milioni di euro per le imprese

in Economia/Istituzioni/Regione by

Sono 460 i milioni che la Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, metterà a disposizione delle imprese lombarde.

Questo nuovo e atteso pacchetto economico è stato presentato pochi giorni fa nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e lo stesso assessore Guido Guidesi. Un pacchetto economico che parte con gli indennizzi a 57000 imprese e lavoratori autonomi per l’emergenza provocato dalla pandemia da Covid 19.

“Dopo l’emergenza – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – abbiamo cambiato gli strumenti e abbiamo deciso di mettere in campo tutte le risorse che avevamo a disposizione creando un moltiplicatore di investimenti. Ora siamo nella fase strategica: filiere, settori e internazionalizzazione e far sistema con una Regione che si inserisce con i propri strumenti dove c’è bisogno, in un sano rapporto tra pubblico-privato. I dati ci stanno dando ragione e noi stiamo continuando a lavorare per rendere strutturale la crescita”.

SEI INTERVENTI – Sei sono gli assi su cui è costruito il ‘pacchetto’: Investimenti per la ripresa, di 19.3 milioni di euro; il Bando Si 4.0 2021, di 1,7 milioni di euro; il Bando nuova impresa, per 4 milioni di euro; la Manifestazione di interesse AREST che vale 75 milioni di euro, il Fondo Confidiamo nella ripresa, composto da 60 milioni di euro e la misura Credito Adesso Evolution, per cui la Giunta ha deciso un aumento di finanziamenti per 300 milioni di euro.

INVESTIMENTI PER LA RIPRESA. L’obiettivo è di sostenere le PMI lombarde che, nonostante il momento di forte rischio d’impresa, intendano investire sul proprio sviluppo e rilancio nell’ambito di interventi volti alla transizione digitale, green o di sicurezza sul lavoro anche in ambito Covid e interventi ordinari e straordinari per l’efficienza di impianti e macchinari.

BANDO SI 4.0 2021 – Ha come obiettivo la realizzazione di progetti per la sperimentazione e la prototipazione nonché la messa sul mercato di soluzioni, applicazioni, prodotti e servizi innovativi impresa 4.0, stimolando la domanda a lungo termine e incentivare la collaborazione delle imprese con soggetti qualificati nel campo delle tecnologie 4.0.  Particolare attenzione sarà data a soluzioni digitali per promuovere sicurezza sui luoghi di lavoro, modelli green e di sostenibilità e prodotti e servizi con minori impatti ambientali e sociali.

BANDO NUOVA IMPRESA – Regione Lombardia e Camere di commercio lombarde vogliono sostenere l’avvio di nuove imprese nel commercio, terziario, manifatturiero e artigianato e l’autoimprenditorialità quale opportunità dopo la pandemia.

MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER LA PRESTAZIONE DI PROPOSTE DI ACCORDO DI RILANCIO ECONOMICO SOCIALE E TERRITORIALE – Questa manifestazione di interesse mira a attuare programmi di rilancio socio-economico, la realizzazione di opere, interventi a carattere pubblico che accompagnino e facilitino l’insediamento di nuove attività economiche, il mantenimento e l’ampliamento di attività già presenti sul territorio così da favorire l’attrattività del territorio e lo sviluppo delle imprese.

FONDO CONFIDIAMO NELLA RIPRESA– E’ una misura che vuole sostenere le PMI che lavorano in settori duramente colpiti dalla pandemia come ristorazione, commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature, attività sportive, settore dei matrimoni e eventi privati, discoteche e locali da ballo e che vogliono effettuare investimenti sul proprio sviluppo o accedere a liquidità per il capitale circolante ma faticano ad arrivare al credito senza garanzia pubblica. L’agevolazione si compone di: una garanzia regionale gratuita che copre fino al 100% dell’importo di ogni singolo finanziamento nel limite massimo di 20.000 euro, e di un contributo a fondo perduto pari al 10% del valore del finanziamento.

CREDITO ADESSO EVOLUTION – AUMENTO PLAFOND FINANZIAMENTI – Prosegue lo sportello della Misura Credito Adesso Evolution, attivata in piena emergenza COVID 19 per sostenere le PMI, MldCap, Liberi professionisti e studi associati. Si garantisce l’accesso al credito e la liquidità in tempi rapidi, si riduce il pricing dei finanziamenti del 3% con un massimo di 70 mila di contributo a fondo perduto per l’abbattimento dei tassi di interesse.

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