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L’OPINIONE: Rinnovo contratto meccanici, un passo nella direzione giusta

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di Fabio Astori* – Dopo un anno di trattative si è giunti infine alla sottoscrizione di un’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale del settore metalmeccanico.
E’ un accordo unitario, sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, e questo è già un valore in sé, per nulla scontato dopo due rinnovi senza la firma della Fiom – CGIL.
Non solo un valore politico, ma anche e soprattutto pratico, di una ritrovata unità di intenti e di azione da cui ci attendiamo risultati immediati nella quotidiana gestione delle attività aziendali, che richiedono oggi come mai quel clima di collaborazione cui anche il sindacato deve e può concorrere.
La vertenza è stata lunga e complessa, ci sono stati anche momenti conflittuali, cosa del resto inevitabile di fronte alla richiesta di Federmeccanica di un vero “rinnovamento” culturale e contrattuale, di un cambiamento sostanziale anche nelle relazioni industriali per rispondere alle mutate esigenze delle imprese di fronte alla crisi e alla competizione globale.
Vediamo con favore la chiarezza della posizione assunta dalle parti in materia di contrattazione aziendale, inequivocabilmente variabile, legata ai risultati aziendali conseguiti e pertanto destinata a distribuire solo la ricchezza effettivamente prodotta.
Nel quadro di una sempre maggior valorizzazione dei rapporti con i nostri dipendenti, l’attenzione alle risorse umane è un pilastro importante di questo rinnovo: gli investimenti in welfare e formazione ne sono la testimonianza e confermano, insieme a temi importanti quali la sicurezza sul lavoro e le politiche attive, la svolta che l’ipotesi di contratto appena siglata rappresenta.
Da non sottovalutare anche le ricadute positive del meccanismo di riconoscimento dell’inflazione ex post (anziché ex ante), con conseguente allineamento dei minimi contrattuali. Il modello tradizionale non era più sostenibile: per effetto di continui scostamenti tra inflazione prevista (quella su cui erano calcolati gli incrementi salariali) e inflazione reale, le retribuzioni tra il 2007 e il 2015 sono cresciute il doppio rispetto al costo della vita, mentre nello stesso periodo la produzione metalmeccanica è diminuita del 30% e il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto del 22%.
Sono tutti elementi di novità sui quali Brescia si è spesa molto a livello locale, ma anche nazionale, che convergono in un’unica direzione: quella dell’aziendalizzazione del nostro sistema contrattuale, per avere più contrattazione aziendale e meno nazionale, più innovazione e meno ideologia.
Questo rinnovo, pur non realizzando pienamente quegli obiettivi di rinnovamento di cui le imprese hanno urgente bisogno, può considerarsi nel complesso un primo importante passo nella giusta direzione.
La strada da fare è ancora lunga perché possa dirsi marginale la parte retributiva del contratto nazionale e prevalenti le risorse da gestire nello scambio tra salario e produttività in azienda, ma un ulteriore passo avanti potrà essere realizzato  nell’imminente confronto sulla riforma degli assetti contrattuali tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Perché ciò accada, AIB ha già iniziato a far sentire la propria voce.
* Vice Presidente Relazioni Industriali AIB

Fabio Astori

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Nato il 10 maggio 1956, sposato, due figli, consegue la maturità scientifica al liceo Belfiore di Mantova nel 1975. Si iscrive a Medicina all’Università di Brescia, ma nel 1980 interrompe gli studi per entrare, l’anno successivo, nell’azienda di famiglia, la Luxor spa, della quale diviene consigliere delegato nel 1988 e presidente del Consiglio di amministrazione nel 2007. A partire dagli anni Novanta si dedica all’acquisizione o all’avvio di attività imprenditoriali nei settori automotive (Maier Cromoplastica Spa di Verdellino – Bg, specializzata nello stampaggio e nella cromatura di materie plastiche per auto), tessile e calzetteria (Calzitex Srl – Montichiari e Bucarest, specializzata nella produzione di calze e collants per donna), vinicolo (Società Agricola Quercia Sola in Maremma). Oltre a queste aziende tuttora in attività, avvia per poi cedere imprese di minori dimensioni nei comparti dell’elettronica, dell’edilizia e dei servizi. Nel 2001 fonda insieme ad altri soci la compagna aerea Air Italy e diviene presidente della holding Vittoria Alata. Nominato nel settembre 2013 vice presidente di Federmeccanica, ricopre incarichi nazionali all’interno di associazioni di services e sostiene l’Associazione Davide Rodella Onlus di Montichiari, impegnata nella cultura e nel sociale.

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