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Plastica, import su del 28 per cento, ma le esportazioni sono in calo

in Economia/Export/Manifatturiero/Tendenze by
Materie plastiche

Il Centro Studi di Amaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a CONFINDUSTRIA, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ha elaborato i dati di commercio estero – pubblicati da ISTAT – relativi al primo trimestre di quest’anno.

Il confronto con lo stesso periodo del 2017 evidenzia un incremento del 26% all’import e una contrazione di circa un punto delle esportazioni.

Tale risultato sembra confermare due fattori importanti.

Da un lato la costante e consistente crescita degli acquisti dall’estero, segnale verosimile della tenuta della ripresa del mercato interno, già evidenziata dai risultati più che positivi registrati a consuntivo 2017.

Come ha sottolineato il Presidente Alessandro Grassi in occasione dell’Assemblea dei soci Amaplast – svoltasi a Linz, in Austria, il 14 giugno – “è un dato di fatto che la propensione dei trasformatori italiani all’investimento è tornata a crescere e di ciò non possiamo che rallegrarci.”

Dall’altro lato il rallentamento dell’export, che non sorprende più di tanto e può ritenersi fisiologico. Dopo i primi due mesi dell’anno con segno ancora positivo, a marzo l’arretramento, in un certo senso atteso, anche alla luce della flessione degli ordini segnalata nelle ultime settimane dagli associati.

E’ ovviamente prematuro parlare di una fase di declino, fermo restando il fatto, però, che il comparto sta vivendo una fase positiva da almeno 7-8 anni (con l’eccezione del rallentamento verificatosi nel 2013) ed è logico quindi prevedere una congiuntura negativa nel breve o almeno nel medio periodo, in un’ottica di ciclicità dell’economia.

L’indagine congiunturale svolta a metà giugno fra gli associati, relativamente al semestre in corso rispetto al precedente, rivela una previsione di stabilità del fatturato per il 51% del campione e di  miglioramento per il 38%. Quanto al livello degli ordini, il 42% degli intervistati non si aspetta variazioni mentre il 41% ipotizza una crescita.

Dopo un 2017 decisamente brillante per il settore, con una crescita a due cifre per tutti gli indicatori, è comunque lecito attendersi che l’anno in corso si chiuda ancora con segno positivo sia alla produzione sia al commercio estero, anche se con tassi di crescita più contenuti rispetto agli ultimi anni.

L’Assemblea dei soci Amaplast ha rinnovato i 9 Membri elettivi del Consiglio Generale per il biennio 2018-2020.

Sono stati eletti: Mauro Drappo (Amut), Maria Grazia Colombo (BFM), Gianni Luoni (Elba), Alessandro Balzanelli (F.B. Balzanelli Avvolgitori), Anthony Caprioli (Macchi), Tiziano Caprara (Negri Bossi), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Dario Previero (Previero N.), Barbara Ulcelli (IMG).

Lucchini, i conti volano: fatturati a 411 milioni, il 78% all’estero

in Acciaio/Bilanci/Economia/Tendenze by
Lucchini Rs Spa

L’Assemblea di Lucchini RS Spa ha approvato il bilancio 2017 con un utile netto consolidato di 28,6 milioni di Euro.

Questi sono i dati principali del rendiconto:

• Ricavi consolidati pari a 411,6 milioni di Euro in aumento del 5,4% sul 2016;
• Ebitda pari a 60,9 milioni di Euro;
• Investimenti tecnici netti per circa 28 milioni di Euro;
• Acquisito il Centro Servizi Euras per la distribuzione di Acciai per Utensili a Desio (MB), denominato Lucchini Tool Steel.
• Costituita Lucchini North America Inc., presidio commerciale sul mercato USA per lo sviluppo del business aziendale;

I ricavi netti consolidati di Gruppo si attestano a 411,6 milioni di euro in crescita del 5,4% rispetto all’esercizio precedente. Il fatturato estero è pari al 78% del totale. Nel corso del 2017 la ripresa dei prezzi dei principali fattori di acquisto come il rottame, le ferroleghe, gli elettrodi ed il metano ha influenzato negativamente la marginalità.

Il risultato netto di periodo evidenzia un utile pari a 28,6 milioni di Euro che ha permesso al Gruppo di finanziare gli investimenti fatti in impianti e partecipazioni realizzati nell’esercizio, mantenendo un livello di indebitamento estremamente basso, che comunque è leggermente salito per un perimetro di consolidamento diverso in quanto ha visto nel 2017 l’entrata degli immobili di Lucchini Mamè Forge con il relativo mutuo finanziario.

L’organico del gruppo al 31/12/2017 si attesta a 2.105 dipendenti di cui 869 nelle proprie società controllate estere.
Lucchini Unipart Rail, la JV inglese con Unipart Rail controllata al 60% da Lucchini RS, mostra un fatturato in crescita del 12,5% rispetto all’esercizio precedente ed un utile di 4,0 milioni di Euro.

Lucchini Sweden, con volumi di vendita in crescita del 12,4% rispetto all’esercizio precedente, consegue un risultato netto di 2,3 milioni di Euro in incremento rispetto all’esercizio precedente.

Lucchini Poland registra un trend positivo di fatturato del 27,8% rispetto all’esercizio precedente e chiude l’esercizio 2017 con una perdita di 0,6 milioni di Euro.

La JV austriaca Lucchini Central Europe, pur con un fatturato in recupero rispetto all’esercizio precedente (+45,9%), consegue nell’esercizio una leggera perdita di 0,6 milioni di Euro attribuibile a costi straordinari e a maggiori costi di formazione.

LBX, la controllata belga, registra un fatturato pari a 6,4 milioni di Euro in crescita del 5% rispetto all’anno precedente e una perdita di 0,5 milioni di Euro riferibile essenzialmente all’azione di riposizionamento commerciale della società sul mercato.

Lucchini South Africa, di cui la nostra società deteneva a dicembre l’80%, da gennaio 2017 ha completato la fase di localizzazione della produzione di prodotti finiti destinati al mercato locale. La società ha chiuso l’esercizio con un fatturato pari a 15,2 milioni di Euro ed un risultato netto negativo di 1,2 milioni di Euro attribuibile ai costi di avviamento. Nel mese di gennaio 2018 è stata ceduta al socio sudafricano Kusini Investment LTD un’ulteriore quota minoritaria del 10% ai fini di ottimizzare il rating BBB-EE della società

Piccola di Aib, il 26 giugno l’assemblea al liceo Carli

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Format inedito dedicato al networking tra imprese per l’Assemblea annuale del Comitato Piccola Industria di Associazione Industriale Bresciana. “Oltre il parlomes… incontriamoci per crescere!”, questo il titolo dell’Assise, in calendario martedì 26 giugno a partire dalle 15.00 nella sede del Liceo Internazionale per l’Impresa Guido Carli (via Stretta, 175 – Brescia).

“Sarà un pomeriggio all’insegna del dialogo per trovare sinergie e forme di collaborazione tra realtà differenti, organizzato proprio per rispondere alle tante richieste di fare rete giunte dagli stessi imprenditori. L’ambizione è quella di gettare le basi per creare una vera business community dedicata anzitutto alle piccole e medie imprese – osserva Elisa Torchiani, presidente della Piccola Industria Aib –. Tutto sta cambiando intorno a noi: gli scenari industriali ed economici, i mercati, le filiere produttive, la formazione e l’organizzazione delle pmi. Perché non dovremmo cambiare anche il nostro modo di dialogare?”

L’Assemblea prenderà avvio con il benvenuto della presidente Elisa Torchiani e di Paola Artioli, vice presidente di Aib per l’Education e presidente di Fondazione Aib. A seguire, spazio ai tavoli di lavoro tematici per gli imprenditori (fino a esaurimento posti), dedicati ad altrettante filiere produttive: Mobilità (non solo automotive); Agrifood; Salute & Benessere; Living (prodotti e tecnologie per gli ambienti di vita); Fashion; Ambiente, energia ed economia circolare; Automazione industriale e robotica.

Ogni partecipante potrà incontrare con la formula speed date (brevi appuntamenti della durata di 5 minuti) 19 altre realtà imprenditoriali appartenenti alla filiera prescelta. Ogni sessione inizierà con un approfondimento tematico introdotto da un guest speaker.

Chiuderanno il pomeriggio Giuseppe Pasini, presidente di Aib e Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria di Confindustria.

Economia green, nel Bresciano vale 3 miliardi di euro all’anno

in Ambiente/Economia/Tendenze by

Raccolta rifiuti, progettazione ingegneristica, consulenza tecnica, riproduzione di piante, controllo di qualità e ricerca nelle scienze naturali: la Lombardia punta sull’economia green con le sue 10mila imprese, che rappresentano un quinto del totale italiano e che fatturano 50 miliardi l’anno su 200 complessivi a livello nazionale. E’ quanto riporta l’approfondimento settimanale di Lombardia Speciale, che ha elaborato alcuni dati diffusi dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi riferiti al primo trimestre 2018. L’economia sostenibile è un settore in continua crescita e, secondo le previsioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), creerà milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo. La sola lotta ai cambiamenti climatici, ha precisato l’Ilo nel rapporto annuale 2018, permetterà di creare 24 milioni di nuovi posti di lavoro, in tutto il mondo, entro il 2030.

LOMBARDIA SUL PODIO CON VENETO E PIEMONTE

Dopo il primo posto della Lombardia, le altre regioni che puntano sul green sono Veneto (4.845 imprese con un + 21,9% in 5 anni) e il Piemonte (4.663 imprese e un + 20,3% in 5 anni). A segnare però la crescita maggiore è il Trentino Alto Adige che, in cinque anni, ha visto aumentare il numero delle aziende del 61.9 per cento, passando da 1.649 a 2.670.

La Lombardia detiene il primato anche per quanto riguarda il numero di addetti che lavorano nel settore green: 84mila, poco meno di un quinto del totale nazionale. Al secondo posto c’è il Piemonte con 66mila addetti e il Lazio con 46mila.

MILANO TRAINA IL SETTORE IN LOMBARDIA E IN ITALIA

A livello provinciale è Milano a guidare la classifica con 4.271 attività (+27,9% in 5 anni), seguita da Roma con 3.214 (+33,9%) e da Torino con 2.203 imprese (+22,3%). Per quanto la classifica delle province in cui lavorano più addetti nelle imprese legate al green è la provincia di Torino a salire sul gradino più alto del podio con 56mila addetti, seguita da Milano con 44mila e da Roma con 42mila.

BRESCIA, BERGAMO, VARESE E MONZA LE PIÙ ATTIVE DOPO IL CAPOLUOGO MENEGHINO

A livello regionale, in Lombardia dopo Milano, le province più attive sono Brescia con 1.310 imprese e Bergamo con 1.088, vanno bene anche Varese e Monza con quasi settecento attività. La crescita maggiore l’ha, però, registrata Lecco, che in quattro anni è passata da 187 a 270 con un più 44,4 per cento. La metà degli addetti del settore si concentrano nella provincia di Milano (44mila addetti), seguita da Brescia con oltre 11mila e Bergamo con oltre 7mila. A Milano il fatturato delle 4mila imprese è di circa 35 miliardi, seguita da Brescia e Bergamo con 3 miliardi, Varese con 2 e Monza con un miliardo di fatturato l’anno. In Lombardia, inoltre, i settori green che crescono di più in cinque anni sono: la raccolta dei rifiuti con oltre cento imprese, la progettazione ingegneristica e il controllo di qualità con circa 500 imprese, la consulenza tecnica con circa 800 imprese, la riproduzione di piante e la ricerca nelle scienze naturali.

 

Neosperience porta in Borsa l’intelligenza artificiale per rendere la tecnologia “empatica”

in Economia/Evidenza/Finanza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by

Si quoterà a Piazza Affari la società che sta cercando di rendere l’intelligenza artificiale empatica attraverso la psicologia cognitiva e comportamentale e che ha creato un sistema gestionale in grado di far dialogare in tempo reale tutti i dispositivi digitali usati dagli individui (web, tablet, smartphone computer). Un sistema gestionale che al posto di bolle, fatture e ordini di produzione affronta i processi di conoscenza, di ingaggio e fidelizzazione dei clienti. Lo scopo è realizzare il “sacro graal” di ogni azienda: vendere il prodotto giusto al prezzo giusto attraverso poche, efficaci iniziative che fanno breccia nel cuore dei propri clienti.

Neosperience SpA  è una PMI innovativa che conta di quotarsi sul segmento Aim a breve raccogliendo un valore di circa 8-10 Milioni di Equity attraverso un’operazione di aumento di capitale. Fondata nel 2004 giungerà a Piazza Affari con clienti notevoli. Il colosso Axa utilizza i servizi della controllata Neosurance specializzata in polizze assicurative istantanee che realizza offerte a pochi euro coprono da cadute (dagli sci per esempio) anche solo per un weekend. Le proposte sono inviate ai clienti in base al profilo comportamentale ed ai gusti, che l’applicazione del gruppo assicurativo riesce a comprendere una volta installata nello smartphone.

“Chiaramente la lettura dei dati personali avviene dopo un consenso del cliente” spiega il CEO Dario Melpignano. “La quotazione viene fatta per potere crescere all’estero. Abbiamo già aperto un ufficio a Sud di San Francisco nel paese di Sunnyvale non lontano dai colossi della tecnologia in cui contiamo di inserire un team importante. Molte delle attività vengono già da clienti negli Stati Uniti.” 

Neosperience lavora per importanti player come Cardif (Gruppo BNP Paribas), Fineco, Mattel, Disney, Miu Miu, Rinascente, Esselunga.  Sia nel 2014 e nel 2016 Gartner colosso mondiale della ricerca e dell’advisory ha conferito al gruppo il titolo di Cool Vendor, il più prestigioso riconoscimento a livello tecnologico mondiale. Recentemente Gartner ha anche segnalato Neosperience in un report relativo all’utilizzo innovativo proprio dell’Intelligenza Artificiale (AI).

Neosperience SpA ha chiuso il 2017 con valore della produzione di 8,56 milioni di Euro e un utile netto di 453 mila Euro.  Il gruppo nato a Brescia ha sede a Dalmine (BG), Verona e Milano. La sede bresciana è in Via Orzinuovi 20 al decimo piano della Torre Athena (nella foto) che il gruppo ha acquistato. Attraverso le controllate Neos Consulting Srl e Neosperience Lab Srli opera sul tema dei sistemi gestionali SAP e nel mondo delle tecnologie legate al tema “industria 4.0”. Nel gruppo operano oltre 100 professionisti tra dipendenti e partner.

Altro obiettivo del gruppo è quello di utilizzare il proprio asset tecnologico per generare iniziative Startup che affrontino ambiti verticali o contestuali sviluppando dei servizi digitali evoluti che possono arricchire anche il mondo dei prodotti manifatturieri . Negli ultimi anni sono ben 18 le iniziative Startup che hanno utilizzato i servizi di Neosperience.

La Ori Martin di Brescia compra la maggioranza di Ferrosider

in Acciaio/Economia by
Ori Martin Brescia

Ori Martin, gruppo siderurgico bresciano attivo nel comparto degli acciai speciali, ha rilevato la maggioranza di Ferrosider, laminatoio di Ospitaletto di proprietà dei Signori Mauro e Quinto Stefana.

Ferrosider è una realtà con un fatturato superiore ai 120 milioni di euro, occupa 104 persone ed è specializzata nella produzione di laminati mercantili, barre tonde, barre quadre, piatti, larghi piatti, angolari, UPN, IPE e ferri a T per l’industria meccanica e per la carpenteria.

Ori Martin ha preferito, in un’ottica di verticalizzazione dei propri semilavorati, scegliere di entrare in un’attività esistente, per non immettere nuova capacità produttiva in un mercato già saturo, seppur in una fase favorevole del ciclo economico.

La continuità aziendale in Ferrosider sarà garantita dalla presenza di Federica e Quinto Stefana che, oltre a mantenere una quota significativa nella compagine azionaria, verrà nominato Vicepresidente ed Amministratore Delegato (affiancato dal Signor Piero Bettinzoli, Amministratore Delegato indicato da ORI Martin). Presidente della società sarà la Dr.ssa Annamaria Magri Martin, l’Ing. Uggero De Miranda ulteriore Vicepresidente.

Ferrosider, con questo accordo, effettua un’importante integrazione a monte entrando nel Gruppo Ori Martin, da cui potrà ottenere forniture di acciai speciali destinati anche al settore automotive, oltre a mantenere la sua presenza nel mercato dei laminati mercantili di cui è uno dei principali player europei.

ORI Martin, Mauro e Quinto Stefana esprimono piena soddisfazione per la conclusione positiva di un’operazione che rafforza entrambe le società.

Acciaio: nel primo trimestre 2018 aumenta il deficit commerciale italiano

in Acciaio/Economia by

Brescia – Le importazioni continuano a essere protagoniste del mercato dell’acciaio. È quanto emerge dall’ultima analisi dei dati Istat relativi al primo trimestre 2018 elaborati dall’Ufficio Studi siderweb.

Rispetto al periodo gennaio-marzo 2017, quest’anno l’incremento degli acquisti esteri di materie prime siderurgiche, semilavorati, piani, lunghi e tubi è stato più che doppio rispetto a quello delle esportazioni, con un conseguente aumento del deficit commerciale nazionale. Se l’anno scorso, infatti, la differenza tra export e import era pari a -2,32 milioni di tonnellate, quest’anno il deficit è salito a -3,03 milioni di tonnellate.

IMPORTAZIONI – Secondo gli ultimi dati Istat, nei primi tre mesi dell’anno l’Italia ha importato materie prime, semilavorati e prodotti finiti in acciaio per un totale di 7,792 milioni di tonnellate, con un incremento del 13,6% rispetto al primo trimestre 2017.

L’import prosegue con una crescita a doppia cifra grazie soprattutto all’aumento di arrivi di prodotti lunghi, saliti da 709mila a 964mila tonnellate (+36,0%) e di materie prime, passate da 1,920 a 2,404 milioni di tonnellate (+25,2%).

Crescono in maniera più contenuta, invece, i semilavorati (+9,8% a 1,184 milioni di tonnellate), i tubi (+6,0% a 213mila tonnellate) e i prodotti piani (+2,6% a 3,027 milioni di tonnellate).

ESPORTAZIONI – Cresciuto, ma non abbastanza, anche l’export: in aumento di 217mila tonnellate annuali, è arrivato a quota 4,758 milioni di tonnellate facendo segnare un +4,8%.

Tre delle cinque categorie di prodotti analizzati mostrano un miglioramento rispetto al medesimo periodo del 2017: i tubi hanno le migliori performance (+12,1% a 922mila tonnellate), seguiti dai prodotti lunghi (+10,9% a 1,588 milioni di tonnellate) e dai semilavorati (+9,5% a 295mila tonnellate). Controcorrente, invece, le materie prime (-0,3% a 155mila tonnellate) e i prodotti piani (-3,4% a 1,797 milioni di tonnellate).

Api: Finanza, Agenzia delle Entrate e Dogane spiegano le linee antievasione

in Api/Associazioni di categoria/Economia by
Convegno di Apindustria

Le verifiche e le indagini in azienda condotte da Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Dogane sono state sotto la lente questo pomeriggio nella sede di Apindustria in occasione di un convegno dedicato, organizzato dall’Associazione in collaborazione con lo Studio Capezzuto Meleleo Commercialisti Associati.

Introdotti dal vice presidente vicario Marco Mariotti e moderati da Luigi Meleleo, consulente fiscale di Apindustria, sono intervenuti sul tema Salvatore Russo, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Brescia, Daniela Metta, Capo Area Medie Dimensioni dell’Agenzia delle Entrate-Direzione provinciale di Brescia, e Massimo Cascone, Responsabile P.C.A. (Post Clearance Audit) e addetto al Servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Brescia. Il partecipato incontro è stato l’occasione per approfondire la fase di verifica, controllo e indagine tanto in campo fiscale quanto sul più ampio versante del contrasto all’illegalità economico-finanziaria nel suo complesso, per rivolgere un ampio sguardo alla centralità del contraddittorio con l’impresa e alla fase successiva alla conclusione della verifica.

«Incontri formativi come quello di oggi organizzato da Apindustria sono per la Guardia di Finanza momenti utili e necessari per la nostra attività – ha affermato il colonnello Russo -. In primo luogo ci consentono di essere a diretto contatto con attori economici di questa laboriosa provincia per far capire che come poliziotti economico finanziari siamo al fianco degli imprenditori onesti e che operiamo diuturnamente per consentire loro di lavorare in un mercato lealmente concorrenziale, ricercando coloro che, facendo i furbi con frodi di vario tipo, si prendono illecitamente quote di mercato. In secondo luogo perché la formazione aiuta gli imprenditori a non sbagliare e soprattutto a capire e individuare chi se ne approfitta di loro suggerendo “scorciatoie” che a distanza di tempo vengono scoperte e mettono in crisi un’attività economica che fino a quel momento aveva un suo onorato percorso».

«La scelta dei contribuenti da sottoporre a controllo avviene sulla base di una attività di “intelligence” del team Governo Analisi, dedito esclusivamente allo studio dei fenomeni evasivi. Il team effettua, in primo luogo, una mappatura del territorio di competenza e attinge poi alle informazioni delle nostre Banche Dati» ha spiegato poi Daniela Metta, illustrando anche le varie fasi della verifica fiscale e ricordando che «l’Agenzia dell’Entrate emana ogni anno “le linee guida di pianificazione dei controlli e di contrasto all’evasione”, che orientano l’azione operativa degli uffici». Il concetto di accertamento doganale e degli elementi dell’accertamento stesso (Qualità, Origine, Valore e Quantità), con un particolare focus sull’art. 11 del D. Lgs. 374/90, «che disciplina l’istituto della revisione dell’accertamento con accesso presso l’operatore commerciale, evidenziando i poteri che possono essere esercitati nel corso del controllo» sono stati infine illustrati da Massimo Cascone. Tra gli argomenti toccati, il «diritto ad essere ascoltati», l’avviso di accertamento e l’attività ispettiva di Post Clearance Audit.

Brescia, sono mille le imprese che lavorano col Ramadam

in Economia/Tendenze by
Ramadam

Ramadan: sono oltre 9.300 le ditte in Lombardia, su 54 mila in Italia, con titolare proveniente da un Paese a maggioranza musulmana attive e direttamente impegnate in questi giorni fino alla festa principale diEid El Fitr, che inizierà la sera del 14 giugno secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2018 relativi alle imprese individuali con titolare straniero. Oltre 4 mila si trovano a Milano, circa mille a Bergamo e Brescia, oltre 700 a Monza Brianza e 500 a Varese, circa 350 a Como e Pavia.

I settori più coinvolti dalla festa in Lombardia, 9.319 imprese tra cibo, vestiti e regali.Si tratta soprattutto di piccole imprese che vendono abbigliamento e calzature (4.783 ambulanti specializzati e 159 negozi al dettaglio) ma ci sono anche attività di ristorazione (2.343 ristoranti e 254 bar), macellerie e ortofrutta (rispettivamente 242 e 147 attività), panifici e pasticcerie (154 attività tra produzione e commercio) e alimentari (691 ambulanti e 471 mercatini).

Quasi 51 mila gli stranieri dai Paesi coinvolti con cariche nelle imprese in Lombardia. Se si considerano tutti i settori, in totale sono 50.856 gli imprenditori che provengono dai Paesi coinvolti nella festa e hanno una carica nelle imprese lombarde. Pesano il 22% sul corrispondente totale italiano. I più presenti sono gli egiziani con 16.372 cariche, il 32,2% del totale regionale, seguiti dai marocchini con 11.514 presenze (22,6%), bengalesi (4.732, 9,3%) e pakistani (4.515, 8,9%). Milano è il territorio che ne ha di più, quasi 27 mila, il 53% del totale regionale, seguita da Brescia (5.410), Bergamo (4.529), Monza Brianza (3.085) e Varese (2.552).

I settori e gli imprenditori coinvolti dalla festa in Italia.Sono oltre 54 mila le attività (imprese individuali con titolare nato in un Paese a maggioranza musulmana) coinvolte dalla festa che si celebrerà tra pochi giorni, tra chi produce, vende e somministra cibo e chi commercializza giochi o abbigliamento. Si concentrano soprattutto a Roma (4.926 ditte, 9,1% italiano) e Milano (4.140, 7,6%) mentre terza è Caserta (2.210 imprese individuali, 4,1%). Vengono poi con quasi 2 mila ditte Torino e Catanzaro. Considerando tutti i settori di attività e chi detiene una carica di impresa, sono oltre 234 mila gli imprenditori coinvolti, provenienti soprattutto dal Marocco (73 mila), Bangladesh (37 mila), Egitto (26 mila), Pakistan e Senegal (circa 19 mila ciascuno).

 

Negoziazione e aziende, appuntamento il 14 giugno nella sede di Isfor

in Città e Hinterland/Economia/Formazione/Isfor/Zone by
La sede di Isfor

La negoziazione è comportamento organizzativo complesso che richiede un ricco bagaglio di abilità e competenze. Nessuno si può improvvisare negoziatore e nessuno può diventarlo solo con l’esperienza.

La negoziazione è una visione prospettica: raggiungere i propri obiettivi non è la misura del successo negoziale. Decisivo è il modo con il quale lo si raggiunge, a quale prezzo in termini di valore e di relazioni. Una negoziazione che si chiude con un buon risultato per entrambe le parti è destinata a produrre i propri effetti positivi per lungo tempo molto di più di quanto non possa fare una trattativa che si conclude con vincitori e vinti.

Per portare il linguaggio della negoziazione nelle aziende bresciane, ISFOR organizza il 14 giugno alle ore 16.00 presso la sede ISFOR in via Pietro Nenni 30 a Brescia, una tavola rotonda dal titolo:

“NEGOZIARE PER LA GOVERNANCE, LO SVILUPPO E IL CAMBIAMENTO AZIENDALE”.

Nella la tavola rotonda, i diversi punti di vista portati dai relatori offriranno una ampia panoramica sul linguaggio universale della negoziazione, strumento d’elezione per lo sviluppo del business, l’acquisizione di nuova clientela, la definizione di accordi economici duraturi e la risoluzione pacifica delle controversie.

Aprirà i lavori Giuseppe Pasini, Presidente A.I.B. e interverranno, in un dibattito coordinato da Vittoria Poli, CEO ISN e Cinzia Pollio, Direttore ISFOR – Fondazione A.I.B.:

Piero De Lorenzi, Partner PWC – “Il valore della negoziazione nella gestione della governance”

Stefano Sablone, Consulente ISN – “Influenza dei rapporti proprietari sulla gestione: dinamiche all’interno del CdA”

Sergio Capelli, Senior HR Business Partner Manufacturing Vodafone – “Come negoziare nelle relazioni industriali e nei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale”

Simona Gandini, Direttore Empowerment ISN – “Comunicare attraverso l’Intelligenza Emotiva nella complessità delle relazioni aziendali”

Relazione finale e conclusioni di Arik Strulovitz, Negoziatore, Direttore Scientifico ISN

“La sfida di negoziare in una realtà caotica nel mondo del business”

 

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