Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 41

Trasporti eccezionali, l’allarme di Aib: sempre più criticità per le aziende

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Trasporti by

AIB, insieme a Federacciai e Anima, rilancia il proprio grido d’allarme sul tema dei Trasporti Eccezionali (TE): alla crescita delle richieste di TE si accompagna una generale ed esponenziale criticità nelle procedure del rilascio delle stesse per le aziende, oltre che nella regolamentazione normativa del settore. La principale conseguenza è che le merci rischiano di uscire dalle fabbriche con sempre maggiore lentezza, a discapito della competitività delle imprese.

Secondo le elaborazioni di Confindustria su dati della Provincia di Brescia, nel 2018 sono state complessivamente rilasciate 5.445 autorizzazioni TE, divise tra “Singole e Multiple” (1.378, 25,3%), “Periodiche” (2.926, 53,7%) e di altro genere (1.141, 21,0%).

Una recente indagine condotta da Federacciai ha inoltre stimato in 515.235 le tonnellate movimentate con Trasporto Eccezionale nello scorso anno, cifra che si riferisce ai soli spostamenti con origine e destinazione all’interno della provincia.

A questi numeri si accompagnano però una serie di criticità presenti sulle infrastrutture della provincia di Brescia, individuate da Federacciai nelle seguenti:

-Tangenziale Sud di Brescia, Località San Zeno – Cavalcavia n.220 scavalco Autostrada A21;

-Via A. Volta di Brescia – Cavalcavia n.221;

-SS 45Bis – Cavalcavia n.214 Scavalco Autostrada A4;

-Via Serenissima di Brescia, Località Buffalora – Cavalcavia n.220 Scavalco Autostrada A4;

-SP510 Marone-Iseo limitato alle 30 ton al passaggio;

-SS42 – Diversi tra la provincia di Bergamo e la provincia di Brescia;

-SP112 – Località Piamborno Ponte Trobiolo;

-SP EX SS1 – Ponte Fiume Oglio;

-SS 668 – Ponte in località Manerbio;

-SP BS IX – Capriano/Azzano Mella.

Questi assi viari rappresentano solo una piccola parte di tutte le infrastrutture che, in Italia, necessitano di manutenzione per circa 3 miliardi di euro complessivi, a fronte di un calo degli investimenti delle province (strade e scuole): dagli 1,9 miliardi del 2009 agli 0,7 miliardi del 2018 (fonte: Unione Province Italiane)

Il problema non si esaurisce solo con la manutenzione delle opere viarie. Ad essa si aggiungono: la restrizione generalizzata al rilascio delle autorizzazioni a seguito del cedimento del ponte di Annone-Brianza (a tutt’oggi l’unico incidente riguardante un TE su un’infrastruttura già ampiamente oggetto di rilievi critici); nuovi oneri autorizzativi, con spese direttamente a carico del richiedente; la progressiva riduzione dei limiti di carico su un numero sempre crescente di tratti, l’aumento dei costi di trasporto per frazionamento del carico (quando possibile); il ricorso ad altre modalità oppure l’impossibilità di svolgere il trasporto stesso; l’aumento del traffico stradale e relativa congestione.

“Il rischio è più che concreto: la merce spesso non riesce a partire e arrivare a destinazione – commenta Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Diviene fondamentale, a questo punto, trovare in tempi estremamente rapidi soluzioni efficaci al problema. Non possiamo permetterci di aspettare ulteriormente: ogni giorno che passa aumenta il rischio che le merci restino bloccate e le aziende non siano in grado di rispettare i tempi di consegna, con il pericolo di perdere mercato e competitività rispetto ai concorrenti internazionali. Ne abbiamo discusso approfonditamente durante il workshop del 25 gennaio scorso proprio in AIB con tutte le altre componenti del Sistema Confindustria  interessate: dalle Territoriali Lombarde a Federacciai, ANIE, ANIMA, AITE, ANCE, Confetra Nord-Est e ASSOANNA.”

ISTANZE DEL MONDO INDUSTRIALE

Tra le istanze avanzate dal mondo industriale, spiccano la necessità di un intervento immediato e risolutivo per una situazione che si sta dilungando, in particolare nel rilascio delle autorizzazioni, che dovranno essere più flessibili in funzione delle diverse esigenze.

Inoltre le parti interessate del Sistema Confindustria chiedono lo studio, insieme a Regione Lombardia e agli Enti gestori, delle reti di soluzioni emergenziali, con percorsi alternativi che nell’immediato diano le possibilità a tali veicoli di circolare in totale sicurezza, maggiore celerità e condivisione nella definizione della normativa dedicata al settore, una manutenzione costante delle infrastrutture, più incentivi alle Province e un coordinamento attivo tra Regioni, Province ed Enti gestori delle strade.

“La sinergia all’interno del sistema confindustriale, come sta avvenendo sul tema dei Trasporti eccezionali, è oggi quanto mai necessaria – chiude Andrea Orlando, Direttore Generale ANIMA Confindustria Meccanica Varia –. Le imprese in questi mesi sono state messe a dura prova a causa di divieti e ritardi autorizzativi su importanti direttrici della rete stradale italiana. La fragilità attuale delle infrastrutture stradali è un ostacolo per alcuni dei nostri comparti associati: in primis la caldareria, rappresentata da Ucc, il sollevamento, rappresentato da Aisem, la cogenerazione, rappresentata da Italcogen, e le turbine, rappresentate da Uct. Il sistema associativo può portare a fattor comune richieste e proposte che siano di supporto all’economia reale del nostro Paese”.

 

Settanta anni di Confartigianato, venerdì evento in Valtrompia

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Valtrompia e Lumezzane/Zone by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

La prossima tappa sulla strada per le celebrazioni dei 70 anni di Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale e che culmineranno nell’evento finale in città il prossimo giugno è in calendario a Villa Carcina, venerdì 8 febbraio, a partire dalle ore 18,30, presso Villa Glisenti di via Italia, 68 con il convegno dal titolo: “Valtrompia: il valore artigiano che fa l’impresa di successo”. Interverranno per l’occasione: Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana di Gardone Valtrompia, Gianmaria Giraudini, sindaco di Villa Carcina, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia e Franco Gussali Beretta della fabbrica Armi Beretta SpA. Si scambieranno opinioni e valutazioni su quale sia il segreto di un’impresa di successo oggi e quali le prospettive per un’area e una manifattura determinante come quello che ha reso celebre in tutto il mondo la Valtrompia. Un territorio dalla profonda e antica connotazione artigiana e imprenditoriale, con le sue numerose imprese artigiane specializzate in particolare nel settore armiero, settore segnato da un continuo sviluppo, in particolare riguardante i fucili da caccia e da tiro sportivo.

“Un’impresa che ha saputo trovare uno spazio riconosciuto nei mercati globali, quale protagonista del made in Italy e del made in Brescia, caratterizzata dalla capacità d’impresa e dal forte valore artigiano che può contare su una maestria senza eguali, creatività e flessibilità che l’ha resa capace di rispondere in tempi rapidi e in modo personalizzato alle esigenze dei clienti e del mercato con prodotti e manufatti di altissima qualità. Un valore artigiano capace di rendersi protagonista di un modo di innovare a forte componente umana e sociale, prima ancora che tecnologica, in cui contano in primo luogo le relazioni con collaboratori, clienti e con il luogo in cui l’impresa si sviluppa”, commenta il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti.

Costruzioni: su gli acquisti, giù imprese e lavoratori. Massetti: serve fiducia

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Edilizia/Partner/Tendenze by

Il settore delle costruzioni a Brescia stenta a ripartire e continua ad essere l’unico comparto a registrare flessioni di occupazione e di numero di imprese. Ma tra tante ombre, alcune luci accendono i riflettori su di un settore di straordinaria importanza per la nostra provincia: in particolare, come emerge dallo studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia in occasione del Meeting Immobiliare 2019, sono le compravendite di edifici residenziali a segnare al III trimestre 2018 un 5,5% di crescita rispetto allo stesso periodo di una anno prima, ma non solo. Si colgono le occasioni e gli investimenti incentivati per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e non sono pochi: nella sola provincia di Brescia sono stati mossi 105,3 milioni di euro, su di un totale di 842 milioni in Lombardia. Un investimento per abitante di 83,4 euro, valore più alto rispetto a quello medio nazionale di 60,0 euro/abitante. Una leva, certo. E non è la sola.

«Il mercato delle costruzioni è un motore sempre acceso, ma al minimo, che va alimentato con il carburante della fiducia. Senza una vera ripresa del comparto dell’edilizia non ci potrà essere una vera ripresa, considerando l’impatto che esso ha sull’economia in generale, l’indotto e l’occupazione. Un settore che se cresce fa crescere di conseguenza l’intero ciclo produttivo. Occorre riqualificare il nostro patrimonio edilizio, sia pubblico che privato, residenziale o produttivo. Grazie anche alla politica nazionale delle detrazioni fiscali gli interventi di recupero alimentano la stragrande maggioranza del mercato, un mercato dove la flessibilità le competenze e la vicinanza al cliente delle imprese aritigiane e delle piccole imprese sanno essere vincenti. L’occasione giusta per invitare e far partecipare alle gare d’appalto le piccole imprese è sicuramente offerta dalla misura che va a sostenere investimenti in opere pubbliche di manutenzioni in comuni, anche alla luce della modifica del Codice degli Appalti che ha inalzato la soglia per l’affidamento diretto dei lavori da 40mila a 150mila euro. Occasione giusta per invitare e far partecipare alle gare d’appalto le piccole imprese e le imprese artigiane locali» conferma il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti esprimendo soddisfazione per il piano investimenti previsto dalla Legge di Bilancio 2019 e le risorse assegnate per la realizzazione di interventi su scuole, edifici e strade pubbliche, ripartita sui Comuni con meno di 20mila abitanti, che nella sola provincia di Brescia coinvolge 200 Comuni per un valore di 11,5 milioni di euro.

Imprese

Nel dettaglio dello Studio l’artigianato delle Costruzioni al IV trimestre 2018 a Brescia conta 12.887 imprese, pari al 71,5% delle 18.016 imprese registrate nel settore. Le imprese artigiane bresciane delle Costruzioni al IV trimestre del 2018, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mostrano un calo del -2,4% (-319 imprese), diminuzione più accentuata rispetto al -1,4% registrato al IV trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016.

Il ‘sistema casa’ a Brescia

Allargando l’analisi al “Sistema Casa” – che oltre al settore delle Costruzioni include le imprese artigiane registrate nei seguenti codici Ateco 162: fabbricazione di prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio, 233: fabbricazione di materiali da costruzione in terracotta, 235: produzione di cemento, calce e gesso, 236: fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento e gesso, 237: taglio, modellatura e finitura di pietre, 251: fabbricazione di elementi da costruzione in metallo, 68: attività immobiliari e 711: attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici – si evidenzia che a Brescia nella filiera al VI trimestre 2018 sono registrate 14.390 imprese (-322 imprese la variazione sul 2017) e un’occupazione di 24.420 addetti.

Occupazione

Settore Costruzioni a Brescia occupa circa, tra dipendenti e indipendenti del settore, 40 mila persone, (a tutto il 2017) con una variazione negativa di 3mila addetti rispetto a fine 2016
(-7%). Il peso percentuale dell’occupazione nelle PMI con meno di 50 dipendenti nel settore costruzioni a Brescia è del 90,7%, contro l’84,2% della quota lombarda.

Compravendite edifici residenziali

La dinamica rilevata per le compravendite del settore residenziale lombardo al III trimestre 2018 si conferma positiva (+4,4%) come nei 16 trimestri precedenti. Il valore aggiunto prodotto dalle imprese lombarde del comparto nel lungo periodo (2013-2017) scende di 438 milioni, passando da 15.580 milioni a 15.142 milioni, ma negli ultimi tre anni il trend risulta però in crescita costante: dal 2015 al 2017 ha infatti recuperato 710 milioni di euro, registrando un incremento del +4,9%. A Brescia è persino più positiva la dinamica delle compravendite residenziali facendo segnare, tra il III trim 2018 e lo stesso periodo di un anno prima, il +5,5%.

Recupero ed efficientamento energetico edifici e sistema di incentivazione

Gli incentivi a favore del recupero di edifici, anche da un punto di vista energetico, attiva un circolo virtuoso per il settore delle costruzioni. Considerato che la quota di edifici certificati che rientra in classi energetiche efficienti a Brescia è del 16,7% (in Lombardia è pari al 13,7%) ciò implica che sono oltre l’80 gli edifici tra quelli certificati su cui poter potenzialmente intervenire. Ad oggi i dati relativi agli investimenti incentivati per la riqualificazione energetica degli edifici lombardi ammonta a 842 milioni di euro (22,6% investimenti incentivati a livello nazionale), pari a 84,0 euro/abitante, valore più alto rispetto a quello medio nazionale di 60,0 euro/abitante. A Brescia gli investimenti incentivanti sono stati 105,3 milioni (83,4 euro/abitante).

Olio industriale, nel 2018 a Brescia recuperate 5mila tonnellate

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by
Olii industriali

L’economia del riciclo non si alimenta solo di buone intenzioni o dichiarazioni, ma si costruisce su esperienze concrete, efficienti e altamente profittevoli per la salvaguardia dell’ambiente. Un esempio su tutti è quello rappresentato dall’ olio lubrificante usato; catalogato come rifiuto speciale pericoloso sia per l’ecosistema che per la salute dei cittadini, può diventare una preziosa materia di riciclo se raccolto, conferito e rigenerato in maniera corretta.

Nel distretto di Brescia la produzione di olio usato delle industrie è concentrata per l’82% in 49 aziende; nel 2018 sono state raccolte oltre 5.000 tonnellate di olio usato industriale tutte avviate al riciclo tramite rigenerazione. Ciò ha comportato un significativo risparmio sulle importazioni di petrolio del Paese e sulle emissioni di CO2.

L’area industriale Bresciana si colloca, peraltro, all’avanguardia, producendo un quantitativo di olio lubrificante usato pari all’8% dell’equivalente nazionale.

Sono questi i dati diffusi oggi durante la tappa bresciana di CircOILeconomy, il roadshow sulla corretta gestione dell’olio lubrificante usato nelle imprese, realizzato dal Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati (CONOU) in collaborazione con Confindustria. CircOILeconomy mira a fornire agli imprenditori il maggior numero di indicazioni e supporti utili per un corretto stoccaggio del rifiuto olio, così aiutando i produttori da un lato, e rendendo più performante il processo di rigenerazione, dall’altro, incrementando anche la resa di produzione di olio base rigenerato.

Negli ultimi anni, rispetto ai quantitativi di olio lubrificante usato immessi al consumo in Italia, il peso del settore industriale ha assunto un’importanza crescente. Per questo motivo il CONOU ha dato vita a una campagna itinerante che sta attraversando l’Italia per incontrare le imprese proponendosi come loro interlocutore privilegiato per il migliore adempimento degli obblighi di legge relativi alla gestione di questo rifiuto pericoloso.

Dopo Brescia il viaggio proseguirà per tutto il 2019 secondo un programma di incontri che sarà presto disponibile on line nella sezione dedicata consultabile tramite il sito del Consorzio www.conou.it che raccoglierà anche tutti i materiali delle giornate di lavoro.

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ENRICO FRIGERIO, VICE PRESIDENTE AIB CON DELEGA ALL’ENERGIA, ALL’AMBIENTE E ALLA SICUREZZA

“Per le aziende del territorio Bresciano, sempre più attente alle tematiche ambientali, parlare di Economia Circolare equivale a parlare un linguaggio comune, legato all’economia del riuso e alla sostenibilità. L’iniziativa CircOILeconomy non poteva quindi non toccare Brescia, terra ricca di imprese del settore meccanico in cui l’utilizzo degli oli rappresenta un elemento costante dell’attività quotidiana, e la cui corretta attività di raccolta e recupero deve avvenire nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda. Ritengo perciò che questa interessante campagna di sensibilizzazione in materia di corretta gestione degli oli esausti rappresenti un esempio di incontro tra le esigenze economiche – e di sviluppo industriale – delle imprese, e quelle della tutela dell’ambiente, in quanto, oltre a generare un beneficio per l’intera collettività, favorisce l’ulteriore sviluppo dell’economia circolare”.

RICCARDO PIUNTI, VICE PRESIDENTE CONOU

“Attraverso questa iniziativa abbiamo inteso aprire un canale di confronto e supporto diretto con gli imprenditori, quotidianamente alle prese con la gestione di un rifiuto complesso come l’olio industriale e con un altrettanto complesso sistema di norme, leggi e sanzioni. Ogni incontro farà il punto sugli adempimenti di legge, sulle norme di sicurezza e sulle procedure da seguire per il corretto stoccaggio. Peraltro crediamo così anche di riuscire a migliorare la qualità degli oli raccolti, favorendo il processo di rigenerazione in un sistema virtuoso di economia circolare”.

Il CONOU

Il CONOU, che raggruppa 72 imprese di raccolta e 3 impianti di rigenerazione, dal 1984 a oggi ha raccolto 5,7 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, ne ha avviato a rigenerazione 5,1 milioni consentendo un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro.

Sotto la guida del Presidente Tomasi dal 2003, ha continuato la sua progressione d’eccellenza diventando un esempio virtuoso di economia circolare non solo a livello nazionale. Solo nel 2018 sono state raccolte oltre 189mila tonnellate di lubrificante usato, ancora una volta in crescita   rispetto all’anno precedente. Numeri che, in questo ambito, collocano l’Italia ai massimi livelli europei e internazionali.

In particolare, i risultati ottenuti nel campo della rigenerazione assegnano al nostro Paese la leadership del processo di ri-raffinazione di oli usati anche in virtù della presenza di alcune importanti realtà industriali tecnologicamente all’avanguardia nel settore.

Tutti questi traguardi, sono stati raggiunti anche grazie a una continua e capillare attività di formazione e informazione svolta sul territorio. In 35 anni di attività, infatti, il Consorzio ha sempre investito energie e risorse nella formazione di tutti gli attori coinvolti con lo scopo di sensibilizzare e sostenere ogni anello della catena in grado di contribuire al successo della filiera.

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Confindustria: va ad Aib il premio Orientagiovani 2018/2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

AIB si è aggiudicata il Premio Orientagiovani 2018/19 di Confindustria nella sezione BAQ (“Bollino per l’Alternanza di Qualità”), prima tra tutte le territoriali italiane.

Il riconoscimento è giunto grazie alla certificazione complessiva di 43 aziende, capaci di distinguersi nella realizzazione di percorsi di alternanza scuola/lavoro di alta qualità e appartenenti a diversi settori merceologici: dalla Metallurgia/Siderurgia al Terziario, passando per l’Agroalimentare e la Meccanica.

Il premio è stato consegnato oggi nell’Auditorium della Tecnica di Roma a Paola Artioli, Vice Presidente di AIB con delega all’Education e al Capitale Umano, per mano di Giovanni Brugnoli, Vice presidente di Confindustria delegato al Capitale Umano, al termine della Giornata Nazionale Orientagiovani.

Il BAQ – Bollino per l’Alternanza di Qualità – si basa sull’attivazione di collaborazioni virtuose tra imprese e scuole secondarie di secondo grado o centri di formazione professionale, con l’obbiettivo di facilitare l’orientamento professionale dei giovani e il loro inserimento in azienda, favorendo l’incontro tra domanda e offerta attraverso percorsi di studio in linea con le esigenze delle imprese, grazie a strumenti quali l’alternanza e l’apprendistato, e puntando su elementi come la formazione continua e la valorizzazione delle filiere educative.

Tra le associate di AIB, quattro realtà hanno inoltre ricevuto il BITS, il Bollino Impresa in ITS, per la promozione degli Istituti Tecnici Superiori.

 

Paola Artioli, Vice Presidente di Aib con delega all’Education e al Capitale Umano

“Sin dal primo momento in cui l’alternanza scuola/lavoro è diventata obbligatoria, AIB ha promosso sul territorio validi percorsi sul tema, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo e l’impegno delle imprese in favore dell’orientamento professionale e del futuro inserimento in azienda. Essere riconosciuti come la prima territoriale in Italia conferma come la direzione presa dalla nostra provincia sia quella giusta. Su questa strada continueremo a lavorare nel prossimo periodo, nonostante le previsioni di riduzione oraria a cui l’alternanza sarà soggetta.”

 

Confagricoltura Brescia, al via gli incontri del presidente con i soci

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by
Giovanni Garbelli, Confragricoltura Brescia

SI svolgeranno nei prossimi giorni, a partire da venerdì 11 gennaio a Brescia, i tradizionali incontri del presidente con i soci di Confagricoltura Brescia, riuniti negli Uffici Zona.

“Ringrazio fin d’ora tutti coloro che parteciperanno e che porteranno il proprio contributo – ha detto Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, che per la prima volta incontrerà in questa veste i soci dell’organizzazione -: dal confronto con gli associati potrò ricavare spunti

fondamentali per iniziare nel modo migliore la mia attività al vertice di questa organizzazione. Grazie al dialogo con gli associati infatti – ha affermato il presidente – io, la giunta, il consiglio, la direzione e l’intera struttura di Confagricoltura Brescia possiamo migliorare la nostra attività nell’interesse delle imprese agricole”.

Gli incontri sono anche funzionali a preparare nel modo migliore le tematiche che saranno affrontate nel corso dell’assemblea generale di Confagricoltura Brescia, l’appuntamento più importante dell’organizzazione, in programma quest’anno sabato 23 febbraio.

Il calendario completo degli appuntamenti è allegato a questo comunicato stampa.

Calendario incontri di zona

 

 

Confartigianato, Massetti: vedo segnali di crisi, la politica deve fare di più

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Evidenza by

Confartigianato Brescia tiene sul fronte degli iscritti. Ma i dati dell’economia della leonessa, sul fronte delle imprese artigiane, iniziano a dare segnali preoccupanti. Per questo Governo e politica “devono fare di più”. E’ quanto emerso – in estrema sintesi – questa mattina nella conferenza stampa convocata dal presidente di Confartigianato Eugenio Massetti e dal direttore Carlo Piccinato per fare il punto sulle attività dell’associazione di categoria, che conta quasi 15mila iscrittti, e sullo stato di salute dell’economia bresciana.

+++ LA CRONACA DELLA CONFERENZA DI CONFARTIGIANATO LA TROVI SU BSNEWS.IT +++

Fattura elettronica: lo Stato ci guadagna, ma i contribuenti? | di Bortolo Agliardi

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Partner 2 by
Bortolo Agliardi, associazione artigiani

di Bortolo Agliardi – Ed allora è ufficiale, si parte. Da gennaio scatta l’obbligo di fattura elettronica per la gran parte delle aziende e società con qualche limitata eccezione (esonerati nel 2019 medici e farmacisti, ad esempio) e con l’esclusione delle partite Iva in regime forfettario. Come avevo già avuto modo di scrivere nei mesi scorsi, come Associazione non stiamo a discutere se la novità della fattura elettronica sia una nuova sciagura che arriva sulle teste degli artigiani e delle imprese in generale, oppure se sia una opportunità in qualche modo inevitabile. Così come a primavera si era detto che un rinvio al 2019 fosse auspicabile, adesso confermiamo che gli artigiani inevitabilmente si adegueranno.

Va detto che manteniamo alcune riserve non tanto sul provvedimento in sé quanto, semmai, su alcuni possibili rischi cui potranno incorrere gli artigiani e i professionisti alle prese con quella che si annuncia essere una sorta di rivoluzione nel rapporto aziende-Agenzia delle Entrate. Ma va altresì detto che una nostra richiesta è stata parzialmente accolta. Ed è quella relativa alla necessità di una moratoria nelle sanzioni che, inizialmente era prevista in sei mesi (e quindi fino al 30 giugno 2019) e che invece verrà allungata di altri tre mesi. Meglio qualcosa che niente anche se, a nostro giudizio, un periodo più congruo avrebbe consentito a tutti di affrontare con maggior serenità la novità. Va però anche detto che, ad ora, non abbiamo trovato alcun riscontro ad un’altra nostra richiesta. Ovvero alla possibilità di riconoscere alle aziende un credito d’imposta per le spese sostenute direttamente o indirettamente. E una considerazione che credo sia immediatamente comprensibile da tutti. Non vogliamo apparire come quelli che stan sempre a chiedere… ma, se lo Stato vara una nuova legge; e questa legge obbliga di fatto le aziende a sostenere spese per fare quello che lo Stato impone; e sempre lo Stato, con questa nuova legge, avrà una serie di risparmi e potrà dislocare risorse umane a fare altre cose (come potenziare gli accertamenti, ad esempio) recuperando gettito, perché mai lo Stato non ci dovrebbe riconoscere quanto abbiamo speso per fare quello che ci è stato imposto?

In altre parole: con l’e-fattura il Fisco ci guadagna e credo sia quindi legittima la richiesta di artigiani e aziende ad avere il diritto a recuperare le spese sostenute per rendere più efficiente ed efficace la macchina del Fisco. Non mi pare una richiesta assurda. E infine manifesto un dubbio ed un timore allo stesso tempo. Ovvero: che tipo di utilizzo avranno i dati che l’Agenzia delle Entrate raccoglierà con i quasi 2 miliardi di fatture l’anno che andrà a raccogliere? Con la fattura elettronica, infatti, il Fisco viene in possesso di dati che sinora non ha mai avuto.

Che fine faranno, per l’appunto, questi dati che staranno negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per 10 anni? Ogni fattura dovrà indicare la natura, la qualità e la quantità dei servizi fatti o dei beni ceduti. Per il Fisco è manna, al punto che si pensa di recuperare fra Iva ed Irpef quasi 2 miliardi. Non sto naturalmente difendendo chi fa il furbo, ma credo anche che all’esordio di uno strumento nuovo per tutti (anche per lo Stato) avere una serie di indicazioni, garanzie e rassicurazioni non sia chiedere null’altro che quanto dovuto a dei cittadini.

Presidente Associazione Artigiani

Continua la crescita delle esportazioni bresciane: 4,0 miliardi tra giugno e settembre

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Continua la crescita delle esportazioni bresciane che ammontano a 4.001 milioni di euro tra giugno e settembre 2018 e crescono del 6,7% rispetto al terzo trimestre 2017.

Nel periodo gennaio-settembre 2018, rispetto ai primi nove mesi del 2017, la tendenza positiva delle esportazioni (+8,2%) è superiore a quella rilevata sia in Lombardia (+5,1%) che in Italia (+3,1%). Il valore dei primi nove mesi dell’anno (12,6 miliardi) è il più alto della serie storica. Tra i settori, su base tendenziale, i più dinamici sono: apparecchi elettrici (+15,6%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (+14,4%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+13,0%), metalli di base e prodotti in metallo (+12,7%), sostanze e prodotti chimici (+10,7%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+9,5%). Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Brasile (+42,2%), Stati Uniti (+16,0%), Paesi Bassi (+18,5%), Belgio (+11,9%), Germania (+10,1%) e Regno Unito (+9,9%). Diminuiscono le vendite verso Algeria (-42,3%) e Russia (-5,0%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America Settentrionale (+13,0%) e dell’Unione europea a 28 (+10,2%). Negativa la dinamica dell’Africa (-12,3%).

▪ Nel terzo trimestre del 2018, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in diminuzione del 10,7%; gli acquisti dall’estero sono in calo del 14,5%.

▪ Su base tendenziale (rispetto al terzo trimestre 2017), le esportazioni aumentano del 6,7% e le importazioni del 6,3%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 4.001 e a 2.239 milioni di euro.

Il risultato delle esportazioni in termini monetari rappresenta il miglior terzo trimestre da quando sono disponibili i dati. Le dinamiche dell’import e dell’export hanno risentito positivamente dell’espansione del commercio mondiale (+3,5% anche nel terzo trimestre, come nel secondo, su base tendenziale) e della significativa crescita dei prezzi delle principali materie prime industriali, evidenziata tra la fine del 2017 e la prima metà del 2018, pur in un contesto di rafforzamento dell’euro nei confronti delle altre valute. Le prospettive per i prossimi mesi dovranno tenere conto delle incertezze derivanti dall’aggravarsi delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i principali partner economici e dello sgonfiamento dei prezzi delle materie prime iniziato nel periodo estivo. Risentiranno, inoltre, dell’arretramento dei livelli di attività dell’intera economia italiana che si è avuto a partire dal terzo trimestre.

▪ Nel periodo gennaio-settembre 2018, rispetto ai primi nove mesi del 2017, la tendenza positiva delle esportazioni (+8,2%) è superiore a quella rilevata sia in Lombardia (+5,1%) che in Italia (+3,1%); anche la dinamica delle importazioni (+9,5%) è superiore al dato regionale (+7,3%) e a quello nazionale (+5,0%).  I 12,6 miliardi di export raggiunti nei primi nove mesi del 2018 rappresentano un nuovo record per i primi nove mesi dell’anno, andando largamente a superare il valore del 2017 (11,7 miliardi).

▪ Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio sui dati ISTAT del commercio internazionale, diffusi a livello provinciale.

▪ Tra i settori, su base tendenziale, l’aumento delle vendite all’estero di apparecchi elettrici (+15,6%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (+14,4%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+13,0%), metalli di base e prodotti in metallo (+12,7%), sostanze e prodotti chimici (+10,7%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+9,5%) contribuisce alla crescita dell’export bresciano.

▪ Una diminuzione delle esportazioni riguarda solo il comparto dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-28,4%) e quello dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-0,8%).

▪ Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Brasile (+42,2%), Stati Uniti (+16,0%), Paesi Bassi (+18,5%), Belgio (+11,9%), Germania (+10,1%) e Regno Unito (+9,9%). Diminuiscono le vendite verso Algeria (-42,3%) e Russia (-5,0%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America Settentrionale (+13,0%) e dell’Unione europea a 28 (+10,2%). Negativa la dinamica dell’Africa (-12,3%).

▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di apparecchi elettrici (+29,1%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+25,7%), macchinari ed apparecchi (+11,7%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (+10,3%), articoli in gomma e materie plastiche (+8,5%), metalli di base e prodotti in metallo (+7,3%).

▪ Risultano, invece, in calo gli acquisti nel comparto prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,9%) e in quello delle altre attività manifatturiere (-3,0%).

▪ Aumentano le importazioni da: Algeria (+32,0), Russia (+24,5%), Brasile (+22,3%), Regno Unito (+19,5%) e Turchia (+17,0%)

Il saldo commerciale è positivo (+5.227,1 milioni di euro), in aumento del 6,3% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2017 (+4.918,4 milioni di euro).

 

Lavoro: due imprese su tre utilizzano il welfare aziendale

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Diffusa l’XI edizione de ‘Il mercato del Lavoro in Lombardia’, indagine di Confindustria Lombardia che analizza le caratteristiche della vita quotidiana delle imprese. Il rapporto 2018, attraverso un campione di oltre mille imprese associate, fornisce un quadro d’insieme di indicazioni per una migliore gestione delle risorse umane.

La rilevazione quest’anno è stata arricchita dalla collaborazione con Ayming, gruppo internazionale di consulenza, che realizza un originale Barometro sull’Assenteismo e la Motivazione orientato all’analisi dei riflessi motivazionali delle assenze, che ha consentito una serie di considerazioni qualitative sui meccanismi legati alle assenze e all’engagement delle persone nelle imprese. Questa prospettiva di una lettura del fenomeno delle assenze a 360 gradi ha permesso, inoltre, di analizzare con maggiore attenzione la diffusione di alcuni strumenti per il miglioramento della qualità della vita aziendale quali i premi variabili collettivi, il welfare aziendale e lo smart working.

ASSENZE DAL LAVORO

Sono 110 le ore complessivamente perdute dall’addetto medio, con un tasso di assenza (percentuale delle ore di assenza su quelle lavorabili) totale pari al 6,7% nel 2017 (6,6% nell’industria e 7,2% nel

terziario). Il tasso di assenza aumenta con il crescere della dimensione aziendale (4,0% nelle micro imprese, 5,1% nelle piccole, 5,9% nelle medie e 7,1% nelle grandi) e con la diminuzione della qualifica (3,4% nei quadri, 5,7% negli impiegati/intermedi, 8,4% negli operai) e risulta più elevato per le donne (9,9%), rispetto agli uomini (5,6%).

Nel corso degli ultimi tre anni il tasso di assenza è passato dal 5,9% del 2015 al 6,8% del 2016 al 6,7% nel 2017. Il fenomeno delle assenze risulta strettamente legato alla motivazione che le persone trovano sul posto di lavoro: l’andamento dell’uno è inversamente proporzionale all’altro.

STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO DEL CLIMA AZIENDALE:

SMART WORKING

Lo smart working viene utilizzato nel 7,0% delle aziende, con una maggiore penetrazione fra le realtà dei servizi (13,8%) rispetto a quelle industriali (5,6%). Allo stesso tempo lo smart working risulta

crescente all’aumentare della classe dimensionale (3,6% fra le micro imprese, 3,9% fra le piccole, 7,6% fra le medie e 16,4% fra le grandi).

Lo strumento è inoltre attentamente valutato da una buona parte delle imprese che ancora non lo adottano. Stando alle manifestazioni d’interesse, questa modalità organizzativa del lavoro nei

prossimi anni potrebbe arrivare a intercettare il 16,4% delle imprese lombarde (con punte del 24,5% fra le realtà dei servizi e del 32,7% fra le aziende di maggiori dimensioni).

Nel 48% delle imprese lo smart working è presente in forma strutturata, tramite un regolamento o un accordo aziendale, mentre nel rimanente 52% dei casi si fa riferimento solamente ad accordi individuali.

La quota di “presenza strutturata” è più alta nell’industria (45%) che nei servizi (38%) e si intensifica al crescere della dimensione aziendale (22% nelle micro, 31% nelle piccole, 39% nelle medie e 61%

nelle grandi). Questa modalità pone l’accento sulla flessibilità organizzativa e aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro favorendo, al contempo, la crescita della sua produttività.

PREMI COLLETTIVI VARIABILI

Il 33,9% delle imprese censite ha applicato nel 2017 un contratto collettivo aziendale che prevede l’erogazione di un premio di risultato; 36,1% delle imprese industriali e 22,9% delle imprese di servizi.

La presenza della contrattazione aziendale con premi di risultato tende ad aumentare al crescere della dimensione aziendale: 5,6% nelle micro imprese, 17,5% nelle piccole, 47,1% nelle medie e 76,0%

nelle aziende con oltre 250 dipendenti. L’incidenza del premio di risultato sulla retribuzione è del 3,5% per i quadri, 4,1% per gli impiegati e 4,2% per gli operai.

I contratti aziendali risultano essere quindi uno strumento che riscontra un buon utilizzo da parte delle imprese lombarde, con percentuali molto significative per alcuni segmenti di impresa.

WELFARE AZIENDALE

L’indagine ha rilevato la presenza di welfare aziendale, in una delle 9 forme previste dal TUIR, nel 65,9% delle imprese (66,9% delle imprese industriali e 60,6% delle imprese di servizi).

La presenza del welfare aziendale cresce all’aumentare della classe dimensionale delle imprese: nelle micro è pari al 49,6%, fra le piccole raggiunge il 58,2%, fra le medie sale al 74,3% e fra le grandi raggiunge addirittura l’84,8%.

Tra gli strumenti previsti al primo posto si colloca l’assistenza sanitaria integrativa (presente nell’80% delle imprese che hanno dichiarato l’utilizzo di almeno una forma di welfare). Seguono la previdenza

complementare (67%), la somministrazione di vitto-mensa (52%) e altri fringe benefit (49%). I rimanenti strumenti si posizionano a maggiore distanza.

Le misure assorbono risorse mediamente il 2,3% del costo del personale. Si tratta di un valore piuttosto significativo, che testimonia, gli sforzi realizzati dalle imprese lombarde per garantire ai propri organici adeguate prestazioni di welfare.

Il welfare aziendale rappresenta sempre più una modalità nuova di investire sulle risorse umane e di coinvolgerle nella mission aziendale e sono un’importante leva di fidelizzazione e valorizzazione del personale, in grado di favorire lo sviluppo di relazioni interne, con evidenti benefici per imprese e lavoratori.

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