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Osteria Capoborgo: tradizione e innovazione in una location unica

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Gavardo, in bassa Val Sabbia, a dieci km dal lungolago di Salò, è un paese accogliente e pieno di storia. Tra le vie si respira ancora quella tranquillità tipica dei luoghi che esistono da sempre e che da sempre accolgono gli uomini nella loro comunità.

Vicino alla piazza c’è un ristorante intimo vicino al Lago di Garda che sembra essere l’emblema di questa atmosfera: l’Osteria Capoborgo. Le mura storiche, i soffitti a volta, le pietre a vista, il piccolo cortile sul retro sono accoglienti e autentiche. È un posto che esiste da sempre. Dopo un breve periodo di chiusura, tre ragazzi, Stefano e Isacco alla gestione e Rosario lo chef , lo hanno riaperto con grande entusiasmo e già con ottime recensioni. Entrambi provengono da un’esperienza nella ristorazione all’estero, in Spagna in particolare. Qui hanno imparato il meglio dell’ospitalità e dell’innovazione, ma il richiamo alla tradizione culinaria italiana, si sa, è irresistibile. Partiamo da qui per fare un paio di domande allo chef Rosario, di origini partenopee.

Rosario, la tua cucina in Osteria Capoborgo è molto apprezzata. Dove prendi ispirazione per i tuoi piatti?

Io sono di origini napoletane e alla mia terra devo tutta la passione che ho per la cucina italiana. I piatti che cucino per Capoborgo sono frutto di tanti anni di ricerca per trovare accostamenti che esaltino il sapore di piatti tradizionali.

E ci sei riuscito! I vostri piatti sono creativi nonostante partano da cibi semplici..

Esatto, è proprio questo il punto. In Osteria vogliamo esaltare piatti della tradizione con ingredienti a chilometro zero. Il pane e i grissini li faccio io, la carne è del macellaio di Manerba e i tagli sono i migliori in assoluto, gli ortaggi e i formaggi sono qui della zona del Garda e della Valsabbia. Con materie prime così, difficile sbagliare!

Stefano, tu che ti occupi della parte gestionale, raccontaci perchè avete scelto proprio Capoborgo per il vostro ristorante

Questa Osteria è un posto storico, per tantissimi anni è stata gestita con successo e molto amata dalla gente del posto ma anche dai turisti. Quando ho saputo che era chiusa, immediatamente ho pensato che fosse un gran peccato e ho iniziato a progettarne la riapertura 

Sì, hai ragione, l’atmosfera è proprio unica…

Infatti, Osteria Capoborgo è un posto accogliente e autentico. Ogni dettaglio è curato ma al tempo stesso genuino. Ci si sente bene tra queste mura storiche e fare ristorazione di qualità in un ambiente così… è un sogno che si sta realizzando

Avete solo menù alla carta o anche altre proposte?

Il nostro menù è stagionale, restiamo cmq un ristorante con specialità carne, proprio perché usiamo prodotti della zona e secondo la loro reperibilità. Per questo abbiamo un menù alla carta, anche a pranzo, e un menù degustazione per assaggiare diversi piatti.

E se si desidera abbiamo anche una saletta riservata per una cena romantica o un pranzo di lavoro tranquillo.

Grazie ragazzi, in bocca al lupo per il vostro bel progetto!

E lo è davvero, vi consiglio una cena, o un pranzo in Osteria Capoborgo per assaggiare i loro piatti tradizionali ma innovativi in un bel posto, intimo, piacevole e accogliente come le persone che ci lavorano.

(articolo dai partner)

Ambiente, Cameo raggiunge la neutralità climatica

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Ad un anno dalla pubblicazione della Carta della Sostenibilità – il documento all’interno del quale cameo ha definito i suoi impegni nei confronti dell’ambiente, delle persone e del buon cibo – l’azienda annuncia che l’obiettivo di neutralità climatica di tutti gli stabilimenti internazionali del gruppo di cui fa parte (emissioni “Scope 1” e “Scope 2” del Greenhouse Gas Protocol) sarà raggiunto entro la fine dell’anno. In Italia il traguardo è stato raggiunto già dal 2015 ma l’impegno dell’azienda non si è limitato a questo obiettivo: cameo, infatti, punta a ridurre la propria impronta di carbonio del 35% in tutte le aree di influenza dirette e indirette entro il 2030, per poi raggiungere la totale neutralità climatica entro il 2050.

“Come azienda alimentare parte di un gruppo attivo a livello internazionale, ci sentiamo in dovere di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per limitare l’innalzamento della temperatura globale.” afferma Federica Ferrari, Executive Manager Corporate Communication di cameo. “Abbiamo preso impegni precisi a partire dall’uso responsabile delle risorse naturali per preservare e migliorare le condizioni di vita delle generazioni future. Meno emissioni di CO2, meno rifiuti di plastica e spreco alimentare, più materie prime sostenibili e filiere che non praticano la deforestazione: ecco a cosa lavoriamo ogni giorno in cameo”.

“La neutralità climatica degli stabilimenti è un primo importante passo ma è solo l’inizio: vogliamo utilizzare meno energia, acquistarla da fonti rinnovabili e generarne una quota sempre maggiore in autonomia, in modo da dover compensare solo il minor numero possibile di emissioni inevitabili” conferma Renato Sorlini Responsabile della Gestione Ambientale di cameo.

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, perseguendo così la strada tracciata con la Carta della Sostenibilità, è stata data forma ad un piano energetico composto da quattro step a cui tutte le sedi internazionali del gruppo si stanno attenendo.

Riduzione dei consumi di energia
Per ridurre il più possibile il consumo energetico l’azienda ha identificato tutte le potenziali aree di risparmio energetico e definito precisi programmi che permettono in futuro un utilizzo dell’energia più efficiente puntando ad un calo significativo dei consumi.

Utilizzo di energia rinnovabile
L’azienda è costantemente al lavoro per poter essere in grado di soddisfare autonomamente il proprio fabbisogno energetico. Attraverso l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico all’interno dello stabilimento di Desenzano del Garda, l’azienda nei prossimi anni riuscirà a soddisfare il 10% del proprio fabbisogno. Il Campus cameo progettato nel rispetto dei più elevati standard dell’architettura sostenibile, ha ottenuto nel 2017 la certificazione LEED® di livello Gold.

Acquisto di energia rinnovabile
L’azienda, per la quota che non può produrre autonomamente, acquista energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili; in particolare, l’energia che cameo utilizza proviene per il 100% da fonti geotermiche. Questo consente all’azienda di ridurre le proprie emissioni di CO2 di circa 2.000 tonnellate all’anno.

Compensazione delle emissioni
Le restanti emissioni, che l’azienda non è ancora in grado di evitare, vengono compensate attraverso l’adesione a progetti che riducono il livello di CO2 presente nell’atmosfera o contribuiscono ad evitarne il rilascio. Tutti i progetti di compensazione sono certificati secondo standard riconosciuti a livello internazionale “Gold Standard” o “Verified Carbon Standard”. Il gruppo, di cui cameo fa parte, per compensare le 40.000 tonnellate di CO2 che non è ancora in grado di evitare (solo 450 tonnellate per quanto riguarda l’Italia), ha finanziato tre diversi progetti di compensazione. In Turchia, 20 turbine eoliche forniscono energia rinnovabile alla rete turca, in sostituzione di combustibili fossili come carbone e gas naturale. In Ghana il gruppo finanzia l’acquisto di sistemi di cottura domestici a carbone vegetale (in sostituzione di fornelli alimentati a cherosene) che riducono i consumi, migliorano l’efficienza e immagazzinano il calore contribuendo a limitare le emissioni di inquinanti atmosferici all’interno delle abitazioni. Il terzo progetto riguarda il programma di riforestazione “TIST” (The International Small Group and Tree Planting) che prevede la piantumazione di alberi in Kenya.

Oltre ai propri stabilimenti, cameo considera infine anche tutte le fonti di emissioni indirette generate a monte e a valle della sua filiera, definite come “Scope 3” dal Greenhouse Gas Protocol. Ne sono un esempio quelle generate dalle materie prime acquistate per la produzione, dal processo di riciclo dei rifiuti generati dall’azienda, dalle trasferte dei collaboratori e dai loro spostamenti casa-lavoro. Inoltre, cameo sta lavorando per calcolare l’impronta di carbonio di tutti i propri prodotti in modo da permettere ai consumatori di fare in futuro scelte d’acquisto sempre più eco-consapevoli.

Un impegno, quello di cameo, azienda certificata ISO 14001 da oltre 20 anni, che coinvolge tutti i collaboratori e che viene simbolicamente sancito, dal 1999, con l’interramento, all’interno del Campus, della “Pianta dell’Anno”.

Montirone, Bofrost cresce e cerca 10 persone da assumere

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Bofrost, la più importante realtà italiana della vendita a domicilio di specialità alimentari surgelate e fresche, continua a crescere nel territorio di Brescia e inaugura una nuova sede per la filiale di Montirone, più funzionale e spaziosa, pronta a ospitare un maggior numero di persone per supportare i piani di crescita dell’azienda.

«Una crescita che avviene nel segno della sostenibilità – sottolinea l’amministratore di Bofrost Italia Gianluca Tesolin – perché con il cambio di sede abbiamo colto l’occasione per ridurre il nostro impatto ambientale, non solo puntando sul fotovoltaico, già presente nei nostri vecchi spazi sempre a Montirone, ma anche installando un impianto di refrigerazione a CO2 in grado di ridurre i consumi del 30%». Montirone è una delle prime filiali italiane che presentano questa innovazione, già sperimentata per la sede centrale di Bofrost a San Vito al Tagliamento (PN), per cui nel 2019 l’azienda ha vinto il premio “Miglior impianto a CO2 integrato in Europa” di ATMO.

La nuova sede di Bofrost a Montirone si trova in via Benedetto Castelli 4/f/1: qui il 21 settembre è avvenuta l’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità, dei partner e fornitori, nonché di tutto il personale della filiale: attualmente si tratta di 32 persone (addetti alla vendita, promoter, magazzinieri, personale amminstrativo e direttivo) che lavorano per servire 10mila famiglie del territorio con i prodotti surgelati e freschi consegnati direttamente a casa dei clienti.

«Su Brescia abbiamo avuto una forte espansione nell’ultimo periodo, spinta dal diffondersi della spesa a domicilio. Bofrost arricchisce costantemente la gamma di prodotti e negli ultimi anni, in particolare, oltre ai surgelati per cui siamo storicamente conosciuti abbiamo lanciato con grande successo anche i prodotti freschi – commenta sempre l’amministratore delegato Tesolin –. La clientela locale è in crescita e così il fatturato, che rispetto all’anno commerciale 2019-20 è cresciuto del 30%».

Crescita delle vendite significa anche nuove opportunità di lavoro per la popolazione locale. La filiale Bofrost di Montirone prevede infatti di inserire entro fine anno una decina di nuove persone. Invio candidaturesul sito www.bofrost.it, area “lavora con noi”.

Vino, boom di vendite per il Lugana: +34%

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La spinta all’autosufficienza alimentare si allarga anche alle vigne e gli italiani riscoprono i vini autoctoni che occupano tutti i primi dieci posti delle bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in volume, con il Lugana gardesano che – secondo quanto riferisce una nota pubblicata da Brescia news – guida la classifica con un aumento delle vendite del 34% nell’ultimo anno, davanti all’Amarone (+32%) e al Valpolicella Ripasso (+26%) entrambi veneti. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia in base all’analisi Coldiretti su dati Infoscan Census relativi all’anno terminante a gennaio 2022, diffusa in occasione dell’apertura del Vinitaly a Verona, con le bottiglie che hanno messo a segno le migliori performance in mostra a Casa Coldiretti di fronte all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande).

La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali – sottolinea la Coldiretti – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio, da quelle più blasonate a quelle che negli ultimi anni hanno saputo conquistarsi un fiorente mercato. Nella classifica dei primi dieci vini che nel periodo considerato in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, infatti, nessuno è internazionale: al quarto e quinto posto ci sono il Nebbiolo piemontese (+22%) e il Vermentino della Sardegna (+22%), davanti alla Ribolla del Friuli Venezia Giulia (+19%), al Sagrantino dell’Umbria (+16%), alla Passerina marchigiana (+14%), con Brunello di Montalcino della Toscana e Grillo di Sicilia a chiudere la top ten entrambi con una crescita del 13%.

Si tratta della conferma – sottolinea la Coldiretti – dell’alta qualità offerta lungo tutta la Penisola grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore. In Lombardia, in particolare, il 90% del vino prodotto è a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Anche per questo – precisa la Coldiretti regionale – i vini lombardi hanno sempre più successo anche all’estero. Nel 2021, sotto la spinta delle riaperture della ristorazione a livello internazionale, le esportazioni hanno raggiunto il valore di 285 milioni di euro con un +11.8% sul 2020 in base agli ultimi dati Istat.

Commercio estero, con +8 % export continua la ricerca del cibo bresciano

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Grana Padano, foto generica da Pixabay

L’agroalimentare made in Brescia reagisce alla crisi generata dalla pandemia Covid19 facendo registrare un balzo dell’8.65 % nelle esportazioni nei primi nove mesi del 2021. È quanto emerge da una proiezione della Coldiretti regionale su un’analisi dei nuovi dati Istat relativi al commercio estero al terzo trimestre di quest’anno.

“Si tratta di un dato molto positivo – precisa Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – le eccellenze agroalimentari bresciane, ancora una volta, si confermano attrattive e ricercate in Europa e nel resto del mondo. Questa è una sfida importante che dobbiamo affrontare per il futuro del settore agroalimentare bresciano: abbiamo il compito di far conoscere e apprezzare ancora di più i nostri prodotti all’estero e riconquistare quella grande fetta di  mercato oggi occupato dall’italian sounding”.

Il trend positivo del commercio estero dell’agroalimentare bresciano segue l’andamento regionale e nazionale con le esportazioni di cibo italiano che nei primi dieci mesi del 2021 aumentano entrambe dell’11% per un valore che a fine anno raggiungerà complessivamente i 52 miliardi, il massimo di sempre, se il trend sarà mantenuto.

Un risultato ottenuto – sottolinea la Coldiretti – grazie anche alla spinta dell’arrivo delle feste di Natale e nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana. L’emergenza sanitaria Covid – precisa Coldiretti – ha, infatti, provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea. E si registra anche – continua Coldiretti – un impatto positivo sulle vendite all’estero delle vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy. In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari italiane c’è il vino che quest’anno si avvia a sfondare il muro dei 7 miliardi di euro in valore, secondo le proiezioni di Coldiretti su dati Istat.

Alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Il Belpaese – continua la Coldiretti – è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

Imprese, due importanti acquisizioni per il Gruppo Happy

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Il Gruppo Happy, leader nel settore del packaging alimentare, ha perfezionato l’acquisizione del 100% della società Coopbox SPA e della controllata Coopbox Eastern SRO, operative in Italia ed in Slovacchia, e della società francese Sirap France SAS.

“Si tratta di operazioni strategiche per lo sviluppo del nostro Gruppo non solo in Italia ma anche all’estero, in particolare nel Centro e Nord Europa” dichiara Florio Natale Biasio, Presidente del Gruppo.

Il Gruppo Happy rappresenta uno dei principali player a livello europeo nella produzione e commercializzazione di contenitori in plastica per alimenti ad uso dell’industria e della moderna distribuzione. L’offerta produttiva del Gruppo nel mercato degli imballaggi comprende una linea di contenitori in polistirene espanso, polipropilene, PET e cartoncino. Partita nel 1988 dal Triveneto con la società di distribuzione P.R.I.M.A., la famiglia Biasio ha fondato dapprima nel 1992 la produttiva Magic Pack (a Cremona), quindi tra il 2006 e il 2009 le altre società del Gruppo: l’attuale holding Happy srl (sempre a Cremona), Esperia srl (con sito produttivo a Verolavecchia – BS), Magic Pack Iberica e Magic Pack Deutschland, rispettivamente in Spagna e Germania. Nel 2017 è stata aperta la filiale estera Magic Pack Lux, mentre nel 2020 è avvenuta l’acquisizione di Ipack (Cesena) società specializzata nella produzione di contenitori in cartoncino. I numeri antecedenti alle due importanti acquisizioni, parlano di un Gruppo con circa 500 dipendenti e un fatturato consolidato di 120 milioni di euro.

“Con queste acquisizioni oltre a raddoppiare nell’immediato le dimensioni del nostro Gruppo, potremo sviluppare importanti sinergie commerciali e produttive che ci consentiranno di consolidare il nostro posizionamento” prosegue il direttore generale Giovanni Biasio. “L’obiettivo è quello di rafforzare la presenza e l’offerta del Gruppo, in termini di volumi e di gamma, sul mercato nazionale ed estero. Inoltre, l’importante aumento della capacità produttiva ed il know-how apportato da Coopbox e da Sirap France, permetterà anche di sviluppare nuove e più efficaci sinergie per migliorare le prestazioni, la circolarità, la sostenibilità e la riciclabilità dei prodotti: fondamentale è infatti la creazione e lo sviluppo di nuove filiere del riciclo delle vaschette per alimenti sia in Italia che in Europa”.

La prima operazione, conclusa a fine ottobre, è stata quella di Coopbox SPA, 300 dipendenti e 60 milioni di fatturato sviluppati tra la sede italiana di Bibbiano (RE), lo stabilimento di Ferrandina (MT) e quello in Slovacchia. La seconda e più recente, siglata il 30 novembre 2021, è stata l’acquisizione da Sirap Gema (controllata del Gruppo Italmobiliare Investment Holding) di Sirap France SAS che conta tre siti produttivi in Francia (Noves, Remoulins e Tarascon) in cui operano circa 250 addetti sviluppando un fatturato di 50 milioni.

Nelle due operazioni il Gruppo Happy è stato assistito dall’ufficio bresciano di EY SpA (Financial Advisor), nelle persone di Ivan Losio e Marco Cavagnini a dai loro team rappresentati da Fabio Tentori e Valentino Campisi e dallo Studio Legale Schiuma (Legal Advisor), sede di Milano.

Ivan Losio, Partner EY e advisor dell’operazione aggiunge “Si è trattato di due operazioni complesse, visto anche il periodo Covid, ma che permetteranno al Gruppo Happy di coniugare l’aspetto dimensionale di massa critica ed internazionalità con elementi di qualità, efficienza dei modelli produttivi e di genio imprenditoriale”.

Marcello Gabana Holding: più utili e più sostenibilità

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CALCINATO (BS) – Il gruppo Marcello Gabana Holding (Mgh), guidato da Daniela Grandi, archivia l’anno con una crescita significativa nei fatturati, negli utili e negli investimenti. E, nell’ottica di “guardare lontano”, vara il primo report di sostenibilità: uno strumento ambizioso, che ancora pochissime aziende bresciane – anche tra quelle di dimensioni ben maggiori – utilizzano.

I NUMERI IN SINTESI

I numeri del rendiconto 2020 (dati aggregati) – che si confermano anche per l’anno in corso – parlano di una significativa crescita del valore della produzione: 50,1 milioni di euro (+12%), contro i 44,5 del 2019 e i 35,1 del 2018. In forte crescita (+ 21%) anche l’Ebitda (10,7 milioni, mentre erano 6,1 nel 2019, 4,3 nel 2018). Ma significativo è stato anche l’aumento contestuale degli investimenti, passati da 4,3 milioni (2018), a 6,6 (2019) e 7 milioni (2020), risorse in buona parte destinate allo sviluppo tecnologico di Grandi Riso.

GRANDI RISO PRIMA AZIENDA DEL GRUPPO

La società principale del gruppo di Calcinato (ex Gabeca) si conferma Grandi Riso, quarto produttore italiano di riso con sede operativa a Codigoro (Fe). Nel 2020, il valore della produzione è salito a 24,1 milioni di euro con un balzo in avanti di 3,5 rispetto all’anno precedente (il settore Agroalimentare vale per Mgh 24,5 milioni, includendo anche le rendite delle tenute Grandi & Gabana, 0,4 milioni). Ma soprattutto, nel 2020, Grandi Riso è tornata all’utile (+24mila euro) dopo la difficile annata 2019 (-816mila euro). Una crescita dovuta alle dinamiche di acquisto della materia prima, ma anche al crescente interesse estero (i principali mercati di esportazione sono Stati uniti, Slovenia, Brasile, Germania e Spagna, che ha registrato un balzo in avanti del 42%).

Bene anche il settore Ecologia di Mgh, che vale complessivamente 22,7 milioni con ricavi in aumento in tutte le società (utile +30%). Mentre il settore Immobiliare ha fatturato 2,8 milioni.

LE PROSPETTIVE

“Continuiamo a crescere nonostante le difficoltà del contesto nazionale e internazionale”, spiega Daniela Grandi, “non possiamo fermarci e riteniamo di dover guardare al futuro con strumenti adeguati ai tempi: sotto il profilo della pianificazione, del controllo di gestione, della sostenibilità e degli investimenti. Stiamo lavorando da tempo per disegnare le prospettive del gruppo in modo che rimanga florido per i prossimi decenni, perché un’azienda davvero sostenibile è quella che dura nel tempo e che produce valore, oltre che per gli azionisti, per i territori in cui opera”.

“Il punto di partenza del nostro futuro – continua Grandi – rimane Grandi Riso, su cui vogliamo continuare ad investire per accrescere i margini e il legame con il territorio, che (insieme alla qualità del prodotto) è già il nostro valore aggiunto. Per quanto riguarda l’Ecologia”, ha aggiunto, “l’impianto di smaltimento di Calcinato va verso la naturale chiusura e la nostra prospettiva è quella di rimanere nel settore, mettendo ancora sul piatto importanti investimenti per sostituire il business dello smaltimento con quello del recupero e del miglioramento delle prestazioni ambientali: un percorso che abbiamo già da tempo avviato con Ecoplant (piattaforma di recupero con sede a Cremona, ndr), Gelab (società di analisi) e Gedit, con interventi complessivi per 10 milioni di euro. Nel 2020 – tra biogas e fotovoltaico – la sola Gedit ha immesso in rete un quantitativo di energia pari quasi a quello dell’intero consumo residenziale annuo di un Comune come Calcinato. Per il futuro”, ha concluso Daniela Grandi, “stiamo già lavorando nuove – e innovative – tipologie di impianti, che possano garantire il massimo recupero dei rifiuti nell’ottica di una transizione ambientale che porterà a una riduzione significativa dei consumi di materie prime, privilegiando la rigenerazione e la valorizzazione di tutti quegli scarti fino ad oggi destinati a discarica”.

FOCUS SULLA SOSTENIBILITA’

Il 2020, come detto, è stato per il gruppo Mgh l’anno del primo report di sostenibilità: uno strumento per ragionare sul presente e il futuro nell’ottica della responsabilità sociale. Anche nei mesi del lockdown, va sottolineato, tutte le aziende del gruppo hanno continuato a operare, garantendo pagamenti puntuali ai fornitori, ai dipendenti (64) e ai collaboratori stagionali (un centinaio, quasi tutti legati a Grandi Riso), che sono rimasti stabili nel numero.

Per quanto riguarda i consumi energetici è da segnalare il forte aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. In particolare, Gedit autoproduce 10.219 MWh, di cui 274 MWh tramite pannelli fotovoltaici e la restante parte tramite co-generazione, alimentata dal biogas da smaltimento dei rifiuti: energia che viene venduta alla rete, contribuendo direttamente alla riduzione del mix energetico italiano. Inoltre Ecoplant, con il suo impianto fotovoltaico, consente al gruppo Mgh di evitare ogni anno l’emissione in atmosfera di 5,1 tonnellate di anidride carbonica (il corrispettivo di 30.241 chilometri percorsi con un’autovettura a diesel di medie dimensioni).

Importanti poi sono le ricadute dirette dell’attività delle società del gruppo sui territori in cui operano. I fornitori sono 1.091: il 99 per cento sono italiani e oltre la meta ha sede in Lombardia ed Emilia-Romagna.

Il gruppo Mgh, infine, è attivo sul fronte sociale, con il fondo Marcello Gabana, operativo da anni all’interno della Fondazione della Comunità Bresciana. Ma significativo è anche il contributo diretto alla cultura, con il sostegno al progetto Camp Now della Fondazione Soldano di Brescia e, in particolare, al festival le X Giornate di Brescia.

Come prolungare la durata del frigorifero: le regole fondamentali

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È il cuore della cucina e il custode di una delle gioie più grandi dell’esistenza. Parliamo del frigorifero, l’elettrodomestico che ha rivoluzionato il modo di preparare i pasti e anche di vivere in casa.

Nonostante la tecnologia avanzi e i modelli stiano diventando sempre più all’avanguardia, andare incontro a un guasto del frigorifero non è così inusuale. Non dipende dal marchio, ma solo e semplicemente dal passaggio del tempo. Questi elettrodomestici sono in funzione durante tutte le ore del giorno, tutti i giorni. Chiamare un tecnico per l’assistenza Whirlpool a Brescia o uno per quella Hotpoint non dipende dalle tue scelte al momento dell’acquisto ma solo e soltanto dal caso.

Ci sono, però, delle azioni da mettere in campo per rallentare il processo di deterioramento e assicurare al frigorifero un lungo funzionamento a iniziare dal suo posizionamento.

Per lavorare bene, un frigo deve trovarsi in un luogo areato e non umido. Deve essere lontano almeno 5 centimetri da altri mobili e quest’ultimi è meglio che non siano produttori di calore (quindi niente piano cottura, forno, lavastoviglie e simili). La stessa cosa vale anche per la parete: sarebbe meglio lasciare almeno 10 centimetri liberi tra la parte posteriore e la griglia di ventilazione per consentire al compressore e al condensatore di non surriscaldarsi.

È importante regolare per bene la temperatura del frigorifero – che deve essere compresa tra i 4° e i 6° – e fare in modo che non sia alterata in maniera significativa entrando in contatto con l’ambiente esterno. Gli sbalzi termici potrebbero spingere il motore a lavorare di più provocando una ingente spesa di energia (a luglio le bollette energetiche hanno subito ancora un rialzo). Di conseguenza, bisognerà cercare di non aprire troppe volte lo sportello né di tenerlo così a lungo. Quindi, quando si deve mettere della roba dentro dopo la spesa, sarà meglio cacciare fuori tutto dalle buste prima di aprire l’elettrodomestico. Anche inserire dentro delle pietanze troppo calde potrebbe avere un effetto simile.

Un frigorifero pieno è sicuramente sinonimo di benessere, ma se non si rispetta la capacità massima dell’elettrodomestico potrebbero esserci problemi. È vero che fare la spesa una volta ogni due settimane è più comodo per alcuni a livello organizzativo, ma bisogna ricordare che una persona oberata di lavoro non vive in maniera sana e la stessa cosa si può dire per gli elettrodomestici in generale, compreso il frigorifero. Cercare di sfruttare i ripiani presenti nella maniera giusta è un ottimo metodo non solo per organizzare meglio l’apparecchio e mantenerlo ordinato, ma anche per conservare meglio i cibi. Le uova, ad esempio, vanno negli scaffali presenti sullo sportello mentre verdura, carne e pesce negli appositi contenitori.

Pulizia è la parola magica in grado di assicurare lunga vita agli elettrodomestici. Il frigorifero non fa eccezione. Almeno un paio di volte l’anno si dovrebbe svuotare e lavare per bene con soluzioni a base di acqua e bicarbonato o aceto. In questo modo si previene la formazione di batteri, di muffe e si assicura anche il buon mantenimento del cibo.

Mettendo in atto questi consigli, il frigorifero durerà molto più a lungo.

Imprese, Virosac acquisisce la Rapid di Ponte San Marco

in Alimentare/Economia by

Virosac, società italiana produttrice di sacchi per la nettezza, il curacasa e la conservazione di alimenti, finalizza l’acquisizione del 100% di Rapid, impresa italiana produttrice di articoli per la cucina e la conservazione dei cibi (rotoli in alluminio, pellicola, carta da forno, per uso domestico e professionale, e sacchetti per la conservazione in freezer degli alimenti).

L’operazione è stata portata a termine anche grazie a Orienta Capital Partners, società specializzata in investimenti in PMI italiane tramite la struttura del Club Deal, che nel 2019 ha ottenuto la totalità delle quote di Virosac.

Virosac nel 2020 ha superato i 40 mln di Euro di ricavi lordi e si è confermata leader nella produzione e nelle quote di mercato dei sacchetti biodegradabili per la raccolta differenziata nella GDO, affermando la sua vocazione all’innovazione ecosostenibile.

Augusto Balestra, socio di Orienta Capital Partners e Consigliere d’amministrazione di Virosac, ha commentato: “Virosac è una realtà italiana in forte ascesa, che ha dimostrato con i risultati di saper leggere i continui cambiamenti del suo mercato, in un contesto di riferimento negli ultimi due anni molto complesso. Per questo ora, attraverso l’acquisizione di Rapid, vogliamo allargare sia la gamma dei prodotti, sia i canali distributivi: insieme alla GDO, infatti, Virosac potrà rafforzare il suo posizionamento nell’HoReCa e nel canale professionale”.

Cesare Casagrande, Amministratore Delegato di Virosac, ha dichiarato: “La creazione di valore attraverso l’innovazione ecosostenibile di prodotto e di processo sono alla base della crescita di lungo periodo di Virosac: questi valori sono riconosciuti sia dai consumatori che dai nostri partners della distribuzione. Con l’acquisizione di Rapid, il gruppo industriale si pone l’obiettivo di realizzare il nuovo polo italiano di riferimento nella congelazione Made in Italy, che coniuga qualità di prodotto, ricerca, sviluppo e creazione di innovative linee di prodotto a forte connotazione ecosostenibile e compostabile. Da oggi si aprono nuove opportunità di sviluppo e crescita per la distribuzione, per i consumi e per le risorse umane che continueranno ad essere la fonte di ricchezza”.

Gianluca Gianoli, Direttore Generale di Rapid, infine, ha affermato: “Siamo due realtà italiane che insieme cresceranno grazie alle forti sinergie industriali e commerciali. L’obiettivo è puntare con forza allo sviluppo dei mercati esteri. Con Virosac abbiamo una comune visione sui temi fondamentali che guideranno lo sviluppo futuro: l’attenzione per l’ambiente e la centralità delle persone. Temi indispensabili, insieme all’innovazione, per perseguire gli obiettivi di crescita in modo etico e sostenibile”.

Orienta Capital Partners è una società specializzata in investimenti in PMI italiane. I soci di Orienta sono Augusto Balestra, Giancarlo Galeone, Mario Gardini, Sergio Serra e Lorenzo Isolabella. Orienta ha realizzato dal 2017 otto investimenti oltre a Virosac: Sidac (flexible packaging), recentemente venduta a Schur Flexibles Group, Bassini 1963 e Glaxi Pane (prodotti da forno surgelati), FA (Aeroporto di Forlì), Passione Unghie (cosmetica), Acqua Pejo e Goccia di Carnia (acque minerali), New Penta (nutraceutica), LMA (aerospace).

Virosac, con sede a Pederobba (TV), è uno dei principali produttori italiani di sacchetti per rifiuti, sacchetti per la conservazione degli alimenti, di sacchetti e guanti per il comparto ortofrutta della grande distribuzione, sia in materiale plastico tradizionale Non-Bio che biodegradabile. Con un dipartimento R&D all’avanguardia e diversi brevetti per prodotti ecosostenibili, produce 1,5 miliardi di sacchetti all’anno in due impianti produttivi, impiegando oltre 100 persone. Al 2020, ha realizzato ricavi per 42,5 mln di Euro con una crescita significativa anche in termini di redditività.

Rapid, con sede a Ponte San Marco (BS), è una società specializzata nella produzione di rotoli in alluminio, pellicola e carta da forno, sia per consumo domestico che professionale, così come sacchetti in plastica per la conservazione dei cibi in freezer e contenitori in alluminio. Serve numerosi player italiani nell’HoReCa, nell’industria alimentare e nella GDO con il proprio marchio o producendo marchi privati dei distributori.  Nel 2020 ha realizzato ricavi per 17,9 mln di Euro.

Come preparare un delizioso e refrigerante frappè al melone, e sue varianti!

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Sta per iniziare la stagione calda e allora prepariamoci adeguatamente a partire dall’alimentazione. Cibi freschi e di stagione, bevande e succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, preparati alla frutta sono l’ideale in questo periodo.
Chiedili quando vai al bar, esistono molti preparati – tra cui i preparati per frappè dell’azienda Antico Eremo che citiamo solo perché è un’azienda del nostro amato territorio bresciano e rappresenta un’eccellenza dell’agroalimentare a livello nazionale – che puoi ordinare per godere dei benefici delle bevande refrigeranti.

Ma se sei a casa e vuoi dedicarti ad una preparazione home made sappi che preparare un frappè per te ed i tuoi cari è davvero molto semplice. I frappè si preparano con il ghiaccio tritato e sono spesso consumati in sostituzione dei frullati da chi è intollerante al lattosio. Se però vuoi inserire anche il latte come ingrediente della tua bevanda fresca alla frutta segui le istruzioni a fine articolo perché abbiamo pensato anche a te!

La semplice preparazione del frappè al melone:

Esistono molte varietà di melone. Le due che consigliamo per la preparazione del frappè sono il melone retato ed il melone cantalupo, quelli dalla succosa polpa arancione per intenderci, che presentano nella parte più esterna della buccia una sorta di retina chiara in contrasto con il colore giallo/arancio sottostante. Abbiamo scelto il melone perché rientra tra i frutti consigliati per contrastare gli effetti negativi del caldo, ma puoi preparare un delizioso frappè con la frutta che preferisci.

Se vuoi mantenerti nell’ambito dei frutti anti-caldo – quelli ricchi di vitamine, dalle proprietà dissetanti e refrigeranti –  scegli tra anguria, pesca, nespola, ciliegia e fragola quella frutta che pensi soddisferà maggiormente i tuoi gusti.

Cosa ti occorre per preparare un frappè al melone per 4 persone

– Un melone da circa un kg.
– Succo d’uva non zuccherato facoltativo, sconsigliamo invece l’uso del comune zucchero.
– Ghiaccio tritato.
– Un frullatore o un robot con la funzione frullatore.

Procedimento:

1) Taglia il melone a tocchetti da circa 3 cm quadrati l’uno.
2) Inserisci il melone nel frullatore.
3) Aggiungi il ghiaccio tritato e frulla per pochi secondi ad alta velocità.
    Se disponi solo di ghiaccio in cubetti puoi tritarlo precedentemente nel frullatore ed inserire il melone come secondo ingrediente per poi procedere a frullare il tutto.
4) Il melone avrà prodotto in superficie una parte chiara di aria e bollicine.
5) A questo punto il tuo frappè è pronto per essere servito per essere consumato al momento!

Frullato e smoothie: due deliziose varianti del frappè al melone

Frullato al melone
Sostituendo il ghiaccio tritato con il latte quello che era un frappè diventerà un genuino frullato al melone. Di conseguenza una preparazione con tutti i nutrienti aggiuntivi apportati dal latte.
Se non vuoi usare latte vaccino potresti sostituirlo anche con latte di riso, di farro, d’avena o di orzo.

Smoothie al melone
Se al posto del ghiaccio utilizzi dello yogurt magro con l’aggiunta di una piccola quantità di acqua freddissima o di latte altrettanto freddo, otterrai invece un cremoso smoothie al melone.

Hai ora diverse informazioni per dar libero sfogo alla tua fantasia, non ti resta che metterti all’opera! Scegli tu la preparazione che preferisci, lo scopo di questo articolo è quello di suggerirti di integrare nella dieta quotidiana una maggiore quantità di frutta fresca durante le stagioni più calde, così da contenere gli effetti negativi che il caldo potrebbe apportare al tuo organismo.

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