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Crisi - page 2

Stefana, sono 140 i lavoratori a rischio

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Sono 140 i lavoratori che rischiano il posto alla Stefana di Nave. Alla scadenza fissata per il sesto bando, infatti, non sono arrivate offerte per il sito di via Bologna, in concordato preventivo, nonostante le diverse manifestazioni di interesse arrivate nelle settimane precedenti da gruppi italiani e stranieri. E l’assenza di offerte sorprende tutti i soggetti coinvolti, che confidavano in una positiva chiusura della vicenda in tempi brevi come testimoniato dal fatto che per i lavoratori erano stati chiesti due mesi di cassa integrazione (scaduti a febbraio). Il commissario giudiziale Valerio Galeri, a Bresciaoggi, ha parlato di incredulità e angoscia per gli ultimi sviluppi. Mentre il segretario della Cgil Damiano Galletti ha accusato Aib di essere stato troppo assente.

La base della trattativa, lo ricordiamo, era di 10 milioni di euro, più la presa in carico dei 140 lavoratori (di cui 30 in vista di pensionamento).

Apindustria: segnali positivi su fatturato, produzione e ordini

in Api/Associazioni di categoria/Crisi/Economia/Tendenze by
Douglas Siveri presidente Apindustria

In crescita fatturato, produzione e ordini, stabili gli investimenti e l’occupazione. L’analisi congiunturale sul quarto trimestre 2016 realizzata dal Centro Studi Apindustria tra un campione di imprese associate conferma il moderato ottimismo dei periodi precedenti. I dati medi di sintesi dei principali indicatori appaiono positivi: per il 59% del campione il fatturato è in crescita, così come la produzione (49%) e gli ordini (52%). Stabili gli investimenti nella quasi totalità del campione (e per un quarto in crescita), segnali più che positivi arrivano dal fronte occupazionale: un quarto del campione ha ampliato l’organico, il 70% lo ha mantenuto stabile e solo il 6% ha avuto riduzioni di personale. Restano situazioni di difficoltà per un nucleo di imprese, seppure in misura inferiore rispetto al periodo precedente: il 30% delle imprese continua ad avere impianti decisamente sottoutilizzati (ma un terzo di queste ha migliorato la situazione rispetto al terzo trimestre) e nel 10% dei casi è in grave difficoltà. Il 6% del campione registra al contrario una crescita decisa nell’utilizzo degli impianti.

Le aspettative per il 2017 sono discretamente positive: dove nel 2016 si è assistito ad un miglioramento (leggero o sensibile), anche per il 2017 la sensazione è positiva; la percezione per il nuovo anno rimane negativa per le aziende in cui il 2016 non ha dato segnali positivi. Un timido segnale positivo viene invece dalle previsioni sul mercato europeo per le aziende in cui il 2016 ha manifestato un leggero calo. Per quanto riguarda il settore metalmeccanico (poco più della metà del campione) non ci sono differenze sostanziali ma emergono note leggermente più positive nei valori percentuali per quanto concerne fatturato, produzione, ordini e occupazione (segnalata in crescita in oltre un quinto delle aziende). Per il 2017 le aziende metalmeccaniche intervistate manifestano sensazioni più positive sul mercato italiano ed europeo. Si prevede invece una situazione stabile per i commerci con destinazione extra UE.

«Le previsioni delle imprese per il 2017 sono incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda il mercato europeo ed italiano – commenta Douglas Sivieri, presidente Apindustria Brescia -. Che la ripresa debba passare anche dal mercato interno lo diciamo da tempo e il fatto che le imprese vedano un po’ meno grigio su questo fronte fa ben sperare. Anche sul piano occupazionale, peraltro. Nei giorni scorsi i dati sulla cassa integrazione diffusi dall’Inps hanno confermato che le imprese ne stanno chiedendo molta meno: le cause sono molteplici ma è indubbio, come rileva anche l’analisi congiunturale tra i nostri associati, che in questo momento sono più le imprese che assumono che non quelle che licenziano. Fa riflettere, invece, in un contesto nel quale l’euro non è senz’altro ai massimi livelli, la previsione di stazionarietà delle imprese sui mercati extra UE».

Sarezzo, all’asta lo stabile delle ex Trafilerie Simonelli: si parte da 5 milioni

in Acciaio/Bandi/Crisi/Economia by

C’è tempo fino alle 12 del 31 gennaio per presentare le offerte per il complesso di via Seradello che per oltre dieci anni ha ospitato le ex Trafilrie Simonelli, a Sarezzo. Dopo anni di mediazioni e di trattative senza successo, lo stabile è stato infatti messo all’asta. Il lotto vale circa 5 milioni e mezzo di euro. Una prima parte, costituita da porzione del capannone e dal bosco nella parte esterna dello stabilimento, parte da un prezzo base di 2.970.000 euro. Mentre il resto del capannone e altri mila metri di area esterna, di proprietà di Unicredit Leasing, sono valutati 2 milioni 238 mila euro. Dall’eventuale vendita, il Comune di Sarezzo incasserà circa 229 mila euro. La cauzione da versare dovrà essere pari al 10% del prezzo offerto. Il curatore fallimentare è Giovanni Lombardi. Se l’operazione andrà a buon fine si aprirà la partita della riconversione dell’area industriale dismessa.

http://www.portalecreditori.it/procedura.php?id=87882

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