Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Giugno 2020 - page 3

Truffe agli anziani, la Regione dà 600mila euro ai Comuni per contrastarle

in Economia/Istituzioni/Regione by

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Riccardo De Corato, ha stanziato 600.000 euro per contrastare le truffe agli anziani. La delibera stabilisce i criteri e le modalita’ per l’assegnazione dei contributi agli enti locali.

SOMME DISPONIBILI – Per il biennio 2020-2021 e’ previsto uno stanziamento complessivo di 600.000 euro (300.000 annui).

DE CORATO: DENUNCIARE IMMEDIATAMENTE – “Regione Lombardia – ha sottolineato l’assessore De Corato – da tempo destina somme
ai Comuni per la realizzazione di progetti ed iniziative finalizzate ad aumentare la conoscenza di questi pericoli. Ed anche nel biennio 2020-2021, gli enti locali potranno contare su delle somme aggiuntive. Contro questo tipo di reati abbiamo inoltre realizzato degli spot televisivi finalizzati al contrasto, invitando a denunciare alle Forze dell’ordine ogni situazione sospetta”. “Verrebbe da dire – ha concluso De Corato – che ai tempi del Coronavirus i criminali si sono purtroppo evoluti: dalla truffa del tampone, ai finti tecnici che cercano di entrare in casa con la scusa della sanificazione”. (LNews)

Primo trimestre 2020: produzione industriale ancora in forte calo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel primo trimestre del 2020, la variazione della produzione delle imprese manifatturiere bresciane è risultata pari a -13,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 (tendenziale), dopo i risultati già negativi del quarto (-1,4%) e del terzo (-0,9%) trimestre 2019. Si tratta del peggior dato dal quarto trimestre 2009 (-17,3%). Il risultato risente, in particolare, della caduta della produzione nel mese di marzo, dovuta al lockdown per l’emergenza Covid-19 imposto o deciso dalla maggior parte delle attività produttive.

A evidenziarlo sono le indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al primo trimestre 2020.

Nel dettaglio, la produzione industriale registra un calo sul trimestre precedente del -11,4%. Il tasso acquisito – ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2020 – è pari a -12,5%. Il recupero dai minimi, registrati nel terzo trimestre 2013, diminuisce e si attesta a +1,0%, perdendo, di fatto, tutto quanto guadagnato in questi anni e tornando ai minimi storici. La distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si amplia e risulta pari a -30,5%.

Le previsioni a breve termine sono decisamente negative: le aziende che stimano un peggioramento della situazione attuale nei prossimi tre mesi sono il 66%, quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 20%. Le previsioni sono condizionate dal peggioramento di tutti i parametri economici, causato dalla caduta del commercio internazionale, dalle incertezze sulla domanda interna e dalla debolezza della domanda estera, ancora compromessa dalla diversa tempistica con la quale sono state introdotte le misure di contenimento del Covid-19 negli altri paesi.

Per l’artigianato manifatturiero – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – il primo trimestre dell’anno si chiude con una repentina e intensa decelerazione, segno evidente dei primi riflessi del lockdown disposto per far fronte all’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. In confronto al trimestre scorso, infatti, la produzione è diminuita dell’11,8%, il fatturato del 9,5% e gli ordinativi del 9,1%.

La flessione è ancora più visibile nel confronto con il primo trimestre dello scorso anno, la produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano è diminuita del 13,4%, il fatturato del 12,7% e gli ordinativi dell’11,3%. Questi risultati si inseriscono in un contesto complessivo di rallentamento che ha interessato l’artigianato manifatturiero nel corso del 2019. Nella media dell’anno, infatti, la produzione è calata dello 0,3%.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 219 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

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Servizi scolastici, flash mob della Cgil davanti alla prefettura con mascherina e ombrello

in Cgil/Economia/Servizi/Sindacati by

In Italia i servizi essenziali al buon funzionamento della scuola sono svolti da oltre 100 mila lavoratrici ( più di 2000 in provincia di Brescia), dipendenti da aziende e cooperative che hanno ottenuto l’appalto dalle amministrazioni locali. Si tratta delle addette alla ristorazione, alle pulizie e ausiliariato e delle “assistenti ad personam” ovvero lavoratrici diplomate o laureate in ambito pedagogico/educativo/sociale che svolgono attività di assistenza e di inserimento per alunni con deficit psico-fisici

“Contrariamente agli altri lavoratori della scuola: insegnanti e personale non docente che sono dipendenti pubblici – si legge in un comunicato – le lavoratrici degli appalti hanno contratti part time ciclici con orari ridotti.  Questo significa che loro, diversamente da tutti gli altri lavoratori italiani che possono accedere alla disoccupazione (naspi) a patto che abbiano lavorato almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni, sono prive nei periodi di sospensione estiva di alcune reddito non ricevono ne indennità di disoccupazione ne assegni famigliari. Inoltre, il mancato recepimento da parte del Governo Italiano della direttiva europea sulla non discriminazione e della successiva sentenza della Corte di Giustizia Europea del 10/6/2010 costringe queste lavoratrici a lavorare più anni per accedere alla pensione rispetto agli altri lavoratori. Per maturare 40 anni di contributi ne devono lavorare 53 o più.

L’emergenza covid-2019 non ha fatto che peggiorare ulteriormente le loro condizioni. Infatti per loro, dopo 3 mesi con stipendi ridotti (il Fondo di Integrazione salariale non arriva al 70% dello stipendio). Contributo spesso arrivato in ritardo e spesso pagati in ritardo, oggi si annunciano altri 3 mesi senza alcun reddito ne assegni famigliari”.

Per questo venerdì 5 giugno alle ore 10.30 la Cgil organizzerà un flash mob davanti alla Prefettura di Brescia e i presenti saranno muniti oltre che di mascherina anche di ombrello “per rappresentare  anche visivamente che il proverbio Piove sempre sul bagnato è per loro una triste realtà”.

Agricoltura, Rolfi: totalmente inutile sanatoria immigrati, servono voucher e semplificazione

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Regione by

“Le nostre imprese agricole hanno bisogno di voucher e di semplificazione per l’assunzione di personale, non campagne ideologiche, come quella che sta portando avanti, con la regolarizzazione di immigrati clandestini, il ministro Bellanova. Per l’agricoltura è un intervento inutile, anzi dannoso perché ha contribuito a descrivere gli agricoltori come degli ‘schiavisti’ che sfruttano le persone. Un autogol per l’Italia”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio Rolfi, in merito alla regolarizzazione di immigrati irregolari. È, infatti, attivo da oggi il servizio Inps per la presentazione delle istanze.

Regolarizzazione fuori tempo

“La regolarizzazione avrà effetto tra l’altro – ha rimarcato Rolfi – quando buona parte della vendemmia e della raccolta di ortofrutta sarà già terminata”. “Basta questo – ha continuato – a palesare la scarsa conoscenza delle realtà agricole da parte di un Governo e un ministro che si stanno occupando più di immigrazione che di agricoltura”.

Plauso a nostri imprenditori che assumono lombardi senza lavoro

“Il plauso della Regione Lombardia – ha detto l’assessore – va invece agli imprenditori agricoli che stanno assumendo tanti lombardi rimasti senza lavoro in questi mesi di difficoltà”. “L’agricoltura – ha aggiunto – può essere una grande opportunità professionale per tanti cittadini che hanno perso l’occupazione. In queste settimane ho visitato le aziende e ho visto ex imprenditori, ex baristi, ex operai che hanno trovato un nuovo impiego in questo settore”. “Le associazioni di categoria – ha concluso l’assessore Rolfi – hanno raccolto migliaia di curricula per un lavoro nei campi”.

 

Massetti: bene riduzione bollette per imprese, ma ora serve revisione del sistema

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«La misura del Decreto Rilancio che riduce di 600 milioni i costi fissi nelle bollette elettriche delle piccole imprese nel trimestre maggio-luglio è un segnale di attenzione alle sollecitazioni di Confartigianato e va nella giusta direzione di fiscalizzare una parte degli oneri generali di sistema di cui le piccole imprese subiscono il peso maggiore. Ora bisogna insistere su questa strada, prorogando l’intervento oltre luglio e procedendo ad una revisione strutturale degli oneri generali del sistema elettrico» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «È prioritario ora eliminare lo squilibrio che oggi vede le piccole imprese che consumano il 33% dell’energia pagare il 48,5% degli oneri generali di sistema in bolletta. Per superare questa sperequazione va trasferita sulla fiscalità generale almeno una parte degli oneri non direttamente legati a obiettivi di sostenibilità ambientale. Una voce, quest’ultima, che solo per la provincia di Brescia incide sulle nostre Mpi bresciane per 25 milioni di euro».

Confartigianato, attraverso la voce del presidente Massetti sottolinea, inoltre, la necessità di affrontare il problema della riscossione degli oneri generali non versati da clienti morosi trasferendo gli oneri nella fiscalità generale e, in alternativa, adottando strumenti di recupero già sperimentati come il modello del canone Rai o la riscossione della tassa di concessione governativa sulla telefonia. Quanto alle agevolazioni per le aziende energivore vanno riformate, concedendole solo a fronte di un miglioramento, certificato, dei processi produttivi in termini di maggiore efficienza energetica. «Alcuni soggetti, infatti, sono avvantaggiati: più consumano, meno pagano a danno delle piccole imprese» conclude il presidente Massetti.

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