Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 63

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Internet, Eolo annuncia 6 nuovi ripetitori nel Bresciano

in Economia/Tech/Web e digitale by

Brescia e i comuni nel suo territorio sono centrali nel percorso di sviluppo che EOLO,Società Benefit leader in Italia nella fornitura di connettività tramite tecnologia FWA – fixed wireless access, porta avanti da anni. Attraverso la sua connessione infatti EOLO raggiunge la totalità del territorio di Brescia, grazie alla presenza di 111 ripetitori, di cui 30 implementati dall’inizio della pandemia, quando la richiesta di una maggiore accessibilità a internet è esplosa in tutto il Paese. Inoltre, nei prossimi tre mesi, EOLO investirà nel territorio per portare 6 ulteriori ripetitori, che serviranno a potenziare la connessione.

Non solo, attraverso EOLO Missione Comune, il progetto per supportare i comuni sotto i 5.000 abitanti a diventare sempre più digitali, i comuni nel territorio bresciano hanno ottenuto oltre 110.000€ in premi tech, che variano da connessione gratis per due anni, soluzioni per digitalizzare le scuole, strumenti per la sicurezza e molto altro ancora. Infine, Brescia e il suo territorio sono coinvolti nel programma speciale di EOLO per il Back to School, che, pensato per spingere la digitalizzazione dei piccoli comuni, prevede sconti sull’abbonamento a EOLO più.  La scontistica è inversamente proporzionale al numero di abitanti, più piccolo è il comune più grande è lo sconto.

“La necessità di un maggiore accesso alla connessione e alla banda ultra larga esplosa durante la pandemia ha coinvolto tutto il Paese in maniera trasversale, facendo sentire la sua importanza specialmente nei piccoli comuni e quelle aree che spesso sono dimenticate dagli altri operatori. – commenta Sergio Grassi, Sales and Marketing Director di EOLO Come EOLO abbiamo intensificato gli sforzi e aumentato gli investimenti nel corso dell’ultimo anno e mezzo per colmare il gap fra i piccoli comuni e i grandi centri urbani, in modo da contrastare il digital divide che affligge il Paese. Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto, di cui i risultati di Brescia sono uno splendido esempio, e siamo convinti che il meglio debba ancora venire”.

Con la sua rete di oltre 3.000 BTS, EOLO connette oltre 1 milione e 200 mila persone tra clienti consumer, imprese ed enti della pubblica amministrazione ed impiega circa 15 mila persone tra dipendenti, installatori, partner commerciali e collaboratori.

Educazione finanziaria, con Btl arriva anche agli alunni dei Cfp

in Banche/Btl/Economia/Formazione by

Un (piccolo) contributo nel grande mare della educazione finanziaria. Nasce da questi presupposti il progetto formativo che vedrà l’impegno condiviso di BTL Banca del Territorio Lombardo, del centro di coordinamento dei Centri di Formazione Professionale di Brescia, della Fondazione Padernello con l’esperienza maturata in questi anni nel progetto “Verso il Borgo”, e della Associazione Artigiani di Brescia oltre a FEduf, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio che avrà il compito di portare avanti la proposta operativa.

L’educazione finanziaria è sempre più al centro dell’interesse delle istituzioni finanziarie e statali, e del mondo della scuola in particolare. L’importanza di individuare percorsi e strumenti di educazione finanziaria da attuare fin dall’età scolare sta via via trovando riscontri in numerosi ambiti e studi che sottolineano – se mai ce ne fosse bisogno – il profondo legame tra cultura economica dei singoli e la correttezza delle loro decisioni finanziarie. Con tutte le implicazioni di carattere sociale ed economico che questo comporta in prospettiva sulle future scelte in tema di risparmio e previdenza di giovani e famiglie.

Il tema dell’introduzione e della educazione ai temi del risparmio, della pianificazione finanziaria, della imprenditorialità e degli strumenti di pagamento è oggi tanto più importante per coloro che, per la scelta di intraprendere un percorso scolastico di formazione professionale, saranno chiamati in breve tempo a entrare nel mondo del lavoro e a “fare i conti”, non solo con le specificità della propria professione, ma anche con le tematiche finanziarie.

Da qui l’idea di proporre un percorso formativo nell’anno scolastico 2021/2022 dedicato e pensato per gli studenti dei centri professionali della provincia di Brescia finalizzato a suscitare l’attenzione e la sensibilità sui temi dell’educazione finanziaria e della imprenditorialità. Una realtà significativa e preziosa quella dei CFP bresciani non solo numericamente – potendo contare sulla presenza di 19 istituti di formazione per un totale di circa 8.500 studenti – ma anche per la capacità ed efficacia del percorso formativo e nell’inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni artigiane.

Il patrimonio di esperienze maturate nei vari ambiti sul tema della formazione, della alternanza scuola-lavoro, hanno suggerito che l’iniziativa dovesse essere portata avanti nell’ambito di un percorso condiviso, coinvolgendo diverse realtà su di un unico obiettivo.

Promotrice della iniziativa BTL Banca che nel 2021 ha avviato un proprio progetto di Educazione Finanziaria in collaborazione con FEDUF – la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio costituita da ABI (Associazione Bancaria Italiana) per promuovere la cultura economica in Italia. Una partnership che si è concretizzata nel corso della scorsa primavera in un ciclo di incontri dedicati agli studenti delle scuole secondarie di II grado della provincia di Brescia sul tema dell’educazione finanziaria che ha visto la partecipazione di oltre 1.300 studenti in rappresentanza di quindici istituti e 52 classi.

La fotografia di Confartigianato: nel Bresciano le imprese sono 100.879 e danno lavoro a 289.470 persone

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Gli artigiani e le micro e piccole imprese sono pronte a guardare oltre a fare la loro parte per rilanciare lo sviluppo economico e il benessere sociale del nostro territorio. Confartigianato Lombardia è da sempre al fianco di queste imprese coraggiose, che hanno dimostrato ancora una volta la loro capacità di resistere, pronta a sostenerne i valori e il prezioso contributo che saranno in grado di fornire alla crescita che ci auguriamo caratterizzerà i mesi a venire». Con queste parole, pronunciate nel corso della presentazione dell’11° Rapporto Confartigianato Lombardia, tenutasi a Palazzo Lombardia alla presenza dell’Assessore regionale Guido Guidesi e che ha visto tra gli altri gli interventi di Giulio Sapelli, la relazione di Enrico Quitavalle e Licia Redolfi per l’esposizione dei dati contenuti nel Rapporto e del segretario generale di Confartigianato Lombardia Carlo Piccinato, il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti ha ribadito la centralità della piccola impresa diffusa sul territorio lombardo, mettendone in luce la capacità di crescere, innovare e competere e di essere fattore chiave di coesione economica e sociale, rappresentando un importante luogo di integrazione.

Nel Rapporto annuale “Con lo sguardo oltre. MPI che resistono”, curato dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia (che si allega, ndr) sono raccolte evidenze che permettono di andare oltre il pregiudizio, smentendo le false convinzioni che associano la bassa crescita del paese all’eccessiva presenza di MPI. Per fare ciò, sono state tratteggiate le peculiarità delle piccole e piccolissime imprese oggi pronte ad impegnasti per sostenere, da protagoniste, la risalita dell’economia lombarda.

In Lombardia, quando si parla di MPI e imprese artigiane si volge l’attenzione a 810.224 imprese, (100.879 a Brescia) il 99,1% del totale imprese (è il 99,2% nella nostra provincia) che occupano 2.155.569 addetti in Lombardia, 289.470 addetti a Brescia. La diffusione capillare di queste realtà rappresenta una specificità tutta italiana che non ha paragone con le altre maggiori economie europee: il peso dell’occupazione nelle MPI lombarde è pari al 52,3%, il 68,7% nella nostra Provincia ben al di sopra rispetto alla media europea (49%).

Nella narrazione di questi numeri si evidenzia come, contrariamente al racconto del mainstream, queste piccole e piccolissime imprese danno un contributo importante alla crescita, all’occupazione e alla capacità competitiva del tessuto produttivo. In Lombardia in quattro anni, precedenti alla diffusione del Covid-19 (2015-2018), la produttività delle MPI ha segnato un incremento del +8,7%, superiore a quello delle imprese più strutturate (+1,8%).

L’apporto delle MPI alla sostenibilità sociale e occupazionale si rileva sia guardando al pre-pandemia (2015-2019), quando l’occupazione in Lombardia nelle MPI saliva del +3,3% e nella nostra provincia del +3,1%sia guardando oltre, ponendo attenzione alle entrate previste dalle MPI per il periodo agosto-ottobre 2021: sono146 mila, pari al 57,2% degli oltre 256 mila ingressi totali previsti da tutte le imprese, e in crescita del 18,1% (+22 mila assunzioni) rispetto alle previsioni occupazionali dello stesso periodo pre Covid-19 (agosto-ottobre 2019). Solo nella nostra provincia sono previsti 20.480 ingressi totali nel periodo agosto-ottobre con una variazione positiva del 24,7% rispetto ai 16.430 dello scorso anno.

Si dimostrano, inoltre, essere imprese vivaci, capaci di competere avvalendosi di ricerca e innovazione: la quota di MPI lombarde che partecipa a progetti innovativi si attesta al 41,8%, secondo valore più alto della classifica italiana. Va osservato inoltre che queste MPI innovative rappresentano il 93,6% delle imprese totali impegnate in attività di innovazione. La spinta all’innovazione profila anche la domanda di lavoro, sempre più indirizzata verso competenze digitali e green di alto e medio-alto livello.

Non va dimenticato che queste realtà costituiscono un fattore sociale ed economico chiave e un importante luogo di integrazione. Infatti, la presenza diffusa di MPI in Lombardia, con il 78,7% di occupati in aree montane (il 77,4% nella nostra provincia) e il 78,2% in aree interne (il 79,6% a Brescia), entrambi valori superiori alla media, contribuisce ad attenuare la tendenza al declino che le caratterizza.

Queste realtà d’impresa sono anche terreno fertile per giovani e stranieri, offendo opportunità sia sul fronte occupazionale, che su quello d’impresa. Laquota di occupati giovani tra i 15 e i 29 anni nelle MPI rappresenta nella provincia di Brescia il 20,3%, superiore di 6,3 punti a quella rilevata nelle imprese medio-grandi (14,6%). Mentre la quota di occupati stranieri in MPI raggiunge un valore del 20,7%, sopra di 4,3 punti alla quota rilevata per le imprese più strutturate (16,4%).

Stessa evidenza sul fronte impresa: distinguendo le artigiane dalle non artigiane, si osserva che per le prime, nella nostra provincia, il peso delle imprese giovanili si attesta a 9,7%, sopra di 1,6 punti alla quota delle imprese non artigiane (8,1%). Per quanto riguarda le imprese artigiane gestite da stranieri, queste rappresentano 15,0% del totale, ben al di sopra del 10,1% delle imprese non artigiane. Ciò ribadisce che il valore delle piccole realtà risiede anche nel loro essere elemento di inclusione e integrazione sociale. Questi accenni alle evidenze illustrate nell’11° Rapporto danno dimostrazione del fatto che il problema del Paese non sono le dimensioni delle realtà imprenditoriali, ma l’ambiante che le circonda, spesso poco favorevole all’iniziativa economica: poco credito, misure fiscali ingiuste e burocrazia opprimente non mettono gli imprenditori nella condizione di svolgere la loro attività serenamente.

«Non è corretto – conclude il presidente Massetti – prendersela con le piccole imprese: i problemi dell’Italia stanno altrove: dal costo dell’energia, all’eccesso di burocrazia, alla scarsa efficienza delle P.A. che penalizza le imprese lombarde. È senza dubbio più utile per tutti correggere errate percezioni sul nostro sistema produttivo e migliorare, finalmente e davvero, le condizioni nelle quali gli imprenditori svolgono la propria attività, permettendogli diventare grandi imprenditori, in termini di creatività, lungimiranza, capacità manageriale e flessibilità pur restando piccoli».

Camera di commercio di Brescia, ecco i comunicati stampa di questa settimana

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Pubblichiamo, di seguito, il comunicato stampa con gli eventi settimanali promossi dalla Camera di commercio di Brescia.

129/21 – PROGETTO CONSAPEVOLEZZA FINANZIARIA – SPORTELLI RIEMERGO

“Consapevolezza Finanziaria” è il progetto promosso dagli Sportelli RiEmergo delle Camere di commercio di Brescia, Bergamo, Como – Lecco, Cremona, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese, rivolto a piccoli imprenditori, titolari di partita iva e consumatori, composto da 4 webinar gratuiti con l’obiettivo di fornire competenze finanziarie di base.
Il primo appuntamento del ciclo è in programma giovedì 30 settembre 2021, a partire dalle ore 10:30, e sarà focalizzato su “La gestione efficiente del denaro per garantire l’equilibrio dei conti”.

Il programma e le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito camerale www.bs.camcom.it

130/21 – IMPRESE DIGITALI – CICLO DI WEBINAR FORMATIVI – PORTALE LIBRI DIGITALI: VENERDI’ 8 OTTOBRE 2021

Venerdì 8 ottobre 2021, dalle ore 10:15 alle ore 11:15, con il webinar dedicato al “Portale Libri Digitali” prosegue il ciclo di incontri formativi organizzati dalla Camera di Commercio di Brescia e dedicati alla digitalizzazione delle imprese.
L’iniziativa intende fornire la possibilità di conoscere e approfondire tutto quanto riguarda il “Portale Libri Digitali”, servizio che consente di conservare, gestire e consultare i propri libri d’azienda (libri contabili, libri sociali, libri contabili tributari) in formato digitale.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione.
Per il programma e le modalità di iscrizione consultare il sito camerale www.bs.camcom.it

131/21 – WEBINAR GRATUITI – PROGETTO A.G.I.RE

Sono aperte le iscrizioni ai primi due seminari della rassegna:

12 ottobre 2021 ore 09,30-12,30 Come gestire gli obiettivi di impresa Come definire quali sono gli obiettivi da raggiungere – perché è importante definire degli obiettivi – come raggiungerli e attraverso quali strategie

19 novembre 2021 ore 09,30-12,30 Marketing e strategie di gestione del cliente

Il cliente come valore principale dell’azienda – il CRM (customer relationship management) – come creare un rapporto di fidelizzazione – la personalizzazione del servizio/prodotto

Informazioni e iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it .

132/21 – ACCESSO AI SERVIZI ONLINE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

Dal 1° ottobre 2021 i privati cittadini potranno accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e della Camera di commercio di Brescia solo con l’identità digitale tramite SPID, CIE o CNS.
L’identità digitale ha lo scopo di favorire la diffusione dei servizi in rete e agevolare l’accesso ai portali istituzionali da parte di cittadini e imprese.

In particolare, per i privati cittadini l’identità digitale sarà l’unico modo per accedere a tutti i servizi di Telemaco (Registro Imprese, Registro Protesti) e di altri servizi quali: Certificati d’Origine, Agef – Bandi Camerali, Servizio Metrico, Impresainungiorno e SUAP.

La misura nei mesi successivi verrà gradualmente estesa agli altri soggetti giuridici (imprese, studi, associazioni).

Il calzaturiero torna a volare: export +36%

in Abbigliamento/Economia/Export by

Prosegue la risalita nel comparto calzaturiero, ma i livelli pre-pandemia restano lontani in molti indicatori congiunturali. I risultati più confortanti arrivano sul fronte dell’export, trascinato dalle griffe. La fotografia del comparto scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici è stata presentata nell’ambito di Micam, il Salone Internazionale delle Calzature in corso a Fiera Milano Rho.

In Lombardia nel primo semestre 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, tra industria e artigianato, la crescita di una sola unità, accompagnata da un saldo negativo di -136 addetti. Sul fronte dell’export si registra un aumento del +36% in valore sullo stesso periodo dell’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +1,9% sui livelli pre-pandemia di gennaio-giugno 2019). Le prime 5 destinazioni dell’export lombardo nel primo semestre 2021 sono risultate: USA (+53%), Francia (+25,1%), Svizzera (+25,2%), Cina (+111,8%) e Corea del Sud (stabile, -0,3%, dopo l’incremento a doppia cifra dello scorso anno); assieme coprono quasi la metà dell’export regionale. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel primo semestre dell’anno per le imprese lombarde della filiera pelle, si registra una crescita del +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2020: sono state autorizzate 4 milioni di ore (con un +836% rispetto al primo semestre di due anni addietro).

Sull’andamento dello scenario nazionale è intervenuto Siro Badon Presidente di Assocalzaturifici e MICAM Milano: “Gli ultimi dati economici che tracciano il perimetro del nostro settore ci confortano, evidenziando come anche nel secondo trimestre dell’anno emerga un forte recupero nei principali indicatori dopo l’impennata già registrata a marzo. Un rimbalzo legato soprattutto al confronto con mesi in cui le restrizioni imposte ovunque durante il lockdown avevano fortemente condizionato le attività delle imprese, la distribuzione e i consumi. In particolare le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici mostrano incrementi a doppia cifra sull’anno precedente: aumentano sia la produzione industriale (+13%) che il fatturato (+22%), oltre alla spesa delle famiglie italiane (+17,4%); fa ben sperare l’export (+31,5% in valore). Allo stato attuale, però, resta ancora elevato il gap coi livelli pre-Covid. Se le vendite estero, grazie al terzismo per le multinazionali del lusso, limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore (ma con un -11% in quantità nei primi 5 mesi), domanda interna, produzione industriale e fatturato restano ancora decisamente al di sotto dei livelli, già peraltro poco soddisfacenti, di due anni addietro (con divari superiori al -15%): per 7 aziende calzaturiere su 10 il fatturato è ancora nettamente inferiore”.

Per quanto riguarda l’export a livello nazionale, trend disomogenei tra i mercati esteri: recuperano i flussi verso la Svizzera, corre la Cina (grazie alle griffe), rimbalzi notevoli per Francia e USA; male invece Giappone e Regno Unito. Sul mercato interno, dopo un avvio 2021 ancora negativo, segnali confortanti per maggio e giugno, in cui gli acquisti delle famiglie hanno sfiorato i livelli 2019; si attenua l’impennata delle vendite online. 

Il lungo periodo di forte difficoltà indotta dall’emergenza sanitaria sta lasciando il segno nei dati occupazionali: 2.000 addetti in meno da inizio anno (-3.000 considerando anche la componentistica); -61 i calzaturifici attivi. La Cassa Integrazione Guadagni nella Filiera Pelle, dopo il record del 2020, segna nel primo semestre un ulteriore +3,8%, con un numero di ore autorizzate dieci volte superiore a due anni addietro

L’importanza della gestione delle risorse umane nelle piccole e grandi aziende

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay


La gestione delle risorse umane nelle piccole e grandi aziende è un aspetto fondamentale per un’attività perché influisce direttamente sulla produttività e sulla fama dell’azienda. Chi si occupa di assumere i dipendenti di un’azienda infatti deve avere ben chiare le competenze necessarie e soprattutto deve essere in grado di fare leva sulle motivazioni giuste per legare all’azienda il futuro collaboratore.

La pandemia ha riportato l’attenzione sulla qualità del lavoro e sulla necessità di studiare nuove forme organizzative nello svolgimento delle mansioni. E questo alla luce di un forzato lockdown che ha generato nuove modalità di impiego e innovative soluzioni di controllo delle performance. Così lo smart working e il lavoro agile hanno preso piede e, anche quando l’emergenza è rientrata, sono stati molti i dipendenti a chiedere forme contrattuali più flessibili al fine di organizzare in maniera diversa la vita lavorativa e privata. Dunque la sfida di chi si occupa della gestione delle risorse umane è anche quella di conciliare gli obiettivi dell’azienda con le esigenze delle risorse da selezionare.

Responsabile delle risorse umane: chi è e cosa fa
Il responsabile delle risorse umane si occupa di realizzare piani di assunzione per le aziende, selezionare il personale e gestire il loro percorso all’interno della realtà imprenditoriale con la finalità di far vivere bene l’esperienza lavorativa a tutti i collaboratori. È una figura professionale che può essere interna all’azienda con un ufficio preposto alla gestione delle risorse umane, o anche esterna, lavorando con un ente terzo che fa da mediatore tra l’azienda e i candidati.

Gestione delle risorse umane: formazione e attitudini
Per diventare responsabile della gestione delle risorse umane bisogna conseguire la laurea e poi scegliere il programma di un master in HR più vicino all’area nella quale ci si vuole specializzare. Per lavorare infatti nelle risorse umane non basta avere le competenze base di un corso accademico, come una laurea in lettere o in scienze della comunicazione, ma occorre acquisire competenze specifiche che riguardano gli aspetti legislativi dei contratti di lavoro e anche la componente emotiva e psicologica che caratterizza le relazioni con le persone. Per occuparsi infatti delle risorse umane occorre un’estrema sensibilità, spiccate doti organizzative e relazionali.


La formazione si può svolgere presso le università tradizionali e anche presso le università telematiche, che hanno la particolarità di erogare i loro corsi mediante piattaforme online e che quindi utilizzano l’e-learning come metodo di apprendimento. In Italia sono 11 le università telematiche riconosciute dal MIUR e alcune, come Unicusano, oltre alle sedi territoriali dislocate in tutto il paese hanno anche un campus nella sede principale che costituisce il centro nevralgico dell’ateneo e nel quale si possono frequentare lezioni, tirocini post laurea e svolgere attività sportive e relazionali.


Il fattore umano come valore primario
Il fattore umano nelle piccoli e grandi aziende è ormai considerato un valore assoluto e va coltivato giorno per giorno con l’obiettivo di rendere serene tutte le persone impiegate in ogni realtà lavorativa. Con la pandemia, le sofferenze psicologiche sono state molteplici e le persone hanno un forte di bisogno di essere ascoltate e di ritrovare entusiasmo in ciò che fanno. È dunque di fondamentale importanza curare la gestione delle risorse umane, perché sono un investimento sociale ed economico per un futuro migliore.

Pagamenti ai fornitori, a Brescia i tempi si riducono ancora | I DATI LOMBARDI

in Economia/Tendenze by

Con il 45,7% di imprese che pagano alla scadenza i propri fornitori, la Lombardia è al 1° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 30 giugno 2021. Rispetto al trimestre precedente, diminuisce il numero di imprese che effettua i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni, passate dal 9% all’8,9% con una variazione del -1,1%.

  • Bergamo: rispetto a marzo, restano invariati i pagamenti in grave ritardo, diminuiscono quelli puntuali (-0,4%) ed è 3° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 12° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+42,9%).
  • Brescia: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-0,9%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,7%) ed è al primo posto nel ranking italiano.
  • Como: rispetto a marzo, è la seconda provincia lombarda, dopo Monza e Brianza, a far registrare il maggior decremento di pagamenti in grave ritardo (-4,7%); guadagna una posizione ed è 11° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 18° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+39,7%).
  • Cremona: rispetto a marzo, perde due posizioni nel ranking italiano ed è 8°; è la seconda provincia lombarda, alle spalle di Pavia, con l’incremento più elevato di pagamenti oltre 30 giorni (+1,3%).
  • Lecco: rispetto a marzo, insieme a Monza e Brianza è la provincia lombarda dove si registra l’incremento più elevato di pagamenti puntuali (+1,6%) ed è stabile al 4° posto nel ranking italiano.
  • Lodi: rispetto a marzo, i pagamenti in grave ritardo diminuiscono del 2,7%; guadagna 3 posizioni ed è 38° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 6° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+54,3%).
  • Mantova: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-1,6%), sia quelli oltre 30 giorni (-3,6%); guadagna una posizione ed è 7° in Italia
  • Milano: rispetto a marzo, cresce la puntualità (+1,4%); guadagna 2 posizioni ed è 43° in Italia (penultima in Lombardia).
  • Monza e Brianza: rispetto a marzo, è la provincia lombarda con il maggior decremento di pagamenti in grave ritardo (-4,8%) e, insieme a Lecco, è quella dove si registra l’incremento più elevato di pagamenti puntuali (+1,6%). Con Biella, è la provincia italiana che guadagna più posizioni (4) ed è 12°.
  • Pavia: rispetto a marzo, è la provincia lombarda con l’incremento più elevato di pagamenti oltre 30 giorni (+1,4%). Guadagna una posizione ma è comunque ultima in Lombardia (51°). Rispetto a fine 2019, è all’8° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+48,4%).
  • Sondrio: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-1%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,5%) e mantiene il secondo posto nella classifica delle province italiane. Rispetto a fine 2019, è al 4° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+58,5%).
  • Varese: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-0,7%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,1%); perde una posizione ed è 22° nel ranking italiano. Rispetto a fine 2019, è al 14° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+41,9%).

Promotica, nel 2021 crescono i ricavi: a giugno sono 23,4 milioni

in Bilanci/Commercio/Economia by

Principali Dati Consolidati:

• RICAVI pari a € 23,4 milioni in crescita di circa l’1,2% rispetto a € 23,1 milioni consolidati pro-forma del 30 giugno 2020;
• EBITDA1 pari a € 3,2 milioni; EBITDA Margin al 13,5%;
• EBIT pari a € 2,0 milioni, EBIT Margin all’ 8,7%;
• Risultato netto positivo per € 1,4 milioni;
• Posizione Finanziaria netta attiva (cassa) per € 0,3 milioni, in significativo miglioramento rispetto ai
€ 3,1 milioni passivi (debito) registrati al 31 dicembre 2020.

Il Consiglio di Amministrazione di Promotica S.p.A. (AIM:PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy – riunitosi in data odierna sotto la presidenza di Diego Toscani, ha esaminato e approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2021.

I Ricavi di Vendita consolidati, espressione del core business del Gruppo ovvero l’organizzazione e la  gestione di campagne di fidelizzazione, realizzate attraverso la progettazione delle meccaniche, lo  sviluppo degli aspetti creativi, la definizione degli aspetti legali e la gestione fisica dei premi, compresa  la loro fornitura e la consulenza nell’ambito del retail, sono pari a € 23,4 milioni, in aumento del +1,2%  rispetto ai € 23,1 milioni di ricavi consolidati pro-forma del 30 giugno 2020.

In particolare, nel corso del primo semestre 2021 la Società ha gestito in totale 209 campagne  promozionali per un totale di premi erogati pari a 10,5 milioni.

I clienti sono aumentati dai 101 al 31 dicembre 2020 ai 155 al 30 giugno 2021, a testimonianza  dell’attenta gestione rivolta ad una riduzione dei rischi di concentrazione della clientela.

Il Margine Industriale è pari a circa € 7,26 milioni (pari al 31,1% dei ricavi) dopo aver spesato €16,1  milioni relativi ai costi del venduto.

L’EBITDA risulta pari a € 3,2 milioni al 30 giugno 2021, con un EBITDA Margin del 13,5%, dopo costi per  servizi per circa € 2,6 milioni con un’incidenza in sensibile riduzione, costi per godimento beni di terzi  per € 167 migliaia composti dai noleggi e dai canoni per i contratti di leasing in essere, costi per il  personale per circa € 1,1 milioni, oneri diversi di gestione per circa € 0,3 milioni.

Si segnala che le variazioni di rimanenze di materie prime e merci sono pari a € 2,6 milioni, l’indice di  rotazione media del magazzino (2,71) è influenzato dall’attività tipica della gestione campagne loyalty  per la quale il livello di scorte è fortemente influenzato dall’inizio di significative campagne di  fidelizzazione in ragione del quale è stato effettuato l’approvvigionamento delle merci. 
Dopo accantonamenti per € 0,9 milioni attinenti agli oneri per contributi promozionali afferenti al primo  semestre 2021, ancora non giuridicamente maturati, ma la cui sussistenza è ragionevolmente certa, e  ammortamenti e svalutazioni per € 0,3 milioni, il risultato operativo (EBIT) si attesta a € 2,0 milioni,  con una marginalità all’ 8,7%.

Il Risultato Netto è pari a circa € 1,4 milioni dopo aver spesato oneri finanziari per € 89 migliaia,  rettifiche di valore di attività e passività finanziarie per € 10 migliaia e imposte per circa € 0,6 milioni.

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO

La Posizione Finanziaria Netta al 30 giugno 2021 è attiva (cassa) per € 0,3 milioni, in significativo  miglioramento rispetto ai € 3,1 milioni (debito) registrati al 31 dicembre 2020; Le Disponibilità liquide  sono pari a circa € 5,8 milioni.

Il Patrimonio netto è pari a € 12,2 milioni, in miglioramento rispetto ai € 11,8 milioni registrati al 31  dicembre 2020. Il Capitale Circolante Netto è pari a € 10,7 milioni.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “Archiviamo questi primi sei mesi da società quotata pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti e dei KPI ottenuti. La corretta  gestione del business ha consentito un buon andamento della marginalità ed una generazione di cassa  positiva, oltre a determinare un significativo aumento del numero di clienti attivi e del valore delle  campagne gestite, indicatori inequivocabili del consolidamento di Promotica quale azienda leader nel  settore loyalty. Nel primo semestre 2021 abbiamo infatti gestito oltre 200 campagne promozionali per  le maggiori insegne della GDO a livello nazionale ed internazionale, collaborando con attori del calibro  di Carrefour Italia e Selex Gruppo Commerciale, accelerando la nostra espansione al di fuori dei confini  nazionali grazie alle commesse di SPAR Croazia e Delhaize Serbia, e diversificando in settori quali quello farmaceutico. Permangono tuttavia a livello globale elementi di incertezza sia connessi all’emergenza  sanitaria, che ai fenomeni di shortage che stanno investendo il settore con conseguenti fenomeni inflattivi, in particolare in relazione alla componentistica e ai costi logistici. Alla luce di ciò, nonostante la  domanda da parte dei clienti del Gruppo nei diversi settori di riferimento continui ad essere robusta, è  tuttavia ragionevole prevedere uno slittamento delle campagne con un allungamento del lead time da 4  a 6/7 mesi per garantire la partenza corretta delle attività di fidelizzazione.”

Neosperience Lab, il laboratorio per la trasformazione digitale delle imprese italiane – Parla il nuovo CEO Luca Lesignoli

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Luca Lesignoli è un manager con lunga esperienza sul mercato. Da più di vent’anni imprenditore nei settori della tecnologia, della consulenza e del marketing è stato dirigente di importanti gruppi industriali tra cui il Gruppo Infracom di Verona e il Gruppo Artoni di Reggio Emilia. In questi gruppi industriali ha ricoperto la carica di Direttore Commerciale e Marketing di gruppo sviluppando esperienze sia in ambito nazionale che internazionale. Oggi Luca Lesignoli è il CEO di Neosperience Lab, società del gruppo Neosperience. Neosperience Lab gestisce gli aspetti direzionali e strategici della trasformazione digitale che devono essere di ogni progetto innovativo. Neosperience Lab è in grado di prevedere i possibili risultati di un nuovo posizionamento digitale dell’azienda, fornendo nuove strategie e criteri quantitativi per misurare il ritorno degli investimenti attraverso la redazione di un vero e proprio business plan per la digitalizzazione dell’azienda o di un dipartimento aziendale. Neosperience Lab, infatti, garantisce la messa in opera di persone, strumenti e processi funzionali alla strategia, abilitando la successiva fase di sperimentazione che può avvenire anche mediante costituzione congiunta di una Startup Innovativa. Neosperience Lab si pone l’obiettivo di seguire le imprese in tutte le fasi di sviluppo e tecnologizzazione, senza mettere a rischio il loro business tradizionale e dando loro l’appoggio finanziario di istituti bancari particolarmente attenti al mondo imprenditoriale e alle loro necessità.

Rivolgiamo ora alcune domande direttamente a Luca Lesignoli

Qual è la mission di Neosperience Lab?

L’evoluzione del mercato e il desiderio di gestire la crescita sono alcuni dei più importanti elementi che devono caratterizzare il sistema delle imprese italiane.

In questo contesto, l’innovazione digitale diventa il principale fattore competitivo. Il sistema imprenditoriale italiano è prevalentemente costituito da un insieme di piccole e medie imprese flessibili e specializzate la cui proposta differenziale sul mercato si caratterizza spesso per l’eccellenza nelle “operations”, ma non sempre possono avere a disposizione strumenti evoluti e risorse tipiche dei “grandi”. Neosperience Lab con i suoi servizi vuole supportare l’evoluzione delle imprese italiane in questa sfida. 

Qual è il primo passo che deve essere intrapreso dalle imprese italiane?

Prima di pensare a utilizzare tecnologie innovative come Intelligenza Artificiale e Blockchain, un’impresa deve fare una riflessione profonda sul suo posizionamento rispetto al mondo digitale: questo è il primo passo. Il posizionamento, nel marketing, è un’analisi utile a studiare un mercato, per individuare come comunicare una caratteristica distintiva di un brand, un prodotto o – come in questo caso – un’impresa: in poche parole, un elemento che renda più visibile il messaggio in una situazione di elevata concorrenza. L’obiettivo consiste nel trovare al prodotto una collocazione di rilievo nella mente del potenziale cliente sia nel “business to consumer” sia nel “business to business”. Non si tratta quindi di definire solo delle caratteristiche distintive, ma il modello di business ed il suo modus operandi sulla piazza digitale, ripensando in modo coerente anche la piazza tradizionale.

Quali processi è necessario innovare?

Se nel passato si è sempre cercato di lavorare sul sistema produttivo e sull’innovazione del prodotto, dato che poi le vendite sarebbero state una conseguenza, oggi bisogna sempre più ragionare sui processi di ingaggio e la conoscenza dei clienti. Amazon, Google e i social network sono da un lato un’opportunità, ma dall’altro diventano un muro che si contrappone tra un’azienda ed i suoi clienti potenziali. Bisogna quindi usare queste piazze per entrare in contatto con i potenziali clienti, per poi gestirli però in modo diretto. In tal senso è anche opportuno rivisitare dove possibile il proprio rapporto con il canale di distribuzione – che spesso è in difficoltà a causa dei grandi operatori e-commerce – sviluppando in esso e grazie a esso un’iniziativa di ingaggio, o pensare a nuovi modelli che permettano di costruire una relazione one to one con il consumatore.

Stiamo parlando di utilizzare i dati dei clienti, ma come si può fare?

Una media impresa non può avere la stessa strategia di raccolta dati di un grande operatore digitale che lavora sui “big data”, ma deve concentrarsi sui dati che in concreto gli servono, ossia gli “small data”, sia che essi provengano dai social network – per capire come profilare l’offerta – sia che arrivino – per fare un esempio settoriale – dal mondo Health, con le caratteristiche biometriche che possono segnalare una possibile esigenza.

Cosa costituirà valore nell’azienda del futuro?

Il presidio diretto e fidelizzato di una comunità di clienti e la capacità di sviluppare questo network. Se in passato si valutava il valore dell’azienda dai cespiti e dal numero dei dipendenti, ora anche la gestione di questo processo, in apparenza molto in linea con una startup digitale, diventa fondamentale anche per il mondo manifatturiero.

Il presidio della relazione diretta con i clienti permetta a un’impresa di costruire addirittura nuovi prodotti specifici. A questo importantissimo tassello vanno poi aggiunti, e gestiti sempre più in modo digitale per erogare i servizi e consegnare i prodotti come oggi il mercato richiede, le persone dell’azienda, i fornitori, i sistemi informativi tradizionali. Infine anche la formazione giocherà un ruolo chiave nello sviluppo aziendale dei prossimi anni.

La maggior parte delle piccole medie imprese italiane sono business to business: quali dati servono in questo caso?

Queste aziende si muovono spesso con contatti diretti ed iniziative come le fiere, ma queste modalità stanno perdendo di giorno in giorno efficacia. Direi prima di tutto che bisogna cercare di capire chi sta reagendo positivamente allo storytelling del proprio prodotto e perché, in modo da fornire in automatico contenuti sugli aspetti più rilevanti per ogni singolo cliente potenziale. In poche parole è necessario realizzare un progetto di Customer Generation Digitale con strumenti evoluti che sappiano ascoltare il mercato in ogni istante mettendo le aziende nelle condizioni di prendere le decisioni corrette.

Come cambierà il prodotto manifatturiero?

Il trend è legato alla sua trasformazione in un servizio indipendente o aggregato a dei servizi digitali, in modo da poter diventare funzionale alla gestione continuativa della relazione con i clienti.

Così come i grandi produttori di smartphone non vendono più solo un oggetto fisico ma un ecosistema di servizi, anche un prodotto manifatturiero come un macchinario industriale deve arricchirsi di queste componenti. Alla fine le aziende di maggior successo assomiglieranno in futuro a un’operatore software che vende in abbonamento i propri pacchetti. Del resto si dice già ora negli Stati Uniti: “every company is a software company”.

In questo scenario dove la tecnologia sarà determinante, quanto contano le persone?

L’indubbia complessità di tutte queste dinamiche richiede la presenza in azienda di figure con conoscenze e capacità di operare in un ambito in costante evoluzione e che portino nella struttura aziendale flessibilità e nuovi punti di vista. Spesso queste figure sono dei giovani che vivono sulla loro pelle l’innovazione tecnologica. Si tratta di una grande opportunità di lavoro per loro. Per questo Neosperience Lab unisce alla costruzione di una macchina digitale la presenza di un “pilota” o di una “struttura pilota”, che possa portare il progetto fino al traguardo.

Brescia, nel 2° trimestre 2021 export per la prima volta sopra i 5 miliardi

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Nel 2° trimestre 2021, le esportazioni bresciane, pari a 5.003 milioni di euro, superano per la prima volta la soglia dei 5 miliardi di export: si tratta del miglior trimestre in termini monetari di tutta la serie storica, con un rialzo del 14,9% anche rispetto allo stesso intervallo 2019, nel periodo pre-Covid. Rispetto allo stesso trimestre del 2020, le esportazioni aumentano invece del 62,6% (tendenziale): la variazione così elevata è dovuta al confronto con i livelli eccezionalmente bassi del secondo trimestre 2020.

Le importazioni, pari a 2.960 milioni di euro tra aprile e giugno 2021, crescono del 66,8% su base tendenziale, la crescita più intensa di tutta la serie storica.

Nei primi sei mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, la dinamica positiva delle esportazioni bresciane (+34,7%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+22,6%) e in Italia (+24,2%).

Il saldo commerciale si attesta a 3.927 milioni di euro, in aumento del 28,4% rispetto a quello del primo semestre 2020 (3.059 milioni di euro). Il dato complessivo delle esportazioni del primo semestre 2021 (9.308 milioni) è il più alto di sempre. Nello stesso periodo, le importazioni totali ammontano a 5.382 milioni di euro, rappresentando anche in questo caso il record della serie storica.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

“I dati relativi alle esportazioni bresciane nel periodo tra aprile e giugno confermano che il territorio bresciano è sulla strada giusta per una ripresa piena – commenta Mario Gnutti, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Se da un lato il confronto con il 2° trimestre 2020, ovvero il picco della pandemia, lasciava prevedere un forte rialzo su base annua, dall’altro risulta particolarmente interessante la crescita anche sul 2019: una testimonianza di come l’approccio di vicinanza al cliente e gli standard elevati di qualità siano due elementi vincenti del sistema imprenditoriale bresciano nel mondo.”

La dinamica del secondo trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo aprile-giugno 2021, ha registrato un balzo del 21,5% (tendenziale), recuperando interamente i livelli pre-Covid. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dal rischio di aumento dei contagi dovuti alla variante Delta e dalle prospettive di reintroduzione di ulteriori limitazioni. Un possibile rallentamento potrà derivare, inoltre, dagli effetti della scarsità di materie prime e di componenti sul corretto funzionamento delle catene globali di fornitura. Il rischio è quello di strozzature nell’offerta, in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari). Da ultimo, il ripiegamento negli ultimi mesi dell’attività produttiva in Germania, nostro principale partner commerciale, potrà influire negativamente sulle esportazioni bresciane.

I forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali, in alcuni casi arrivati ai massimi storici, ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+9,5% tendenziale).

Nel primo semestre 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+50,4%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+59,3%), apparecchi elettrici (+38,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+37,0%), mezzi di trasporto (+30,5%), sostanze e prodotti chimici (+25,2%).

Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+32,5%), Francia (+36,5%), Spagna (+45,1%), Regno Unito (+31,8%), Stati Uniti (+34,5%), Cina (+55,0%), India (+34,5%), Turchia (+50,3%), Russia (+25,5%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America centro meridionale (+49,5%), dell’Unione Europea post Brexit (+37,7%) e dell’Africa (+37,4%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo (+55,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+50,1%), mezzi di trasporto (+38,3%), sostanze e prodotti chimici (+35,6%), macchinari e apparecchi (+31,3%), apparecchi elettrici (+30,7%).

Aumentano le importazioni da: Germania (+46,9%), Francia (+46,6%), Spagna (+59,7%), India (+99,8%) e Turchia (+69,5%).  Diminuiscono da: Regno Unito (-12,4%), Russia (-2,3%) e Brasile (-15,6%).

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