Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Settembre 2020 - page 2

Assolombarda: in Lombardia, con il Covid-19, persi 110.000 posti di lavoro

in Economia/Tendenze by

Dopo i mesi di massima emergenza sanitaria, il periodo estivo ha concesso all’economia italiana un graduale recupero, registrando una diminuzione della produzione industriale del -8% a luglio, in miglioramento rispetto al -14% a giugno e al -21% a maggio. È quanto emerso dal Booklet Economia di Assolombarda, pubblicato su “Genio & Impresa” (genioeimpresa.it), il web magazine dell’associazione delle imprese che operano nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia. Resta critica, però, la connessione ai mercati internazionali che nei primi sei mesi del 2020 in Lombardia ha registrato una diminuzione delle esportazioni del 15,3%, l’equivalente a una perdita di fatturato pari a 9,7 miliardi di euro. Preoccupa anche il mercato del lavoro che tra aprile e maggio 2020 in Lombardia ha subito un calo di 110mila unità, il saldo trimestrale più negativo dal terzo trimestre del 2009, facendo aumentare il ricorso alla cassa integrazione. Rispetto al periodo pre-Covid, il recupero risulta essere ancora incompleto e disomogeneo tra i settori, evidenziato dal segno meno davanti a tutti gli indicatori di attività, ma è evidente che a partire da maggio le imprese si sono rimesse in moto e la contrazione nelle serie mensili delle diverse variabili economiche si è ridotta di intensità. In Lombardia gli indicatori convergono nel delineare, rispetto alla media nazionale, sia una caduta economica più consistente nel periodo di lockdown, sia soprattutto un recupero più lento e graduale da maggio ad oggi: rispetto alla stesso periodo del 2019, l’attività produttiva delle imprese lombarde ha registrato una diminuzione pari a -35% a marzo, -45% ad aprile, -22% a maggio e un netto miglioramento a giugno con un -15%.

Se i numeri legati alla produzione industriale fanno tirare un sospiro di sollievo, risultano ancora critici i dati sulle esportazioni: nel secondo trimestre 2020 la contrazione delle esportazioni lombarde è stata estremamente ampia e diffusa in tutti i settori e province, seppur con intensità diverse. Secondo i dati del Centro Studi Assolombarda, al calo di marzo (-13,1% rispetto all’anno prima), è seguita la pesante contrazione di aprile (-40,8%), poi più contenuta a maggio (-29,8%) e a giugno (-10,1%). Le contrazioni più ridotte si sono verificate nel settore alimentare (-3,5%) e farmaceutico (-12,8%), mentre i settori più colpiti sono stati moda (-42%), automotive (-41,3%), meccanica (-29%) e metalli (-30,1%). Nel complesso, nei primi sei mesi del 2020 le esportazioni in Lombardia sono diminuite del 15,3% su base annua, che equivale a una perdita di fatturato pari a 9,7 miliardi di euro, di cui nello specifico 3,2 miliardi a Milano, 634 milioni a Monza e Brianza, 236 milioni a Pavia e 121 milioni a Lodi. Non va meglio per il mercato del lavoro, dove le ripercussioni indotte dall’emergenza sanitaria hanno provocato un drastico calo dell’occupazione in Lombardia di 110mila unità, di cui 23mila occupati indipendenti e 87mila dipendenti. Scende sia il tasso di occupazione (66,5%) sia il tasso di disoccupazione (4,0%), riflesso del considerevole aumento di persone che hanno rinunciato alla ricerca di un impiego.

Da questa analisi, risulta essere prevedibile l’elevato ricorso alla cassa integrazione: tra aprile e luglio sono state autorizzate 454 milioni di ore in Lombardia, dato che equivale al 45% in più rispetto al record registrato nell’intero 2010. A livello di territori, in soli quattro mesi sia Lodi (con 8,8 milioni di ore di CIG) sia soprattutto Milano e Monza e Brianza (con 182,9 milioni di ore) raddoppiano le ore richieste rispetto ai picchi annuali del 2014 e del 2010 rispettivamente; Pavia (con 13,4 milioni di ore) supera leggermente il record dell’anno 2009. Per quanto riguarda gli indicatori soft, viene riconfermata la ripresa in atto, ancora lenta in Lombardia rispetto al resto d’Italia. Il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanese, indicativo dell’intensità di scambi economici sul territorio, si attesta a inizio settembre sui livelli di luglio, ancora inferiori del 5% circa rispetto al 2019. Gli spostamenti per motivi di lavoro rilevati da Google Maps nei primi giorni di settembre in Lombardia continuano ad essere ridotti del 34% rispetto al periodo pre-pandemia.

Api, il nuovo presidente è Pierluigi Cordua

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Si è svolta ieri pomeriggio l’Assemblea Ordinaria elettiva, per il rinnovo delle cariche, di Apindustria Brescia. Il Presidente uscente Douglas Sivieri, dopo un energico discorso è stato salutato con riconoscenza dai molti imprenditori presenti in sala. «Quelli alla guida dell’Associazione sono stati anni straordinari – dichiara il Presidente uscente Douglas Sivieri -. L’augurio è che anche il prossimo Presidente possa vivere con eguale intensità questa esperienza. Sappiamo che ci sarà molto da fare, sappiamo che per le Pmi il periodo è difficile ma sappiamo anche che l’Associazione c’è e può svolgere un ottimo lavoro di rappresentanza, oggi sempre più necessario».

Il nuovo Presidente di Apindustria Brescia, eletto dal neo Consiglio Direttivo a fine Assemblea, è Pierluigi Cordua, nato a Brescia il 18/04/1970 sposato da 14 anni con tre figlie. Il Dott. Cordua è Amministratore delegato dell’azienda di famiglia ISVE Srl, che si occupa della produzione e commercializzazione di impianti per il riciclaggio di prodotti non ferrosi e di impianti per il trattamento del legno. Ha avuto un’esperienza all’estero ormai conclusa, vicino a Shangai, dove nel 2008 ha fondato un’azienda in Joint Venture che si occupa della produzione di impianti sempre per il riciclaggio.

In Apindustria Pierluigi Cordua ha ricoperto diverse cariche, tra le quali:

  • Consigliere Gruppo Giovani;
  • Consigliere Senior e Consigliere Apiservizi durante il mandato Casasco;
  • Consigliere durante i mandati Sivieri, recentemente con delega allo sviluppo associativo;
  • Consigliere Unionmeccanica;
  • A livello Nazionale ha la carica di Consigliere di Confapi Servizi.

Nel 2015 ha anche ricoperto la carica di Presidente nel Rotary Valle Sabbia.

“C’è la consapevolezza del ruolo di responsabilità di cui sono stato insignito e che accolgo con piacere ed entusiasmo – ha detto il nuovo Presidente di Apindustria Brescia Piergluigi Cordua -, soprattutto in un momento in cui l’Associazione si è radicata con solidità sul territorio e resta importante anche la disponibilità all’apertura verso le istituzioni che continueremo a portare avanti. Apindustria rappresenta le Piccole industrie private bresciane più di ogni altra Associazione sul territorio, Apindustria è il faro delle Pmi bresciane e della difesa dei loro interessi”. La scelta di fare l’Assemblea in presenza è stata dettata dal desiderio di dare un segno di vicinanza agli imprenditori Associati Apindustria.

I risultati per la votazione dei 15 membri del nuovo Consiglio Direttivo sono i seguenti, in ordine alfabetico:

  1. Bonomi Amedeo, OMAL SPA – Rodengo Saiano
  2. Cordua Pierluigi, I.S.V.E SRL – Borgo Poncarale
  3. Dalola Delio, DISPARI SOC. COOP. SOC. ONLUS – Corte Franca
  4. Ferraboli Monica, MECCANICA PONTE CHIESE SRL – Prevalle
  5. Guerini Davide, C.D.S. DIAGNOSTICA STRUMENTALE SRL – Brescia
  6. Mariotti Marco, SIDERMARIOTTI SRL – Pontevico
  7. Mezzini Giuseppe, DOBLONE SRL – Brescia
  8. Orizio Alessandro, O.M.M. TECHNOLOGIES SRL – Maclodio
  9. Pastore Chiara, VETRODOMUS SPA – Brescia
  10. Raineri Giuseppe, A. F. G. P. ASSOCIAZIONE FORMAZIONE G. PIAMARTA – Brescia
  11. Salvini Williams, O.P.S. OFFICINA PRESS. SCOTTI SRL – Monticelli Brusati
  12. Vertua Daniele, FACCHINI FRANCESCO SPA – Castrezzato
  13. Vinati Matteo, VINATI SRL – Nave
  14. Vismara Paolo, VPM GROUP SRL – Alfianello
  15. Vivante Nadia, TOOLS FOR SMART MIND SRL – Castel Mella

Altresì dalle votazioni sono stati eletti all’unanimità i componenti effettivi ed i supplenti del Collegio dei Probiviri dell’Associazione:

Effettivi

AVV. VITTORINI                                    PIERGIORGIO                       Presidente

DOTT. GHETTI                                        MASSIMO

ING. PATERLINI                                    FERDINANDO

Supplenti

AVV. DUSI                                                ALESSANDRO

RAG. MELELEO                                      LUIGI

ING. TORTELLA                                     STEFANO

Votati all’unanimità anche i componenti, effettivi e supplenti, del Collegio dei Sindaci dell’Associazione:

Effettivi

DOTT. PERNIGOTTO        ENRICO                                     Presidente

DOTT. RANZINI                     FAUSTO

DOTT.SSA FEDERICI          TERESA

Supplenti

DOTT. SGORBATI             SIMONE

DOTT. BAREZZANI               ENRICO

Aib, Giovanni Marinoni Martin nuovo presidente del settore Metalli

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Sono proseguite nella giornata di ieri – in forma telematica – le assemblee per il rinnovo dei consigli e dei presidenti degli 8 settori merceologici dell’Associazione Industriale Bresciana, relativi al quadriennio 2020-2024.

A seguito degli scrutini, Giovanni Marinoni Martin (O.R.I. Martin Spa) è stato nominato presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria, sostituendo Loretta Forelli (presidente dallo scorso mese di giugno della Fondazione AIB). Nel ruolo di vicepresidente sono stati nominati Giacomo Coglio (Forelli Pietro Spa) e Silvia Mangiavini (Raffineria Metalli Guizzi Spa). Completano il consiglio direttivo Roberto Bersi (Bicomet Spa), Michele Bortolami (Raffmetal Spa), Nicola Cantele (S.A. Eredi Gnutti Metalli Spa), Giuseppe Cavalli (Alfa Acciai Spa), Mauro Cibaldi (Deral Spa), Giorgio Cortesi (Almag Spa) e Giovanni Pasini (Acciaierie di Calvisano Spa).

Il neoeletto presidente, come da regolamento, diventa membro del Consiglio Generale di AIB per il quadriennio 2020-2024.

Le assemblee per il rinnovo dei settori termineranno – sempre in forma telematica – domani alle ore 17.00, con il rinnovo del consiglio della MECCANICA (attuale presidente Gabriella Pasotti).

Come effettuare il licenziamento per giusta causa

in Economia/Lavoro by

La disciplina del mondo del lavoro è uno di quei settori per i quali le discussioni a livello giurisprudenziale, ma anche nella vita di tutti i giorni, sono sempre molto accese e ricche di sfaccettature, aperte a molteplici tipi di interpretazione semplicemente in base al punto di osservazione dal quale ci si pone per proporre le proprie soluzioni o trarre delle conclusioni. Come in tutti i settori non è mai facile schierarsi in toto a favore di una posizione netta e senza sfumature.

La lunga diatriba sul licenziamento

Nell’ambito di questa diatriba, uno degli argomenti più “caldi” riguarda la possibilità di licenziare un dipendente. Ovviamente dalla parte delle ragioni dei dipendenti e di chi sostiene che la possibilità di licenziare crei una evidente ingiustizia sociale, c’è la motivazione che questo creerebbe una società in cui non esiste stabilità lavorativa, certezza del proprio futuro e quindi conoscenza delle proprie prospettive, rendendo instabile qualsiasi tipologia di attività progettuale del privato, come singolo e come membro di una famiglia e di una collettività. D’altra parte chi ha un’impresa sa benissimo cosa vuol dire assumere una persona, e i costi che questo impegno comporta, anche per la enorme quantità di contributi che nel nostro Paese sono previsti in relazione all’assunzione di dipendenti. Inoltre, essendo il rischio di impresa totalmente in capo all’imprenditore, lui sa che un eventuale calo delle commesse o una sostanziale diminuzione del giro d’affari lo costringerebbe, a parità di personale impiegato nella propria azienda, a sostenere dei costi che potrebbero diventare eccessivi rispetto ai ricavi.

Il licenziamento per giusta causa

Caso a parte, escluso da questa diatriba, è il licenziamento per giusta causa: si tratta di una forma di licenziamento in tronco, senza preavviso, con il quale il datore di lavoro recede unilateralmente dal contratto di lavoro a causa di un comportamento talmente grave da parte del dipendente da far venire meno il rapporto di fiducia che deve intercorrere fra datore di lavoro e lavoratore e senza il quale è impossibile proseguire il rapporto di collaborazione.

La giusta causa può essere quindi riscontrata non solo nelle inadempienze di natura contrattuale ma anche nei comportamenti del dipendente che, seppur estranei alla sfera lavorativa, siano talmente gravi da riflettersi nell’ambito del lavoro e in particolare nel far venire meno la fiducia che ogni datore di lavoro deve riporre nel proprio collaboratore. Per saperne di più sul licenziamento per giusta causa, verifica quali siano i casi in cui si può esercitare e come sia realizzabile senza andare in tribunale.

 

 

Inflazione, tasso tendenziale ancora negativo nel Bresciano: -1%

in Economia/Tendenze by

Per il mese di agosto, il tasso congiunturale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un lieve
aumento (+0,2%), mentre, per il quarto mese consecutivo, il tasso tendenziale presenta un valore decisamente negativo
(-1,0%). A livello di divisione, gli incrementi congiunturali più consistenti si verificano soprattutto per le componenti turistiche e
stagionali, principalmente per i “Trasporti” (+1,7), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,6%) e “Ricreazione, spettacoli e
cultura” (+0,6%). Infine un lieve incremento è presente in “Altri beni e servizi” (+0,3%).

Al contrario, diminuzioni delle variazioni congiunturali si registrano, in ordine decrescente, per le seguenti divisioni
“Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-1,2%)“, “Comunicazioni” (-0,5%), “Prodotti alimentari e bevande
analcoliche” (-0,3%) e Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,2%).

Rimangono nulle le variazioni congiunturali delle restanti divisioni: “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Istruzione”,
“Servizi sanitari e spese per la salute” e “Abbigliamento e calzature”.

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” e i “Servizi”, presentano andamenti congiunturali differenti: i primi in
lieve diminuzione (-0,1%) e i secondi in deciso aumento (+0,7%). Approfondendo le analisi, si registrano sostenute
deflazioni congiunturali dei beni alimentari, in particolare per gli “Alimentari non lavorati” (-0,7%), cresciuti negli ultimi
mesi, come è anche indicato dalla elevata variazione tendenziale (+2,5%). Tra i “Servizi”, invece, sono in forte aumento
congiunturale i “Servizi relativi ai trasporti” (+3,2%), seguiti dai “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”
(+0,7%), tutti elementi legati al turismo e alla stagionalità.

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, questo mese rispetto al mese precedente sono fortemente in
aumento i prodotti a media frequenza d’acquisto (+0,8%). Al contrario, presentano lievi diminuzioni i prodotti a alta e a
bassa frequenza di acquisto (-0,1%).

Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè
l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), dopo due mesi di valori negativi,
registra una variazione congiunturale lievemente positiva (+0,4%), con un tasso tendenziale negativo (-0,3%).

Economia, indagine di Associazione Artigiani: oltre la metà dà un giudizio negativo del governo

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

“Le incognite dell’autunno restano pesanti. C’è un quadro economico generale difficile, le inquietudini post Covid restano e non giovano al quadro generale le notizie che sulla pandemia arrivano d’oltre Oceano, da alcuni Stati europei e dai dati nazionali con l’accendersi, qua e là, di focolai. Restano inquietudine e incertezze. I provvedimenti  del Governo sono attesi alla loro messa a terra, ma per ora – questa la valutazione complessiva degli artigiani – il giudizio è negativo”.

La rilevazione è dell’Associazione Artigiani che, grazie al lavoro del centro studi Lino Poisa, ha contattato nella consueta rilevazione semestrale  (la prima risale al 2016) 1500 artigiani associati e suddivisi per 12 categorie nelle 14 circoscrizioni in cui è stata sezionata la nostra provincia.

Dal corposo risultato dell’indagine emerge l’accennata ampia riserva sull’attività del Governo. Alla domanda “Come giudica i provvedimenti del Governo”   solo il 6% li considera molto positivi, il 19% dice di considerarli abbastanza positivi, quindi c’è un 21% che non si pronuncia  mentre il 29% si dichiara poco soddisfatto di quanto fatto e il 25% dà un giudizio nettamente negativo.

La zona dove il giudizio per il Governo è migliore è la città (il 35% si dice molto o abbastanza soddisfatto) mentre è la Valle Sabbia che guida le zone dove la valutazione è più negativa. Fra i settori, l’alimentare (40%) è quello più critico mentre gli artigiani del legno si dicono più positivi. Il quadro complessivo, come detto, resta pesantemente negativo su quanto sin qui fatto. Come commenta Bortolo Agliardi, presidente dell’Associazione Artigiani, “sblocco delle opere pubbliche, formazione e digitalizzazione sono misure che devono essere accompagnate da un aumento della produttività, in particolare della Pubblica Amministrazione chiamata a pianificare e presentare progetti finanziati e garantiti dal bilancio Ue con l’emissione dei recovery bond”.

L’indagine si sofferma poi su altri aspetti. E’ in qualche modo sorprendente quanto emerge relativamente al credito e alla difficoltà di accedervi. Alla domanda se sia o no aumentata la difficoltà ad  avere credito, solo il 10% dei 1500 artigiani interpellati risponde affermativamente a fronte di un 21% che dichiara di avere avuto meno problemi che nel passato; il restante  69% dichiara  “stabilità”. Il settore elettrico è quello che dichiara il maggiore aumento delle difficoltà (il 17%), Valle Trompia e Valle Sabbia le zone dove questa difficoltà è stata più accentuata, la Pianura Bresciana Orientale la zona dove il credito è stato più facile e infine il settore tessile quello dove il credito stesso è stato più agevole.

“Il positivo dato del credito – commenta Enrico Mattinzoli, responsabile del Centro studi dell’Associazione – pone Brescia in  controtendenza rispetto al dato nazionale: a fronte del 10% delle aziende che dichiarano un aumento delle difficoltà ad avere credito, il dato nazionale segnala il 23%. Sul tema – commenta sempre Mattinzoli – risulta determinante l’azione dei Confidi e degli istituti di credito presenti sul territorio bresciano che sono tempestivamente intervenuti nel supportare le imprese”. Artfidi Lombardia (consorzio fidi presieduto dallo stesso Mattinzoli) che ha un volume delle attività finanziarie al 30/6/2020 pari a oltre 201 milioni di euro registra una flessione, delle garanzie in essere, del 21% ad aprile e maggio rispetto allo stesso periodo 2019, per poi riprendere nel mese di giugno.

“E’ il segno che le aziende vogliono continuare ad investire – conclude la nota – Un piccolo viatico per un autunno che si annuncia, come già detto, difficile”.

Enrico Mattinzoli

 

 

Il mercato delle case post lockdown: prezzi in salita o in discesa?

in Economia by

Il periodo di lockdown ha lasciato il segno su moltissime attività imprenditoriali; ha fatto lo stesso anche sul mercato immobiliare, per un’equazione molto semplice da comprendere: molte persone in cassa integrazione, meno lavoro = meno traslochi e meno acquisti di nuove abitazioni. Contemporaneamente però sono anche numerosi coloro che, trovatisi a vivere il periodo di lockdown all’interno di un piccolo bilocale senza giardino, sono alla ricerca di un immobile più spazioso e comodo, nel timore di ulteriori periodi di “reclusione” in casa. Per capire cosa accadrà nei prossimi anni nel mercato immobiliare servirebbe la bacchetta magica, di certo per ora i prezzi sono fortemente calati.

Perché i prezzi delle case calano

Cosa accadrà domani
Come trovare la casa giusta

Basta guardare gli annunci di un’agenzia immobiliare a Brescia e provincia per notare quanto i prezzi delle abitazioni si siano abbassati negli ultimi mesi e così anche le richieste abbiano incominciato a diversificarsi rispetto a quanto accadeva prima della chiusura. Infatti la problematica è correlata direttamente al periodo di lockdown, anche perché per alcuni mesi la legge vietava di cambiare casa, cosa che ha ritardato tutti i traslochi e le vendite già in atto a inizio anno. Stiamo quindi vivendo per certi versi l’onda lunga di quel periodo: sono finalmente però ripresi i traslochi e i trasferimenti. Qualcosa però si sta muovendo; da un lato sempre più persone si stanno spostando dalla città alla prima periferia, sperando in una situazione migliore in caso di ulteriore fermo. Dall’altro lato le nuove normative in fatto di bonus edilizi stanno cominciando a dare i primi frutti in questo settore. Chi deve scegliere la casa oggi deve però affidarsi sicuramente a un professionista, che gli saprà indicare quali caratteristiche considerare.

Gli affitti per studenti e lavoratori

Un’altra problematica che abbassa gli affitti?
Non è sempre vero

Il lockdown ha anche portato alcune ditte a mantenere il regime di smart working per numerosi dipendenti; allo stesso modo ci sono università che hanno già annunciato l’intenzione di rafforzare la didattica a distanza. Nel corso dei mesi quindi alcune zone nei centri cittadini, note per ospitare lavoratori pendolari e studenti, si stanno trovando senza clienti. Ad oggi questo non ha ancora pesato in modo eccessivo, ma di certo porterà a una diminuzione degli affitti uso foresteria: minore richiesta porta necessariamente a maggiore offerta. Non è ovviamente sempre così, alcune zone specifiche mostrano affitti in aumento, forse anche a causa del desiderio di molti di ottenere la remunerazione “mancata” a causa del lockdown dai nuovi inquilini.

Trovare casa oggi

Gli elementi da prediligere
Rinnovare casa

Oggi chi è alla ricerca di una nuova abitazione non può non valutare l’eventualità di un nuovo lockdown. Proprio per questo elementi quali la vicinanza ai servizi e ai negozi, la disponibilità di un terrazzo o di un giardino, la presenza di spazi interni accettabili, sono tutte caratteristiche diventate essenziali per la scelta di una nuova casa. Considerando poi il fatto che per tutto il 2021 sarà possibile migliorare l’efficienza energetica della casa praticamente a costo zero, alcuni immobili hanno decisamente aumentato la propria appetibilità da parte dei futuri acquirenti.

L’export bresciano crolla anche nel secondo trimestre

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni nel bresciano ammontano a 3,1 miliardi, in calo di oltre 1,2 miliardi rispetto ai 4,3 del secondo trimestre 2019. In termini percentuali il calo è stato del 28 percento. In forte calo, come prevedibile, anche le importazioni, passate da 2,45 miliardi di euro a 1,8 miliardi nel secondo trimestre 2020. A osservarlo è il Centro Studi di Apindustria rielaborando i dati dell’Istat relativi all’export. Il calo delle esportazioni ha riguardato in modo relativamente omogeneo tutte le aree. A livello cumulato, nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni bresciane sono arrivate a 6,9 miliardi, in calo del 18% circa rispetto ai primi sei mesi del 2019 (8,5 miliardi di euro). Come sottolinea l’Istat la dinamica territoriale dell’export nel secondo trimestre 2020 è fortemente condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sulle esportazioni italiane, in particolare in aprile. Nei due mesi successivi c’è stata una ripresa, ma ben lontana dal compensare la situazione. In tale contesto le regioni del Nord sono quelle che hanno fornito i contributi negativi maggiori e Brescia – insieme a Milano, Torino, Firenze, Vicenza e Bergamo – è tra le province italiane che hanno avuto le performance peggiori. «I dati sulle esportazioni erano attesi ed è inutile fasciarsi la testa oggi – afferma il presidente di Apindustria Douglas Sivieri -. Osserviamo a livello nazionale un rimbalzo positivo della produzione industriale a luglio (i dati sono stati diffusi oggi sempre dall’Istat), semplice perché si giocava un po’ a porta vuota e che sarebbe stato meglio vedere già da giugno. Ad ogni modo è oggi fondamentale lavorare su una progettualità vera, non fossilizzarsi né tanto meno riproporre progetti datati ma muoversi sul digitale, infrastrutture che servono, comprese quelle che riguardano aeroporti e movimentazione merci, piani di integrazione ferro e gomma per il trasporto. E formazione, non solo quella scolastica, importantissima, ma anche quella continua per i dipendenti delle imprese».

Aib, ecco i nuovi presidenti dei settori Chimica e Trasporti

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Sono proseguite nella giornata di ieri – in forma telematica – le assemblee per il rinnovo dei consigli e dei presidenti degli 8 settori merceologici dell’Associazione Industriale Bresciana, relativi al quadriennio 2020-2024.

A seguito degli scrutini, Julia Righettini (Setrans Srl) è stata nominata presidente del Settore Trasporti, sostituendo nel ruolo Luciano Dalè (Dalè Silvio Srl), che assumerà il ruolo di vicepresidente. Completano il consiglio direttivo Alessandro Barbiero (Barbiero Spa), Moreno Caldana (Consorzio Autonoleggio Uni Auto&Bus), Federico Dalla Vecchia (F.E.R.T. Spedizioni Internazionali Srl), Gian Paolo Dosselli (Savino del Bene Spa), Carlo Mangiarini (Air Sea Service Srl), Stefano Mansani (Ferrovie dello Stato) e Massimo Torelli (Ghidini Rok Srl).

Mauro Barensfeld (Barnem Tecnologie Plastiche Srl) è invece il nuovo Presidente del settore Chimico, raccogliendo il testimone da Giovanni Silvioli. Nel ruolo di vicepresidente è stata eletta Elena Franceschetti (Franplast Spa). Il consiglio direttivo è completato da Alessandro Belli (Ave Spa), Germana Bergomi (Italian Gasket Spa), Matteo Carletti (Francesco Franceschetti Elastomeri Srl), Giovanni Cherubini (Colorificio Bresciano 1909 Srl), Alberto Fisogni (Turco Italiana Spa), Augusto Rampa (Rifra Masterbatches Spa), Giovanni Silvioli (Camfart Srl), Giorgio Triva (Copan Italia Spa) e Giuseppe Vallaperta (Whitford Srl).

I neoeletti presidenti, come da regolamento, diventano membri del Consiglio Generale di AIB per il quadriennio 2020-2024.

Le assemblee per il rinnovo dei settori proseguiranno – sempre in forma telematica – secondo il seguente calendario:

  • TERZIARIO (presidente Paolo Chiari), giovedì 10 settembre ore 17.00.
  • ABBIGLIAMENTO, MAGLIECALZE, CALZATURIERO, TESSILE (presidente Michela Facenti), venerdì 11 settembre ore 15.00.
  • METALLURGIA, SIDERURGIA, MINERARIA (presidente Loretta Forelli), martedì 15 settembre ore 17.00.
  • MECCANICA (presidente Gabriella Pasotti), mercoledì 16 settembre ore 17.00.

Camionista perde il lavoro e resta schiacciato dai debiti: il tribunale fa 72mila euro di “sconto”

in Economia/Finanza by

Nel corso degli anni aveva accumulato ben 123.744 euro di debiti. Una cifra che non sarebbe mai riuscito a pagare con uno stipendio da 1.500 euro al mese. Per questo i giudici hanno deciso di applicare la legge 3/2012 e di fargli uno “sconto” di oltre 72mila euro, che gli permetterà tra quattro anni di ricominciare una nuova vita.

Protagonista di questa storia, fortunatamente a lieto fine, è un camionista di 56 anni originario di Monza e residente a Desio. Nel corso degli anni, l’uomo era stato vittima di forti ritardi nei pagamenti da parte della ditta per cui lavorava con un contratto a tempo determinato, che poi non gli è stato rinnovato. Da qui il ricorso crescente a prestiti per mangiare ed avere un tetto sulla testa, ma nel 2018 le richieste dei creditori sono lievitate fino al punto di rendergli impossibile pagare. Per tale ragione, dopo aver anche visto improvvisamente crollare la relazione sentimentale che aveva in corso, il 56enne si è rivolto allo studio legale Pagano & Partners di Brescia, chiedendo di accedere alle procedure della cosiddetta legge sul Sovraindebitamento.

“I giudici – sottolinea l’avvocato Monica Pagano, che si è occupata del caso con il collega Matteo Marini – hanno deciso che il cliente, per i prossimi quattro anni, verserà un quinto dello stipendio (300 euro al mese, per un totale di 14.4oo euro), somma a cui si aggiungerà il modesto ricavato della vendita della casa (36.800 euro). Al termine della procedura, se le prescrizioni verranno rispettate, la restante parte del debito sarà poi cancellata. E nel frattempo il tribunale ha bloccato tutte le azioni cautelari ed esecutive nei suoi confronti”.

“Il principio della legge 3/2012 è molto semplice – chiariscono i due avvocati – un cittadino onesto che si trova in difficoltà non può essere costretto a fare i conti per tutta la vita con debiti che non riuscirà mai a pagare sulla base della sua attuale situazione economica, ma deve essere chiamato a versare solo quanto può, mantenendo nel frattempo una vita dignitosa. Anche per questo, la legge viene chiamata Salva Suicidi e non è un caso che – oggi, in tempi di difficoltà legate al Coronavirus – sempre più persone ne chiedano una piena applicazione da parte dei tribunali”.

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