Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Camera di Commercio, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Come di consueto pubblichiamo il calendario settimanale degli eventi diffuso dalla Camera di Commercio di Brescia.

34/22 – I SERVIZI DELLA CAMERA DI COMMERCIO A PORTATA DI CLICK: IL PORTALE REGISTROIMPRESE.IT

La Camera di commercio di Brescia ricorda che tramite il portale registroimprese.it è possibile accedere ai dati ufficiali delle imprese senza doversi recare presso gli uffici camerali.

Accedendo a tale sito è possibile estrarre in completa autonomia dati e documenti del Registro Imprese, del Registro Protesti e dei Registri Europei, quali: visure (ordinarie e storiche), anche in inglese; atti e bilanci; elenchi di imprese in base a criteri territoriali, economici e dimensionali; ricercare protesti ed estrarne visure; accedere al Registro Imprese Europeo.

Per maggiori informazioni accedere al seguente sito: registroimprese.it

35/22 – SEMINARIO FONDO IMPRESA DONNA: 8 APRILE

Seminario Fondo Impresa Donna – Opportunità e contributi per imprese al femminile, aspiranti imprenditrici e lavoratrici autonome:

8 aprile 2022 dalle ore 10:00 alle ore 12:30, presso la Camera di Commercio di Brescia.

Il seminario illustra le linee guida del PNNR Missione 5 e del Fondo Impresa Donna in fase di avvio, con approfondimenti sulle due linee di intervento per la costituzione e il rafforzamento delle imprese.

Durante il seminario verranno illustrate anche le altre iniziative di agevolazione come il Bando Nuove Imprese Tasso Zero, Microcredito, Smart & Start.

Saranno inoltre date indicazioni per la partecipazione al “Laboratorio di progettazione Fondo Impresa Donna: come presentare la scheda di candidatura”.

Iscrizioni online sul sito www.bs.camcom.it

Informazioni 030.3725298 / 264

36/22 – SEMINARIO MUD 2022: 11 APRILE

La Camera di Commercio di Brescia, insieme alle Camere di Commercio di Bergamo, Como-Lecco, Cremona, Mantova, Pavia e Varese, con il supporto tecnico di Ecocerved s.c.a.r.l. organizzano il corso MUD 2022- Modello Unico di Dichiarazione ambientale, volto a supportare imprese ed enti soggetti all’obbligo di presentazione del MUD.

Il seminario sarà tenuto in data 11 aprile 2022, dalle ore 9:30 alle ore 12:30, sotto forma di webinar gratuito tramite la piattaforma Zoom.

Iscrizioni online e informazioni sul sito www.bs.camcom.it

37/22 – WEBINAR DIRE – AMBIENTE UNICO DI COMPILAZIONE DELLE PRATICHE: 12 APRILE

Continua il percorso che porterà DIRE a diventare l’ambiente unico di compilazione di tutte le pratiche verso il Registro Imprese, per ogni tipologia di utente.

Nuovi adempimenti sono disponibili ogni mese, con la conseguente dismissione degli stessi in Comunica Starweb e Comunica Fedra.

Oltre alle demo di compilazione di alcune pratiche, durante i webinar saranno illustrati lo stato di avanzamento dei lavori e i futuri rilasci.

Il prossimo webinar, gratuito, si terrà il 12 aprile 2022, dalle ore 10:00 alle ore 12:00, tramite la piattaforma Zoom.

Informazioni sul sito www.bs.camcom.it

Antares Vision, ecco il primo Bilancio di sostenibilità

in Bilanci/Economia by

Antares Vision Group, partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nella gestione integrata dei dati, leader a livello internazionale nelle soluzioni hardware e software di tracciatura e tra i principali player nei sistemi di ispezione per il controllo qualità, pubblica il primo Bilancio di Sostenibilità (Dichiarazione consolidata Non Finanziaria ai sensi del D.Lgs. n. 254/2016), relativo all’anno 2021.

“Pubblichiamo oggi il primo Bilancio di Sostenibilità – ha dichiarato Emidio Zorzella, Presidente e AD di Antares Vision Group – con l’obiettivo di rendicontare le azioni e i relativi impatti del nostro modo di fare impresa, guidato da una visione strategica chiara e distintiva fin dalle origini: garantire la sicurezza e la salute delle persone, dei prodotti, del business e delle filiere attraverso un ecosistema di tecnologie unico e completo. Il tutto integrando, da sempre, principi di sostenibilità con una visione industriale a lungo termine, focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse in tutte le aree di business. L’attuazione di pratiche aziendali sostenibili diventa un comportamento virtuoso, ma anche un’opportunità competitiva imprescindibile per Antares Vision Group. Questi sono i capisaldi del nostro fare impresa, nell’ambito di una visione sostenibile che coinvolge la dimensione sociale, economica e di governance”.

Il modello di business di Antares Vision Group trova nei fattori ESG (Environmental, Social and Governance) un driver strutturale: il modello di business promosso, infatti, è in grado di generare un impatto positivo nella quantificazione, gestione e minimizzazione del c.d. carbon footprint di ciascuna unità di prodotto, potendone seguire tutto il percorso di vita. Tra i progetti realizzati da Antares Vision Group, in un’ottica di maggiore attenzione alla sostenibilità, ruolo primario è svolto dalle soluzioni software per la digital factory, che permette il monitoraggio e la conseguente riduzione del consumo energetico, dei rifiuti e delle emissioni, migliorando l’impatto ambientale del ciclo produttivo.

Antares Vision Group è impegnata, attraverso la realizzazione della propria strategia industriale e grazie al proprio ecosistema di valori e modello di business, nel perseguimento di un modello di business sostenibile. Tale approccio si riflette anche nell’impegno nei confronti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals).

L’identificazione e la prioritizzazione degli SDGs è stata effettuata su due distinti piani di analisi lungo il ciclo di creazione di valore condiviso di breve, medio e lungo termine:

  • Impatti di Business – Impegno e contributo guidato dagli impatti delle attività (prodotti e soluzioni): SDG 2/3/7/8/9/12/13;
  • Impegno / ambiti organizzativi e relazionali – Impegno per favorire ricadute sociali positive, ottenendo al tempo stesso maggiore efficacia delle attività e il raggiungimento degli obiettivi di business (precondizioni o fattori abilitanti): SDG 4/5/17.

In particolare, gli impatti positivi sociali e ambientali delle soluzioni AV Group riguardano due ambiti:

  • Qualità e sicurezza della vita delle persone – I sistemi e le soluzioni installati da Antares Vision Group presso le linee di produzione dei propri clienti consentono di controllare la qualità e la sicurezza di prodotti essenziali e della relativa catena di fornitura, che presentano un rischio potenzialmente molto alto per la salute e sicurezza delle persone.
  • Tracciabilità e uso responsabile delle risorse – Gli impatti ambientali positivi del modello di business e delle soluzioni sviluppate da AV Group riguardano, in particolare, l’utilizzo efficiente delle risorse naturali, l’adozione dei principi di economia circolare nell’impiego dei materiali e il monitoraggio delle filiere di fornitura e del ciclo di vita complessivo dei prodotti.

Performance finanziaria: creazione e distribuzione di valore

Nel 2021 è stato generato un valore economico totale pari ad Euro 178.9 milioni e distribuito per Euro 165.2 milioni. Di questi ultimi, il 56,6% è stato attribuito ai fornitori, a conferma del ruolo che ricoprono nella catena di creazione di valore di AV Group, mentre il 37,9% ai dipendenti.

Ricerca e Sviluppo

L’impegno per la ricerca e sviluppo da parte di AV Group si riflette anche nei costi ed investimenti effettuati. Il totale della spesa del triennio 2018-2019-2020, comprensiva di costi e investimenti, sostenuta da AV Group in attività di ricerca e sviluppo è stato, a livello consolidato, complessivamente di Euro 22.3 milioni. Nell’esercizio 2021, tale importo è stato di Euro 13.4 milioni.

La ricerca e sviluppo e la sua importanza strategica hanno interessato anche le acquisizioni societarie effettuate, in particolare per l’arricchimento tecnologico dei servizi offerti nell’ambito del software, Smart Data Management e dell’intelligenza artificiale.

Risorse umane

Il significativo trend di sviluppo di AV Group nel corso del triennio 19/20/21, intervenuto sia per linee interne (aumento del volume di attività) che attraverso le diverse operazioni di acquisizione, ha comportato un aumento del numero complessivo di dipendenti. Il numero totale di 1.004 dipendenti di AV Group al 31 dicembre 2021 è composto per oltre il 96% da lavoratori a tempo indeterminato e con contratti full-time. Relativamente alle classi di età, è rilevante la quota di dipendenti con un’età inferiore ai 30 anni (25,5% al 31 dicembre 2021), quali evidenza di un settore in espansione e relativamente giovane. La componente femminile alla stessa data è del 22%, in aumento rispetto al dato del 20% di inizio triennio. All’interno di questo dato, la percentuale di donne classificabili (in Italia e all’estero) in posizione assimilabile a quella di dirigenti (management) è del 20% (14% all’inizio del triennio) sul totale dei dirigenti. Tra gli impiegati e quadri (ruoli assimilabili a tali categorie) la percentuale di donne sul totale è del 24%.

Impatti ambientali

Antares Vision Group indirizza la propria strategia aziendale verso lo sviluppo sostenibile, nel rispetto di tutte le prescrizioni di legge riguardanti la tutela dell’ambiente, definendo periodicamente obiettivi di miglioramento ambientale:

  • Usare in maniera responsabile, efficiente ed efficace le materie prime e le risorse necessarie al funzionamento e all’attuazione dei processi produttivi.
  • Ottimizzare i processi produttivi per la progressiva riduzione degli sprechi.
  • Pensare e progettare il prodotto e i relativi imballaggi considerando il loro intero ciclo di vita.
  • Ridurre il consumo energetico.
  • Ridurre le emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera sempre prestando attenzione all’organizzazione delle trasferte e spedizioni.
  • Ridurre l’uso di sostanza chimiche pericolose nei cicli produttivi, ovvero sostituirle con altre più sicure e di minor impatto sull’ambiente.
  • Sostituire, dove possibile. I materiali ad alto impatto ambientale con gli altri ecocompatibili.
  • Gestire in modo responsabile i rifiuti e applicare i principi dell’economia circolare.
  • Garantire il controllo continuo degli aspetti ambientali diretti ed indiretti attraverso un attento utilizzo degli impianti.

In tema di rifiuti, quelli generati da AV Group nel 2021 sono stati destinati per il 72% al recupero, con un aumento nel triennio 19/20/21 di 10 punti percentuali.

Il rispetto dell’ambiente da parte di Antares Vision Group si è concretizzato anche in alcuni progetti interni:

  • eliminazione della vendita di bottiglie di plastica da tutti i distributori e fontanelle installate;
  • campagna paperless comprensiva di tutti i manuali delle macchine da progettare per la consultazione digitale;
  • implementazione della Raccolta Differenziata.

Comunità e territorio

Antares Vision Group è strettamente connessa al territorio e alla comunità in cui opera, attraverso diverse attività:

  • Sponsorizzazione di progetti artistici, musicali e di artigianato tradizionale;
  • Attività di Solidarietà e Volontariato, rivolte sia ai dipendenti che alla comunità locale/nazionale;
  • Sostegno all’istruzione e all’innovazione.

Il Bilancio di Sostenibilità 2021 è stato redatto secondo le metodologie e i principi previsti dai “GRI Sustainability Reporting Standards” (opzione “In accordance – Core”), definiti dal Global Reporting Initiative (“GRI Standards”), ed è disponibile sul sito web www.antaresvision.com, all’interno della sezione Investor Relations.

CHI È ANTARES VISION GROUP

Antares Vision Group è un partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nell’innovazione per imprese e istituzioni, per garantire la sicurezza di prodotti e persone, la competitività dei business e la salvaguardia del pianeta. Antares Vision Group è abilitatore tecnologico della trasparenza delle filiere e della transizione sostenibile, per proteggere la competitività dei business e delle tipicità di ogni Paese. Offre un ecosistema di tecnologie, unico e completo, per garantire la qualità dei prodotti (sistemi e macchine di ispezione) e la tracciabilità dei prodotti lungo la filiera (dalle materie prime, alla produzione, dalla distribuzione fino al consumatore), con una gestione integrata di dati, di produzione e di filiera, anche tramite l’applicazione dell’intelligenza artificiale e l’utilizzo di blockchain. Antares Vision Group è attivo nel settore lifescience (farmaceutico, dispositivi biomedicali e ospedali), nel beverage e nell’alimentare, nel cosmetico e con un potenziale in altri settori. Leader mondiale per la tracciabilità dei farmaci, fornisce i principali produttori mondiali (oltre il 50% delle top 20 multinazionali) e diverse autorità governative, di soluzioni per monitorare la filiera e validare l’autenticità dei prodotti. Società quotata da aprile 2019 su AIM Italia e dal 14 maggio 2021 su MTA – segmento STAR, Antares Vision Group ha raggiunto un volume d’affari nel 2020 per 162 mio euro, è presente in 60 Paesi, impiega circa 1000 dipendenti e consolida una rete di oltre 40 Partners internazionali. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.antaresvision.com e su www.antaresvisiongroup.com

Latte, Confagricoltura: “Granarolo sostiene i produttori aumentando il prezzo d’acquisto”

in Agricoltura e allevamento/Economia by

“In un periodo di grande difficoltà per l’intero comparto agricolo, in particolare per i settori zootecnici, il positivo segnale assicurato da Granarolo contribuisce a dare un po’ più di fiducia e di prospettiva a molti agricoltori. Il gruppo italiano ha infatti riconosciuto agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla, sostenendo in questo modo l’intera filiera lattiero-casearia nazionale. Si tratta di un prezzo minimo di 48 centesimi al litro di latte, più Iva e premio qualità”. A dirlo è una nota di Confagricoltura, che interviene sulla scelta dell’azienda di sostenere i produttori in un momento di forte difficoltà legate alla congiuntura internazionale.

“Un faro in mezzo a un mare di problematiche che si trascinano da diversi mesi, aggravate dallo scoppio della guerra in Ucraina: l’impatto congiunto di tre pericolosi fattori quali l’inflazione, l’aumento smisurato dei costi di produzione e l’impennata dei prezzi delle materie prime sta mettendo a rischio un comparto d’eccellenza del Made in Italy, che oggi si ritrova a lavorare in perdita”, si legge ancora.

“La notizia – continua il comunicato – è stata accolta con grande favore anche nel Bresciano, dove il settore lattiero caseario è predominante, con la presenza di oltre 400 mila bovini in totale, per una produzione di latte che, nel 2021, ha sfondato 1,6 milioni di tonnellate, con un trend di crescita costante negli ultimi anni” “Apprezziamo l’impegno di Granarolo nel riconoscere agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla – dichiara il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -, soprattutto auspichiamo che questa scelta di venire incontro agli allevatori costituisca un esempio che verrà seguito da tutti gli altri gruppi industriali e cooperativi. È una decisione di grande responsabilità, che rafforza l’intera filiera e dà un minimo di respiro agli allevamenti”.

Il comparto, a livello nazionale, vale oltre 16 miliardi di euro e occupa più di 100 mila persone.

In lombardia 401 imprese individuali con titolare russo

in Economia/Tendenze by

In Lombardia, nel 2021, le ditte individuali con titolare russo risultate iscritte al registro delle imprese sono state 401, circa l’8% in più rispetto alle 371 del 2020, con una crescita del 76% negli ultimi 10 anni. Tra queste, 169 sono attive nell’area metropolitana di Milano, 47 in provincia di Brescia, 34 a Bergamo, 30 a Como e 23 a Monza-Brianza. L’aumento più esponenziale nell’ultimo decennio si registra nel lecchese (+325%, 17 totali), a Sondrio (+250%, 7 totali), Monza (+109%) e Milano (89%). Nelle altre province della regione le imprese con titolare russo sono 13 a Cremona, 4 a Lodi, 16 a Mantova, 19 a Pavia e 22 a Varese.

Delle 401 imprese attive in Lombardia, emerge dai dati del registro delle imprese visionati dalla ‘Dire’, 60 operano nel commercio al dettaglio, 53 nel commercio all’ingrosso, 42 per i servizi alla persona e 42 nel settore dei lavori di costruzione specializzati. Solo 11 invece sono riferite all’industria manifatturiera, 20 ai servizi di ristorazione e 10 all’abbigliamento. Le aziende agricole che producono prodotti animali sono soltanto 7.

Le ditte individuali in Lombardia con titolare ucraino sono invece 1.238, con una crescita negli ultimi 10 anni pari al 99%. TESTO DA AGENZIA DIRE.

Brescia, nel 2021 sale l’occupazione (+1,5%), ma il gap con il periodo pre-Covid non è ancora stato colmato

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2021 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato generalizzati segnali di ripresa, dopo l’indebolimento riscontrato nel 2020 in occasione della pandemia da Covid-19. Gli occupati complessivi evidenziano una crescita dell’1,5% sul 2020, attestandosi a 542 mila. Tale dinamica vede il contributo positivo della componente femminile (+2,1%) e, in misura relativamente minore, di quella maschile (+1,1%). Questa evoluzione si spiega anche con il fatto che l’occupazione delle donne veniva da un anno 2020 particolarmente penalizzante (-5,1% sul 2019, a fronte di un -2,3% per quanto riguarda i maschi).

A evidenziarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia. L’evoluzione dell’occupazione nel territorio bresciano risulta più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,8%), a certificazione di un sistema economico che nel 2021 ha saputo cogliere la spinta della ripresa dopo la recessione del 2020.

A seguito di tali dinamiche, il tasso di occupazione (15-64 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2021 è pari al 65,7%, ancora al di sotto dei livelli pre-Covid (67,3% nel 2019).

“Questi dati evidenziano sempre più la grande richiesta delle nostre aziende di alcune figure e competenze che faticano ad emergere nell’attuale scenario – commenta Roberto Zini, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –. Dovremo continuare a lavorare in questa direzione, ma non solo. Dall’altro lato, infatti, è sempre più centrale il tema della valorizzazione delle risorse umane nelle imprese, in particolare dopo la pandemia. Oggi i lavoratori cercano all’interno dell’azienda non solo una soddisfazione reddituale, ma anche una realizzazione personale e un corretto punto di equilibrio tra vita e lavoro. Non a caso, sempre più spesso si parla del fenomeno “big quit”, la crescita di dimissioni su base volontaria. Su questo, come Associazione, stiamo riflettendo da tempo, lavorando con l’area Risorse Umane per coniugare il rispetto del già citato equilibrio vita-lavoro e la valorizzazione delle risorse.”

Nel 2021 il numero di persone in cerca di occupazione a Brescia è salito a 28 mila, contro i 24 mila rilevati nel 2020, quando erano calati di circa 3 mila unità sul 2019. Tale movimento, apparentemente controintuitivo, trova spiegazione nella maggiore vivacità del mercato del lavoro nel 2021, in contrapposizione alla minore fiducia riscontrata nel 2020, che aveva determinato l’uscita di persone dal mercato del lavoro e la loro entrata nella categoria dei cosiddetti “inattivi”.

Il tasso di disoccupazione complessivo si è così attestato al 4,9%, in aumento rispetto al 4,4% del 2020 e al 4,7% nel 2019. Tale indice è pari al 3,9% per i maschi e al 6,3% per le femmine. Esso risulta più basso della Lombardia (5,9%) e dell’Italia (9,5%).

Come anticipato, il tasso di inattività – che misura la quota di coloro che non lavorano e non cercano attivamente lavoro rispetto al totale della popolazione – nel 2021 ha subito una contrazione, passando dal 31,9% del 2020 al 30,8%.

Sul versante dei profili maggiormente richiesti nel mercato del lavoro bresciano – secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate dalla piattaforma WollyBi che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio –, nel 2021 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie dei tecnici (19,9% degli annunci complessivi), degli artigiani e operai specializzati (18,2%), delle professioni tecniche e scientifiche (15,5%) e delle professioni non qualificate (15,1%). Più nel dettaglio, la top 5 dei profili più ricercati vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (5,6% della domanda complessiva), seguiti dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,2%), dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (4,2%), dai disegnatori industriali (3,8%) e dal personale non qualificato non classificato altrove (3,7%).

Va infine segnalato lo sgonfiamento della Cassa Integrazione Guadagni, che tuttavia rimane su livelli più elevati rispetto a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore complessivamente autorizzate in provincia di Brescia nel 2021, rispetto al 2020, sono diminuite del 56% (da 92,7 a 40,8 milioni), con un calo della componente ordinaria del 71% (da 72,2 a 21,1 milioni), a cui si contrappone un aumento di quella straordinaria (+215%, da 3,0 e 9,4 milioni). Il confronto con il 2019 evidenzia ancora una salita (+485%, da 7,0 a 40,8 milioni). A livello settoriale, nell’industria, le ore complessivamente autorizzate sono scese del 59% (da 69,0 a 28,1 milioni), nell’edilizia sono diminuite dell’84% (da 6,0 milioni a 980 mila), nel commercio del 32% (da 17,2 a 11,7 milioni). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nel 2021 le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano state poco meno di 9 mila, contro le oltre 20 mila del 2020 e le millecinquecento del 2019.

NOTA

La Rilevazione Istat sulle forze di lavoro ha subito nel corso del 2021 due cambiamenti importanti. La prima novità è dovuta all’entrata in vigore del Regolamento europeo (UE) 2019/1700, che ha comportato modifiche definitorie e di questionario al fine di migliorare il grado di armonizzazione delle statistiche prodotte dai diversi Paesi dell’Unione Europea. Il secondo cambiamento consiste nell’introduzione di nuove stime della popolazione di individui e famiglie con l’obiettivo di migliorare la qualità delle statistiche demografiche. Le nuove modifiche metodologiche cambiano notevolmente la lettura del mercato del lavoro. I dati appena usciti risultano non confrontabili con la vecchia serie storica e la nuova serie (elaborata con la nuova metodologia) sarà resa disponibile da Istat in un secondo momento

Edilizia residenziale, a Brescia crescita record nel 2021

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Nel corso del 2021, il mercato residenziale bresciano ha proseguito la crescita iniziata nel 2016. L’intensità della domanda e la dinamica delle compravendite sono stati i fattori trainanti di una performance molto positiva” – è quanto emerge dall’analisi del 1° Osservatorio Immobiliare 2022 di Nomisma dedicato ai mercati intermedi, diffuso dal giornale di Brescia e provincia online BsNews.it.

Il mercato residenziale

In termini di compravendite di abitazioni il mercato bresciano registra una crescita sostenuta sia nel primo sia nel secondo semestre 2021, raggiungendo il numero più elevato di transazioni degli ultimi anni.  Complessivamente, il 2021 si è chiuso con 3.240 compravendite di abitazioni (2.400 nel 2020) con un tasso di crescita del +35% rispetto all’anno precedente.

Considerando il comparto residenziale la domanda di acquisto e di locazione registra uno slancio importante dopo il periodo pandemico, ma questa grande euforia potrebbe essere calmierata – per Nomisma – nel 2022 dagli eventi bellici e inflattivi che stanno portando ad una revisione al ribasso delle prospettive di crescita del PIL e del reddito reale delle famiglie. Passando ai prezzi, si notano variazioni annuali positive in tutte le zone cittadine: per le abitazioni nuove la crescita dei prezzi è stata pari all’1,1% nel complesso, con la zona del centro che fa segnare un aumento dell’1,9%. Per le abitazioni usate invece l’aumento dei prezzi medi è pari all’1,4%, e anche in questo caso nella zona centrale i prezzi crescono in modo più deciso con una percentuale pari al 2,5%. L’Istituto bolognese rileva una riduzione dei tempi medi di vendita e di locazione, ora pari rispettivamente a 5 mesi e 1,5 mesi, segnali questi di un mercato residenziale più brillante e in recupero rispetto al periodo pandemico, mentre gli sconti restano pressoché stabili e pari al 6,5% per le abitazioni nuove e al 10,5% per l’usato. Riguardo l’ambito della locazione Nomisma registra un miglioramento dei canoni, leggermente inferiore a quanto registrato a livello nazionale. In dettaglio, sia le zone del centro sia quelle della periferia crescono rispettivamente dell’1,9% e dell’1%.

In seguito all’introduzione degli incentivi del Superbonus e del Sismabonus 110%, la domanda di acquisto di abitazioni da ristrutturare come prima casa è cresciuta per la maggior parte degli operatori. Nell’ultimo anno risulta in aumento la domanda proveniente da nuclei familiari che mostrano un fabbisogno abitativo crescente.

Il comparto non residenziale

Nomisma rileva come anche il settore non residenziale registri un’inversione di tendenza, passando da 255 transazioni del 2020 a 355 nel 2021 con un tasso di crescita pari al 40%.

Nonostante la ripresa delle transazioni, però, per Nomisma permangono diversi elementi di debolezza legati agli andamenti dei prezzi e dei canoni. I dati più recenti mostrano una variazione annuale negativa dei prezzi medi sia per gli uffici (-1,5%) sia per i negozi (-0,7%), mentre i canoni diminuiscono soltanto per gli immobili direzionali (-0,9%).

Nomisma nota un calo piuttosto marcato per i prezzi degli uffici del business district (-3,1%), mentre nelle altre zone il calo risulta più contenuto e pari a -1,1% nel centro e -0,6% nella periferia. Per quanto riguarda i negozi si osserva una dinamica negativa più importante nella zona periferica (-1,3%), a cui si contrappone una variazione lievemente positiva nella zona del centro città (+0,5%).

Un ulteriore elemento di rilievo per Nomisma è rappresentato dalla dinamica positiva di tutte le zone per quanto riguarda i canoni di locazione dei negozi (+1% nel centro). I tempi medi di vendita (10 mesi, sia per gli uffici che per i negozi) e gli sconti (15,5%, sia per gli uffici che per i negozi) rimangono stabili rispetto alla precedente rilevazione, in entrambi i comparti.

Le previsioni sul mercato residenziale

Nomisma rileva un discreto ottimismo tra gli operatori: il 90% ritiene che nel corso del 2022 il mercato delle compravendite residenziali non si indebolirà.

Fiere: il 2 aprile l’edizione 131 di Lombardia Carne

in Agricoltura e allevamento/Economia/Eventi/Fiere by

Il mondo della carne, in tutte le sue diverse declinazioni, sarà al centro della tre giorni di Lombardia Carne che, mai come quest’anno, si pone come osservatorio di un settore in profondo mutamento. Dal 2 al 4 aprile al Centro Fiere di Rovato (Bs) si ritroveranno infatti allevatori, produttori di salumi, cuochi, ma anche amministratori del territorio, giornalisti e opinion leader, oltre al pubblico di appassionati che potrà fare scorta di cose buone alla mostra mercato o degustare uno dei piatti preparati per l’occasione a cominciare dal manzo all’olio, prodotto a denominazione comunale di Rovato (Bs).

Il calendario della rassegna – riferisce BsNews.it, dando conto di una nota – è ricco almeno quanto il piatto. Si parte sabato con la mostra mercato di macchine e attrezzature agricole e le attività di animazione per i bambini. Alle ore 14.00 si torna a parlare di gusto con la preparazione di salsiccia di castrato e degustazioni in collaborazione con allievi e soci dell’Associazione Norcini Bresciani. Alle ore 16.00 poi sarà il momento di parlare di Carne e alternative (possibili o impossibili?), dalla carne in provetta ai sostituti vegetali, in un appuntamento organizzato da Coldiretti e Confagricoltura di Brescia, con la partecipazione dell’Assessore Regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi e del giornalista Paolo Massobrio.

Il giorno dopo invece è da sempre dedicato alle mostre mercato degli animali, bovini, equini e ovocaprini che si aprirà alle 7.30. Spazio anche per il ciclismo, alle ore 9.30, con la partenza della 1^ edizione “VignaStorica” manifestazione ciclo turistica d’epoca con arrivo in Fiera alle ore 14.00. Dalle 9.00 alle ore 12.00 gli appassionati di affettati non possono mancare alla 24^ edizione del Concorso “El salam pio bu de la Franciacurta”  con assaggio e premiazione del miglior prodotto, al pari di quanto avverrà per il Miglior Manzo all’olio di Rovato, mentre alle ore 14.30 sarà il momento di conoscere tutti i capi premiati di questa edizione di Lombardia Carne.

Lunedì si aprirà nuovamente la mostra mercato fino alle ore 13.00.

Tanti anche gli appuntamenti collaterali: sabato 2 aprile e domenica 3 aprile  la mostra dedicata a Marco Pantani “E tu, te lo ricordi Marco?” a cura di Matteo Ghitti presso la sala Gipsoteca del Comune di Rovato e presso la Sala civica del Foro Boario la mostra fotografica “Agricoltura, storia e cultura” a cura del sig. Mor Stabilini Cesare.

Lunedì 4 aprile 2022 ore 17.45 invece presso la Sala del Pianoforte del Municipio di Rovato sarà la volta del convegno “Franciacorta: il futuro dal cuore antico” .

I gourmet troveranno soddisfazione in un menu ricco come non mai: in Fiera grazie alle degustazioni e agli stand enogastronomici e in tutto il paese con i menu a tema proposti dai ristoranti locali. Aprile infatti è anche il mese del manzo all’olio di Rovato e, per festeggiarlo, si comincia proprio da questo appuntamento che vedrà la partecipazione di macellerie e panifici di tutto il territorio, mentre i ristoranti proporranno per tutto il mese un menu a tema manzo all’olio con polenta a prezzo calmierato. Nella mostra mercato invece, accanto a manzo all’olio e salumi, ci saranno anche formaggi, sfiziosità, vini, birre agricole, mieli oltre a una serie di stand per la casa e il lavoro agricolo.

Sabato e lunedì ingresso gratuito, domenica 3 aprile:
– € 5,00 intero (dalle ore 7.30 alle ore 16.00)
– € 3,00 ridotto (a partire da 65 anni e per gli ingressi dopo le 16.00)
– Ingresso gratuito fino a 15 anni

Banca Valsabbina acquista il 9% di Opstart (crowdfunding)

in Banche/Economia/Innovazione/Valsabbina by

Banca Valsabbina allarga il proprio “Network Fintech” ed entra nel mercato del “crowdfunding: il Consiglio di Amministrazione dell’istituto bresciano ha infatti dato il via libera all’accordo per l’acquisizione del 9% del capitale di “Opstart”, Fintech bergamasca tra i leader del settore.

L’operazione – subordinata al verificarsi di alcune condizioni sospensive – permette alla Banca di proseguire nell’ambito della Strategia Fintech, diversificando ulteriormente le fonti di business ed entrando nel “crowdfunding” (o del c.d. “finanziamento collettivo”), canale alternativo per la raccolta di capitali di rischio on-line, rivolto ad un “pubblico” di possibili investitori che intendono in particolare veicolare risorse verso l’economia reale.

La collaborazione con Opstart, uno dei più importanti portali on-line di “equity crowdfunding” (collocamento di capitale azionario),“debt crowdfunding” (collocamento di obbligazioni e titoli di debito) e “lending crowdfunding” (finanziamento peer-to-peer) permetterà alla Banca di favorire l’avvicinamento delle imprese a questo innovativo canale di raccolta di capitali, sottoposto tra l’altro alla vigilanza della Consob e nato appositamente per favorire lo sviluppo di aziende e start-up.

Opstart è una PMI innovativa costituita nel 2015 con sede a Bergamo, che opera attraverso diversi portali con l’obiettivo di gestire al meglio le opportunità offerte dal crowdfunding. Oltre alla consolidata area di business relativa all’equity crowdfunding, Opstart negli anni si è evoluta dando vita a un vero e proprio hub in grado di offrire ad aziende e investitori tutti gli strumenti di finanza alternativa che si basano sul crowdfunding. All’interno del fintech hub di Opstart, trovano spazio Crowdlender, portale specializzato in prestiti digitali peer-to-peer, Crowdbond, divisione dedicata al collocamento online di bond e minibond, Crowdre, sezione dedicata al Real Estate Crowdfunding, e infine Crowdlegal®, segmento lanciato da poche settimane che si occuperà di Legal Action Crowdfunding®, cioè finanziamento di azioni legali.

Inoltre, Opstart negli anni ha introdotto sul mercato le principali innovazioni del settore, tra cui il regime alternativo di intestazione delle quote e Crowdarena, la prima bacheca online dedicata alla pubblicazione di annunci di acquisto e vendita di quote e azioni di Startup e PMI che hanno effettuato raccolte in equity crowdfunding sul portale. Nel 2019 ha poi lanciato la piattaforma Crowdlisting®, attraverso la quale le PMI italiane hanno l’opportunità di replicare in economia le IPO in borsa, grazie all’unione di equity crowdfunding e direct listing. Risale invece all’anno scorso l’invenzione del Crowdbridge®, innovativa operazione di finanziamento ponte (Bridge Financing), pensato per permettere alle Startup e alle PMI di ottenere capitali in attesa di un evento finanziario certo. Ultima, non per importanza, è l’attenzione di Opstart alla sostenibilità, che si riflette in primo luogo nella selezione di società a loro volta sensibili a queste tematiche. E non solo: nel 2021, infatti, Opstart ha realizzato il suo primo Bilancio ESG e ha iniziato ad abbattere le proprie emissioni di C02 grazie alle foreste di Bambù.

“La Banca è particolarmente sensibile alle esigenze delle imprese del territorio, che spesso necessitano di forme di finanza alternative per permetterne la crescita o l’ulteriore sviluppo, premetteHermes Bianchetti, Responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina. Tramite il crowdfunding ed i portali di Opstart, tra i leader italiani del settore, le aziende possono raccogliere capitale sul mercato ed ottenere finanza sotto diverse forme, ci sono quindi importanti sinergie con il nostro modello di Business, rivolto alle PMI ed alle aziende che vogliono crescere ed investire. Con questa nuova alleanza proseguiamo con la strategia “Fintech”, confermando di credere nelle potenzialità delle partnership tra la Banca ed i nuovi operatori del mercato, favorendo al contempo il finanziamento dell’economia reale, come da nostra mission aziendale”.

“L’ingresso di Banca Valsabbina nel nostro capitale è un traguardo decisivo” –  Spiega Arioldi, CEO di Opstart. “Fin dal lancio del portale di equity crowdfunding, che festeggiamo proprio oggi, Opstart si è contraddistinta sul mercato per la sua capacità di apportare innovazione. Siamo in grado di introdurre soluzioni nuove che rispondono concretamente alle esigenze delle piccole e medie imprese e degli investitori grazie alla nostra conoscenza del mercato finanziario tradizionale, che io e gli altri soci fondatori di Opstart abbiamo maturato sul campo in diversi anni di attività professionale. Nello stesso modo il nostro nuovo partner, Banca Valsabbina, è un istituto storico, con oltre 100 anni di conoscenza del territorio, delle imprese, dei risparmiatori. E proprio per questo sempre attento e sensibile alle nuove opportunità che può offrire ai suoi clienti. La nostra alleanza nasce proprio da qui: dal connubio fra tradizione e innovazione.”

Confindustria: allarme per gli effetti della guerra, imprese a rischio chiusura

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Si è svolto giovedì mattina un Consiglio di Presidenza straordinario di Confindustria Lombardia. Unico punto all’ordine del giorno le ripercussioni sulle imprese del conflitto russo-ucraino e le conseguenti sanzioni economiche. I vertici dell’industria lombarda, nell’esprimere unanimemente grande preoccupazione per l’evoluzione del conflitto, hanno lanciato un grido d’allarme sull’impatto che la guerra potrà avere sulla ripresa dell’economia della regione. Se chiudono le imprese chiude il Paese.

Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia esorta la politica e le istituzioni, a livello nazionale ed europeo, a lavorare per la pace e ad agire bene e in fretta per evitare che a pagare il conflitto siano le imprese e i cittadini, già duramente colpiti da due anni di emergenza. A seguito della crisi sanitaria, le imprese stanno affrontando costi di approvvigionamento delle materie prime sui mercati non paragonabili con il pre-pandemia.

Con la crisi energetica, cominciata molti mesi prima della guerra in Ucraina, le imprese stanno pagando a caro prezzo le politiche energetiche europee oggi rivelatesi controproducenti.

L’attuale situazione internazionale sta imponendo nuove criticità insostenibili per le aziende: Russia e Ucraina rappresentano per le realtà industriali lombarde importanti fornitori di rottami ferrosi, nickel, antracite, ghisa, alcune ferroleghe e altro ancora.

Il quadro sanzionatorio sta rallentando o interrompendo le supply chain di diverse filiere produttive e a pagarne le conseguenze sono in particolare le piccole e medie imprese: le produzioni, ad esempio, del settore moda già realizzate per il mercato russo oggi giacciono in magazzino, non riutilizzabili, andando ad appesantire la situazione finanziaria delle aziende.

Il caro energia, poi, sta mettendo in ginocchio le imprese. In questo scenario, gli inviti a ridurre i consumi rivolti dalle istituzioni europee e italiane sono inconciliabili con i livelli e le esigenze di produzione dell’industria lombarda: a questi livelli di costo una rilevante parte delle imprese lombarde è a rischio chiusura.

Serve un immediato tetto al prezzo del gas a livello nazionale e un taglio deciso di tutte le imposte indirette sui carburanti oltre ad una operazione trasparenza sui contratti in essere di approvvigionamento gas.

Tutto ciò che si lascerà di intentato sulla riduzione del prezzo del gas e dell’energia, anche a livello fiscale, verrà poi pagato con gli interessi in termini di cassa integrazione e chiusure aziendali. E’ finito il tempo delle parole e delle riflessioni. E’ il tempo di prendere scelte immediate, seppur rischiose, piuttosto che aspettare soluzioni migliori ma tardive, quando le aziende avranno già chiuso.

Gli industriali lombardi chiedono alle istituzioni europee e al governo italiano di affrontare immediatamente questo tsunami, evidenziando la necessità di una politica industriale europea, aggiornata alla luce dei cambiamenti in atto, che accompagni la transizione di interi settori e filiere.

Tempi di guerra comportano scelte da economia di guerra. E’ auspicabile che a livello europeo le scelte siano ponderate e condivise con gli attori coinvolti e che i governi europei convergano verso un quadro favorevole al fare impresa dando, per quanto possibile nell’attuale congiuntura, certezze agli imprenditori.

In questo quadro, il rischio di perdere i benefici del PNRR è quanto mai reale: bisogna agire affinché tutte le missioni individuate nel PNRR vengano esentate dai sovra costi legati ai rincari di energia e materie prime.

Forte preoccupazione, infine, in merito all’aumento delle richieste di Cassa integrazione modulate sulle chiusure temporanee: se questa sarà la nuova normalità delle imprese, è auspicabile l’introduzione di una normativa che offra maggiore flessibilità e semplificazione nell’uso della Cig sul modello della Cassa Covid del 2020.

Hanno partecipato al Consiglio di Presidenza: Francesco Buzzella, Presidente Confindustria Lombardia, Stefano Scaglia, Presidente Confindustria Bergamo, Franco Gussalli Beretta, Presidente Confindustria Brescia, Aram Manoukian, Presidente Confindustria Como, Stefano Allegri, Presidente Associazione Industriali Cremona, Lorenzo Riva, Presidente Confindustria Lecco e Sondrio, Diego Rossetti, Presidente Confindustria Alto Milanese, Edgardo Bianchi, Presidente Confindustria Mantova, Alessandro Spada, Presidente Assolombarda, Roberto Grassi, Presidente Unione Industriali della Provincia di Varese, Tiziano Pavoni, Presidente ANCE Lombardia, Alvise Biffi, Presidente Piccola Industria di Confindustria Lombardia, Jacopo Moschini, Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia.

Il Consiglio di Presidenza straordinario di Confindustria Lombardia sarà costantemente operativo per confrontarsi sugli sviluppi del conflitto e sulle ricadute per le imprese.

Export, 2021 da record per la Lombardia: +135,9 miliardi di euro

in Economia/Export/Istituzioni/Regione by

Complessivamente nel 2021 la Lombardia è riuscita ad esportare beni per un valore di 135,9 miliardi di euro superando il precedente massimo storico annuale del 2019 del 6,6% (anno nel quale l’export regionale toccò i 127,5 miliardi di euro). Occorre anche considerare che i consistenti incrementi in valore sono legati alla dinamica dei prezzi, che è stata caratterizzata da sensibili aumenti nel corso di tutto il 2021. È quanto emerge dal rapporto sul commercio estero della Lombardia nel quarto trimestre e il consuntivo 2021 pubblicato oggi da Unioncamere Lombardia.

CRESCE ANCORA EXPORT CON +10,2% – Nel quarto trimestre l’attività delle imprese manifatturiere lombarde si è mantenuta su buoni livelli, nonostante i problemi riscontrati sul lato delle forniture e dei prezzi di materie prime ed energia. Una domanda estera ancora vivace, anche se con primi segnali di rallentamento, ha consentito all’export lombardo di crescere ulteriormente (+10,2% rispetto al trimestre precedente).

GUIDESI: CARO ENERGIA E GUERRA MINADO CRESCITA- “Numeri straordinari – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi – ottenuti grazie agli sforzi degli imprenditori lombardi e al supporto di Regione Lombardia che certificano una ripresa oramai strutturale. Purtroppo però fattori esterni come la pandemia energetica e l’assurda guerra in Ucraina stanno seriamente minando la crescita economica. Servono interventi immediati da parte del Governo e della Commissione europea. Rispetto alla pandemia ‘energetica’ i tempi di reazione degli enti sovraregionali sono troppo lenti. Abbiamo lanciato l’allarme lo scorso 20 ottobre e il primo intervento da Bruxelles è arrivato dopo 5 mesi. Dalle tempistiche, con cui si affrontano le problematiche delle aziende, dipende il futuro del lavoro”.

AURICCHIO (UNIONCAMERE): 2021 ANNO RECORD – “Seppur con qualche aggiustamento congiunturale nel primo e nel terzo trimestre – ha commentato il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio –  il 2021 si caratterizza come l’anno dei record per l’export della nostra regione le imprese lombarde, protese verso i mercati internazionali, hanno prontamente agganciato la ripresa della domanda mondiale post crisi superando le difficoltà di approvvigionamento e gli incrementi di prezzo per materiali ed energia, anche se i recenti avvenimenti rischiano di vanificare i livelli raggiunti per l’aggravarsi della crisi energetica e delle dinamiche internazionali”.

I METALLI AL CENTRO DELLA RIPRESA – Il comparto legato ai metalli e alle loro produzioni si conferma forte motore della ripresa (+34,3% rispetto al 2020 e +17,7% rispetto al 2019) con effetti positivi sulla performance della maggior parte delle provincie. Rispetto al 2019 risultano in forte crescita anche i prodotti alimentari (+13,8%), le sostanze e prodotti chimici (+12,7%) e i computer e apparecchi elettronici (+12,2%). Positivi anche la gomma e materie plastiche (+9,1%), i mezzi di trasporto (+2,0%). In linea con il risultato pre-crisi, con solo piccoli incrementi, gli articoli farmaceutici (+0,7%) e i prodotti tessili, pelli-calzature e accessori (+0,4%). Non riescono, invece, a recuperare sul 2019 i macchinari e gli apparecchi (-1,4%).

TURCHIA, CINA, BRASILE E REGNO UNITO ECCO DOVE SI ESPORTA DI PIÙ – L’incremento rispetto al livello pre-crisi del valore esportato verso tutte le destinazioni è del +7,5%. I flussi verso molti dei principali paesi di destinazione delle merci lombarde registrano incrementi a due cifre rispetto al 2019: Turchia +23,5%, Cina +23,4%, Brasile +20,1%, Regno Unito +18,2%, Israele +14,4%, Germania +10,1%. A questi si contrappongono le perdite verso l’Algeria (-30,2%) e Hong Kong (-13,2%). Negativo anche il risultato verso la Russia (-3,8% sul 2019) nonostante un 2021 in recupero rispetto al 2020 (+14,0%).

BENE QUASI TUTTE LE PROVINCE, FATICANO COMO E PAVIA – Quasi tutte le provincie superano i livelli 2019, grazie principalmente all’export di metalli di base e prodotti in metallo (Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Sondrio), sostanze e prodotti chimici (Bergamo), articoli farmaceutici (Monza e Brianza e Varese), computer e apparecchi elettronici (Lodi), prodotti tessili e abbigliamento (Milano). Solo due provincie lombarde – pure crescendo rispetto all’anno scorso – scontano ancora un gap rispetto al 2019: Pavia (-8,4%) per la quale pesa il -80% dell’export di prodotti tessili, abbigliamento, pelli-calzature e accessori rispetto al 2019 e Como (-0,5%) con una riduzione del 19% della stessa categoria di prodotti.

IMPORT E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE – Il valore delle importazioni cresce del 13% congiunturale, più intensamente rispetto a quanto registrato dalle esportazioni, sfiorando complessamente i 150 miliardi di Euro nel 2021. L’incremento rispetto al 2019 si attesta al +11,8%. Il saldo negativo della bilancia commerciale regionale si attesta così a 4,5 miliardi di euro nel quarto trimestre, e a 14 miliardi per l’intero 2021. 

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