Cembre

Cembre, nel 2021 ricavi a 123 milioni (+26%)

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Il Consiglio di Amministrazione di Cembre S.p.A., società quotata al segmento Star di Borsa Italiana, tra i principali produttori europei di connettori elettrici e utensili per la loro installazione, riunitosi oggi a Brescia sotto la guida del Presidente e Amministratore Delegato Ing. Giovanni Rosani, ha approvato il resoconto intermedio di gestione relativo al 30 settembre 2021.

Nei primi nove mesi del 2021 il Gruppo ha evidenziato ricavi delle vendite consolidati pari a 124,3 milioni di euro, in crescita del 26,0% rispetto ai 98,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2020; i ricavi sono cresciuti del 12,7% anche rispetto a quelli registrati nei primi nove mesi del 2019.

Le vendite del Gruppo in Italia, pari a 53,1 milioni di euro, sono aumentate del 36,2%, mentre quelle estere, pari a 71,2 milioni di euro, sono salite del 19,3%. Nei primi nove mesi dell’anno i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 42,7% in Italia (39,5% nei primi nove mesi del 2020), per il 47,2% nella restante parte dell’Europa (47,5% nei primi nove mesi del 2020) e per il 10,1% fuori dal continente europeo (13,0% nei primi nove mesi del 2020).

Il risultato operativo lordo consolidato (EBITDA) dei primi nove mesi del 2021, pari a 35,6 milioni di euro, corrispondenti al 28,6% dei ricavi delle vendite, è aumentato del 47,5% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2020, pari a 24,1 milioni di euro, corrispondenti al 24,4% dei ricavi delle vendite. Tale risultato fa segnare un incremento del 24,1% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

In crescita, nel periodo, l’incidenza del costo del venduto mentre sono in diminuzione sia l’incidenza del costo per servizi, sia l’incidenza del costo del personale, quest’ultimo cresciuto in termini assoluti ma in proporzione inferiore all’aumento del fatturato. Il numero medio dei dipendenti del Gruppo nel periodo è passato da 754 a 780 unità.

Il risultato operativo consolidato (EBIT) dei primi nove mesi del 2021, pari a 27,1 milioni di euro, corrispondenti ad un margine del 21,8% sui ricavi delle vendite, è cresciuto del 69,7%, rispetto ai 16,0 milioni di euro dei primi nove mesi dello scorso esercizio, pari al 16,2% dei ricavi. Tale risultato è in aumento del 26,7% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

L’utile consolidato ante imposte, pari a 27,3 milioni di euro, corrispondente al 21,9% delle vendite, è in crescita del 71,5% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2020, pari a 15,9 milioni di euro e corrispondente al 16,1% delle vendite. Tale risultato appare in crescita del 28,4% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

L’utile netto di periodo ha raggiunto i 20,2 milioni di euro, in aumento del 69,9%, rispetto agli 11,9 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. L’incidenza percentuale dell’utile netto sul fatturato rappresenta quindi il 16,3% delle vendite, contro il 12,1% dello stesso periodo del 2020. L’utile netto risulta in crescita del 21,5% anche rispetto a quello dei primi nove mesi del 2019.

La posizione finanziaria netta consolidata, passata da un saldo positivo di 8,4 milioni di euro al 31 dicembre 2020 ad un valore positivo di 15,3 milioni di euro al 30 settembre 2021, sconta gli effetti del pagamento di dividendi per 15 milioni di euro da parte della Capogruppo e investimenti in immobilizzazioni per 7,0 milioni di euro. Al 30 settembre 2020, la posizione finanziaria netta era positiva per 3,7 milioni di euro.

Gli investimenti effettuati nel periodo ammontano a 7,0 milioni di euro, principalmente in impianti e macchinari, a fronte di investimenti nello stesso periodo del 2020 pari a 5,3 milioni di euro.

Per una migliore comprensione dell’andamento del Gruppo nei primi nove mesi del 2021, si espone di seguito il confronto con i risultati dei primi nove mesi del 2019.

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