Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Camera di commercio di Brescia, ecco i comunicati stampa di questa settimana

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Pubblichiamo, di seguito, il comunicato stampa con gli eventi settimanali promossi dalla Camera di commercio di Brescia.

129/21 – PROGETTO CONSAPEVOLEZZA FINANZIARIA – SPORTELLI RIEMERGO

“Consapevolezza Finanziaria” è il progetto promosso dagli Sportelli RiEmergo delle Camere di commercio di Brescia, Bergamo, Como – Lecco, Cremona, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese, rivolto a piccoli imprenditori, titolari di partita iva e consumatori, composto da 4 webinar gratuiti con l’obiettivo di fornire competenze finanziarie di base.
Il primo appuntamento del ciclo è in programma giovedì 30 settembre 2021, a partire dalle ore 10:30, e sarà focalizzato su “La gestione efficiente del denaro per garantire l’equilibrio dei conti”.

Il programma e le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito camerale www.bs.camcom.it

130/21 – IMPRESE DIGITALI – CICLO DI WEBINAR FORMATIVI – PORTALE LIBRI DIGITALI: VENERDI’ 8 OTTOBRE 2021

Venerdì 8 ottobre 2021, dalle ore 10:15 alle ore 11:15, con il webinar dedicato al “Portale Libri Digitali” prosegue il ciclo di incontri formativi organizzati dalla Camera di Commercio di Brescia e dedicati alla digitalizzazione delle imprese.
L’iniziativa intende fornire la possibilità di conoscere e approfondire tutto quanto riguarda il “Portale Libri Digitali”, servizio che consente di conservare, gestire e consultare i propri libri d’azienda (libri contabili, libri sociali, libri contabili tributari) in formato digitale.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione.
Per il programma e le modalità di iscrizione consultare il sito camerale www.bs.camcom.it

131/21 – WEBINAR GRATUITI – PROGETTO A.G.I.RE

Sono aperte le iscrizioni ai primi due seminari della rassegna:

12 ottobre 2021 ore 09,30-12,30 Come gestire gli obiettivi di impresa Come definire quali sono gli obiettivi da raggiungere – perché è importante definire degli obiettivi – come raggiungerli e attraverso quali strategie

19 novembre 2021 ore 09,30-12,30 Marketing e strategie di gestione del cliente

Il cliente come valore principale dell’azienda – il CRM (customer relationship management) – come creare un rapporto di fidelizzazione – la personalizzazione del servizio/prodotto

Informazioni e iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it .

132/21 – ACCESSO AI SERVIZI ONLINE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

Dal 1° ottobre 2021 i privati cittadini potranno accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e della Camera di commercio di Brescia solo con l’identità digitale tramite SPID, CIE o CNS.
L’identità digitale ha lo scopo di favorire la diffusione dei servizi in rete e agevolare l’accesso ai portali istituzionali da parte di cittadini e imprese.

In particolare, per i privati cittadini l’identità digitale sarà l’unico modo per accedere a tutti i servizi di Telemaco (Registro Imprese, Registro Protesti) e di altri servizi quali: Certificati d’Origine, Agef – Bandi Camerali, Servizio Metrico, Impresainungiorno e SUAP.

La misura nei mesi successivi verrà gradualmente estesa agli altri soggetti giuridici (imprese, studi, associazioni).

Il calzaturiero torna a volare: export +36%

in Abbigliamento/Economia/Export by

Prosegue la risalita nel comparto calzaturiero, ma i livelli pre-pandemia restano lontani in molti indicatori congiunturali. I risultati più confortanti arrivano sul fronte dell’export, trascinato dalle griffe. La fotografia del comparto scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici è stata presentata nell’ambito di Micam, il Salone Internazionale delle Calzature in corso a Fiera Milano Rho.

In Lombardia nel primo semestre 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, tra industria e artigianato, la crescita di una sola unità, accompagnata da un saldo negativo di -136 addetti. Sul fronte dell’export si registra un aumento del +36% in valore sullo stesso periodo dell’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +1,9% sui livelli pre-pandemia di gennaio-giugno 2019). Le prime 5 destinazioni dell’export lombardo nel primo semestre 2021 sono risultate: USA (+53%), Francia (+25,1%), Svizzera (+25,2%), Cina (+111,8%) e Corea del Sud (stabile, -0,3%, dopo l’incremento a doppia cifra dello scorso anno); assieme coprono quasi la metà dell’export regionale. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel primo semestre dell’anno per le imprese lombarde della filiera pelle, si registra una crescita del +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2020: sono state autorizzate 4 milioni di ore (con un +836% rispetto al primo semestre di due anni addietro).

Sull’andamento dello scenario nazionale è intervenuto Siro Badon Presidente di Assocalzaturifici e MICAM Milano: “Gli ultimi dati economici che tracciano il perimetro del nostro settore ci confortano, evidenziando come anche nel secondo trimestre dell’anno emerga un forte recupero nei principali indicatori dopo l’impennata già registrata a marzo. Un rimbalzo legato soprattutto al confronto con mesi in cui le restrizioni imposte ovunque durante il lockdown avevano fortemente condizionato le attività delle imprese, la distribuzione e i consumi. In particolare le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici mostrano incrementi a doppia cifra sull’anno precedente: aumentano sia la produzione industriale (+13%) che il fatturato (+22%), oltre alla spesa delle famiglie italiane (+17,4%); fa ben sperare l’export (+31,5% in valore). Allo stato attuale, però, resta ancora elevato il gap coi livelli pre-Covid. Se le vendite estero, grazie al terzismo per le multinazionali del lusso, limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore (ma con un -11% in quantità nei primi 5 mesi), domanda interna, produzione industriale e fatturato restano ancora decisamente al di sotto dei livelli, già peraltro poco soddisfacenti, di due anni addietro (con divari superiori al -15%): per 7 aziende calzaturiere su 10 il fatturato è ancora nettamente inferiore”.

Per quanto riguarda l’export a livello nazionale, trend disomogenei tra i mercati esteri: recuperano i flussi verso la Svizzera, corre la Cina (grazie alle griffe), rimbalzi notevoli per Francia e USA; male invece Giappone e Regno Unito. Sul mercato interno, dopo un avvio 2021 ancora negativo, segnali confortanti per maggio e giugno, in cui gli acquisti delle famiglie hanno sfiorato i livelli 2019; si attenua l’impennata delle vendite online. 

Il lungo periodo di forte difficoltà indotta dall’emergenza sanitaria sta lasciando il segno nei dati occupazionali: 2.000 addetti in meno da inizio anno (-3.000 considerando anche la componentistica); -61 i calzaturifici attivi. La Cassa Integrazione Guadagni nella Filiera Pelle, dopo il record del 2020, segna nel primo semestre un ulteriore +3,8%, con un numero di ore autorizzate dieci volte superiore a due anni addietro

L’importanza della gestione delle risorse umane nelle piccole e grandi aziende

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay


La gestione delle risorse umane nelle piccole e grandi aziende è un aspetto fondamentale per un’attività perché influisce direttamente sulla produttività e sulla fama dell’azienda. Chi si occupa di assumere i dipendenti di un’azienda infatti deve avere ben chiare le competenze necessarie e soprattutto deve essere in grado di fare leva sulle motivazioni giuste per legare all’azienda il futuro collaboratore.

La pandemia ha riportato l’attenzione sulla qualità del lavoro e sulla necessità di studiare nuove forme organizzative nello svolgimento delle mansioni. E questo alla luce di un forzato lockdown che ha generato nuove modalità di impiego e innovative soluzioni di controllo delle performance. Così lo smart working e il lavoro agile hanno preso piede e, anche quando l’emergenza è rientrata, sono stati molti i dipendenti a chiedere forme contrattuali più flessibili al fine di organizzare in maniera diversa la vita lavorativa e privata. Dunque la sfida di chi si occupa della gestione delle risorse umane è anche quella di conciliare gli obiettivi dell’azienda con le esigenze delle risorse da selezionare.

Responsabile delle risorse umane: chi è e cosa fa
Il responsabile delle risorse umane si occupa di realizzare piani di assunzione per le aziende, selezionare il personale e gestire il loro percorso all’interno della realtà imprenditoriale con la finalità di far vivere bene l’esperienza lavorativa a tutti i collaboratori. È una figura professionale che può essere interna all’azienda con un ufficio preposto alla gestione delle risorse umane, o anche esterna, lavorando con un ente terzo che fa da mediatore tra l’azienda e i candidati.

Gestione delle risorse umane: formazione e attitudini
Per diventare responsabile della gestione delle risorse umane bisogna conseguire la laurea e poi scegliere il programma di un master in HR più vicino all’area nella quale ci si vuole specializzare. Per lavorare infatti nelle risorse umane non basta avere le competenze base di un corso accademico, come una laurea in lettere o in scienze della comunicazione, ma occorre acquisire competenze specifiche che riguardano gli aspetti legislativi dei contratti di lavoro e anche la componente emotiva e psicologica che caratterizza le relazioni con le persone. Per occuparsi infatti delle risorse umane occorre un’estrema sensibilità, spiccate doti organizzative e relazionali.


La formazione si può svolgere presso le università tradizionali e anche presso le università telematiche, che hanno la particolarità di erogare i loro corsi mediante piattaforme online e che quindi utilizzano l’e-learning come metodo di apprendimento. In Italia sono 11 le università telematiche riconosciute dal MIUR e alcune, come Unicusano, oltre alle sedi territoriali dislocate in tutto il paese hanno anche un campus nella sede principale che costituisce il centro nevralgico dell’ateneo e nel quale si possono frequentare lezioni, tirocini post laurea e svolgere attività sportive e relazionali.


Il fattore umano come valore primario
Il fattore umano nelle piccoli e grandi aziende è ormai considerato un valore assoluto e va coltivato giorno per giorno con l’obiettivo di rendere serene tutte le persone impiegate in ogni realtà lavorativa. Con la pandemia, le sofferenze psicologiche sono state molteplici e le persone hanno un forte di bisogno di essere ascoltate e di ritrovare entusiasmo in ciò che fanno. È dunque di fondamentale importanza curare la gestione delle risorse umane, perché sono un investimento sociale ed economico per un futuro migliore.

Pagamenti ai fornitori, a Brescia i tempi si riducono ancora | I DATI LOMBARDI

in Economia/Tendenze by

Con il 45,7% di imprese che pagano alla scadenza i propri fornitori, la Lombardia è al 1° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 30 giugno 2021. Rispetto al trimestre precedente, diminuisce il numero di imprese che effettua i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni, passate dal 9% all’8,9% con una variazione del -1,1%.

  • Bergamo: rispetto a marzo, restano invariati i pagamenti in grave ritardo, diminuiscono quelli puntuali (-0,4%) ed è 3° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 12° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+42,9%).
  • Brescia: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-0,9%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,7%) ed è al primo posto nel ranking italiano.
  • Como: rispetto a marzo, è la seconda provincia lombarda, dopo Monza e Brianza, a far registrare il maggior decremento di pagamenti in grave ritardo (-4,7%); guadagna una posizione ed è 11° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 18° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+39,7%).
  • Cremona: rispetto a marzo, perde due posizioni nel ranking italiano ed è 8°; è la seconda provincia lombarda, alle spalle di Pavia, con l’incremento più elevato di pagamenti oltre 30 giorni (+1,3%).
  • Lecco: rispetto a marzo, insieme a Monza e Brianza è la provincia lombarda dove si registra l’incremento più elevato di pagamenti puntuali (+1,6%) ed è stabile al 4° posto nel ranking italiano.
  • Lodi: rispetto a marzo, i pagamenti in grave ritardo diminuiscono del 2,7%; guadagna 3 posizioni ed è 38° in Italia. Rispetto a fine 2019, è al 6° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+54,3%).
  • Mantova: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-1,6%), sia quelli oltre 30 giorni (-3,6%); guadagna una posizione ed è 7° in Italia
  • Milano: rispetto a marzo, cresce la puntualità (+1,4%); guadagna 2 posizioni ed è 43° in Italia (penultima in Lombardia).
  • Monza e Brianza: rispetto a marzo, è la provincia lombarda con il maggior decremento di pagamenti in grave ritardo (-4,8%) e, insieme a Lecco, è quella dove si registra l’incremento più elevato di pagamenti puntuali (+1,6%). Con Biella, è la provincia italiana che guadagna più posizioni (4) ed è 12°.
  • Pavia: rispetto a marzo, è la provincia lombarda con l’incremento più elevato di pagamenti oltre 30 giorni (+1,4%). Guadagna una posizione ma è comunque ultima in Lombardia (51°). Rispetto a fine 2019, è all’8° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+48,4%).
  • Sondrio: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-1%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,5%) e mantiene il secondo posto nella classifica delle province italiane. Rispetto a fine 2019, è al 4° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+58,5%).
  • Varese: rispetto a marzo, diminuiscono sia i pagamenti alla scadenza (-0,7%), sia quelli oltre 30 giorni (-1,1%); perde una posizione ed è 22° nel ranking italiano. Rispetto a fine 2019, è al 14° posto fra le 20 province italiane le cui imprese hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti oltre 30 giorni (+41,9%).

Promotica, nel 2021 crescono i ricavi: a giugno sono 23,4 milioni

in Bilanci/Commercio/Economia by

Principali Dati Consolidati:

• RICAVI pari a € 23,4 milioni in crescita di circa l’1,2% rispetto a € 23,1 milioni consolidati pro-forma del 30 giugno 2020;
• EBITDA1 pari a € 3,2 milioni; EBITDA Margin al 13,5%;
• EBIT pari a € 2,0 milioni, EBIT Margin all’ 8,7%;
• Risultato netto positivo per € 1,4 milioni;
• Posizione Finanziaria netta attiva (cassa) per € 0,3 milioni, in significativo miglioramento rispetto ai
€ 3,1 milioni passivi (debito) registrati al 31 dicembre 2020.

Il Consiglio di Amministrazione di Promotica S.p.A. (AIM:PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy – riunitosi in data odierna sotto la presidenza di Diego Toscani, ha esaminato e approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 30 giugno 2021.

I Ricavi di Vendita consolidati, espressione del core business del Gruppo ovvero l’organizzazione e la  gestione di campagne di fidelizzazione, realizzate attraverso la progettazione delle meccaniche, lo  sviluppo degli aspetti creativi, la definizione degli aspetti legali e la gestione fisica dei premi, compresa  la loro fornitura e la consulenza nell’ambito del retail, sono pari a € 23,4 milioni, in aumento del +1,2%  rispetto ai € 23,1 milioni di ricavi consolidati pro-forma del 30 giugno 2020.

In particolare, nel corso del primo semestre 2021 la Società ha gestito in totale 209 campagne  promozionali per un totale di premi erogati pari a 10,5 milioni.

I clienti sono aumentati dai 101 al 31 dicembre 2020 ai 155 al 30 giugno 2021, a testimonianza  dell’attenta gestione rivolta ad una riduzione dei rischi di concentrazione della clientela.

Il Margine Industriale è pari a circa € 7,26 milioni (pari al 31,1% dei ricavi) dopo aver spesato €16,1  milioni relativi ai costi del venduto.

L’EBITDA risulta pari a € 3,2 milioni al 30 giugno 2021, con un EBITDA Margin del 13,5%, dopo costi per  servizi per circa € 2,6 milioni con un’incidenza in sensibile riduzione, costi per godimento beni di terzi  per € 167 migliaia composti dai noleggi e dai canoni per i contratti di leasing in essere, costi per il  personale per circa € 1,1 milioni, oneri diversi di gestione per circa € 0,3 milioni.

Si segnala che le variazioni di rimanenze di materie prime e merci sono pari a € 2,6 milioni, l’indice di  rotazione media del magazzino (2,71) è influenzato dall’attività tipica della gestione campagne loyalty  per la quale il livello di scorte è fortemente influenzato dall’inizio di significative campagne di  fidelizzazione in ragione del quale è stato effettuato l’approvvigionamento delle merci. 
Dopo accantonamenti per € 0,9 milioni attinenti agli oneri per contributi promozionali afferenti al primo  semestre 2021, ancora non giuridicamente maturati, ma la cui sussistenza è ragionevolmente certa, e  ammortamenti e svalutazioni per € 0,3 milioni, il risultato operativo (EBIT) si attesta a € 2,0 milioni,  con una marginalità all’ 8,7%.

Il Risultato Netto è pari a circa € 1,4 milioni dopo aver spesato oneri finanziari per € 89 migliaia,  rettifiche di valore di attività e passività finanziarie per € 10 migliaia e imposte per circa € 0,6 milioni.

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO

La Posizione Finanziaria Netta al 30 giugno 2021 è attiva (cassa) per € 0,3 milioni, in significativo  miglioramento rispetto ai € 3,1 milioni (debito) registrati al 31 dicembre 2020; Le Disponibilità liquide  sono pari a circa € 5,8 milioni.

Il Patrimonio netto è pari a € 12,2 milioni, in miglioramento rispetto ai € 11,8 milioni registrati al 31  dicembre 2020. Il Capitale Circolante Netto è pari a € 10,7 milioni.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “Archiviamo questi primi sei mesi da società quotata pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti e dei KPI ottenuti. La corretta  gestione del business ha consentito un buon andamento della marginalità ed una generazione di cassa  positiva, oltre a determinare un significativo aumento del numero di clienti attivi e del valore delle  campagne gestite, indicatori inequivocabili del consolidamento di Promotica quale azienda leader nel  settore loyalty. Nel primo semestre 2021 abbiamo infatti gestito oltre 200 campagne promozionali per  le maggiori insegne della GDO a livello nazionale ed internazionale, collaborando con attori del calibro  di Carrefour Italia e Selex Gruppo Commerciale, accelerando la nostra espansione al di fuori dei confini  nazionali grazie alle commesse di SPAR Croazia e Delhaize Serbia, e diversificando in settori quali quello farmaceutico. Permangono tuttavia a livello globale elementi di incertezza sia connessi all’emergenza  sanitaria, che ai fenomeni di shortage che stanno investendo il settore con conseguenti fenomeni inflattivi, in particolare in relazione alla componentistica e ai costi logistici. Alla luce di ciò, nonostante la  domanda da parte dei clienti del Gruppo nei diversi settori di riferimento continui ad essere robusta, è  tuttavia ragionevole prevedere uno slittamento delle campagne con un allungamento del lead time da 4  a 6/7 mesi per garantire la partenza corretta delle attività di fidelizzazione.”

Brescia, ad agosto inflazione in crescita

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Per il mese di agosto – secondo quanto riferisce una nota dell’ufficio Statistica del Comune di Brescia di cui dà conto il giornale Brescia news Bsnews – la variazione congiunturale dei prezzi al consumo per l’intera collettività cresce complessivamente di +0,5%, con un tasso tendenziale che sale al +1,6%, indicando un notevole aumento rispetto ai prezzi dello stesso mese dell’anno precedente.

Analizzando per tipologia di prodotto, rispetto al mese di luglio, si registra un aumento dei “Beni” (+0,4%), in particolare dei Beni energetici (+1,2%) e degli Altri Energetici (+1,8%). Lieve aumento anche per i Beni alimentari lavorati (+0,5%).

I “Servizi” presentano complessivamente un lieve aumento congiunturale (+0,6%). In particolare, sono in forte crescita i Servizi relativi ai trasporti (+2,9%).

A livello di divisione, tutte le categorie presentano variazioni congiunturali positive. La voce “Trasporti” registra l’aumento dei prezzi più elevato (+1,8%, con l’aumento del Trasporto aereo passeggeri e Trasporto marittimo e per vie d’acque interne e dei Carburanti), seguito dalle divisioni “Comunicazioni” (+0,7%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,6%, con l’incremento dei pacchetti vacanza) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,6%, con l’incremento dell’energia elettrica). Sotto l’incremento medio nazionale, ci sono, invece, i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,4%, con l’incremento degli Oli e grassi), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,3%) e “Altri beni e servizi” (+0,1%).
Variazioni nulle sono registrate per le divisioni “Bevande alcoliche e tabacchi”, “Abbigliamento e calzature”, “Servizi sanitari e spese per la salute”, “Istruzione” e “Servizi ricettivi e di ristorazione”.

In termini tendenziali, presentano decisi aumenti le divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+9,2%, con gli alti tassi del Gas e dell’Energia elettrica), “Trasporti” (+4,5%, con l’accelerazione dei Carburanti), “Abbigliamento e calzature” (+2,3%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+2,1%), “Altri beni e servizi” (+1,2%). In forte discesa, invece, l’“Istruzione” (-3,6%), le “Comunicazioni” (-2,2%), i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-1,1%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,6%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, in questo mese tutte le tipologie sono in aumento; in particolare quella a media frequenza (+0,8%). In termini tendenziali, sono in aumento i prodotti con alta e media frequenza d’acquisto (rispettivamente +1,8% e +1,9%). Infine, per la “Core Inflation”1, si registrano una variazione congiunturale positiva (+0,5%) e una tendenziale debolmente positiva (+0,2%), situazione complessivamente in miglioramento rispetto ai mesi precedenti.

Neosperience Lab, il laboratorio per la trasformazione digitale delle imprese italiane – Parla il nuovo CEO Luca Lesignoli

in Economia/Innovazione/Partner/Tendenze/Uncategorized by

Luca Lesignoli è un manager con lunga esperienza sul mercato. Da più di vent’anni imprenditore nei settori della tecnologia, della consulenza e del marketing è stato dirigente di importanti gruppi industriali tra cui il Gruppo Infracom di Verona e il Gruppo Artoni di Reggio Emilia. In questi gruppi industriali ha ricoperto la carica di Direttore Commerciale e Marketing di gruppo sviluppando esperienze sia in ambito nazionale che internazionale. Oggi Luca Lesignoli è il CEO di Neosperience Lab, società del gruppo Neosperience. Neosperience Lab gestisce gli aspetti direzionali e strategici della trasformazione digitale che devono essere di ogni progetto innovativo. Neosperience Lab è in grado di prevedere i possibili risultati di un nuovo posizionamento digitale dell’azienda, fornendo nuove strategie e criteri quantitativi per misurare il ritorno degli investimenti attraverso la redazione di un vero e proprio business plan per la digitalizzazione dell’azienda o di un dipartimento aziendale. Neosperience Lab, infatti, garantisce la messa in opera di persone, strumenti e processi funzionali alla strategia, abilitando la successiva fase di sperimentazione che può avvenire anche mediante costituzione congiunta di una Startup Innovativa. Neosperience Lab si pone l’obiettivo di seguire le imprese in tutte le fasi di sviluppo e tecnologizzazione, senza mettere a rischio il loro business tradizionale e dando loro l’appoggio finanziario di istituti bancari particolarmente attenti al mondo imprenditoriale e alle loro necessità.

Rivolgiamo ora alcune domande direttamente a Luca Lesignoli

Qual è la mission di Neosperience Lab?

L’evoluzione del mercato e il desiderio di gestire la crescita sono alcuni dei più importanti elementi che devono caratterizzare il sistema delle imprese italiane.

In questo contesto, l’innovazione digitale diventa il principale fattore competitivo. Il sistema imprenditoriale italiano è prevalentemente costituito da un insieme di piccole e medie imprese flessibili e specializzate la cui proposta differenziale sul mercato si caratterizza spesso per l’eccellenza nelle “operations”, ma non sempre possono avere a disposizione strumenti evoluti e risorse tipiche dei “grandi”. Neosperience Lab con i suoi servizi vuole supportare l’evoluzione delle imprese italiane in questa sfida. 

Qual è il primo passo che deve essere intrapreso dalle imprese italiane?

Prima di pensare a utilizzare tecnologie innovative come Intelligenza Artificiale e Blockchain, un’impresa deve fare una riflessione profonda sul suo posizionamento rispetto al mondo digitale: questo è il primo passo. Il posizionamento, nel marketing, è un’analisi utile a studiare un mercato, per individuare come comunicare una caratteristica distintiva di un brand, un prodotto o – come in questo caso – un’impresa: in poche parole, un elemento che renda più visibile il messaggio in una situazione di elevata concorrenza. L’obiettivo consiste nel trovare al prodotto una collocazione di rilievo nella mente del potenziale cliente sia nel “business to consumer” sia nel “business to business”. Non si tratta quindi di definire solo delle caratteristiche distintive, ma il modello di business ed il suo modus operandi sulla piazza digitale, ripensando in modo coerente anche la piazza tradizionale.

Quali processi è necessario innovare?

Se nel passato si è sempre cercato di lavorare sul sistema produttivo e sull’innovazione del prodotto, dato che poi le vendite sarebbero state una conseguenza, oggi bisogna sempre più ragionare sui processi di ingaggio e la conoscenza dei clienti. Amazon, Google e i social network sono da un lato un’opportunità, ma dall’altro diventano un muro che si contrappone tra un’azienda ed i suoi clienti potenziali. Bisogna quindi usare queste piazze per entrare in contatto con i potenziali clienti, per poi gestirli però in modo diretto. In tal senso è anche opportuno rivisitare dove possibile il proprio rapporto con il canale di distribuzione – che spesso è in difficoltà a causa dei grandi operatori e-commerce – sviluppando in esso e grazie a esso un’iniziativa di ingaggio, o pensare a nuovi modelli che permettano di costruire una relazione one to one con il consumatore.

Stiamo parlando di utilizzare i dati dei clienti, ma come si può fare?

Una media impresa non può avere la stessa strategia di raccolta dati di un grande operatore digitale che lavora sui “big data”, ma deve concentrarsi sui dati che in concreto gli servono, ossia gli “small data”, sia che essi provengano dai social network – per capire come profilare l’offerta – sia che arrivino – per fare un esempio settoriale – dal mondo Health, con le caratteristiche biometriche che possono segnalare una possibile esigenza.

Cosa costituirà valore nell’azienda del futuro?

Il presidio diretto e fidelizzato di una comunità di clienti e la capacità di sviluppare questo network. Se in passato si valutava il valore dell’azienda dai cespiti e dal numero dei dipendenti, ora anche la gestione di questo processo, in apparenza molto in linea con una startup digitale, diventa fondamentale anche per il mondo manifatturiero.

Il presidio della relazione diretta con i clienti permetta a un’impresa di costruire addirittura nuovi prodotti specifici. A questo importantissimo tassello vanno poi aggiunti, e gestiti sempre più in modo digitale per erogare i servizi e consegnare i prodotti come oggi il mercato richiede, le persone dell’azienda, i fornitori, i sistemi informativi tradizionali. Infine anche la formazione giocherà un ruolo chiave nello sviluppo aziendale dei prossimi anni.

La maggior parte delle piccole medie imprese italiane sono business to business: quali dati servono in questo caso?

Queste aziende si muovono spesso con contatti diretti ed iniziative come le fiere, ma queste modalità stanno perdendo di giorno in giorno efficacia. Direi prima di tutto che bisogna cercare di capire chi sta reagendo positivamente allo storytelling del proprio prodotto e perché, in modo da fornire in automatico contenuti sugli aspetti più rilevanti per ogni singolo cliente potenziale. In poche parole è necessario realizzare un progetto di Customer Generation Digitale con strumenti evoluti che sappiano ascoltare il mercato in ogni istante mettendo le aziende nelle condizioni di prendere le decisioni corrette.

Come cambierà il prodotto manifatturiero?

Il trend è legato alla sua trasformazione in un servizio indipendente o aggregato a dei servizi digitali, in modo da poter diventare funzionale alla gestione continuativa della relazione con i clienti.

Così come i grandi produttori di smartphone non vendono più solo un oggetto fisico ma un ecosistema di servizi, anche un prodotto manifatturiero come un macchinario industriale deve arricchirsi di queste componenti. Alla fine le aziende di maggior successo assomiglieranno in futuro a un’operatore software che vende in abbonamento i propri pacchetti. Del resto si dice già ora negli Stati Uniti: “every company is a software company”.

In questo scenario dove la tecnologia sarà determinante, quanto contano le persone?

L’indubbia complessità di tutte queste dinamiche richiede la presenza in azienda di figure con conoscenze e capacità di operare in un ambito in costante evoluzione e che portino nella struttura aziendale flessibilità e nuovi punti di vista. Spesso queste figure sono dei giovani che vivono sulla loro pelle l’innovazione tecnologica. Si tratta di una grande opportunità di lavoro per loro. Per questo Neosperience Lab unisce alla costruzione di una macchina digitale la presenza di un “pilota” o di una “struttura pilota”, che possa portare il progetto fino al traguardo.

Brescia, nel 2° trimestre 2021 export per la prima volta sopra i 5 miliardi

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel 2° trimestre 2021, le esportazioni bresciane, pari a 5.003 milioni di euro, superano per la prima volta la soglia dei 5 miliardi di export: si tratta del miglior trimestre in termini monetari di tutta la serie storica, con un rialzo del 14,9% anche rispetto allo stesso intervallo 2019, nel periodo pre-Covid. Rispetto allo stesso trimestre del 2020, le esportazioni aumentano invece del 62,6% (tendenziale): la variazione così elevata è dovuta al confronto con i livelli eccezionalmente bassi del secondo trimestre 2020.

Le importazioni, pari a 2.960 milioni di euro tra aprile e giugno 2021, crescono del 66,8% su base tendenziale, la crescita più intensa di tutta la serie storica.

Nei primi sei mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, la dinamica positiva delle esportazioni bresciane (+34,7%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+22,6%) e in Italia (+24,2%).

Il saldo commerciale si attesta a 3.927 milioni di euro, in aumento del 28,4% rispetto a quello del primo semestre 2020 (3.059 milioni di euro). Il dato complessivo delle esportazioni del primo semestre 2021 (9.308 milioni) è il più alto di sempre. Nello stesso periodo, le importazioni totali ammontano a 5.382 milioni di euro, rappresentando anche in questo caso il record della serie storica.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

“I dati relativi alle esportazioni bresciane nel periodo tra aprile e giugno confermano che il territorio bresciano è sulla strada giusta per una ripresa piena – commenta Mario Gnutti, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Se da un lato il confronto con il 2° trimestre 2020, ovvero il picco della pandemia, lasciava prevedere un forte rialzo su base annua, dall’altro risulta particolarmente interessante la crescita anche sul 2019: una testimonianza di come l’approccio di vicinanza al cliente e gli standard elevati di qualità siano due elementi vincenti del sistema imprenditoriale bresciano nel mondo.”

La dinamica del secondo trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo aprile-giugno 2021, ha registrato un balzo del 21,5% (tendenziale), recuperando interamente i livelli pre-Covid. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dal rischio di aumento dei contagi dovuti alla variante Delta e dalle prospettive di reintroduzione di ulteriori limitazioni. Un possibile rallentamento potrà derivare, inoltre, dagli effetti della scarsità di materie prime e di componenti sul corretto funzionamento delle catene globali di fornitura. Il rischio è quello di strozzature nell’offerta, in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari). Da ultimo, il ripiegamento negli ultimi mesi dell’attività produttiva in Germania, nostro principale partner commerciale, potrà influire negativamente sulle esportazioni bresciane.

I forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali, in alcuni casi arrivati ai massimi storici, ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+9,5% tendenziale).

Nel primo semestre 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+50,4%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+59,3%), apparecchi elettrici (+38,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+37,0%), mezzi di trasporto (+30,5%), sostanze e prodotti chimici (+25,2%).

Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+32,5%), Francia (+36,5%), Spagna (+45,1%), Regno Unito (+31,8%), Stati Uniti (+34,5%), Cina (+55,0%), India (+34,5%), Turchia (+50,3%), Russia (+25,5%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America centro meridionale (+49,5%), dell’Unione Europea post Brexit (+37,7%) e dell’Africa (+37,4%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo (+55,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+50,1%), mezzi di trasporto (+38,3%), sostanze e prodotti chimici (+35,6%), macchinari e apparecchi (+31,3%), apparecchi elettrici (+30,7%).

Aumentano le importazioni da: Germania (+46,9%), Francia (+46,6%), Spagna (+59,7%), India (+99,8%) e Turchia (+69,5%).  Diminuiscono da: Regno Unito (-12,4%), Russia (-2,3%) e Brasile (-15,6%).

Benessere in azienda: un premio alla bresciana Galvanica Sata Srl di Castenedolo

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

«Premiate le imprese che premiano le persone. Le imprese a valore artigiano hanno da sempre una dimensione sociale legata alle persone, alle famiglie e al territorio in cui operano e negli anni, ancor più in questo periodo, è cresciuto l’investimento nel benessere di chi lavora in azienda. Una sensibilità che fa crescere l’impresa stessa, le famiglie e le comunità. Attraverso il sostegno al welfare aziendale, crescente in questa fase post pandemia, le nostre imprese si sono dimostrate sensibili e ancora più attente a questo fondamentale aspetto. Il primo premio ricevuto dalla Galvanica Sata Srl di Castenenedolo ne è la conferma. Le congratulazioni di tutta la grande famiglia di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale per questo prestigioso riconoscimento nazionale, a conferma che è la strada giusta per affrontare le sfide dell’impresa di domani» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti a seguito del riconoscimento del 1° posto nel Premio Welfare Index Pmi consegnato a Roma nei giorni scorsi nelle mani del titolare Alessandro Savoldi.

Nelle motivazioni: l’azienda, nonostante il duro colpo della pandemia, ha dimostrato grande attenzione e vicinanza alle esigenze dei lavoratori. Offre sostegno alla maternità anche attraverso bonus economici, ha iniziative per favorire l’inserimento e la crescita professionale dei giovani e prevede check-up gratuiti per i dipendenti. Molta attenzione anche nei confronti della comunità che le ruota attorno attraverso sponsorizzazioni, donazioni e volontariato.

Oltre a Galvanica Sata Srl di Castenedolo (Brescia), premiate Inel Elettronica di Mussolente (Vicenza), Dario Rino di Dario Andrea & C di Belfiore (Verona), Metal.B Srl di Marano Vicentino (Vicenza), Effebi Arredamenti Snc di Cantù (Como), Equilibrio e Benessere Srl di Villa Poma (Mantova): tutte imprese di Confartigianato che giovedì 9 settembre 2021 hanno ricevuto il Premio Welfare Index Pmi nella categoria artigianato per le loro iniziative di welfare aziendale e i progetti per la tutela della sicurezza e del benessere dei dipendenti.

Il riconoscimento è stato attribuito durante l’edizione 2021 di Welfare Index Pmi, svoltasi a Roma e promossa da Confartigianato e Generali Italia, insieme alle principali confederazioni di rappresentanza.

Nel corso dell’evento è stato presentato il Rapporto sullo stato del welfare nelle piccole medie imprese italiane dal quale emerge che il welfare aziendale esce rafforzato dalla crisi Covid-19 e si afferma come una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese. Dal Rapporto, che ha coinvolto più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni, è emerso che il welfare continua a crescere nelle PMI: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale. In 6 anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%.

L’indagine ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale: in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nel lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%), aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%) e per la scuola (6,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%). La gran parte di queste iniziative sono tuttora in corso e per il 42,7% delle imprese sono strutturali e permanenti.

«Un aspetto da sempre caro a Confartigianato, impegnata ad offrire risposte strutturate alla crescente e diversificata domanda di welfare degli artigiani e delle micro e piccole imprese da oltre 30 anni a favore del benessere dei collaboratori delle aziende con gli strumenti della bilateralità, garantendo interventi efficaci e su misura per il sostegno al reddito, la tutela della salute, la formazione continua, come è avvenuto anche durante la crisi scatenata dalla pandemia da Covid-19. Ora – conclude il presidente Massetti in questa delicata fase di ripartenza, il welfare rappresenta per Confartigianato una delle priorità alla quale dedichiamo molteplici iniziative per intercettare e soddisfare le richieste di servizi e assistenza espresse da imprenditori, imprese, persone e famiglie. Significative sono le esperienze avviate sul territorio di welfare di comunità che fa crescere l’impresa, ma soprattutto il Paese» conclude il presidente Massetti.

Il Covid colpisce il gioco pubblico. Nel 2020 crollo delle entrate erariali (-36,2%) e della spesa degli italiani (-33,2%)

in Economia/Tendenze by
Gioco d'azzardo

Dal prelievo sui giochi nel 2020 lo Stato ha incassato 7,24 miliardi di euro, a titolo di prelievo erariale, utile erariale ed imposta unica. E’ quanto emerge dal Libro Blu 2020 – segnala Agimeg – presentato oggi da ADM. La raccolta complessiva del settore – in un anno caratterizzato da mesi di chiusura forzata, resasi necessaria per fronteggiare l’emergenza pandemica – è stata pari a 88,38 miliardi di euro. Il gioco online ha rappresentato il 55,7% di questa raccolta, mentre la rete fisica – che è stata chiusa nei due lockdown (tra marzo e giugno, e tra ottobre e dicembre 2020) – ha totalizzato 39,15 miliardi di euro (44,3%).

Nel 2020 – evidenzia ADM – tutti i valori del settore giochi hanno registrato una forte diminuzione rispetto al 2019, causata soprattutto dalla situazione di emergenza sanitaria da Covid-19: -20,05 per cento per la Raccolta, -17,24 per le Vincite, -33,23 per cento per la Spesa e -36,27 per cento per l’Erario. Dei 7,2 miliardi di euro incassati dallo Stato, il 35% deriva dalle AWP, il 9,59% dalle VLT – al 31 dicembre 2020 in Italia si contavano 261.186 Awp e 55.968 VLT, oltre a 96.115 apparecchi senza vincita in denaro – il 25,6% dalle Lotterie, il 12,7% dal Lotto, il 4,9% dai giochi numeri a totalizzatore nazionale e il 22% da Altri giochi (voce comprendente scommesse sportive, bingo, Totocalcio-Il9-Totogol, scommesse virtuali, Casinò games, poker cash e a torneo, betting exchange).

Per il gioco fisico, la pandemia ha duramente colpito tutti i settori. Valori in calo – segnala Agimeg – di oltre il 50% rispetto al 2019 per il Bingo, le Awp e le scommesse ippiche. Ecco nel dettaglio i cali per ogni singolo gioco fisico: Awp -53,4%, Bingo -57,9%, SuperEnalotto e giochi numerici a totalizzatore -25,5%, Scommesse e giochi a base ippica -51,4%, Scommesse e giochi a base sportiva -33,3%, Lotterie -15,1%, Lotto -20,6%, Scommesse virtuali -39%.

Il gioco a distanza è cresciuto invece del 44%. Ecco il dettaglio dei singoli giochi:

L’erario ha perso, nel 2020, il 36,2% rispetto al 2019. Crollo delle awp (-48,3%), Bingo (-48,4%) e vlt (-62,1%). In calo anche Lotto e Lotterie. Ecco il dettaglio dei singoli giochi:

La riduzione della Raccolta del gioco fisico (ad es. derivante AWP e VLT) nel 2020 è stata del 47,20 per cento, ed è stata dovuta principalmente alla chiusura dei punti gioco sul territorio durante l’emergenza sanitaria. Conseguentemente, la Raccolta del gioco a distanza è aumentata del 35,25 per cento rispetto al 2019, con un incremento di oltre il 30 per cento del numero dei conti di gioco aperti durante l’anno. Tuttavia, il netto spostamento dei volumi di gioco dal canale fisico a quello telematico, non è riuscito a controbilanciare la contrazione della raccolta in valore assoluto, determinando una forte riduzione del gettito erariale.

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