L’azienda Iseo investe 25 milioni su Pisogne
ISEO Ultimate Access Technologies, azienda leader nelle soluzioni meccaniche ed elettroniche per la sicurezza e la gestione intelligente degli accessi, – secondo quanto riferisce Brescia News – annuncia di aver completato i lavori per la riorganizzazione del suo modello operativo all’interno del suo hub produttivo di Pisogne (BS). Il nuovo modello organizzativo è stato disegnato per massimizzare l’efficienza e garantire un alto livello di servizio. Previsti, inoltre, investimenti per oltre 25 milioni di euro fino al 2025 per l’innovazione e l’incremento di produttività, dando ancor più centralità al quartier generale italiano.
Il nuovo modello organizzativo supporterà la strategia di sviluppo a livello nazionale e internazionale e si basa sulla creazione di due aree produttive distinte: la prima, infatti, sarà dedicata alla produzione e lavorazione dei componenti e avrà il compito di servire non solo la seconda area produttiva – destinata all’assemblaggio dei componenti – ma anche le altre cinque unità produttive estere: Romania, Germania, Spagna, Francia e Sud Africa.
Roberto Gaspari, amministratore delegato di ISEO Ultimate Access Technologies, ha commentato: “In un mercato tecnologico come quello del controllo accessi, è fondamentale essere sempre pronti a migliorare i processi, organizzativi e produttivi, per essere all’avanguardia nel percorso di formazione ed aumentare la competitività su tutti i mercati internazionali in cui l’azienda opera ogni giorno. Siamo particolarmente orgogliosi di poter annunciare questi importanti investimenti nel nostro principale hub produttivo di Pisogne. Si tratta di un segnale concreto che testimonia la volontà di ISEO Ultimate Access Technologies di puntare su produttività e innovazione anche in Italia, che avrà un ruolo sempre più importante nello sviluppo dei nostri piani strategici sia a livello nazionale che internazionale”.
Acque Bresciane sempre più sostenibile
Acque Bresciane si conferma in classe A per il Rating di sostenibilità, migliorando il punteggio assoluto da 78fg3,1 a 74,3. Il percorso che valuta i fattori ESGe è volontario e riservato alle realtà che realizzano uvn Bilancio di sostenibilità redatto secondo gli standard internazionali Global Reporting Initiative (GRI) e/o IIRC. La valutazione è stata attribuita sulle performance del 2021 dall’agenzia di rating Cerved Rating Agency[i], fra le più autorevoli nel settore e leader in Europa per numero di rating di credito non-financial corporate assegnati.
Il rating di sostenibilità, o ESGe, misura in maniera sintetica la capacità dell’azienda di gestire le tematiche ambientali, sociali, di governance ed economiche: una capacità che può essere molto alta (tripla e doppia A), alta (da A a tripla B), media (B e doppia B), bassa (tripla e doppia C), molto bassa (C e D). In sintesi lo score fotografa per ogni anno il posizionamento dell’Azienda in ambito di sostenibilità a livello internazionale. Un parametro particolarmente importante per una società benefit interamente pubblica come Acque Bresciane. Spiega il presidente Gianluca Delbarba: “Il confronto con altre realtà ha preso in considerazione un campione di 35 tra le migliori Water Utilities internazionali e ci colloca fra le migliori società che si occupano di servizio idrico: solo l’11 % ha ottenuto una A o una doppia A. Il valore economico generato è in linea con i risultati del settore, con un aumento della redistribuzione ai dipendenti e un lieve calo per gli utenti, il cui valore resta comunque fra i più alti del settore”.
Tra gli aspetti da migliorare – il rating serve proprio a individuare e misurare i progressi compiuti dalle organizzazioni in questi ambiti – troviamo la riduzione progressiva delle perdite idriche e la minimizzazione delle esternalità negative derivanti dal convogliamento delle acque reflue, ad esempio riducendo i fanghi.
Francesco Esposto, responsabile Sostenibilità e innovazione di Acque Bresciane, rileva gli elementi positivi rispetto al 2020: “Abbiamo ottenuto la certificazione SA8000 per la responsabilità sociale e mantenuto il sistema di gestione per la salute e sicurezza. Nel servizio agli utenti sono migliorati la qualità dell’acqua erogata e gli indici di customer satisfaction da parte degli utenti”.
Rispetto alla governance, il gestore unico del servizio idrico integrato non ha solo ottenuto di trasformarsi in una Società Benefit, ma ha anche adottato e aggiornato importanti strumenti anticorruzione.
Va ricordato che la società non distribuisce utili né dividendi, che vengono destinati agli investimenti. Fanno parte dei soci AOB2 del Gruppo Cogeme con il 79% delle quote (la società attualmente è in liquidazione), Garda Uno (al 18%), la Provincia di Brescia con il 2% e Sirmione Servizi (0,5%).
Il Controllo analogo viene eseguito dai Comuni che hanno sottoscritto un accordo in tal senso e possono esprimere parere preventivo sui budget di esercizio, sui piani strategici e industriali, sui programmi di attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel Piano d’Ambito. Anche le modifiche statutarie non dovute a obblighi normativi sono esaminate dal Comitato di sindaci, così come le proposte sulle tariffe e sui prezzi dei servizi erogati non soggetti a vincoli di legge o di competenza di altri organi o autorità.
Castegnato, Nocivelli vince una gara da 22,6 milioni di euro
Castegnato (Brescia), 15 dicembre 2022. Nuova importante aggiudicazione in R.T.I. (Raggruppamento temporaneo di imprese) per Nocivelli A.B.P S.p.A. (Euronext Growth Milan – ABP IT0005439861), ESCo Company specializzata nella realizzazione di impianti tecnologici e nei servizi di facility management, leader di settore a livello nazionale nelle operazioni di Partenariato Pubblico Privato per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere.
Al Gruppo di Castagneto (Brescia) sono stati affidati i “Lotti 1 e 2” (di seguito i dettagli tecnici della gara) nell’ambito della gara a procedura aperta indetta da Consip per i servizi di Facility Management legati al patrimonio immobiliare delle Pubbliche Amministrazioni, università pubbliche, enti e istituti di ricerca, situati in Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, territori obiettivo della strategia di crescita e espansione della società. Un risultato che conferma Nocivelli A.B.P. player di riferimento per aziende private e soprattutto pubblica amministrazione, che si confrontano oggi con la crisi energetica, il rincaro dei prezzi e l’incertezza economica globale e che intendono sfruttare le opportunità messe in campo dal PNRR.
I dettagli dell’aggiudicazione – il Lotto 1, aggiudicato in R.T.I con Facility S.r.l. e Lacerenza Multiservice S.r.l. (unitamente all’altro RTI aggiudicatario avente Mandataria GETEC Italia Srl), per un valore di 12,6 milioni di Euro, riguarda patrimoni immobiliari situati nei territori comunali delle Province di Aosta, Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola. Il Lotto 2, aggiudicato in R.T.I. con Facility S.r.l. e Lacerenza Multiservice S.r.l. (unitamente all’altro RTI aggiudicatario avente Mandataria con C.I.C.L.A.T.soc. Coop), per un valore di 10 milioni di euro, riguarda patrimoni immobiliari situati in provincia di Alessandria, Asti e Cuneo, nella città metropolitana di Genova e nei territori comunali della Liguria. Il valore complessivo dei due lotti è di Euro 22,6 milioni di euro in 36 mesi. L’importo complessivo dell’aggiudicazione saturabile in capo a Nocivelli A.B.P. potrà arrivare fino al 70%. L’importo, (che si somma all’aggiudicazione Consip avvenuta in data 20 ottobre, per un valore pari a 14,4 milioni di euro, saturabile al 70%) si va ad aggiungere a un backlog già dichiarato di 600 milioni di euro al 2031.
I servizi di Facility Management riguarderanno la gestione degli edifici, la manutenzione degli impianti, l’igiene ambientale e i servizi operativi.
Bruno Nocivelli, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Nocivelli A.B.P. ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti di questa aggiudicazione che segue quella dello scorso ottobre sempre con Consip. Si tratta di gare molto importanti che ci permettono di essere presenti nel territorio nazionale in maniera ancora più capillare. Le ESCo Company rappresentano sempre più un partner strategico per far fronte alla crisi energetica, in un contesto macroeconomico globale quanto mai variabile. Questo vale per le aziende private ma soprattutto per le realtà pubbliche con cui noi ci confrontiamo e che intendono sfruttare le opportunità messe in campo dal PNRR. Ci stiamo affermando come player di riferimento di settore, riuscendo ad accedere a commesse e lavori sempre più significativi, con ampi spazi di crescita, ottenendo contratti vantaggiosi e mantenendo inalterata la redditività”.
Osteria Capoborgo: tradizione e innovazione in una location unica
Gavardo, in bassa Val Sabbia, a dieci km dal lungolago di Salò, è un paese accogliente e pieno di storia. Tra le vie si respira ancora quella tranquillità tipica dei luoghi che esistono da sempre e che da sempre accolgono gli uomini nella loro comunità.
Vicino alla piazza c’è un ristorante intimo vicino al Lago di Garda che sembra essere l’emblema di questa atmosfera: l’Osteria Capoborgo. Le mura storiche, i soffitti a volta, le pietre a vista, il piccolo cortile sul retro sono accoglienti e autentiche. È un posto che esiste da sempre. Dopo un breve periodo di chiusura, tre ragazzi, Stefano e Isacco alla gestione e Rosario lo chef , lo hanno riaperto con grande entusiasmo e già con ottime recensioni. Entrambi provengono da un’esperienza nella ristorazione all’estero, in Spagna in particolare. Qui hanno imparato il meglio dell’ospitalità e dell’innovazione, ma il richiamo alla tradizione culinaria italiana, si sa, è irresistibile. Partiamo da qui per fare un paio di domande allo chef Rosario, di origini partenopee.
Rosario, la tua cucina in Osteria Capoborgo è molto apprezzata. Dove prendi ispirazione per i tuoi piatti?
Io sono di origini napoletane e alla mia terra devo tutta la passione che ho per la cucina italiana. I piatti che cucino per Capoborgo sono frutto di tanti anni di ricerca per trovare accostamenti che esaltino il sapore di piatti tradizionali.
E ci sei riuscito! I vostri piatti sono creativi nonostante partano da cibi semplici..
Esatto, è proprio questo il punto. In Osteria vogliamo esaltare piatti della tradizione con ingredienti a chilometro zero. Il pane e i grissini li faccio io, la carne è del macellaio di Manerba e i tagli sono i migliori in assoluto, gli ortaggi e i formaggi sono qui della zona del Garda e della Valsabbia. Con materie prime così, difficile sbagliare!
Stefano, tu che ti occupi della parte gestionale, raccontaci perchè avete scelto proprio Capoborgo per il vostro ristorante
Questa Osteria è un posto storico, per tantissimi anni è stata gestita con successo e molto amata dalla gente del posto ma anche dai turisti. Quando ho saputo che era chiusa, immediatamente ho pensato che fosse un gran peccato e ho iniziato a progettarne la riapertura
Sì, hai ragione, l’atmosfera è proprio unica…
Infatti, Osteria Capoborgo è un posto accogliente e autentico. Ogni dettaglio è curato ma al tempo stesso genuino. Ci si sente bene tra queste mura storiche e fare ristorazione di qualità in un ambiente così… è un sogno che si sta realizzando
Avete solo menù alla carta o anche altre proposte?
Il nostro menù è stagionale, restiamo cmq un ristorante con specialità carne, proprio perché usiamo prodotti della zona e secondo la loro reperibilità. Per questo abbiamo un menù alla carta, anche a pranzo, e un menù degustazione per assaggiare diversi piatti.
E se si desidera abbiamo anche una saletta riservata per una cena romantica o un pranzo di lavoro tranquillo.
Grazie ragazzi, in bocca al lupo per il vostro bel progetto!
E lo è davvero, vi consiglio una cena, o un pranzo in Osteria Capoborgo per assaggiare i loro piatti tradizionali ma innovativi in un bel posto, intimo, piacevole e accogliente come le persone che ci lavorano.
(articolo dai partner)
Indagine Api: il 2023 inizierà con il freno a mano per Brescia
Il finale d’anno è positivo per le PMI bresciane, ma crescono i timori e le incertezze per il 2023. A rilevarlo è l’Outlook 2023 realizzato dal Centro Studi Confapi Brescia interrogando un campione di 100 imprese associate, in prevalenza metalmeccaniche e la metà delle quali con meno di 15 dipendenti. Dal punto di vista metodologico, le previsioni sul 2023 riguardano solo i primi sei mesi, dal momento che tale è l’incertezza generale complessiva (prezzi, energia, geopolitica) che spingere l’analisi oltre la seconda metà dell’anno avrebbe avuto poco senso.
Secondo l’analisi fatta dal Centro Studi, il 2022 dovrebbe chiudersi con valori della produzione complessivamente positivi. Dopo una prima parte dell’anno ancora in forte crescita, il rallentamento del terzo trimestre non è stato confermato dal quarto che, anzi, sta mostrando segnali di vivacità positivi. Aspettative peggiori, invece, per i primi mesi del 2023, in particolare per quanto concerne il mercato domestico, il più significativo per le piccole e medie imprese bresciane. I dati riguardanti gli ordini evidenziano infatti una crescita del numero di imprese che osserva una contrazione più o meno marcata.
Leggermente più positivi i dati relativi al mercato Ue (che rappresenta il 66% dell’export bresciano), ma resta la previsione di un finale d’anno più positivo accompagnato da un deterioramento della situazione nei primi mesi del 2023. L’occupazione, che è stata positiva nei primi sei mesi del 2022, dal terzo trimestre si è evoluta in senso negativo, con calo di nuove assunzioni da un lato e aumento dei casi di riduzione di organico dall’altro. Per i prossimi mesi, stando alle aspettative, tale tendenza potrebbe accentuarsi. In peggioramento anche i saldi sulle frequenze degli investimenti, stabili o positivi nella prima parte dell’anno, ma più declinanti nel finale d’anno e, in prospettiva, anche nella prima parte del 2023. Pur in un contesto difficile, le note più positive riguardano i costi di produzione. I costi delle materie prime sono in via di stabilizzazione già a partire dalla seconda parte dell’anno. «Ben evidente è l’effetto trascinamento sul 2023 – si legge nell’outlook -: la proiezione sul nuovo anno porta a attendere stabilità nei costi per il 56% degli intervistati, e per poco meno di 1 su 10 si verificherà una cauta riduzione dei costi di fornitura». Anche i costi energetici registrano qualche timido miglioramento e le attese per il nuovo anno dovrebbero confermare questa direzione, aumentando sensibilmente il numero di realtà che stabilizza il costo della componente energia mentre diminuisce il numero delle imprese che continua a subire rincari, seppur meno invasivi rispetto al recente passato. «Il finale d’anno è positivo e ci conforta. Il quadro di incertezza complessivo ovviamente non aiuta e diversi indicatori suggeriscono la possibilità sempre più concreta di un potenziale calo dell’economia il prossimo anno – afferma il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua -. I segnali di rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti, se confermati, potrebbero però portare a un allentamento delle politiche dei tassi d’interesse, con effetti positivi sugli investimenti ora un po’ sacrificati». Cordua ricorda anche i dati positivi sull’export bresciano: «Sono la conferma di un tessuto manifatturiero che continua a mostrare una straordinaria vocazione all’export e che è riuscito ad acquistare sempre maggiore credibilità e affidabilità sui mercati esteri».
Outlook 2023: i mercati delle materie prime industriali e degli energetici – Gianclaudio Torlizzi, consulente Confapi per le materie prime
«Il comparto delle commodities si appresta a chiudere il 2022 con il segno negativo. Tuttavia, sarebbe un errore pensare che il ciclo rialzista inaugurato nel marzo 2020 sia terminato. Il ritracciamento dei prezzi che ha investito il settore delle materie prime – dagli acciai ai metalli passando per i beni alimentari – è stato stimolato, da un lato, dall’effetto distruzione della domanda legata alla crisi energetica che ha investito l’Eurozona in maniera particolarmente violenta nella scorsa estate e, dall’altro, dal decongestionamento delle scorte di magazzino dopo la crisi da offerta che ha caratterizzato l’interno 2021. A gravare sui mercati sono, inoltre, giunti l’ondata di lockdown in Cina e l’adozione della politica monetaria in senso restrittivo da parte della Federal Reserve che ha spinto al rialzo il dollaro comprimendo in prezzi delle commodities. Tuttavia, già a partire dal mese di settembre, sono emersi i primi segnali di una ripresa del superciclo rialzista. L’allentamento della cosiddetta strategia Covid – Zero cinese unitamente ai recenti annunci della banca centrale Usa di arrestare il ciclo di rialzo dei tassi di interesse hanno contribuito a creare una fase di stabilizzazione che farà da base a nuovi rialzi dei prezzi nel corso del 2023. Si tratterà naturalmente di una dinamica caratterizzata da una buona dose di volatilità visto che le condizioni attuali dell’industria europea rimangono recessive. Ma, quando gradualmente entreranno in vigore i sussidi energetici varati dalla Germania, è lecito attendersi una stabilizzazione dell’economia del Vecchio Continente alimentata anche dalla accelerazione dell’economia cinese. In tale contesto si inserisce la condizione sul lato dell’offerta che rimane particolarmente tesa per il comparto delle commodities le cui scorte, sui minimi storici, appaiono anche sbilanciate verso Oriente (il 95% degli stock di rame oggi è detenuto nei magazzini cinesi). Non bisogna poi tralasciare gli effetti che le politiche climatiche hanno sulle dinamiche dei prezzi. L’adozione di target di emissione di CO2 particolarmente zelanti, infatti, rappresenta un driver fortemente rialzista per il comparto delle commodities. I metalli saranno tra i maggiori beneficiari in termini di prezzi, con il rame che potrebbe toccare i $12.000. Rialziste sono anche le prospettive del petrolio la cui offerta è destinata a rimanere tesa in ragione dell’embargo europeo sul greggio e i prodotti raffinati russi. In quest’ottica, la scadenza del 5 febbraio (quando scatterà il bando all’import di diesel russo) acquisisce un enorme valore per gli operatori di mercato».
Confapi Brescia: servizi erogati nel 2022
Sono state 280 le aziende associate a Confapi Brescia che hanno aderito, nel corso del 2022, ai protocolli energia e gas erogati da Apiservizi, con un consumo aggregato pari a 90.000.000 Kwh/anno energia elettrica e 15.000.000 m3/anno Gas metano. Confapi Brescia ha aggregato, inoltre, 98 imprese associate per accedere alla misura «Energy Release». Altre otto invece, per i maggiori consumi energetici annui, sono state accompagnate singolarmente nello svolgimento della procedura.
Buoni i risultati ottenuti dall’Ufficio formazione che ha organizzato 220 corsi, per un totale di 4320 ore e 1366 iscritti.
L’Ufficio Relazioni Industriali e Sindacali, a latere della quotidiana attività di consulenza in tema di diritto del lavoro, ha affiancato oltre 200 imprese nella redazione di piani welfare e di contratti aziendali. Va comunque segnalato che circa il 50% dei soci ha richiesto una consulenza o un confronto per approfondire il tema del welfare aziendale. Rispetto al 2021 si segnala che è diminuito il numero di imprese che hanno fatto ricorso, tra l’altro in modo molto moderato, alla cassa Integrazione (70 imprese nel 2022).
Nel corso del 2022, il valore potenziale complessivo di contributo delle pratiche gestite di finanza agevolata ha superato il milione di € e 1.500.000 € di finanziamenti.
Relativamente alla ricerca e selezione del personale nel 2022 sono state aperte 101 ricerche. Sono stati 760 i curriculum inviati, mentre quelli ricevuti circa 1.500. Dall’esito delle selezioni e dal confronto con le aziende è emersa la solita difficoltà generale nel reperire profili, soprattutto di operai specializzati.
I pochi curricula ricevuti per queste figure non soddisfano i requisiti perché troppo “generici” o comunque con poca esperienza. Per questo motivo molte selezioni di questo tipo sono tutt’oggi aperte.
Internazionalizzazione e innovazione
L’Ufficio Estero di Confapi Brescia si è interamente ristrutturato per offrire alle aziende associate un servizio ancora più efficiente. Nel corso dell’anno, il personale ha partecipato – per conto delle aziende associate – alla fiera MCE di Milano, GO INTERNATIONAL di Milano, all’evento Giornata Paese sia per il Messico che per gli Stati Uniti, e monitorato costantemente occasioni di finanza agevolata, mirata all’internazionalizzazione.
Confapi Brescia ha sottoscritto, inoltre,con la CCIAA di Brescia una convenzione per la realizzazione di attività di accompagnamento delle imprese del territorio verso il modello Impresa 4.0. Tale convenzione, sottoscritta lo scorso settembre, ha portato alla realizzazione di numerose comunicazioni, eventi ed iniziative nate dalla stretta collaborazione fra il PID – Punto Impresa Digitale e l’associazione e finalizzate alla promozione e divulgazione di una cultura dell’innovazione in ottica 4.0 nelle imprese bresciane.
La sicurezza informatica è stata, inoltre, al centro di un servizio di tutorial video, organizzato in collaborazione con Unimatica Confapi Brescia, imperniato sulle specifiche esigenze delle Pmi.
Venerdì 16 Cgil e Uil in sciopero: disagi anche per chi viaggia
Nell’ambito della mobilitazione contro la Legge di Bilancio 2023 indetta da Cgil e Uil nazionali a Brescia si effettueranno iniziative di sciopero nella giornata di venerdì 16 dicembre 2023 con le modalità che saranno comunicate alle lavoratrici e ai lavoratori in tutti luoghi di lavoro dalle Categorie di riferimento. A renderlo noto sono i due sindacati.
Nella stessa giornata sono indetti due presidi con distribuzione di materiale informativo sulle ragioni della mobilitazione e degli scioperi, i presidi si terranno a Brescia in Largo Formentone dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Una delegazione sarà ricevuta in Prefettura dove saranno illustrate al Prefetto le ragioni della mobilitazione e degli scioperi.
Venerdì 16, lo ricordiamo, potrebbero verificarsi disagi anche per chi viaggia per lo sciopero regionale dei trasporti indetto dai sindacati. A questo link trovate le note con i dettagli di Brescia Mobilità e di Apam (bus).
Brescia, nel terzo trimestre esportazioni per 5.234 milioni
Nel 3° trimestre 2022, l’export bresciano, pari a 5.234 milioni di euro, evidenzia una crescita del 14,3% sullo stesso periodo del 2021 (tendenziale): si tratta del miglior 3° trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Una dinamica nel complesso analoga ha riguardato l’import (pari a 3.380 milioni), aumentato del 16,4% sul 2021. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia, di cui dà conto il quotidiano Brescia news.
Nei primi nove mesi dell’anno, le vendite all’estero, complici i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali e la buona performance del commercio internazionale, si sono attestate a 16.872 milioni, il valore più alto di sempre, segnando un +21,1% sul periodo gennaio-settembre 2021. Il saldo commerciale è pari a 5.764 milioni, cresce solamente del 2,0% nei confronti dell’anno scorso.
“La dinamica record registrata da Brescia nel 3° trimestre 2022 è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall’industria bresciana – commenta Mario Gnutti, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: ciò implica un aumento inflattivo del valore delle merci, sia in acquisto sia in vendita, a parità di quantitativi. Si tratta di un andamento che sta diventando una costante nelle ultime rilevazioni, ma che non deve farci dimenticare, in ogni caso, l’elevata propensione verso l’estero della nostra provincia, insieme a un’attenzione da sempre marcata per i nostri riferimenti commerciali fuori confine, che nelle imprese bresciane trovano partner affidabili e dal notevole know-how.”
La dinamica degli scambi con l’estero ha mostrato quindi un nuovo incremento, nonostante il protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, le problematiche legate al costo degli input energetici e l’inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici e sul loro potere d’acquisto. L’evoluzione delle esportazioni bresciane si inserisce, come precedentemente accennato, in un contesto di crescita del commercio internazionale, a cui si affianca il movimento di indebolimento dell’euro (-4,9% il cambio effettivo nominale), che ha favorito le vendite al di fuori dell’Europa.
La crescita delle esportazioni bresciane nel periodo luglio-settembre (+14,3%) risulta più bassa di quanto rilevato in Lombardia (+18,5%) e in Italia (+20,6%), una tendenza coerente con il rallentamento sperimentato dall’industria locale in quel periodo.
Tra i beni esportati, i più dinamici nei primi nove mesi dell’anno risultano essere: prodotti della metallurgia (+34,1%), prodotti alimentari e bevande (+23,0%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+22,7%),
Tra i mercati di destinazione, la crescita delle esportazioni è generalizzata: le dinamiche più intense riguardano i flussi verso Germania (+27,0%), Stati Uniti (+29,9%), Brasile (+38,4%) e India (+66,6%). In controtendenza le vendite verso Russia (-9,6%) e Cina (-18,1%).
Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+39,7%), prodotti chimici e farmaceutici (+40,1%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+47,5%).
Dal punto di vista dei principali mercati di origine, solo la Russia si caratterizza per una dinamica negativa (-38,4%), mentre le variazioni più elevate vengono sperimentate da Cina (+67,3%), India (+58,7%), Brasile (+63,5%) e Turchia (+41,0%).
Nel 3° trimestre 2022, l’export bresciano, pari a 5.234 milioni di euro, evidenzia una crescita del 14,3% sullo stesso periodo del 2021 (tendenziale): si tratta del miglior 3° trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Una dinamica nel complesso analoga ha riguardato l’import (pari a 3.380 milioni), aumentato del 16,4% sul 2021. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.
Nei primi nove mesi dell’anno, le vendite all’estero, complici i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali e la buona performance del commercio internazionale, si sono attestate a 16.872 milioni, il valore più alto di sempre, segnando un +21,1% sul periodo gennaio-settembre 2021. Il saldo commerciale è pari a 5.764 milioni, cresce solamente del 2,0% nei confronti dell’anno scorso.
“La dinamica record registrata da Brescia nel 3° trimestre 2022 è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall’industria bresciana – commenta Mario Gnutti, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: ciò implica un aumento inflattivo del valore delle merci, sia in acquisto sia in vendita, a parità di quantitativi. Si tratta di un andamento che sta diventando una costante nelle ultime rilevazioni, ma che non deve farci dimenticare, in ogni caso, l’elevata propensione verso l’estero della nostra provincia, insieme a un’attenzione da sempre marcata per i nostri riferimenti commerciali fuori confine, che nelle imprese bresciane trovano partner affidabili e dal notevole know-how.”
La dinamica degli scambi con l’estero ha mostrato quindi un nuovo incremento, nonostante il protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, le problematiche legate al costo degli input energetici e l’inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici e sul loro potere d’acquisto. L’evoluzione delle esportazioni bresciane si inserisce, come precedentemente accennato, in un contesto di crescita del commercio internazionale, a cui si affianca il movimento di indebolimento dell’euro (-4,9% il cambio effettivo nominale), che ha favorito le vendite al di fuori dell’Europa.
La crescita delle esportazioni bresciane nel periodo luglio-settembre (+14,3%) risulta più bassa di quanto rilevato in Lombardia (+18,5%) e in Italia (+20,6%), una tendenza coerente con il rallentamento sperimentato dall’industria locale in quel periodo.
Tra i beni esportati, i più dinamici nei primi nove mesi dell’anno risultano essere: prodotti della metallurgia (+34,1%), prodotti alimentari e bevande (+23,0%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+22,7%),
Tra i mercati di destinazione, la crescita delle esportazioni è generalizzata: le dinamiche più intense riguardano i flussi verso Germania (+27,0%), Stati Uniti (+29,9%), Brasile (+38,4%) e India (+66,6%). In controtendenza le vendite verso Russia (-9,6%) e Cina (-18,1%).
Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+39,7%), prodotti chimici e farmaceutici (+40,1%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+47,5%).
Dal punto di vista dei principali mercati di origine, solo la Russia si caratterizza per una dinamica negativa (-38,4%), mentre le variazioni più elevate vengono sperimentate da Cina (+67,3%), India (+58,7%), Brasile (+63,5%) e Turchia (+41,0%).
Dati Confcommercio: a Brescia spesa da 372 milioni per i regali natalizi
Sarà un Natale caratterizzato da una crescita dei consumi rispetto allo scorso anno, nonostante le difficoltà legate all’inflazione ed al caro-energia. Secondo quanto rilevato dall’Ufficio Studi di Confcommercio Brescia e diffuso da Brescia news, la spesa per i regali nei negozi della provincia di Brescia si attesterà ad oltre 372 milioni di euro, in aumento di circa l’8% rispetto il periodo natalizio dell’anno scorso, e godrà di un aumento consistente la quota di spese legata al turismo con i ristoranti ed il comparto delle vacanze che si attesteranno a circa 157 milioni (qui trovate invece i dati diffusi il giorno prima da Confartigianato relativi ai consumi natalizi).
“In un clima di grande incertezza e difficoltà come quello odierno c’era la preoccupazione per un possibile calo dei consumi, considerata l’inflazione che pesa sulle famiglie italiane. Per questo siamo soddisfatti dei risultati che arrivano dal commercio, che rappresentano un miglioramento rispetto al 2021”, afferma in una nota il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti.
Notizie ancora migliori arrivano dai settori della ristorazione e del turismo, che si attesteranno e in alcuni casi supereranno i risultati del 2019, lasciandosi alle spalle un periodo natalizio 2021 ancora condizionato dal Covid e dalle cancellazioni last-minute.
“Stimiamo – ha aggiunto il presidente Massoletti – dei consumi nel settore della ristorazione in provincia di Brescia di 60,5 milioni di euro, oltre 20 milioni di euro in più rispetto al Natale 2021. Si tratta di un risultato molto positivo se si considera che questo periodo dell’anno per molte imprese arriva a valere il 20% del fatturato annuale. Anche il comparto legato alle spese per viaggi, vacanze e soggiorno nelle nostre attività ricettive sarà in crescita e sarà poco sotto i 97 milioni”. “Questi dati – ha concluso il Presidente – confermano la voglia di serenità e di festività nelle famiglie e ripagano anche gli sforzi fatti negli scorsi mesi dagli imprenditori bresciani nel contenere l’inflazione e l’aumento dei prezzi, grazie ad un supplemento del loro impegno”.
Lavoro in somministrazione, a Brescia nuova crescita nel 3° trimestre
Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 3° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+4% tendenziale), sebbene di intensità minore rispetto a quanto rilevato nei periodi precedenti. Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020.
A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.
L’aumento rilevato nel 3° trimestre del 2022 interessa la maggior parte delle categorie professionali qui analizzate, ed è trainato, in particolare, dagli impiegati esecutivi, che evidenziano un +51% rispetto all’analogo periodo del 2021. Variazioni positive rilevanti riguardano anche gli addetti al commercio (+26%) e gli operai specializzati (+13%).
“I dati sul lavoro in somministrazione a Brescia restano positivi, pur segnando un rallentamento legato all’andamento generale dell’economia nella nostra provincia – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –. In particolare, il comparto dei servizi, strettamente legato a quello manifatturiero, riflette bene gli ultimi dati emersi sulla produzione industriale. Voglio però sottolineare, pur in contesto di assestamento, come resti alta la domanda di specifiche categorie professionali legate alla manifattura, quali i conduttori d’impianti e gli operai specializzati: l’ennesima testimonianza di come Brescia sia costantemente alla ricerca di profili analoghi.”
Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (38,8%), seguiti dal personale non qualificato (21,3%), dagli operai specializzati (14,4%) e dagli addetti al commercio (12,5%). Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,4%), non qualificati in imprese industriali (9,7%) e addetti macchine per lavorazioni metalliche (6,1%).
Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici della distribuzione commerciale e tecnici in campo ingegneristico), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori specializzati meccanica di precisione, installatori attrezzature elettroniche) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e addetti macchine lavorazioni metalliche).
Imprese, Assocamuna elegge Giorgio Buzzi alla presidenza
Il 2 dicembre, nell’inedita cornice dello stabilimento Boario Ferrarelle, Assocamuna ha organizzato “Natale Insieme 2022”, il tradizionale appuntamento che chiude l’anno sociale dell’associazione e che quest’anno ha visto anche l’elezione del nuovo presidente dell’associazione. Una grande serata con 400 invitati. Ospite speciale della serata il Ministro del Turismo Daniela Santanché che ha aperto a sorpresa la serata.
“La Valle Camonica, il suo territorio, le sue tradizioni e la cultura della montagna sono un patrimonio prezioso per il paese.” – ha sottolineato il Ministro – “Per il suo invidiabile sistema economico-produttivo, questa sera qui sapientemente riunito da Assocamuna, per la sua straordinaria storia millenaria, per l’ineguagliabile biodiversità che la caratterizza, per il territorio intriso di arte ed eccellenze enogastronomiche, la Valle Camonica merita un posto di primo piano nella proposta turistica nazionale”.
L’associazione, che da quest’anno può contare su due sedi operative (Cividate Camuno e Edolo) e uno staff di 8 elementi, è cresciuta in numero di associati (ormai oltre 350), in iniziative (più di 50 nel 2022) e in servizi.
Nell’occasione, il sodalizio fondato dal ragionier Luigi Buzzi (proprio nell’anno della sua scomparsa) ha provveduto a rinnovare le proprie cariche sociali, confermando alla direzione generale Diego Zarneri ed eleggendo alla presidenza Giorgio Buzzi, patron di Traflix Industries e figlio del fondatore dell’associazione. Roberto Mazzola, lascia la presidenza ma rimarrà operativo accanto al nuovo presidente.
“E’ stata un’esperienza indimenticabile della mia vita e continuerò ad impegnarmi perché l’Associazione continui a crescere mantenendo quel legame con il territorio che l’ha sempre contraddistinta – ha detto Mazzola – Sono commosso di consegnare proprio a Giorgio Buzzi quello che idealmente io ho ricevuto da suo padre Luigi. Lascio un’Assocamuna molto diversa da quell’associazione che quasi dieci anni fa mi ha eletto presidente”.
“Desidero ringraziare tutte le Imprese che mi hanno voluto alla guida di Assocamuna – ha aggiunto Buzzi – Sono onorato di rappresentare l’associazione che mio padre ha fondato e fortemente voluto per dare una voce unica agli imprenditori della Valle Camonica. Profonderò il massimo impegno perché Assocamuna raggiunga nuovi importanti traguardi nel segno del rinnovamento che le energie di Limes Farm hanno saputo infondere nell’associazione. Una scommessa sulle nuove generazioni, sulla nostra identità e sullo straordinario capitale umano della nostra Valle”.