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Economia - page 212

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Aib, per la presidenza è corsa a due tra Pasini e Beretta?

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Pasini o Beretta: potrebbe essere uno dei due il prossimo presidente di Aib. Indiscrezioni pubblicate da Bresciaoggi, che circolano da tempo negli ambienti di Brescia 2 e che trovano una prima conferma ufficiosa nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dagli interessati.

Il comitato dei saggi si riunirà lunedì per decidere i nomi con il maggiore consenso nella base: indicazioni che verranno poi girate al Consiglio generale e all’assemblea fissata per maggio.

Ma nel frattempo gli interessati non smentiscono. “Considero l’Aib una realtà molto seria, quindi non posso esimermi dal prendere in considerazione ciò che può chiedermi l’Associazione, ma anche la base associativa. Ma deve essere chiaro a tutti che l’organizzazione e il presidente devono essere di tutti”, ha dichiarato sottolinea Franco Gussalli Beretta, leader della storica Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia.

E sulla stessa linea – sempre stando a Bresciaoggi – si è collocato Pasini, leader del gruppo Feralpi di Lonato, attuale vice presidente dell’Aib con delega per Ambiente, Sicurezza e responsabilità sociale. «Alla presidenza dell’Associazione industriale bresciana non ci si candida. Completate le consultazioni, toccherà ai saggi evidenziare quanto emerso dal confronto con la base”, ma “di fronte una chiamata per la presidenza dell’Associazione, proveniente dal mondo imprenditoriale bresciano che si riconosce nell’Aib, mi sento in dovere di doverla prendere in considerazione e di rispondere, per portare a compimento l’importante lavoro avviato dalla presidenza Bonometti. Ma deve essere una chiamata forte”.

Ubi, via al nuovo social bond dedicato all’università di Brescia

in Banche/Economia/Finanza/Formazione/Partner/UBi by

Banca di Valle Camonica e Banco di Brescia annunciano il collocamento di un Social Bond, emesso dalla Capogruppo UBI Banca, per un ammontare complessivo di 5 milioni di Euro di cui lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato sarà devoluto a titolo di liberalità all’Università degli Studi di Brescia –Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali.

Nello specifico, l’importo devoluto sosterrà la realizzazione di una ricerca sperimentale, attraverso la predisposizione di  una specifica  borsa  di  studio, intitolata “Associating tumor cells with ICG for intraoperative detection of peritoneal occult cancer seeding”, che ha per obiettivo legare cellule di tumori gastrici ad un colorante (verde di indocianina), rilevabile durante l’intervento chirurgico grazie a una telecamera a fluorescenza. Ciò consentirebbe di individuare piccoli gruppi cellulari, in particolare localizzati sul peritoneo, non visibili né in fase preoperatoria con le tecniche di imaging disponibili, né in sede intraoperatoria, al fine di migliorare la stadiazione e personalizzare l’iter terapeutico.

Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie solide più frequenti e costituisce nel mondo occidentale la quarta causa di morte per cancro con circa 190.000 nuovi casi all’anno in Europa, la seconda zona maggiormente colpita al mondo dopo Giappone e Cina; l’Italia è la nazione a maggiore incidenza, in particolare la Provincia di Brescia con 53 decessi (31 maschi e 22 femmine) ogni 100.000 abitanti all’anno è la seconda in Italia per incidenza dopo quella di Firenze.

All’interno della Provincia di Brescia, la Valle Camonica è una zona ad incidenza particolarmente elevata, con una prevalenza di circa 250 casi/100.000 abitanti, che porta quello dello stomaco ad essere il secondo tumore in assoluto dopo quello ai polmoni.

“Siamo particolarmente soddisfatti di presentare questo prestito obbligazionario solidale – dichiarano  Stefano Vittorio Kuhn, Direttore Generale del Banco di Brescia e Marco Franco Nava Direttore Generale della Banca di Valle Camonica – a sostegno di una rilevante ricerca dedicata al cancro gastrico, che sarà  condotta dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Ateneo cittadino, al fine di esplorare  un’importante possibilità diagnostica e terapeutica su una neoplasia che, purtroppo, attesta un’incidenza particolarmente elevata nella provincia di Brescia”.

Responsabile del progetto di ricerca è il Prof. Gian Luca Baiocchi, Professore Associato presso la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia e Dirigente Medico presso la U.O. 3za Chirurgia dell’ASST Spedali Civili di Brescia (Direttore Prof. Portolani). “Siamo assai riconoscenti e al tempo stesso orgogliosi di avere al nostro fianco il Gruppo UBI Banca attraverso la Banca di Valle Camonica e il Banco di Brescia in questo rilevante progetto di ricerca sul cancro gastrico. La storica collaborazione tra il nostro Ateneo e le due banche bresciane, la Loro particolare attenzione alla solidarietà ci fa toccare con mano la lodevole missione di banche del territorio”.

Le obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica dal Banco di Brescia e da UBI Banca hanno un taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro e potranno essere sottoscritte presso tutte le filiali delle banche collocatrici dal 8 febbraio al 6 marzo 2017, salvo chiusura anticipata. Le obbligazioni a tasso fisso, tipologia Step Up, per un ammontare nominale massimo di euro 5.000.000, hanno durata di 36 mesi e cedola semestrale; il tasso di interesse lordo è fissato allo 0,55% per il primo anno, allo 0,60% per il secondo anno e allo 0,65% per il terzo anno. Le obbligazioni potranno essere sottoscritte esclusivamente da clientela che dal 2 novembre 2016 e sino a tutto il periodo di collocamento apporterà nuova disponibilità presso le tre Banche.

L’introduzione dei Social Bond in Italia rientra nella rinnovata strategia commerciale del Gruppo UBI Banca di accompagnamento del Terzo Settore – non profit lungo un percorso di crescita e di innovazione sociale e di sostegno ai progetti ad alto impatto sociale promossi da soggetti pubblici e privati nei territori di riferimento. Da aprile 2012 ad oggi il Gruppo UBI Banca ha emesso 82 Social Bond UBI Comunità per un totale di emissioni di oltre 878 milioni di euro rendendo possibile la devoluzione di contributi a titolo di liberalità per oltre 4 milioni di euro, volti a sostenere iniziative di interesse sociale e sono stati sottoscritti da circa 31.000 clienti del Gruppo. Inoltre sono stati attivati plafond per finanziamenti per oltre 20 milioni di euro destinati a consorzi, imprese e cooperative sociali.

La gran parte di queste obbligazioni è stata sottoscritta con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del collocamento, a testimonianza della comunanza di intenti fra il Gruppo e i suoi territori di riferimento.

Prima dell’adesione, per un’illustrazione esaustiva delle caratteristiche delle Obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica e dal Banco di Brescia, si invita a leggere la Scheda Prodotto congiuntamente al Prospetto di Base, depositato in Consob in data 6.2.2017 ed alle Condizioni Definitive disponibili gratuitamente nelle filiali e sui siti web dell’emittente (www.ubibanca.com) da cui sono rilevabili i costi, le condizioni e i rischi tipici dell’investimento in oggetto. Si rinvia, per una più dettagliata informativa circa le condizioni, i costi e i rischi alla nota di sintesi dell’emissione ed in particolare – per quanto riguarda i rischi – alla Sezione D della stessa.

Università degli Studi di Brescia

L’Ateneo bresciano viene istituito con la legge n.590 del 1982, svolge attività di didattica e di internazionalizzazione, formazione intellettuale della ricerca scientifica e tecnologica, provvede a tutti i livelli di formazione universitaria tesi alla preparazione e specializzazione delle diverse figure professionali e scientifiche previste dagli

Dalla Regione 1,7 milioni per le aziende vitivinicole

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Bandi/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione by

Con un provvedimento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, sono stati stanziati 1,7 milioni di euro per il settore vitivinicolo.
Destinatari del provvedimento micro, piccole e medie imprese agricole e di trasformazione, grandi imprese con meno di 750 occupati e un fatturato inferiore a 200 milioni di euro.

“In tempi record abbiamo aperto la misura investimenti sull’ocm del settore vitivinicolo – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava – che da tempo i nostri viticultori aspettavano. La conferenza Stato – Regioni si e’ pronunciata il 2 febbraio e noi, la settimana dopo, abbiamo scelto di aprire il bando che andra’ incontro alle sempre forti esigenze di ammodernamento degli impianti e di commercializzazione del vino, in una logica che tenda a privilegiare l’aumento della competitivita’ di una regione come la Lombardia sempre piu’ leader sui mercati nazionali e internazionali per produzione qualitativa e non per quantita’”.

SOSTEGNO A COMMERCIALIZZAZIONE – I contributi previsti sono finalizzati a investimenti, materiali e immateriali, in impianti di trattamento, infrastrutture vinicole e per interventi finalizzati alla commercializzazione del prodotto. Il contributo e’ destinato a coprire spese per investimenti tra i 5.000 e i 200.000 euro, con un sostegno massimo del 40 per cento per le piccole e medie imprese, e un 20 per cento massimo per le imprese piu’ grandi.

“Ancora un volta – ha detto il presidente della Giunta regionale Roberto Maroni, presentando il provvedimento nella conferenza stampa dopo giunta – dimostriamo attenzione alle piccole aziende, che fanno piu’ fatica e hanno bisogno di maggiore aiuto”.

La banca non ha rispettato la legge: sospeso il debito milionario

in Banca Intesa/Banche/Economia/Evidenza by

Il debito è sospeso se la banca non ha rispettato fino in fondo la legge. E’ questo, in estrema sintesi, il senso della rivoluzionaria sentenza emessa lo scorso 11 gennaio da un giudice in seguito al ricorso presentato dallo studio bresciano Pagano and Partners. Un caso che ora potrebbe far scuola, obbligando le banche a rivedere radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti delle imprese e di tutti gli altri clienti.

Troppo spesso, infatti, gli istituti di credito adottano procedure irregolari, approfittando della propria forza “contrattuale”, di bizantinismi e di clausole poco chiare per ottenere quanto non spetterebbe loro. Ma stavolta un magistrato ha detto no, almeno fino a che non sarà chiarito se tutto è stato fatto nella maniera corretta.

E in ballo non c’è una cifra da poco. Il giudice del Tribunale di Bergamo, infatti, ha sospeso il decreto ingiuntivo emesso da uno dei principali istituti di credito italiani nei confronti di una nota azienda del settore lavorazione pietre, bloccando il pagamento di 1 milione e 258mila euro che la banca pretendeva in virtù di un precedente decreto ingiuntivo.

Ma la società ha opposto resistenza, sostenuta dagli avvocati Monica Pagano e Matteo Marini, specialisti della materia bancaria che sono riusciti a convincere il magistrato a sospendere il presunto debito, imponendo la mediazione tra le parti.

“Oltre all’obbligatorietà di questo passaggio prima di pretendere qualsiasi pagamento”, spiega l’avvocato Pagano, “abbiamo evidenziato l’incostituzionalità del Testo unico bancario quando consente alle banche private di chiedere il decreto ingiuntivo anche in base al solo estratto conto certificato dal direttore: gli istituti di credito devono addurre prove concrete di quanto pretendono, perché solo in questo modo i clienti possono esercitare a pieno i propri diritti. Allo stesso modo gli istituti di credito”, ha aggiunto, “gli istituti di credito non possono avanzare impunemente pretese economiche contra legem. Nello specifico, infatti, si ritiene che la banca abbia applicato tassi ‘ultralegali’ e condizioni contrattuali nulle, oltre ad aver capitalizzato gli interessi sugli interessi (il cosiddetto anatocismo). Circostanze che, da legge, determinano l’illegittimità delle somme pretese”.

Il prossimo round nelle aule di tribunale sarà a giugno. Ma nel frattempo il precedente c’è, e per una volta a vantaggio di imprese e cittadini.

Open Innovation, in Lombardia attivati investimenti per 280 milioni

in Economia/Istituzioni/Regione/Startup by

Ammontano già a 280 milioni di euro gli investimenti generati dalla legge regionale “Lombardia è Ricerca e Innovazione”, approvata lo scorso novembre. E’ uno dei dati significativi emersi in occasione del convegno “Open Innovation in Lombardia: la sfida del partnenariato pubblico-privato”.  L’evento, ospitato questa mattina nella cornice del Belvedere Jannacci  a Palazzo Pirelli, è stato l’occasione per promuovere la legge e confrontarsi con la realtà di importanti imprese, mondo universitario e start up. Come hanno ricordato il Presidente della Commissione Attività Produttive, Pietro Foroni, il relatore della legge, il Consigliere Mauro Piazza, e l’assessore alla Open Innovation, Luca Del Gobbo, la legge finanzia l’acquisto di soluzioni innovative, accordi per la ricerca, l’accesso a open e big data (1 miliardo i dati in possesso di Regione Lombardia), lavori di ricerca, infrastrutture digitali, no tax area.

Coordinati dal giornalista del Sole 24 Ore, Andrea Biondi, si sono confrontati portando esperienze, numeri e aspettative, Alessandro Magnino (Vodafone), Giuseppe Gammariello (Altran Italia), Alessandro Capuzzello (RTI – Mediaset), Flavio Manenti (Politecnico Milano e Technical University di Berlino), Ottavio Crivaro (Moxoff spa e Mathesia rsl).

La Lombardia raccoglie la sfida dell’innovazione e lo fa in modo originale attraverso la sfida del partenariato – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo –  Il sostegno all’innovazione non può arrivare solo dai contributi dello Stato: dobbiamo mettere in moto una rete che sappia dal basso mioltiplicare l’investimento. In Lombardia spendiamo nella ricerca 450 euro all’anno per cittadino, registrando in alcuni casi un gap anche di 14 miliardi rispetto ad altre regioni europee: per colmare questo divario serve un approccio sussidiario che consenta dal basso, a partire dalla rete promossa dalla Regione, di animare tutte le iniziative messe in campo. La legge va in questa direzione e ha già consentito di attivare investimenti per 280 milioni di euro”.

“Siamo l’unica regione italiana ad avere una legge che supporta l’innovazione e la ricerca, e questo è un segnale di attenzione che diamo alle imprese e al territorio – ha detto Pietro Foroni, Presidente della IV Commissione Attività Produttive e Occupazione del Consiglio regionale della Lombardia – Conosciamo le nostro eccellenze e non vogliamo che progetti ambiziosi e concreti, a partire dalla ricerca in campo sanitario, rimangano nel cassetto. Questa legge serve a fare in modo che il supporto della Regione, sia alle realtà avviate che alle tante start up, sia immediato ed efficiente. E questo convegno è la prova tangibile della volontà di creare una rete con imprese e università per fare ricerca finalizzata al benessere dei cittadini”.

In Lombardia esiste un vero e proprio ecosistema della ricerca e innovazione, composto da eccellenti università e centri di ricerca, aziende di assoluta qualità che rappresentano il valore aggiunto per il sistema Paese – spiega il Consigliere regionale Mauro Piazza, relatore della legge – Con questa legge andiamo a potenziare l’investimento regionale in questo settore così da favorire la competitività del sistema economico-produttivo, la crescita del capitale umano e il benessere sociale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini  e alle imprese. Tra gli elementi qualificanti spiccano una dotazione finanziaria di poco meno di 350 milioni di euro in sette anni tra fondi europei e risorse di Regione Lombardia”.

L’assessore Luca Del Gobbo ha ricordato un aspetto della legge: l’introduzione di una “No tax area” per chi investe in ricerca e innovazione per favorire l’insediamento di imprese innovative nell’area Expo attraverso la defiscalizzazione delle imposte regionali, comunali e statali. “Questo – ha spiegato Del Gobbo – è uno degli altri tasselli che stiamo mettendo a punto per far crescere ancora di piu’ le nostre imprese aumentando, allo stesso tempo, il benessere dei nostri cittadini“.

Prima delle conclusioni del Presidente Foroni, Marcel Patrignani, Chairman e Ceo di Altran Italia (società che ha collaborato con la IV Commissione nell’organizzazione dell’evento) ha ricordato la volontà di investire in Lombardia con l’assunzione di 220 nuovi ingegneri in un anno e l’orgoglio del progetto made in Italy che ha portato alla realizzazione di una stampante 3D utilizzabile nello spazio.

Stampare in 3D nello spazio. Il sala era esposta anche “Portable on Board Printer 3D”, la stampante 3D che lo scorso 2 febbraio 2016 è entrata in funzione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il progetto è stato realizzato da Altran Italia in collaborazione con Thales Alenia Space e Istituto Italiano di tecnologia (IIT) e sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Portable on Board Printer 3D è  il primo esperimento europeo di additive manufacturing nello spazio.

Massetti: segnali positivi sui mercati esteri, ma tira vento di chiusura

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Evidenza/Export/Personaggi by

Sempre più a fare la differenza non sono le virgole nella crescita o nella decrescita delle nostre imprese, ma un orizzonte più ampio, che consideri il fatto che stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti. E il nostro compito, quali associazioni di rappresentanza, è quello di operare a fianco delle Istituzioni per dare alle nostre imprese gli strumenti giusti per affrontarli. Serve essere strutturati per affrontare le nuove sfide del mercato, ma serve anche che siano create le condizioni perché nel 2017 possano ripartire gli investimenti, dal sostegno al credito al supporto allo sviluppo tecnologico e digitale delle MPI. Per questo la collaborazione con Regione Lombardia è un tema sempre più centrale perché strumenti come Manifattura Diffusa 4.0 o opportunità come il futuro dell’Area Expo si possano trasformare in occasioni concrete di crescita per le imprese artigiane lombarde. Come resta un elemento chiave trovare una sinergia, tutta a favore delle imprese, tra gli strumenti dei Confidi, Finlombarda e il Fondo Centrale di Garanzia”.

Così Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, commenta i risultati della congiuntura lombarda relativa al quarto trimestre 2016.

Il quarto trimestre 2016 segna per le aziende artigiane manifatturiere lombarde un incremento congiunturale (+0,5%) e un’accelerazione tendenziale (+1,4%), che portano a una crescita media annua dell’1,2%, molto vicina al +1,3% del 2015. L’indice della produzione resta però a quota 71,4 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100) rimanendo ancora ben lontano da 100 e 5 punti sotto il massimo post-crisi registrato nel 2011.

Da un punto di vista settoriale, chiudono il 2016 con un risultato sensibilmente positivo i settori delle manifatturiere varie (+2,3%), degli alimentari (+2,2%) e della meccanica (+2,1%) seguiti da gomma-plastica (+1,4%) e legno-mobilio (+0,8%) con incrementi più contenuti. Ancora numerosi i settori che classificano il 2016 come anno negativo: le pelli-calzature (-2,2%), i minerali non metalliferi (-2,2%), il tessile (-2,1%) e la siderurgia (-1,5%) presentano i risultati più negativi ai quali si associano con riduzioni dei livelli produttivi più contenute l’abbigliamento (-0,9%) e la carta-stampa (-0,6%).

Lo spaccato dimensionale vede le micro imprese ancora sofferenti (-0,5% le imprese con meno di 6 addetti) e le imprese di maggiori dimensioni che sostengono la crescita del settore (+2,1% le imprese da 6 a 9 addetti e +2,7% le imprese con più di 10 addetti).

Rimane prevalente la quota di aziende in crescita (43%) rispetto a quelle in contrazione (32%). Rimane stabile la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (25%).

Le imprese artigiane avvertono la svolta congiunturale della domanda interna registrando un +0,1% rispetto al trimestre precedente, ma questo risultato di fine anno è troppo debole per determinare una svolta tendenziale e il 2016 si chiude con una variazione media annua ancora negativa (-0,1%). Sul versante estero, dal quale il comparto artigiano ricava una quota del fatturato del 7% sul totale, i risultati confermano il rallentamento della domanda con una contrazione dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e una variazione tendenziale che retrocede ai tassi di inizio anno (+3,4%) dopo aver raggiunto il 9% nei mesi estivi.

Sul fronte dell’occupazione, il tasso d’ingresso supera il livello di inizio anno (1,9%), mentre le uscite crescono maggiormente (2,2%) portando a un saldo negativo (-0,3%). Si riduce inoltre il ricorso alla CIG.

Le aspettative degli imprenditori artigiani riguardo a produzione e occupazione rimangono in area negativa, ma si avvicinano sempre più al punto di svolta. Sul versante della domanda le aspettative sono in assestamento con un saldo tra ottimisti e pessimisti praticamente nullo per la domanda estera e un lieve incremento del saldo negativo per la domanda interna

Stiamo vivendo un momento particolare – conclude il presidente Massetti – in cui sono in molti a chiedersi se stia iniziando una nuova fase storica, in cui la globalizzazione lascia il posto a un nuovo paradigma basato sulla chiusura dei confini e sul rilancio della sovranità nazionale. Non è dato sapere quali possano esserne le conseguenze sul piano più strettamente economico: il nostro tessuto imprenditoriale ha saputo affrontare la crisi, certo con una selezione nelle imprese non trascurabile, ma riuscendo comunque ad ottenere risultati positivi. Sapremo resistere anche ai venti di chiusura che stanno iniziando a soffiare a livello internazionale?”

Quarto trimestre: lenta ma costante crescita per settore manifatturiero lombardo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero by
federico ghidini

Il 4° trimestre del 2016 chiude un anno di crescita lenta ma costante per il sistema industriale lombardo. In particolare i dati emersi dall’analisi di Unioncamere e Confindustria Lombardia sull’industria manifatturiera evidenziano un aumento congiunturale dello 0,3% della produzione rispetto al trimestre precedente, la crescita dello 0,6% del fatturato, un improvviso calo degli ordini esteri (-1,1%), ordini interni in crescita (+1,5%) e saldo occupazionale negativo (-0,2%). In generale il 2016 si è chiuso con una crescita media dell’1,3% della produzione rispetto all’anno precedente.

In questo quadro si inserisce un elemento di forte incertezza, rispetto al recente passato, rappresentato dal calo degli ordini esteri. E’ evidente come nel commercio globale vi siano elementi di instabilità che minano la crescita del commercio mondiale, le incognite sulla politica commerciale che sarà adottata da Trump, all’avvio del negoziato per la Brexit, alla diffusione del neo-protezionismo. Fortunatamente per la Lombardia al calo degli ordini esteri corrisponde, nell’ultimo trimestre del 2016, una forte ripresa del mercato interno. A fronte di una fase di incertezza globale è auspicabile che questa ripresa diventi strutturale e costante, al fine di garantire alle imprese quella spinta necessaria per poi affrontare i mercati esteri. Come emerso anche dai dati del IV trimestre 2016 resta infatti determinante la componente estera sul fatturato totale (40,3) delle nostre imprese, percentuale che ha consentito alle imprese di resistere durante i tanti anni di crisi a testimonianza di quanto siano fondamentali tutte le attività legate all’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Dai dati relativi all’occupazione nonostante il saldo negativo emerge poi una ritrovata dinamicità del mercato del lavoro regionale. Assistiamo infatti ad un incremento degli ingressi nel mercato del lavoro e parallelamente a maggiori uscite. Per Confindustria Lombardia – si legge in una nota – questo rappresenta un fenomeno interessante in quanto sintomo di un mercato del lavoro che sta cambiando pelle. A questa dinamicità va poi associato l’ulteriore calo del ricorso alla CIG, oggi all’11,1 (nel 2013 era al 28,5). “Come Giovani imprenditori lombardi vogliamo quindi rivolgere lo sguardo al futuro delle nostre imprese: il sistema lombardo infatti ha di fronte a se diverse sfide, sfide che hanno come obiettivo comune lo sviluppo della competitività” commenta il presidente Federico Ghidini. “Per essere competitivo un territorio deve essere attrattivo nei confronti di imprese internazionali e degli investimenti diretti internazionali, oltre ad essere capace di presentarsi come sistema sui mercati esteri per promuovere le proprie eccellenze. Internazionalizzare oggi significa andare oltre la sola attività di export: bisogna attrarre investimenti, sviluppare joint venture, fare sistema pubblico-privato. E la Lombardia ha moltissime carte da giocare in virtù delle sue caratteristiche di hub internazionale naturalmente attrattivo per investimenti, competenze, persone, imprese, startup e agenzie europee”.

“Altro fattore decisivo per il successo delle nostre imprese – prosegue Ghidini – sono le persone e le loro competenze. Un capitale umano d’eccellenza è infatti alla base delle capacità di un territorio di essere competitivo. In quest’ottica, come Confindustria Lombardia siamo impegnati in un progetto in collaborazione con il sistema scolastico regionale per diffondere la conoscenza dei percorsi di istruzione che meglio rispondono alle esigenze del tessuto produttivo lombardo per favorire il raccordo tra sistema formativo e mondo delle imprese. Questo perché le competenze vanno create in prospettiva del mercato del lavoro del futuro”.

Cna, dopo la transizione arriva “l’anno dell’azione”

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Eleonora Rigotti/Personaggi/Tendenze by
Eleonora Rigotti, Cna Brescia

Il 2015 e il 2016 per Cna Brescia sono stati anni di transizione, con la scelta del nuovo management direzionale: presidente e direttore sono cambiati a pochi mesi di distanza. Lo scorso è stato anche un anno di avvio al cambiamento, soprattutto nell’interpretare e rielaborare una nuova relazione tra associazione ed associati.

Il 2017 si annuncia ora come l’anno dell’azione. L’uscita da anni di crisi sembra lontana e le imprese stanno ancora soffrendo; per questo Cna con forza si schiera al loro fianco, in un gioco di squadra per evolvere e creare lavoro, in un’alleanza che consenta alle imprese di stare sul mercato smarcandosi da adempimenti, nuove normative, burocrazia che incalza, tempi dei pagamenti dilatati, commesse confermate sempre più sotto data, accesso al credito limitato e privato del rapporto diretto con le banche.

«Cna si candida a diventare, fianco a fianco con gli imprenditori, promotore di azioni che permettano alle aziende di adattarsi ad un contesto economico in continuo mutamento, per semplificare e restituire serenità – dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia -. Insieme possiamo diventare propulsori di crescita. Se si investe, significa che si è tornati a pensare, a fare».

Formazione e innovazione sono le aree in cui investimenti anche modesti possono generare alto valore aggiunto, potenziando quella capacità di adattamento e flessibilità che è propria delle imprese artigiane e del tessuto imprenditoriale bresciano.

Permarrà anche nel 2017 «l’apertura e la volontà di lavorare insieme alle altre associazioni artigiane del territorio. Fare sistema, seppur complesso, porta a risultati positivi. Lo scorso anno abbiamo lanciato l’idea di lavorare insieme su progetti specifici, un primo riscontro è stato Makers Hub Brescia “Mo.Ca”» ricorda la presidente Rigotti. Per arrivare all’unità tra associazioni ci sarebbe bisogno del passaggio «da volontà annunciate ad una scelta politica forte. Noi siamo pronti al confronto, oltre che a realizzare future iniziative nelle quali coinvolgeremo le altre associazioni».

Legge di Stabilità 2017 – Le novità introdotte dalla nuova Legge di Bilancio e dal Collegato alla Legge di Bilancio saranno oggetto di una puntuale presentazione ad artigiani e imprenditori nell’arco delle serate che Cna ha organizzato nei propri uffici di zona.

Tuttavia la strada verso semplificazione e pressione fiscale sostenibile è ancora lunga. Basti ricordare che nel 2016 a Brescia le imprese hanno lavorato 220 giorni per pagare tasse ed imposte, secondo l’Osservatorio permanente Cna sulla tassazione. Il fisco comunale, regionale e nazionale pesa sulle pmi di Brescia il 60,1%.

Burocrazia ed imposizione fiscale – La nuova scadenza trimestrale, non più annuale, delle comunicazioni per fatture e liquidazioni Iva dello spesometro ha causato un aumento sensibile della burocrazia, che svantaggia i piccoli e chi lavora onestamente. Per questo continuerà decisa l’azione di Cna per semplificare e liberare risorse per le imprese.

Impresa 4.0 – Nel 2016 è stato avviato un percorso di confronto con gli imprenditori; sono stati messi loro a disposizione esperti, consulenti e percorsi di formazione. L’obiettivo è sfruttare appieno gli strumenti del Superammortamento del 140% e dal 2017 dell’Iperammortamento al 250%  per gli investimenti digitali.

Non ci si può chiamare fuori dalla trasformazione a cui il mondo produttivo sta andando incontro, quella dell’Industria 4.0. Cna preferisce chiamarla “Impresa 4.0”, perché la quarta rivoluzione industriale deve essere a misura di piccola impresa, portando vantaggi concreti e crescita inclusiva.

Un percorso che Cna ha cominciato anche lanciando il contest “Cambiamenti”, che ha premiato e valorizzato le start up che fanno innovazione, non tralasciando però di coinvolgere il tessuto produttivo del territorio ed il legame con la tradizione tipico del lavoro artigianale. Migliore start up dell’anno a livello nazionale è stata proprio un’impresa che ha partecipato alla fase bresciana del concorso, selezionata dalla Cna territoriale di Brescia: la T°RED, con un LabStore a Desenzano del Garda.

Nuovo Statuto, mentre si lavora su rinnovi e mission – L’anno si è chiuso con l’approvazione del nuovo Statuto di Cna Brescia. Il livello base dell’associazione, quello provinciale, ha acquistato la denominazione di territoriale, svincolandosi dal concetto di “provincia” e preparandosi a rispondere con maggiore agilità ai bisogni delle imprese. Lo snellimento degli organismi dirigenti ha portato alla fusione di assemblea e direzione nel Consiglio, che nominerà la nuova presidenza.

A metà maggio, infatti, si aprirà per Cna Brescia la fase dei rinnovi associativi con l’applicazione del nuovo Statuto. Nelle nuove nomine sarà tenuto in considerazione anche il ricambio generazionale, perché si introducano innovazione e spunti per il cambiamento.

Tesseramento – Nel 2016 è rimasta solida la base associativa. I nuovi iscritti (140, vedasi il documento con i dati tecnici) hanno confermato la tenuta di settori propri del Bresciano, quindi manifattura, costruzioni ed impiantisti. In totale gli associati sono 4132, per il 61% ditte individuali (inclusi i liberi professionisti).

Aziende familiari, giovedì se ne parla alla Facoltà di Economia

in Economia/Eventi/Evidenza/Finanza/Formazione/Sei consulting by

“Convivenza tra generazioni e passaggi di responsabilità nella piccola e media impresa / La continuità delle aziende familiari in provincia di Brescia”. E’ questo il titolo della ricerca che verrà presentata giovedì 9 febbraio – dalle 15 alle 18.30 – nell’aula magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli studi di Brescia.

Dopo l’introduzione dei lavori affidata a Claudio Teodori e a Federico Sella, in rappresentanza rispettivamente dell’Università di Brescia e di Banca Patrimoni Sella, Achille Fornasini e Alberto Mazzoleni dell’Università di Brescia illustreranno le più rilevanti risultanze dell’indagine, che saranno oggetto nei prossimi mesi di una specifica pubblicazione.

A seguire si svilupperà una discussione moderata da Ivan Losio, della SEI Consulting di Brescia, che vedrà il coinvolgimento di due noti imprenditori bresciani, Giacomo Gnutti e Giuseppe Pasini, presidenti rispettivamente della Franco Gnutti Holding e della Feralpi Holding, di Veronica Buzzi, vicepresidente del Gruppo Buzzi Unicem, multinazionale quotata con sede a Casale Monferrato, e di Federico Ghidini in qualità di presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia.

La ricerca svolta nell’ambito del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia – con la collaborazione di SEI Consulting e il sostegno di Banca Patrimoni Sella – ha preso avvio nel mese di settembre 2015, intendendo individuare i modelli di governance per l’accompagnamento alla migliore continuità imprenditoriale in aziende familiari residenti in provincia di Brescia interessate da convivenze tra diverse generazioni. Il campione era formato da 98 piccole e medie imprese familiari bresciane.

Scarica il programma del convegno

 

Valsabbina, il Comitato soci chiede un’assemblea staordinaria

in Aurelio Bizioli/Banche/Economia/Personaggi/Valsabbina by

L’agguerrito Comitato soci Valsabbina torna all’attacco. Dopo la partecipata assemblea di dicembre, infatti, il gruppo di piccoli azionisti guidato da Aurelio Bizioli, Giorgio Paris, Mariano Rainone e Gino Toffololo ha deciso di passare all’attacco firmando una lettera di richiesta di assemblea straordinaria per discutere dei temi – scottanti – che riguardano il presente e il futuro della banca.

Ci riferiamo all’acquisizione, perfezionata in dicembre, di 7 sportelli e più di 100 milioni di mutui da Hypo Alpe Adria Bank e la pressochè contestuale operazione di AutoCartolarizzazione per circa 600 milioni di mutui. Avremo modo di tornare su queste operazioni quando il CdiA di Banca Valsabbina procederà alla convocazione di un’assemblea soci”. Così si legge in una mail in cui si sottolinea anche come formalmente per chiedere tale convocazione sarebbe necessaria la firma di ben 4mila soci: clausola definita “irrazionale” di fronte alla partecipazione media delle assemblee della banca.

Il Comitato, quindi, ricorda che “proprio questa settimana è stata diffusa la notizia di ulteriori 13 indagati per i finanziamenti correlati fra Banca Valsabbina e Cassa di Risparmio di Ferrara”, una “notizia di gravità assoluta”. “Come Comitato abbiamo ritenuto opportuno non intervenire immediatamente in attesa di ulteriori chiarimenti”, sottolineano i quattro, “ma è un tema sul quale chiederemo alla Banca di intervenire evitando ‘comunicati stampa’ evasivi”. (testo da www.bsnews.it)

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