Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Ottobre 2019 - page 2

Brescia-Qatar: intescambi cresciuti del 126 per cento nel 2018

in Economia/Tendenze by
Qatar, foto da Pixabay

Col Qatar  scambi da 1,4 miliardi per l’Italia nei primi sei mesi del 2019, +23% in un anno, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano. Di questi, 666 milioni per il Veneto (+5% in un anno), 279 milioni per l’Emilia Romagna (+303%), 230 milioni per la Lombardia (+14%). Si tratta di 698 milioni di export e 696 milioni di import a livello nazionale, di cui 194 milioni di export lombardi. Ieri incontro di Alessandro Gelli, direttore di Promos Italia col Ministro del commercio e dell’industria del Qatar Ali Bin Ahmed Al Kuwari  in occasione dell’l’Italian Arab Business Forum di ieri in Assolombarda organizzato da JIACC e Promos Italia.

“Nei primi 6 mesi del 2019 l’export italiano verso il Qatar ha raggiunto i 698 milioni di euro, facendo registrare una crescita del 38,1% rispetto al primo semestre 2018 – ha dichiarato Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano -. Un dato estremamente significativo che riteniamo continuerà a crescere nei prossimi anni, grazie anche alla World Cup del 2022, un’ulteriore opportunità di crescita per il Paese e per le relazioni economiche e imprenditoriali con l’Italia”.

Milano ha un business col Qatar di 107 milioni, in crescita del 30% in un anno, importa per 11 milioni (+8%) ed esporta per 96 milioni (+33%). Maè Brescia uno dei territori in cui si è registrata la crescita maggiore: gli interscambi, infatti, ammontano a 29,9 milioni, contro i 13,2 dell’anno precedente, con una crescita del 126% sul 2018.

Nei settori prevale il manifatturiero con 693 milioni per l’ export in sei mesi (+39% in un anno), e per l’import il settore petrolifero con 617 milioni di import in sei mesi (+7% in un anno).

Si esportano metalli con 256 milioni in sei mesi, + 431% in un anno, macchinari per 117 milioni (+28%), moda e abbigliamento con 62 milioni (+9%). Nel manifatturiero si importano chimica per 50 milioni in sei mesi, + 8% in un anno, prodotti petroliferi raffinati per 18 milioni.

Conversazioni strategiche di vendita per migliorare i tuoi affari

in Commercio/Economia/Innovazione by

Sei alla ricerca di un metodo per ottimizzare al meglio le tue vendite e riuscire a chiuderne di più? Allora sei nel posto giusto, perché in questo articolo vedremo come vendere in modo più efficace, applicando le giuste strategie.

A tal proposito, l’esperienza sulle strategie di vendita dell’esperto Mirko Cuneo, ti sarà sicuramente di aiuto. Una vendita è molto più di un insieme di tecniche, questo il “cuore” del suo messaggio. Mirko ha un’azienda a Milano e aiuta le micro, piccole e medie imprese in Lombardia, e non solo, ad affinare le proprie tecniche di vendita.

Qual è il segreto del successo di una buona strategia?

La capacità di immedesimarsi nel cliente, focalizzando la conversazione sulle sue esigenze lasciando da parte un po’ del proprio bisogno spasmodico di vendere.

La difficile arte dell’ascolto attivo

Mirko Cuneo suggerisce che il cuore pulsante di una transazione d’affari non è il prodotto che si vende, ma la relazione stessa con il cliente, la capacità del venditore di immedesimarsi con il suo interlocutore.

Un approccio comune è quello del venditore che passa buona parte della transazione a decantare qualità è virtù del prodotto/servizio o della propria azienda.

Risultato?

Il cliente, nel migliore dei casi, attenderà pazientemente la fine del monologo auto-celebrativo solitamente ridondante e stucchevole. Inutile aggiungere che al termine dello show del venditore, molto difficilmente il cliente sarà propenso all’acquisto.

Spesso, l’approccio che vi ho appena descritto, è la prassi dei venditori ancora inesperti, che, condizionati dall’ansia della performance, sono totalmente concentrati su sé stessi o sulle “dieci regolette” imparate durante la formazione, senza alcuna forma di originalità.

Sia chiaro, qui non si vuole sostenere minimamente un approccio che si basa sull’improvvisazione. Il vero punto cruciale è che, per quanto siano importanti le regole base della vendita, occorre sempre calarle nel contesto, che inevitabilmente, cambia di volta in volta.

Ogni persona ha caratteristiche, esigenze, gusti, bisogni differenti che il bravo venditore deve prima imparare a conoscere, se vuole davvero essere efficace nella sua transazione.

Ogni strategia di vendita deve essere supportata dal cosiddetto “ascolto attivo” – ovvero un ascolto interessato durante cui il venditore prova a capire davvero quali siano le esigenze del suo interlocutore. Come suggerisce Mirko, la conoscenza del cliente è utile che sia approfondita facendo domande mirate a comprendere al meglio il suo pensiero. Solo essendo a conoscenza di ciò di cui ha bisogno il consumatore sarà possibile offrirgli proprio la soluzione che fa al caso suo.

Vediamo di seguito un esempio.

“Vendimi questa penna”: l’arte di comprendere i bisogni per trovare soluzioni su misura

Chi ama il buon cinema probabilmente avrà visto “The Wolf of Wall Street”, con Leonardo DiCaprio.

Il film narra la storia vera del broker miliardario Jordan Belfort e della sua parabola nel mondo della finanza rampante di Wall Street negli anni ‘80.

In una delle scene del film, un giovane ma già sicuro di sé Belfort prova ad “addestrare” il suo primo team di aspiranti broker. Per mettere alla prova le loro doti, chiede loro di cercare di vendergli una penna.

Il più sveglio della truppa si limita a chiedere a Belfort / DiCaprio di scrivergli il proprio nome, Belfort risponde ammiccando che non ha la penna, et voilà e l’altro prontamente gliela porgo. Dopo che un bisogno è stato creato, la vendita si è chiusa con successo.

La morale della scena è: saper vendere vuol dire analizzare la situazione e comprendere le necessità o i desideri di chi si ha di fronte per poterli esaudire con il nostro prodotto o servizio.

L’ascolto attivo è fondamentale per avere accesso all’altro, per comprendere il suo mondo e le sue esigenze, per potersi relazionare con il cliente occupandosi veramente di quello che vuole.

Sarà l’esperienza della conversazione, l’esperienza della relazione umana che convincerà più di ogni altra cosa il cliente ad accettare la proposta. Le caratteristiche del prodotto o del servizio saranno un valido supporto e serviranno per fornire utili informazioni aggiuntive.

Non ti rimane che provare per credere: sei davvero capace di vendere quella penna?

Libri, il settore a Brescia dà lavoro a 908 imprese e 3mila persone

in Cultura/Economia/Tendenze by

Libri e editoria, dalla stampa alle librerie un business per 61 mila imprese in Italia e 194 mila addetti, con 27 miliardi di fatturato annuale, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi al secondo trimestre 2019. Da produzione e commercio di libri alle agenzie di stampa fino a programmazione e trasmissione televisiva. In Lombardia coinvolte 11 mila imprese, con 50 mila addetti e 12 miliardi di fatturato. Un settore femminile, in cui le donne pesano il 31% tra le imprese in Italia, il 27% in Lombardia. I giovani sono il 7% nel Paese e il 5% in regione. Gli stranieri sono il 3%.

Più forniti tra i territori italiani, Roma e Milano. Prima Roma con 6 mila imprese circa. Ha 37 mila addetti, che crescono del +2,3% in cinque anni. Segue  Milano con oltre 5 mila imprese e 32 mila addetti, questi ultimi restano stabili. Poi c’è Napoli con 3 mila imprese e quasi 5 mila addetti, Torino con 2 mila imprese e 7 mila addetti, Bari, Firenze, Salerno, Bologna, con 5 mila addetti, Catania, Palermo, Genova con oltre mille imprese.  Tra le prime per addetti anche Bergamo, Padova e Verona con circa 5 mila. Nel settore crescono le librerie, +2% in Italia e +9% a  Milano. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2019 e 2018. Per business, dopo la Lombardia con 12 miliardi, c’è il Lazio con 7 miliardi, Emilia Romagna, Veneto con circa due miliardi. Per territorio, affari più consistenti per Milano, con 11 miliardi, Roma con 7 miliardi, Torino con oltre 700 milioni, Bologna, Verona e Bergamo con oltre 500 milioni.

I settori legati all’editoria in Lombardia. Un business da 12 miliardi in Lombardia dove sono attive 11 mila imprese con 50 mila addetti secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte Registro Imprese al secondo trimestre 2019. I settori più coinvolti sono le librerie, (circa 5 mila imprese su 32 mila nel Paese), stampa (3 mila imprese su 17 mila), editoria (oltre 2 mila su 10 mila).

Quasi la metà delle imprese lombarde è concentrata nell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi. Prima è Milano con circa 5 mila imprese e 32 mila addetti, stabili in cinque anni. Poi c’è Brescia con 908 imprese e 3 mila addetti, Bergamo con 839 imprese e 5 mila addetti, Varese e Monza con oltre 700 imprese e 2 mila addetti ciascuna, Como e Pavia con circa 500 imprese l’una, a Como con circa 1.600 addetti. A Lodi sono 169 le imprese con quasi 500 addetti.

Credito e finanza: in provincia Brescia 5mila assunzioni nel 2018

in Economia/Finanza/Lavoro/Tendenze by
Manager, foto generica

Imprese del credito e della finanza: se consideriamo il settore amministrativo allargato all’area legale e al controllo di gestione, le entrate lavorative annuali a Milano sono state di quasi 30 mila nell’anno 2018, il 7% di tutte le entrate milanesi, 394 mila,:_quasi una su dieci. Lo stesso dato in Lombardia è stato del 5,5%, con 50 mila entrate su 918 mila e in Italia del 4,5%, con 207 mila entrate su 4,6 milioni, circa una su venti.

A Milano i dirigenti entrati nel 2018 nell’area amministrativa sono stati il 53% rispetto alla prevalenza di impiegati in Italia col 58% e in Lombardia con 54%. Seconda per entrate nella finanza Brescia con 5 mila, terza Bergamo con quasi 4 mila. Seguono con 3 mila Varese e Monza Brianza, con 2 mila Como. Alto a Lecco il peso su tutte le entrate, 1.470 su 26 mila, il 6% circa, poco meno di Milano, quasi una su dieci.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati 2018 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.

All’interno del comparto finanziario e gestionale, se si guarda al settore della finanza, credito e assicurazioni, con circa 10 mila entrate previste in un anno, Milano rappresenta il 77% del totale lombardo che è di oltre 13 mila, un quarto circa di quello italiano che raggiunge quota 43 mila. Più alta a Milano anche la percentuale di giovani fino a 29 anni, il 38,3% delle entrate previste rispetto a una media italiana del 34%.

Tra le regioni con maggiori entrate nel settore, oltre alla Lombardia prima con il 31,2% del totale nazionale, ci sono il Lazio (15,4%) e l’Emilia-Romagna (10,3%). Il 24% dei nuovi posti di lavoro è in preferenza dedicato a figure femminili. Le competenze maggiormente richieste per i nuovi assunti? Un’alta capacità di risoluzione dei problemi nel 72% dei casi e molta flessibilità e adattamento (85%). Richieste anche buone competenze digitali (84%) e capacità di applicare tecnologie 4.0 (46%).

Centro Padane Srl apre ai Comuni: il primo ad entrare è Berzo Demo

in Economia/Istituzioni/Provincia di Brescia/Servizi by
Da sinistra per chi guarda: Fabrizio Scuri (presidente Centro Padane), Rosolino Azzali (vicepresidente Provincia Cremona), Samuele Alghisi (presidente Provincia Brescia), Andrea Daconto (Cda Centro Padane) e Bruna Gozzi (Cda Centro Padane).

Via libera, questa mattina, alla proposta di aprire le quote della società Centro Padane Srl ad altri enti pubblici, mantenendo comunque fermo il principio della parità di rappresentanza tra i territori di Brescia e Cremona nella compagine sociale.

A deciderlo sono stati, durante la parte straordinaria dell’assemblea convocata a Cremona, i due soci fondatori della società nata da una costola di Autostrade Centro Padane con l’obiettivo di supportare le amministrazioni locali nella gestione, direzione lavori e pianificazione di opere stradali e di edilizia pubblica, nella manutenzione straordinaria delle strade e nella definizione di progetti di smart road.

La Provincia di Brescia e la Provincia di Cremona, che detengono ciascuna il 50 per cento delle quote, hanno infatti deliberato un aumento di capitale a 625mila euro, di cui 125mila destinati ai nuovi soci (tecnicamente l’aumento di capitale è di 209.266 euro di cui 125mila a capitale sociale e 84.266 a  riserva sovrapprezzo). Il primo Comune ad aderire sarà Berzo Demo (Bs), che ha già deciso di affidare un’importante attività di progettazione e direzione lavori alla società guidata da Fabrizio Scuri. Ma ben presto ne seguiranno, sempre con quote minoritarie, altri.

“Stiamo lavorando per portare valore ai nostri soci”, ha detto  il presidente Fabrizio Scuri, “e siamo ben lieti di accoglierne altri, nell’ottica di estendere i benefici attraverso le economie di scala. Nei prossimi mesi noi organizzeremo diversi incontri per spiegare l’opportunità agli enti locali: se altri Comuni o Enti pubblici sono interessati si facciano avanti”.

“La partnership con Cremona”, ha sottolineato il presidente della provincia di Brescia Samuele Alghisi, “sta già dando frutti importanti: Centro Padane ha già dimostrato di poter essere sempre più uno strumento utile per tutte le amministrazioni locali nell’obiettivo di gestire in efficienza e con standard qualitativi elevati numerosi servizi essenziali per i cittadini”.

Nella parte ordinaria dell’assemblea di oggi, inoltre, i soci hanno ratificato la previsione dei conti 2019, che – salvo sorprese – si chiuderanno in equilibrio con  ricavi per 1,17 milioni di euro derivanti per quasi l’80 per cento da direzioni lavori e verifiche tecniche, per il 16 per cento da attività di progettazione e per il 6 da attività innovative (il costo del personale incide sulle spese per il 25 per cento). E’ previsto un utile post imposte di 32mila euro.

 

 

Tecnologie per realizzare il modello dell’Impresa Intelligente

in Economia/Partner 2 by

Un’azienda che decide di sviluppare il proprio business basando le sue attività sulle nuove tecnologie smart, prende il nome di impresa intelligente. Per questa tipologia di impresa, determinante è la capacità di attingere a tutti gli strumenti che oggi sono messi a disposizione per sviluppare prodotti e/o servizi in linea con le richieste del mercato obiettivo.

Il principale vantaggio competitivo delle aziende manifatturiere, consiste nella conoscenza approfondita dei propri processi sia interni che collaborativi. Lo scopo dell’impresa intelligente è quello di ottimizzare processi e tempi produttivi, conoscendo al tempo stesso tutti gli aspetti connessi alla messa sul mercato del prodotto/servizio in questione.

Associare ad un’impresa il concetto di “intelligenza” significa attribuire a quest’ultima una serie di funzioni che la renderanno più competitiva rispetto ad un’azienda che ha deciso di non innovarsi. Il modello di impresa intelligente, si evolve per dare spazio a funzioni aziendali che mediante specifiche tecnologie permettendo di prendere decisioni più puntuali, precise e rapide.

Vediamo quali sono i principali aspetti che caratterizzano un’impresa Intelligente:

PRODOTTI INTELLIGENTI

Il prodotto è l’asset principale su cui si fonda il successo della manifattura italiana: oggi le nuove tecnologie permettono di ripensarlo trasformandolo in un sistema che sappia comunicare ed interagire con il cliente e il produttore. Le più importanti tecnologie da utilizzare sono in questo caso l’Internet of Things e l’Intelligenza Artificiale.

Alcuni esempi realizzati di Smart Product sono un “barman robotizzato” sviluppato da una catena retail food in grado di comprendere l’ordine di un cliente e servire il giusto cocktail e un sistema di sensori in grado di monitorare una struttura come un ponte o una galleria autostradale realizzando un sistema di manutenzione predittiva utile per prevenire crolli ed altre problematiche .

UNA GESTIONE PROATTIVA DELLA RELAZIONE CON I CLIENTI

La relazione con il cliente deve essere gestita da sistemi digitali che sappiano trasmettere il valore aggiunto dell’azienda nei vari momenti di contatto lungo il percorso di relazione.

Tra i molti casi di successo possiamo citare l’utilizzo della realtà aumentata per comunicare meglio informazioni sui prodotti e creare dinamiche ludiche che mirano a trovare nello spazio fisico un oggetto e vincere un premio. La realtà aumenta presente in modo nativo in tutti gli smartphone è oggi uno strumento in rapida diffusione. Molto importante è utilizzare strumenti digitali per raccogliere ed analizzare la voice of customer utilizzando ad esempio un sistema di conversazione automatico che chiede al cliente com’è stata l’interazione sul website o nel negozio.

SERVIZI INNOVATIVI PER I CANALI DI VENDITA

Per la gestione della filiera di vendita molto importante è garantire l’autenticità di un prodotto e questo è oggi possibile utilizzare la tecnologia Blockchain.

Un esempio realizzato è la certificazione della autenticità di un prodotto lattiero caseario salvando su un sistema Blockchain e quindi rendendo immutabile l’elemento che mostra la verifica definitiva: una risonanza magnetica da cui si determina la composizione organolettica.

ANALIZZARE I SEGMENTI DEI CLIENTI

Utilizzare tecnologie di analisi dei dati è fondamentale per definire il cluster di appartenenza di un cliente che oggi non è solo un cluster anagrafico bensì psicografico. Bisogna comprendere se un cliente è attratto da un prodotto unico o preferisce acquistare un best seller oppure se preferisce ricevere un’offerta emotiva invece che una storia dettagliata ed approfondita.

Oggi attraverso l’analisi delle modalità di conversazione dei singoli clienti è possibile anche comprendere con quale tipo di colore e in che contesto grafico ogni singolo cliente gradisca sia presentato il medesimo prodotto.

IL CAMBIO DEL MODELLO DI BUSINESS

La gestione della monetizzazione dei propri processi collaborativi può prevedere accanto alla fornitura del prodotto la realizzazione di una dinamica in sottoscrizione che può contribuire a saldare ancora di più il rapporto.

Una realtà che distribuisce prodotti Beauty & Health può fornire questi prodotti  alle famiglie con una dinamica di questo tipo permettendo al consumatore finale di ricevere a consumo il mix di prodotti direttamente a casa sua.

REALIZZARE SMART FACTORY

Una factory manifatturiera è molto complessa da condurre e la tecnologie oggi può dare un grande contributo. I parametri da gestire ed analizzare sono numerosi e le interazioni fra di essi estremamente complesse.

L’acquisizione di questi dati è ad oggi possibile, ma è difficile interpretarli. Ancor più complesso, è confrontare i dati di processo e le relative conseguenze, in termini di efficienza di produzione, scarti, resi, extracosti.

È oggi possibile estendere le capacità degli attuali sistemi gestionali che ad oggi costituiscono la spina dorsale aziendale. Occorre dotare questi strumenti di “occhi”, “orecchie”, “mani” e “memoria” (ovvero le modalità di rilevazione, registrazione ed analisi dei parametri di processo critici) per completare il sistema nervoso aziendale, ovvero implementare in maniera fattiva i principi della classica Industria 4.0. Generare un organismo senziente e pensante, Implementando una piattaforma cloud che estrapoli dati di produzione, trasformandoli in informazioni facilmente leggibili.

INNOVARE LA GESTIONE DEL PERSONALE

Numerose tecnologie hanno oggi un forte impatto sulla workforce. Gli strumenti di realtà aumentata ad esempio incrementano la possibilità di interazione fisica dell’operatore con il prodotto grazie allo scambio di informazioni sugli step di manutenzione, alla diagnostica in tempo reale e al monitoraggio degli allarmi di sicurezza.  La virtualizzazione dell’ambiente in cui l’utente opera permette inoltre ai collaboratori esterni un supporto a distanza. Tutto questo migliora la produttività, la precisione e la sicurezza. Inoltre, l’integrazione delle conoscenze pratiche, reali, con il mondo virtuale in 3D offre numerose opportunità in ambito di formazione e simulazione.

Ma le nuove tecnologie impattano anche sui processi di selezione di formazione e sulla promozione del benessere e della salute del lavoratore.

NUOVE TECNOLOGIE PER LA SUPPLY CHAIN

La Blockchain è una tecnologia che rivoluzione totalmente i rapporti nella Supply Chain per quanto riguarda vari ambiti nel mondo manifatturiero:

> Fornisce strumenti per una gestione efficiente dei crediti all’interno della filiera di fornitura permettendo le transazioni in Bitcoin;

> Permette di realizzare inserire l’elemento dell’autenticità all’interno dei processi di tracciabilità;

> Garantisce l’immutabilità di contratti e documenti con un servizio di Data Room Digitale;

> Rende più veloci i sistemi di e-Procurement migliorando la trasparenza dei sistemi di acquisto.

L’UTILIZZO DEI BIG DATA PER CREARE VALORE

Oggi, la maggior parte delle informazioni importanti per un’azienda sono non strutturate, prodotte mediante un crescente numero di documenti, interazioni via call-center, conversazioni nei social media e attraverso la posta elettronica. Anche i sistemi gestionali generano milioni di dati strutturati nei processi interni. Per utilizzare queste informazioni in modo efficace, è necessario utilizzare congiuntamente dati strutturati e non strutturati in modo da poterli interrogare, analizzare e astrarre. Idealmente questo deve avvenire in tempo reale in modo da risolvere nel più breve tempo possibile eventuali problemtiche. Per ridurre la complessità aziendale e svolgere tutte queste attività i sistemi “in memory database” sono la migliore soluzione perché offrono funzionalità per gestire quantità e  qualità e dei dati in modo da poter utilizzarli i dati all’interno e all’esterno dell’organizzazione con una flessibilità mai vista prima.

Costruzioni, a Brescia le imprese del settore sono 16mila

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Costruzioni in Lombardia,  secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sono 132 mila le imprese su un totale italiano di 737 mila. 273 mila gli addetti, che raggiungono quota un milione e 374 mila in Italia. Il business regionale è di 32 miliardi su 112 miliardi in Italia, di cui 19 miliardi a  Milano. 93 mila imprese in regione sono nei lavori specializzati, settore in cui la Lombardia arriva a pesare un quinto di tutta Italia che ne ha 481 mila e 38 mila nella costruzione di edifici.

A Milano migliora il settore, +0,8% in un anno le imprese e +3% gli addetti, concentra 41 mila imprese e 99 mila addetti. A Monza ci sono 12 mila imprese, stabili e 19 mila addetti. A Lodi quasi 3 mila imprese e 5 mila addetti, stabili.

In Lombardia, seguono Bergamo con 18 mila imprese e Brescia con 16 mila. Circa 12 mila le imprese a Monza e 11 mila a Varese, intorno alle 7 mila a Como e Pavia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese 2019 e 2018.

Imprese di donne, giovani e stranieri. Sono quasi 7 mila le imprese del settore guidate da una donna. A Milano oltre 2 mila imprenditrici. A quota 11 mila i giovani, a Milano oltre 3 mila. Gli stranieri pesano un quinto con 29 mila imprese e a Milano sono 12 mila, quasi uno su tre sull’edilizia del territorio.

Brescia, i costruttori edili: via le limitazioni ai subappalti

in Economia/Edilizia by

“Ance Brescia condivide la recente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea di bocciare la normativa italiana che limita il subappalto in cantiere al 30% dell’importo complessivo del contratto – afferma Massimo Angelo Deldossi, presidente di Ance Brescia. – Il subappalto è uno strumento legittimo di organizzazione del lavoro che, se utilizzato in maniera corretta e con i giusti controlli, permette anche alle piccole e medie imprese di accedere agli appalti pubblici”. “Nell’attuale sistema – continua Deldossi – le imprese edili hanno una propria attività caratterizzante e, per coprire l’intero processo produttivo di un cantiere, devono necessariamente appoggiarsi a imprese specializzate nelle singole fasi lavorative, anche attraverso il legittimo strumento del subappalto”.

Ance Brescia rinforza, quindi, la posizione dell’Europa contraria all’imposizione di limitazioni ai sub affidamenti. Confermando una tesi sostenuta da tempo dall’Associazione dei costruttori, la norma del Codice appalti del 2016 in tema di subappalto si rivela una grave violazione della libertà di organizzazione d’impresa, incompatibile con le direttive europee sugli appalti e con i fattori della produzione tipici del settore dell’edilizia. Ance Brescia riconosce e promuove la necessità di una regolamentazione dell’istituto normativo del subappalto attraverso misure idonee.  La proposta dell’Associazione costruttori, che sarà approfondita durante il convegno dal titolo: “Il Codice dei contratti pubblici dopo lo Sblocca cantieri” del 24 ottobre prossimo, si basa, dunque, su una revisione del Codice appalti e, in particolare, su un sistema di qualificazione delle imprese, anche subappaltatrici, che si erge su criteri meritocratici. “Si devono introdurre elementi finalizzati a premiare la qualità dei processi organizzativi e produttivi introdotti dalle imprese – argomenta Deldossi – per evitare che le pubbliche amministrazioni cadano nell’errore di valutare le aziende solo sulla base della mera logica del fatturato. È necessario premiare le realtà serie, strutturate e virtuose, sia piccole sia grandi”. Continua il leader dei costruttori bresciani: “In quest’ottica, Ance ha da tempo posto all’attenzione del Governo un sistema di indici qualitativi e quantitativi misurabili e oggettivi”.

Constatati da Bruxelles i “disallineamenti” del Codice appalti italiano rispetto alle direttive europee, per evitare una procedura di infrazione, l’Associazione costruttori di Brescia suggerisce di accompagnare al decreto legislativo di riscrittura del Codice, un regolamento dedicato in via esclusiva ai lavori pubblici, per chiarire le responsabilità e ridurre l’incertezza interpretativa e applicativa relativa ai principali istituti normativi che regolano gli appalti del nostro Paese, affinché le risorse, poche, si trasformino velocemente e in modo efficace in cantieri.

Brescia, Atena Spa fa scuola… anche nella ristorazione

in Alimentare/Economia by

Nella sede di via Codignole, oltre agli uffici direzionali, la società guidata da Paolo Naoni inaugura un ristorante di alto livello per pranzi e cene

BRESCIA – Atena Spa continua a crescere, confermandosi una delle realtà leader della penisola nel campo della formazione finanziata e su libero mercato per le aziende. A dimostrarlo sono i numeri: dal 2003 la società fondata dall’imprenditore Paolo Naoni è sempre cresciuta in doppia cifra, arrivando oggi a circa 16 milioni di fatturato e 120 collaboratori. Con dieci nuove assunzioni previste nei prossimi mesi. E un ambizioso progetto già partito.

Nell’ampia sede di via Codignole, Naoni ha infatti deciso di lanciare una sfida nuova e del tutto inedita per Brescia: quella di dar vita a un ristorante di alta gamma (colazione, pranzo, aperitivo, cena e… cena esclusiva), che conviva stabilmente con gli uffici e il cuore direzionale dell’azienda.

L’Atena Restaurant verrà inaugurato ufficialmente nelle prossime settimane, ma è già operativo per i dipendenti e per i clienti esterni dallo scorso 28 agosto. Di che parliamo? Di un investimento complessivo di quasi un milione di euro, che ha trasformato gli spazi del cascinale di Verziano in un luogo unico e “magico”.

All’interno, infatti, oltre agli uffici in cui lavorano circa 50 persone, trovano spazio tre distinti format legati al mondo della ristorazione, aperti dal lunedì al sabato sera. Il principale è Atena Garden: ristorante con circa 50 coperti e un giardino di 425 metri arredato per l’accoglienza dei clienti secondo le ultime tendenze dallo studio Prospektiv Srl. Ma ai piani alti c’è anche Atena House, con spazi esclusivi prenotabili su richiesta per condividere momenti conviviali all’insegna della massima discrezione. Mentre l’ultimo step sarà l’angolo di Atena Wine, dedicato alla degustazione di vini e prodotti enogastronomici ricercati da tutta Italia.

A caratterizzare questi luoghi è innanzitutto la qualità: dal pranzo di lavoro alla cena tutto è fatto in presa diretta dal team di cucina guidato dallo Chef Alisani, re della cucina su misura, che ha lavorato in importantissimi contesti privati di tutto il mondo. I cocktail serali sono affidati alla barmaid Magdalena Glabh. Mentre il Direttore è Attilio Ciocca, piemontese trapiantato nella Leonessa che nel suo infinito curriculum – oltre al titolo di sommelier professionista – vanta la direzione dei villaggi delle Olimpiadi invernali del 2006 e di importanti catene di hotel, oltre che una recentissima esperienza alla guida del Relais Franciacorta.

A fare la differenza, poi, saranno anche gli eventi che verranno organizzati in loco per i clienti. Per il debutto – la cui data ufficiale è ancora da definire – è previsto uno spettacolo esclusivo curato da Masters of Magic (una delle principali realtà mondiali nel campo della magia e dell’illusionismo), che affiancherà Atena, anche in futuro, per la parte di intrattenimento dedicata agli ospiti

Atena Restaurant si trova in via Codignole 52, in una zona di facile accesso, raggiungibile dalla tangenziale e da Brescia2, con oltre un centinaio di posti auto riservati. Il sito web della nuova realtà verrà attivato a breve. Nel frattempo prenotazioni e contatti si possono effettuare via telefono allo 030 24003535 oppure via mail a garden@atenateam.it.ci

Atena Restaurant
Atena Restaurants

Micro, piccole e medie imprese digitali, in Lombardia un bando da 2,5 milioni di euro

in Bandi/Economia by

La Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli, ha approvato la delibera con cui si incrementano i fondi finanziari del ‘ Bando per lo sviluppo di soluzioni innovative 4.0′ attuato da Unioncamere Lombardia. L’incremento e’ pari a 2.582.540 di euro ed e’ stato approvato per poter concedere il contributo ad ulteriori domande ammesse e non finanziate, ovvero finanziate parzialmente, per esaurimento della dotazione finanziaria.

MATTINZOLI:INNOVAZIONE CHIAVE DI VOLTA PER FUTURO – ‘Queste misure – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli – danno grande soddisfazione, perche’ indicano che i bandi sono davvero rispondenti a cio’ che le imprese chiedono. Per noi e’ importante finanziare soluzioni innovative di alto livello: l’innovazione e’ la chiave di volta per lo sviluppo”.

FINALITA’ DEL BANDO – Il Bando per le soluzioni innovative 4.0 e’ riservato alle Micro, Medie e Piccole Imprese con sede operativa in Lombardia al momento dell’erogazione e che abbiano al loro interno competenze nello sviluppo di tecnologie digitali. Con questo strumento la Regione vuole promuovere lo sviluppo di soluzioni, prodotti e/o servizi innovativi focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali in attuazione della strategia definita nel Piano Nazionale Impresa 4.0.

In particolare si propone di sviluppare la capacita’ di collaborazione tra MPMI e tra esse e soggetti e specialisti qualificati nel campo dell’utilizzo delle tecnologie 4.0, in una logica di condivisione delle tecnologie attraverso la realizzazione di progetti in grado di mettere in luce i vantaggi ottenibili attraverso il nuovo paradigma tecnologico e produttivo. Non solo. Ha come finalita’ anche quella di stimolare, a lungo termine, la domanda di servizi per il trasferimento di soluzioni tecnologiche e realizzare innovazioni tecnologiche o implementare modelli di business derivanti dall’applicazione di tecnologie 4.0.

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