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Infrastrutture - page 3

Ortomercato, fiera ed aeroporto: ecco la posizione unitaria dei sindacati

in Cgil/Cisl/Economia/Infrastrutture/Istituzioni/Sindacati/Uil by

Con una nota congiunta Damiano Galletti (segretario generale Cgil), Francesco Diomaiuta (segretario generale Cisl) e Mario Bailo (segretario generale Uil Brescia) intervengono su alcune delle questioni principali che toccano l’economia bresciana: dalla fiera di Brescia all’Ortomercato passando per “l’aeroporto e altri nodi annosi dell’economia bresciana rispetto ai quali siamo disponibili a confrontarci con tutte le associazioni di rappresentanza, forze politiche e istituzioni locali”.

ECCO IL TESTO INTEGRALE

Nella prospettiva del lavoro dignitoso e dell’equa distribuzione un contributo per lo sviluppo territoriale possibile e sostenibile

Premessa

La crisi economica in corso da oramai otto anni ha bruciato posti di lavoro e imprese, aumentato disuguaglianze e fragilità. La provincia di Brescia, forte di una solida base manifatturiera che in passato ha saputo contenere al minimo i livelli di disoccupazione, ha dovuto fare i conti duramente con questa nuova realtà e con una disoccupazione strutturale, soprattutto fra i giovani, al punto che si sta affermando il fenomeno di una nuova emigrazione. Da tempo sappiamo che questa non è crisi passeggera, ma sta mutando profondamente il tessuto produttivo, lo stile dei consumi e l’idea stessa di lavoro. Nuove strade si intuiscono appena, e faticosa sarà la strada per costruire un nuovo equilibrio e una coesione sociale messi a dura prova da impoverimento diffuso, disuguaglianza, redditi insufficienti, arretramento del modello sociale di welfare che abbiamo conosciuto nella seconda metà del Novecento e nuove sfide globali.

È in tale contesto che vanno inquadrati alcuni dei nodi annosi dell’economia bresciana e il cui superamento, almeno parzialmente, potrebbe alimentare potenziali ambiti di sviluppo, che dovrebbero potersi collocare all’interno di una visione strategica guadagnata attraverso percorsi di valutazione partecipati, dei quali alcune esperienze si stanno facendo all’interno dello Urban Center, ma che richiederebbero una strutturazione più ambiziosa, per delineare in anticipo il futuro della città e del territorio bresciano.

Fra questi, vale la pena di richiamarne alcuni, dal nostro punto di vista, strettamente connessi.

Fiera di Brescia

La Fiera di Brescia è senz’altro uno di questi nodi. Conti in rosso profondo, l’ aumento di capitale deciso per non arrivare al fallimento, un’idea di polo fieristico abbandonata per inseguire il giochino del parco tecnologico (il Nibiru, finito ora nel dimenticatoio) e ora il ritorno dell’idea dello spazio fieristico senza che ci sia stata adeguata riflessione sul perché quello che non andava bene pochi anni fa, certificato dalle perdite, ora dovrebbe andare meglio. Eppure in altre città, italiane e straniere, ci sono tanti esempi di iniziative che nel confrontarsi con declino e crisi economico-ambientale strutturale hanno saputo ripensarsi in maniera efficace e redditizia nel solco della rigenerazione e valorizzazione urbana, ambientale ed economica. A Rovereto il «Progetto Manifattura» che insiste in un’area dismessa, è ad esempio un incubatore di imprese verdi che sta mettendo in dialogo nuove e piccole imprese attive nei settori ad alta innovazione. Pensando ai bisogni imposti dalla necessità di risanamento ambientale, di innovazione della struttura produttiva bresciana e dei servizi, lo spazio della Fiera potrebbe ripensarsi all’interno di un laboratorio aperto a nuove produzioni innovative, start up e alle tante eccellenze bresciane. Il limite rappresentato da una scarsa propensione all’innovazione di prodotto e di processo, all’insegna del risparmio e dell’efficacia energetica, di cui danno conto studi ed analisi disponibili sulla realtà bresciana, ha bisogno di essere affrontato in un’ottica di sistema, per un suo sostanziale superamento.

Musil – Museo dell’industria e del lavoro

A Brescia il Musil – il Museo dell’industria e del lavoro – nell’ambito delle proposte sopra richiamate potrebbe essere propulsore di sinergie ed elaborazione per coniugare passato e, soprattutto, sviluppo futuro di attività e lavoro.

L’indagine conoscitiva presentata recentemente in Parlamento su «Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano, individua i cinque pilastri sui quali costruire una strategia: la creazione di una Cabina di regia; la realizzazione del piano banda ultralarga e lo sviluppo e la diffusione delle reti di connessione wireless di quinta generazione; la progettazione di una formazione mirata alle competenze digitali; il rafforzamento della ricerca sia nell’ambito dell’autonomia universitaria sia in quello dei centri di ricerca nazionali e internazionali; l’innovazione aperta quale strumento di competività che si avvale anche di strumenti e competenze tecnologiche, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

Tali pilastri prefigurano uno sviluppo delle infrastrutture immateriali con cui Brescia può e deve confrontarsi in modo lungimirante, provando prima di tutto a immaginarli come contenitori e hub di nuove attività e lavoro per il quale vanno sviluppati in anticipo percorsi accademici mirati e di formazione professionale con risorse adeguate, riscattando la scuola pubblica dall’impoverimento e superando lo spreco di risorse per non pochi corsi formativi inutili. Progettare il futuro della città significa delineare gli interventi infrastrutturali materiali e immateriali, congiuntamente al lavoro necessario per la loro realizzazione e quello che si svilupperà nel futuro per il quale attivare in anticipo la formazione di competenze professionali.

Fra le attività da progettare e pensando al carattere museale di Musil, il settore del turismo potrebbe ammantarsi di novità – e reddito – se capace di valorizzare le realtà di strutture industriali le cui architetture (casere, ex.Timpini, comparto Milano, ecc) restituiscono lo spaccato di un passato industriale intraprendente, attraverso itinerari e soste che potrebbero fare di Brescia un museo industriale a cielo aperto, capace di attrarre un turismo intelligente, interessato alla bellezza del paesaggio bresciano ma anche della cultura.

Ortomercato

Il vicino Ortomercato versa da tempo in crisi profonda e necessita di uno scatto in avanti. L’impostazione tradizionale va infatti rivista in profondità, per evitare un declino scontato, come ben evidenziato dallo studio promosso da Brescia Mercati a corredo della proposta aperta di sviluppo di un Polo logistico industriale per l’agroalimentare.

Secondo il quadro delineato su dati Istat nello studio sopra richiamato, la strutturazione del mercato ortofrutticolo, dalla sua origine ha incontrato negli anni enormi cambiamenti che ne hanno decretato il forte declino in cui versa, quali la riduzione della spesa mensile in bevande ed alimentari o la contrazione del numero di negozi familiari e aumento del numero di supermercati.

Nell’attuale struttura del Mercato ortofrutticolo, allo stato emergono spazi sottoutilizzati a scapito di un possibile incremento delle vendite a condizione che si persegua una migliore qualità delle merci e l’innovazione della gamma di prodotti ampliando l’offerta (filiera del freddo, floricoltura, ecc.).

Il Piano delineato di Polo logistico industriale per l’agroalimentare, attraverso le opere di risanamento e valorizzazione può rappresentare la salvaguardia delle attività e dell’occupazione dell’Ortomercato e dell’indotto complessivo, e di più decretarne un nuovo sviluppo allargato a tutto l’agroalimentare, settore in cui, sia per la produzione agricola e la trasformazione alimentare Brescia si distingue. Gli interessi nella direzione del polo logistico integrato, possono essere molteplici: dell’industria agroalimentare, di importatori ed exportatori, fornitori di servizi, Università degli studi, operatori della logistica, del facchinaggio, GDO e grossisti, ecc. Verso il polo alle porte della città – che potrebbe recuperare anche l’ex Pietra – dovrebbe essere convogliato il traffico pesante di rifornimento agroalimentare, sollevando la città e sviluppando al suo interno un trasporto di merci più leggero.

Oltre al recupero importante di un’area dismessa, quale quella che insiste fra via Orzinuovi e via Milano, la presenza della “Piccola” dovrebbe favorire scelte più lungimiranti e sostenibili dal punto di vista economico ambientale, potenziando lo sviluppo del trasporto dei prodotti agroalimentari su ferro. Qui, un ripensato rapporto fra pubblico e privato può fare la differenza, nell’ottica di un ampliamento delle gamme produttive, nella riduzione delle distanze fra produttori e consumatori e nello sviluppo di posti di lavoro e distribuzione del reddito.

Intanto va registrata positivamente la novità di investimenti privati per il recupero di immobili e lo sviluppo di attività nel comparto di via Milano, compresa l’iniziativa del Comune di Brescia di un Piano da 18 milioni di euro da presentare al “Bando Perifierie” lanciato dal governo che si propone la riqualificazione della stessa via con interventi per realizzare aree verdi, centri di socialità, spazi per giovani e sanitari, nonché per decongestionare la viabilità con nuovi sbocchi e collegamento suburbano su ferro.

Aeroporto di Montichiari

Nella prospettiva di potenziamento della capacità di trasporto delle merci, l’aeroporto di Montichiari necessita di rilancio. Chiaramente allo stato permane la condizione di sottoutilizzo; ma nonostante la sensazione di essere oramai fuori tempo massimo, perché nelle decisioni anche i tempi sono importanti, continuiamo a pensare che la strada del trasporto merci è forse ancora perseguibile, immaginando quindi un potenziamento dei sistemi di collegamento del trasporto su rotaia.

In questa prospettiva, propendiamo sul superamento della realizzazione dello Shunt dell’Alta Velocità con fermata all’aeroporto, ritenendo che al suo posto debbano essere potenziati e realizzati i collegamenti infrastrutturali e tecnologici che consentono il trasporto delle merci.

Trasporto Pubblico Locale

Nell’ottica di riduzione del traffico privato e di sviluppo della mobilità sostenibile, l’ampliamento e il potenziamento del trasporto merci su ferro, deve potersi integrare nello sviluppo più generale della mobilità sostenibile, proponendosi l’allungamento della Metropolitana per favorirne un utilizzo più vasto e più rispondente ai bisogni di mobilità delle persone nel vasto territorio bresciano, investendo il tavolo TPL fra Comune, Provincia, Agenzia e organizzazioni sindacali di un confronto più puntuale e sostanziale.

La programmazione in capo all’Agenzia del TPL di Brescia va pensata in questa prospettiva di potenziamento integrato del trasporto per le merci e le persone, superando per queste ultime le sofferenze e disfunzioni in cui versano. Il processo che ha istituito l’agenzia del TPL di Brescia al fine di garantirne la sua piena operatività gestionale e programmatoria, in vista del rinnovo dei Contratti di Servizio che possono ridisegnare il panorama della mobilità bresciana con ricadute sull’occupazione, deve essere completato con l’insediamento della Conferenza locale del TPL per la consultazione preventiva dei diversi portatori di interesse fra cui le organizzazioni sindacali.

Per Alto Garda e Valsabbia vista l’insufficienza della SS45 bis va studiato un sistema di trasporti pubblici alternativi – semmai riprendendo il percorso “ex tram” che univa il Basso e l’Alto Garda attraversando la Valsabbia con direzione Brescia- rafforzando un’area ad alta vocazione turistica.

Cura e risanamento ambientale e bonifiche

La riqualificazione ambientale di una provincia sotto questo profilo devastata, questione che non riguarda solo la Caffaro, impone uno sguardo sinergico per favorire manutenzione e cura del territorio, bonifiche, trasformazione delle aree dismesse in retroporti fornitori di servizi logistici, rigenerazione dell’edificato esistente.

Non meno che gli interventi infrastrutturali e di manutenzione e risanamento nell’orizzonte della messa in sicurezza delle risorse idriche e del suolo, anche lo sviluppo occupazionale va pianificato, pena pregiudicare per scarsa lungimiranza una ripresa positiva della dinamica economica più che mai necessaria anche nella nostra provincia. Ciò premesso anche a salvaguardia di danni futuri ben più onerosi, considerata la realtà del rischio frane e alluvioni che insiste sulla nostra provincia in potenziale aumento per effetto del cambiamento climatico, nella sua portata inedita, ancora troppo sottovalutata.

Turismo

Il Turismo rappresenta nel nostro Paese una fetta importante del PIL nazionale (12 %). La nostra Provincia, più di altre, può contribuire all’innalzamento di questa soglia attraverso una valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, ambientale ed enogastronomico (non delocalizzabile per ovvi motivi) con effetti benefici e stabili sul tessuto economico e occupazionale del territorio.

Sulla scia positiva lasciata dal successo dell’evento The Floating Piers, che ha fatto scoprire a milioni di turisti in tutto il mondo le bellezze della nostra Provincia occorre riuscire a costruire attraverso una rete sinergica di azioni un “brand” (che attraversi i diversi settori) da esportare in tutto il mondo.

Arte, cultura, paesaggio (montagna, Laghi, valli, colline, pianura), terme devono essere il motore di una economia del conoscere, del sapere, del benessere,dell’accoglienza, del gusto, consapevoli dell’indotto che questo potrebbe generare.

La realtà bresciana potrebbe essere motore di esperienze di partenariato con altre provincie limitrofe e perché no, attraverso un approccio interattivo fra soggetti pubblici (Regione, Provincie, Comuni) enti preposti e soggetti privati portatori di interessi, allargare questo modello a confini ben più ampi.

Damiano Galletti – segretario generale Cgil Brescia

Francesco Diomaiuta – segretario generale Cisl Brescia

Mario Bailo – segretario generale Uil Brescia

L’Agenzia delle entrate cerca una nuova sede, da 30 milioni di euro

in Agenzia delle entrate/Economia/Infrastrutture by

Trenta milioni di euro. Tanto ha messo sul piatto l’Agenzia delle entrate di Brescia per trovare una nuova sede che unisca gli uffici di via Marsala e via Sorbanella, risparmiando i due milioni all’anno di affitto che oggi paga e dando una casa unica ai 509 dipendenti dell’ente. Il bando è stato pubblicato ad aprile, e non ha ottenuto risposte soddisfacenti. L’Agenzia cerca infatti un edificio già pronto tra i 14mila e il 16.600 metri quadrati o uno da realizzare (entro un anno e mezzo) tra i 10mila e i 14mila metri quadrati.

Sei le offerte arrivate, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera. Brescia Infrastrutture – società controllata dal comune di Brescia – ha offerto due aree collocate ai capolinea del metrò: una a Sant’Eufemia e l’altra in via Arsenale, vicina al Prealpino (area Santini). Mentre Lonati ha candidato le Tre torri (l’unico edificio “chiavi in mano”), Finsibi un pezzo della Pietra Curva, un’altra società avrebbe proposto di realizzare la sede nel comparto Milano, vicino al nuovo museo Musil, mentre un sesto privato avrebbe messo a disposizione un’area in via Triumplina, in zona quartiere Casazza.

Nessuna delle proposte soddisferebbe però i requisiti indicati dall’Agenzia delle Entrate: “la grande superficie richiesta abbinata alla vicinanza a parcheggi publici per l’utenza e i dipendenti; vicinanza a fermate dei mezzi pubblici (metrò, treno, bus) e strade di grande comunicazione; vicinanza a servizi come banca e ufficio postale; indipendenza del fabbricato; assenza o limitatezza di spazi condominiali; accessi differenziati per il personale e il pubblico, sviluppo in orizzontale degli uffici e altri quattro criteri strutturali sui materiali da utilizzare”.

Autostrada della Valtrompia: il governo sblocca i fondi, si parte?

in Economia/Infrastrutture/Istituzioni by

Il raccordo autostradale della Valtrompia, che dal casello di Ospitaletto raggiunge i Comuni di Concesio e Sarezzo, è un’opera strategica per l’intero territorio bresciano. Un’infrastruttura per cui il presidente del Broletto Pier Luigi Mottinelli ha lavorato sin da subito, incontrando a Roma sia il sottosegretario Luca Lotti, sia il Ministro Graziano Delrio, affermando pubblicamente la necessità di sbloccare i fondi per la realizzazione dell’opera.
E dopo le rassicurazioni arrivate dal Governo, rispetto alla  compatibilità delle normative europee sul prolungamento della concessione, l’autostrada della Valle Trompia è ora confermata tra gli interventi previsti nel Piano Finanziario della concessionaria Società Autostradale BS-PD, Serenissima.

«Si tratta di un lotto funzionale con riflessi di assoluta priorità per la mobilità su gomma del comparto produttivo bresciano – ha dichiarato il presidente Mottinelli  –  che incide sull’economia del distretto industriale di Lumezzane e della Valtrompia. Per questo avevo chiesto che l’opera rientrasse tra le priorità dell’agenda del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Governo. Ieri sera ho sentito telefonicamente l’On. Lotti e il MInistro Delrio per condivedere con loro l’entusiasmo del risultato raggiunto».

Il rinnovo della concessione fino al 2026, necessario per non essere considerato proroga e quindi vietato dalla   Commissione Europea, era legato all’approvazione del progetto definitivo dell’intera tratta autostradale Valdastico Nord, un destino incrociato, che oggi può finalmente vedere la luce.

«Bisogna tenere conto dell’importanza strategica che l’autostrada della Valtrompia ha per il territorio bresciano –  ha proseguito il Presidente Mottinelli –  così come sottolineato con forza non solo dal mondo politico, sindaci interessati al tracciato e Comunità Montana della Valtrompia, ma anche da quello imprenditoriale, con l’Associazione Industriali Bresciani. La Provincia ha lavorato e ottenuto risultati concreti e positivi per la realizzazione dell’opera».

Superato il problema della Valdastico, Serenissima, con la delibera del Cipe, può ora liberare i 250 milioni da dare a Anas, iniziando i lavori della Valtrompia.

“Sono soddisfatto insieme al COnsigliere Diego Peli e al Presidente della Comunità MOntana della Valle Trompia, Massimo Ottelli, per il risultato raggiunto – ha concluso il Presidente Mottinelli – la Valtrompia, al pari della Tav, è sempre stata tra le mie priorità. Si tratta di un’opera importante, come sindaci e industriali mi hanno sempre ribadito”.

Tav, il Pd: visione unitaria tra Montichiari, Provincia e Loggia

in Economia/Evidenza/Infrastrutture/Istituzioni/Politica by

Tav, aeroporto e fiera, il Pd: visione unitaria tra Montichiari, Provincia e Loggia

I Circoli del Partito Democratico di Montichiari, di Ghedi e di Brescia Città, esprimono con una nota “soddisfazione per l’unità d’intenti raggiunta tra le municipalità di Brescia (espresse dall’assessore Federico Manzoni) e di Montichiari (espresse dal sindaco Fraccaro e dall’assessore Beatrice Morandi) relativamente al percorso dei Treni AV/AC che interessano i nostri Comuni, grazie anche alla proficua mediazione messa in campo dal Presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli”.

“Ad onor del vero – si legge ancora – in seguito alle dichiarazioni del Ministro Delrio e dell’ad di RFI Mazzoncini, dobbiamo dire che c’è voluto ancora un po’ di tempo e una lunga opera di approfondimento del progetto di tracciato TAV tra i rappresentanti della politica locale, gli amministratori e i tecnici per raggiungere la posizione unitaria, che ha visto la Provincia e il Comune di Montichiari convergere sulla nuova prospettiva progettuale da sempre perseguita dal Comune di Brescia e condivisa dai nostri Circoli. Ma è proprio su questa nuova sinergia che diamo atto agli amministratori che ci rappresentano, di aver anteposto alle soluzioni tecniche studiate a Roma, un’obiettivo politico di grande valenza per l’economia del nostro territorio e cioè quello di valorizzare la città capoluogo con il passaggio della TAV in città e rilanciare infrastrutture quali l’aeroporto D’Annunzio e il Centro Fiera del Garda che, se pur insistendo sul territorio di Montichiari, sono da considerare patrimonio provinciale”.

Su questo fronte la politica negli ultimi due anni sembra aver fatto passi concreti, infatti “sia il Presidente Mottinelli, sia il sindaco Del Bono e l’assessore Manzoni si sono espressi chiaramente riguardo la valorizzazione di queste infrastrutture sostenendo l’auspicato collegamento ferroviarioBrescia-Montichiari attraverso il potenziamento e la riqualificazione della linea storica della Brescia- Parma e la realizzazione di un nuovo tratto di collegamento da Ghedi verso l’Aeroporto ed il Centro Fiera del Garda”

“Valutiamo altresì positivamente – aggiungono gli esponemti del Partito democratico – che su questa ipotesi RFI (Rete Ferroviaria Italiana) abbia avviato la pratica per valutarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica. Noi siamo certi che la maggioranza dei cittadini riterrà questa soluzione migliore della precedente che, ricordiamo, prevedeva la realizzazione dello shunt, la riteniamo in grado di offrire un servizio di trasporto su rotaia a tutto il basso bresciano e alto mantovano a vantaggio della sicurezza e della salute. Siamo anche convinti che I Comuni di Montichiari e di Ghedi non possono che condividere questa soluzione che vedrebbe i loro Comuni e le loro infrastrutture (aeroporto e Centro Fiera ) collegate alla città, senza il consumo di suolo che avrebbe comportato la realizzazione dello shunt, con treni sì più veloci di qualche minuto, ma certamente a scapito del territorio e della sua economia a vocazione agricola. Ora – conclude la nota – attendiamo fiduciosi che in autunno il Ministero con il Ministro Delrio si pronunci sulla soluzione definitiva e dia poi una accelerata ai lavori per rendere fruibili i servizi”.

Fiera, Mottinelli difende Montichiari: irrealistico pensare a Brescia

in Commercio/Economia/Eventi/Infrastrutture/Istituzioni by

Con una nota il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli interviene sulla questione delle fiere bresciane, difendendo la centralità di Montichiari e criticando l’ipotesi di una fusione fra Montichiari e Brescia. “Non ha senso dunque parlare di integrazione tra Montichiari e Brescia, auspicio peraltro mai verificatosi nel passato – spiega il presidente del Broletto – per questo la ricapitalizzazione di Immobiliare Brescia metterà a disposizione spazi per eventi e manifestazioni in città, ma è irrealistico parlare ancora di fiere in città”.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli, interviene in merito al tema del Centro Fiera del Garda di Montichiari.

“Si tratta del polo fieristico bresciano per eccellenza, le cui radici sono intessute nel profondo della comunità della pianura padana. E’ ubicato in una zona strategica sia per quanto riguarda la presenza di attività produttive, sia per la vicinanza con il lago di Garda, che ne aumenta la potenzialità turistica. Grazie alle numerose iniziative che vengono organizzate, i visitatori hanno modo di apprezzare le peculiarità del nostro territorio, a livello economico, culturale e turistico”.

Il Centro Fiera del Garda di Montichiari è la seconda struttura fieristica lombarda per dimensioni. Ritengo fondamentale e doveroso investire in un Centro che ha un calendario fittissimo tra convegni, eventi fieristici e manifestazioni varie”.

Per questo la Provincia di Brescia ha messo a disposizione complessivamente 600 mila euro nei prossimi 3 anni.

“Il Centro Fiera del Garda – ha concluso il Presidente Mottinelli – è un punto di riferimento strategico per tutto il territorio bresciano, che richiama visitatori non solo dalla Lombardia, e va per questo sostenuto e valorizzato. È’ la vera Fiera di Brescia. Non ha senso dunque parlare di integrazione tra Montichiari e Brescia, auspicio peraltro mai verificatosi nel passato; per questo la ricapitalizzazione di Immobiliare Brescia metterà a disposizione spazi per eventi e manifestazioni in città, ma è irrealistico parlare ancora di fiere in città. Occorre invece avere il coraggio di parlare del Sistema Fiera di Brescia a Montichiari e, come ha fatto la Provincia, tutti insieme, istituzioni locali ed economiche, concentrarci sulla Fiera di Montichiari, quale unico polo fieristico del sistema Brescia”.

Brebemi chiude il 2015 con altri 69 milioni di rosso

in Bilanci/Economia/Infrastrutture by

Un buco da 69 milioni di euro. E’ questo il bilancio di Brebemi a due anni dall’inaugurazione. Numeri pesanti, che non fanno che aumentare le polemiche sull’autostrada “pagata dai privati” (come recita il claim contestato da molti), che però riceve ogni anno (fino al 2039) 20 milioni da Regione Lombardia e Governo.

Nel 2014 le perdite erano state di 35 milioni. Ora si raddoppia. E l’unica nota positiva arriva dal fatto che la gestione operativa è in utile di 20 milioni (a determinare le perdite sono gli ammortamenti delle opere realizzate).

Molto negativo, invece, il dato dei transiti: dalle previsioni iniziali (60mila, poi scesi a 40mila) si è arrivati a 22mila al giorno. Ma i numeri sarebbero molto più bassi: 16mila nei primi mesi del 2015, contro i 14.200 del 2014.

Tav, Parolini: la stazione del Garda va avanti

in Economia/Infrastrutture by

Prende piede la proposta di realizzare una fermata della TAV in prossimità del casello autostradale di Sirmione avanzata nelle scorse settimane dall’assessore regionale Mauro Parolini. In una nota diffusa stamane, il titolare dello Sviluppo economico in Regione Lombardia annuncia che “si sono già svolti due incontri per approfondire questa prospettiva con i vertici di FS e di RFI, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane responsabile della gestione complessiva della rete ferroviaria nazionale, dai quali sono emerse le prime condivisioni tecniche”.

APPREZZAMENTO OPERATORI TURISTICI – “Stiamo lavorando con impegno – ha confermato Parolini – La proposta si sta definendo sotto il profilo tecnico insieme con Rfi. C’è un forte interesse a servire un grande bacino di viaggiatori, come è il Garda, anche per la vocazione sempre più forte di quest’area a diventare l’hub turistico del Nord Italia e cresce l’apprezzamento per l’ipotesi della stazione del Garda anche da parte degli operatori turistici e dei residenti”.

BENACO FULCRO STRATEGICO PER TURISMO – “Sfruttando le prerogative dell’alta velocità, la realizzazione della ‘fermata Garda’ – ha rimarcato l’assessore – potrebbe affermare il Basso Garda come uno dei più importanti snodi ferroviari turistici europei. Abbiamo davanti un’opportunità irripetibile: Il Benaco, che già registra oltre 22 milioni di presenze l’anno, non solo infatti potrà migliorare l’accessibilità e crescere ulteriormente, ma diventerà sempre di più per i turisti un fulcro strategico per raggiungere nell’arco di una giornata altre importanti destinazioni turistiche nel centro-nord del Paese”.

OBIETTIVO SUPERARE 25 MILIONI PRESENZE – “Con la ‘stazione Garda’ – ha concluso Parolini – Milano, Verona, Venezia, Bologna, Firenze, ma anche gli altri laghi lombardi, saranno infatti raggiungibili dal Garda in tempi molto brevi, integrandosi così una sorta di area turistica unica. Questo aumenterebbe in maniera significativa l’attrattività del Lago di Garda come destinazione turistica, porta d’accesso e punto di partenza per accedere ad un’offerta più ampia, permettendo a quest’area di superare abbondantemente i 25 milioni di presenze e di innescare processi virtuosi che avranno benefici sul turismo in tutto il Paese”.

Brebemi, crescono i debiti e… gli stipendi degli amministratori

in Bilanci/Economia/Evidenza/Infrastrutture by

I debiti crescono, gli stipendi anche. E’ il paradosso di Brebemi, che dal 2013 al 2015 – secondo quanto segnalato da un articolo del Corriere della sera di Brescia – ha visto crescere i compensi degli amministratori (13, al cui vertice c’è l’ex presidente della Camera di commercio Franco Bettoni) da 398mila a 626mila euro: ben 100mila di “aggiunta” (da 522mila a 626mila) soltanto nell’ultimo anno. Peccato che nello stesso periodo Brebemi abbia messo a bilancio un rosso di 35,4 milioni nel 2014 e di 68,9 nel 2015. Il tutto mentre il Cipe, con una delibera dello scorso 6 agosto, ha approvato su proposta del Ministero dei Trasporti il Piano Economico Finanziario della cosidetta “autostrada dei privati” prevedendo un contributo pubblico complessivo in conto impianti di 320 milioni di euro.

BreBeMi, la Loggia fuori con il “diritto di recesso”

in Evidenza/Infrastrutture/Istituzioni by

Tutti fuori dalla “prigione” di BreBeMi. L’iniziativa congiunta coinvolge Comune di Brescia, città di Milano e Provincia di Bergamo che hanno deciso di dismettere le loro partecipazioni in Autostrade Lombarde, le cui prospettive economiche nel breve e medio periodo appaiono tutt’altro che incoraggianti.

“Abbiamo deciso di uscire da Autostrade Lombarde, quindi da Brebemi, di cui abbiamo quote per circa un milione di euro (lo 0,2031 per cento, ndr) perché la riteniamo una partecipazione irrilevante ed infruttuosa”, ha spiegato il sindaco di Brescia Emilio Del Bono al Corriere, “Meglio utilizzare quei soldi per sistemare qualche scuola del Comune piuttosto che lasciarli in quella società”.

Già a settembre la Loggia aveva provato a vendere le sue azioni, ma il bando di gara è andato deserto. Così a dicembre Del Bono ha deciso di esercitare il esercitare il diritto di recesso, appellandosi alla legge 147 del 2013 che norma le liquidazioni in denaro delle partecipazioni. Contro questa azione Autostrade Lombarde ha deciso di presentare un ricorso al Tribunale di Brescia.

 

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