Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Finanza - page 7

Fallito per colpa dello Stato: Bramini spera di ricomprarsi casa con un libro

in Cultura/Economia/Finanza/Partner 2 by
L'avvocato Monica Pagano, Sergio Bramini e Biagio Riccio

Il caso di Sergio Bramini (l’imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato) continua a far discutere. E, in attesa di svolte legislative, è diventato un libro – di cui è coautrice l’avvocato bresciano Monica Pagano dello Studio Pagano & Partners –  i cui proventi potrebbero sanare parzialmente una grande ingiustizia italiana.

Lunedì 10 dicembre alle 15, infatti, all’Hotel Nazionale di Roma (piazza Montecitorio 131) verrà presentato il volume “Il caso Bramini: un’ingiustizia di Stato” (Rubettino Editore).

Con Bramini, nell’occasione, saranno presenti i quattro autori: gli avvocati Monica Pagano e Biagio Riccio, l’imprenditore Giovanni Pastore e Giacomo Di Gennaro (Docente di Sociologia). Ma anche Alessandro De Giuseppe, inviato della popolare trasmissione televisiva Le Iene, che si è occupato della prefazione. E’ attesa, inoltre, la presenza del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che ha scelto Bramini tra i suoi consulenti.

Il ricavato del libro – che da lunedì sarà disponibile on line e nelle librerie al prezzo di 12 euro – verrà interamente devoluto a Sergio Bramini per consentirgli di ricomprarsi casa. “Ma la speranza – sottolinea Monica Pagano – è che serva anche a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e la politica, affinché non si ripeta più un dramma che ogni anno, nel silenzio generale, miete centinaia di vittime”.

Quello dell’imprenditore monzese, infatti, è un caso emblematico, di cui hanno già parlato a più riprese tutti i media nazionali. Per far fronte ai mancati pagamenti delle pubbliche amministrazioni (4 milioni di euro) e non dover licenziare i suoi 32 dipendenti, Bramini – titolare di un’azienda attiva nella gestione rifiuti – aveva deciso di ipotecarsi la casa. Ma nel 2011 è stato dichiarato fallito. Il 18 maggio di quest’anno, quindi, è stato sfrattato con la forza e il 22 novembre la sua villa è stata battuta all’asta. Ad aggiudicarsela un imprenditore cinese che, una volta appresa la storia di Sergio, si è detto disponibile a ritirare l’offerta a patto di non dover pagare di tasca sua la penale da 50mila euro. Proprio a questo sono destinati i proventi del libro. In attesa di sapere come andrà a finire, Bramini continua a lavorare con l’obiettivo di far entrare in vigore la cosiddetta Legge Bramini per impedire il fallimento di aziende con crediti significativi verso lo Stato.

fonte: Brescia news

Imprese finanziarie, nel Bresciano sono 427: + 52 per cento in cinque anni

in Economia/Finanza/Tendenze by

Sono 5.419 le imprese specializzate in servizi finanziari in Lombardia su oltre 15 mila attive in Italia, il 36% del totale nazionale e crescono dell’8% in un anno e del 45% in cinque (+7,5% e 38,8% in Italia) secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese al primo trimestre 2018, 2017 e 2013. Danno lavoro a 129 mila addetti su 332 mila a livello nazionale.

Milano è prima con 3.844 imprese seguita da Roma con 1.412 e Torino con 896. In Lombardia, dopo Milano, vengono Brescia (427 imprese, +7,8% in un anno e +52% in cinque), Bergamo (339 imprese, +6,9% e +53,4%) e Monza Brianza (220 imprese, +13,4% e +36,6%).

Dai dati dell’Osservatorio Supply Chain del Politecnico di Milano il credito di filiera in Italia vale 637 mld di euro, ma solo il 23% è già servito. Convegno in Camera di commercio.

Le agevolazioni finanziarie per l’Impresa 4.0 | Intervista a Paolo La Torre, CEO di Financial Consulting Lab

in Economia/Evidenza/Finanza by
Paolo La Torre

Nel complesso mondo della finanza agevolata si stanno ritagliando un ruolo di crescente importanza le società di consulenza che aiutano le aziende ad accedere ai fondi pubblici. Paolo La Torre, CEO di Financial Consulting LAB, affianca da anni centinaia di aziende che hanno deciso di avvalersi di un supporto tecnico per accedere
a contributi pubblici. Attraverso quest’intervista proviamo a fare chiarezza con il dott. La Torre sul panorama delle misure agevolative che possono essere interessanti per le imprese che hanno programmato investimenti nell’innovazione dei propri prodotti e processi.

Di cosa si occupa Financial Consulting LAB e come aiutate le aziende a cogliere le opportunità di contributi pubblici?

Il mondo della finanza agevolata è complesso e talvolta le aziende sono restie a presentare domanda di contributo proprio perché fanno fatica a districarsi all’interno di questo coacervo legislativo. Per questa ragione Financial Consulting Lab fornisce assistenza attraverso una stringente pre-nalisi tecnica per capire se sussistono i requisiti per la partecipazione ad un bando. Inoltre aiutiamo le aziende a capire quali sono i bandi più coerenti con il piano strategico di investimento proprio perché pensiamo che il contributo debba rientrare in una logica di sviluppo aziendale. In questo momento si parla tanto di “Industria 4.0”.

Esistono misure agevolative a cui le imprese possono attingere?

A livello nazionale è stato presentato il “Piano Nazionale Impresa 4.0”, un’occasione per tutte le imprese che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale. Le nuove tecnologie digitali stanno impattando profondamente nei processi produttivi industriali rendendoli sempre più automatizzati e interconnessi.  In questo contesto il legislatore ha varato una serie di misure a sostegno delle aziende che intendono effettuare investimenti in chiave “4.0”.

Tra queste misure sono presenti risorse a sostegno della ricerca e dell’innovazione?

La misura “regina” in questo senso è certamente il Credito di Imposta Ricerca e Sviluppo. Si rivolge a tutte le aziende indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano. Il beneficio consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta pari al 50% su spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, fino ad un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo effettuate nel triennio 2012-2014. Nello specifico sono agevolabili costi sostenuti per personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università e enti di ricerca, quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali.

Per le imprese che invece intendono acquistare macchinari in chiave 4.0?

In quest’ottica sono previste dal “Piano nazionale 4,0” due misure molto interessanti: la misura “Sabatini 4.0” e l’Iperammortamento. La “Sabatini 4.0” consente di ottenere una riduzione del tasso di interesse del 3,575% su finanziamenti concessi da una banca o da un intermediario finanziario di durata non superiore a 5 anni e di importo compreso tra i 20.000€ e i 2.000.000€ per l’acquisto di beni 4.0. L’iperammortamento invece consente una supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing. Si applica agli investimenti effettuati nel corso del 2018, con la possibilità di completare l’investimento entro il 31 dicembre 2019 a condizione che entro il 31 dicembre 2018 sia avvenuto il pagamento di un acconto in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Il quadro nazionale è chiaro. A livello regionale invece esistono contributi a sostegno dell’innovazione tecnologica delle imprese lombarde?

La nostra struttura è molto attenta anche alle misure agevolative erogate dalle Regioni, dai Comuni e dalle Camere di Commercio. Da poco si è chiuso il bando “Storevolution” di Regione Lombardia che ha previsto un contributo fino a 20.000€ a sostegno dell’innovazione digitale dei negozi lombardi. In questo momento è attivo il bando “Export 4.0” sempre di Regione Lombardia. L’agevolazione è rivolta alle MPMI che intendono sviluppare la propria posizione sui mercati esteri attraverso l’apertura o il consolidamento di un canale commerciale online per l’export dei propri prodotti. Il contributo massimo è di 10.000€ a fronte del 70% delle spese ammissibili. Monitoriamo anche i bandi delle Camere di commercio lombarde. Ad esempio è aperto il bando della CCIAA di Milano, Monza Brianza e Lodi che eroga fino a 12.000€ per spese da sostenere in consulenza, formazione e per l’acquisto di tecnologie 4.0. Per le aziende bresciane è invece interessante il bando della Camera di Commercio di Brescia che ha stanziato un fondo di 250.000€ allo scopo di incentivare e promuovere la diffusione di tecnologie digitali rivolte all’e- commerce, alle tecnologie per la sicurezza per la prevenzione di atti criminosi nonché per la riduzione dei consumi energetici. Il contributo concedibile (massimo 2.500€ per ogni impresa) è pari al 50% dei costi sostenuti nel 2018.

Consulenza, Sei Consulting entra nel circuito Ernst & Young

in Economia/Finanza by
Mazzoleni e Losio

È stata formalizzata, e già attiva sul mercato, l’integrazione in EY di Sei Consulting e Sfida 4.0, le società di consulenza manageriale e strategica di Brescia guidate dal Dottor Ivan Losio e dal Professor Alberto Mazzoleni.

L’incontro tra le due realtà consente di creare sinergia tra due business complementari come quello dei servizi di revisione e consulenza e quello dell’organizzazione strategica tecnologica e digitale per le imprese.

Ivan Losio fa sapere che “il nostro mercato di riferimento vuole sempre di più rapportarsi con consulenti ed esperti in grado di fornire servizi a 360 gradi e capaci di supportare ed agevolare il processo di innovazione strategica ed internazionale. EY è il più importante e performante network di consulenza ed è il partner ideale per il nostro mercato di riferimento”.

Questa operazione permette inoltre a Sei Consulting e Sfida 4.0 di integrare i servizi con ulteriori competenze che derivano da un network di oltre 5.000 professionisti in Italia e 250.000 consulenti nel mondo.

Alberto Mazzoleni aggiunge che “Siamo onorati di entrare a far parte del network di EY e l’intera organizzazione di Sei Consulting si è approcciata a questa operazione con grande entusiasmo, certa che le sinergie che emergeranno consentiranno di offrire ai clienti una gamma di servizi notevolmente ampliata e skill verticali sulle filiere strategiche”.

Massimo delli Paoli, Partner EY, “’L’accordo con Sei Consulting e Sfida 4.0 concorre ad assicurare a EY una copertura capillare sul territorio locale, contribuendo a creare valore e distintività al posizionamento delle aziende della Lombardia orientale sui mercati nazionali e internazionali. Pensiamo cosi di rispondere in modo concreto alle esigenze di innovazione che le nostre imprese stanno sempre più manifestando”.

Neosperience porta in Borsa l’intelligenza artificiale per rendere la tecnologia “empatica”

in Economia/Evidenza/Finanza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by

Si quoterà a Piazza Affari la società che sta cercando di rendere l’intelligenza artificiale empatica attraverso la psicologia cognitiva e comportamentale e che ha creato un sistema gestionale in grado di far dialogare in tempo reale tutti i dispositivi digitali usati dagli individui (web, tablet, smartphone computer). Un sistema gestionale che al posto di bolle, fatture e ordini di produzione affronta i processi di conoscenza, di ingaggio e fidelizzazione dei clienti. Lo scopo è realizzare il “sacro graal” di ogni azienda: vendere il prodotto giusto al prezzo giusto attraverso poche, efficaci iniziative che fanno breccia nel cuore dei propri clienti.

Neosperience SpA  è una PMI innovativa che conta di quotarsi sul segmento Aim a breve raccogliendo un valore di circa 8-10 Milioni di Equity attraverso un’operazione di aumento di capitale. Fondata nel 2004 giungerà a Piazza Affari con clienti notevoli. Il colosso Axa utilizza i servizi della controllata Neosurance specializzata in polizze assicurative istantanee che realizza offerte a pochi euro coprono da cadute (dagli sci per esempio) anche solo per un weekend. Le proposte sono inviate ai clienti in base al profilo comportamentale ed ai gusti, che l’applicazione del gruppo assicurativo riesce a comprendere una volta installata nello smartphone.

“Chiaramente la lettura dei dati personali avviene dopo un consenso del cliente” spiega il CEO Dario Melpignano. “La quotazione viene fatta per potere crescere all’estero. Abbiamo già aperto un ufficio a Sud di San Francisco nel paese di Sunnyvale non lontano dai colossi della tecnologia in cui contiamo di inserire un team importante. Molte delle attività vengono già da clienti negli Stati Uniti.” 

Neosperience lavora per importanti player come Cardif (Gruppo BNP Paribas), Fineco, Mattel, Disney, Miu Miu, Rinascente, Esselunga.  Sia nel 2014 e nel 2016 Gartner colosso mondiale della ricerca e dell’advisory ha conferito al gruppo il titolo di Cool Vendor, il più prestigioso riconoscimento a livello tecnologico mondiale. Recentemente Gartner ha anche segnalato Neosperience in un report relativo all’utilizzo innovativo proprio dell’Intelligenza Artificiale (AI).

Neosperience SpA ha chiuso il 2017 con valore della produzione di 8,56 milioni di Euro e un utile netto di 453 mila Euro.  Il gruppo nato a Brescia ha sede a Dalmine (BG), Verona e Milano. La sede bresciana è in Via Orzinuovi 20 al decimo piano della Torre Athena (nella foto) che il gruppo ha acquistato. Attraverso le controllate Neos Consulting Srl e Neosperience Lab Srli opera sul tema dei sistemi gestionali SAP e nel mondo delle tecnologie legate al tema “industria 4.0”. Nel gruppo operano oltre 100 professionisti tra dipendenti e partner.

Altro obiettivo del gruppo è quello di utilizzare il proprio asset tecnologico per generare iniziative Startup che affrontino ambiti verticali o contestuali sviluppando dei servizi digitali evoluti che possono arricchire anche il mondo dei prodotti manifatturieri . Negli ultimi anni sono ben 18 le iniziative Startup che hanno utilizzato i servizi di Neosperience.

Blockchain & Smart Contracts: idee innovative e app che cambieranno il futuro | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Finanza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by
Blockchain

La blockchain, in italiano “catena di blocchi”, può essere semplificata come un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale generalmente di tipo pubblico (ma esistono anche esempi di implementazioni private) ed in cui ogni partecipante ha una copia dei dati.

L’utilizzo di un protocollo di aggiornamento ritenuto sicuro dalla comunità degli utenti e di tecniche di validazione crittografiche genera la reciproca fiducia dei partecipanti nei dati conservati dalla blockchain, che la rende comparabile ai “registri” gestiti in maniera accentrata da autorità riconosciute e regolamentate (banche, assicurazioni ecc.)

Una blockchain è fondamentalmente un registro aperto e distribuito che può memorizzare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Una volta scritti, i dati in un blocco non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi ad esso, il che, per la natura del protocollo e dello schema di validazione, necessiterebbe il consenso della maggioranza della rete. [

La blockchain è quindi una lista in continua crescita di record, chiamati blocks, che sono collegati tra loro e resi sicuri mediante l’uso della crittografia. Ogni blocco della catena contiene un puntatore hash come collegamento al blocco precedente, un timestamp e i dati della transazione. La natura distribuita ed il modello cooperativo rende robusto e sicuro il processo di validazione, ma presenta tempi e costi non trascurabili, dovuti in gran parte al prezzo dell’energia elettrica necessaria per effettuare la validazione dei blocchi. L’autenticazione avviene tramite la collaborazione di massa e alimentata da interessi collettivi. 

Il risultato di tutto ciò è un flusso di lavoro robusto dove la competenza dei partecipanti in materia di sicurezza dei dati non è necessaria. L’utilizzo di questa tecnologia consente anche di superare il problema dell’infinita riproducibilità di un bene digitale e della doppia spesa senza l’utilizzo di un server centrale o di un’autorità.

Un blockchain database consiste in due tipi di record: le transazioni e i blocchi. Quest’ultimi contengono lotti di transazioni valide che sono hashate e codificate all’interno di un Merkle tree (hash tree). Ogni blocco include l’hash del blocco precedente creando così il collegamento tra due blocchi. L’iterazione di questa procedura forma la catena e garantisce l’integrità del blocco precedente, questo fino al blocco di genesi.[

È inoltre possibile che blocchi separati possano essere prodotti simultaneamente, questo provoca una biforcazione (‘fork’) nella catena della blockchain. Ogni blockchain, oltre ad una cronologia basata su un hash sicuro, ha uno specifico algoritmo per segnare diverse versioni della cronologia che si va a creare con le biforcazioni in modo che una con un valore più alto possa essere selezionata rispetto alle altre. I blocchi non selezionati per l’inclusione nella catena sono chiamati blocchi orfani. I peer che supportano il database hanno di volta in volta versioni diverse della cronologia. Mantengono solo la versione con punteggio più alto del database a loro nota. Ogni volta che un peer riceve una versione con punteggio più alto (solitamente la vecchia versione con un singolo nuovo blocco aggiunto) estende o sovrascrive il proprio database e ritrasmette il miglioramento ai propri pari. Non c’è mai una garanzia assoluta che qualsiasi voce particolare rimarrà nella migliore versione della storia per sempre.

BLOCKCHAIN & SMART CONTRACTS

La tecnologia blockchain potrebbe rivoluzione l’ambito legale, consentendo di creare contratti vincolanti al di fuori del sistema giuridico tradizionale. I contratti “smart” potrebbero permettere la memorizzazione di accordi contrattuali vincolanti a livello internazionale su blockchain.

Gli smart contract basati su blockchain sono contratti che possono essere stipulati e imposti addirittura senza la necessita di un’interazione umana. Alcune implementazioni di blockchain potrebbero consentire la codifica di contratti che verranno eseguiti in automatico quando sono soddisfatte determinate condizioni. Un blockchain smart contract sarebbe attivato da istruzioni di programmazione estensibili che definiscono ed eseguono un accordo. Un esempio di utilizzo dei contratti intelligenti è nell’ambito musicale. 

Nel 2017, il DJ Deadly Buda rilascia l’iniziativa Rock the Blockchain che paga le tracce e gli artisti in esso contenuti tramite criptovaluta Musicoin. Ogni volta che il dj mix viene suonato, il contratto intelligente che vi è associato paga gli artisti istantaneamente.

Innovation Club insieme ai suoi partner, dove esistono forti competenze sulla blockchain,  hanno creato un’iniziativa per catalizzare idee innovative in questo ambito.

Ecco alcuni progetti su cui stiamo lavorando:

CREARE UN PROGRAMMA DI LOYALTY CONDIVISO

Data la diffusione di programmi Loyalty nei settori retail, viaggi e servizi finanziari i consumatori si ritrovano in una complessa rete di punti e opzioni di rimborso. Applicando la tecnologia blockchain per creare una piattaforma universale per programmi fedeltà e premi, dando ai consumatori l’accesso a tutti i loro programmi fedeltà da un unico luogo e fornendo la possibilità di spendere punti attraverso diversi sistemi.

TRACCIABILITA’ LUNGO LA SUPPLY CHAIN

Sono state sviluppate numerose iniziative che utilizzano blockchain per tracciare le origini delle materie prime attraverso le supply chain globali. La tracciabilità del prodotto permette di garantire sia la sostenibilità ambientale dell’attività sia il lavoro senza ingiusto sfruttamento.

DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

L’adozione delle votazione online deve ancora decollare, soprattutto a causa di problemi di sicurezza. Secondo alcuni la blockchain, grazie alla sua natura immutabile e trasparente, potrebbe essere la soluzione.

LA GESTIONE DEI REGISTRI IMMOBILIARI

A maggio 2015 l’Honduras ha annunciato il progetto di creare un sistema permanente e sicuro di registri immobiliari basato sulla blockchain. Un sistema basato su Blockchain permetterebbe di affrontare il problema dei funzionari corrotti che modificano l’elenco dei titoli immobiliari nei paesi emergenti. Molti paesi emergenti con cui siamo in contatto hanno una gestione del registro immobiliare da modernizzare proprio attraverso la blockchain

CONDIVIDERE LE INFORMAZIONI SANITARIE

Le istituzioni sanitarie soffrono dell’incapacità cronica di condividere in modo sicuro i dati tra le diverse piattaforme e istituzioni. Una miglior collaborazione tra i fornitori di dati significa, una maggior probabilità di stilare diagnosi accurate, una maggior probabilità di optare per trattamenti efficaci e, più in generale, un aumento della capacità complessiva dei sistemi sanitari di fornire una buona assistenza. Le blockchain applicate al settore della sanità permettono quindi a ospedali, contribuenti e altre strutture sanitarie di condividere l’accesso ai loro network senza compromettere la sicurezza e l’integrità dei dati.

RENDERE TRASPARENTE LA BENEFICENZA

Una lamentela piuttosto comune per chi ha poca fiducia nelle ONG (Organizzazioni Non Governative) è l’inefficienza nella gestione dei fondi, unita alla massiccia e diffusa corruzione, che spesso impedisce che i soldi versati arrivino veramente ai bisognosi. Per chi è coinvolto in attività benefiche, fund raising e donazioni, una caratteristica particolarmente apprezzata delle blockchain è la sua capacità di monitorare con precisione dove finiscono i singoli centesimi donati da privati o aziende.

INVESTIRE NELLA CARRIERA DEGLI SPORTIVI

Investire sulle potenzialità di carriera e sui meriti sportivi degli atleti è stato generalmente appannaggio delle agenzie, dei siti di scommesse o dei procuratori sportivi. Le blockchain potrebbero permettere di decentralizzare il processo di finanziamento della carriera di un atleta, per renderlo più democratico. Sarà, pertanto, possibile per i fan e i supporter di una stella del basket acquistare una partecipazione finanziaria che si rivaluta (o si svaluta) nel tempo in relazione al rendimento, ai percorsi di carriera e alle prestazioni del proprio campione del cuore.

www.innovationclub.it

Camozzi, obbligazione da 12,5 milioni per crescere all’estero

in Aziende/Economia/Finanza/Meccanica by
Camozzi

Il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, costituito da SACE e SIMEST, sostiene lo sviluppo internazionale di Camozzi, azienda bresciana attiva nei settori dell’automazione industriale, delle macchine utensili, dei macchinari tessili, delle fusioni e lavorazioni nonché in campo digitale e soluzioni IoT. E lo fa sia attraverso la sottoscrizione di un bond, sia attraverso l’investimento in equity.

Il Fondo Sviluppo Export, fondo nato su iniziativa di SACE e gestito da Amundi SGR, ha sottoscritto un’obbligazione per 12,5 milioni di euro emesse da Camozzi. L’obbligazione, della durata di sei anni, è interamente garantita da SACE e sottoscritta dal Fondo Sviluppo Export ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla stessa SACE e dalla Banca Europea per gli Investimenti. I proventi dell’emissione verranno utilizzati da Camozzi per sostenere il proprio programma di sviluppo sui mercati internazionali, principalmente Ucraina, Stati Uniti, Cina e Russia.

SIMEST, inoltre, intende investire 4,7 milioni di euro in due aziende localizzate in Cina, non lontano da Shanghai, specializzate nella componentistica per i sistemi di automazione e interamente controllate dal Gruppo Camozzi. L’investimento avrà importanti ricadute positive anche in Italia, generando un aumento della domanda dei componenti prodotti negli stabilimenti Camozzi del Nord Italia.

“La crescita sui mercati internazionali è un obiettivo perseguito costantemente dal Gruppo dai suoi primi anni di attività – ha dichiarato Lodovico Camozzi, Presidente del Gruppo Camozzi-. Il supporto di SACE e l’ingresso di SIMEST nel capitale azionario delle società cinesi ci rafforzano sotto il profilo istituzionale e finanziario e ci permetteranno di essere ancora più competitivi sui mercati internazionali. Oggi siamo presenti con le nostre sedi in 26 paesi ed esportiamo complessivamente più dell’80% del fatturato in 75 paesi”.

Camozzi è uno dei primari clienti di SACE e SIMEST in Lombardia, regione in cui – attraverso gli uffici di Milano e Brescia – vengono servite quasi 6mila imprese: nel 2017 sono state mobilitate risorse a sostegno dello sviluppo internazionale delle imprese della regione per oltre 3,5 miliardi di euro.

 

Il 12 torna il Forum Impresa & Finanza di Aib, tra credito bancario e nuovi strumenti

in Aib/Associazioni di categoria/Aziende/Beretta/Economia/Eventi/Finanza by

In che modo la finanza può sostenere l’industria italiana a consolidare la recente fase di ripresa, favorendo anzitutto lo sviluppo del made in Italy sui mercati esteri e gli investimenti in innovazione? Interrogativo di grande attualità, intorno al quale si articolerà il confronto con esponenti di vertice del mondo imprenditoriale e del credito protagonisti al Forum Impresa & Finanza di Associazione Industriale Bresciana.

L’appuntamento, dopo tutto esaurito registrato lo scorso anno in occasione della prima edizione, è fissato per giovedì 12 aprile a partire dalle 9.30 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia).

“L’industria italiana e bresciana registrano una fase di graduale ripresa, trainata in primo luogo da export e investimenti in innovazione. Due direttrici lungo le quali le nostre imprese devono continuare a investire se vogliono alimentare la crescita e questo non può prescindere dalla disponibilità di adeguate risorse finanziarie – osserva Giuseppe Pasini, presidente di Aib –. Non c’è dubbio che nel breve e medio periodo il canale bancario continuerà a giocare un ruolo centrale; tuttavia, assistiamo al consolidarsi di strumenti alternativi e complementari, mentre il progressivo affermarsi del Fintech influenzerà sempre più i modelli operativi degli istituti di credito tradizionali”.

“Il Forum Impresa e Finanza rappresenta un’occasione unica per confrontarci con figure di primo piano dei principali istituti di credito nazionali presenti sul territorio e fare così il punto sull’evoluzione del rapporto banca-impresa – aggiunge Paolo Streparava, delegato di Aib per Credito, Finanza e Fisco –. Da sempre l’attività della nostra Associazione mira a promuovere lo sviluppo virtuoso di questa relazione all’interno di un contesto di profondo rinnovamento, con l’obiettivo di rimettere al centro i fondamentali industriali nel rapporto tra istituto di credito e azienda, creare cultura finanziaria e cultura d’impresa, accompagnare le imprese verso nuovi strumenti complementari al credito tradizionale in linea con le esperienze nord-europee e anglosassoni”.

I lavori del II Forum Impresa & Finanza si apriranno con il benvenuto del presidente di Aib, Giuseppe Pasini, e con l’intervento di Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità Finanziaria di Banca d’Italia.

A seguire, la prima sessione dedicata a finanza e sviluppo d’impresa con il keynote speech di Corrado Passera, fondatore e presidente esecutivo Spaxs, e la tavola rotonda con esponenti di primo piano del mondo del credito nazionale. La mattinata sarà animata da Sebastiano Barisoni, vice direttore esecutivo di Radio 24.

La parte pomeridiana inizierà invece alle 13.30 con l’intervento di Maurizio Rocca, direttore della Succursale di Brescia di Banca d’Italia, e la presentazione del numero speciale dedicato al credito del Booklet Economia, curato dall’Ufficio Studi e Ricerche di Aib. Spazio quindi alla sessione su finanza e sviluppo internazionale con il keynote speech di Alessandro Decio, amministratore delegato e direttore generale di Sace.

Durante la terza sessione si farà invece il punto su finanza e innovazione con l’analisi di Roberto Nicastro, Europe Senior Advisor Cerberus Capital. In entrambe le sessioni, moderate da Marco Liera (founder e ceo YouInvest), sono previsti momenti di confronto, che avranno tra i protagonisti rappresentanti di vertice dei principali istituti bancari italiani presenti sul territorio. L’evento è patrocinato dall’Ordine dei Commercialisti di Brescia e vedrà la partecipazione del presidente Michele de Tavonatti.

La partecipazione ai lavori è libera e gratuita (www.aib.bs.it – #impresaefinanza).

Importante operazione nel mercato Npl per la bresciana Sei Consulting

in Aziende/Economia/Edilizia/Evidenza/Finanza/Sei consulting by

Nel complicato mercato dei crediti NPL (crediti bancari non performing) collegati agli immobili protagonista anche la bresciana SEI Consulting, con l’operazione conclusasi nel mese di dicembre 2017 attraverso la quale il Gruppo Zunino ha ceduto a Castello s.g.r. due immobili di grande prestigio situati nel quadrilatero della moda milanese (più precisamente in via Bagutta e in via Bigli), completando in tal modo il risanamento delle proprie società.

Nella operazione – durata più di un anno – il Gruppo Zunino è stato assistito in qualità di advisor finanziario da SEI Consulting che ha operato attraverso un team coordinato dai partner Alberto Mazzoleni e Marco Cavagnini coadiuvati da Daniele Pedruzzi.

L’operazione – avente ad oggetto due immobili di grande prestigio ceduti per un valore complessivo di 128,5 milioni di euro a Castello s.g.r. intervenuta in qualità di società di gestione del risparmio del Fondo di Investimento Alternativo Immobiliare denominato “Fondo Italian Opportunities Fund I” – va collocato nel pur complicato ma sempre più frizzante mercato italiano dei crediti non performing, aventi come sottostante asset di natura immobiliare. Un mercato che offre importanti opportunità per gli investitori, anche esteri. Nell’operazione Zunino il fondo è riconducibile ad investitori americani.

“Il mercato degli NPL presenta grandi opportunità che ad oggi sono state colte soprattutto dagli investitori speculativi, in larga parte non italiani, che, approfittando dello stato di “bisogno” del sistema bancario, hanno negli ultimi due anni chiuso numerose operazioni, valorizzando asset che le banche (titolari del credito garantito dagli immobili o degli immobili stessi) non erano in grado di gestire” dichiara Mazzoleni. “Le banche, anche quelle di dimensioni medie o piccole, dovrebbero avere un approccio più costruttivo sul tema strutturando internamente o facendo accordi con soggetti esterni specializzati in modo da “catturare”, almeno in parte, i plusvalori latenti che gli operatori specializzati sono in grado di generare dai crediti NPL”. (fonte BsNews.it)

Prestiti alle Pmi, Massetti (Confartigianato): Brescia tra le peggiori in Regione

in Associazioni di categoria/Banche/Confartigianato/Economia/Finanza/Partner by

Per le piccole e medie imprese bresciane resta difficile accedere al credito. La recente eleborazione flash dell’Ufficio Studi di Confartigianato (su base dati Banca d’Italia), secondo quanto riferito dal quotidiano on line BsNews.it, registra a livello nazionale un calo dei prestiti a giugno per l’artigianato del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2016 e a Brescia il dato è ancora più negativo: -6,9% per un valore dello stock complessivo erogato alle aziende pari a 1.760 milioni. Con il dato a livello regionale che si attesta a -5,8%, peggio di Brescia fanno solo Lodi (-8,8%) e Mantova (-7,2%), confermando una tendenza negativa in ogni analisi trimestrale ormai dal 2014 e con il picco negativo proprio del giugno di quest’anno.

«Il denaro per i piccoli imprenditori continua ad essere scarso e costoso. Si bloccano così sviluppo e investimenti, rallentando ulteriormente un sistema produttivo che fatica a recuperare il terreno perduto» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue «la maggiore difficoltà di accedere a strumenti di finanziamento bancario non è da considerarsi certo conseguenza della minore qualità del credito delle piccole imprese che presentano una quota di crediti deteriorati del 25,5%, inferiore rispetto al 28,2% di una impresa medio-grande. Inoltre, una piccola impresa, paga un tasso di interesse effettivo superiore a quanto pagato da una impresa medio-grande e nonostante questo l’erogazione è ancora in calo».

Una flessione tuttavia generalizzata, quella che riguarda i prestiti alle imprese artigiane: a livello nazionale, l’analisi dei prestiti all’artigianato evidenzia a giugno 2017 uno stock, comprensivo delle sofferenze, di 41 miliardi di euro, in calo in un anno di 2,5 miliardi: in percentuale il 5,8 in meno e in flessione rispetto al 4,5% rispetto a marzo 2017. In cinque anni, ossia tra il giugno 2012 e il giugno 2017) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di circa un quarto (-23,1%), pari a 12,3 miliardi di euro in meno, calo oltre una volta e mezzo quello registrato dal totale imprese (-13,5%).

Lo studio di Confartigianato conferma proprio come il costo del credito, in tutte le regioni, sia pagato dalle piccole imprese con un tasso di interesse superiore a quello delle imprese medio-grandi: una piccola impresa, in media nazionale, paga un tasso di interesse effettivo pari al 7,07% superiore di 301 punti base rispetto al 4,06% pagato da una impresa medio-grande.

«Bisogna invertire la rotta e farlo con i fatti perché le imprese artigiane bresciane sono circa 35mila e costituiscono il vero tessuto produttivo del nostro territorio, le loro sofferenze sono calate e nel lungo periodo danno un ritorno superiore. Sappiamo che il credito è il carburante indispensabile per un’impresa e per questo motivo, anche grazie alla nostra Cooperativa Artigiana di Garanzia di Confartigianato Brescia ci poniamo come autorevoli mediatori fra gli imprenditori e le banche facilitando l’accesso al credito e ottenendo tassi e condizioni vantaggiose per i nostri associati. In particolare supportiamo le aziende in tutti i passaggi, a partire dalla messa a punto della ducumentazione, dei business plan, fino al controllo dei costi bancari. Abbiamo chiuso il 2017 con la consapevolezza che siano incrementate le richieste di finanziamento per l’acquisto di beni produttivi come i macchinari e per l’implemento dei capannoni e non più solo per ragioni di liquidità di cassa e questo è già un buon segnale» conclude il presidente Massetti.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti