Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Crowfunding, altri 7,6 milioni di euro raccolti dalla bresciana Out Of

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Circa un mese fa, Out Of lanciava la sua seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd (principale piattaforma italiana per investimenti in equity crowdfunding e parte del Gruppo Azimut) e in una sola settimana il contatore del portale segnava già 1,7 milioni di euro raccolti. Una partenza che faceva intravedere il grande interesse di una vasta platea di investitori nei confronti di questa startup made in Brescia che ha un obiettivo chiarissimo: portare innovazione nel campo dell’ottica sportiva e non solo, un settore dove l’Italia è sempre stata protagonista.

In circa 30 giorni, Out Of ha raccolto ben 7,6 milioni di euro, segnando di fatto una pietra miliare nella storia delle campagne di equity crowdfunding italiane e arrivando quasi al tetto massimo di raccolta di 8 milioni previsto dal regolamento italiano. La startup fondata dai tre fratelli RighiFederico, fisico laureato con lode all’università di Milano, Roberto, Industrial Designer e Laura, Graphic Designer aveva già raccolto 1 milione di euro nel 2020, sempre su Mamacrowd, dopo essere andata in overfunding per ben 4 volte.

I motivi del successo

Capita molto raramente di assistere a performance di raccolta come quelle di Out Of. L’azienda bresciana ha convinto importanti investitori a credere nel proprio progetto e lo ha fatto potendo contare su alcuni importanti elementi che di rado si vedono sotto lo stesso cappello: un team affiatato e preparato, una tecnologia proprietaria con una serie di brevetti registrati, un eccezionale riscontro da parte del mercato,importanti partnership all’attivo e una roadmap di crescita all’interno di un mercato multimiliardario e dalle potenzialità impressionanti. «Questo incredibile traguardo è la prova del supporto e della fiducia che la nostra comunità nutre nella missione e nel lavoro di Out Of. I fondi raccolti accelereranno il percorso per portare la nostra tecnologia in settori ancora da conquistare e dare forma al futuro che sogniamo. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in noi. Insieme, costruiremo qualcosa di straordinario». Ha commentato Federico RighiCeo e co-founder di Out Of.

Una campagna da record

Sono stati 580 gli investitori che hanno aderito a questa campagna, un bellissimo esempio di crowdfunding con una grande partecipazione sia di investitori occasionali che seriali tra i quali gli investitori della prima raccolta che hanno deciso di ridare nuovamente fiducia all’azienda. A questi si aggiungono gli investimenti del fondo AZIMUT ELTIF – Venture Capital ALIcrowd III e di FFI (Ferrari Family Investments, il family office della famiglia del fondatore della scuderia). L’operazione è stata assistita dagli advisor FNDXIN3 Ventures e GOP (Gianni&Origoni).

Camera di commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

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Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali diffusi dalla Camera di commercio di Brescia.

94/23 – ANALISI DI MERCATO E STRATEGIA PER COSTRUIRE UN BRAND VINCENTE – 16 novembre 2023. h 9.00/13.00

Workshop gratuito che si terrà presso la Camera di Commercio di Brescia, sala C primo piano il 16 novembre 2023 dalle ore 9.00 alle 13.00. L’incontro si propone di trasmettere ad aspiranti e neo imprenditori gli strumenti per conoscere il proprio mercato e consolidare il proprio business nei confronti di clienti e competitor. Durante l’incontro sarà presentato il Progetto NEXT, servizi gratuiti di formazione e orientamento per gli aspiranti imprenditori

Per iscrizioni è sufficiente compilare il modulo on line sulla pagina www.https://bs.camcom.it/avvio-dimpresa/punto-nuova-impresa Per informazioni: Ufficio Competitività delle Imprese, tel. 0303725264/298, e-mail pni@bs.camcom.it

95/23 – INCONTRI INFORMATIVI REGISTRO IMPRESE

La Camera di Commercio di Brescia organizza una serie di iniziative rivolte all’utenza registro imprese per fornire la possibilità di conoscere gli obblighi e approfondire le tematiche riguardanti i servizi e prodotti digitali offerti dal sistema camerale.

Prossimi appuntamenti:

– IL TITOLARE EFFETTIVO: incontro, confronto e approfondimento

27 ottobre 2023 dalle ore 10.30 alle 12.00

– DIRE, LA COMUNICAZIONE DELLA TITOLARITA’ EFFETTIVA

6 novembre – ore 10.00 – 12.00

– SERVIZI E PRODOTTI DIGITALI OFFERTI DALLA CAMERA DI COMMERCIO

8 novembre 2023 – dalle 16.15 alle 17.45

– IL TITOLARE EFFETTIVO: incontro, confronto e approfondimento

10 novembre 2023 – dalle 14.30 alle 17.30

– CERS – CESSAZIONI REGISRO IMPRESE SUAP

17 novembre 2023 dalle ore 14.30 alle 17.30

– Vi.Vi.Fir (Vidimazione Virtuale Formulario Rifiuti), LIBRI DIGITALI e FATTURAZIONE ELETTRONICA

21 novembre 2023 dalle ore 16.15 alle 17.45:

– CARTA NAZIONALE DEI SERVIZI (CNS), CASSETTO DIGITALE DELL’IMPRENDITORE e SPID

30 novembre – ore 16.15 – 17.45

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it alla pagina Incontri e seminari

Settori strategici, la Lombardia fa squadra con Piemonte e Liguria

in Economia/Innovazione/Tendenze by

Prosegue e si consolida l’alleanza strategica economica su settori specifici tra Lombardia, Piemonte e Liguria.

Dopo il primo incontro di Genova del luglio scorso i tre assessori regionali allo Sviluppo Economico Guido Guidesi (Lombardia), Andrea Tronzano (Piemonte) e Andrea Benveduti (Liguria) si sono ritrovati oggi a Milano per una giornata di lavoro con imprese, università e associazioni di categoria per sviluppare azioni condivise a sostegno delle aziende.

É la ‘Cabina economica del Nord Ovest’ in cui sono stati approfonditi, con tavoli di lavoro specifici, i settori automotive, aerospazio, filiera logistica, industria energetica e microelettronica.

“La strada è tracciata – hanno detto i tre assessori – e l’obiettivo è senza dubbio ambizioso, costruire filiere interregionali su tematiche di interesse comune che permettano ai tre territori un maggiore sviluppo e nuove opportunità alle imprese”.

Il prossimo incontro si terrà a Torino il 7 febbraio 2024.

AUTOMOTIVE – Per la prima tematica, quella dell’automotive, è importante ricordare quanto le regioni del Nord Ovest siano da sempre leader in Italia e ai primissimi posti in Europa. Davanti a questa realtà diventa fondamentale la tutela della filiera con la possibilità, grazie alle nuove tecnologie e studi scientifici, di far nascere nuove possibilità di sviluppo. Per questo i tre assessori hanno espresso unanimemente la necessità di una strategia comune di sostegno, oltre ad aver discusso proposte insieme alle associazioni di categoria e a importanti realtà imprenditoriali, cercando così di essere maggiormente protagonisti in Europa.

MICROELETTRONICA – Punti di assoluta convergenza anche per il settore della microelettronica. In questo caso, l’attenzione delle tre regioni si è concentrata sulle risorse umane e sulla formazione, quest’ultimo aspetto fondamentale per affrontare con adeguata preparazione le sfide della digitalizzazione. Le regioni, quindi, condividono la “necessità di colmare il gap domanda-offerta mettendo al centro il rapporto tra mondo dell’istruzione e mondo dell’azienda”. Le proposte sono quelle di iniziative “verso le scuole superiori che facciano comprendere quanto l’elettronica incida nella vita quotidiana e come lo sviluppo di percorsi alternativi all’università sia fondamentale per creare profili altamente qualificati”.

AEROSPAZIO – Il terzo tema affrontato, sui cui è stata registrata ampia convergenza tra le regioni, è quello dell’aerospazio. È stata sottolineata l’importanza di un coordinamento multi-regionale dei bandi che creerebbe una maggiore integrazione tra le filiere aerospaziali delle tre regioni. Torino, con la partenza della città dell’aerospazio a fine anno, diventerà un centro importante di ricerca e di sviluppo per tutto il Nord Ovest dell’industria aeronautica e spaziale.

FILIERA LOGISTICA – Sono state poi affrontate le tematiche relative alle imprese operanti nel settore della logistica. Lombardia, Piemonte e Liguria rappresentano la principale area di origine/destinazione per il trasporto delle merci in Italia, con un settore della logistica che può vantare numeri di straordinaria importanza: oltre 10 miliardi di euro il valore del comparto industriale (circa il 25-30% del fatturato di logistica nazionale, stimato da Assologistica in 35 miliardi), oltre 18.000 imprese che danno lavoro a 90.000 addetti, 12 terminal intermodali in cui operano le imprese di trasporto combinato generando il 30% del traffico nazionale, in gran parte verso destinazioni internazionali, 400 milioni di merci con origine o destinazione la Lombardia, il 93% delle quali movimentate su gomma, il 7% movimentate su ferro; il trasporto ferroviario rappresenta il 14% del traffico merci totale, esclusi i traffici interni alla Lombardia e il 67% del traffico totale internazionale e circa 500.000 tonnellate all’anno il quantitativo di merci movimentate da Malpensa che si conferma primo aeroporto in Italia per le merci.

AL LAVORO PER CREARE UN’AREA LOGISTICA VASTA DI LIVELLO EUROPEO – “Questi numeri e condizioni idonee – è stato il ragionamento dei tre assessori e degli stakeholder presenti al tavolo di lavoro – spingono a dare risposte adeguate e a lavorare per la creazione di un sistema integrato di servizi nell’ambito di un’area logistica vasta di livello europeo. Una macroregione economica che rappresenta oltre il 45% del mercato nazionale di logistica e genera circa il 50% del PIL italiano, cui in un’ottica di sistema riferito agli assi europei va integrato il Brennero e quindi l’area veneta occidentale”.

INDUSTRIA ENERGETICA – Il quinto e ultimo tavolo di lavoro è stato dedicato all’industria energetica; consapevoli del fatto che la transizione energetica avrà un impatto sulle filiere produttive tradizionali fortemente presenti nel nord-ovest, molti sono stati i temi trattati e i punti di incontro tra le tre regioni. Si è dibattuto sui possibili scenari di mercato settoriali e di tematiche specifiche quali: l’industria energetica a partire dalla produzione, dalla componentistica e dall’impiantistica, l’efficienza energetica, lo sviluppo della filiera della bioraffinazione e dello sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. Un’analisi specifica è stata dedicata a tutte le alternative della filiera dell’industria energetica concordando di “mettere a sistema la filiera completa in ragione delle conoscenze e delle aziende già attive nelle tre regioni”.

Cgil, aumentano le adesioni al sindacato di polizia

in Economia/Sindacati by

Si è tenuto presso la Scuola Pol.G.A.I. di Brescia il consiglio direttivo del SILP CGIL provinciale, il sindacato di Polizia appartenente alla CGIL, che ha registrato un notevole aumento delle adesioni. 

Alla riunione erano presenti il Segretario Generale della Camera del lavoro di Brescia, Francesco BERTOLI, e il Segretario del Sunia CGIL, Angelo Andreoli, che hanno dato il via ai lavori. La presidenza dell’assemblea è stata affidata a Maurizio Cesaretti, segretario nazionale del SILP CGIL, mentre Daniele Bena, segretario generale regionale della Lombardia SILP CGIL, ha sostenuto l’iniziativa. 

“Siamo lieti di condividere che il serio e costante lavoro svolto dal SILP CGIL sta portando i suoi frutti”, ha dichiarato Gianluca Cioè, segretario generale provinciale del sindacato bresciano. “I valori di democrazia, condivisione del lavoro e trasparenza che ci hanno sempre contraddistinto hanno fatto sì che negli ultimi anni molti colleghi abbiano deciso di unirsi a noi e sostenerci”. 

Durante il consiglio direttivo, è stata approvata la nomina di Giovanni Lorefice come Segretario Generale con funzioni vicarie, insieme a Virgilio Corsa. Le nomine di questi due dirigenti sindacali di affermata esperienza provenienti da altra sigla si aggiungono a un considerevole numero di nuovi iscritti che li hanno seguiti e che ora arricchiscono la squadra del SILP CGIL. 

“Continuiamo, avendo unito le forze, con più determinazione e fermezza, a tutelare i diritti dei poliziotti”, ha proseguito Cioè. “Siamo senza contratto da quasi due anni e i nostri stipendi sono bloccati da allora!” 

Il SILP CGIL di Brescia si impegna pertanto a lavorare instancabilmente per garantire una giusta tutela e rappresentanza alle forze dell’ordine, rivendicando condizioni di lavoro dignitose e retribuzioni adeguate. 

Perché scegliere un calorifero svedese? I benefici che se ne possono ricavare

in Economia/Energia by

La scelta di un sistema di riscaldamento per la propria casa va ben oltre la semplice necessità di mantenere una temperatura confortevole. Ogni volta che si decide di installare o aggiornare un sistema di riscaldamento, si aprono nuove opportunità per migliorare l’efficienza energetica, ridurre l’impatto ambientale e ottenere una soluzione di riscaldamento che si integri perfettamente con l’estetica della casa. Uno dei dispositivi che sta rapidamente guadagnando popolarità per i suoi vantaggi è il calorifero svedese. Si tratta di una scelta così interessante per chi ha una casa moderna e vuole puntare a dispositivi smart e all’avanguardia, oltre che esteticamente avanzati.

Che cos’è il Calorifero Svedese

Il calorifero svedese è un sistema di riscaldamento innovativo progettato per fornire comfort termico ed efficienza energetica. La sua struttura e funzionamento sono stati sviluppati in Svezia, un paese che deve affrontare rigide condizioni climatiche durante l’inverno e anche in altre stagioni dell’anno. Questo ha spinto gli ingegneri svedesi a creare un sistema di riscaldamento che fosse altamente efficiente e sostenibile.

Il design di questa tipologia di calorifero è notevole per la sua semplicità ed eleganza. Questi caloriferi sono sottili e dall’aspetto minimale, progettati per adattarsi a qualsiasi stile d’arredamento. Sono realizzati con materiali di alta qualità, spesso in acciaio inossidabile, e dispongono di un sistema di distribuzione del calore altamente efficiente.

Il funzionamento del calorifero svedese si basa su un principio di convezione termica. L’aria fredda viene aspirata nella parte inferiore del radiatore, dove viene riscaldata da un elemento riscaldante interno. L’aria calda sale naturalmente verso l’alto, creando una corrente d’aria che distribuisce il calore in modo uniforme nell’ambiente circostante. Questo meccanismo garantisce una distribuzione uniforme del calore in tutta la stanza, evitando così che ci siano zone troppo fredde o troppo calde.

Vantaggi principali del Calorifero Svedese

Rispetto ad un radiatore tradizionale, il calorifero svedese offre diversi vantaggi che possono migliorare lo stile di vita nella propria abitazione.

Efficienza Energetica: uno dei vantaggi più evidenti del radiatore svedese è la sua elevata efficienza energetica. Grazie al sistema di convezione termica e all’ottimizzazione del riscaldamento, questi caloriferi richiedono meno energia per mantenere una temperatura confortevole in casa. Questo si traduce in una significativa riduzione dei costi energetici.

Distribuzione Uniforme del Calore: nessuno vuole sentire freddo in particolari zone della propria casa. Il calorifero svedese offre una distribuzione uniforme del calore, garantendo che ogni parte della stanza sia riscaldata in modo equo. Questo non solo aumenta il comfort, ma consente anche di ridurre la temperatura desiderata, risparmiando ulteriormente energia.

Design Elegante: i caloriferi svedesi sono noti per il loro design minimale e moderno. La loro sottigliezza e versatilità li rendono un complemento d’arredo ideale per qualsiasi tipo di abitazione. Gli acquirenti possono scegliere tra una varietà di finiture e stili per abbinare il radiatore all’estetica della propria casa. Non c’è bisogno di scegliere tra funzionalità ed estetica, perché questo prodotto offre entrambe le cose.

Sostenibilità: in un’epoca come quella che stiamo vivendo, in cui la sostenibilità è ormai una priorità, il calorifero svedese si distingue per il suo contributo alla riduzione dell’impatto ambientale. Grazie alla minore quantità di energia richiesta per riscaldare una stanza e alla possibilità di utilizzare fonti di energia rinnovabile, questo sistema di riscaldamento aiuta a preservare l’ambiente.

Facilità di Installazione e Manutenzione: l’installazione di un calorifero svedese è relativamente semplice e intuitiva. In molti casi, non è necessario alcun lavoro strutturale significativo. Inoltre, questi caloriferi richiedono meno manutenzione rispetto a sistemi di riscaldamento tradizionali che sono più complessi, riducendo i costi a lungo termine.

Conclusioni

Acquistare un calorifero svedese è una scelta intelligente per chiunque cerchi un sistema di riscaldamento efficiente ed ecologicamente sostenibile. La combinazione di un design elegante, una distribuzione uniforme del calore, l’efficienza energetica e la sostenibilità lo rende una soluzione ideale per le case più moderne. I vantaggi offerti da questo innovativo sistema di riscaldamento non solo migliorano il comfort in casa, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale e i costi energetici. Chiunque debba cambiare il suo sistema di riscaldamento o ha bisogno di installarne uno nuovo dovrebbe considerare questa soluzione, che oltre a rendere più bella la casa permette di risparmiare sulle bollette.

Confartigianato, lunedì 23 arrivano da Parigi gli acconciatori campioni del mondo

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Parrucchiere, foto generica da Pixabay

Da Parigi a Brescia gli acconciatori campioni del mondo AMI ospiti lunedì 23 ottobre dalle ore 14:30 nell’appuntamento che si terrà presso l’auditorium della sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale di Brescia, di via Orzinuovi 28. Sarà l’occasione per gli addetti ai lavori per scoprire gli stili delle acconciature della prossima collezione primavera-estate 2024.

Durante l’evento, organizzato da Calcagni Diffusion e Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale, gli stilisti AMI – Acconciatori Moda Italiana – si esibiranno nelle acconciature maschili e femminili presentate recentemente a Parigi. AMI è riconosciuta da INAI (Istituto Nazionale Acconciatori Italiani) e da OMC (Organizzazione Mondiale della Coiffeur) per poter organizzare e far partecipare i suoi membri alle competizioni nazionali e internazionali della categoria, simbolo di qualità e professionalità nel mondo dell’hairdressing.

Un’occasione per rinnovare il valore tecnico – artistico e arricchire il bagaglio professionale delle nostre imprese. L’ingresso è gratuito: per info e contatti ai numeri 030 3745.284-324 oppure scrivendo a: area.categorie@confartigianato.bs.it

Allergie alimentari nei cani: cosa è bene sapere

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Le allergie alimentari nei cani sono un problema comune che può causare disagi e inconvenienti: è molto importante intervenire e chiedere anche un consulto al proprio veterinario per fare in modo di offrire solo il meglio al proprio peloso.

C’è anche da dire che le allergie alimentari possono manifestarsi in diverse forme, come prurito, eruzioni cutanee, vomito o diarrea. Ecco perché può essere utile intervenire con cibo ipoallergenico per cani.

Allergie alimentari nei cani: come si manifestano? I sintomi

I sintomi delle allergie alimentari nei cani possono variare da lievi a gravi. Alcuni possono manifestare prurito e arrossamento della pelle, o soffrire di problemi digestivi come vomito o diarrea. Non è poi così inusuale che i pelosi possano sviluppare un’eruzione cutanea o manifestare cambiamenti comportamentali come irritabilità, ansia o apatia.

Identificare un’allergia alimentare può richiedere del tempo, ma è importante per il benessere del proprio amico a quattro zampe. Allo stesso tempo, ricordiamo che le allergie possono essere causate da una varietà di fattori, tra cui ingredienti specifici nel cibo, sensibilità a determinati nutrienti o additivi, oppure come reazione a una dieta troppo povera di nutrienti.

Cosa fare, in questi casi? È importante consultare un veterinario per una corretta diagnosi e per determinare il miglior approccio per gestire l’allergia alimentare: solamente così potremo dare il meglio al nostro peloso.

Come avviene la diagnosi?

Non è un processo facile o veloce, in quanto il veterinario inizia indubbiamente con una completa anamnesi del cane, raccogliendo informazioni sulle sue abitudini alimentari, i sintomi che ha manifestato. In ogni caso è essenziale monitorare il cane dopo aver cambiato la sua dieta o eliminato determinati alimenti. Questi test possono richiedere tempo e pazienza, ma sono fondamentali per determinare l’allergene specifico e per adattare la dieta del cane di conseguenza.

Come gestire le allergie alimentari nei cani?

La prima cosa da fare è non scoraggiarsi: il modo migliore per gestire questa problematica è offrire al cane una dieta appositamente formulata, con cibo ipoallergenico.

Grazie alla sua formulazione specifica, il cibo ipoallergenico può contribuire a migliorare la salute generale del cane fornendo un’adeguata assunzione di nutrienti e prevenendo potenziali problemi di salute. Questo tipo di cibo è realizzato con ingredienti selezionati e di alta qualità, poiché esclude gli allergeni alimentari comuni che possono causare reazioni allergiche nei cani sensibili.

Gli allergeni alimentari più comuni per i cani sono il pollo, il manzo, il grano, il mais e i latticini. Ecco, il cibo ipoallergenico utilizza alternative più sicure e facilmente digeribili per fornire una dieta ugualmente nutriente. È bene sapere, in ogni caso, che prima di introdurre una nuova alimentazione nel cane si deve sempre sentire il parere di un veterinario.

Quali sono i vantaggi del cibo ipoallergenico per cani?

Prima di tutto, lo abbiamo già anticipato: è formulato per ridurre le reazioni allergiche nei cani, perché esclude gli allergeni principali e può aiutare a prevenire sintomi come prurito, irritazione della pelle e problemi digestivi. Allo stesso tempo, fornisce una dieta nutriente e bilanciata che può contribuire a migliorare la salute del pelo del cane.

Rappresenta, inoltre, un vero e proprio supporto per l’apparato digestivo, in quanto pensato per essere facilmente digeribile. Da non sottovalutare, poi, che le allergie alimentari possono causare ulteriori problemi alla salute del cagnolino: con un cibo pensato per le sue esigenze, lo aiutiamo a mantenersi in salute e prevenire eventuali disturbi.

Come scegliere il cibo giusto?

Ci sono alcuni fattori da considerare in fase di scelta? Il primo lo abbiamo già detto: consultare il veterinario è sempre il passo giusto da fare, anche per ottenere la diagnosi e per comprendere lo stato di salute del proprio peloso.

Il secondo passo è quello di fare un acquisto sicuro; dunque, di fermarsi sempre a leggere attentamente le etichette degli ingredienti per assicurarsi che non contenga gli allergeni alimentari comuni.

Ovviamente, troviamo in commercio sia le crocchette che il cibo umido: in tal caso dobbiamo considerare le preferenze alimentari del nostro cane e scegliere il cibo che meglio si adatta alle sue esigenze. I cani amano le crocchette, ma ovviamente non possiamo esagerare con le dosi. È infine importante che il cambio nell’alimentazione avvenga in modo graduale per evitare problemi digestivi.

“Made in Brescia”: 144 le imprese a partecipazione estera; generano un fatturato di 4,3 miliardi

in Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Le imprese manifatturiere bresciane a partecipazione estera ammontano a 144 unità: nel 2021 (ultimo anno disponibile) hanno realizzato un fatturato pari a 4.321 milioni di euro, un valore aggiunto di 1.104 milioni e hanno dato lavoro a oltre 11.300 addetti, a testimonianza del loro peso sul territorio.

A evidenziarlo è l’edizione 2023 della ricerca “Multinazionale Brescia”, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia e riportata da Brescia news: lo studio offre un approfondito censimento delle aziende locali partecipate da operatori stranieri (investimenti inward) e delle iniziative all’estero da parte delle realtà bresciane (investimenti outward). Il report ha riguardato, per entrambi i fronti, esclusivamente le realtà manifatturiere, con forma giuridica “società di capitali”, caratterizzate da un volume d’affari superiore a 1 milione di euro.

Sulla base di quanto emerso dallo studio, le imprese manifatturiere a partecipazione estera rappresentano il 4,6% della popolazione di riferimento, ma incidono per il 10,3% dei ricavi complessivamente generati dell’industria bresciana, per il 10,8% del valore aggiunto e per il 10,3% dell’occupazione.

Dal punto di vista delle aree geografiche di provenienza del soggetto investitore, l’Unione Europea guida la classifica delle multinazionali attive sul territorio: ben 80, per un totale di quasi 5.700 dipendenti. Al secondo posto si colloca, a distanza, il Nord America, con 30 partecipazioni e oltre 2.700 addetti. Seguono, entrambe con 15 imprese detenute, l’Asia e l’Europa non UE. Più nel dettaglio, per quanto riguarda i Paesi di provenienza, al primo posto si posiziona la Germania, che vanta 35 imprese bresciane partecipate, con oltre 2.600 addetti; seguono gli Stati Uniti (27 imprese, con più di 2.500 addetti) e la Francia (19 aziende, con oltre 800 dipendenti), in una classifica che vede la presenza, sul territorio bresciano, di investitori originari di 24 Paesi esteri.

“Il censimento realizzato dal Centro Studi permette di scattare una fotografia più ampia sul fenomeno dell’internazionalizzazione delle aziende bresciane, andando a integrare le informazioni sui flussi import/export rilevati periodicamente dall’ISTAT, con dettagli sulle multinazionali attive nel territorio – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia delegato all’Internazionalizzazione –. In questo modo abbiamo ottenuto una rappresentazione per certi versi più completa dei reali rapporti con l’estero da parte del sistema produttivo bresciano, che i soli dati sulle importazioni ed esportazioni tendono necessariamente a sottostimare. I risultati testimoniano, una volta di più, l’integrazione del Made in Brescia nel contesto globale, oltre alla sua capacità di contaminare e, allo stesso tempo, di ricevere stimoli dall’estero. In tale contesto, va sottolineato come risultino ancora minoritarie le iniziative realizzate da realtà provenienti da aree a più recente industrializzazione: a riguardo, vanno segnalate, tra l’altro, le cinque imprese partecipate da operatori cinesi, le due indiane, le due brasiliane e l’unica turca. Si tratta comunque di una tendenza piuttosto recente e in crescita, avviata intorno alla metà del primo decennio di questo secolo, che – come Associazione – siamo chiamati a monitorare, valutando la possibilità di aprire un dialogo costruttivo e costante con tutte le realtà multinazionali, affinché la loro crescita vada di pari passo allo sviluppo sociale ed economico del territorio bresciano, in cui sono inserite”.

Per quanto riguarda i settori coinvolti, al primo posto si posizionano gli operatori dei macchinari ed apparecchiature (39 imprese partecipate, con oltre 2.100 addetti), seguiti dai prodotti in metallo (27 realtà produttive con quasi 1.900 addetti). Le multinazionali estere risultano quindi particolarmente attive nei settori tradizionalmente di punta del Made in Brescia, ovvero la filiera metalmeccanica; tuttavia, la loro presenza appare non trascurabile anche in comparti forse meno significativi dal punto di vista dell’occupazione e del fatturato prodotto, ma comunque rinomati per eccellenze e specializzazioni. È il caso dei settori alimentare e chimico, gomma e plastica, ambiti in cui il ruolo ricoperto dalle multinazionali estere nel territorio bresciano è tutt’altro che secondario.

L’analisi condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia – che, secondo una tassonomia proposta anni fa da Banca d’Italia, rientra nell’alveo delle cosiddette “statistiche non istituzionali e armonizzate” – si è inoltre focalizzata sulle iniziative all’estero da parte delle imprese manifatturiere locali. Da tale prospettiva, si contano 265 aziende che hanno avviato investimenti, di natura produttiva e/o commerciale, fuori dai confini nazionali: queste realtà rappresentano l’8,3% della popolazione di riferimento. L’impegno sui mercati esteri da parte di queste aziende è quanto mai vario: si passa da una sola partecipazione (che riguarda oltre la metà delle imprese censite), a casi di veri e propri “gruppi multinazionali”, caratterizzati da investimenti in oltre 20 realtà straniere.  Le suddette iniziative si concretizzano in 797 aziende estere, partecipate, a vario titolo, da operatori industriali bresciani. Analogamente a quanto rilevato per gli investimenti inward, anche nel caso degli outward l’Unione Europea primeggia come la principale destinazione (308 partecipate) degli investimenti da parte della manifattura locale.

L’analisi dettagliata per Paese ospitante vede primeggiare gli Stati Uniti (con 110 realtà partecipate, fra produttive e commerciali). Le altre destinazioni più seguite dal Made in Brescia sono: Germania (60), Cina (55), Francia (54), Spagna (43), India (39) e Brasile (33), in una classifica che vede ben 72 Paesi esteri coinvolti, con diversa intensità, in tale fenomeno. A riguardo va poi sottolineato che le iniziative avviate con finalità di pura delocalizzazione della produzione in aree geografiche caratterizzate da un minor costo dei fattori produttivi (in particolare il lavoro) sono oramai divenute fortemente minoritarie (se non addirittura marginali) e appartengono, dal punto di vista della data di avvio dell’operazione, perlopiù alla prima fase del processo di internazionalizzazione dell’industria bresciana, collocabile, a grandi linee, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. La delocalizzazione è stata quindi soppiantata da strategie di più ampio respiro, in cui gli investimenti all’estero hanno l’obiettivo di servire direttamente mercati divenuti strategici.

La ricerca ha inoltre permesso di segmentare le aziende multinazionali locali per settore di attività. Il comparto dei macchinari ed apparecchiature si conferma come il più presente sui mercati esteri, sia in termini di realtà investitrici (69), sia per le società partecipate (228); al secondo posto il settore prodotti in metallo (53 iniziative per 153 presenze in Paesi esteri). Anche in questo caso non mancano le rappresentanze di comparti non metalmeccanici, come alimentare e chimico, gomma e plastica, ma con una rilevanza inferiore di quanto registrato sul versante inward.

Inflazione in calo a settembre nel Bresciano

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Nel mese di SETTEMBRE, si registra un calo dell’inflazione sia a livello congiunturale (-0,7%), sia a livello tendenziale (l’inflazione passa da +5,2% di agosto a +4,3%). A dirlo – secondo quanto riporta Brescia news, il giornale online di Brescia e provincia – sono i dati diffusi oggi dall’Ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, in questo mese si registra un deciso aumento nei prezzi solo nelle divisioni “Istruzione” (+1,9%), seguito da lievi incrementi delle divisioni “Comunicazioni” (+0,3%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,1%) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,1%). Presentano invece delle diminuzioni le divisioni “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-3,9%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,9%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,4%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,4%) e “Abbigliamento e calzature” (-0,1%). Stabili le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Altri beni e servizi” e “Trasporti”.

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (graf. 2) le divisioni che presentano elevati aumenti sono “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+5,3%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+5,1%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+5,0%), “Trasporti” (+4,9%). Aumenti inferiori all’indice generale (+4,3%) si sono registrati per le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+3,8%), “Altri beni e servizi” (+3,4%), “Abbigliamento e calzature” (+3,2%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+2,9%), “Istruzione” (+1,8%), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,2%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+1,1%) e “Comunicazioni” (+0,4%).

Analizzando per tipologia di prodotto (tab. 3), i “Beni” presentano un lieve incremento congiunturale (+0,2%), imputabile principalmente all’incremento dei Beni energetici (+1,9%), parzialmente controbilanciato dalla diminuzione dei Beni alimentari (-0,4%). In particolare, crescono sia i Beni energetici regolamentati (+3,0%), sia quelli non regolamentati (Altri energetici +1,8%).

Tra gli alimentari, invece, si presenta una decisa diminuzione di quelli lavorati (-0,9%) e un incremento degli Alimentari non lavorati (+0,6%). Complessivamente, diminuiscono le variazioni congiunturali dei “Servizi” (-1,4%). Tra questi, le voci che presentano le maggiori diminuzioni sono quelle dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-3,2%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%). In termini tendenziali, i “Beni” aumentano del +4,9%, mentre per i “Servizi” le variazioni tendenziali sono meno marcate (+3,4%). Con riferimento alla frequenza di acquisto, presentano un leggero aumento le variazioni congiunturali dei prodotti a Alta e Bassa frequenza (rispettivamente +0,2% e +0,1%). I prodotti a media frequenza di acquisto invece presentano una decisa diminuzione rispetto al mese precedente (-1,9%). Rimangono piuttosto elevate, ma in diminuzione rispetto a agosto, le rispettive variazioni tendenziali (+4,8%, +4,6% e 3,0%).

Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, diminuiscono dell’0,5% su base mensile e aumentano del 5,0% su base annuale. Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), si registra una variazione congiunturale negativa (-0,9%), mentre quella tendenziale passa dal +4,7% di agosto al +3,9% di settembre.

In un confronto con l’andamento dei prezzi complessivo nazionale, si evidenzia che in questo mese a Brescia i prezzi sono diminuiti rispetto al dato di agosto, mentre a livello nazionale si è assistito a un lieve incremento congiunturale (+0,2%, dato provvisorio). Le differenze possono essere analizzate anche per divisione.

Trasporti eccezionali, Bracchi investe 2,2 milioni di euro

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I trasporti eccezionali hanno registrato una crescita negli ultimi mesi, anche grazie ai primi effetti del Pnrr e ai cantieri collegati alle opere pubbliche. Bobine enormi e gruppi industriali di cavi dell’alta tensione, ma anche macchinari particolari e speciali container. Queste le merci più trasportate assieme ad enormi macchinari per la movimentazione della terra e trattori da cantiere. Senza dimenticare le strutture per le scuole, come le enormi caldaie o gli impianti di ventilazione, o anche alcuni apparecchi elettromeccanici di grandi dimensioni. Un altro trasporto sempre più richiesto è quello degli enormi data center che le aziende produttrici, alcune presenti anche in Italia, distribuiscono e vendono in tutto il mondo. 

Per questo Bracchi (650 dipendenti, 189 milioni di euro di fatturato e 12 poli logistici, headquarter a Fara Gera d’Adda) ha deciso di investire circa 2,2 milioni di euro nel corso di quest’anno per incrementare la propria flotta dedicata ai trasporti oversize. Gli investimenti sono legati all’ammodernamento e all’ampliamento del parco mezzi in ottica di decarbonizzazione.

Per quanto riguarda i nuovi mezzi speciali, sono stati pensati dai tecnici di Bracchi in collaborazione con i progettisti delle aziende partner, che li hanno poi sviluppati. Si tratta di mezzi ingegnerizzati per trasportare carichi enormi e fuori misura, che hanno bisogno di un lavoro sartoriale a livello progettuale e di realizzazione. 

Infatti, ogni trasporto eccezionale è un modello unico che va studiato in ogni minimo dettaglio. Sono stati coinvolti carpentieri specializzati, capaci di operare sui carichi e sui mezzi come fossero dei tetris enormi; professionisti capaci di sagomare e trovare spazi dove non è possibile vederne. Si tratta di realizzare progetti che vanno definiti studiando le leggi della fisica e cercando di tenere in equilibrio carichi enormi. Alla Bracchi, quando si fanno questi viaggi, più che caricare camion, si progettano “missioni speciali”.

“Gestiamo i trasporti e la logistica per l’80% dei produttori mondiali di macchinari agricoli, servendoci di equipaggiamenti specifici per ogni situazione”, spiega Umberto Ferretti, amministratore delegato di Bracchi. “Ci rivolgiamo a settori strategici come quello industriale, elettromeccanico e oil & gas, fornendo elevate performance grazie a rimorchi speciali e su misura. Mettiamo a disposizione del cliente una grande varietà di veicoli adibiti al trasporto pesante: le classiche motrici con pianale, semirimorchi di tipo ribassato, in grado di poter viaggiare con il carico a un’altezza di soli 25 centimetri da terra. Ma disponiamo anche di motrici con gru, autogru girevoli e semoventi elettriche e diesel, cestelli per posizionamento e montaggio macchinari. Il tutto ovviamente va integrato nella logistica portuale, il Gruppo Bracchi opera su La Spezia, Genova e dai principali porti del Nord Europa”.

A livello operativo, a Fara gera d’Adda, in provincia di Bergamo, a Sorbolo, in provincia di Parma, e a Lublin, in Polonia, hanno sede i Regional Offices di Bracchi specializzati nei trasporti oversize fino a 100 tonnellate. Da qui vengono organizzati i viaggi extra-ordinari di Bracchi, affidati ad un plotone di oltre 50 autisti specializzati nel condurre carichi fuori sagoma e fuori peso.

A Sorbolo, in provincia di Parma, a disposizione ci sono 1.500 metri quadri di deposito e 11.000 metri quadri di piazzale, in uno spazio recintato, illuminato e custodito da personale e videosorveglianza a circuito chiuso. Sono una quindicina gli autisti dedicati ai trasporti special and heavy solo nella sede emiliana.

Le loro imprese si possono vedere per strada, di notte. Come quando hanno trasportato un macchinario da 6,2 metri di diametro sulla viabilità ordinaria: uno spazio molto maggiore rispetto alle normali carreggiate. È stato necessario smontare paracarri e semafori, cartelli e ogni altro ostacolo che fosse possibile rimuovere come ad esempio i cavi elettrici. In casi come questi, è fondamentale realizzare prima dei sopralluoghi, studiando nel dettaglio i punti di ancoraggio e sollevamento. Nel nord della Finlandia, in Lapponia, sono stati invece trasportati, in pieno inverno a -15°, dei macchinari per sgombrare la neve dagli aeroporti. Nei Monti Cantabrici, nel Nord-Ovest della Spagna, carri di manutenzione per le ferrovie da 74 tonnellate. In Belgio una siviera, ossia quell’enorme “bicchiere” che si usa nelle acciaierie. Anche se il fiore all’occhiello per l’azienda è forse quel trimarano con pezzi lunghi 29 metri trasportato fino alla costa atlantica della Francia, via strade provinciali: in molti, tra i competitor, avevano rifiutato la sfida. 

SCHEDA AZIENDALE – BRACCHI

Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Negli anni ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi, con l’ampliamento del proprio network logistico e i primi investimenti nel trasporto marittimo e aereo, in Europa e nel mondo. L’espansione della propria flotta mezzi ed i progetti di logistica integrata e in outsourcing hanno permesso all’azienda di imporsi in settori di nicchia altamente strategici, in cui è leader europeo da oltre 40 anni. All’headquarter di Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo), dove vengono coordinate tutte le operazioni a livello nazionale ed europeo, si sono presto aggiunte le filiali estere di Bracchi con sede a Lublin in Polonia, Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa, e di Ettenheim in Germania: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Nel 2020 è la volta di Peterlini, azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate. Grazie a queste acquisizioni Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e aree geografiche, operando nei settori industriale, agricolo, ascensoristico, della cosmesi, fashion, food & beverage, e-commerce e retail. Oggi Bracchi lavora su dodici poli logistici e sette filiali regionali per un totale di 350.000 metri quadri di magazzini complessivi, gli occupati sono circa 650 presenti nei diversi stabilimenti, il 35% è donna. Nel 2022 il gruppo ha chiuso con vendite sopra i 189 milioni di euro, in crescita del 19% sul 2021. L’amministratore delegato dal 2020 è Umberto Ferretti.  Per ulteriori informazioni: www.bracchi.it.

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